I PARTE
Era un caldo pomeriggio di prima estate. La calura del primo pomeriggio in pochi minuti l’aveva fatto inondare di sudore.
“era una bella cosa il caldo, anche la mamma l’avrebbe patito” pensava Luigi mentre si recava a prendere la madre alla stazione per accompagnarla a casa.
Dopo qualche minuto era arrivato ed aspettava al binario colmo d’impazienza: aveva sempre odiato dover aspettare qualcosa o qualcuno. Avesse potuto si sarebbe caricato il treno in spalla se avesse potuto farlo arrivare un po’ prima. Finalmente cominciava a sentire i cavi ad alta tensione sferragliare, segno che il treno stava per arrivare.
“chissà come si sarà vestita”, pensava Luigi, mentre aspettava la madre in stazione
Ecco il treno che compariva dietro la curva, fischiava per indicare al suo arrivo ed il rumore forte ed acuto era una gran gioia per il figlio.
Le porte si aprivano e compariva la mamma, tra le prime persone a scendere.
“eccola” pensava Luigi, mentre accelerava il passo per raggiungerla
“Ciao mamma, fatto buon viaggio?”
“Ottimo, un po’ troppo lungo come sembre ma è andato bene”
“Ti va di fare qualche passo o vuoi prendere l’autobus?”
“Possiamo camminare: qualche passo mi farà bene dopo esser stata seduta per tante ore”
La casa di Luigi non distava molto dalla stazione ed in un’altra stagione sarebbe stata passeggiata piacevole. Con il caldo estivo ed il sole che batteva alle due del pomeriggio non era propriamente così piacevole.
In dieci muniti furono arrivati. La casa era piccola: un monolocale in pieno centro. Sul tavolo Luigi aveva apparecchiato un cesto di frutta, una macedonia ed un buon bicchiere di vino bianco dei colli ghiacciato.
“Che splendida idea, Luigi, avevo decisamente bisogno di qualcosa di fresco”
Madre e figlio brindarono, poi la madre cominciò a mangiucchiare un po’ di frutta.
“Adesso mi farei una doccia, l’acqua è calda?”
“Certo, mamma”
La madre andava in bagno, chiudeva la porta ed immediatamente Luigi si gettava a terra e cominciava a guardare attaverso la serratura.
Luigi era fatto così: aveva un piacere morboso per la propria madre. Spesso dimenticava persino che fosse la donna che l’avesse messo al mondo e la vedeva solo ed esclusivamente come una “pornodiva”. Certo non rappresentava il suo ideale femminile: a Luigi piacevano le donne minute, con i capelli scuri ed il seno non molto grande. Sua madre al contrario inequivocabilmente aveva qualche chilo di troppo, i capelli biondi ed una quarta taglia piena come poche. Le pornodive, tuttavia incarnano di rado la propria donna ideale, più spesso rappresentano una donna paradossale ed irreale su cui sfogare le proprie fantasie. Per Luigi la propria madre era proprio quello.
In quel momento la stava guardando mentre sfilava la camicetta e la gonna. Poi la madre si sarebbe seduta sul water, avrebbe sfilato prima gli slip poi, meccanicamente, anche il reggiseno restando completamente nuda di fronte agli occhi del figlio. Quello era sempre un momento particolarmente curioso. Luigi aveva infatti scoperto che il seno (almeno quello di sua madre) non era una parte anatomica in perenne metamorfosi. In base alla stanchezza il seno poteva essere più o meno eretto. In base all’eccitazione più o meno gonfio. Stesso discorso valeva poi per il capezzolo: talvolta l’areola era grandissima, talvolta minuta; talvolta il capezzolo era appuntito, talvolta cilindrico e molto prominente, talvolta non sporgeva quasi. Luigi era affascinato da questi cambiamenti (spesso la morfologia del seno, cambiava completamente nel giro di poche ore e per i capezzoli in pochi secondi). Sua madre poi aveva un capezzolo che talvolta diventava talmente grosso e duro da riuscire a diventare prominente attraverso i duri corpetti modellanti che lei usava abitualmente, mentre in altri casi era piccolo ed appiattito. C’era stata un momento della sua vita (che Luigi ricordava per certi versi con affetto e per altri con rabbia) in cui sua madre era restata incinta. I suoi seni avevano subito modificazioni incredibili diventando di sesta taglia e con capezzoli grossi e lunghi come un pollice della sua mano: quando si chinava sembrava una vacca in attesa della mungitura, lui lo ricordava bene come ricordava lo sguardo della madre quando lui l’aveva sorpresa in quella posizione mentre si cambiava con la porta del bagno spalancata. La madre l’aveva lasciato guardare fingendo di non averlo notato.
Ecco: adesso la madre metteva le mani dietro la schiena e sganciava il gancio del reggiseno. Le mammelle restavano erette senza scendere di un solo millimetro. Con un movimento fulmineo, la madre sfilava il reggiseno e lo buttava a terra assieme agli altri vestiti.
“hai un bel seno, oggi, mamma” pensava Luigi, mentre guardava la madre urinare. Il seno era bello pieno, il capezzolo di forma cilindrica, mediamente sporgente con un’areola piuttosto ridotta. Era completamente diverso da quella volta che stanca per una nottata passata in bianco il suo seno sembrava un sacchetto accartocciato, talmente era grinzoso e stropicciato.
La madre prendeva un po’ di carta igienica, si nettava la vulva e si sollevava in piedi. Luigi aveva una predilezione per il seno della madre. Il resto del corpo gli interessava relativamente poco. Tuttavia restò a guardare.
La madre si avvicinava alla porta, vicino alla quale c’era il lavabo. Faceva scorrere l’acqua e tappava il lavandino. Prendeva il detersivo e lo buttava dentro. Poi si girava verso la porta a prendere l’accappatoio per avvicinarlo alla doccia e nel farlo avvicinò talmente tanto la pelosa zona pubica alla serratura che Luigi credette di impazzire: il suo occhio era a non più di cinque centimetri dalla vagina della madre e lei non lo sapeva. Se solo avesse avvicinato la bocca alla serratura lei si sarebbe accorta della sua presenza per l’alito caldo che le sarebbe arrivato addosso. In trasparenza sotto i peli vedeva una riga nera e senza neanche bisogno di ragionarvi molto vi riconobbe chiaramente le grandi labbra ed il cappuccio del clitoride. Era piuttosto stretta la vagina della madre: era evidente che l’avesse sfruttata ben poco nella sua vita sessuale. Poi la madre si allontanò.
Dopo aver posato l’accecatoio la sua brava mammina si chinò a prendere i vestiti buttati a terra. Nel farlo le si dischiusero le natiche. Luigi eccitatissimo non sapeva più dove guardare: era indeciso se osservare la vagina da cui era uscito o l’ano della sua brava madre (quello si, sapeva essere usato in tutti modi moralmente leciti ed illeciti). Gli sembrava di impazzire.
Una volta lavati gli indumenti intimi la mamma di Luigi entrò nella doccia, fece scorrere un po’ d’acqua e cominciò ad insaponarsi. “Era sempre bello vederglielo fare” pensò Luigi: lo eccitava vederla accarezzarsi e cospargere i seni di schiuma bianca. Nel giro di qualche minuto sua madre finì di lavarsi, si asciugò e fece per rivestirsi, ma i vestiti non erano in bagno: li aveva dimenticati nella borsa. Tutta nuda aprì la porta per chiedere a Luigi di portaglieli e lo fece di scatto senza dare il tempo al figlio di ritrarsi.
INTERMEZZO
Luigi adorava vedere sua madre nuda. Non sapeva con precisione quando fosse iniziata quella sua passione, forse da piccolo quando quella donna viveva senza pudore e condivideva con il figlio tutti gli aspetti del proprio corpo senza provare alcuna vergogna a girare nuda per casa e gli permetteva di assistere mentre espletava tutti i propri bisogni sia igienici che corporali.
Luigi ricordava ancora con un misto di eccitazione la madre nuda sotto la doccia e con un fremito pensava alle prime lezioni di anatomia femminile quando aveva osservato sua madre depilarsi la pelosa zona inguinale mentre lei gli aveva permesso di osservare da vicino. Luigi le aveva posto diverse domande circa le parti anatomiche appena denudate dalla folta peluria. Le lezioni di sua madre si erano spinte al punto che lei si era dilatata di fronte a lui le grandi labbra per permettergli di individuare il clitoride, l’orifizio uretrale, le piccole labbra e persino l’interno della vagina: gli aveva spiegato che lui vi era stato dentro per nove mesi e che si divertiva a tirarle calcioni. E non si era limitata a mostrare i propri genitali: Luigi aveva infatti visto decine di volte sua madre espletare i propri bisogni corporei e la madre gli aveva permesso di vederla urinare e persino fare la popò e Luigi ricordava quanto era rimasto impressionato vedendo l’ano della madre allargarsi a dismisura mentre lei defecava in piedi per permettergli una visione migliore.
