Guidare non è mai stata la mia passione ma, in quel giorno di luglio, afoso e assolato, nessuno mi avrebbe accompagnata a trovare la mia amica Giulia, che era ricoverata in un Ospedale distante 50 km.
Presi l’auto controvoglia e mi diressi verso l’Ospedale.
Non sono una donna che passa inosservata.
Ho 44 anni portati alla grande, capelli ricci, belle labbra fisico appetitoso e soprattutto, una sesta di seno.
Quel giorno faceva molto caldo e decisi di indossare un abitino leggero e delle sneackers per guidare comoda e fresca.
la strada non era tanta , però passava in mezzo alla campagna, e quindi monotona.
Ero contenta, ascoltavo la radio e pensavo a riabbracciare la mia amica malata.
Ad un tratto mi si accese la spia dei freni e, memore di un incidente di anni addietro, fermai subito l’auto, scesi e cercai subito di chiamare il soccorso automobilistico ma, sorpresa, il telefono non prendeva.
Decisi di sedermi in auto e aspettare che transitasse qualcuno a cui chiedere aiuto….ma niente…non passava nessuno.
Allora, rischiando il pericolo, mi rimisi in auto decisa a trovare qualcuno che mi aiutasse,
Giunsi nei pressi di un casolare e decisi di andare a vedere se fosse abitato.
Girato l’angolo vidi degli uomini che lavoravano sul retro del casolare.
Mi avvicinai ad uno di loro e dissi: Mi scusi, ho un problema con l’auto, sa se c’è un meccanico nelle vicinanze?
Il ragazzo, alto e muscoloso, con accento straniero mi disse di no ma che avrebbe controllato lui stesso, essendo molto bravo con i motori.
Intanto anche gli altri lavoratori si erano girati e iniziarono a guardarmi con aria interessata destando in me un pò di preoccupazione.
Scappare non potevo e quindi abbozzai un sorriso.
L’uomo controllò i freni e disse: effettivamente è pericoloso muoversi con la spia dei freni accesa, io me la cavo e se vuole ci provo io a ripararla.
Io annuii asserendo che ovviamente avrei pagato il disturbo.
Intanto gli altri guardavano e io iniziai ad avere paura ma ormai non potevo tornare indietro.
L’uomo mi disse di seguirlo nel casolare per iniziare a sdebitarmi della riparazione…e lì intuii quello che sarebbe successo.
Non avevo altra scelta, intorno solo campi…o li assecondavo o chissà cosa mi avrebbero fatto.
Entrai nel casolare tremando e dentro c’erano 6 operai in piedi che ridevano e mi squadravano.
Uno disse: se sarai carina con noi, ripariamo l’auto e ti lasciamo andare.
io annui tremante.
Il più anziano disse: non avere paura ti divertirai.
Il più grosso mi prese per mano e mi fece adagiare su un giaciglio e mi ordinò: spogliati, vediamo ste tettone!
io mi ritrassi e per tutta risposta un altro ragazzo mi afferrò per il collo e iniziò a togliermi il vestito e il reggiseno…
Rimasi nuda in mezzo allo stanzone e tutti mi fissavano con aria soddisfatta….
Il più anziano, forse il capo e l’unico italiano disse: ammazza che mucca da latte…bel culo, tettone enormi…oggi ci è andata di lusso…l’ultima che è passata di qui era una roba secca..
Da lì capii che era abitudine violentare le malcapitate passanti..
Iniziarono a toccarmi ovunque, avevo un dito nella fica, uno nel culo, due attaccati ai seni come neonati e gli altri che si scappellavano gustandosi la scena.
Da un lato ero terrorizzata ma, dall’altro ero eccitatissima…colavo…e uno disse: la vacca è pronta!
uno si sdraio sul giaciglio e mi fece cenno di sedermi sul suo cazzone.
io ubbidii e iniziai a cavalcarlo.
Aveva un membro enorme, lo sentivo fino in pancia.
urlavo dal dolore perchè non ero mai stata penetrata da una bestia del genere.
più urlavo più l’uomo spingeva da sotto e mi faceva sobbalzare con le tette che mi sbattevano in faccia.
