Perché per un errore si deve soffrire una vita intera? Per colpa di uno slancio di passione, di un amore forse sì..fragile, ma intenso, almeno in quell’attimo quando i corpi non conoscono’non vogliono ostacoli. Silvia non si dava pace, perché era nata in quel paese, rimasto come mentalità mille anni indietro, ed ora’.ora il padre e i fratelli l’avrebbero costretta ad una vita da reclusa, tra meno di un mese sarebbe diventata novizia nel convento delle suore elisabettiane. Silvia non potava ribellarsi, forse non ne aveva nemmeno più la forza, ormai si era rassegnata anche perché il suo moroso aveva deciso di abbandonarla’vigliacco pure lui. La morte?? Forse sarebbe stata una soluzione, ma Silvia non aveva il coraggio di fare quel gesto estremo’allora’si era arresa. Silvia era bella’.tanto bella, che spreco pensavano in paese’lo pensavano i giovanotti, ma anche i più anziani; comunque il tredici agosto Silvia entrò in convento’fu accolta bene, le altre suore furono piene di premure, in tutti i modi cercavano di alleviarle la sofferenza della solitudine, giustificata, per una ragazza di appena 21 anni, e poi speravano anche che Silvia avrebbe accettato il suo destino’.al servizio del Signore. Il tempo trascorreva lento, nel convento gli unici uomini che avevano libero accesso erano i due giardinieri, un uomo sui 40 anni, ed un giovane suo aiutante di circa 25 anni, il ragazzo del fornaio, a lo stalliere. Poi adiacente al convento’oltre un alto muro di cinta vi era una fabbrica di mattoni, e Silvia dalla grata della sua cella poteva vedere gli uomini a torso nudo’sotto il sole che lavoravano dalla mattina alla sera. Il convento sorgeva al centro di un podere, come estensione era molto grande, e a volte Silvia amava fare delle lunghe passeggiate; un giorno era arrivata fino al ponticello che era posto su un fiumiciattolo che attraversava il podere, fece per attraversarlo mise un piede in fallo, e’cadde nell’acqua. Non era alto il livello del fiume, ma ovviamente si bagno tutta, e quando cercava di rimettersi in piedi scivolava di nuovo sui sassi bagnati, quando improvvisamente sentì una mano forte’.decisa che l’afferrò per il braccio, e la tirò su. Era Giovanni’lo stalliere..Silvia si trovò a stretto contatto con l’uomo’lo stesso uomo che spesso aveva spiato di nascosto dalla sua finestrella, quando finito il lavoro tornava al convento, sul retro, si toglieva la camicia e si lavava. Aveva un fisico possente’e da vicino era ancora meglio, e poi aveva un sapore acre’di cavallo..di sudore, insomma di maschio; rimasero un attimo che sembrò un’eternità vicini’quasi si toccavano con le labbra, poi Giovanni disse:’ venite..nelle stalle l’abito si asciugherà prima’, il cuore di Silvia batteva talmente forte che sembrava che da un momento all’altro dovesse schizzargli fuori dal petto. Lo seguì senza parlare’all’interno delle stalle, Giovanni la fece sedere su di un ceppo, nel sedersi complice l’abito bagnato, la gamba di Silvia si denudò, e benché fosse una (quasi suora), non vestiva come le altre..lei indossava solo l’abito da novizia, e da sotto uno slip, e spesse non metteva il reggiseno, quel giorno non l’aveva, e l’acqua le aveva fatto rizzare i capezzoli, che si erano induriti talmente che sembravano due punteruoli da sotto al vestito. Silvia si accorse che Giovanni la guardava, e questo la turbò non poco, ma siccome era giovane, e l’istinto sessuale era rimasto intatto, non mancò di eccitarsi sotto quei sguardi..e quando Giovanni si inginocchiò davanti a lei e cominciò a sollevargli l’abito mettendo a nudo le sue gambe e tutto il resto, non protestò minimamente, anzi, si tenne ben salda sul ceppo, riversò la testa all’indietro e aprì ancora di più le gambe.
