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Life – La prima volta

“Le sue gambe sono grosse, massicce e piacevolmente pelose…”

(La storia tratta di un amore fra un giovane e uomo maturo,
prime esperienze e perdita della verginità. GRADITI COMMENTI.
PREMESSA IMPORTANTE: Per chi è abituato ai miei soliti racconti, avviso che qui il ritmo narrativo è molto diverso, ci sono lunghi dialoghi e molto spazio è lasciato a sensazioni e sentimenti, quindi prima di dare un eventuale voto negativo preparati a leggerlo con occhi diversi. Questo è il mio terzo filone narrativo (ammesso che abbia poi un seguito). Mi accorgo che sono molti, ma in fondo scrivo soprattutto per me stesso e mi piace esplorare le diverse sfumature del sesso e dell’erotismo. Buona lettura.)
Ed eccomi qui, mi presento, sono Stefano, 23 anni, ragazzo normale, ne bello ne brutto, in attesa dell’ormai sempre più lontano sogno del posto di lavoro, tiro avanti con qualche lavoretto saltuario. Studi tecnici, tanti amici, ma ahimè fino ad oggi nessuna ragazza con cui sia riuscito a durare più di una settimana, non perché non mi piacessero o non fossi attratto sessualmente da loro, semplicemente sentivo dentro di me che non erano la persona giusta. Per i miei amici sono un outsider dal cuore puro, ma sotto sotto non riesco a non vergognarmi della mia protratta verginità.
Tutto prosegue come al solito, fino a quando, con un’ironia quasi beffarda, la vita decide di stravolgere ogni tua convinzione e costringerti a rimetterti in gioco partendo da zero.
Il mio punto zero è iniziato oggi, in una domenica qualsiasi, suonando all’interno 69 del palazzo 90 al signor Giacomo Grosso.
Dico signore perché, benché non conosca esattamente la sua età, Giacomo ha almeno 30 anni più di me, fisico tracagnotto, braccia robuste, una bella pancetta, ma nel complesso tonico. Leggermente più alto di me, capelli corti color argento, che attraverso le basette scendono lungo il viso contornandolo con una barba curata dello stesso colore, a parte una striscia leggermente più scura in prossimità della zona del pizzetto, ma il punto forte con cui da giovane deve aver fatto strage di donne sono i suoi profondi occhi azzurro scuro, che non gli danno un’aria glaciale, come succede in alcuni casi, ma bensì piena di calore.
Mi ha chiamato a casa sua per riparargli il computer, gli è stato suggerito il mio nome dalla titolare della latteria dove ci riforniamo entrambi.
“Ciao Stefano, ben arrivato, prego entra, accomodati pure” mi dice dopo avermi aperto la porta con un sorriso
“Buongiorno signor Giacomo, grazie” ed entro nell’appartamento mentre lui chiude la porta alle mie spalle.
“Il mio computer è in salotto, la seconda stanza sulla destra”
Devo ammettere che la casa del Signor Giacomo è davvero grande e ben tenuta, ma non volendo essere invadente proseguo dritto arrivando fino alla stanza che mi ha indicato e prendo posto davanti al PC.
“allora, mi dica, mentre il computer si accende, che tipo di problema ha il suo computer?”
“caro Stefano, innanzi tutto ti prego, non farmi del lei, ma usa tranquillamente il tu, già so che potrei essere tuo padre, non ho bisogno che tu me lo ricordi ogni volta che ti rivolgi a me”
“ok, mi scusi… cioè… scusa, Giacomo, dimmi, quale problema ha il PC?”
“ecco così va meglio” sottolinea con un sorriso dolce da bambino “allora il PC ultimamente è molto lento, spesso si blocca, e soprattutto quando provo ad andare su internet continuano ad aprirsi un sacco di finestre a caso piene di pubblicità”
“uuuhm… molto probabilmente hai preso qualche virus, che antivirus usi?”
“bella domanda, non lo so” dice ridendo “non sono molto tecnologico, o non mi sarei rivolto a te”
“anche questo è vero… bene il computer si è avviato, vediamo subito di cosa di tratta…. sì, caro Giacomo, sei senza antivirus, quindi molto probabilmente lo hai preso finendo su qualche sito sbagliato, di solito che tipo di siti guardi?”