Intanto uno mi stava lubrificando il buchino ed ero terrorizzata che avesse il cazzo enorme come quello che mi stava pompando la figa.
Quello sotto si stacco e mi fecero mettere in piedi.
Mi spruzzarono addosso del vino in cartone.
Cercai di ripararmi ma uno mi teneva ferma e mi inondarono tutta.
mentre lo facevano ridevano come matti.
puzzavo di vino e di umori e a quel punto mi portarono in una stanza interna dove c’era un divano e altro mobilio.
C’era anche una panca, di quelle che si usano in palestra, per i pesi.
Mi fecero sdraiare lì e a turno iniziarono a penetrarmi.
mentre uno mi penetrava gli altri si facevano spompinare, mi toccavano i capezzoli, e uno mi teneva sempre un dito nel culo per farlo allargare.
Dopo che mi presero tutti mi fecero alzare e, piena di sborra, mi portarono in una stanza da bagno.
C’era un vasca idromassaggio già finita.
Ci immergemmo tutti .
Iniziarono a prendermi a sandwich ( ormai il buchino era pronto) .
Il primo che mi prese da dietro non fu affatto tenero e mi fece così male che credetti di morire.
poi, una volta dentro, iniziai a godere come una vacca.
Sentivo sia il cazzo davanti che quello dietro muoversi all’unisono dentro di me e credetti di impazzire dal godimento.
Non avevo mai provato una cosa simile.
Inoltre, uno dei ragazzi, aveva intuito che mi eccitavo se mi si toccavano i capezzoli, e ci si era attaccato come un bambino…non li mollava un attimo e me li fece diventare gonfi e viola
Ero esausta ma i ragazzi non ebbero pietà e andarono avanti per ore.
Alla fine della giornata mi lasciarono libera di lavarmi e rivestirmi.
La macchina era riparata e uno disse: grazie, ecco la macchina, se vuoi tornare noi saremo qui a finire i lavori fino a ottobre.
Io sorrisi e andai via…
Non resistetti e un mese dopo tornai…
mi divertiii come non mai e così ogni mese…fino alla fine del cantiere….
Presi l’auto controvoglia e mi diressi verso l’Ospedale.
Non sono una donna che passa inosservata.
Ho 44 anni portati alla grande, capelli ricci, belle labbra fisico appetitoso e soprattutto, una sesta di seno.
Quel giorno faceva molto caldo e decisi di indossare un abitino leggero e delle sneackers per guidare comoda e fresca.
la strada non era tanta , però passava in mezzo alla campagna, e quindi monotona.
Ero contenta, ascoltavo la radio e pensavo a riabbracciare la mia amica malata.
Ad un tratto mi si accese la spia dei freni e, memore di un incidente di anni addietro, fermai subito l’auto, scesi e cercai subito di chiamare il soccorso automobilistico ma, sorpresa, il telefono non prendeva.
Decisi di sedermi in auto e aspettare che transitasse qualcuno a cui chiedere aiuto….ma niente…non passava nessuno.
Allora, rischiando il pericolo, mi rimisi in auto decisa a trovare qualcuno che mi aiutasse,
Giunsi nei pressi di un casolare e decisi di andare a vedere se fosse abitato.
Girato l’angolo vidi degli uomini che lavoravano sul retro del casolare.
Mi avvicinai ad uno di loro e dissi: Mi scusi, ho un problema con l’auto, sa se c’è un meccanico nelle vicinanze?
Il ragazzo, alto e muscoloso, con accento straniero mi disse di no ma che avrebbe controllato lui stesso, essendo molto bravo con i motori.
Intanto anche gli altri lavoratori si erano girati e iniziarono a guardarmi con aria interessata destando in me un pò di preoccupazione.
Scappare non potevo e quindi abbozzai un sorriso.
L’uomo controllò i freni e disse: effettivamente è pericoloso muoversi con la spia dei freni accesa, io me la cavo e se vuole ci provo io a ripararla.
Io annuii asserendo che ovviamente avrei pagato il disturbo.
