La competizione del RodBuilBass che si è tenuta a W. Questo pomeriggio non è andata bene. Miriam è arrivata secondo dietro Kally una nera molto quotata. Mia moglie puntava al successo, si era allenata duramente come sempre, ma Kally aveva un altro passo. Con i punti del secondo posto Miriam non ha i numeri sufficienti per passare professionista. ‘Andrà meglio la prossima volta…sei la migliore lo sai…se ne accorgeranno anche i giudici una maledetta volta!’ le dico mentre si sta cambiando. Il suo volto è teso e l’aria è quella di una sconfitta. Ha gli occhi lucidi, lei non è una che piange(l’ho vista piangere solo 2 volte in 5 anni..)e vorrebbe già essere via. Le altre donne festeggiano Kally e le foto sono solo per lei.
Torniamo a casa verso le otto di sera. Miriam scaraventa la borsa per terra e si butta sul divano affranta. Mi siedo vicino a lei: ‘..ehi…non fare così..vedrai andrà meglio la prossima volta, ne sono sicuro! Sei la migliore, non dimenticarlo…’ lei mi guarda. Il suo volto segnato dagli allenamenti è duro, incazzato, deluso. ‘sei dolce..ma ecco…non mi va giù…’ ‘Dai Miriam! Hai un fisico perfetto, ti alleni dura, sei sexy e decisa, vincerai, ne sono sicuro!’ ‘..non so…forse dovrei..’ ‘Non dire stupidate! Hai bisogno solo di apparire di più!’ ‘Come?’ ‘Visto quella troia di Kally?’ ‘..?’ ‘Quella troietta è sempre in tiro…perizoma, tette gonfie-lo so che sono false, non come le tua, splendide-trucco sparato, gioielli,ecc.bene..tu devi curarti di più..dobbiamo trovare un look più aggressivo..più audace..i giudici tengono conto anche di quello, se sei più sexy…ecco..’ ‘Ma io non sono una troia!’ ‘Certo che no! E tu sei più bella di Kally, ma devi impressionare il pubblico e i giudici. Domani andremo a cercare un nuovo costume di gara, più spinto..più..che farà impressione!’
‘..beh..non so..io..’ ‘Tu sei la bodybuilder più sexy del mondo e la più bella, la prossima volta al RodBuilBass farai furore! E passerai profesionista!’ ‘..non so…’ è stanca. Delusa e arrabbiata. La stringo a me. ‘Lascia perdere..non ho certo voglia…’ ‘no..no..cara…no voglio solo rassenerarti…anzi..senti…perchè non ti sfoghi un po’ col tuo maritino?’ ‘Eh?’ ‘Sì, ci sono qua io..preditela con me!’ ‘..?’ ‘..mollami un paio di schiaffi alla tua maniera..per scaricare la tensione..su..colpisci..sono qui per te…cosa serve un marito ad una come te? Se non per schiaffeggiarlo un po’?’ ‘Ma tu oggi…non mi va…sei così premuroso..’ ‘Ok,ma forse se ti scarichi un po’ andrà meglio…ti libererai delle tossine della gara…’ ‘umhhh…cioè…’
‘Dai!’
‘Ok! Ma voglio sculacciarti!’
‘Giusto! Una vera moglie sa come trattare suo marito!’ e rido. Anche lei lo fa.i suoi occhi brillano per la prima volta nella giornata.
Poi torna seria. Si alza di scatto e mi prende in braccio. Mi tira su come un cuscino. Senza fatica. I suoi muscoli tirati mi tengono in aria. ‘SEI MIO!!’ dice.
