“Mi alzai e la baciai dicendole che poteva scoparsi tutti quelli che voleva, bastava solo scegliere…”
Ma dove li prenderà mai sti vestitini! lei dice che li trova
in normalissimi negozi di abbigliamento, io credo che li compri in qualche sexyshop. Comunque era stupenda, bellissima, magnifica, ma soprattutto TROIA. Il week end a Barcellona iniziava alla grande.
Aveva un mini vestitino nero molto sexy ma soprattutto molto corto; con una lunga scollatura larga, cioè quelle che se stai in piedi si vede ma poco, se ti abbassi si allarga anche la scollatura mettendo tutto in mostra. Sotto aveva un reggiseno molto ma molto carino e eccitante; era un modello scoperto che alzava il seno da sotto con un ferrettino ricoperto da seta (o cosa simile) rossa e sui capezzoli una stellina nera e rossa collegata al ferrettino con delle catenine sottili. Al posto del perizoma, c’era una specie di collana, si avete letto bene, una collana; mi spiego meglio era un perizoma con un filino sottilissimo fatto con perline dietro e si collegava davanti con una striscetta minuscola rossa trasparente, che copriva solo la vagina e lasciava tutto il pelo libero. Infine calze a rete e reggicalze, che bastava un minimo movimento per metterlo in mostra. Logicamente dato il freddo, era coperta con un cappottino lungo.
Spero di essere stato chiaro (per qualsiasi ragguaglio contattatemi).
E’ inutile dirvi che andammo a ballare, quale posto migliore per incontrare un bel ragazzo pronto a sbatterla per bene.
In disco divenne la meta preferita degli occhi di tutti i ragazzi e non solo, anche di qualche ragazzina che con non poca sfacciataggine ci provò. Mi piaceva molto l’idea di vederla con una donna, ma lei la licenziò con un secco “no grazie”.
Come in ogni nostra avventura, non potevano mancare i cocktail, anche se lei ormai ne poteva fare tranquillamente a meno, visto il modo in cui si vestiva e il modo in cui s’era buttata nella pista da lucida; ma per me non è così, per andare davvero oltre devo perdere ogni inibizione e bere.
Non ci volle molto per fare qualche incontro particolare, le bastarono un paio di movimenti un po’ più espliciti, fare alzare “involontariamente” un po’ la gonna, far si che il reggiseno fosse sempre in bella mostra; in poche parole, bastò poco per far capire che era in calore; bastava avvicinarsi a lei per sentire l’odore di figa che le usciva da sotto e leggere la voglia di cazzo sul suo viso.
Ballò con svariate persone, sia in mia presenza, sentendo gli occhi increduli dei ragazzi che mi fissavano e ridevano fra loro, sia in mia assenza. Ogni volta che mi allontanavo e andavo al bar per prendere da bere, la fissavo da lontano e mi eccitavo; sempre più spesso mi mettevo in disparte solo per guardarla all’opera e credetemi una cosa è raccontare, tutt’altra e vederla TROIEGGIARE in mezzo ad un banco di maschi eccitati.
Più di una volta l’ho beccata da lontano che si baciava con qualcuno, non so perché ma appena mi riavvicinavo non lo ripeteva ma si limitava a ballare un po’ con lui, un po’ con me.
Segno indistinguibile che voleva restare da sola, senza di me; la capii subito e così la accontentai, mi sedetti su un divanetto un po’ in disparte, in un posto un po’ più buio e mi misi ad ammirarla e non vi nascondo che dai pantaloni mi toccavo il cazzo ormai di marmo.
Mentre ballava mi fissò e si accorse che non le toglievo lo sguardo d’addosso, si rese conto che anch’io volevo vederla all’opera senza di me.
Si diede alla pazza gioia, fece molte conoscenze, ballò con molti ragazzi.
Passai gran parte della serata su quel divano a toccarmi il cazzo dai pantaloni, più di una volta ho rischiato di venire nelle mutande sporcandomi.
Il culo sul cazzo di uno, le mani di qualcuno che frugava e cercava il tesoro, il sandwich con qualcun altro.