Luigi all’epoca aveva il prepuzio molto stretto ed il pediatra aveva consigliato di ritrarlo completamente almeno una volta al giorno. Per la sua conformazione del pene quell’attività era particolarmente dolorosa ed odiosa. La madre per rassicurarlo prima di praticargliela usava baciargli il pene sia prima che dopo, per rassicurarlo. Talvolta la madre non si limitava a baciarlo ma lo prendeva in bocca e gli leccava il glande sperando di lenirgli il dolore: non lo faceva per secondi fini, ma solo per fargli sembrare meno doloroso quel momento.
La notte, quando il padre era in giro per lavoro, madre e figlio dormivano assieme e per Luigi era meraviglioso, dal momento che la madre dormiva nuda. Il piccolo si svegliava presto e tirava giù le lenzuola per guardare quel bellissimo corpo nudo. Effettivamente già all’epoca aveva una predilezione per il corpo della madre.
Luigi ricordava che le sue cugine (con cui all’epoca andava al mare in vacanza) lo prendevano in giro per il comportamento di sua madre (dal momento che gli stessi comportamenti li praticava in loro presenza). Lo prendevano particolarmente in giro poi per il modo con cui la donna camminava ancheggiando quando era in giro. Ma sua madre non era una puttana: era veramente fedele al marito
Quando suo padre smise di girare per lavoro ed aprì un’attività in zona, la donna mise la testa a posto, smettendo improvvisamente di girare nuda per casa. Il figlio ci restò molto male, specie quando la madre non gli permise più di vederla in bagno.
Luigi per molti anni non vide più un centimetro di pelle femminile oltre il consentito dalla pubblica decenza fino al punto da dimenticare (quasi) come fosse fatta sua madre sotto ai vestiti e da ignorare che potesse avere una vita sessuale.
A risvegliarlo ci vollero i filmini degli anni settanta, l’arrivo di un televisore nella sua camera da letto. Cominciò a stare sveglio sempre più a lungo, guardando filmini porno ed una sera sentì degli strani rumori provenire dalla camera da letto dei propri genitori. Per curiosità avvicinò l’occhio alla serratura e vide sua madre venire sodomizzata selvaggiamente dal padre. Luigi inizialmente ci restò male, perché considerava il sesso anale una cosa da omosessuali e poi gli dispiaceva perché sentiva le urla di dolore della madre e le faceva pena. Tuttavia la sera dopo si trovava ad aspettarli e nel giro di un paio di volte quei rapporti non erano più tanto ‘anormali’ ai suoi occhi ma la cosa più bella che avesse mai visto.
A fargli perdere ogni ritegno nei confronti della madre venne un episodio piuttosto triste: sua madre fu messa in cinta e decidette di abortire. Il marito era contrario all’aborto ma le permetteva l’ultima parola purché in futuro la donna rinunciasse ad ogni forma di rapporto vaginale e gli permettesse invece di dedicare ogni attenzione all’ano. Luigi scoperta la decisione della madre di abortire provò un odio tremendo nei suoi confronti. Non potendo fare altro si mise a pregare che suo padre le facesse sempre più male nei rapporti anali ed in un certo senso il padre lo accontentava: mancava ancora un po’ di tempo all’interruzione di gravidanza ed il marito per farle capire come sarebbe stata la sua vita sessuale se la moglie avesse abortito si mise a fare delle vere e proprie sessioni di sesso anale, inculando la moglie quasi ogni sera magari per diverse volte di fila, smettendo l’uso dei lubrificanti e cercando di farle male.
Luigi dal canto suo perse ogni pudore nei confronti della madre e si mise a spiarla in ogni occasione, d’altronde la gravidanza le provocava tali mutamenti nei genitali (specialmente nei seni) che era un peccato non guardarli.
In poche parole se prima Luigi amava la madre nuda adesso questa passione si stava trasformando in qualcosa di morboso. Spesso poi gli veniva il dubbio che la madre lo sapesse, perché gli permetteva di vederla nuda, magari dimenticando una porta aperta, o facendo finta di non sapere che fosse in casa.
Il meglio avvenne durante l’estate quando per diversi giorni di fila si mise a fare il bagno nella piscina dell’albergo in cui stavano, mettendo il petto contro il potente getto dell’idromassaggio. Immancabilmente ogni volta finiva con i seni di fuori e continuava a fare il bagno come se nulla fosse, come se non se ne accorgesse tra lo stupore ed i commenti degli altri avventori: Luigi capiva che la prima volta potesse essere un incidente, ma la seconda, la terza, la quarta volta un piccolo controllo l’avrebbe potuto fare sapendo cosa le era successo il giorno prima, no?
II PARTE
‘Che cosa ci fai lì a terra Luigi?’
‘Stavo cercando un bottone che mi era caduto’ la scusa che si era preparato per un’evenienza simile. “Chissà se ci casca” pensava Luigi
‘Non ti credo. Tu mi stavi spiando.’
‘Ma non è vero, stavo solo cercando un bottone’
La madre era completamente nuda di fronte a lui e lui era rosso come un peperone per l’imbarazzo
‘Guarda che non mi dispiace l’idea che un giovane bello come te possa essere attratto da una “vecchietta” come me’
‘Ma tu non sei per niente vecchia mamma, sei bellissima invece’
‘Eccolo lì il mio piccolo sporcaccione che esce allo scoperto. Allora che cosa ti piace in me?’ e cominciò a girare su se stessa ‘Il seno? Il sedere? La mia amichetta pelosa quaggiù?’
‘In verità il seno, mamma’
‘Vuoi toccarlo?’
‘Posso?’
‘Certo, sono tua madre mica una sconosciuta abbordata sul tram’
Luigi si sollevò e raggiunse la madre. Le posò una mano sul seno e lo accarezzò con delicatezza. Fece scorrere un dito sul capezzolo che in pochi istanti divenne duro ed eretto.
‘Mi stai facendo eccitare’
‘Vuoi che smetta, mamma?’
‘Perchè? Continua piuttosto’
‘Mi sembra un po’strano, quello che stiamo facendo’
‘Non ti preoccupare, dimentica la coscienza e fai quello che vuoi’
Luigi avvicinò la bocca al capezzolo e cominciò a leccarlo con avidità.
‘Hai mai pensato di fare sesso con me?’
‘No, mamma’
‘E non lo hai neppure mai desiderato? Sii onesto, ti prego’
‘Si’
‘Hai voglia di farlo?’
‘Mi piacerebbe, ma non credo si possa, mamma>
‘Oh, si può tutto quello che si vuole. La tua mammina è molto brava, non lo sai? Che cosa ti piacerebbe fare per la prima volta con me?’
‘Si può fare proprio tutto tutto?’
‘Certo tesoro’
‘Sesso anale, allora’
‘Pure tu? Ma in che razza di famiglia sono finita?’ E scoppiò a ridere ‘Pure te come tuo padre, sempre e solo sesso anale’
‘Lo so’
‘Anche io lo so che ci spiavi, piccolo sporcaccione. Non aspettavo altro che questo momento’
La madre di Luigi si chinò fino a raggiungere la patta del figlio. Il suo pene era durissimo.
‘Mhh, sembra che qualcuno stia per esplodere. Vediamo un po”
E la madre gli abbassò la cerniera della lampo. Il fallo gli scoppiò fuori rigido come non mai. La madre lo fece delicatamente uscire fuori dai boxer in cotone elastico.
‘Guarda un po’ che bello’ E si mise a rimirare il sesso del figlio. Poi lo prese in bocca e lo inghiottì fin quasi alla radice. Poi si tirò indietro e lo baciò appassionatamente.
‘E’ proprio bello grosso e duro. Questo fa male là dietro’
‘Non ti piace prenderlo nell’ano, mamma?’
‘Non ti preoccupare, bambino mio, la mamma se lo farà mettere tutto dentro, anche se le farà male’. Poi la madre si alzò in piedi e tenendo il pene del figlio come se fosse un guinzaglio lo portò fino al letto, nell’altra stanza.
‘L’hai mai fatto con una donna?’
‘Cosa intendi, mamma? Sesso o sesso anale?’
