L’incontro con il cliente si è protratto fin nel pomeriggio e io non ho alcuna voglia di rientrare a casa. Desenzano fuori stagione e il fatto che ormai stia calando la sera sul questo venerdì mi fanno decidere di fermarmi per il weekend.
Ho sempre la valigia in macchina, pronta per ogni evenienza, raggiungo il mio albergo di fiducia e prenoto per due giorni. Butto la borsa in camera, mi metto l’accappatoio e mi dirigo centro benessere. Ho bisogno di dedicare del tempo a me stesso.
La stanza è già calda e colma di vapore. Un uomo sulla cinquantina siede alla sinistra della porta. Saluto e mi dirigo alla panchina. Mi rilasso e lascio che il vapore penetri dentro me, riempiendomi dei suoi benefici effetti. Lo sento sulla pelle, nei pori e nei polmoni. Tutto lo stress accumulato in quelle settimane di lavoro serrato si scioglie nel profumo di erbe sprigionato dal braciere.
‘Si sta bene qui, vero?’ la voce del mio compagno di sauna mi risveglia dal torpore che mi ha avviluppato. Ha un accento nordico, forse tedesco, ma il suo italiano è perfetto.
‘Molto. Adoro il Lago di Garda e questo albergo è il mio preferito. Ci passerei la vita.’ sorrido e penso ad una vita senza preoccupazione alcuna, passata a cambiare stanza d’hotel e a farsi servire e riverire. Utopia irrealizzabile.
‘Anche io e mia moglie ci veniamo spesso.’ e inizia a raccontarmi dei loro viaggi e delle loro preferenze. Hanno visto molti paesi del mondo, qualcuno l’ho visitato anch’io e ci scambiamo pareri sulle nostre esperienze. Hanno dei grandi progetti per quando andranno in pensione. Io penso al fatto che non credo avrò mai una pensione, ma le sue parole sono morbide nonostante l’accento e mi cullano in quel momento di relax.
‘Porti le mutande sotto l’asciugamano?’ mi chiede senza preamboli.
Mi risveglio dal torpore e e rispondo che in sauna vado sempre senza indumenti intimi.
Lo vedo sorridere attraverso il vapore. ‘Bravo.’ dice, ‘E chissà cosa nascondi lassotto.’
Arrosisco, ma la sauna maschera il mio stato. ‘Niente di speciale. Tutto nella norma ma solo poche persone si sono lamentate. E adesso sono ad un punto della mia vita in cui non mi preoccupo di queste cose. Se ti piaccio mi prendi, altrimenti ognuno per la sua strada e nessun problema.’
Sorride ancora ma in maniera molto più maliziosa.
‘Ti dispiace se anch’io do la mia valutazione?’ senza attendere risposta si alza e mi si siede vicino. Questa situazione comincia ad eccitarmi e sento il cazzo gonfiarsi leggermente.
‘Prego.’ dico aprendo l’asciugamano e mettendo in mostra il mio sesso barzotto.
L’amico ha un moto di approvazione. ‘Chi si lamenta di questo non capisce nulla.’ dice. Poi allunga una mano e inizia ad accarezzarmi l’uccello che si fa sempre più duro. ‘Posso?’ mi chiede sorridendo a pochi centimetri dal viso.
‘Certo.’ rispondo, ‘Non sarò io a fermarti.’
Mentre mi sega mi bacia il collo. L’uccello tra le sue mani pulsa di desiderio. Mi allungo anch’io e gli afferro la nerchia sotto la salvietta. Ha un bell’attrezzo. Non lungo ma grosso e gonfio. Ci masturbiamo piano, assaporando il contatto della pelle sudata nel calore della sauna. Poi l’amico si solleva e mi mette le mani sulle spalle facendomi sdraiare sulla panchina di abete.
Si incrocia a me e abbiamo i cazzi davanti al volto. In un attimo lo faccio sparire tra le labbra e inizio a succhiarlo. Lecco ogni riga e ogni vena di quel bell’uccello duro.
Sento che lo stesso lavoro viene eseguito sul mio sesso. è bravo nel pompino, non è un novellino in quest’arte.
