“Le carezze cominciarono ad allungarsi verso l’interno coscia, divaricò le gambe permettendomi il passaggio –“Sei sereno?”- domandai prima di arrivare alla…”
Il giorno dopo era domenica, durante il fine settimana la città d’
inverno era sempre trafficata, a differenza della stagione estiva che tendeva a svuotarsi completamente. Fissai l’appuntamento del caffè alle quindici, la sua compagna iniziava il turno all’ospedale per le quattordici. Passai la mattinata ad escogitare un piano per far rilassare l’idraulico e portare a termine il mio piano, ma le cose si complicarono quando in tarda mattinata scrisse –“Non me la sento di venire a casa da te, facciamo al bar?”- non potetti andar contro la scelta sarei partito già in svantaggio –“Va bene, sotto casa fanno un ottimo caffè”-. Trascorsi le ore del mattino a sentire Marta, raccontai l’ultima sessione di sesso con Marco, ovviamente tenendo fuori il dopo cena con Bachisio, e lei raccontò le sue notti infuocate con Mauro. Tra una posizione e l’altra cambiò di netto argomento –“Ei sai che hanno pubblicato un bando per un anno di lavoro in facoltà?”- rimasi stupito dalla notizia –“Davvero?”- non ne ero a conoscenza –“Si, ieri pomeriggio parlavo con Chiara (una conoscente comune) mi ha confermato la cosa”- pensai subito di non farmi scappare occasione –“Darò subito un’occhiata”- riagganciai e cercai sul sito il bando –Offresi intero anno di stage retribuito per laureati in ********** alla facoltà di **********. Numero posti a disposizione due. Inviare curriculum all’indirizzo e-mail ********- , -“Cazzo”- esclami a gran voce “Come mai Luca non mi ha fatto sapere niente?!?” prima di contattarlo scrissi subito al mio amico –“Ciao Vì come va? Senti ho visto che c’è un bando per la nostra facoltà di un anno intero retribuito, che dici lo tentiamo?”-. La risposta non tardò ad arrivare –“Davvero? Direi proprio di si”- aprii la pagina web dallo smartphone e l’allegai al messaggio –“Ecco leggi un po’, sono un po’ dispiaciuto che Luca non mi abbia fatto sapere niente”- mi confidai –“Ora do uno sguardo. Come non lo sai? Mi sono scordato di dirtelo, ma pensavo fossi a conoscenza, il papà è stato ricoverato”- mi sentii uno stronzo ad aver dubitato della fiducia del prof –“Non sapevo niente cavoli, stasera lo chiamo”- salutai Vincenzo e dopo pranzo, prima dell’arrivo di Luigi, cominciai a compilare il bando allegando il curriculum. Prima di chiamare Luca avvisai Luigi –“Tardo cinque minuti, imprevisto”- composi il numero e avviai la chiamata:
-“Buonasera Prof. la disturbo?”-
-“Ciao Gabriele, no figurati dimmi pure”-
-“La chiamavo per sapere come sta suo padre, ho saputo che non è stato bene”-
-“Tutto apposto per fortuna, il medico gli ha dato una cura e tra qualche giorno ritorna a casa”-
-“Meno male, sono contento, se le serve una mano mi faccia sapere”-
-“Oh Gabriele, grazie mille per l’interesse e la disponibilità, ma non c’è bisogno”-
-“Si figuri prof, non si faccia problemi a contattarmi. Anzi se vuole le consegno le relazioni via mail”-
-“Ti ringrazio Gabriele, questo sarebbe molto utile.. ah a proposito”-
-“Si figuri, mi dica”-
-“Guarda sul sito della facoltà, hanno pubblicato un bando, dovevo avvisarti, ma con questa situazione non sono riuscito”-
-“Bé aveva altro a cui pensare, la ringrazio tantissimo ora controllo”-
Salutai Luca e iniziai a prepararmi per l’appuntamento, ero in ritardassimo l’orologio alla parete segnava già le quindici e dieci, in fretta e furia indossai un jeans e un felpino, corsi in bagno a lavare i denti e il citofonò suonò –“Si?”- risposi grondante di dentifricio –“Ce la facciamo o devo mandar su una gru?”- era Luigi –“Scusami arrivo, se vuoi sali pure. Lavo i denti”- poggiai la cornetta del citofono e lascia le due porte aperte. Uscito dal bagno lo trovai lungo il corridoio –“Ah sei salito?”- gli sorrisi andando in camera –“Se non volevi trovarmi come un pinguino”- rispose scherzoso per via del freddo –“Allora che si fa?”- domandò –“Non so dimmi te, io sono pronto o se vuoi possiamo rimanere qui”- qualche secondo di silenzio –“Non so decidi te”- lasciando a me la scelta –“Per me possiamo stare tranquilli qui, faccio un ottimo caffè”- , -“Va bene, affare fatto”-. Andammo in cucina e tra una chiacchiera e l’altra preparai la caffettiera facendolo accomodare –“Allora come vanno le nuove guarnizioni?”- , -“Benissimo, la doccia funziona che una bellezza!”- avvicinai la tazzina –“Zucchero? Quanto?”- ,–“Due, grazie”-. A differenza di me, che avevo indossato le prime cose trovate per la fretta, Luigi era ordinato, pettinato e ben profumato. Indossava una polo blu notte sotto il piumino e un jeans della taglia giusta –“Allora come procede a casa?”