‘Sesso anale, Luigi’
‘No è la prima volta che mi viene proposto’
‘Oh, che splendida idea concedere a tua madre questa “prima volta”. Vieni’ Sua madre si mise a quattro zampe sul letto
‘Ora avvicina il tuo uccello al mio sfintere e comincia a spingere. Con un’altra donna dovresti fare un po’di preliminari e lubrificarla un po’. Ma sai, io sono abituata a queste cose e tuo padre non va molto per il sottile’
Luigi fece come disse la madre. Avvicinò il suo sesso enorme per l’eccitazione e lo avvicinò allo sfintere della madre. Senza bisogno di inviti cominciò a spingerlo dentro. L’ano della madre era decisamente arrendevole e non oppose resistenza al rapporto innaturale.
‘Sai tesoro, c’è voluto un bel po’di tempo perchè venisse così naturale. Il tuo babbo ci si è dedicato anima e corpo per farlo diventare così cedevole’
Luigi in pochi istanti vide scomparire tutto il suo grosso membro dentro i glutei della madre
‘Che cosa provi?’
‘Adesso? O in generale durante il rapporto anale?’
‘Tutti e due’
‘Adesso mi sento piena ed è come se dovessi andare in bagno. Tra un po’ dovrebbe diventare piacevole, poi quando comincerai a scatenarti mi farà un po’ male ma potrei avere anche un orgasmo’
‘Da cosa dipende?’
‘Dall’eccitazione principalmente. Un po’ anche dalla violenza del rapporto: se sei troppo feroce può fare veramente male. Hai paura di farmi male?’
‘Devo dire la verità?’
‘Certo’
‘Non mi dispiacerebbe farti male’
‘Tu sei tutto tuo padre. Ma ora dacci dentro figliolo, non ti preoccupare del dolore. Dacci solo dentro’
Non ci fu bisogno di ripeterlo ulteriormente. Luigi era eccitatissimo e cominciò immediatamente a stantuffare di buona lena
‘Vai troppo veloce, così vieni subito. Alterna un po’di colpi secchi e veloci a qualche attimo di pausa’
‘Va bene mamma’
Come gli aveva consigliato la madre Luigi cominciò ad andare a turno: qualche minuto di colpi dati con forza a qualche minuto di riposo nelle viscere della madre, proprio come aveva visto fare dal padre.
‘Stai andando bene, Luigi’
‘Non sarebbe possibile altrimenti, con una maestra brava come te. E tu come vai?’
‘Sto bene’
‘Aspetta’ e Luigi cominciò ad assestarle una serie di bordate violente ‘ora come va?’
‘Guarda che lo conosco il gioco. Va bene per ora.’
E di nuovo Luigi le assesto una serie di bordate veramente forti ‘ed ora come va?’
‘Eh, va’ nella voce della madre trapelava un po’di malessere
‘Adesso te la faccio vedere io’ e giù bordate infuriate ‘ora come va?’
‘Così, così’
‘Hai una resistenza fenomenale, mamma. Aspetta’ e giù di nuovo colpi violentissimi ‘ed ora come va?’
‘adesso fa un po’ male’
‘finalmente’ e giù di nuovo colpi dolorosi e virili
‘ahi mi fai male’ Luigi si scatenò con tutta la forza repressa
‘ahi, ti ho detto che mi fai male’ Luigi si sforzo di non vedere in quella donna sua madre, ma solo un buco da tappare nel modo più violento, doloroso e lacerante possibile. La madre smise di parlare e sostituì alle parole le urla di dolore e poi i grugniti selvaggi. L’ano della madre smise di essere elastico e cominciò ad irrigidirsi e a contarsi, stringendo il membro di Luigi in una morsa a tenaglia. La pressa violenta cominciava a fargli male, ma il piacere che veniva dalla frizione era incredibile: non aveva mai provato nulla di simile con una donna. Improvvisamente esplose e la visione gli si oscurò mentre sentiva il canale riempirsi del suo seme. Tuttavia non smise di pompare: era troppo bello. Continuò finché il pene non perse turgore. Allora lo tirò fuori e si gettò di fianco.
‘E’ stato magnifico, mamma’
La madre non disse nulla, si girò gli guardò il fallo e cominciò a baciarglielo voluttuosamente. In pochi secondi il pene fu di nuovo eretto. La madre allora gli fece una splendida fellatio, accogliendolo nella sua bocca lussuriosa.
‘Ti ho fatto male, mamma?’
La madre gli rispose mugugnando.
‘Molto male?’
La madre chiudendo gli occhi, tirò fuori il membro e mugugnò di si. Luigi a quei versi venne di nuovo, riempiendole il volto di sperma.
‘che sporcaccione, la prossima volta avvisami’ rise la madre. E fece per rialzarsi per andare in bagno. Luigi però la strinse a se e la costrinse a resta al suo fianco. Cominciò a giocare con le tette della donna ed in breve fu di nuovo pronto per l’azione.
‘ma tu sei inesauribile, Luigi!!! Che cosa vuoi fare?’
‘Davanti si può?’
‘Certo, prendo la pillola’
E allora fu la volta di prendere la madre attraverso l’unico canale non ancora sfruttato, quello attraverso cui era stato partorito. Per quanto avesse un’erezione ancora notevole, Luigi si sentiva spossato. La madre lo capì e si sedette lei stessa su di lui autopenetrandosi. La sua vagina, così poco abituata ai rapporti sessuali, vista la predilezione per il sesso anale in tutta la famiglia era ancora piuttosto stretta nonostante l’età avanzata. Anche la madre ci dava dentro ed aveva una bella foga nel fare su e giù. Così nel giro di pochi minuti Luigi poté avere il raro piacere di venire dentro il sesso della propria madre.
‘Adesso però facciamo basta, Luigi. Io vado a farmi un’altra doccia e faresti bene pure tu. Sei completamente sudato’
Luigi le sorrise compiaciuto. La madre si alzò ed andò a lavarsi. Dopo qualche minuto Luigi la raggiunse e la guardò farsi la doccia.
‘Vuoi entrare?’
‘Dove?’
‘Dai non fare lo stupido, nella doccia per adesso’
Luigi ubbidì ed entrò anche egli nella doccia assieme alla madre nuda.
PARTE III
‘Si è fatto tardi, tesoro’
‘E’ sempre così quando ci si diverte’ le risponde Luigi
‘Ti va di andare a cena, mamma?’
‘Volentieri, hai qualche idea?’
‘Certo, un bel localino’
Nel giro di mezz’ora Luigi e la madre erano a mangiare in un bel locale del centro, in un tavolino un po’ in disparte che permetteva loro di parlare senza essere ascoltati e di potersi scambiare un po’ di effusioni. Cosa che fecero senza porsi problemi: era una città giovane, abituata ad ogni sorta di stranezza: una coppia con trent’anni di differenza tra lei e lui non era poi molto ‘bizzarra’. Dopo un paio di bicchieri, la coppia lasciò andare ogni inibizione e cominciarono a parlare di sesso.
‘Mamma, ti ricordi di qualche anno fa, quando eravamo in vacanza in Francia?’
‘Certo, tesoro’
‘Io mi ricordo di un episodio un po’ particolare, una sera, una cosa molto strana che hai fatto con papà’
‘Intendi dire il fist-fucking anale?’ Dicendo quella parola il pene di Luigi era di nuovo entrato in orbita. La madre se ne accorse e glielo andò ad accarezzare con il piede.
‘Proprio quello. Lo hai fatto altre volte?’
‘Molto di rado, ma la risposta è si.’
‘Lo vuoi fare?’
‘Mi farebbe impazzire’
‘Va bene tesoro’
Luigi continuò la cena con impazienza: era il giorno più bello della sua vita. Aveva fatto la conoscenza più intima che potesse avvenire tra madre e figlio e la sera prometteva pure meglio. Si sentiva in paradiso.
PARTE IV
‘Tesoro, è piuttosto banale per te che devi penetrarmi. Funziona così: tu fai entrare prima un dito e poi l’altro. Quando cominci a trovare resistenza, devi fermarti. Stimolarmi in qualche modo. Poi riprendi. In quella fase devi fare con calma: io sono piuttosto aperta ma la mano è un po’troppo grossa persino per me. Quando finalmente avrai tutte le dita dentro dovrai spingere ma senza forzare: se lo sfintere si irrigidisce è finita. Se ce la farai a far superare le nocche allora è fatta: stringi il pugno e fai quello che vuoi. Non ti preoccupare se mi fai male: è normale. Tu pensa solo a penetrarmi e a fare qualsiasi cosa ti venga in mente. Va bene?’
‘Certo mamma’
‘Con papà quando l’abbiamo fatto eravamo piuttosto preparati ed avevo l’ano un po’ più allenato (anche per i precedenti tentativi). Adesso è un po’ che non faccio qualcosa di simile. Converrebbe usare un lubrificante. Hai qualcosa in casa?’