Giovanni gli sfilò gli slip e cominciò a stuzzicarla con le dita tra le gambe, constatando che era già tutta bagnata, sollevò ancora di più l’abito sfilandoglielo dalla testa lasciandola nuda, rimase un attimo ad ammirarla, Silvia aveva un corpo fantastico. La buttò sulla paglia e cominciò a baciarla in ogni parte del corpo, lei da sotto si muoveva come un serpente, contorcendosi tutta ogni qual volta l’uomo affondava la lingua nella sua fica ormai gonfia di piacere, in un attimo Giovanni si denudò, mettendo in mostra il suo fisico possente, ed un cazzo di tutto riguardo, dritto..come il marmo, la cappella grossa e gonfia gli arrivava all’ombelico, e sotto due palle dure e gonfie di sperma. Gli montò sopra e gli piazzò il cazzo in mezzo ai seni, cominciando un via vai come la stesse scopando, ed ogni volta che lo spingeva verso di lei la punta gli arrivava alla bocca, alla terza spinta, Silvia senza che l’uomo glielo chiedesse aprì la bocca, e con la lingua cominciò a leccare quella punta che era bollente di desiderio, Giovanni avanzò un poco e forzando lo introdusse nella bocca di Silvia, cominciò a scoparla in bocca sempre più velocemente e forte, che ogni tanto la ragazza doveva estrarlo un poco per riprendere fiato, poi improvvisamente tenendo la testa di Silvia con una mano si conficcò più a fondo e gli sborrò in gola, una lava infinita, che Silvia nonostante ce la mise tutta non riuscì ad ingoiare tutta, buona parte le colò fuori imbrattandole il collo e i capelli. Appena ebbe finito di schizzare, Giovanni la prese, la fece girare e la mise alla pecorina, le fece allargare bene le gambe cosicché i suoi due buchi furono bene in mostra e dilatati, si abbassò’un paio di linguate che percossero le labbra della fica fino ad arrivare al buchetto del culo, poi si sistemò meglio e la penetrò con un sol colpo nella fica’Silvia emise un gemito, non era vergine, ma da tanto non lo faceva, perciò i suoi muscoli vaginali non erano più abituati ad una simile penetrazione, per di più poi essere sfottuta da un cazzo di notevoli dimensioni. Giovanni pompava vigorosamente, estraendolo e poi penetrandola fino a far sbattere le palle sul culo di Silvia, che ormai era andata, e dalla sua bocca cominciarono ad uscire parole senza senso’e gemiti sempre più forti’mmhhmmm’ssiii..ddaiiii..più forte..spaccami tutta..che bel cazzooo che hhaaiiiii’, e Giovanni non era da meno, e preso dalla foga le urlava di tutto:’ che vacca che sei’sei una monaca troia’ti fotto’. L’odore dei loro corpi, l’odore di sesso si mischiava all’odore di stalla, dopo averla scopata per una buona mezz’ora, nella quale Silvia aveva avuto ben tre orgasmi, Giovanni spostò il cazzo bagnato dagli umori della fica sul buco posteriore, la ragazza ebbe un sobbalzo’ noooo’lì no’non l’ho mai fatto, mi farai male’, sordo alle sue parole, Giovanni cominciò a spingere, facilitato dalla lubrificazione della sborra di Silvia, fece entrare la cappella ‘Silvia urlò di dolore, la cappella del cazzo dello stalliere era enorme..l’uomo si fermò un istante, il respiro di Silvia era pesante, l’afferrò per i capelli e diede una spinta forte e decisa, il cazzo scomparve tutto nello stretto orifizio della ragazza che cacciò un urlo terribile, al quale anche i cavalli sobbalzarono, conficcato tutto dentro Giovanni restò immobile per alcuni minuti, poi cominciò a pompare’ comincia a piacerti..eh troia”i suoi colpi erano sempre più forti, il culo di Silvia era dilatato al massimo, ed ora il cazzo di Giovanni scivolava dentro e fuori che era un piacere, Silvia venne sconvolta dall’ennesimo orgasmo, ora era subentrato un piacere intenso’animale quasi’ daiii’fottimi bene il culo, spaccami tutta’..Giovanni pompava come un matto, a volte lo estraeva fino alla cappella, e poi lo ficcava di nuovo dentro fino in fondo, ormai sentiva l’orgasmo salire” ti voglio sborrare in gola’vieni qua’ disse l’uomo’Silvia non era vergine ..si’ma queste cose non le aveva mai fatte, cercò di ribellarsi, ma Giovanni l’afferrò per i capelli, estrasse il cazzo dal suo culo e lo piazzo sulla bocca di Silvia che non la voleva aprire..l’uomo le serrò con una mano la mascella facendola anche male, la pressione fece spalancare la bocca di Silvia, e Giovanni in un lampo le infilò il cazzo in bocca’.appena in tempo’perché cominciò a spararle litri di sborra in gola, Silvia tossiva..era tanta, e le colava dappertutto non essendo riuscita ad ingerirla tutta’Giuovanni lo estrasse soddisfatto, restò in piedi e rivoltosi a Silvia’ ora puliscimelo bene ..con la lingua troia’..Silvia obbedì..ormai succube di quell’uomo che sì..l’aveva scopata come un selvaggio, ma gli aveva anche fatto provare piaceri a lei fino ad ora sconosciuti.Da quel giorno iniziò una nuova vita in convento per Silvia, quasi schiava di quell’uomo; ogni volta lo volesse Giovanni la scopava, lei lo raggiungeva nelle stalle, e lì subiva, ma con piacere, le sue voglie. Un