Io mi trovo all’interno d’un piccolo bar di periferia, questo bar si chiama ‘Bar Donna Di Cuori’, tuttavia non so perché. E’ accurato, elegante e persino intimo, con pochi tavoli di legno scuri davanti al bancone e alcuni in una saletta sul retro. Questi ultimi, infatti, sono ordinati e puliti, con le sedie ben accostate a distanze regolari, devo confessare e riconoscere che è veramente un bar discreto, raccolto e perfino silenzioso al tempo stesso. Poco distante io vedo un uomo ben vestito e non appariscente, anzi, sembra quasi voler passare inosservato, visto che passeggia tranquillo nel marciapiede, giacché attende qualcosa o qualcuno senza fretta, senza concitazione e senza darlo a vedere. In seguito sbuca una donna vestita in maniera elegante dalla metropolitana, è truccata e pettinata con gusto con un bel vestito che le valorizza il corpo, poi un uomo si volta per guardarla apprezzando vistosamente. Lei si dirige con passo deciso sul marciapiede, ancora pochi passi e in conclusione s’incontrano, si salutano affettuosamente però senza clamorosi eccessi. Al banco il barista li accoglie salutandoli, mentre loro si dirigono decisi verso i tavoli della saletta, lei si libera del cappotto leggero, si siede accanto alla sua sedia, gli sguardi s’incontrano con calore soffermandosi, i suoi splendidi occhi verdi accolgono il suo sguardo, mentre le mani s’incrociano, si prendono una all’interno dell’altra, due mani diverse, accoglienti, calde e ospitali. Con quel modo di fare calmo, progressivamente sorseggiano lentamente le consumazioni calde poggiate sul tavolo.
L’uomo e la donna parlano, si raccontano episodi, passaggi appassionati e persino vibranti, sono come due complici, due ladri del tempo che hanno rubato e sottratto ognuno alle loro vite, scandite, regolate e piene da impegni e da occupazioni d’ogni sorta, perché attualmente si ritrovano a regalarselo a vicenda. Tempo per ognuno di loro che trova senso e sublimazione nel metterlo insieme, nell’associarsi e nel condividere il prezioso bottino, nel concederselo e nell’offrirselo a vicenda. Si può notare che parlano con calma e con imparzialità , si esplorano con le parole, con gli occhi, si perlustrano dentro i pensieri scambiandosi le sensazioni, si setacciano intimamente le anime, forse desiderando perlustrazioni ugualmente intime, però appassionate, erotiche e passionali. Nel tempo in cui parlano, le loro mani continuano e rimanere unite come una specie di passaggio, come un canale che trasmette emozioni e sensazioni altrimenti non comunicabili né divulgabili, infine s’accarezzano le mani, si sfregano, si massaggiano, giocano con le estremità delle dita, s’esaminano le pieghe, le morbide asperità superficiali, in seguito cambiano posizione come una specie di danza sensuale incrociandosi e unendosi.
Le parole sono interrotte da brevi silenzi, in realtà c’è e si percepisce una calma intensa e densa di sguardi e di carezze, a volte queste interruzioni sono riempite da piccoli baci, sul viso, sulle labbra, alcuni appena accennati, altri leggeri con le labbra che si toccano appena, altri più febbrili, lussuriosi, capaci di regalare profumi e sapori, piccoli giochi di labbra e di lingue. Dopo ancora sguardi, nuovamente carezze, al momento parole e ancora baci. Adesso entrambi s’alzano e dopo aver pagato la consumazione escono dal locale, fuori però vengono aggrediti bruscamente dal rumore del traffico e dall’odore aspro e penetrante dello smog, allora si muovono affiancati senza toccarsi, camminano sul marciapiede di quel viale come due conoscenti che s’avviano a un appuntamento comune. Avanzano per qualche minuto, si fermano davanti a un anonimo portone d’un qualsiasi palazzo di periferia, entrano e salgono le scale in silenzio ed entrano in un appartamento.