‘Solo del burro’
‘Lo faremo andar bene’
La madre è sul letto nella posizione del missionario e tiene le gambe divaricate con l’aiuto delle mani. Il suo sesso ed il suo ano è completamente esposto. Luigi le pratica un cunnilingus per eccitarla e rilassarla. Contemporaneamente con la mano destra le infila una noce di burro nel retto e comincia a massaggiarle lo sfintere. Lentamente inserisce prima un dito, poi un altro, poi ancora un altro. Arrivato al quarto dito sente l’ano della madre farsi duro, toglie un dito, le stimola il clitoride, poi reinserisce il dito che entra adesso senza fatica. Stesso lavoro fa con il quinto dito. La madre è molto arrendevole e rilassata.
‘Bravo Luigi, ci sei quasi’
Luigi comincia a spingere avanti ed indietro. Adesso la meta si fa dura: la mano entra fin quasi dentro le nocche ma si blocca quasi si incastra. Prende altro burro. Spinge. Toglie. Rimette. Si incastra.
‘Aspetta, facciamo così. Tu resta dentro’
La madre si alza con la madre del figlio dentro l’orifizio anale. Si mette a sedere sulla mano e lascia che sia il suo stesso peso ad impalarla.
‘Ahhhhhhhhhhhhh’
La mano è entrata tutta dentro, la madre di Luigi si getta sul fianco mentre il figlio comincia a scatenarsi in una serie di andirivieni tremendi. Il figlio non usa riguardi. Va sempre più a fondo. Cosa c’è di più mistico che entrare con la mano nel corpo di una donna, sentire dall’interno pulsare il suo cuore e carezzargli l’anima? Luigi sentiva di dominare completamente sua madre affondando il pugno, simbolo di virilità e di vittoria nel di lei ano. Improvvisamente Luigi rallentava la penetrazione e cominciava a perseguire un nuovo scopo: scoprire i limiti della propria madre. Il limite oramai era solo la profondità. Raggiungeva la curva sigmoidea dove il retto cominciava curvarsi e la superava.
‘Dimmi che è vero: non ci posso credere, mamma’
La madre si girava e strabuzzava gli occhi
‘Sei dentro fino al gomito, tesoro. Non sono mai andata così in profondità’
‘Come va?’
‘Mi sembra di aver un autotreno in corpo’ disse ridendo la madre di Luigi
‘Adesso ti faccio vedere una cosa carina che ho visto fare su internet’
Luigi comincia sfilare il braccio e raggiunge una profondità più ragionevole. Adesso spinge contro le pareti della vagina della madre dall’interno. Le grandi labbra si schiudono e così le piccole labbra. Le pareti interne della vagina le escono fuori attraverso le labbra. Sono rosate.
‘Sei proprio un porcello, mi hai ribaltato la figa come un calzinoi’ Ride la madre di Luigi
‘Adesso ti farò un po’ male’
E ricomincia a tirare bordate violente. La madre urina incapace di contenersi in un misto di dolore e di piacere entrambi sconfinati. Incapace di capire quale dei due abbia il sopravvento. Finalmente Luigi fa uscire la mano. Ma è solo per un istante: la risprofonda immediatamente dentro. Poi la fa uscire di nuovo e nuovamente la reinserisce. Dopo qualche minuto la toglie definitivamente.
‘Ho finito’
La madre vorrebbe andarsi a rinfrescare ma il figlio glielo impedisce. Vuole vedere l’ano della madre: è aperto ed esposto. Si apre e si chiude come se volesse respirare o meglio come se cercasse di richiudersi ma ne fosse incapace. Adesso il figlio ha una nuova idea. Fa sdraiare la madre, le mette il fallo nella cavità tra i seni e la madre istantaneamente capisce cosa vuole e comincia a stringere le mammelle.
‘il tuo seno mi fa morire mamma’
‘ti piacciono i seni grossi, tesoro?’
‘in genere no, ma i tuoi sono bellissimi’ e dicendo questo sente l’impulso di venire
‘apri la bocca, mamma’
La madre di Luigi obbedisce ed il figlio le scarica immediatamente un fiotto di sperma in bocca. Poi comincia a strusciarsi il pene ancora gocciolante tra i suoi capelli rendendoli appiccicosi.
‘ma sei proprio uno sporcaccione, tutte le volte che vieni mi tocca fare una doccia’ dice, ridendo la madre di Luigi.
‘Mamma, vuoi vedere una cosa proprio da sporcaccioni?’
‘Dipende, che vuoi fare?’
‘Sorpresa, ma devi seguirmi in bagno’
Insieme si recano in bagno.
‘Adesso entra nella vasca da bagno’
La madre obbedisce.
‘Mi potresti fare psss psss così mi stimoli meglio?’
‘Uh che sciocchino che sei. Psss Psss’
Il figlio immediatamente comincia ad urinarle in viso e sui seni. La madre si rivela in tutta la sua depravazione: apre la bocca e lascia che Luigi le pisci direttamente in bocca. Il liquido giallo le cola dalla bocca. La madre chiude gli occhi in una smorfia di disappunto per il sapore acre e poco piacevole, tuttavia si vede che fa il possibile per inghiottirne il più possibile. Finalmente Luigi finisce di urinare.
‘Lo avevi mai fatto, mamma?’
‘Si dopo aver visto un film di Rocco Siffredi con tuo padre’
‘Era quel film in cui alla tipa metteva la testa nel cesso e tirava l’acqua?’
‘Si, ma quello non farlo che soffro di claustrofobia’ dice ridendo la madre ‘adesso fammi lavare però’
PARTE V
‘Tesoro, la colazione è pronta’
‘Grazie mamma’
‘Dormito bene?’
‘Meravigliosamente e tu?’
‘Mi sento un po’stanca, abbiamo dormito poco stanotte e non ho più l’età per quelle cose’
‘Ma che dici? Sei stata fantastica!!!’
‘Che lezioni hai oggi?’
‘Ho un paio di ore di matematica ed una di fisica poi alle undici ho finito’
Il figlio le si avvicina da dietro e le solleva la camicia da notte.
‘Mangiamo assieme allora?’
‘Si, ti va se poi andiamo in un posto assieme?’
‘Certo, amore’
Luigi le sfila completamente la camicia da notte. Il seno come immaginava è un po’meno turgido del solido. Il figlio comincia a palparla ed immediatamente si trova con l’asta in resta. La avvicina allo sfintere della madre che si china a novanta gradi appoggiando le mani al lavandino. Lo spinge dentro e l’ano della madre lo riceve senza fatica.
‘Tesoro, non sono ancora andata in bagno, temo lo ritroverai un po’ sporco dopo’
‘Non ti preoccupare’
‘Non farai tardi?’
‘Se facciamo in fretta no’
‘Allora fai una cosa veloce, Luigi’
Il figlio immediatamente comincia a pompare nel sedere della madre ed in pochi minuti viene con un violento orgasmo. Sfila il pene e come anticipato dalla sua cara mamma lo trova inzozzato di macchie marroni.
‘Oh poverino, è tutto sporco’
La madre si gira, lo prende in bocca e lo comincia a succhiare ripulendolo in un baleno
‘Ecco adesso è di nuovo lindo e pulito, adesso vai sennò fai tardi’
PARTE VI
‘Ciao Luigi’
‘Ciao Roberto, come va?’
‘Tu piuttosto, come stai??’
Roberto era il miglior amico di Luigi. Si conoscevano dalle elementari. Avevano fatto di tutto assieme: dall’ubriacarsi allo scambiarsi le ragazze. Avevano persino gli stessi gusti sessuali e Luigi da diverso tempo gli aveva raccontato delle abilità amatorie della madre. Roberto a cui quella donna era sempre piaciuta gli aveva consigliato di mettere una telecamera nascosta in bagno ed una nella stanza principale per poter vedere la madre nuda e Luigi l’aveva fatto. Tutto veniva trasmesso in streaming via adsl dalla casa di Luigi a quella di Roberto (che poi mandava i video migliori sui siti porno amatoriali).
‘Hai visto i video?’
Luigi e Roberto quando la madre di Luigi era in città saltavano le lezioni.
‘Roba da non crederci. Mi avevi detto che era tosta ma non avrei mai creduto che lo fosse così tanto’
‘Ti è piaciuta allora’
‘Fantastica. Devi farmi entrare nella faccenda. Ti prego’
‘Non ti preoccupare ho già un’idea in proposito: oggi le parlo e poi la porto al sexy shop a comprare qualcosa. Vediamo se riusciamo a fare una cosa a tre’
‘Ti sarò grato per l’eternità: tua madre ha un culo da favola ed è una porcina di prima categoria’
‘Effettivamente è proprio assetata di sesso’
‘Manco le troie fanno robe simili’
‘E la mia le fa gratis’ e scoppiano entrambi a ridere.
