Si è sempre detto che la curiosità sia femmina, ed io come tante altre donne non ne sono esclusa, soprattutto quando giovanissima, mi sono avvicinata al sesso e proprio nei primi approcci, consumati tra l’altro goffamente, ho scoperto come era fatto un cazzo e da subito ho provato un’attrazione morbosa per quel fantastico gingillo che si rizza tra le gambe di un uomo.
Ingenuamente, ho sempre abbinato a grande cazzo, grande orgasmo.
Ma chi l’ha detto, che l’orgasmo è proporzionato alla grandezza del pene e non dal suo buon uso? Io mi sono pentita amaramente di averlo solo pensato.
Godere, godere, soltanto godere, sfamandomi con cazzi sempre più grandi che ti portano all’acme del godimento nel totale delirio, rotto da gemiti e urla che soltanto il piacere più intenso riesce a strapparti.
Per anni ho sognato un super cazzo e provavo una certa inquietudine ogni qualvolta incontravo un uomo, pensavo alle dimensioni del suo pene, a quanto lo avesse lungo e largo.
Ricerca che mi ha portato a saltare da cazzo in cazzo per appagare la mia fame, i miei fantasmi, ma lasciando sempre insoddisfatta la mia voglia.
Forse non volevo un uomo ma un cavallo con il suo fantastico attributo e invidiavo le amiche che mi raccontavano dei loro incontri con dei veri supermen e degli orgasmi che raggiungevano, mentre io potevo solo parlare di giovani amanti con pisellini che mi facevano godere come una maiala ma non riuscivano a lenire il prurito, la fregola della mia patatina.
Che fine avevano fatto quelle belle nerchie che si vedono nelle riviste, o nei film porno? Sono diventate una vera rarità , o forse sono una razza in via d’estinzione?
Ho passato notti insonni, appena entravo nel mio lettino e chiudevo gli occhi, riaffioravano le mie fantasie, la mente volava e la mano scivolava spasmodicamente, tra clitoride e vagina, mi penetravo con uno due dita, tutte dentro, ditalini che appagavano temporaneamente i desideri con una piccola esplosione di piacere.
Mi chiamo Valeria ho 25 anni, non sono molto alta, un bel sorriso e due magnifici occhi verdi, di me dicono che sono una bella figa e le mie curve sono mozzafiato, ho un bel seno sodo, una quarta che sfida le leggi di gravità e un sederino sporgente e tondo, di me dicono che riuscirei a tirarlo su ad un’impotente e qualcuno più macabro, azzarda che lo farei rizzare ad un morto.
Una bella patatina che tengo ben curata con un piccolo cespuglietto sul pube e sotto completamente depilata, lasciando le mie labbra carnose esposte agli sguardi e alla lingua dei miei amanti.
Qualche anno fa in chat ho conosciuto Gio, siamo diventati subito amici ed amanti virtuali e pur non essendoci mai visti riusciva a farmi ribollire il sangue nelle vene.
Dopo tre mesi abbiamo sentito la necessità di incontrarci, così al primo appuntamento, chiusi in macchina in un angolo nascosto da sguardi inopportuni, la mia mano si è posata sulla patta dei pantaloni, gli ho tirato giù la lampo e scostato l’elastico dei boxer, ne è schizzato fuori un cazzo pauroso, in perfetta erezione, duro da morire, non molto lungo, solo una ventina di centimetri, ma impressionante la sua circonferenza che per cingerlo completamente, occorrevano le due mani.
Sono rimasta incantata, potevo rimanere insensibile davanti a quel bendiddio, che imbarazzo, tanta abbondanza mi turbava e mi trovavo a disagio, una meravigliosa cappella, tozza violacea, proseguiva su un palo nodoso, sanguigno, paurosamente largo, esagerato.
Imbambolata con la nerchia a pochi centimetri dal viso, lo stringevo nella mano e non sapevo cosa fare, mi sembrava la prima volta che vedevo un cazzo e al suo invito spingendomi la testa verso di lui, mi sono svegliata e ho preso a ciucciarlo golosamente, cercavo di spingermelo profondamente in gola, la sua enorme cappella mi riempiva la bocca e facevo fatica a pigliarne di più, vista la larghezza mostruosa e mi sentivo soffocare quando lo spingeva, sino a toccarmi l’ugola.
Mi piaceva da morire, lo volevo mungere e svuotargli le palle, continuavo a spennellare la cappella raspandola, picchiettandola con la lingua, cercando di stimolarlo come non mi ero mai prodigata con nessuno.