Intanto gli altri guardavano e io iniziai ad avere paura ma ormai non potevo tornare indietro.
L’uomo mi disse di seguirlo nel casolare per iniziare a sdebitarmi della riparazione…e lì intuii quello che sarebbe successo.
Non avevo altra scelta, intorno solo campi…o li assecondavo o chissà cosa mi avrebbero fatto.
Entrai nel casolare tremando e dentro c’erano 6 operai in piedi che ridevano e mi squadravano.
Uno disse: se sarai carina con noi, ripariamo l’auto e ti lasciamo andare.
io annui tremante.
Il più anziano disse: non avere paura ti divertirai.
Il più grosso mi prese per mano e mi fece adagiare su un giaciglio e mi ordinò: spogliati, vediamo ste tettone!
io mi ritrassi e per tutta risposta un altro ragazzo mi afferrò per il collo e iniziò a togliermi il vestito e il reggiseno…
Rimasi nuda in mezzo allo stanzone e tutti mi fissavano con aria soddisfatta….
Il più anziano, forse il capo e l’unico italiano disse: ammazza che mucca da latte…bel culo, tettone enormi…oggi ci è andata di lusso…l’ultima che è passata di qui era una roba secca..
Da lì capii che era abitudine violentare le malcapitate passanti..
Iniziarono a toccarmi ovunque, avevo un dito nella fica, uno nel culo, due attaccati ai seni come neonati e gli altri che si scappellavano gustandosi la scena.
Da un lato ero terrorizzata ma, dall’altro ero eccitatissima…colavo…e uno disse: la vacca è pronta!
uno si sdraio sul giaciglio e mi fece cenno di sedermi sul suo cazzone.
io ubbidii e iniziai a cavalcarlo.
Aveva un membro enorme, lo sentivo fino in pancia.
urlavo dal dolore perchè non ero mai stata penetrata da una bestia del genere.
più urlavo più l’uomo spingeva da sotto e mi faceva sobbalzare con le tette che mi sbattevano in faccia.
Intanto uno mi stava lubrificando il buchino ed ero terrorizzata che avesse il cazzo enorme come quello che mi stava pompando la figa.
Quello sotto si stacco e mi fecero mettere in piedi.
Mi spruzzarono addosso del vino in cartone.
Cercai di ripararmi ma uno mi teneva ferma e mi inondarono tutta.
mentre lo facevano ridevano come matti.
puzzavo di vino e di umori e a quel punto mi portarono in una stanza interna dove c’era un divano e altro mobilio.
C’era anche una panca, di quelle che si usano in palestra, per i pesi.
Mi fecero sdraiare lì e a turno iniziarono a penetrarmi.
mentre uno mi penetrava gli altri si facevano spompinare, mi toccavano i capezzoli, e uno mi teneva sempre un dito nel culo per farlo allargare.
Dopo che mi presero tutti mi fecero alzare e, piena di sborra, mi portarono in una stanza da bagno.
C’era un vasca idromassaggio già finita.
Ci immergemmo tutti .
Iniziarono a prendermi a sandwich ( ormai il buchino era pronto) .
Il primo che mi prese da dietro non fu affatto tenero e mi fece così male che credetti di morire.
poi, una volta dentro, iniziai a godere come una vacca.
Sentivo sia il cazzo davanti che quello dietro muoversi all’unisono dentro di me e credetti di impazzire dal godimento.
Non avevo mai provato una cosa simile.
Inoltre, uno dei ragazzi, aveva intuito che mi eccitavo se mi si toccavano i capezzoli, e ci si era attaccato come un bambino…non li mollava un attimo e me li fece diventare gonfi e viola
Ero esausta ma i ragazzi non ebbero pietà e andarono avanti per ore.
Alla fine della giornata mi lasciarono libera di lavarmi e rivestirmi.
La macchina era riparata e uno disse: grazie, ecco la macchina, se vuoi tornare noi saremo qui a finire i lavori fino a ottobre.
Io sorrisi e andai via…
Non resistetti e un mese dopo tornai…
mi divertiii come non mai e così ogni mese…fino alla fine del cantiere….
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Aggiunto: 3 anni fa
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