Avevo accettato quella supplenza contro voglia: non mi era mai piaciuta l’idea di insegnare, visto il livello dei giovinastri odierni.. ma tant’è.. ero alla ricerca di un impiego, mi servivano soldi e l’occasione cadeva a fagiolo, permettendomi poi di sfruttare la mia laurea in lettere moderne.
Mi aspettavo certo di insegnare Pascoli, Manzoni e altri autori pallosi, di fronte a un “pubblico” di ragazzini che in realtà avevano in mente solo il sesso (se andava bene..) oppure drogarsi, ma non immaginavo certo di dover portare alla maturità una classe di liceali tutta al femminile!!!
Ma ditemi voi come può uno a stare serio e professionale, e magari anche atteggiarsi a severo educatore, tra un simile florilegio di fighette, evidenziato dal tipico abbigliamento provocante delle teenager odierne! Non potevo girare lo sguardo senza incrociare magliette attilate ad arte, ombelichi scoperti a dispetto del clima non proprio estivo, perizomi esibiti senza ritegno assumendo maliziosamente pose strategiche..
Lo facevano apposta, ne sono certo! Volevano provocarmi! Per di più – fatto strano – ogni volta che dovevo interrogarle si vestivano ancor più da troiette, con minigonne inquinali, scollature e quant’altro la loro acerba arte muliebre suggeriva per allettarmi e ammaliarmi…che streghe!
Come in ogni classe, ce n’erano 2 o 3 che emergevano dal gruppo per avvenenza e sfacciataggine. Una era bionda e falsamente ingenua, dal fisico esile ma femminile, e si chiamava Rita. Un’altra, Valeria, era castana, con un visetto da gattina coperto da una lieve pioggia di lentiggini, maliziosa, formosetta e spesso con l’ombelico scoperto. infine c’era una ragazza alta e slanciata, dal fisico atletico (giocava a pallavolo) e con una cascata di riccioli rossi che le arrivavano a metà schiena. Si chiamava Lisa e spesso indossava dei jeans talmente stretti, che il suo sodo sederino risaltava al punto da immaginare di avercelo lì a portata di mano.
Fu questo pericoloso trio a giocarmi un tiro piuttosto pericoloso per la mia carriera di insegnante, ma devo dire molto piacevole per il mio “amichetto”… Già da un po’ avevo notato i loro sguardi assai poco innocenti posarsi irrispettosamente sulla patta dei miei pantaloni; quel pomeriggio poi sembravano bestioline affamate, glielo si leggeva negli occhi. Rita l’innocentina mi chiese alla fine della lezione alcune ulteriori spiegazioni su una poesia del D’Annunzio, obbligandomi a soffermarmi in classe. Mentre preoccupato e sospettoso le fornivo frettolosamente le delucidazioni richieste, vidi Lisa e Valeria rientrare in aula e chiudere la porta. Fu Valeria a parlare per tutte e tre: “Ciao Prof.. che ne dici di darci a tutte e tre delle ripetizioni “particolari”? E non fare quella faccia scandalizzata.. lo sappiamo come ci guardi sempre..porcellino!”
Che sfacciata! Ma malgrado le mie buone intenzioni di reagire con severità quelle puttanelle cominciarono a carezzarmi ovunque e a slacciarmi camicia e pantaloni.. Irretito dalle provocanti attenzioni di quel trio di micette lussuriose, cominciai anch’io a palpeggiarle insinuando le mani nei loro posti più intimi e a lungo desiderati. Presero a spogliarmi.. Rita mi aveva già aperto la cerniera dei pantaloni e impugnato il mio scettro con la sua manina me lo menava piano su e giù. Mi fecero sdraiare sopra la cattedra, poi toltisi rapidamente i (pochi) indumenti a turno mi salirono sopra cavalcandomi. Il mio cazzo rizzava come quello di uno stallone, e sentivo come se avessi potuto perforarle fino in gola, mentre i loro corpicini flessuosi si dimenavano sensualmente sopra di me! Poi decisi di prendere l’iniziativa, e proposi un nuovo gioco: a turno le feci chinare a novanta gradi sulla cattedra e presi a scoparle infilandoglielo sotto la coda; nel frattempo le altre due mi leccavano il perineo e si strusciavano su di me pelle su pelle. Quando fu il turno di Lisa (quella con il sederino da favola..) decisi di farle uno scherzetto per vendicarmi: dopo averla penetrata con grande piacere nel luogo “tradizionale”, eccitato dalla visione del suo culetto lo estrassi e con rapido movimento glielo sbattei a sorpresa nel buchino del culo! Il suo urlo di dolore mi convinse che almeno in un posto l’avevo violata per primo, infliggendole il famoso marchio di Ugo!
Come gran finale si chinarono tutte e tre sulle ginocchia di fronte a me, che mi sostenevo alla cattedra, e si misero di gran lena a spompinarmi. In particolare Valeria col suo visino da furbetta mi leccava famelica le palle, mentre le altre due si contendevano la mia asta, leccandola avide e suggendola di gusto. in poco tempo giunsi al mio culmine, innondandole tutte e tre di una pioggia di sperma stile cascate del Niagara, che le colpi sul viso, sui seni, sui capelli… Dopo pochi istanti che ero venuto, la mia cappella fu fatta tornare lucida e come nuova da quella specie di idrovore, che cominciarono infine a baciarsi tra di loro, ripulendosi a vicenda con la lingua dei miei schizzi che colavano sulla loro pelle.
Io mi ero giĂ rivestito e facevo per andarmene, quando la sfacciata Valeria mi chiese: ” Allora prof.. che voto ci dĂ ? Siamo promosse?” “Beh.. – risposi io – potete ancora migliorare.. forse è il caso vi dia a breve delle ulteriori ripetizioni! Sapete.. il professor Ugo è molto ma molto esigente!! “
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