Le sue mani sotto la camicetta, mi palpavano i seni, mi pizzicava, solleticava i capezzoli dritti, appuntiti, dolenti dall’eccitazione, li ho particolarmente sensibili e sotto le sue carezze, sono bastate due strizzatine che sono venuta come una fontana.
Lo volevo sentire dentro di me e già mi pregustavo l’orgasmo che mi avrebbe regalato, lasciandomi esausta, che mi avrebbe portato all’orlo del collasso, abbandonandomi alla lussuria, stimolando la mia carnalità , la mia voglia.
Presa da una sovreccitazione, mi sono messa a cavalcioni su di lui, portandomi sulla spacca della fica quel magnifico palo di carne.
Non era la prima volta che pigliavo il cazzo e la mia figa era davvero un lago, ben dilatata, pronta per essere presa, ma era stretta, molto stretta per lui.
Sotto la continua pressione, la figa cedeva lentamente e mi impalavo scendendo su quella fantastica gamba, accogliendolo profondamente , ma ad ogni centimetro che conquistava, sentivo fitte atroci e lancinanti, ho sofferto le pene dell’inferno, neanche quando ho perso la verginità è stato così doloroso e solo adesso mi rendevo conto di cosa fossi riuscita a far entrare dentro di me, non solo non ho raggiunto l’orgasmo che avevo tanto desiderato, ma l’ho simulato con gemiti, urla e contorsioni, per non farcelo stare male.
Pensavo che era la prima volta che lo pigliavo così grosso e mi dicevo, vedrai, ti ci abituerai, la prossima volta, l’orgasmo sarà travolgente.
Una, dieci, cento, penetrazioni, una più dolorosa e faticosa dell’altra con emorragie che mi costringevano ad usare gli assorbenti per alcuni giorni , quelli per la notte dal sangue che perdevo e con l’andare del tempo ho iniziato ad odiare quel cazzo che non mi rendeva felice e rimpiangevo gli amanti che avevo sempre sottovalutato e se vogliamo non erano neanche dei minidotati.
Anche dopo lunghi preliminari, la mia topa slinguazzata e aperta profondamente, da una lingua che ci frullava dentro per delle ore, la penetrazione era quasi inaccettabile lontana dal ben che minimo godimento e senza nessuna soddisfazione.
Da due anni convivevo con Gio, un ragazzo bellissimo, alto, carnagione sempre abbronzata, muscolatura possente, uno sballo e non riuscivo a soddisfare le mie e le sue voglie.
Avevo sbavato per averlo così sproporzionato, ed ora lo rifiutavo, i nostri rapporti sempre più lontani, erano quasi inesistenti e per lo più si riducevano a dei ghiotti pompini, che bugiarda, a dirla tutta quelle poche volte, la mia mano scivolava su e giù sparandogli delle insignificanti, inappaganti seghe.
Tutte le volte che mi si avvicinava, tremavo, ero terrorizzata, immaginiamoci quando lo storpio e me lo chiedeva sempre, pretendeva di sbattermelo nel culo, un sogno proibitivo a cui mi sono sempre negata.
In un momento di crisi ho avuto la paura di perderlo, mi sono sentita trascurata, con la sensazione che potessero esserci altre donne a placare quello che non riuscivo a dargli, ero terribilmente infelice, ci stavamo forse allontanando e sentivo in pericolo il nostro amore, come era già capitato altre volte, mi sono confidata con la mamma, per trovare una soluzione ai miei problemi.
Già sapevo cosa mi avrebbe detto, ‘ Sei fortunata amore mio, avessi io quel bel gingillo da spremere’ ma questa volta Sara, così si chiama la mamma, mi rispose ‘Non vorrai che vada a puttane o che s’innamori della tua migliore amica, la tua ultima chance è di portarlo da me, sempre che gradisca il mio corpo e vedrai come gli svuoto i coglioni’
Che troia che sei mamma, gli piaci, gli piaci, me ne sono accorta da come si rimbambisce davanti alle tue tette, per non parlare di come ti guarda il pacco, ti spoglia con gli occhi, ma ricordati quello che vuole, il suo fuorimisura ti entrerà nel culo.
‘Per salvare il vostro amore, sono pronta ad aprire le cosce e farmi rompere il culo’
Dopo alcune settimane, Gio insidiava insistentemente il mio sederino e in quel momento ho ripensato alle parole della mamma, dopo un’iniziale riluttanza, d’altronde le corna non piacciono a nessuno, mi sono convinta, le avrei permesso, tenendo conto che il culo era il suo di farselo rompere dal mio Gio e per una volta non mi sarei dovuta preoccupare di farlo sborrare, così gli ho telefonato. ‘Mamma, non sai come gli è diventato duro e grosso, appena gli ho detto che con te si sarebbe potuto sfogare come voleva, ti aspetta.’