‘Sul forum sono tutti impazziti per i video di ieri sera’
‘Erano belli?’
‘Eccezionali’
‘La si vedeva bene in faccia?’
‘Si, anche mentre beve piscio’
‘Che troia, vedrai che oggi ci divertiremo’
PARTE VII
‘Ciao mamma, sono tornato’
‘Ciao tesoro, come sono andate le lezioni?’
‘Ottimamente, il pranzo è pronto?’
‘Si lavati le mani e vieni a tavola’
La madre di Luigi era anche un’ottima cuoca: per pranzo aveva preparato una pasta alla Norma da resuscitare i morti.
‘Mamma volevo chiederti una cosa’
‘Dimmi’
‘Hai mai fatto sesso a tre?’
‘No, mai>
‘Ti piacerebbe farlo?’
‘Perché no?’
‘Ti ricordi del mio amico Roberto?’
‘Certo, è un bel ragazzo’
‘Ti piacerebbe fare sesso anche con lui?’
‘Che bei discorsi fai a tavola’
‘Niente da fare?’
‘Cosa ti fa credere che lui sia d’accordo? Io sono solo una cinquantenne un po’ depravata, perché dovrebbe voler far sesso con me?’
‘Lui ti adora e ti ha visto far sesso con me ieri’
‘Come ha fatto?’
‘Guarda lassù. C’è una telecamera nascosta’
‘Che figlio depravato ho generato!!!!’
‘Abbiamo anche un piccolo forum su internet, sono tutti impazziti per le tue performances di ieri!!!’
‘Mi hai trasformato in una pornodiva?’
‘Si, mamma, ti dispiace?’
‘No, per niente. Lo trovo piuttosto divertente’
‘Allora è fatta?’
‘Va bene’
‘Roberto, allora ci vediamo dove ti ho detto’ dice Luigi guardando la telecamera, certo che Roberto stia a guardarlo.
PARTE VIII
Roberto, Luigi e sua madre si incontrano al sexy shop. Roberto è un po’impacciato, ma la madre di Luigi rompe immediatamente il ghiaccio. Assieme ammirano le vetrine colme di ogni giocattolo possibile ed immaginabile. Roberto vuole regalare un vibratore alla signora Anna (la madre di Luigi). Chiamano il responsabile.
‘Buon giorno, vorremmo vedere un vibratore’
‘Buon giorno, come lo volete?’
‘Non lo so è per la signora’
‘Buon giorno signora. Cosa cercava?’
‘Non ne ho idea, questi ragazzi volevano farmi un regalo. Solo che ce ne sono tantissimi e tutti belli’
‘Lo desidera piccolo, medio o grande?’
‘Grande, direi’ interviene Luigi ‘quale è il più grosso?’
‘C’è questo’indica il proprietario’oppure andando sui modelli speciali ce n’è uno gonfiabile che è veramente il massimo’
‘Vada per quello gonfiabile allora. Ce ne dia due’ dice mia madre
‘Signora, per l’ano è un po’troppo grande, conviene un modello più piccolo’
‘Non si preoccupi, mia madre è abituata a qualsiasi cosa’ dice Luigi ridendo
Il commerciante non batte giglio.
‘Desiderate altro?’
‘Si ma glielo chiedo in privato, è una sorpresa’ interviene Luigi
‘Signora, allora noi usciamo fuori’ interviene Roberto
E la signora Anna e Roberto escono fuori dal sexy shop.
‘Allora Roberto, come va?’
‘Ottimamente, signora’
‘Luigi mi ha detto che oggi faremo sesso assieme’
Roberto non si aspettava una domanda tanto diretta e si trova a bofonchiare una risposta affermativa. Pochi minuti dopo esce anche Luigi e tutti salgono sulla macchina di Roberto diretti a casa e soprattutto al letto.
Luigi non ha voglia di aspettare e spacchetta immediatamente il vibratore. Sua madre capisce l’intenzione del figlio, si distende sul sedile posteriore e denudatasi le natiche lascia che il figlio le introduca il giocattolo sessuale nell’orifizio anale. Inserisce allora l’altro vibratore nella vagina della madre e finalmente comincia a gonfiare la pompetta. In breve la madre di Luigi si ritrova riempita a dismisura, mentre Roberto ha un occhio verso la strada e l’altro allo specchietto retrovisore. La madre di Luigi si tira su, alza gli slip e si mette a sedere.
‘Roby, parcheggia qui, facciamo qualche passo a piedi’ dice Luigi
‘Va bene, Gigi’
Scendono dalla macchina, la chiudono, poi fanno camminare la signora Anna di fronte, mentre i due giocano con le pompette ed i regolatori di velocità dei vibratori.
‘E’ molto divertente vedere la propria madre in preda ad un orgasmo mentre cammina, Roby’
‘E’ vero, Gigi’
‘Smettetela di ridere, voi due la dietro, se continuate ancora per un po’ mi sbatto a terra e comincio a contorcermi per il piacere’
Tutti scoppiano a ridere. Finalmente entrano in casa. Immediatamente si buttano a letto, svestono la signora Anna dai vestiti e cominciano a fare sesso con lei. Luigi è molto premuroso nei confronti di Roberto. Gli permette subito di penetrare l’ano della madre ed insieme si scatenano sui due orifizi della mamma di Gigi. Se Luigi ha un pene lungo e sottile, il suo amico di infanzia ha esattamente l’opposto: un fallo molto grosso in calibro ed un po’ più corto della norma. Dopo qualche ora di andirivieni. Luigi si va a prendere il pacco del sexy shop e ne tira fuori due piccole presse per i capezzoli.
‘Sai che cosa sono questi, mamma?’
‘No, tesoro’
‘Servono a farti male al seno’
‘Vuoi farmi male?’
‘Si, mamma, mi piacerebbe tantissimi infliggere punizioni tremende alle tue belle mammelle’
‘Povera me, ho generato un figlio sadico>
‘Ti faresti far male ai seni per noi?’
‘Non so, non ho mai provato una cosa simile’
‘Signora non si preoccupi’ dice Roberto ‘al limite li togliamo’
‘Va bene allora’
Luigi allora applica le presse ai capezzoli grossi e duri della madre e comincia a chiuderle.
‘Come va mamma?’
‘Fanno un po’ male’
‘Allora funzionano’ Luigi ride e continua a stringere
A quel punto Roberto accende il computer ed accede ad una cartella nascosta.
‘Signora vorrei farle vedere qualcosa, può venire?’
La signora Anna si alza, vede Roberto seduto con il pene eccitato e vi si siede analmente sopra.
‘Fammi vedere, tesoro’
Immediatamente sul video compare una donna che sorride dicendo di essere una schiava sessuale. La donna viene legate e le vengono inflitte torture di ogni tipo. Al termine la donna è annichilita ma trova la forza di sorridere, di ringraziare e di augurare buon compleanno.
‘Che ne pare mamma?’
‘Volete farmi questo?’
‘Se sei d’accordo, mamma’
‘Ma deve essere tremendo’
‘Magari ti piace’
‘A voi di sicuro, brutti sporcaccioni. Guarda che roba che le fanno ma non è pericoloso?’
‘Dai mamma, Roberto studia da medico e ti potrà confermare che prese singolarmente queste sono cose che i medici fanno abitualmente che pericolo vuoi che vi sia?’ (in realtà non era proprio così ma a loro importava solo divertirsi facendole male e non volevamo farle venire timori circa la sua salute)
‘Roberto mio figlio ha ragione?’
‘In linea di principio si, l’unica cosa le devo chiedere se ha fatto recentemente una mammografia’
‘Si, un mese fa’
‘Tutto a posto?’
‘Si, certamente’
‘Allora non ci sono rischi. Il rischio principale è quello di toccare una ciste ma se non ne ha non vi sono rischi’
‘Io capisco che voi possiate trovare divertente fare male ad una donna, ma io che piacere ci proverò?’
‘Dai mamma, tu che hai così grande esperienza di sesso anale dovresti saperlo: l’ano era un tabù, una cosa sacra. La maggior parte della gente è terrorizzata dall’idea di un grosso membro (per non parlare di una mano) che penetri il proprio ano. TU NO. Cosa è un tabù? Infrangere una cosa sacra. Tu ti sei fatta infrangere quel tabù, quindi dovresti sapere che il sesso anale è un piacere per chi lo pratica: un piacere fisico e soprattutto un piacere mentale, sia per chi lo mette dentro che per chi lo prende.’