Gli allargo le chiappe e con un dito vado a stuzzicargli il buco del culo. Geme di piacere e sento i muscoli rilassarsi. Mi porto il dito alle labbra e lo inumidisco con la saliva. Torno al suo buchetto e lo penetro con calma. Quando sono dentro tutto lo sento stringermi il dito. Mmmmmm che voglia di affondare il cazzo in quelle carni.
Lui ripete il mio gioco e lascia cadere una goccia di bava sul mio ano, che si rilassa per accogliere le sue attenzioni. L’amico pompa con la bocca e lascia scorrere il dito dentro di me. L’eccitazione dei nostri corpi riempie la sauna, calda ora non più solo per il braciere.
‘Ich comme!’ mi dice togliendo la bocca dalla mia asta ma stringendola sempre con la mano. ‘Sie sind wunderbar!!!’
‘Veniamo insieme, allora.’ gli rispondo.
Riprendo il suo uccello in bocca e affondo di più il dito nel suo culo. Sento l’orgasmo salire dai miei coglioni e il suo esplodere sulla mia lingua. Il primo fiotto mi colpisce la gola, non mi tolgo. Lo voglio bere tutto. Ne ha tanto, caldo, di un buon sapore salato e profumato.
Lui invece estrae la mia nerchia nel preciso istante in cui erutto e dirige gli schizzi sul volto e sulle guance. Si ritrova coperto del mio seme e lo sparge con la mia cappella rovente. Mi accarezza le palle tese dalla sforzo del coito e un brivido intenso mi percorre da cima a fondo.
Siamo esausti. La fatica del 69 e il caldo della sauna ci hanno succhiato ogni energia. Ci sdraiamo sulla panchina di legno a riprendere fiato.
‘Non so ancora come ti chiami.’ gli dico tra un respiro e l’altro. ‘Io sono Giorgio.’
‘Piacere, Franz.’ Dopo la sauna ci facciamo una doccia gelata per far tornare il sangue ai capillari e per riprenderci dalla fatica sessuale. La doccia sortisce i suoi effetti e mi sento rinvigorito. Poi saliamo in camera e ci diamo appuntamento al ristorante sotto l’albergo.
Conosco Inga, la moglie di Franz, seduti al tavolo davanti allo spiedo alla bresciana e a una bottiglia di Garda Classico. Come Franz, è una teutonica DOC. Alta, bionda, dagli occhi chiari e gli zigomi alti, un sorriso aperto e gioviale. Il suo italiano è ottimo come quello del marito. Il petto prorompe dal vestito nero e non si può fare a meno di perderci la vista.
Passiamo una bella serata allegra chiacchierando di tutto e un po’, dei nostri viaggi e dei loro figli già grandi che studiano in varie scuole della Germania, mentre il mio è ancora piccolo e coccolato da genitori, nonni, zii e cugini vari.
Con la scusa di provare il mio dolce, Inga avvicina la sedia alla mia e si china su di me. Mentre una mano raggiunge il dessert, l’altra si appoggia sulla mia patta. La guardo un po’ stupito e lei mi sorride. ‘Buono questo Tiramisù.’ e mi accarezza da sopra la stoffa. ‘Per la frutta sei già pronto: una banana. Ahahahaha!!!!’
Rido anch’io e ride pure Franz. Chissà se hanno concordato questo gioco mentre si preparavano per la cena oppure se è un’idea di Inga.
La sua mano si fa sempre più audace. Mi stringe l’uccello che s’è fatto duro e nel frattempo chiacchiera con noi come se niente fosse.
Con maestria mi slaccia la zip dei pantaloni e riesce a far saltar fuori il cazzo. Me lo sega lentamente, muovendo la mano fino a coprire tutta la cappella e poi tirando fino alla base quasi a farmi male.
Io cerco di restare impassibile, ma in queste condizioni mi risulta difficile. Lascio che siano i miei commensali a tenere le fila del discorso, io annuisco e rispondo a monosillabi. Per fortuna la sera volge al termine e solo pochi avventori rimangono nel locale. Il rischio più grosso è quello dei camerieri, ma anche loro cercano riposo vicino alla cassa.
‘Che bel cazzone che hai!’ mi dice Inga vicino al volto. ‘Aveva ragione mio marito che meriti un bel 10! Chissà quando lo sbatti in culo come fai godere i tuoi partner.’