Sento la sua forza . Mi sbatacchia sul divano. Mi toglie la polo e mi strappa a forza gli short. ‘Adesso ti faccio vedere….maritino….’ e mi rigira con un paio di mosse rapide. Mi solleva e catapulta a pancia in basso con una facilità incredibile. è vero sono suo. In suo possesso. Mi rifila un paio di sculaccioni giusto per allenamento, quindi passa a colpire duro. SKIAFF SKIAFF SKIAFF fanno le sue mani pesanti, truccate, dure sul mio culo secco. SKIAFF SKIAFF con rabbia. Ride. Si diverte. Io sono già col culo rosso. Sento male, ma voglio che si sfoghi, che stia bene, SKIAFF SKIAFF ancora. Mi sistema meglio sulle sue ginocchia. Io disteso per lungo sul divano il sesso e il culo sulle gambe muscolose di mia moglie che ci va giù di mano. SKIAFF SKIAFF ride e urla. Fa roteare le sue mani e poi colpisce. Dura. SKIAFF SKIAFF. Mi spinge la testa su un cuscino. Ride. Urla e sta meglio, la sento. Il suo corpo d’acciaio riflette un umore migliore. Si sta eccitando, sento il suo clitoride enorme gonfiarsi al contatto con la mia pelle. SKIAFF SKIAFF va avanti. Urla di gioia e il clitoride si gonfia. SKIAFF SKIAFF. Le sue mani sono pesanti ma sono quelle di mia moglie e quel suo sfogarsi le farà bene. ‘Grazie..grazie…’ dico per farle capire che la amo. SKIAFF SKIAFF risponde lei. Mentre mi sculaccia con una mano, sento un suo dito ravanare il mio culo, spinge, entra, esplora. SKIAFF SKIAFF. Il dito penetra. Il cazzo mi si rizza e incontra il suo clitoride. Miriam mi tiene saldo a sé. Siamo due corpi che godono. SKIAFF SKIAFF minaccia. Ride. Urla. Il mio cazzo è sempre più duro. Il suo dito esplora, spinge, esce, torna alla carica. SKIAFF SKIAFF. Il dito va avanti e indietro nel mio culo. SKIAFF SKIAFF. Il mio uccello è grosso, spinge contro il sesso di mia moglie. SKIAFF SKIAFF continua quella e mi ravana il culo. Sto godendo per il dito nel culo, per mia moglie bodybuilder che mi domina, che si fa gioco di me sculacciandomi e sono stato io a spingerla, per rassenerrla. SKIAFF SKIAFF perchè voglio che stia meglio,perchè la amo. SKIAFF SKIAFF. Il dito nel culo avanza, esce, entra, il mio cazzo è di marmo. SKIAFF SKIAFF e dito. SKIAFF SKIAFF. Imperversa, prosegue, spinge. SKIAFF SKIAFF.
Alla fine mi sento di venire. ‘Scusa..non ce la faccio..più..io…io…scusa…’ lei mi guarda. Mi prende in braccio con una mossa sola. Mi mette il corpo sul suo. Il mio cazzo è durissimo. ‘vienimi sulle tette..baby…avanti…te lo concedo…’ mi tocco. è bello. è la prima volta che Miriam mi concede ciò. Sono eccitato e felice. Mi masturbo. Il suo corpo muscoloso ed aletico a mia disposizione! Di colpo afferra il mio cazzo e mi tira una sega! è fantastico! Per la prima volta la sua mano vuole darmi piacere !non resisto, godo a fontana..spruzzo sulle sue tette, sulla sua pelle ancora segnata dallo spray scuro pre-gara, sulla sua pelle dolce che sa di donna, di atleta, di padrona. Vengo godendo come un maiale!
‘Ripulisci bene con la lingua e preparami la vasca!’ ordina con quella sua voce sexy e bassa.
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Il giorno dopo mandai dei cioccolatini a Miriam e una lunga lettera nella quale la incitavo a non arrendersi e continuare ad allenarsi, i risultati sarebbero venuti. E poi le dicevo che per me era la più bella atleta del circuito.
Mi telefonò un paio di giorni dopo. Era triste. Suo padre era andato via quella sera. Germania, non lo avrebbe visto per mesi.
i cioccolatini mi faranno ingrassare, ma non li avevo mai ricevuti…sei gentile con le donne..
…ti consiglierò qualcosa per smaltirli velocemente, ma adesso goditeli…ti faranno bene all’umore e ti faranno sentire meno triste…ti piace la cioccolata?
..sì, molto, da bambina ne ero golosa, mio padre me ne regalava in quantità, ma adesso non la mangio mai..
a tutti piace la cioccolata..fai come ti dico, mangiane qualcuno..e starai un poco meglio…
..lo farò..e..ecco…grazie per venire sempre a sostenermi..sei l’unico…sono sempre sola…e…
…sei la migliore, la più forte…
…grazie…sei gentile…
…senti…perchè non ci vediamo qualche volta? Una cenetta…un cinema,,,che ne dici?
…non so…ti ho già detto..cioè…io…
…dai…
..ecco..io….
andiamo Miriam, fammi questo regalo…una sera…io e te…una cenetta romantica…
..non sono una tipa romantica…la gente mi guarda quando sono fuori…mi guardano come se fossi una bestia rara…
sei bellissima Miriam..