‘Si ma è diverso, l’ano è pieno di terminazioni nervose ed è a contatto con la vagina: durante un rapporto anale talvolta raggiungo l’orgasmo. Dubito possa succedere con uno spillone conficcato nel seno’
‘Signora’ interviene Roberto ‘lei ignora le endorfine che vengono prodotte insieme alla sensazione di dolore. Gli effetti sono molto simili ad alcune droghe e possono portare a piaceri indescrivibili’
‘Non avete paura che i vicini sentano?’
‘No mamma, è sabato. Al nostro piano e a quello inferiore non c’è nessuno. Ed in quello superiore stanno dei ragazzi che sono partiti ieri. Non ti sentirà urlare nessuno’
‘Sentite facciamo così: fatemi qualcosa di leggero per iniziare, dopo decideremo, va bene?’
‘Sei fantastica mamma’
PARTE IX
La madre di Gigi era completamente nuda. I bei seni di quarta taglia completamente esposti a quello che sarebbe stato il ‘loro giorno di gloria’ come lo chiamavano i ragazzi la cui età sommata era ancora inferiore a quella della donna che avrebbero torturato sessualmente. La signora Anna nella sua lunga vita aveva provato ogni forma di esperienza sessuale: la sua vagina, la sua bocca e soprattutto il suo ano avevano conosciuto e dato ogni genere di piacere tuttavia era completamente all’oscuro di quello che avrebbero provato di lì a pochi minuti le mammelle che avevano allattato il figlio che adesso l’avrebbe fatta soffrire: suo marito era fanatico della sodomia e non aveva mai posto particolari attenzioni nei confronti del suo generoso petto. Non aveva avuto altri amanti. Questo le aveva permesso di raggiungere i cinquantanove anni di età con un seno piuttosto florido se confrontato alle sue coetanee anche se, ovviamente, non poteva essere come quello di una ragazza nel fiore degli anni. Gli americani avrebbero definito le sue mammelle: ‘saggy tits’ oppure ’empty flatties’. In pratica aveva un seno piuttosto grosso (una quarta taglia coppa doppia d) e pesante. Ad una prima occhiata poteva sembrare il seno di una trentenne, tuttavia ad uno studio anatomico mostrava diversi segni di cedimento. Innanzitutto la parte sottoascellare aveva ceduto ed i danni del tempo erano riconoscibili sottoforma di un rigonfiamento di grasso che cadeva di fianco all’altezza della quarta costola e la cui pelle si vedeva essere tirata verso il basso dal peso del seno. Una volta chinata la mammelle della signora Anna perdevano compattezza e precipitavano in basso allungandosi a dismisura e prendendo una forma appuntita. Se si sdraiava i seni cascano lungo il fianco ulteriore indizio che i legamenti di Cooper stavano deteriorandosi e rapidamente: nel giro di un paio di anni al massimo i suoi seni sarebbero stati cadenti e non avrebbero più retto il peso delle sue grosse tette. Empy flatties appunto, ovvero grasso vuoto. Era il momento migliore per far conoscere a quelle povere ghiandole le più tremende torture sessuali. Ed era quello che si accingevano a fare i due giovani e la vecchia signora.
Roberto le legò i seni talmente stretti da farli diventare viola, mentre Luigi li disinfettava con l’alcool isopropilico. Il primo ad iniziare si era convenuto che fosse il figlio, per evidenti motivi: la donna che i ragazzi si apprestavano a torturare era sua madre ed era giusto che fosse lui a farle male per primo. Luigi guardò il florido petto della donna: lo vedeva sollevarsi ed abbassarsi al ritmo di una respirazione piena d’angoscia e di paura per quello che sarebbe successo di lì a pochi istanti. Il viso della madre era pensieroso. Gli occhi castani continuavano a guardare in giro per la stanza, cercando di non incontrare il tavolo su cui erano stati ordinatamente disposti gli strumenti che l’avrebbero torturata. Inevitabilmente però lo sguardo finiva per ricadere sugli spilloni: ne era affascinata e terrorizzata al tempo stesso.
Luigi guardò con un misto di ammirazione i capezzoli della donna duri ed eretti come poche altre volte. Le infilò un dito nella vagina ritraendolo fradicio di umori femminili.
‘Sei molto eccitata, mamma’
Allora prese uno spillo e lo puntò contro i capezzolo del seno destro, baciò la madre sulla lingua ed in quell’istante lo conficcò dentro. La signora Anna mugugnò per il dolore.
‘Come è andata mamma?’
‘Ha fatto male’
‘E’ solo l’inizio’
Rotto il ghiaccio i due giovani cominciarono a forare i seni della donna riempiendoli di aghi da iniezione. La madre di Luigi soffriva ma reagiva bene. Quando tutti i quaranta spilli furono conficcati nelle sue carni fu il momento di decidere se proseguire’
‘Adesso tocca a te, mamma, cosa vuoi fare?’
‘Voi cosa volete farmi?’
‘Beh, gli strumenti li vedi tu stessa’
‘Siete convinti di quello che fate?’
‘Certo’
‘E sia’
Contemporaneamente i due ragazzi presero dal tavolo due spilloni da barbecue. Si trattava di due grossi aste di acciaio lunghi approssimativamente trenta centimetri e di diametro piuttosto spesso prodotti per fare degli spiedini alla brace. Luigi e Roberto li puntarono contro i rispettivi seni (Roberto aveva preso di mira il sinistro e Luigi il destro) e cominciarono a spingere con forza per farli penetrare all’interno della ghiandola mammaria della donna. Uno spillo lungo trenta centimetri e largo quattro millimetri che attraversa un organo delicato come un seno femminile può essere definito in molti modi ma di certo non indolore. Tuttavia la donna permise (tra urla e grugniti) quel tremendo supplizio. Gli ‘spiedi’ superata la resistenza iniziale, scivolavano dentro le carni della madre di Luigi come se attraversassero burro, tanto erano morbide e cedevoli quei poveri seni. Una volta attraversata tutta la massa molle, non senza aver ferito, lacerato e probabilmente danneggiato tutto quello che trovavano in contro, gli spilloni foravano l’estremità opposta della pelle che si contraeva e si allungava come se fosse un elastico. Era uno dei momenti più dolorosi perché la zona epiteliale del seno è ricchissima di terminazioni nervose, al contrario di quello che contiene, che in pratica non ne possiede.
Fatta la prima esplorazione di profondità, altri spilloni da barbecue si aggiunsero. Le carni della signora Anna erano cedevoli. I due giovani lo sapevano e provavano particolarmente divertente l’idea di danneggiare irreparabilmente quelle vecchie eppur tanto belle mammelle. La signora Anna non lo sapeva ma gli spilloni avrebbero danneggiato irreparabilmente avrebbero leso tutto quello che avrebbero trovato: le ghiandole lattofore sarebbero state rese sterili, i canali lattofore inservibili e così via: alla sua età aveva poca importanza, ma una donna giovane avrebbe quasi certamente perso la capacità di allattare. Il problema più serio era se avessero incontrato cisti, ma fortunatamente i seni della signora Anna erano sani come aveva potuto lei stessa confermare. Tuttavia se fosse stata nuovamente incinta molti canali non avrebbero più potuto drenare il latte, con il rischio che questo ristagnasse creando grossi e gravi problemi fisici. Ma una cinquantottenne sull’orlo della menopausa e che abitualmente prendeva la pillola difficilmente sarebbe andata incinta.
Roberto che era il più sadico dei due si divertiva a quel punto ad entrare in profondità, poi sfilare, creare nuove vie andando avanti ed indietro per poi finalmente spingere con forza e far uscire il metallo dalla parte opposta del seno. I due ragazzi trovavano molto divertente vedere il modo in cui il seno elastico della madre di Luigi aveva come delle scosse sismiche durante l’introduzione: cominciava a ballare come se fosse un budino e si vedevano le ‘onde sismiche’ attraversarlo. Era poi buffo come le carni rimanessero deformate sotto l’azione degli spilli: tanto che spesso dovevano tirare i seni per far loro riprendere la forma abituale: visto che tendevano a restare compressi.
Quando i due ragazzi finirono questa parte. Alla signora Anna fu data un po’di pace. Si guardò i seni allo specchio e ne fu sconvolta.
‘Ti è piaciuto mamma?’
‘No, Luigi, i seni mi fanno un male tremendo’
‘Che tipo di dolore è?’
‘Molto fisico e al tempo stesso mentale: mi è venuto infatti un tremendo mal di testa’
‘Non hai mai provato piacere?’
‘E’ difficile dirlo, si in qualche momento ho chiuso gli occhi ed ho pensato che in fondo mi stessero solo penetrando per una via ancora inesplorata, in qualche breve momento ho trovato sollievo e quasi mi è piaciuto il pensiero, ma il dolore era sempre troppo forte per scordarlo’
‘Ce la fai a resistere ancora un po’?’
