““Bellissima scopata” dissero i due operatori…”
Dovette tenere il gesso, sia alla gamba che al braccio, per trenta
giorni. Un martirio. Sia per le faccende normali, ma, più che altro, per il fatto che non poteva sfogare la sua passione. Un casino mettersi le calze e le scarpe (una sola? Non lo eccitava…). Un casino perfino segarsi, in quanto si era rotto il destro. Un periodaccio insomma. Qualche volta aveva provato, certamente, ma non lo aveva soddisfatto. Metteva sempre il perizoma quando usciva (le poche volte che riusciva), ma la cosa era automatica e non troppo eccitante, in quanto poi non poteva sfogarsi come voleva. Fantasticava sulla bella dottoressa che lo aveva sollazzato il giorno dell’incidente, ma non l’aveva più sentita né tantomeno vista.
Finalmente arrivò il momento tanto atteso della rimozione dei gessi. Si vestì, senza mettere niente di femminile e si fece accompagnare da un amico in ospedale. Quando entrarono, accomodato su una sedia a rotelle messa a disposizione, sperava di incontrare la dottoressa. Niente. Non si vedeva. Peccato, pensò. Venne il suo turno ed entrò in sala gessi. L’infermiere di turno, un ragazzo giovane, lo aiutò a spogliarsi, prese la sega di ordinanza e si mise al lavoro. Venti minuti dopo era finalmente libero!!! Ma non del tutto autosufficiente. Gamba e braccia dolevano. L’infermiere disse che ci voleva tempo perché tornassero come prima. Lo pulì accuratamente dai frammenti di gesso. Gli piaceva il tocco delle sue mani. Aveva avuto qualche esperienza trav con uomini, e gli tornarono alla mente. L’attrezzo ebbe un sussulto. Calmo, si disse. Non sai con chi hai a che fare. Ma gli parve di intravedere uno sguardo tutt’altro che sfuggente verso il basso. Non ci pensò più di tanto, ma… Alla fine lo aiutò a risedersi sulla sedia, e si avviarono verso il reparto dei raggi.
Fu lì, all’ingresso del reparto, che rivide la dottoressa. Un tuffo al cuore…pardon al cazzo!!! Stava parlando con un altro medico, vestita come sempre.
Quando lo vide sorrise “Ciao…come va?”. ”Ciao” rispose “Abbastanza bene come vedi”. “Sì…vedo” e lo sguardo cadde in basso. L’infermiere era ancora posizionato dietro la carrozzella e anche lui posizionò lo sguardo in basso. Era un pochino imbarazzato per via del ragazzo, ma non disse niente. “Va bene…andiamo” fece lei all’indirizzo dell’infermiere. Quando furono entrati dentro la sala raggi, la dottoressa, chiusa la porta a chiave, senza preavviso, le mise la lingua in gola e la mano sull’uccello. “Cazzo!!!” pensò…e gli occhi andarono verso l’altra persona che aveva lo sguardo interessato. La dottoressa, alzo la testa, si rivolse verso l’infermiere “Lo sai Claudio che il paziente ama le stesse tue cose?”. Risposta “Ah sì…ma dai”. “Sì sì…l’altra volta aveva un paio di mutandine, perizoma per la precisione, veramente sexy e fini”. “Oggi no…peccato…”. Non sapeva cosa dire. La dottoressa continuò “Ed ha anche un bell’attrezzo…ti piacerebbe…”. “Allora fammelo vedere…” rispose il ragazzo. Lei si avvicinò, prese il pacco nelle mani, e lo fece uscire dagli slip. Non era proprio in tiro, ma barzotto sì. A questo punto, non potendo certo scappare, decise di stare al gioco. “Non ti preoccupare…” disse lei, “Anche a Claudio piace travestirsi…e certe volte giochiamo insieme…”. “Infatti penso che sotto abbia le autoreggenti e il perizoma…giusto?”. “Certamente”, rispose lui. Per la prima volta aprì bocca “Fami vedere…” disse. Senza farselo ripetere due volte, tirò giù i pantaloni ed aprì il camice…ma che belle gambe pensò!!! E che belle calze!!! Allungò la mano per toccarle. La dottoressa, intanto, si era aperta il camice e si stringeva i capezzoli. La cosa stava facendosi intrigante. L’infermiere si avvicinò, mise la lingua in bocca alla dottoressa, e con le mani cominciò a toccare il suo cazzo. Anche lui si diede da fare, allungando la mano verso il cazzo già duro del ragazzo. Iniziò una lenta masturbazione…lui ansimava a quel tocco. Si avvicinò ancora e gli mise l’uccello vicino alla bocca. Dalla sedia, si protese verso quel coso svettante e lo prese in bocca. “Mmmmmmm…buono” pensò. Lo scapellò per bene con la bocca e prese a leccarlo…la cappella…l’asta pulsante…lo iogoiò…si mosse su e giù… L’altro si godeva il pompino, ed intanto palpava la bella, che si teneva la fica aperta, in modo da fare entrare bene le dita. Era eccitatissimo…lei mollò l’infermiere e si fiondò sul suo cazzo. Come succhiava bene! Lo fece indurire al massimo e poi si sedette sopra di lui in un smorza candela da urlo. Il ragazzo uscì dalla sua bocca e si inginocchiò davanti a loro. Leccava sia il clitoride a lei, sia l’asta a lui quando lei usciva. Intanto si masturbava, sia il cazzo che il culo. Era fantastico. “Adesso è il mio turno” disse lui. Fece scendere la dottoressa e si impalò sul suo cazzo con maestria. Aveva un buchetto elastico. Si vedeva, anzi si sentiva, che non era alle prime armi. Se lo montava come se non avesse fatto altro in vita sua. Usciva…rientrava…muoveva il bacino circolarmente…stringeva l’ano intorno al quel palo… Sotto lui vedeva uscire e sparire il suo cazzo tra quelle natiche stupende, vedeva le calze ed il perizoma…avrebbe voluto averle anche lui e…godeva, e con la mano libera lo masturbava. La ragazzo aveva preso in bocca il palo dell’infermiere, decisa a farlo godere. Aveva preso un specie di bomboletta e la faceva entrare ed uscire dalla fica e dal culo, sbrodolando e mugolando di piacere. Stava per venire…e anche l’altro, stando l’indurimento del suo cazzo. “Godoooo…vengo” le due voci erano quasi all’unisono. Infatti sborrarono praticamente insieme, uno nello sfintere dell’infermiere, l’altro nella bocca assetata della dottoressa. Che non paga, leccò anche il suo uccello sporco degli umori anali di Claudio, aiutata proprio da lui. Era distrutto…ma appagato. “Bellissima scopata” dissero i due operatori. “Questa volta però ti lascio il mio numero di telefono…voglio vederti combinata da troia…anzi voglio vedervi fare le troie insieme! Io farò la terza…”.
Detto questo lo portarono in sala per fare i raggi…questa volta quelli veri!!!
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