“ahahaha, queste non sono domande consone da fare” dice ridendo con voce leggermente imbarazzata “comunque se ti è importante per capire cosa ha il mio computer, sappi che nella solitudine di questa casa guardo spesso cose per soli uomini”
sorpreso da quella risposta e arrossendo per la gaffe appena fatta balbetto
“oh, ti… ti chiedo scusa, davvero, scusa io non… non era mia intenzione essere invadente” cercando quindi di uscire da quella situzione vado avanti con il controllo del PC “ora provo ad aprire il browser per vedere cosa succede, poi faccio girare l’antivirus”
Clicco quindi su internet explorer, tenendo a mente fra me e me di installare Google Chrome o Firefox prima di andare via, e subito mi si apre un sito di annunci gay con l’immagine esplicita di un uomo vestito di pelle nera che sta scopando il culo di un altro ragazzo molto più giovane di lui.
Pieno di vergogna e conscio di aver appena fatto un’altra enorme gaffe chiudo subito la pagina.
“scusa, scusa, scusa, scusa….” ripeto velocissimo chiudendo gli occhi come a voler dare prova che non ho fatto quello che è appena successo “giuro che non ho visto niente” e pieno di un’agitazione strana ed incontrollabile inizio a cercare nella borsa le mie chiavette USB per installare l’antivirus da far girare.
Giorgio mi posa una mano sulla spalla, e come una molla faccio un sussulto non aspettandomi di essere toccato.
“stai calmo Stefano, non è successo nulla” mi dice per tranquillizarmi anche se nel suo sguardo ora è visibile un velo di tristezza e preoccupazione
“io… non… cioè…sì… tu sei?… insomma… io” la mia mente è nel pallone
“sì sono gay” mi dice con voce grave Giacomo “mi spiace, non ci ho pensato che si aprisse quel sito, non volevo lo sapessi, soprattutto sapendo che per te fosse un problema così grande. Forse è meglio se te ne vai”
“no.. aspetta… io… cioè… non fraintendere… non è un problema che tu sia… sì.. che tu sia gay… cioè… non pensavo che lo fossi… insomma, non sei effemminato, non ti vesti da donna… “
Il volto di Giacomo si rilassa nuovamente, ha capito che la mia agitazione è soprattutto legata alla mia timidezza “guarda che non tutti i gay sembrano delle donne mancante, questo è un cliché della televisione, purtroppo” mi risponde paterno.
“sì… questo lo so anche io… è che non ne ho mai conosciuti altri… di gay intendo…e quindi… ooooh… scusa, sto parlando senza riflettere”
“rilassati, facciamo così, io ora vado in cucina e ti prendo un bicchiere d’acqua, così tu hai il tempo di installare quella cosa là… l’antivirus…”
Sento il cuore che mi batte a mille anche se non vorrei e razionalmente mi accorgo che non ce nè alcun motivo, ma per me quella è una situzione nuova ed inaspettata. Ho sentito parlare di omosessualità mille volte, ma non avevo mai preso in considerazione la cosa, non avevo mai pensato di poterne incontrare uno, ne tanto meno che si potesse addirittura celare nelle fattezze di un uomo come Giacomo.
“eccoti il tuo bicchiere d’acqua, allora come va con il mio PC?”
“ecco… l’antivirus sta girando, in pochissimo tempo ne ha già trovati 2, di virus, mi sa che sarà una cosa lunga”
“non ci sto capendo nulla di quello che stai facendo, ma mi fido, basta che poi il mio computer riprenda a funzionare, sai…non avendo a disposizione un bel ragazzo come te con cui divertirmi devo per forza usare internet… ahahahahahah” dice in tono scherzoso cercando di smorzare la tensione che si era creata intorno all’argomento, anche se ritengo il suo tentativo un po’ forzato e fuori luogo, non è certo ricevendo un’avance che uno può tranquillizzarsi, ma apprezzo quel suo goffo tentativo di riportare la discussione su un piano “normale” in fondo sento che è colpa mia se si è creata tensione ed imbarazzo e dopo un attimo di silenzio decido di rompere il ghiaccio
“scusami tanto Giacomo, mi sento così stupido per la reazione che ho avuto prima, non era davvero mia intenzione discriminarti o metterti in imbarazzo”
“dai stai tranquillo, è normale la tua reazione, sai quante ne avrei da raccontare di queste storie” mi dice sfoggiando nuovamente il suo tono paterno e poggiandomi una mano sulla spalla “sei un bravo ragazzo, e quando prima ho detto che sei anche bello dicevo sul serio. Immagino già che farai stragi di cuori fra le ragazze. Dai, parliamo un po’ di cose da “etero” così evitiamo di parlare ancora di quella brutta cosa. Come va con la tua ragazza?”
quell’argomento ha la capacità di farmi sentire nudo, ed avvampando di vergogna non trovo niente di meglio da fare per nascondermi che puntare lo sguardo sul pavimento
“ecco… io.. io… io non ce l’ho una ragazza” balbetto timidamente
Giacomo sorride dolcemente e si avvicina a me “sei davvero un ragazzo molto sensibile sai? su coraggio guardami negli occhi non è successo nulla”
Alzo lo sguardo e lo vedo che mi osserva, poi avvicina una mano al mio volto e mi chiede “posso?” gli faccio segno di sì con la testa e con una dolcezza disarmante mi accarezza la guancia.