‘Cercherò’
‘Sei deliziosa, mamma’
Quello che avevano in mente i ragazzi per la parte finale era veramente tremendo. Agganciarono i seni legati (oramai di colore nerastro) al gancio del lampadario e con una carrucola la sollevarono di peso. Tutto la sua massa gravava sui seni. La signora Anna urlò di dolore. Il figlio allora prese qualche chiodo da legno ed un martello e cominciò a far penetrare i chiodi a forza di martellate. Lo voleva fare da quando l’aveva visto su internet. Ogni tanto sbagliava volutamente la mira e le tirava una martellata sul seno. La povera signora Anna sembrava una martire del cristianesimo (Santa Barbara?) con i seni ridotti in quello stato. Fu allora che svenne. I ragazzi la tirarono giù e la liberarono di tutti quegli strumenti di dolore. Quando si svegliò era nel suo lette con i seni sanguinanti, flaccidi pieni di ecchimosi ed avevano perso ogni compattezza. Erano stati danneggiati definitivamente: i ragazzi avevano accelerato l’ingiuria del tempo ed ora le mammelle della signora Anna parevano invecchiati di colpo di trent’anni. Dai capezzoli usciva un liquido giallo e purulento: il colostro, l’antecedente del latte vero e proprio: in qualche donna succedeva che l’eccitazione per la tortura portasse ad una strana forma di allattamento. I due ragazzi si misero a leccarle quel liquido deliziosamente dolce. La signora invece che l’aveva conosciuto quando era rimasta incinta non si aspettava di rivederlo adesso. Scoppiò a piangere. E fu una liberazione tanto era stato lo shock per quel trattamento durissimo.
‘Non si preoccupi signora’disse Roberto’è stata bravissima’
Durante tutto il rapporto ed il periodo in cui era stata svenuta i ragazzi si erano masturbati ed avevano versato il loro sperma in un bicchiere. Le aprirono la vagina e lo fecero colare dentro con un imbuto. Poi le urinarono in viso e la costrinsero a bere. A Luigi scappava da defecare. Lo fece sul suo petto (Anna era ancora legata) poi prese le sue feci e la impiastricciò completamente obbligando la madre a inghiottire.
‘Brava mamma adesso sei diventata veramente la regina delle pornodive’
PARTE X
Sono passati alcuni mesi da quelle prime esperienze. Adesso la madre viene a trovare Luigi piuttosto spesso, anche se ha sempre un po’ di paura perché teme che voglia praticare di nuovo il sesso sadomaso. Per sua fortuna adesso Luigi e Roberto sono molto più gentili con lei. Non hanno più giocato con gli spilloni, tuttalpiù si sono divertiti a legarle i seni e a frustarli. Adesso invece il loro massimo divertimento è portare quella donna nei locali per adulti ed esporla nuda. Alla madre di Luigi non dispiace essere presa da sconosciuti davanti a suo figlio ed il suo amico: ogni volta è un’esperienza nuova. Ogni tanto arrotondano le paghe che gli mandano i genitori portandola a battere sulla tangenziale. La fanno spogliare completamente ed aspettano il primo camionista che si ferma. Concordano un prezzo di favore: in genere piuttosto basso vista la stazza della madre di Luigi ed il fatto che i suoi seni siano ormai cadenti (non si sono più ripresi dopo la ‘giornata di gloria’). Altre volte, invece, spinti da spirito umanitario la portano nel ghetto e la fanno inculare per alcune ore di fila da numerosi negri.
Il padre di Luigi sa tutto: quando la moglie è tornata a casa i suoi seni avevano ancora talmente tante ecchimosi e ferite che la moglie era stata costretta a raccontare tutto. Incredibilmente l’idea della moglie torturata l’aveva divertito: gli era sempre piaciuto far male a quella donna ed i ragazzi gli avevano dato un po’ di idee su come farle male in un modo diverso da quello anale così aveva cominciato lui stesso a torturarla sessualmente.
Non era raro che la appendesse di tanto in tanto per i seni, oppure le infliggesse supplizi con gli spilli sia alle mammelle che alla vagina. I ragazzi non lo sapevano ma la madre di Luigi aveva scoperto una nuova vita sessuale e talvolta la trovava persino appagante, non tanto fisicamente quanto psicologicamente perché si sentiva di nuovo al centro delle attenzioni di tanti maschi. Adesso Luigi aveva una nuova idea, però.
‘Mamma, voglio che tu smetta di prendere la pillola e che la prossima volta tu venga nel momento più propizio del ciclo’
‘Vuoi mettermi incinta?’
‘Si ma non voglio un figlio, voglio solo vedere come reagiranno le tue mammelle ad una nuova gravidanza. Poi abortirai. Va bene?’
‘Va bene, tesoro’
PARTE XI
La madre di Luigi è gravida. Apparentemente quando è vestita non si capisce per via dei chili di troppo, ma una volta nuda i suoi seni non possono mascherarlo: hanno acquistato ben due taglie. I capezzoli sono enormi e lunghissimi. L’areola è nerissima.
‘Come ti senti?’
‘Ho le nausee la mattina’
‘Non mi interessa. Voglio sapere come stanno le tue tette’
‘Mi fanno spesso male’
‘Ne hai parlato con un dottore?’
‘Non ancora’
‘Vieni qui’
Luigi prende una corda e le lega i seni. Poi prende una pompa da balia, l’applica alle tette e accende il motorino che aspirerà latte dalle mammelle. Dopo qualche minuto comincia ad uscire colostro, seguito subito dopo dal latte. Luigi stacca la pompa e comincia a stringere i seni, immediatamente iniziano a sprizzare latte. I seni della madre sono ancora piuttosto sani.
‘Ti è andata bene, mamma’
‘Lo so, mi sono documentata’
‘Papà continua a torturarti i seni?’
‘Si, quasi tutte le sere’
‘Beato lui’
‘Ti piace?’
‘Devo dire che non mi dispiace più molto. Spesso mi fa molto male ma se non altro continuiamo a fare sesso adesso che non riesce più a sodomizzarmi spesso come una volta’
‘Ti fa molto veramente male?’
‘A volte si, specie con gli spilloni da barbecue: una volta me ne ha conficcati ben dodici nello stesso seno’
‘Ti è andata bene: visto che produci latte, non sono stati danneggiati tutti i dotti lattofori’
‘Sono stata fortunata. E’ per questo che mi hai voluto ingravidare?’
‘No, è per individuare quelli ancora sani per danneggiarli definitivamente’
‘Ah’
‘Sai quello che ti aspetta, vero?’
‘Si tesoro, fai pure, tanto sono abituata, oramai’
Luigi prende uno spillone da barbecue e lo conficca nel seno da cui continua a fuoriuscire latte. Poi lo estrae e lo conficca nuovamente. Improvvisamente il latte si tinge di rosso. Allora fa la stessa cosa con l’altra mammella. Quando in entrambi i seni fuoriesce sangue al posto di latte Luigi prende un chiodo ed un martello, individua uno dei punti da cui esce il latte e con un solo colpo conficca il chiodo nel capezzolo della madre. La madre non sviene sebbene il dolore sia tremendo. Prende poi un rasoio ed incide superficialmente i seni, facendole tanti piccoli graffi.
‘Adesso puoi pure andare ad abortire, tesoro’
‘Non mi togli il chiodo?’
‘No, è in acciaio e non arrugginirà, l’ho sterilizzato. Lo terrai per tutta la vita ad eterno ricordo di quanto ti ho amata’
PARTE XII
La famiglia è al completo nella casa paterna. E’ una giornata un po’ particolare in quanto Luigi si è appena laureato. Alla festa di bentornato partecipano oltre al festeggiato, il padre, la madre Roberto ed alcuni amici dei genitori che i ragazzi non conoscono. Per i partecipanti è una prima volta tutti assieme: è stato infatti deciso di festeggiare facendo una goliardata torturando per tutta la notte la madre di Luigi: da un po’ di tempo, infatti, il padre di Luigi ha introdotto la moglie in una comunità sadomaso dove è stata accolta come una vera e propria regina e gli sconosciuti sono per l’appunto i membri di questa comunità. I genitori di Luigi vivono in campagna, in una casa piuttosto isolata e decisamente grande e non è stato difficile quindi dedicare una stanze alle nuove stravaganze e le urla di dolore della madre torturata non possono superare la proprietà e quindi restano confinate alle mura domestiche. E’ la prima volta che Luigi mette piede dentro questa stanza, di cui tuttavia la madre gli aveva parlato. E’ stupito per come sia stata progettata bene: da una parte vi è un tavolaccio di legno con legacci, argani per sollevarla e diversi strumenti di tortura, dall’altra sono posti, invece, eleganti divani dove i partecipanti si siedono in posizione privilegiata per godere della visione di quella povera donna drammaticamente seviziata per il loro piacere.