Effettivamente la mamma è una bella donna, prosperosa ed affascinante, dall’aspetto molto giovanile, direi senza età , e non dimostra i suoi 48 anni, ma molti di meno, la sua femminilità è un icona di erotismo e seduzione.
Ha tutto quello che un uomo può desiderare, un bel seno voluminoso, almeno due taglie più delle mie, ancora sostenuto per il peso e per l’età , un culone da infarto, tondo, alto, che non sfugge allo sguardo degli uomini, la sua bellezza è straripante, dirompente, distribuita nei posti giusti, lei è quello che può considerarsi una bella gnocca.
Dall’altra parte della cornetta, il suo silenzio, una pausa che mi è sembrata interminabile, forse avevo frainteso le sue parole, forse non avevo capito, la sua era solo ironia? Solo un attimo di incertezza ‘Arrivo, tienilo in caldo’
Cinque minuti e la mamma che abita 100 metri da noi, entrò in camera da letto, abbozzò un sorriso ed inevitabilmente i suoi occhi si posarono sul randello di Gio che nudo giaceva sul letto.
Si è leccata le labbra e lentamente ha iniziato a spogliarsi, denudandosi con una femminilità ed un erotismo tale che sarebbe riuscita a farsi desiderare da un frocio.
Rimasta solamente con le autoreggenti e le scarpe dal tacco vertiginoso, è montata sul letto e gli si è seduta sul viso sbattendogli la fica sulla bocca.
A Gio non è sembrato vero di poterla leccare e gli stava facendo un bel servizietto, la mamma gli saltava sulla bocca e come lady Godiva a cavallo, i suoi mammelloni, sbattevano e sballonzolavano da una parte all’altra, rantolava, scossa dal piacere, con spinte del bacino per farsi penetrare profondamente dalla lingua che vorticava tra clitoride, vagina e il buchetto.
Si è girata e preso il cazzo in mano, ancora mezzo moscio e se lo è messo in bocca, iniziando un sali scendi, accompagnato da slinguate sulla cappella, che lo hanno portato ad una immediata e possente erezione.
Con una faccia da maialona che non gli avevo mai visto, lo guardava con occhi vogliosi, gli brillavano e lo succhiava con avidità facendosi sbattere i coglioni sul mento, mi sono sorpresa di quanto fosse larga la sua bocca e profonda la sua gola.
Prima che gli venisse in bocca, si è inginocchiata, mettendosi a quattro zampe, mostrandogli i suoi due bei chiapponi di carne soda, candidi come il latte, in bella vista il cespuglio di pelo nero che le circondava la bernarda e risaliva ad abbracciare il buchetto evidenziandone le grinze della coroncina anale, le mammelle penzoloni, mentre eccitata aspettava di essere penetrata e per Gio doveva essere uno spettacolo molto arrapante.
Sono stata io che gli ho preso il cazzo in mano e l’ho accompagnato sul culetto di Sara.
Non entrava, era grosso anche per lei, ma Gio la pigliava lentamente, senza fretta, ma energicamente, sapeva cosa le stava infilando, ma piano, piano sprofondava in lei e spariva profondamente dentro il retto.
I suoi singhiozzi soffocati mordendosi le labbra per nascondere il dolore, l’ho vista piangere, grosse lacrime le solcavano il volto, ma il suo culo lo risucchiava profondamente, e Gio cominciò ad incularla con forza.
Sculettando come un indemoniata, con le natiche ben aperte e tenendo il culo bello alto, gli andava incontro spostando il bacino indietro, premeva sull’abominevole creatura per pigliarlo completamente dentro di lei e sentirsi penetrata ancora più in fondo.
Aggrappato ai mammelloni della mamma, Gio spingeva come un animale con forza ed irruenza spiaccicandogli le palle sulle natiche, colpi secchi, profondi, violenti, Sara piangeva in silenzio e subiva la brutale penetrazione.
Nuda di fianco a loro mi toccavo la patatina masturbandomi ferocemente, grondavo di piacere, i miei gemiti si levavano alti, mi stavo penetrando profondamente mentre osservo il cazzo di Gio scomparire nel culo della mamma, solo le palle, grosse come due otri rimanevano di fuori.
Sara si contorceva, urlava, gemeva e come si dimenava, sembrava una pazza, era indemoniata.