“Avanti, ti do il permesso di approfittare di me come confidente, si vede che hai qualcosa dentro che ti tormenta o non avresti avuto questa reazione per una domanda semplice come la mia”
quelle parole mi colpiscono, mi sta leggendo dentro, senza un doppio fine, ma solo perchè davvero interessato a me, e sento che le sue parole sono sincere, dette con il cuorei
“coraggio, non avere paura, di me ti puoi fidare, tu sai il mio segreto, io manterrò il tuo e poi se diventi il mio confidente potrò chiederti di continuare a venire a ripararmi il PC gratis.. ahahahahah” la sua spontanea è contagiosa e benché la sua battuta non sia nulla di che mi scappa un accenno di sorriso
“oooh.. che meraviglia, finalmente un sorriso, così sei ancora più bello”
arrossendo, questa volta per i continui complimenti, sento che finalmente la tensione inizia a calare e rompendo il mio silenzio inizio a confidarmi
“vedi… mi vergogno un po’ a dirlo ma… il mio problema è che… è che… è che sono ancora vergine… ecco l’ho detto”
“eccolo, che finalmente esce fuori il sasso che avevi nello stomaco”
La reazione di Giacomo è pacata e tranquilla, priva di giudizi o discriminazioni e a differenza dei miei amici, che subito hanno iniziato a fare ogni tipo di battuta, lui mi sta facendo sentire a mio agio.
“guarda che non c’è nulla di male nell’essere vergine, significa solo che devi ancora trovare te stesso”
“cosa intendi?” gli domando non avendo ben afferrato il concetto della sua ultima frase
“riusciamo a concederci liberamente agli altri solo quando siamo in grado di accettarci fino in fondo per come siamo”
Le parole di Giacomo mi colpiscono di nuovo e mi fanno riflettere.
“nel tuo caso, data la tua grande sensibilità, è solo un po’ più difficile, hai paura di ferire e di ferirti”
Sono bastate poche frasi e già mi sento nudo di fronte agli occhi di Giacomo e felice di averlo conosciuto gli dico
“mi dispiace per la reazione di prima, sei davvero una persona speciale. davvero”
ed in risposta ottengo un sorriso pieno di felicità “grazie, sono contento che non mi consideri solo uno stupido vecchio che fa casini con il PC… ahahahah” poi facendosi improvvisamente serio e pensieroso aggiunge “posso chiederti una cosa?”
Un po’ preoccupato dall’improvviso cambio di tono “certo, dimmi pure?”
“non fraintendere quello che sto per dirti, ma hai mai pensato di giocare con un altro uomo?”
irrigidito da quella domanda inattesa, enfatizzando più del dovuto il mio tono inizio a negare
“no.. no.. mai e poi mai… mai presa in considerazione.. mi spiace”
Vedendo la mia reazione il volto di Giacomo si incupisce improvvisamente “scusami, ho sbagliato, non era mia intenzione metterti a disagio, è che stavo iniziando a sentirmi così a mio agio con te che per un attimo ho pensato che… scusami… sono uno sciocco che non ha ancora capito i suoi limiti”
Vederlo improvvisamente così mortificato mi da una stretta al cuore, in fondo anche io fino a pochi istanti fa mi sentivo in piacevole sintonia con lui e quasi non credendo alla mia stessa voce gli dico “avanti, fammi provare”
“cosa?” mi richiede lui
“ecco… non ho mai ne fantasticato, ne provato a fare nulla con un uomo, posso sempre provare, se non mi piace ti dico basta”
Giacomo mi guarda con gli occhi leggermente lucidi pieni di emozione, un’emozione segnata dagli anni, le esperienza, le delusioni e la solitudine. Poi scuotendo la testa dice “non sono sicuro sia una buona idea, ti ringrazio, sei davvero un cucciolo dolcissimo, ma non voglio rovinare la possibilità di un’altra chiaccherata in amicizia con te”
Vederlo così fragile e indifeso, come mi sentivo io poco prima, e come mi sono sempre sentito pensando alla mia verginità, mi fa percepire di essere in sintonia con lui. Due persone impacciate, che per motivi diversi, hanno difficoltà a relazionarsi apertamente con gli altri.
