“Per ora mi guardava ogni volta che accendevo la vibrazione ma non apriva bocca…”
Il giorno dopo aver giocato con il vibratore in bagno la mia
collega aveva fatto come le avevo chiesto mettendosi un bel perizoma nero e dei leggins che fasciavano a dovere i suoi glutei magri ma sodi. Appena l’ho vista entrare in ufficio mi è venuto duro, sapevo che sarebbe stata una giornata molto divertente perché nel pomeriggio i colleghi sarebbero stati impegnati da un cliente, mentre io e lei saremmo rimasti in ufficio. Un’altra occasione d’oro per divertirci un po’.
A metà mattina ho fatto partire il gioco scrivendole un messaggio intimandole di andare in bagno a mettersi nella figa uno dei nuovi giocattoli che avevo preso, un lush rosa fatto a forma di ovetto che poteva essere gestito a distanza con un’app sul telefono. Aveva capito che dirmi di no l’avrebbe solo portata a ricevere una punizione quindi si è alzata sospirando ed è andata in bagno. L’ho vista tornare con passo affrettato e le guance rosse di vergogna, quindi le ho chiesto cos’era successo e la sua spiegazione mi ha fatto eccitare ancora di più: “Quando ho inserito il vibratore mi son lasciata scappare un gemito. Uscita dal bagno ho visto M. (una nostra collega) davanti alla porta che mi ha chiesto se andava tutto bene. Ho risposto di sì e sono scappata. Che vergogna. Avrà capito?”
Di rimando le ho risposto: “Non so se abbia capito cos’è successo, ma di sicuro ha capito che sei una troia vogliosa.” Quando l’ha letto ha abbassato la testa e chiuso gli occhi in un misto di vergogna e tensione.
Non contento, ho voluto provare il funzionamento del giocattolino che aveva nella figa azionando l’app a basso livello. La sua testa è subito scattata in avanti e gli occhi si sono spalancati. Voleva dire qualcosa ma il mio sguardo l’ha fatta zittire.
Le restanti ore della mattina le ho passate accendendo e spegnendo il vibratore, torturandola non poco da questo punto di vista, e cercando di metterla in imbarazzo il più possibile, alzando l’intensità quando era al telefono, parlava con un collega o si alzava per fare delle fotocopie o prendere qualche documento. Volevo portarla allo sfinimento, volevo che mi implorasse dai farla venire. Per ora mi guardava ogni volta che accendevo la vibrazione ma non apriva bocca.
Le ho ordinato di togliere il vibratore per pranzo, ma nel primo pomeriggio i colleghi sono usciti da un cliente e ho deciso che era arrivato il momento di spingersi oltre. Eravamo soli, così le ho detto di alzarsi, togliersi il perizoma e darmelo e quindi rimettersi il lush nella sua fighetta vogliosa. Non ha esitato e ha fatto tutto quello che le ho ordinato così per premiarla ho azionato la vibrazione ad un livello un po’ più alto. La maialina ha iniziato ad ansimare, ha chiuso gli occhi e apriva e chiudeva le mani per l’eccitazione. Non era l’unica eccitata perché il mio cazzo era tornato duro e aprendo i jeans l’ho tirato fuori e mi sono alzato per farglielo vedere. Non ha staccato gli occhi dal mio cazzo ed ho iniziato a far alzare e abbassare l’intensità della vibrazione portandola al settimo cielo. Era uno spettacolo li seduta, con i capezzoli che spingevano la stoffa della maglietta, gli occhi languidi e la bocca leggermente aperta che ansimava.
Non ce la facevo più neanche io e le ho ordinato di andare in bagno e aspettarmi. Quando l’ho raggiunta quasi mi è venuto un infarto. Non le avevo detto come farsi trovare ma lei da brava puttanella aveva eseguito gli ordini dell’altra volta: nuda dalla vita in su, leggins abbassato alle ginocchia, spalle alla porta. Entrato ho chiuso la porta, mi sono avvicinato e baciandole il collo e palpandole una tetta giocando col capezzolo le ho soffiato un “sei proprio una troia” alzando contestualmente l’intensità della vibrazione. Ha emesso un suono di gola e le ginocchia hanno ceduto un pochino.
Le ho ordinato di girarsi e mettersi in ginocchio. Ho tirato fuori il cazzo e le ho detto di farmi un pompino e nel frattempo di toccarsi il clitoride, mentre io continuavo a giocare con l’intensità del vibratore. Ha iniziato a succhiarmelo e resistere è stato piuttosto difficile, mi piaceva come lo faceva anche se si vedeva che non era una super esperta, ci metteva impegno e sembrava anche piacerle. Era eccitata e le sue guance erano ormai rosso fuoco. Uno spettacolo.
Non sarei resistito ancora molto così l’ho fatta alzare alzando la vibrazione quasi al massimo e guardandola negli occhi le ho detto: “chiedimelo”, e lei “cosa?”, le ho ribattuto “chiedimi di scoparti, adesso”. La cosa l’ha interdetta, forse non se la aspettava. Mi ha risposto “No ti prego ti faccio un pompino ma non scopiamo”. Ho spento il vibratore e lei ha capito che sarebbe andata come il giorno precedente. “No ti prego fammi venire, mi manca poco, sono troppo eccitata” la sua supplica e caduta nel nulla e sono rimasto li a guardarla.
Sapeva che doveva solo dirmi una cosa ma io sapevo che lo voleva anche lei… ha titubato ancora un po’ allora ho fatto per andarmene e me l’ha detto: “Va bene va bene scopami.”.
Non aspettavo altro. L’ho fatta girare, le ho tolto il vibratore facendole emettere più di un gemito, ho indossato un preservativo e finalmente gliel’ho messo dentro. Aspettavo da tanto quel momento, ma volevo essere sicuro che lo volesse fare anche lei. Ho iniziato a fare avanti e indietro alternando un po’ il ritmo, ero già al limite e perciò ho cercato di farlo prolungare un po’. Ha iniziato a toccarsi il clitoride, ho iniziato a baciarle il collo dicendole di tutto: “sei la mia troia”, “ti piace farti scopare nel bagno dell’ufficio” “ti bagni davanti a tutti i colleghi”. Lei emetteva solo dei flebili “sì” oltre ad ansimare. Il tutto non è durato molto, ad un certo punto ha detto “sto venendo” ho sentito la sua figa contrarsi schiacciandomi ancora di più il cazzo che era al suo apice, ha iniziato a tremare, le ho pizzicato i capezzoli, ha girato la testa e mi ha dato un bacio. Non ho resistito oltre e sono venuto riempiendo il preservativo. Un orgasmo importante, uno dei migliori della mia vita.
Le nostre bocche si sono staccate e ancora dentro di lei le ho detto: “da adesso sei mia e farai tutti quello che ti dico, non solo in ufficio ma anche a casa”. Mi ha detto solo un “va bene”. L’ho piegata in avanti e con un dito le ho toccato il buchetto del culo dicendo: “prossime volte inizieremo a usare anche questo”. Ha sussultato e mi ha detto solo “no ti prego”. Sono uscito dalla sua figa senza più parlare mi sono pulito con un pezzo di carta lasciandola lì. Prima di uscire ho solo detto: “Era un ordine, non una richiesta. Sai che non mi piace quando mi fai ripetere due volte le cose.” Ha abbassato occhi e testa e sono tornato in ufficio, consapevole di avere ancora tante cose da fare con lei.
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