Nei loro volti leggevo il piacere, nella mamma nonostante i lacrimoni che le solcavano le gote, divisa tra dolore e piacere, ma forse era solo piacere, si contorceva come un anguilla.
Gio ogni tanto mi guardava per capire cosa facevo, o forse era solo un modo per dirmi ‘Guarda come si scopa’ i miei gemiti risuonavano forti nella stanza e si mischiavano con quelli della mamma, vederli era davvero bello ed eccitante, che superba inculata tra lui e mia madre e continuavo ad infilarmi le dita selvaggiamente nella passerotta che ormai pisciava sborra.
Non avevo mai sentito un’altra femmina urlare con tale intensità in preda al violento e interminabile orgasmo, mia mamma godeva sotto le spinte di Gio, che porca e ne ero invidiosa, ed ora mi eccitava l’idea di essere presa nello stesso modo, cresceva il desiderio di averlo tutto dentro di me e di offrirmi a lui messa a pecorina.
Che sborrata, è venuto tenendola per i fianchi con il cazzo ben piantato nel culo, ha ragliato, ha urlato e solo quando l’ha sfilato, ho visto la quantità inaudita di sperma che la ricopriva e che rigurgitava colandogli sulle cosce, sulla passerotta, era davvero eccitante e provocante, è rimasta con il sedere per aria e la testa sul materasso, con il buco del culo aperto come la bocca di un forno, era talmente largo che ci sarebbe entrata senza fatica la mia mano chiusa a pugno, sin che le gambe non gli hanno ceduto, ed è crollata sul letto.
Solo un attimo per riprendersi e’.. ‘Girati ed inginocchiati, adesso tocca a te’
Ubbidiente ho fatto come mi chiedeva e senza esitazione, in preda a impulsi irrefrenabili, ho tirato su il mio culetto, mettendomi a pecora.
Le sue labbra si sono avvicinarte alle mie chiappe, poggiandosi decise cominciò a mordicchiarle, dopo un primo sussulto, mi scappo un gemito e mi sono ritrovata con le cosce oscenamente spalancate, le sue attenzioni si sono spostate, con la lingua che frugava nella mia intimità , nel sederino, mi stava facendo impazzire.
Mi sono ritrovata la lingua della mamma completamente dentro il culo, la spingeva aprendomi il fiorellino, ci sguazzava sempre più in fondo, ho cominciato a tremare e l’orgasmo mi ha travolto subito.
Le sue mani si sono impossessate della mia fighetta del mio culetto, con le dita che entravano davanti e dietro e si fermavano alle nocche facendole rigirare dentro i miei buchi, frugavano in profondità , mi allargavano, dilungandosi sul buchetto che cedeva sempre di più.
I suoi colpi di lingua veloci, veramente goderecci, ero tutta un tremito, mi piaceva da impazzire, passava dal culo alla figa, mi mordeva il clitoride, ero in suo possesso e tremendamente eccitata, desideravo essere inculata, pensavo al grosso cazzo palpitante di Gio, con la tremenda voglia di sentirmelo sbattere dentro e di farmi rompere il culo.
Gio era allupato nel vederci lesbicare, lo aveva supereccitato e col cazzo teso si è avvicinato al mio culetto, incominciò a strofinare la cappella sulla passera lubrificandola con gli umori che sgorgavano copiosi, presa una confezione di vaselina, con il dito spingeva la crema profondamente per il condotto anale.
Sara si sdraiò sotto di me allargandomi le chiappe con le mani, lasciandomi il buchetto aperto e pronto alla penetrazione.
La lingua della mamma continuava a slinguazzarmi e mi dava quel piacere che distoglieva il mio pensiero dall’imminente e violenta penetrazione che il mio culetto avrebbe subito, tremavo, ero impaurita, ma profondamente eccitata, nonostante tutto volevo provare, da troppo tempo ero a digiuno.
Mi ha presa per i fianchi, con la cappella che premeva sullo sfintere anale e cominciò a spingerlo dentro, si è aperto lasciandola oltrepassare, e il sesso farsi strada nel budello, ho sentito un gran dolore, sono rimasta senza fiato, come in apnea, volevo urlare ma da me è uscito solo un suono soffocato, stridulo, un rantolo.
Affondava tra le chiappe con decisione, sentivo la nervatura del suo sesso, stirarmi le rughe del buchetto, un colpo di reni improvviso e non saprei dire quanto entrò, il dolore era lancinante, ma stranamente non insopportabile, godevo e il piacere mi arrivava al cervello.