Ogni tanto, quando qualcuno diventava troppo insistente mi raggiungeva al divanetto e beveva un po’ e ripeteva sempre la stessa cosa “nessuno di interessante” e ritornava a ballare, stavolta cambiando zona, ma sempre in modo che potessi ammirarla.
Dopo un bel po’ di tempo e dopo aver fatto capire che la puttanella italiana era a completa disposizione, si mise a ballare con un ragazzo, parlavano e ridevano. Più di una volta si baciavano, più di una volta vedevo la bocca della mia ragazza raccogliere la lingua di quello sconosciuto, più di una volta ho rischiato di sporcarmi.
Credo proprio che avesse scelto. Era lui il designato.
Dopo un po’ che ballavano e si divertivano, lasciarono la pista e si diressero in un’altra sala. Appena vidi ciò, li seguii. Arrivati nell’altra sala si sedettero su un divanetto un po’ più in disparte e io mi posizionai davanti a loro, anche se non vicinissimo; fatto sta che potevo godere dello spettacolo.
Sembravano due assatanati, le mani di lui sempre sotto di lei, che le accoglieva senza il minimo indugio, aprendo le gambe per fargli sentire meglio il fuoco che aveva fra le cosce.
Passarono un po’ di tempo così, ormai stavano quasi per scopare su quel divanetto; fin quando non si alzarono e si diressero verso di me.
Credetemi era stupenda, avanzava sicura di se, lei davanti e lui dietro tenendolo per la mano; era eccitante; si avvicinò e guardandomi fisso negli occhi senza batter ciglio disse:” Lui è Roman e stasera mi scoperà come non mai”. Mi alzai e la baciai dicendole che poteva scoparsi tutti quelli che voleva, bastava solo scegliere.
Il fatto goffo era che Roman non sapeva che lei era fidanzata e lì c’ero anch’io; all’inizio strabuzzò gli occhi, poi gli spiegammo quello che stava succedendo e con un ghigno disse che per lui era lo stesso.
Andammo in taxi e rientravamo, che era quasi l’alba, in macchina con uno sconosciuto; stava andando tutto come sperato. In macchina Monica si sedette davanti a cosce aperte, Roman ormai non cambiava marcia per non togliere la mano dalla figa di Monica. Lungo il tragitto chiacchierammo un po’; bene o male lo capivamo e lo stesso lui con noi. Monica era totalmente eccitata, mi ripeteva che aveva il perizoma fradicio dei suoi umori e io le ripetevo che ormai anch’io avevo le mutande sporche dall’eccitazione.
Arrivammo a casa sua; un piccolo appartamento dove viveva da solo. Non entrammo nemmeno in casa che lo cacciò fuori e lo diede in pasto a Monica che lo deliziò con un pompino, credo che avesse il cazzo duro a troppo tempo, tanto che dopo qualche boccata dalla mia troia, le riempì la bocca con uno schizzo immenso, corposo, tanto che la sborra le uscì abbondante dalla bocca cadendo sul vestito e creando una bella macchia bianca.
Subito dopo toccava a me, ma la troia voleva essere scopata, così si mise a pecora sul letto, tolse il peri sfoggiando una figona aperta completamente bagnata; anche io non fui il massimo, appena sentii il calore della sua figa che mi avvolgeva tutto il cazzo turgido, sborrai anch’io; anch’io la riempii, anche la mia sborrata non fu da meno rispetto a quella di Roman, unica differenza che io le inondai la figa.
Roman fu subito attivo per ricominciare e così, dopo che io stesso presi preservativi dalla borsetta di Monica e gliene passai uno, iniziò a scoparsela per bene sul letto. A pecora, smorza candela, in piedi; si contorcevano uno sull’altro, il cazzo ora era in figa, ora in culo e poi di nuovo in figa. Monica stava godendo come una matta, continuava ad urlare contro lo spagnolo chiedendo di più, voleva essere riempita tutta; aspettava me per tapparle anche l’altro buco libero.