Dopo un lauto pasto ricco di vino e di libagioni il gruppo si trasferisce nella stanza. La madre non ha mangiato né bevuto, per evitare incidenti. E’ vestita con un succinto corpetto modellante di cuoio. Appena tutti si sono accomodati al loro posto comincia a sfilarselo ed in pochi secondi è completamente nuda. I capelli sono sciolti, i seni sono cascanti come Luigi li ricordava, con i chiodi d’acciaio conficcati in profondità attraverso i capezzoli, un supplizio che aveva divertito suo padre. La vagina della donna è completamente depilata e al posto della peluria inguinale è stata tatuata la scritta: ‘fatemi male’. Al clitoride è stato applicato un piercing piuttosto grosso e alle grandi labbra sono stati applicati degli anelli a cui la donna adesso comincia ad attaccarvi dei pesi per dilatare ed allungare a dismisura il proprio sesso.
La madre si va a sedere su una struttura a forma di cuneo. Si siede puntando l’ano sulla punta del cuneo, poi comincia a farsi penetrare da quella massa enorme, autoimpalandosi. Raggiunta una certa profondità solleva le gambe da terra e le porta alle ginocchia. Tra applausi generali si vede quel corpo scivolare sempre più in basso finché non si ferma. A quel punto la madre allunga le mani e raggiunge due maniglie a cui si ancora. Comincia a tirare verso il basso con forza, le si vedono i muscoli tirati e nel frattempo si vede che l’autoimpalazione raggiunge profondità inaudite. Urla di dolore. Per quanto si sforzi non riesce ad andare oltre.
‘Luigi, tua madre ti vuole veramente bene: ha appena superato di un paio di centimetri il suo precedente record’ dice il padre.
Tutto il pubblico applaude divertito. La madre lascia la presa, smette di urlare ed in qualche istante muta la sua espressione di dolore in un sorriso. Prende allora dalla mensola al suo fianco una scatola, contiene degli spilloni da barbecue. Nello stupore di Luigi è lei stessa a conficcarseli nel petto, da parte a parte. Una pratica difficilissima; lo spirito di auto sopravvivenza è il freno maggiore a questa pratica infatti: è già difficile che una donna si lasci torturare, ma che si auto torturi implica il superamento di una serie di blocchi psicologici spesso insormontabili. La madre di Luigi fa di più: dopo essersi trafitta il seno destro con una decina di spilloni che le attraversano la mammella da parte a parte prende una cintura chiodata la lega ad anello e comincia a stringersi il seno in un cappio strettissimo e dolorosissimo mentre i chiodi le trafiggono la base del seno. Prende altri spilloni e questa volta li appoggia contro l’areola e spinge in direzione del proprio petto. L’areola è una delle parti più sensibili del seno, tutti i presenti lo sanno, e quello che sta facendo oltre che dolorosissimo è estremamente pericoloso. Gli spilloni entrano in profondità nella sua carne, morbida come se fosse fatta di burro. Quando raggiungono la ‘radice’ del seno, la madre tira verso di se la mammella e li fa fuoriuscire dalla cintura di cuoio. E’ impressionante perché la donna ha stretto talmente tanto il seno che il diametro della base è di pochi centimetri, e non più della ventina abbondante della condizione di riposo.
Fatto questo la signora Anna prende un rasoio e comincia a fare incisioni sui seni. Poi lo appoggia ai capezzoli e lentamente cesella un taglio perfettamente circolare. A quel punto interviene il marito che le porge una scatola.
La donna apre la scatola e ne estrae due topolini, li prende, li avvicina ai propri capezzoli sanguinanti e questi immediatamente cominciano a succhiarle il sangue, che scorga come latte dalle sulle ghiandole martoriate. La madre allontana le mani ed i due topolini rimangono appesi ai seni e si vedono i dentini muoversi per produrle nuove e più profonde ferite.
Il pubblico è alle stelle ma lo spettacolo non è finito. La madre di Luigi prende fa passare una corda attraverso un anello che sporge dalla cintura che le stringe il seno e preso un telecomando aziona un argano che la solleva di peso dal cuneo. Nel giro di qualche istante si ritrova appesa con tutto il suo peso che grava su uno solo dei suoi seni. Urla di dolore, mentre tutto il pubblico ride ed applaude. Una signora del pubblico allora raggiunge il marito e comincia a praticargli una fellatio.
La moglie guarda tutti, si vede il panico nei suoi occhi: il dolore è incontrollabile. Adesso la stretta fascia di cuoi comincia a scivolare e lascia dietro di se come un aratro un profondo solco, scavato dai chiodi. Il seno si allunga, la fascia raggiunge il capezzolo, improvvisamente il seno sguscia fuori, portandosi via spilloni e topolino e la donna cade a terra.
Rimane per qualche minuto a terra agonizzante per il dolore, poi si rialza. Raggiunge il figlio che la guarda senza parole. Il seno sinistro è come svuotato, flaccido ridotto ad un’unica ferita pulsante. Lo guarda negli occhi e piangendo per il dolore comincia a estirpare gli spilli rimasti nell’altra ghiandola. Fatto questo si alza, prende un reggiseno di cuoio, lo capovolge per mostrare ai presenti che all’interno è cosparso di spilli, di chiodi e di frammenti di vetro e lo indossa. E’ evidente che è di due taglie inferiori alla sua ed il seno sembra esplodervi dentro. Poi fa il giro dei presenti facendosi palpare. Le più sadiche sono le donne che si divertono ad individuare le punte e a conficcarle in profondità nel suo seno ridendo e dicendo che è stato un magnifico regalo.
Poi la madre si alza e torna dal figlio, si toglie il reggiseno e gli mostra il disastro in cui si sono trasformate le sue mammelle. Poi, senza dire una parola va ad una porta, la apre e ne esce una signora. E’ la madre di Roberto. Alle sue mammelle sono conficcati quattro spilloni che le attraversano i seni a formare una croce di sant’Andrea. Roberto ha gli occhi fuori dalle orbite: non si aspettava una sorpresa simile. La signora è magra e minuta, nonostante abbia un seno anche lei di quarta taglia. Si china a novanta gradi e nella sorpresa generale invita tutti ad incularla selvaggiamente. Nel frattempo la madre di Luigi va a distendersi sul tavolaccio, si introduce della vagina dilatata un dildo gigantesco collegato ad un motorino che mette immediatamente in moto e mentre quello la penetra e le produce un violentissimo orgasmo, la brava signora prende una pistola spara punti e comincia a spararsi graffette nei seni. Roberto non ha parole, non ha mai pensato di torturare la propria madre e vorrebbe liberarla. La madre lo scaccia via dicendo che se non vuole se ne può andare: lei fa quelle cose da prima di sposarsi a quel punto il padre di Luigi prende un coltello che aveva messo nella brace del caminetto affinché si arroventasse e glielo porge. La signora lo prende e lo appoggia sul seno da cui si leva una nuvola di fumo mentre il ferro rovente le ustiona la ghiandola mammaria.
Adesso è la volta di Luigi ad inculare la madre di Roberto. Luigi sadicamente lo fa con cattiveria, divertendosi a tenerla ferma per le tette martoriate ed ogni tanto le estrae lievemente uno spillone per poi reinserirlo dentro, trafiggendole il seno.
Roberto è senza parole, guarda la scena incapace di fare qualsiasi cosa.
Dopo esser stata inculata selvaggiamente da tutti i presenti sua madre si alza e raggiunge la madre di Luigi che è in preda ad un orgasmo incontrollabile. Le stacca i vibratori, la fa alzare ed assieme escono per andarsi a medicare. Nel frattempo le altre donne hanno cominciato a darsi da fare. Le dominatrici si divertono a praticare torture alle schiave. Si vedono scene di ogni genere: donne con i seri attraversati da spilloni, donne con i sessi allungati da pesi tremendi, altre frustate a sangue. Gli uomini in genere non praticano nulla di cruento: si accontentano a vedere le proprie donne impegnate in quelle tremende torture. Quando sentono l’eccitazione diventare incontenibile si alzano, ne prendono una e la sodomizzano. Questo è il club sadomaso che si è creato a casa di Luigi e lui ne è orgoglioso.
FINE DELLA PRIMA PARTE
Ogni commento è gradito nel sito della comunità dedicata a mia madre: http://apps.worldgroups.com/membrg/GrpHome.wsif?GROUP=FantasieMaterne il racconto è in gran parte di fantasia, anche se autobiografico: le parti relative alla scoperta all’infanzia e al voyeurismo sono autentiche.
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