“Voi entrarmi nel culo vero?”
Quando finì di spalmarmi la crema mi misi dietro di lei, le feci colare un po’ di crema sul buchetto che mi offriva stando…”
Ricordo ancora il giorno in cui incontrai Elena e Joe la prima
volta. Joe rispose ad un mio annuncio poi mi telefonò, ci accordammo di trovarci a casa mia, non ci scambiammo fotografie e quindi sarebbe stato un incontro al buio. Dissi loro che li avrei aspettati in macchina all’uscita dell’autostrada in realtà ci andai in moto per vedere che tipi erano senza che loro potessero riconoscere me.
Quando arrivarono mi avvicinai e vidi una morettina con un vestito attillato verde scuro zebrato di nero ed una fantastica scollatura. Joe era un tipo normale più basso di me con un fisico asciutto. Ci demmo appuntamento in un locale vicino. Elena era davvero eccitante, molto allegra, con una bocca che non potevo non guardare ed un bel paio di tette che si vedevano da sotto il vestito.
L’uccello mi cresceva nei pantaloni a vista d’occhio e lei ne era molto divertita. Con la voce un po’ rotta, ma molto sensuale disse di si, che saremmo potuti andare a casa mia, non credevo alla mia fortuna.
Quando fummo a casa Joe volle proporre un gioco. Così bendammo Elena e ci spogliammo, il cazzo di Joe era grosso e ben attrezzato, più del mio devo dire. Lui letteralmente impazziva vedendo la mano della sua ragazza toccare avida e anche se un po’ sapaventata ed insicura i due membri che le offrivamo. La ragazza si lasciò subito andare alle sensazioni leccandosi le labbra e stringendo le cosce.
Elena a letto ci sapeva fare aveva la fighetta ben rasata e un clitoride scuro e molto esposto.
Joe ed io la mettemmo carponi sul letto, io le appoggiai l’uccello sulle labbra e mentre me lo succhiava Joe si masturbava guardandole il culo. Poi le tocco la figa e mi sorrise.
“Ti piace averne due a disposizione…he?” Le diceva.
La piccola succhiava mugolando ed eccitandosi in modo che, sono sicuro, sorprese anche Joe. Presto lui non resistette e le mise l’uccello da dietro nella figa gocciolate cominciando a scoparla con movimenti lenti e decisi.
Dopo un po’ ci scambiammo i ruoli, io andai dietro e Joe davanti, ma io scopo con movimenti vorticosi e così Joe si mise ad accarezzarla e a guardarla godere.
Elena è una femmina calda e passionale una che sa godere e che ha l’orgasmo facile, il mio ritmo poi la faceva impazzire, non ci era abituata e penso che Joe fosse pure un po’ geloso.
La ragazza veniva come una fontanella. Una fighetta davvero spettacolare.
“Chissà se questa puttanella lo prende anche in culo” mi chiedevo. Aveva un culetto invitante con una bella riga profonda ed un bottoncino rosa che tremava ad ogni orgasmo.
Quando Joe la prese sopra di se, il suo grosso cazzo la impalava con forza e lui le stuzzicava il culo con un dito.
Le chiesi all’orecchio se lo voleva in culo, ma lei mi disse di no.
Qualche settimana dopo ci trovammo a casa loro. Non vedevo l’ora di rivedere Elena, mi ero masturbato ogni giorno ripensando alle immagini di quel pomeriggio. Mi sentivo davvero pesare l’uccello nei pantaloni e quando aprii la porta Elena fu come una visione, elegante ma non volgare sorridente e vogliosa, ma quel giorno Joe aveva preparato uno sorpresa. Mi disse che ci avrebbe lasciati soli e che aveva preparato una lettera per noi in camera.
Così se ne andò ed Elena rimase un po’ interdetta. Salimmo in camera, eravamo tutti e due un po’ imbarazzati e l’imbarazzo aumentò quando leggemmo la lettera di Joe.