Non fui velocissimo a ricaricare come Roman, ma appena rimisi il colpo in canna inizia con lo scopare la mia donna in figa, mentre lui le spompava il culo.
Appena Monica sentì un altro cazzo che la invadeva scoppiò in uno stupendo orgasmo, come ormai era diventato di consueto, urlando e dimenandosi e alternando dei “SI” a dei mugugni veri e proprio.
Continuammo ancora per un po’, tant’è che Monica raggiunse il suo secondo orgasmo roboante. Povera troietta mia, doveva tenere dentro tutto quello dalla discoteca, chissà quante volte su quel divanetto aveva pensato di togliersi le mutande, aprire le cosce e farsi scopare li davanti a tutti. Teneva tutto dentro e adesso era ora di liberarlo.
Subito dopo Monica anche Roman raggiunse il suo orgasmo, riempiendo il preservativo; a questo punto per me fu libero il culo e iniziai con lo spompare, fino a quando anch’io non venni, riempiendole anche il culo di caldo liquido.
Ci pulimmo, restammo nudi a chiacchierare sul divano, Roman ci offrì qualcosa da bere (analcolico) ma la stanchezza fu tanta. Il divano divenne il mio letto e mi addormentai proprio quando Monica lo stava riprendendo in bocca a Roman.
Mi svegliai che ormai era ora di pranzo, mi ritrovai sul divano in cucina da solo, ricoperto da un plaid (che dolce Monica); andai in bagno e passai per la camera da letto. Erano stupendi, dormivano insieme sotto le coperte, mi avvicinai a Monica e lei si svegliò, mi guardò e mi diede il buongiorno; mi scusai per essermi addormentato e lei, ancora assonnata, mi disse che non faceva nulla, che Roman l’aveva trattata benissimo e mi indicò la scrivania, dicendomi “vedi stesso tu”; c’erano 2 preservativi allineati; sapete cosa vuol dire .
Feci una doccia, e quando uscii trovai Monica nuda che girava per casa e Roman sveglio a letto.
Anche loro si fecero una doccia e Roman si propose di accompagnarci in giro per Barcellona.
Fu molto interessante, ma la cosa più interessante fu che Roman aveva parlato con Monica di un suo amico che doveva per forza farci conoscere. Monica quando me ne parlava era totalmente entusiasta, le brillavano gli occhi. L’amico aveva delle misure fuori dal comune e lei voleva goderselo.
Ci demmo appuntamento in albergo per la sera e Roman mi disse di farla vestire coma una puttana, voleva godersela fin dal principio. Detto, fatto.
Non era difficile far vestire Monica da puttana , tanto aveva solo vestitini cortissimi; io diedi il tocco in più. Voleva una puttana a disposizione? E perché non accontentarlo?
Onestamente io volevo spingermi molto oltre; volevo farla andare in giro solo col cappottino e nulla più sotto; ma poi decidemmo di limitarci ad una superminigonna bianca, camicetta rosa totalmente scollata, reggicalze, stivaloni e niente intimo e infine cappottino.
Il tempo era brutto, Roman fu puntualissimo e quando scendemmo lo trovammo alla hall che ci aspettava; ci salutò calorosamente e ci fece entrare in macchina, dove c’era un altro ragazzo (Costantino/Tino); a primo impatto non un granchè, anche un po’ grassottello, ma molto simpatico.
A casa di Roman, il nostro nuovo amico , che aveva già visto abbondantemente il pelo della mia ragazza, si abbassò i calzoni e cacciò un mostro impressionante. Enorme, cose da film hard.
In vita mia non avevo mai visto un cazzo del genere, un po’ scuro, lungo e grosso e con una cappella da paura. A confronto io e Roman sembravamo Pollicino, quasi mi vergognavo a cacciarlo.
Monica era totalmente attratta da quel gran pezzo di carne, dura come il marmo e subito si lanciò in una sorta di pompino, ma credetemi solo la cappella quasi le riempiva totalmente la bocca. Era al settimo cielo, lo leccava tutto e poi solo la cappella, lo prendeva in bocca e lo succhiava.
