Premessa: Nel 2014 è stata introdotta una legge che permette in Italia l’acquisto di donne da poter utilizzare come schiave, di conseguenza gli uomini più ricchi e prestigiosi hanno subito provveduto ad acquistare un ingente numero di donne per poter formare un proprio harem.
In questo racconto verrĂ narrata la vita di Marco, uno di questi uomini e la sua vita in rapporto con le sue schiave.
Marco stava seduto sulla poltrona del suo salotto in attesa della consegna della sua nuova schiava, appena comprata ad un’asta su internet. L’arrivo era previsto per le 11 del mattino, ed effettivamente la consegna, puntualissima arrivò proprio per quell’ora.
Al suono del campanello, Marco si alzò ed andò ad aprire la porta: vi erano 2 uomini con una scatola.
Marco firmò la ricevuta e si fece trasportare il grande pacco in salotto, dove stava seduto prima e dopodichè congedò i 2 uomini.
Adesso nella stanza c’erano solo lui e quel suo pacco, Marco ordinò alla schiava di uscire e lei non se lo fece ripetere due volte.
Tutto stava andando come ogni volta, solo che ci stavolta ci fĂą un enorme sorpresa, la schiava in questione non era una schiava qualunque, ma era una sua amica che frequentava le scuole superiori con lui, con la quale strinse una grande amicizia.
Benedetta era una ragazza molto bella, alta , un gran bel viso, una terza ben piazzata ed anche il resto del corpo non era niente male.
I due si fissarono neglio occhi in silenzio per qualche secondo.
“Bene!” esclamò con sopresa Marco, “ma tu guarda che sorpresa!” concluse.
La ragazza tirò un sospiro di sollievo, pensava che in nome della vecchia amicizia Marco l’avrebbe lasciata andare, ma non fù così, anzi.
Benedetta provò a parlare di questa cosa con Marco, “Marco”, disse, “noi due siamo stati molto amici e sono sicura che mi lascerai andare, vero?”
Marco divenne scuro in volto e rispose con una violenza che lei non si sarebbe aspettata “Col cazzo, ti sono venuto dietro per anni, e tu non mi hai mai considerato, ora si che avrò la mia rivincita.”
La ragazza rabbrividì a quelle parole.
“Se non ricordo male una volta mi hai detto che non ti piaceva fare pompini vero? Beh, il mio cazzo invece imparerai ad amarlo!”
L’uomo prese la ragazza per i capelli e la mise in un marchingegno simile ad una di quelle gogne usate nel medioevo, che immobilizzasse le mani e la testa di chi vi era imprigionato.
Marco si slacciò la cintura e si buttò giù i pantaloni, mostrando a Benedetta il suo enorme cazzo “succhia troia!” disse con disprezzo.
Ma la ragazza non ne voleva sapere di aprire la bocca,guardando con sprezzo il suo padrone; Marco la guardava ridendo e continuando a premere la punta del suo cazzo sulle sue labbra.
“Devo prendere l’imbuto padrone?” chiese una schiava che stava assistendo alla scena, “no, ho un idea migliore, voglio prima mortificarla psicologicamente, per convincerla ad adorare il mio cazzo ci sarà tempo.”
“CAROLINA!VIENI QUI!” gridò Marco, ed una bella ragazza bionda, molto formosa accorse.
Alla vista di questo Benedetta si sentì strappare il cuore, quella Carolina era quella che un tempo fù la sua migliore amica,ma che aveva perduto proprio perchè comprata da un uomo.
“Carolina!” disse Marco “fai vedere alla tua amica come sei brava!”
Carolina non se lo fece ripetere due volte, prese il cazzo del suo padrone e cominciò a fargli un grandioso pompino.
Marco la prese per la testa per dettare il tempo e dopo poco tempo uno schizzo di sperma esplose nella bocca della bionda, in estasi per il sapore del liquido caldo, e addirittura quando si rese conto che ne stava colando un pò dagli angoli della bocca se lo rimise in bocca con la mano.