“allora facciamo così, mi provi a dare un bacio, una cosa semplice, se mi fa schifo smettiamo di parlarne ok? tanto qui l’antivirus non è neanche arrivato a metà”
Giacomo soppesa un attimo le mie parole, poi desideroso di calore umano decide di accettare.
Mi sento agitato, non sono convinto che quello che sto facendo sia la cosa giusta, quindi chiudo gli occhi e resto in attesa.
Sento Giacomo avvicinarsi lentamente a me, è un attimo e le sue labbra toccano le mie dandomi come una scossa e mi ritraggo un po’ indietro.
“sei sicuro di volerlo fare?” mi chiede preoccupato Giacomo
“sì, tranquillo, riproviamo” dico, sentendomi uno stronzo a tirarmi indietro proprio adesso
Giacomo di avvicina nuovamente posando le sue labbra sulle mie e la sua barba, pungendomi leggermente, mi ricorda che quello che sto baciando è un altro uomo, che sto dando il mio primo bacio gay.
Il suo è un bacio leggero, appena accennato, per iniziare a sondare il terreno delle mie reazioni. Sono rigido come un baccalà e più che dare l’impressione di baciare qualcuno sicuramente sembra che stia prendendo una medicina molto amara, ma non lo blocco e mi arriva un altro bacio a fior di labbra questa volta più lungo e sostenuto.
Vorrei che in qualche modo quel bacio mi facesse schifo, paura, invece provo una strana sensazione che potrei descrivere come piacere. Carico di dolcezza e delicato, il bacio successivo riesce a sciogliere un po’ della mia tensione e anche il mio viso e la mia bocca si rilassano.
Accorgendosi del mio cambiamento Giacomo decide di osare di più e tirando fuori la lingua viola con dolcezza la barriera delle mie labbra ed entra nella mia bocca. Sento il calore della sua lingua toccare la mia per un attimo, poi subito Giacomo torna indietro uscendo dalla mia bocca.
Mi mordicchia il labbro inferiore, e dopo poco torna a cercare la mia lingua con la sua. Questa volta è più intenso, meno timoroso, e riesco a percepire la sua passione e quel contatto così intimo in qualche modo che non so spiegare mi eccita.
La sua lingua continua a cercare il mio consenso, ed io, provando quel bacio dolcissimo e passionale inizio a ricambiare.
Giacomo mi afferra la testa con le mani e staccandosi dalla mie labbra, naso contro naso mi sussurra dolcemente “è stato bellissimo” ed io, troppo vergognoso per ammettere a parole che avevo trovato quel bacio travolgente, non trovo soluzione migliore che riprendere a baciarlo.
Ci baciamo a lungo, dolcemente, senza fretta, volendo godere di quel momento, delle sensazioni che ci trasmette. Le lingue si cercano, si trovano, si intrecciano, cercando l’una la propria identità nell’altro, mentre le salive si mescolano creando un tutt’uno che si confonde.
Infine, ci blocchiamo un attimo e Giacomo si sofferma a guardarmi dritto negli occhi, quasi a volermi leggere l’anima.
“avanti dammi la mano” mi chiede con il suo solito tono pacato
“cosa vuoi fare?” mi viene da domandare di istinto
“non temere, tu dammela”
Afferra la mia mano e lentamente, per bloccarsi nel caso io abbia qualche ripensamento, la accompagna sulla patta dei suoi pantaloni facendomi sentire la sua eccitazione.
“ti piace?” mi chiede
A palmo aperto ed un po’ impacciato inizio a strusciare la mano sulla patta dei suoi pantaloni e sento chiaramente la consistenza di qualcosa di duro al di sotto della stoffa.
“non saprei, è una sensazione strana… ecco… io…mi fa strano pensare che sto toccando il cazzo di un altro uomo”
“se la cosa ti turba possiamo fermarci qui”
“non ho detto che mi turba, ho detto che mi fa strano”
“avanti allora, non avere paura di farmi male o di esplorare le tue sensazioni, stringilo”
Timidamente stringo la mano afferrando il suo cazzo attraverso i pantaloni e devo ammettere che sembra essere davvero grosso e sempre un po’ impacciato inizio a segarlo.
“ti va se lo tiro fuori?” mi chiede Giacomo a bruciapelo sapendo che deve essere lui a prendere l’iniziativa in quel gioco
“io… ecco… ok… va bene” rispondo titubante e al contempo desideroso di continuare quella esperienza finora rivelatasi così piacevole.