Quell’abitazione in verità non è grande, però è arredata con gusto e con ricercata sobrietà , le piccole cose sono messe al posto giusto, è accogliente, fresca e per di più luminosa. Appena entrati, invero, magicamente sparisce quella foschia fredda che li ha accompagnati sulla strada, poco a poco il calore dell’intimità cercata e creata nel bar riprende il sopravvento, dato che si scambiano dolci tenerezze, s’accarezzano e si baciano con intensità e maggior passione. In quell’istante si sciolgono piano piano i nodi e i legami che di continuo l’imprigionano e li trattengono all’altra vita, perché al presente c’è solamente questa vita, la loro vita, il loro tempo rubato, sì, perché dietro loro stessi hanno lasciato il bambino che continua a giocare mentre sente in lontananza la voce del genitore che lo chiama a casa e lui fa finta di niente, c’è lo sfacchinare giocoso del cavallo nel suo ampio recinto appena liberato dai finimenti del lavoro, c’è il battito d’ali della farfalla inconsapevole e incurante della brevità e della limitatezza della vita e via discorrendo. Al momento ambedue s’aiutano reciprocamente a liberarsi dagl’indumenti facendo in modo d’avere sempre un contatto tra di loro, qualcosa che li tenga uniti, in conclusione spogliandosi si scoprono a vicenda e la scoperta dei loro corpi non è così diversa dalla scoperta delle loro anime, per il fatto che non c’è niente di nuovo e ugualmente è una nuova scoperta, come una valle alpina che conosci e pur sempre t’appare diversa, come un mare solcato mille volte che assume colori mai visti. La bocca e la sua lingua si soffermano a baciare e ad assaporare le parti di pelle che via via si scoprono, le spalle, il collo, anche l’intimo sparisce lasciando libero lo sguardo ai seni, che l’uomo timoroso non va ad accarezzare, però quasi in adorazione bacia delicatamente andando ad assaggiare i capezzoli già eccitati e rigonfi di desiderio.
Lei accarezza le sue spalle e la sua schiena, bacia e lecca delicatamente la pelle e quasi per imitazione si sofferma a lustrare i piccoli capezzoli. C’è un letto fatto che nessuno dei due si preoccupa d’aprire, ma s’adagiano lentamente continuando a baciarsi con passione. L’uomo è appassionato dal gusto della sua pelle che bacia e lecca avidamente, dato che si sofferma sulle ambrate areole mordicchiando con le labbra le piccole punte sporgenti succhiandole delicatamente, digrada verso il ventre piatto, gioca con l’ombelico e s’inoltra più in basso verso i foltissimi peli curati del pube e la profumata fica dischiusa. Il profumo è inebriante ed è come un riflesso condizionato, la lingua va a cercare il dolce solco, fonte di quel liquore di piacere che la donna adesso sente crescere dentro di lei. Piccoli sospiri e gemiti di piacere pervadono attualmente il silenzio della stanza, mentre l’uomo lecca ogni piega di quel bocciolo e affonda la lingua fino a trovarne il nettare più nascosto, poi solletica il clitoride, che immediatamente scarica l’elettrico piacere verso il cervello pronto e reattivo di lei, che senza opporsi s’arrende all’orgasmo naufragando beatamente nel piacere. L’uomo continua a giocare con la lingua raccogliendo il liquido piacere che l’orgasmo ha prodotto e andando a cercare l’orifizio più stretto d’adorare e da sacrificare, la donna generosa e indulgente aiuta la ricerca, affinché la lingua possa trovare il suo nido nascosto, i fluidi si mescolano amabilmente rimestati dal sapiente lavoro della lingua che inumidisce, spalma e penetra.
Lei si muove piano, gioca con lui, gode di lui e vuole essere presa, poi si sposta e invita tacitamente l’uomo a prendersi e a darle piacere, l’uomo già molto eccitato appoggia il glande congestionato all’uscio scuro del tempio, lentamente entra dentro di lei che lo accoglie morbida, in seguito affonda prendendosi tutto ciò che può, forse più di quello che merita. Progressivamente stringe, s’allontana e affonda nuovamente, la testa si scuote come un pallone preso a calci, il piacere e l’orgasmo stringono la gola, lo scroto si contrae incontrollato, lo sperma allaga invadendo le sue viscere, mentre lui l’abbraccia teneramente. Vicini accoccolati sul letto entrambi s’accarezzano baciandosi, si parlano sotto voce come se qualcuno potesse scoprirli, perché così come dei vestiti delicati appena usciti dalla lavatrice, stropicciati e spiegazzati, anche loro cercano d’appianare le dolci pieghe che quell’esperienza ha lasciato e che la loro memoria non potrà dimenticare né giammai ignorare. In questo momento è ancora più difficile ritrovare la strada della vita che appare aver impresso e segnato per loro.
Insieme, infatti, aiutandosi ripetono i percorsi che li hanno portati fin là , riavvolgendo silenziosamente quell’astratto e quell’invisibile filo che al contrario della leggenda, invece di ricondurli fuori, li porterà verso quel labirinto di convenzioni e di legami che entrambi ben conoscono.
{Idraulico anno 1999}
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