Benedetta era distrutta, assistendo impotente alla scena, ma la cosa che più la disgustava era vedere l’amica soddisfatta di tale trattamento.
Marco ora rivolgeva il suo sguardo verso di lei “non ti piace ingoiare?non è un problema, lo apprezzerai col tempo, ma intanto ti farò sentire un pò di sborra, Caro, vieni!”
L’uom si avvicino alla ragazza imprigionata, puntando lo scettro di carne verso il suo viso, e con uno sguardo fulminò Carolina che prese in mano il cazzo di lui e cominciò a fargli una sega.
Dopo aver aumentato il ritmo un violento schizzo di sperma colpì in pieno volto la povera Benedetta, che venne inondata di sperma caldo.
Il suo viso era disgustato, il suo animo distrutto.
Marco la guardava soddisfatto e anche la sua ex amica sembrava compiaciuta.
“Ci vediamo domani Benedetta, col tempo imparerai ad amare il gusto del mio cazzo!”.
La ragazza rimase alla gogna, Marco se ne andò ghignando con Carolina al seguito.
E’ passato qualche mese dall’acquisto di Benedetta da parte di Marco.
L’uomo sedeva in sala da pranzo aspettando la cena che, come sempre, veniva preparata da Silvia.
Silvia era una stupenda ragazza, con degli splendidi capelli scuri, un culo da urlo ed un viso veramente provocante.La schiava in questione però aveva una peculiarità , cioè non era trattata come tutte le altre schiave, ma godeva di uno status particolare, era una schiava da compagnia, quasi una consorte.
La cena era pronta e la cuoca iniziò a portare le pietanze a tavola, Marco era molto compiaciuto del suo pasto e appena finito chiamò a sè un’ ennesima schiava “Camilla!” urlò l’uomo, “vieni subito sotto il tavolo!”.
La schiava non se lo fece ripetere due volte e subito dopo era in ginocchio sotto il tavolo. Anche Camilla era un bella ragazza, Marco sceglieva spesso accuratamente le sue schiave, era così bella che prima di essere fatta schiava aveva iniziato ad intraprende una carriera da modella, il suo unico difetto era un seno piatto, che però il suo padrone fece subito ingrandire grazie alla chirurgia plastica.
“Camilla, serviti pure la tua cena” ghigno beffardamente l’uomo, la ragazza allora prese immediatamente a sbottoronare i pantaloni del padrone e si mise in bocca la sua “cena”.
“Delizioso, non trovi?” disse serio Marco, e la schiava sotto il tavolo fece una smorfia di approvazione; dopo qualche minuto ormai il ragazzo non ne poteva più ed esclamo”ecco la tua cena!”facendo esplodere il suo sperma in bocca alla serva, riservandone un pò da spruzzare in pieno volto.
Marco ordinò alla schiava di uscire da sotto il tavolo per poterla vedere, e scoppiò in una fragorosa risata vedendola in quello stato e anche la ragazza mostrava, stranamente, un grosso sorriso.”Brava troia!ahahah!puzzi di cazzo ora!mi raccomando non pulirti!”; l’uomo si alzò non considerando più Camilla e si diresse in salotto per guardarsi un film.
Il giovane padrone si sedette, accese la televisione e gridò”Poggiapalle! dove sei!?”, a quelle parole quella che qualche mese fa era una donna che non ne voleva sapere di essere sottomessa, si precipitò ai piedi del padrone, era Benedetta.
Marco divaricò le gambe e la schiava si mise in mezzo ad esse rivolgendo le spalle al padrone, l’uomo di tutta risposto le appoggiò le palle sulla schiena, vicino alle spalle, con il cazzo che pendeva vicino al viso di lei.I due si misero a guardare la TV.
La serva pareva davvero felice, e ormai dominata stava dolcemente accarezzando il cazzo del padrone, finchè ad un certo punto si voltò di scatto gridando”BELLO!SEI STUPENDO!”,era completamente affascinata dal quell’asta, quasi come ipnotizzata, e dopo quelle parole si apprestò a dargli un sensuale bacio.