Giacomo si alza in piedi e si mette di fronte a me. La patta dei suoi pantaloni è all’altezza della mia faccia e fissandola il cuore mi patte forte rimbombando nella testa.
“vuoi che faccio io o vuoi fare tu?”
deglutendo la mia tensione, sapendo che quello che sto facendo sta in qualche modo cambiando la mia vita e il modo con cui, da quel momento in avanti, avrei iniziato a pensare a me rispondo “faccio io”
Porto le mie mani alla sua vita ed inizio a sfilare cintura dall’asola che la tiene in posizione, poi aprendo l’ardiglione della fibbia la apro completamente. Continuo aprendo il bottone centrale ed infine, avendo cura di non forzare troppo, inizio ad abbassare la zip.
Privi di sostegno i pantaloni si abbassano leggermente e a quel punto scorrendo le mani sui bordi li afferro saldamente all’altezza dei fianchi e li calo fino alle ginocchia.
Ora, attraverso i suoi boxer neri, la sua erezione è ancora più evidente.
“credo che sia meglio sfilarli del tutto, avanti, aiutami”
facendo leva sul tallone, Giacomo si sfila le scarpe ancora allacciate, infine con il mio aiuto sfila completamente i pantaloni.
Le sue gambe sono grosse, massicce e piacevolmente pelose.
“te la senti di sfilare anche le mutande o preferisci fermarti?” mi chiede Giacomo, sapendo di dover procedere a piccoli passi
osservo il suo pacco, rigonfio di tutta la sua eccitazione e decido che ancora questo passo posso farlo; porto le mani ai suoi fianchi e inizio a calargli i boxer. Inizio prima a farli scivolare sulla parte del culo, poi lentamente inizio a farli scendere sul davanti. Inizialmente il suo cazzo rimane incastrato e viene portato verso il basso, quando infine si libera rimbalza vispo verso l’alto puntandomi la faccia.
Resto con le mutande di Giacomo a mezza gamba osservando il suo grosso cazzo. Anche dal vivo è di dimensioni raguardevoli. Forse non lunghissimo, sui 16/17 centimetri, ma con un diametro considerevole, in cui risalta subito all’occhio la grossa cappella gonfia e lucida.
“non me le sfili le mutande?” mi dice Giacomo divertito dal mio stato ipnotico osservando il suo cazzo
“oh.. scusa” e tornando alla realtà gli sfilo anche le mutande
“allora ti piace il mio cazzo?”
“devo ammettere che è davvero grosso, non mi aspettavo fossi così dotato”
“bhè, qualche pregio questo povero vecchietto deve pure avercelo”
Continuo ad osservare quel palo di carne, duro e dritto, con una gocciolina di pre sperma sulla punta. Non ho mai fatto nulla o fantasticato di fare nulla con un uomo, quindi mi trovo spiazzato dalla situazione e arrossendo dico
“mi sento stupido a doverlo dire ma…. non so cosa fare”
“tranquillo, non devi avere paura di dirmi i tuoi problemi, ormai dovresti averlo capito che sono uno paziente e che sa ascoltare. Bhè, tanto per iniziare potresti provare a prenderlo in mano e a segarlo”
Incerto allungo la mano e la stringo intorno al suo cazzo, è così spesso che seppur per poco, non riesco a far toccare fra loro il medio e il pollice della mia mano. Giacomo è così eccitato che sembra quasi di stringere un pezzo di ferro da tanto è duro alla consistenza, e stringerlo forte sentendone il calore mi piace. Resto fermo alcuni secondi limitandomi ad impugnarlo, a sondare le sensazioni che mi trasmette, ma l’erezione che spinge nei miei pantaloni parla al posto del mio cervello, poi piano piano inizio a tirare indietro la pelle del prepuzio
“hai una mano caldissima” mi fa notare Giacomo
“scusami” mi viene spontaneo rispondere
“ahahaha, guarda che non è una cosa brutta e poi devi smetterla di scusarti per tutto, stiamo condividendo un momento insieme, e insieme dobbiamo trovare la giusta sintonia. Allora ti piace? ti va di andare un po’ più veloce come quando ti fai le seghe da solo?”
seguendo quanto mi dice inizio ad accelerare il mio ritmo e avere quel cazzo così perfetto fra le mani mi da quasi una sensazione di potere..