pomeriggio Giovanni la aveva dato appuntamento al solito posto, Silvia arrivò, passò per il solito passaggio, ed entro nelle stalle, Giovanni l’aspettava, appena la vide le andò vicino, le mise la lingua in gola, e alzatole il vestito le tastò la fica, che al solo pensiero di scopare era già umida’ che troia che sei..sei già eccitata’ esclamò Giovanni: ‘ ma oggi devi fare qualcosa per me’ ‘c..co..sa’ balbettò Silvia, anche un po’ impaurita ‘ devi soddisfare dei miei amici’che muoiono dalla voglia di scoparsi una suora’m’mma” riuscì ad esclamare Silvia, quando si sentì arrivare un ceffone che la scaraventò a terra’ non discutere con me puttanella’ le urlò Giovanni.Si sentirono dei rumori di passi’ ecco stanno arrivando’ la porta della stalla si aprì, ed entrarono 7 uomini..grossi, Silvia li guardò bene, erano gli operai della fabbrica vicino al convento, gli stessi che lei aveva spiato per così tanto tempo facendoci anche dei sogni erotici, e adesso erano lì..davanti a lei per scoparla veramente. Gli uomini si denudarono tutti, compreso Giovanni, la presero le sfilarono il vestito e la lagarono con le mani ad una staccionata posizionandola quasi alla pecorina, ma in piedi con le gambe divaricate al massimo che i suoi buchi erano in buona mostra; cominciarono a leccarla dappertutto, le infilavano le dita nella fica e nel culo, poi si sentì penetrare..avevano cominciato a sfotterla. A turno la scoparono nella fica, poi si estraevano gli giravano davanti, le ficcavano il cazzo in bocca e le sborravano in gola, tutti e otto, Silvia ingoiò una quantità incredibile di sperma. La slegarono, si misero in cerchio la fecero inginocchiare, e vollero che li sbocchinasse per far tornare duri gli arnesi, alla fine la bocca di Silvia era rossa’irritata, ma i cazzi svettavano di nuovo duri. La misero a quattro zampe’come una vacca, e lo stesso trattamento di prima riservato alla sua fica, lo riservarono al suo culo, la incularono a turno tutti e otto, e come prima al momento dell’orgasmo si sfilavano lo ficcavano nella sua bocca e le sborravano in gola. Se la penetrazione in fica non fù dolorosa benché un paio di quei omaccioni disponessero di un cazzo fuori del normale, le inculate si rivelarono per dei momenti atroci’Silvia urlava..si dibatteva mentre il viso era rigato da lacrime, specialmente quando sentì i due cazzi fuori misura dilatarle il culo’lacerarle le pareti interne, fu terribile ma gli uomini non si curarono dei suoi lamenti anzi’ Grida..grida..troia, tanto lo sappiamo che ti piace’..Silvia era quasi sfinita, per la violenza con cui era stata scopata nei suoi buchi, e per i numerosi orgasmi avuti, si perché, anche se era stato doloroso’le era anche piaciuto. Gli uomini si fumarono una sigaretta..parlavano tra loro, mentre Silvia si era avvicinata ad un secchio pieno d’acqua e si stava rinfrescando i buchi; la chiamarono di nuovo’ vieni qui proietta’, arrivata nei loro pressi, la fecero inginocchiare di nuovo ai loro piedi:’ leccali..leccali per bene..falli diventare di nuovo duri che ti diamo un’altra ripassata troia’, Silvia cominciò a leccare i loro cazzi, ogni tanto qualcuno la strattonava per i capelli infilandoglielo fino in gola, o facendosi succhiare le palle, in breve le aste svettavano di nuovo. Altro sistema..la doppia penetrazione, uno si stesse a terra e la fece impalare sul suo cazzo, un altro le andò dietro e la iculava, mentre un terzo si faceva succhiare l’uccello, riempita in tutti i suoi buchi Silvia venne sconvolta ancora da orgasmi violenti, specialmente quando sentì i cazzi eruttare dentro di lei, fiumi di sborra le riempirono la fica, il culo, e la bocca, mentre finiti i primi altri presero il loro posto’ godi’godi vacca’ gli urlavano.Finiti gli amplessi, gli uomini le continuarono a strusciare i cazzi sul viso, sulle labbra, incitandola a tirare fuori la lingua e a leccare le aste sporche di sborra, e dei suoi stessi umori, non mancando di dargli degli schiaffi. Poi la misero spalle ad una parete, si posizionarono davanti a lei, e cominciarono a pisciarle addosso, una cascata di urina la inondò ovunque, una pioggia che la lasciò a terra tutta imbrattata, non mancò chi glielo mise addirittura in bocca mette pisciava..facendole ingoiare gran parte del liquido. Poi come erano venuti, si rivestirono e andarono via, anche Giovanni,che prima di uscire le disse:’ alla prossima troia..preparati che saremo in tanti’ Silvia si ripulì e ritornò in convento, in attesa del prossimo incontro che avvenne tre giorni dopo, e dovette soddisfare le voglie di ben 15 uomini. Un giorno il padre andò a farle visita, con i fratelli, e domandò alla ragazza se si fosse pentita..che era pronto a riaccoglierla in casa.’ No..’ disse Silvia..’ ormai ho trovato la mi strada..al servizio di chi ha bisogno di me’..e nel suo intimo rise..già serviva proprio bene il prossimo Silvia.
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