- tornai all’argomento –“Insomma.. pare che la crisi stia per passare”- sorseggiò il caffè –“Ma dai, sono contento.. che ti avevo detto?”- , -“Si, avevi ragione, ma non tutto va a gonfie vele”- , -“In che senso?”- incuriosito –“Mi imbarazzo un po’ a dirlo”- , -“Che c’è? Non preoccuparti, credo che di me puoi fidarti”- cercai di guadagnarmi la sua fiducia –“Bè diciamo che sono strettamente personali, comunque.. ultimamente le cose a letto non vanno tanto bene”- arrossì un po’ in volto –“Ah ma è normale durante i periodi di crisi”- consolai il ragazzone –“Bè insomma, non è che non vanno.. e che proprio non si va a letto”- specificò –“Aah ho capito, bè immagino allora le tue esigenze”- si irrigidì –“Eeh eheh”- riuscì a dire –“Tranquillo, siamo uomini comprendo perfettamente. Noi a differenza delle donne abbiamo bisogno di.. ecco svuotarci insomma”- cercai di buttarla sul ridere senza appesantire la situazione –“Esattamente”-. Le chiacchiere proseguirono a lungo, trovammo una simpatica sintonia, non volevo fiondarmi addosso e non volevo forzarlo, dovevo attendere il momento giusto –“Bè allora che si fa?”- domandò dopo aver preso confidenza e abbandonato la timidezza –“Non so, te che proponi?”- chiesi spiazzato da quella iniziativa –“Sei tu l’esperto in campo”- una vampata di calore arrivò dritta nelle mutande –“Che dici.. vuoi provare un po’ a rilassarti?”- domandai allungando la mano sulla gamba –“Sicuro che riuscirai?”- lasciandomi accarezzare –“Bè tu che dici? Una volta ci sono riuscito.. vogliamo riprovare?”- non rispose più, abbandonò il freno inibitorio e si lasciò andare alle sensazioni. Le carezze cominciarono ad allungarsi verso l’interno coscia, divaricò le gambe permettendomi il passaggio –“Sei sereno?”- domandai prima di arrivare alla zona x –“Si”-. Dopo aver preso il via libera portai il palmo della mano sul pacco accarezzandolo delicatamente, una lieve erezione cominciò a comparire, senza fretta proseguii il massaggio poggiando la testa sulla sua pancia, l’uccello cominciò a prendere vita definendosi sempre più all’interno del jeans, continuai a palpare finché il membro diventò completamente eretto, portai una mano sui bottoni e cominciai ad aprirli uno ad uno, la punta sbucava dall’elastico dello slip, prima di assaporarla portai ancora la mano tra le gambe palpandolo dai testicoli in su –“Aaah”- iniziò ad ansimare –“Rilassati”- sussurrai prima di tirar fuori la punta della lingua e circumnavigare il glande gonfio che oramai stava fuori –“Mmmm”- il sapore era davvero buono. Lentamente infilai l’intera mano dentro la mutanda tirando fuori quel ben di Dio, lo liberai lasciandolo venire a sbattere sul volto dal vigore. Afferrai la base portandolo dritto e, senza esitazioni, accolsi la cappella tra le labbra –“Aaahmmm”- ansimò Luigi in preda ai primi brividi di piacere. Cominciai a leccare l’intera cappella e, prima di affondare, feci due giri in tondo assaporando l’intero perimetro. Concluso il giro di perlustrazione arrivai alla base con facilità, l’idraulico non era lunghissimo, ma davvero grosso. Soffermai la bocca alla base prestando molte attenzioni a quel tratto che leccavo e succhiavo dolcemente –“Oooh wwooww”- esclamò poggiando un braccio sul collo senza porvi alcuna forza. Tornai lento in cima concentrandomi ancora sul glande che assaporai e leccai con gusto ancora a lungo, tornai giù, a metà strada, assaporai e tornai su, riscesi giù alla base per poi tornare ancora al glande, leccato a lungo tornai giù tutto in fondo, leccai e tornai su a metà prima di scendere in fondo e tornare poi sulla punta aumentando sempre più l’intensità della lingua –“Oooh”- gemeva Luigi con occhi chiusi. Non soddisfatto, volevo far conoscere all’uomo il vero piacere, mentre salivo e scendevo flemmaticamente infilai una mano dentro le mutande, superai le palle e con la punta del dito medio sfiorai il foro dell’ano –“Aaaaaahh”- ansimò di botto cercando di ritrarsi –“Cosi vengo vengooo”- non fermai né la bocca né il dito, iniziò a deliziarmi del suo gusto. Non persi neppure una goccia –“Aaaaahhh”- tremò sul divano cercando di riprendersi dal servizio mentre ripulivo la mazza e leccavo i baffi –“Migliore della prima volta”- disse sorridente e privo d’imbarazzo –“Visto? So come far rilassare un uomo”- ricambiai il sorriso e presi delle salviette –“Sarà meglio che vada adesso”- disse abbottonando i pantaloni –“E’ stato davvero piacevole”- aggiunse venendomi incontro a salutare –“Ora sai che quando vuoi o hai bisogno, puoi contare su di me. So fare molto altro..”- sorrise –“Ci sentiamo”- chiusi la porta
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