“sei bravo sai? non so se te la senti, ma ora ti andrebbe di provare a baciarlo”
“non sono sicuro che farti un pompino mi riesca… non vorrei andare troppo oltre…” dico un po’ titubante a quella richiesta
“tranquillo, non insisto, fai quello che ti senti, già per me è stata una sopresa riuscire a ritrovarmi nudo davanti a te” dice sorridente
Facendo finta per il momento che non mi abbia chiesto nulla continuo a segare il suo cazzo, e mi accorgo che lo sto eccitando e sapere di essere io che gli sto procurando quel piacere eccita ulteriormente anche me. Fisso la sua grossa cappella che sotto l’azione della mia mano si copre e si scopre e come ipnotizzato decido di provare a spingermi oltre.
Mi avvicino e do una veloce leccata alla sua cappella. Nessun gusto strano, nessun turbamento, anzi, la cosa mi piace. Provo a dare un’altra leccata, questa volta più lentamente e sento che al passaggio della mia lingua il cazzo di Giacomo ha uno spasmo di piacere.
Passo nuovamente la mia lingua lungo tutto la sua asta e guardando il viso di Giacomo rilassato dal piacere sento un moto di orgoglio per la mia innata bravura.
Do un’altra lunga leccata, poi decido che posso provare a mettere in bocca la sua cappella.
Apro la bocca e dolcemente stringo le mie labbra intorno alla sua cappella e non posso fare a meno di pensare che per la prima volta nella mia vita ho un cazzo in bocca.
Scivolo lentamente sulla cappella, poi arrivato sulla punta, lentamente torno a riprenderla in bocca. Ciuccio il cazzo di Giacomo in quel modo per un paio di volte poi sento che da un delicato colpo di reni per mandarmelo più in profondità.
Dopo la prima spinta e mi osserva, attende di vedere se può proseguire oppure no, e vedendo che non ci sono segni da parte mia continua il suo movimento di bacino, dandomi anche un ritmo più veloce.
Mi accarezza la testa, e spinta dopo spinta alla fine mi riesce a mettere in bocca il suo cazzo quasi fino a metà, ma essendo inesperto oltre non riesce a farmi andare.
Sto succhiando il cazzo di un uomo, un uomo maturo, e mi sta piacendo moltissimo. Vorrei essere turbato, sconvolto, vorrei sentire una voce che mi dicesse “scemo che cazzo stai facendo tu devi pensare alla fica”, ma la verità è che quello che sto facendo mi piace troppo, mi piace la dolcezza del contatto che è nato fra me e Giacomo, mi piace sentire di eccitarlo e mi piace sapere di avere instaurato con lui un legame in qualche modo più forte della semplice amicizia.
Rapito dai sommessi gemiti di piacere di Giacomo non so per quanto tempo ho giocato con il suo cazzo in bocca, ma ad un certo punto mi ferma e mi dice.
“aspetta, andiamo in un posto più comodo per continuare” e prendendomi per mano mi accompagna in camera da letto.
Come entriamo nella stanza riprende a baciarmi, e la sua lingua prepotente entra nuovamente nella mia bocca, ma questa volta non si limita a sciogliere le mie resistenze con la sua dolcezza, lentamente, sempre baciandomi inizia a spogliarmi, ed io faccio lo stesso con quel che resta addosso a lui.
Via la mia maglietta, via la sua camicia, via i miei pantaloni, via la sua maglia della salute ed infine via le mie mutande.
Ci sdraiamo sul grande letto matrimoniale e Giacomo afferra il mio cazzo, sono eccitatissimo, e il tocco della sua mano aumenta a mille le mie sensazioni.
“tutto bene? te l’ho già detto che sei un cucciolo dolcissimo e che tutto questo è magnifico?”
incapace di non arrossire, ma divertito gli ribatto “sì, almeno mille volte in 10 minuti”
“sai com’è volevo esserne sicuro” poi sensa aggiungere altro si abbassa sul mio cazzo ed inizia a succhiare.
Non so se sia semplice bravura, o il coinvolgimento emotivo, ma praticamente mi ritrovo sul punto di sborrare quasi alla seconda ciucciata, per fortuna che solitamente sono comunque molto lungo a raggiungere l’orgasmo.
Contorto dal piacere mi appiglio alle coperte del letto, costretto a sfogare su qualcosa l’intensità di quella sensazione, poi ritrovato un poco il controllo di me stesso inizio a cercare nuovamente il cazzo di Giacomo, ed impossibilitato a prenderlo in bocca da quella posizione, mi limito a segarlo eccitandomi nuovamente al contatto con le sue generose dimensioni.