“Meno male non ti piaceva! ti ricordi Penetetta?”(Penetetta era il simpatico nomignolo che il Marco le aveva affibbiato)”Si padrone è vero, ero proprio una stupida!come non potevo non amarlo?”.L’uomo scoppiò in una grassa risata e replicò” Ma sei sicura di vederlo per bene? sei sicura che non ti servano degli occhiali?Su, tira indietro la testa”, Benedetta obbedì e appena compiuta l’azione l’uomo le mise le sue palle sudate sui suoi occhi, con il cazzo che le scivolava fino al mento.
La schiava pareva perfettamente a suo agio e, addirittura, pareva soddisfatta del trattamento, tanto che sul suo volto comparve un lieve sorriso e tirò fuori la punta della lingua per sentire il sapore del cazzo.
Subito il suo padrone la riprese sgridandola “Seria!non ridere, e dentro quella lingua!Nessuno ti ha permesso di tirarla fuori!”, subito la schiava obbedì, quasi meccanicamente.
L’ora di andare a letto si stava avvicinando, ma prima Marco aveva voglia di togliersi l’ultimo sfizio, volevo umiliare la sua schiava definitivamente.Si alzò di scatto, la ragazza lo guardò con uno sguardo smarrito, l’uomo la prese per i capelli, la tirò su di forza e la sbattè di forza sul tavolo, in modo che il culo fosse rivolto verso di lui.
“E’ ora di sfondarti il culetto, mia cara!” disse sarcasticamente l’uomo, era la prima volta per la schiava, che iniziò a piangere ed a mugolare qualche verso, come se implorasse, ma il suo padrone non ci sentiva; la prese per i fianchi e in un solo colpo la penetrò con violenza, cominciando a pompare.
“Eccomi troia!” e in un secondo un enorme quantità di sperma inondò il culo di lei, Marco non era però soddisfatto e gettandola a terra come una bambola di pezza disse”Non servi ad un cazzo!Ora ti farò vedere come ci si comporta!SILVIA!VIENI QUI!”.
Silvia venne di corsa e chise al padrone di cosa aveva bisogno, e lui subito rispose” Silvietta cara, fai vedere alla zoccola come è che si prende in culo!”.Gli occhi della mora brillarono, si abbasò il perizoma e si appoggiò al tavolo nella posizione più comoda per l’operazione. Il suo padrone si avvicinò e così come fatto qualche minuto prima, con un poderoso colpo la penetrò.
La schiava pareva a suo agio e mentre il padrone pompava, lei continuava a ripetere”Grazie, grazie” con un sorriso sulle labbra. Ad operazione conclusa Silvia si inginocchiò e dette un bacio sul cazzo del padrone e dopodichè Marco le dette ordine di andarsene.
“Visto troia?così si fa!” disse rivolto a Benedetta, avviandosi verso la camera da letto.
In camera vi erano ad aspettarlo 4 schiave: Simona, Elena, Eleonora e Agnese.Tutte avevano un elemento in comune, un seno molto grande. A Marco piaceva molto addormetarsi usando i loro grossi e morbidi seni come cuscino.
“Stanotte il padrone dormirà nel mio seno!” esclamò Elena, “No nel mio!” rispose seccata Simona, e da lì ne iniziò un’ accesa discussione tra le 4 ragazze, “Su su, calme ragazze” disse Marco “Ho già scelto!Alla mia destra avrò Elena e alla mia sinistra Eleonora, stasera saranno loro a farmi da cuscino. Poi, Simona stanotte avrà l’onore di fare da cuscino al mio cazzo; e tu Agnese” continuò il padrone “Stasera ti è andata male, dormirai ai miei piedi, sono sicuro che le tue tette saranno comodissime!”.
Detto questo l’uomo si coricò a letto, e le 4 schiave si disposero secondo indicazioni.
Domattina sarebbe arrivato un nuovo pacco.
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