…grazie…ma so di non essere bella…fuori dal palco..odio che la gente mi guardi…
potremo mangiare in auto…
ah..ah…
dai Miriam…
..ecco…
Alla fine accettò e dopo un paio di mesi di corteggiamento ed uscite andai a vivere da lei. Mi presentò suo padre. Ben mi trattò come uno stronzo pappamolla, per lei voleva un bodybyuilder professionista non un tipo magro e normale come me. A cena disse apertamente che mi trovava un coglione. Miriama ci rimase male. Ma il giorno dopo Ben partì per la Cina.
Quella notte dormii nel letto di Miriam. Lei era triste. L’abbracciai e attesi una sua reazione. Era buffo che le mie esili braccia tenessero quella massa di muscoli allenata e soda, ma ci riuscii. Passarono lunghi minuti, poi Miriam si voltò dalla mia parte, mi prese la faccia fra le mani e mi baciò sulla bocca. Le sue labbra carnose mi presero l’anima. Ci baciammo a lungo, poi presi a toccarla, a baciarle i muscoli delle braccia, le vene in rilievo, la pelle liscia e tonica. Miriam stava in silenzio senza mostrare grosso piacere. Passai alle tette, le palpai e baciai, i capezzoli duri, le mammelle. Miriam non si muoveva, teneva gli occhi chiusi, lontana al solito. Le baciai le gambe e leccai, quindi tolsi le mutandine e mi ritrovai davanti quel clitoride enorme, una bestia mai vista prima. Lei si alzò:
cosa c’è? Non ti piace?
..no..anzi…è bello…è tuo…è come sei tu…straordinaria….
..oh..sei così gentile…baciamelo…baciamelo…ti prego…
Mi gettai su quel pezzo di carne e lo succhiai, lo succhiai e lo spompinai come un piccolo cazzo, era profumato e delicato, mi piaceva, Miriam mugolava di piacere finalmente ed io ero contento. Continuai a leccarlo e ciucciarlo. Sentii gli umori di Miriam farsi strada nella sua figa, non ancora bagnata, ma quantomeno umida. Dati i risultati continuai il mio lavoro, toccavo le tette di Miriam passavo da succhiare il suo clitoride a baciare la sua pelle tesa e dura, baciavo e leccavo, affondavo la mia bocca nel suo corpo e nel suo sesso, quel clitoride gigante mi ammaliava. Con il mio modo di fare detti sensazioni piacevoli a Miriam perchè piano piano prese a eccitarsi e gli umori impregnarono la sua figa e mi accorsi che si stava bagnando come una donna, lei non dava molto spazio al mio amore ma sembrava divertirsi o almeno non le dispiaceva la mia lingua e le mie mani. Ciucciando il clitoride gigante infilai un dito nella figa e leccai e la masturbai. Con lentezza e passione le feci un ditalino mentre le leccavo e succhiavo il clitoride che pulsava. Miriam si inarcò, mi tenne la testa sul suo sesso depilato, odere di donna palestrata, sudore, sale, creme, sforzo, era una pelle fantastica, toccai il suo corpo perfetto mentre mi teneva le testa sul suo sesso. Venne mentre il mio dito la infilzava, la mia mano la toccava tutta, la mia bocca ciucciava il suo sesso di donna.
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Dopo quel primo rapporto sessuale, io e Miriam iniziammo a fare coppia fissa. Uscivamo, andavamo a ballare, mi piaceva fammi vedere assieme a una donna come quella, coi muscoli enormi, forte e minacciosa, truccata per uscire Miriam era sexy e mi faceva arrapare, ma lei non amava né il sesso né le smancerie. Odiava i bacetti e le coccole, le considerava robe da femminucce, a letto si concedeva raramente o per via degli allenamenti o perchè era stanca o perchè semplicemente non le andava:
Lo sai cucciolino che il sesso non fa per me…
..ok, dolcezza, ti amo ugualmente..lo sai…
Ma Miriam mi faceva tirare il cazzo, vederla sudare alla panca o coi braccieri in palestra era una figata enorme, mi eccitava da morire..quei muscoli guizzanti, scintillanti e potenti, quel seno gentile di donna, quel volto incazzato, le gambe sode e robuste.
Così per sfogare la mia passione per le donne muscolose ricorrevo alla vecchia Chabby che riceveva a W. E. 1005. passavo dei pomeriggi da lei a farmi soffocare dai suoi muscoli a leccarle il culo ad essere sculacciato e sbattuto a terra più volte, prese come un impiccato, trascinato per terra, sbattuto, sculacciato sonoromente come un cattivo ragazzo…quindi lei mi concedeva di masturbarmi mentre le leccavo la passera.