Ad un certo punto sento una delle dita di Giacomo fare capolino sul mio buchetto e subito la paura del dolore mi blocca facendomi perdere gran parte della mie erezione.
“cosa succede? tutto bene? ho fatto qualcosa che non dovevo?” mi chiede preoccupato Giacomo
“scusami, è che quando ho sentito il tuo dito sul mio buchetto ho avuto paura di sentire male”
“non devi scusarti, sono stato io ad aver sbagliato, dovevo prima chiederti se ti andava, ma se ti fidi di me e mi lasci fare ti assicuro che ti farò provare un piacere così intenso che non potrai più farne a meno. Ti va di farmi tentare?”
Resto in silenzio, valutando la sua proposta, ed infine, annuendo con la testa gli do il mio consenso a giocare con il mio buchetto, ma lui anzichè riprendere subito a stuzzicarlo si alza dal letto e va dal comodino e ne estrae una convezione di lubrificante.
“vedrai che con questo andrà meglio”
Mentre versa una porzione generosa di gel suo mio buchetto sento una strana sensazione di fresco,che viene subito oscurata dalla bocca di Giacomo che riprende a succhiare il mio cazzo come un dio. In pochi istanti torno durissimo e allargando leggermente le gambe gli do miglior accesso al mio buchetto dove inizia a far roteare delicatamente la punta dell’indici.
Il suo dito rotea veloce privo di frizioni grazie al lubrificante, e una strana sensazione di piacere inizia ad impossessarsi di me, piacere che aumenta via via che il dito inizia a farsi spazio dentro di me varcando le difese del mio sfintere ed in breve è completamente dentro di me stimolandomi con strani ticchettii la prostata.
Mi piace quella stimolazione che insieme alla sua bocca esperta mi stanno dando sensazioni che non avrei mai pensato di essere in grado di provare.
Sento di essere prossimo all’orgasmo, ma improvvisamente Giacomo si ferma, mi guarda un attimo pensieroso, poi, come se avesse trovato il coraggio mi chiede
“mi piacerebbe provare a penetrarti”
“io… io non credo di essere pronto e poi tu sei così grosso… poi non sono sicuro che riuscirei a farti entrare…” inizio a parlare a raffica, cercando scuse e motivazioni che lo convincano che quella è una cosa sbagliata da fare, ma lui si sposta verso di me e baciandomi mi toglie il fiato e mi tranquillizza
“non è mia intenzione farti del male, io voglio solo godere insieme a te. Mi è già capitato di penetrare dei vergini, è questione di pazienza e ti assicuro che può essere del tutto priva di dolore. E ti assicuro che io di pazienza ne ho tanta” mi dice sorridendomi sornione
Tranquillizzato e avvolto da un sensazione di serenità e protezione capisco di potermi fidare di lui come mai ho potuto fare con nessun altro e dandogli un bacio gli faccio capire che possiamo provare.
“sappi però che se sento male smettiamo subito” ribadisco a titolo cautelativo, ed in tutta risposta Giacomo fa una risatina divertito.
Mi fa spostare al centro del letto, mi mette alcuni cuscini sotto la schiena ed infine mi fa posare le gambe sulle sue spalle dandogli libero accesso al mio buchetto.
MI lascia in quella posizione per circa un minuto senza fare nulla, semplicemente, guardandomi dritto negli occhi e sorridendomi dolcemente, mentre con le mani mi accarezza i piedi scendendo poi lungo la gamba, vuole accertarsi che sia tutto a posto e che io non abbia ripensament,. poi dopo avermi dato un bacio ai piedi, prende il lubrificante e ne aggiunge altro al mio buchetto e in parte lo spalma sul suo enorme cazzo.
Quando è certo di essersi lubrifcato per bene, punta la cappella sull’imboccattura del mio buchetto e spingendosi in avanti mi piega all’indietro per far puntare maggiormente il mio culo verso l’altro e permettere al suo cazzo di entrare dentro di me quasi solo per gravità.