Io e Roman stemmo un po’ a gustarci la troietta in calore, ma poi decidemmo di entrare in gioco; non le togliemmo nemmeno la gonna e la camicetta e iniziammo a scoparla; io in culo (dopo averlo lubrificato un po’) e Roman in figa, mentre continuava a gustarsi il cazzo di Tino. La scopammo per un po’ così, fin quando Tino decise che era arrivato il suo turno e così ci scambiammo; io in bocca, Roman in culo e Tino in figa. Quando Tino mise il cazzone nella figa di Monica, lei diede il meglio di se, sentendo entrare tutta l’asta e poi riuscire e poi di nuovo dentro con tanti colpi secchi e forti. Ad ogni colpo era un gemito, un urlo, ed ogni suo urlo per me era senso di goduria, dopo un po’ le tolsi il cazzo di bocca, per poter sentire meglio i suoi gemiti di piacere e continuai segandomi davanti al suo volto, quando lei cacciò il fatidico urlo liberatorio del godimento non resistetti dallo spruzzarle in faccia una bella quantità di sborra. Non molto dopo anche Roman arrivò riempiendo il preservativo che subito si accinse a svuotare sul viso di Monica, che accoglieva con molta gioia un’altra abbondante razione di sborra.
A questo punto Tino voleva il culo e Monica non curante delle misure lo accontentò; io e Roman ci sedemmo su delle poltrone come a guardare lo spettacolo e a fumarci una sigaretta.
Tino appoggiò il mostro al culo di Monica, ormai ben lavorato da me e Roman e iniziò a spingere la cappella contro il buco della mia donna. Vedevo che faceva fatica a entrare, ma soprattutto sentivo Monica che ghignava dal dolore e stringeva fra le mani e i denti le lenzuola. Vedendo ciò subito mi apprestai a portargli del lubrificante che lui subito mise e ricominciò. Quando la cappella entrò tutta, Monica diede un urlo molto forte, ma Tino non si fermò fin quando non fece scomparire tutto il cazzo fra le chiappe della mia donna. Appena entrò tutto, iniziò ad andare avanti e indietro a colpi lenti e regolari, Monica urlava e cacciava gemiti misti a dolore e goduria, poi iniziò ad incitarlo e così Tino iniziò in modo animalesco. Dava colpi molto forti, quasi a cadere con tutto il corpo su di lei, lei urlava, stringeva le lenzuola e si dimenava. Lui continuava sempre più rude, la spalliera del letto sbatteva con forze contro il muro e la mia donna urlava come non mai; ormai era in balia di quel rude. Sia io che Roman lo invitammo a fare più piano, a fermarsi; ma lui come se non ci fossimo continuava senza fermarsi, come un martello pneumatico; glielo ripetei di nuovo ma lui continuava a dire che aveva quasi terminato e ancora giù. Ormai la stanza era divenuto un insieme di gemiti e urla di Monica. Continuò non per molto, fin quando non arrivò nel preservativo e vedendo ciò che aveva fatto Roman lo svuotò addosso a Monica, precisamente sul buco del culo ormai dilaniato, come a dargli un po’ di sollievo.
Mi incazzai molto con lui e anche Roman, tanto che lo invitammo ad andarsene, e così fu anche se mentre se ne andava inveì in modo molto animato contro me e Monica, che ormai era distesa sul letto a pancia in giù col culo rotto e la sborra che le colava fra le chiappe. Non una lacrima di dolore, ne un lamento.
Era veramente rotto, rosso fuoco e totalmente largo. Ormai potevamo dire con certezza che il culo di Monica era sfasciato. Continuammo la serata noi tre come la sera prima, solo che stavolta non dormimmo li, ma restammo fino a tardi, continuando a scoparla e a divertirci.
Il giorno dopo facemmo un ultimo giro per Barcellona, ultime visite, passò Roman a salutarci e andammo in aeroporto e sull’aereo mi confidò che il culo le bruciava tanto.
Questa è un’altra avventura vissuta da noi a Barcellona, spero vi sia piaciuta.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.