Una volta però mi parlò di una sua amica, una nera, Suvva, che era più giovane di lei e più forte. Costava di più, ma era un’amica e le faceva piacere passarle un cliente come me.
grazie, Chabby, sei un’amica.
Ti piacerà dolcezza, è una cavalla bella tosta Suvva, ti domerà a dovere..culo bianco!!
Telefonani a Suvva e presi un appuntamento per un sabato che Miriam andava a trovare la madre a P.
Mi presentai alla porta e un donna, alta sui degli stivali neri coi tacchi vertiginosi, mi sorrideva. Era una figa incredibile! Tozze gambe di ebano scolpito sopra gli stivali, un corpo scolpito di addominali scintillanti e tartarugosi, un seno pieno, tondo, rifatto ma in mezzo a quel trionfo di muscoli neri era perfetto. La faccia era piccola, occhi scuri, la bocca, ai lati segnata da rughe profonde e come tagli, ma nel complesso non mostrava più di 40 anni. Mi fece accomodare e mi chiese cosa volessi fare.
vorrei essere tuo..preso da te…come..
come preferisco?
Sì
capisco
..ecco…fai tu..io ..ecco..tu sei bella…e io amo le donne come te…
come me? Con in miei muscoli?
E mi punto un bicipite in faccia, gonfiò il muscolo e le vene brillarono nella camera. Mi fece segno di baciarlo e lo feci con gioia. Lo baciai pensando a quello di Miriam. Suvva era tosta. Odorava di borotalco e sudore, di topa in calore e di dominatrice. Infatti mi prese per il collo della camicia, mi alzò in piedi di colpo e mi fece volare nella stanza, andai a sbattere contro il tavolino e caddi a terra. Lei mi salì sopra, mi prese ancora per il colletto della camicia e poi affondò l’altra mano, una mano pesante, forte, sul mio deretano e mi sollevò ancora e mi sbattè sul letto.
Adesso ti faccio vedere io…fighetto…ti spaccherò il culo stasera…nessuno te lo ha mai messo al culo, guy?
..no…no…eco…e non vorrei..
zitta, troieta e mi mollò uno schiaffo in pieno volto, poi un altro che mi fece rigirare la testa. Tu non hai il diritto di parlare stasera! Solo obbedire..e solo allora sarai mio…
‘
bene…adesso spogliati e mostrami il culo.
..
così..muoviti…cosa vuoi altri schiaffi? Eccoteli…ecco…così…spicciati…troietta….su non farmi aspettare!! le mutande…ecco..così…toglile! Troia! Vuoi ancora schiaffi? Ti accontento subito troietta…eccoti i tuoi schiaffoni…ecco…muoviti, ho detto!!
Mi mette con il culo in aria, mi riempie di sculaccioni perchè stia fermo, infine mi sale sulla schiena, sento il suo pesante corpo nero e muscoloso, è una sensazione fantastica, essere messo pancia sotto da una figa del genere, coi suoi muscoli e le tette. Mi soffoca ma mi godo quella posizione di succube, quel peso del corpo nero di donna muscolosa e forte, l’odore di femmina e di sudore.
adesso sei mio culo bianco…stasera voglio scoparmi il tuo culo vergine…sei vergine vero?
‘
dimmelo, troia! Sei vergine dietro?
..sì…
bene, sarà divertente…ecco…culo in aria, devo farmi spazio…se il culo è stretto è un problema, sentirai molto male….iniziamo piano e poi saliamo a qualcosa di grosso…come il mio strap- on personale…sarà un piacere sfondarti il culo col mio cazzo rosso fiammante…..ma prima…apriamoci la strada…alza bene il culo…così…dilatalo…avanti metti le tue mani e apri il culo troia!!!!