Non so bene cosa fare, come comportarmi, sento semplicemente la sua grossa cappella spingere contro il mio sfintere, poi lui si blocca e mi dice
“stai tranquillo, non ho intenzione di forzarti. Devi solo desiderare di diventare un tutt’uno con me e vedrai che entrerà. Non devi spingere, cercare di farmi entrare o fare altre cose strane, devi solo volerlo”
“non è facile, ho paura del dolore”
“pensa a poco fa, quando ho usato il dito, ad un certo punto ha iniziato a piacerti. Bene, da quel momento in poi ti assicuro che non sono stato più io a spingere, ma tu ad attirarmi dentro di te”
“ok…”
“sei un cucciolo dolcissimo, e mi ritengo fortunato ad averti incontrato”
“anche io sono felice di averti conosciuto”
“spero di non sembrarti esagerato, ma penso di poterti dire che ti voglio bene”
“anche io sento di poterti dire di volerti bene, anche se mi sembra stupido dato che ci conosciamo da poco”
“i sentimenti e le emozioni non sono mi stupide, specie se sono sincere” con quelle parole Giacomo mi fa capire che la mia voglia di diventare un tutt’uno con lui è più intensa di quanto pensassi e sento la sua cappella, prima bloccata completamente fuori dal mio culo, iniziare a farsi spazio dentro di me.

Sentire il palo enorme e durissimo di Giacomo scivolare lentamente dentro di me è una sensazione stranissima, sono conscio che una persona per me sconosciuto fino a meno di un’ora prima sta per prendersi la mia verginità, ma sapere che quella persona è Giacomo non solo non mi spaventa, ma mi eccita. Sto per condividere il mio corpo con lui, sto per diventare un tutt’uno con una persona che in pochissimo tempo ha saputo emozionarmi, sto condividento una cosa importante con un’altra persona per la prima volta nella mia vita e questo mi appaga mentalmente e più desidero quella cosa e più lui scivola dentro di me.
Ad un centro punto inizio a sentire un lieve dolore dovuto all’enorme dilatazione a cui sono sottoposto accompagnato da fastidioso stimolo, ma è la questione di un attimo, infine, come se si fosse raggiunto un punto di non ritorno, il suo cazzo non trova più resistenze, anzi, come risucchiato dal mio corpo, veloce termina il suo affondo accompagnato da un’unica intensa sensazione di piacere.
“visto? sono dentro completamente e non mi sembra che tu abbia sentito dolore. Ora io e te stiamo per fare una cosa bellissima. Non stiamo per scopare, ma stiamo per fare l’amore come lo fanno due uomini che si vogliono bene”
quelle parole mi colpiscono in modo profondo e vengono impresse per sempre nella mia memoria dal bacio che ne è subito seguito.
A quel punto inizia lentamente ad uscire, torna un po’ prima di quel punto di non ritorno, per poi affondare di nuovo. Si muove lentamente, osservando con premura le mie reazioni.
Via via che il mio buchetto si abitua, Giacomo si fa sempre più veloce, ed infine raggiunge il suo ritmo. Ad ogni affondo ricevo delle ondate di piacere pazzesche, sto godendo con la testa, con il culo e con il mio cazzo, e già portato al limite dal precedente trattamento, ad un certo punto inizio a sborrare senza poterla controllare, senza nemmeno bisogno di toccarmi.
Un orgasmo violento, copioso ed intenso, che sento mi svuota di un piacere che non ero più in grado di gestire da quanto era grande.
Vedendomi sborrare in quel modo anche Giacomo si eccita ulteriormente e sento che mi riversa dentro tutta la sua sborra.
Vedo il suo volto contrarsi di piacere mentre mi sbrodola dentro tutto il suo seme per poi appoggiare la sua testa, esausto, sul mio petto.
Sapere che mi è venuto dentro mi trasmette la potente sensazione come di essere stato ingravidato e per qualche assurdo gioco della logica umana ora mi sento molto più legato a lui, come se in qualche modo avessimo suggellato un’unione.
Sento chiaramente che la sua erezione è ora molto meno potente e con la delicatezza con cui si è contraddistinto fino ad adesso esce dal mio buchetto, poi partendo dal petto inizia a baciarmi dolcemente, risalendo lungo il collo, per poi arrivare fino alle mie labbra.
Ci baciamo di nuovo, ma questa volta siamo completamente nudi, stretti in un abbraccio appassionato che comunica quel desiderio di voler stare insieme anche attraverso la pelle.
Le mie gambe sono ancora sollevate all’altezza dei suoi fianchi e lui, ricurvo su di me, mi sovrasta con il suo fisico, ed in quella posizione mi sento protetto e felice.
Il mio desiderio di baciarlo sembra non trovare fine, e perso nella dolcezza della sua bocca con le mani accarezzo la sua schiena, le sue braccia, la sua testa. La sua barba mi punge ancora, il suo pene mollo spinge sulla mia pancia; non c’è dubbio, ho appena fatto l’amore con un uomo, eppure non mi viene da pensare di essere gay, non mi sento sconvolto da questa scoperta, semplicemente sento di stare bene.

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Prime Esperienze

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