Lentamente entrava, conquistandosi spazio profondamente, sin quando i coglioni li ho sentiti come francobolli sulle mie natiche.
Subito mi ha ingroppato con gran foga, lunghi e veloci colpi, ad ogni suo affondo il mio corpo sobbalza tutto, sentivo la sua proboscide aprirmi completamente, è tutto dentro il retto, mi sono arresa alle sue poderose spinte e come una troia in calore, ora gemevo, i miei rantoli erano di godimento, piacere puro.
La mamma sotto di me mi leccava la fighetta strisciando la lingua dal bottoncino, al cazzo di Gio che entrava ed usciva dal mio culetto, ho allungato una mano accarezzandola dolcemente tra le cosce, posandomi sulla figona fradicia, e mi è salito il desiderio di ricambiarle il piacere, la mia lingua si è avvicinata alla spacca, scivolando a leccarle la figona, la tocca, l’esplora, il sughetto dei suoi umori mi entra in bocca, mi bagna il viso, inebriante il suo profumo di donna, forte, penetrante, gli faccio sporgere ulteriormente il clitoride già proteso e rigonfio, tenendolo fuori tra le dita e comincio a ciucciarlo a lapparlo lentamente, succhiavo il suo bottoncino pronunciato, affondavo la lingua profondamente tra le grandi labbra, gustandomi il succo che raccoglievo tra le sue gambe sempre più divaricate.
Mi spingeva il ventre in bocca e io continuavo con la lingua a cucchiaio ad ingoiare il suo miele, a titillarle il clitoride, mentre lui affonda nel mio culetto completamente aperto, mi sentivo piena, con la sensazione di aprirmi in due, mi sentivo squartare, ho l’ano che brucia, dilatato paurosamente, ma stranamente sto godendo, ora scivola facilmente sotto le sue irruenti a selvagge sgroppate e urlavo dal piacere ogni volta che me lo spingeva profondamente.
Sentivo la nodosità del suo sesso, entrare ed uscire, si teneva saldamente con le unghie infilate nella carne delle mie natiche, avevo il culo in fiamme, ma mi piaceva da impazzire ed ormai stralunata mi sono abbandonata all’orgasmo, lungo, intenso, poi un altro e un altro ancora, con scariche di piacere che partivano dal clitoride e percorrevano la schiena, oramai il piacere mi dominava.
Ho schizzato nella bocca della mamma, come lei ha riempito la mia, la sua figa grondava e ne ho raccolto il suo dolcissimo nettare.
Avvinghiata a mia madre in uno stupendo 69, mentre Gio mi strizza violentemente i capezzoli, aumentando il ritmo dell’inculata e stantufando con forza mi viene dentro il culo con una sborrata incredibile, sentivo il seme caldo, che schizzo dopo schizzo mi riempiva abbondantemente tutto il budello.
Lo sperma mi scivolava lungo le cosce, sgocciolava sul letto, sono piena, mi sento una gran maialina e sono felice di essermi fatta rompere il culo.
Squassata dall’inaudito orgasmo, sono rimasta così in ginocchio col suo sesso dentro di me aspettando che la proboscide si ammosciasse.
Finalmente avevo trovato l’alternativa a quello che non riuscivo a pigliare nella figa, il mio culetto si prestava a profonde e inaudite penetrazioni.
Le sensazioni sconosciute che avevo provato, sono state appaganti, devastanti, non è stata una cavalcata facile, facile, deliravo, tremavo, che emozione, è stato come avevo sempre sognato, un orgasmo con la A maiuscola.
Grazie al grande cuore della mamma, che mi ha permesso di far cadere i miei ultimi tabù, ho capito quanto fosse soddisfacente sentirlo dentro di me e come il sentirsi pieni con il culo aperto al limite, mi portasse all’apice del piacere.
Anche Gio era ridotto come uno straccio, per lui trovare una donna che si facesse rompere il culo non doveva essere facile, ora ne aveva due e spesso, io e la mamma, continuiamo a dividerci il suo favoloso giocattolo per placare le nostre voglie e fiaccare la sua esuberanza.
La complicità con Sara è straordinaria, mi eccita sessualmente e ci desideriamo a vicenda, mi piace toccarle la fica , mi piace baciarla, assaporare i suoi umori e lasciare che mi goda in bocca con la faccia tra le sue gambe ed ogni volta riusciamo a stupire Gio che ci assale trovandolo sempre pronto a soddisfarci, con erezioni da mille e una notte.
Felice di ricevere i vostri commenti, inviare a
gio23@hotmail.it
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