Deglutisco. Ho il cervello in panne. Cerco qualcosa da dire ma tutto si focalizza sulla mano di Inga che mi mastruba in mezzo al ristorante.
‘E chissà come è buona la tua sborra’ Quello stupido di mio marito non l’ha bevuta, ma io lo farò, mi piace la sborra.’
Franz ride e dice che siamo proprio una bella coppia. Che anche io assomiglio molto ad un tedesco, soprattutto come mentalità. Noi italiani viviamo il sesso molto combattuti, tra quello che pensiamo sia giusto fare e quello che ci hanno sempre detto che non va assolutamente fatto. Fatichiamo a seguire le nostre passioni, a realizzare i nostri sogni per troppa pudicizia.
Io seguo il discorso come se mi trovassi dentro una nuvola di cotone, coi suoni che arrivano in ritardo e ovattati.
Inga continua a menarmi l’uccello e mi sussurra parole sconce. Mi dice che vuole farsi fottere davanti e dietro, a quattro zampe, farsi riempire di sborra tutti i buchi; che poi mi rende il favore col suo strap-on. Si scopa me e suo marito mentre noi ci succhiamo a vicenda. Dice che vuole vederci leccare il suo strap-on dopo che ce lo ha infilato nel culo. Mi riempie la testa di porcate immonde e la mia eccitazione, già elevata, raggiunge livelli stratosferici.
‘Dimmi quando vieni, non farlo di sorpresa.’
Riesco solo ad annuire. Sento le palle tese e il caldo avvolgere il mio bacino. Inga continua con le sue fantasie, che saranno poi solo fantasie oppure sono già state messe in pratica? Mi dice che ha la figa in un lago di umori, che per fortuna ha messo le mutandine altrimenti avrebbe fatto la macchia sul suo vestito preferito, che non vede l’ora di sentire la mia lingua sul suo clitoride eccitato, farmi bere il suo squirt.
‘Sborra, meine Liebe, sborra per me.’
‘Vengo.’ le dico in un sussurro strozzato e lei serra la mano intorno alla mia cappella per raccogliere tutto il mio nettare. Chiudo gli occhi e cerco di non gridare dal godimento, afferro un bicchiere e lo porto alle labbra come diversivo. Ne bevo un sorso. Sento i fiotti schizzare dalle mie palle fino alla mano di Inga, uno, due, tre, non so quanti, ma finalmente l’orgasmo si placa, solo qualche spasmo residuo percorre il mio fallo.
Inga toglie la mano e la riporta sopra il piano del tavolo, prende il bicchiere del sorbetto vuoto e ci lascia cadere il mio sperma. Franz la guarda e annuisce. Io devo ancora trovare la forza per rimettermi in ordine sotto la tovaglia. Si pulisce la mano nel tovagliolo e solleva il calice verso di me. Ne ho dato molto nonostante il 69 con Franz.
‘Prosit.’ dice Inga e beve il contenuto tutto in un sorso. Si lecca le labbra e appoggia il bicchiere.
‘Molto gustoso.’ sorride maliziosa e si alza. ‘Io salgo. Vi aspetto in camera.’
La guardiamo sculettare fuori dalla sala. ho il cervello che fuma dalle troppe emozioni e il cazzo che vibra dentro le mutande stropicciate. Non avrei mai pensato che un weekend di puro relax si sarebbe trasformato in una maratona di sesso con due persone così fantastiche. Tolgo il cazzo dalla figa gocciolante di Inga e Franz vi si getta con voluttà. La lecca e la succhia e si beve tutta la broda di sua moglie. Non avrei mai immaginato che una donna potesse scaricare tanto. Sembra quasi che pisci.
L’ho già scopata davanti e dietro. Entrare nel suo sesso è come entrare in un’accogliente ostrica calda, e grazie ai suoi umori vaginali anche la strada anale è facile da percorrere.
Mi sento in forma smagliante, ho già sborrato in bocca a Franz pomeriggio, Inga mi ha fatto una sega al ristorante, stasera ne avrò per molto.
‘Fotti lui, adesso.’ mi dice Inga prendendo uno strap-on dal comodino. ‘Io intanto ti rendo il piacere.’
Davvero una gran porca.