Lui scrisse che io, in sua assenza, l’avrei dovuta scopare in culo e l’avrei dovuto chiamare al telefono quando l’avevo ben sfondata. Usava volontariamente questi toni volgari perchè erano una coppia elrgante e ricercata sia nell’abbigliamento che nel linguaggio.
Lessi quelle parole davanti ad Elena, bellissima nel suo vestito bianco attillato dal quale si vedevano le curve ed i capezzoli duri sotto il panno. L’idea non mi dispiaceva affatto, ma chissà cosa ne pensava lei.
“Allora che si fa?”
“Non lo so tu cosa dici?” Disse con malizia sorridendo e gaurdandomi di sottecchi.
“Non l’hai mai fatto prima?” Chiesi.
“Non sono cose che si chiedono… queste” disse sorridendo.
Mi avvicinai a lei e la strinsi tra le braccia.
“Io direi di cominciare…” le sussurrai.
Lei non disse nulla e cominciò a spogliarsi. Poi si mise carponi sul letto indossando le calze autoreggenti bianche. Joe aveva preparato della crema lubrificante e così le dissi di spalmarmela sull’uccello.
Lei lo fece stando carponi, la crema era fredda e le sue mani calde.
Ero eccitato fino a scoppiare.
“Te la godi e bastardo…voi entrarmi nel culo vero?”
Quando finì di spalmarmi la crema mi misi dietro di lei, le feci colare un po’ di crema sul buchetto che mi offriva stando chinata, lo spalmai bene e ci misi dentro un dito.
“Fai piano ti prego” disse.
“Davvero non l’hai mai preso?”
“E’ la prima volta…”Rispose.
Prima le spinsi in culo la cappella.
“Ti piace bellezza?” Le chiesi.
“Mi piace perché hai un bel cazzo… dai spingimelo tutto in culo.”
Come si può resistere di fronte a una così stavo per venirle dentro come un ragazzetto, mi trattenni, ma non per molto.
“A me non la dai a bere puttanella” le dissi “non è la prima volta che lo prendi in culo vero? Ti piace fartelo sfondare…vero?”
“Ora voglio sentire come mi vieni dai…fammi sentire il tuo orgasmo sbattilemo in culo maledetto porco”
Così le sborrai copiosamente nel culo togliendoglielo per poi infilarlo di nuovo.
Mi ero completamente dimenticato di Joe.
Ci lavammo e ci sdraiammo sul letto, le grosse tette di Elena appoggiate sul mio torace, mentre mi baciava i capezzoli sorridendo.
“Mi hai detto una bugia vero?”
Mi si avvicinò all’orecchio e sussurrò.
“Quando sono venuti i falegnami a montarmi i mobili c’era un manovale di colore, Joe era via per lavoro, mi sono fatta servire di tutto punto per una settimana. Ogni giorno.”Disse sottolineando con un tono più profondo le ultime parole.
“Che troia…” Le dissi. Intanto il cazzo mi si indurì di nuovo sentendo quella storia.
“Avanti mettiti in ginocchio che ti punisco ancora…puttanella”
Elena non vedeva l’ora e mentre me la inculavo chiamammo Joe, gli feci sentire il rumore delle palle che sbattevano sul culo della sua ragazza.
Lei gli dissde che era molto eccitata che la stavo facendo godere e mentre lo diceva le sborravo in culo per la seconda volta.
Elena si rivestì ed aspettammo Joe.
Quando lui arrivò mi chiese se avevo fatto il mio dovere, gli dissi che l’avevo fatto per ben due volte, per tutta risposta lui la fece appoggiare al tavolo le sollevò il vestito, la toccò e mi guardò come per complimentarsi, poi liberò dai pantaloni il suo grosso affare e lo spinse nel culo della ragazza senza troppi complimenti. Elena sussultò un po’ per il dolore, ma presto cominciò a godere, ansimando per il piacere. La fighetta umida e gocciolante non lasciava dubbi sulla sua eccitazione e presto l’avremmo confortata e soddisfatta fino allo sfinimento dei sensi.
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