Franz si sdraia a pancia in su e si tiene le gambe con le mani mettendo in mostra il suo buco pulsante. Io avvicino la mia asta e spingo. Lo sento cedere sotto la mia pressione e in un paio di colpi gli sono dentro. Vedo il suo uccello vibrare di piacere, glielo afferro e lo stringo.
Inga mi si avvicina da dietro indossando il fallo di gomma. Luccica nella penombra grazie al lubrificante. Le mani della donna raggiungo il mio ano e lo cospargono di liquido. Il contatto freddo con la mia carne calda mi fa tremare. Affondo fino al pelo nel culo di Franz e lo tiro a me.
Inga lavora sul mio buchetto. Sento le sue dita accarezzarlo e spingere per entrare. Rilasso i muscoli e le accolgo. Mi massaggia le viscere, entra ed esce. Intanto il mio uccello è avvolto dal calore del culo di suo marito.
‘Bravo, bravo, porcellone.’ mi dice leccandomi un lobo. ‘Mi piaci così maiale.’ toglie le dita e affonda con lo strap-on. Il primo impatto di dolore lascia posto al piacere in meno di un secondo. Imprimo il ritmo alla chiavata e Inga mi segue come se avesse un cazzo vero. Franz gode mentre lo fotto e lo sego.
‘Non resisto più.’ grida ‘Ich comme!!!!!!’ e dal suo uccello schizzano calde gocce di sperma che gli imbiancano il ventre. Sento il suo calore appiccicoso sulla mia mano. Continuo a segarlo anche quando ha finito di sborrare. Lo accarezzo col suo stesso seme. La sua pancia ne è coperta. Franz ha un viso rilassato e soddisfatto.
Da dietro, intanto, Inga continua a montarmi come un uomo, eccitato per giunta. Il suo fallo di gomma mi scorre nel culo, stimola la prostata. Mi sfilo dal buco di Franz per non inondarlo. Voglio accontentare Inga per quello che mi ha chiesto al ristorante: Vuole bere la mia sborra e non sarò certo io a negargliela.
Mi metto a quattro zampe per accoglierla meglio. Lei si dà da fare, mi tiene per i fianchi e continua a darmi del porco maiale. Mi rifila anche delle sberle sul culo, la mia libido sale alle stelle. Afferro il cazzo moscio di Franz e lo tocco. Lui si porta sotto di me e lecco il suo sperma, il suo uccello, le sue palle. Il suo sapore mi invade il cervello. Ho il cazzo duro come un pezzo di marmo.
inga si toglie da me e sbatte il dildo nel culo di suo marito che geme di voluttà. Lei è davvero una maiala di prima categoria. Mi porto alle sue terga e le restituisco quello che mi ha appena donato. Le sfondo il culo tirandola a me per i fianchi. Ora sono io che conduco il gioco e do ritmo alla scopata. I suoi umori vaginali mi colano sulle palle. Riesce a venire di figa anche quando la scopi nel culo.
‘Non dimenticare quello che voglio.’ mi dice leccandomi la faccia. ‘La tua sborra”
‘Sarà tutta per te.’ le rispondo sfilandomi dal suo ano.
Ci sdraiamo tutti e tre sul letto nel triangolo orale. Io succhio Franz, che si è risvegliato; Franz succhia il dildo di Inga e quest’ultima si dà da fare sul mio sesso eccitato. Pompa e sega, strizzandomi le palle e massaggiandomi il buco del culo aperto.
‘Vieni, meine Schwein, dammi il tuo seme.’
Mi rilasso e mi godo il suo pompino. Le palle tirano e si gonfiano prima dello spasimo finale. Gli schizzi eruttano violenti. Il mio sperma caldo colpisce la bocca di Inga che accoglie tutto il mio carico e ingoia tutto il mio nettare.
Anche Franz riesce a regalarmi qualche goccia di sperma sulle labbra. Le lecco e le assaporo.
‘Sie kam.’ dice Franz ‘Sei venuta ancora, meine Blume’ ha tutte le mani fradicie dei succhi di sua moglie.
La tensione sessuale si rilassa, tutti e tre crolliamo sul letto fissando il soffitto. Le mani cercano ancora i corpi dei partner, ma ora come gesto di puro affetto e non di frenesia erotica.
Inga si alza, con ancora indosso lo strap-on, e dal frigo-bar toglie tre birre.
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