faccio quanto ordinato e sento Suvva giocare col mio culo, sputarci dentro e infilare un dito. Lo muove. è bello. Mi fa sentire il suo dito bene prima di infilarlo a fondo facendomi urlare di dolore. Inizia a ravanare e farsi strada nel mio culo, mi assesta qualche sculaccione per tenermi fermo, mi ordina di allargare il culo e lei ci sputa dentro e affonda il dito. Prende del gel e me lo fa colare nel culo, mi ordiana di tenere aperto il culo, va via. Torna con degli oggetti in mano da quello che vedo nello specchio su lato del letto. Ho il culo in aria, aperto con le mie mani, le braccia giù, in sua balia, mi traffica il culo col gel e con un cuneo di gomma dura. Mi infila piano il cuneo nel buco del culo, urlo di dolore e lei mi molla due sculaccioni pesanti, quindi mi afferra il culo e mi soffoca…sbuffo, paonazzo dopo il trattamento..mi molla e riprendio fiato inalando aria a pieni polmoni, ma Suvva mi riafferra il collo e mi fa baciare i suoi muscoli del braccio, tutti, vene comprese. Quindi mi ordina di rimettermi come prima. Eseguo e lei torna a giocare col mio culo. Gel, dito, ficca dentro, urla di aprire il mio dannato culo, lei penetra col gel e il cuneo. Infila, questa volta scivola dentro e fa un male cane. Urlo. Lei spinge. Urlo. Cerco di divincolarmi per il dolore. Lei mi tiene giù. è più forte. Più grossa. Più atletica. Mi vedo riflesso nello specchio, un uomo bianco in balia di una donna nera enorme e compatta. Mi tiene giù e spinge il plug nel culo. Urlo di dolore, ma lei non molla, mi mette con il corpo giù, infilando una gamba sotto di me e ponendo l’altra a tenaglia. Mi ha preso in trappola. Non posso muovermi. Urlo di dolore per il plug nel culo. Grido dal dolore piango ma Suvva mi penetra forte con una forza semplice e sicura. Mi tiene sotto con le gambe e mi sventra con quel plug nel culo. Quindi piano spinge e si fa strada…avanza nel mio culo e io piango di dolore, ma non posso muovermi preso nella morsa di Suvva.
(per commenti, critiche: dorfett@alice.it Miriam fece passi avanti ma non arrivò al passaggio professionistico. Suo padre era molto deluso di lei, mia moglie piangeva, io la spingevo a perseverare. Lei cadde in depressione, ma si riprese.
Andammo al torneo di T.City senza grosse speranze.
Invece si rivelò una scelta destinata a cambiare le nostre vite.
Miriam giunse quarta al torneo, ma questa è la parte più irrilevante della storia. Mentre eravamo in camerino a rivestirci, una donna dello staff ci disse che una dell’entourage della campionessa mondiale di female bodybuilder Suvva Powell ci voleva parlare. Io e Miriam rimanemmo di sammo. Suvva Powell??
Sì, è fuori dai camerini che vi aspetta.
Dille che veniamo subito. Fece mia moglie incredula più di me.
Uscimmo dai camerini, una donna bassa con la frangetta e un tailleur di ordinanza nero ci venne incontro.
Salve, sono Cinzya C., una delle segretarie di Mrs.Powell. La Signora Powell vi ha visto oggi, ha visto la Signorina insomma e vorrebbe parlarle.
..oh..ecco…sarei…
Va bene, questa sera a casa della signora Powell? Ci sarà una festa. Verso le otto di sera.
..eh..ecco…d’accordo..
Questo è l’indirizzo. Vestito elegante.
E dopo averci consegnato un biglietto da visita di Suvva powell se ne andò.
Rimediai un completo a nolo e ci presentammo a casa di Suvva.
Era una bella casa elegante con un grande giardino. La festa era piena di uomini e donne, palestrati e professioniste del settore. Bella gente, elegante, sexy. Ricchi e gente del circuito semiprofessionista.
Girovagammo un po’ bevendo e mangiando crostacei fritti.
Eravamo lì da qualche ora quando la vedemmo apparire.
Suvva Powell.
La Campionessa del mondo.
La Bodybuilder più famosa degli ultimi anni.
Enorme.
Nera.
Imponente.
Splendente.
Indossa un vestito bianco di lino e sotto quella massa di muscoli sguittanti e colonne portanti della femminilità dirompente.
Stupenda, alta un metro e novanta e oltre coi tacchi.
Spalle giganti.
Braccia possenti da bodybuilder professionista. Perfetti. Non un errore di muscoli e pelle e perfezione nera.
Un corpo fatto di marmo.
Una tartaruga gigante di addominali.
Gambe: due tronchi neri e spettacolari come dipinti.
Le mani erano due spatole nere coperte di anelli e pitturate di rosso.
In cima a quel corpo monumentale, sublime e antico, il volto di una potenza ammaliante.
Bella.
Grossa, grosse labbra rosse, grosso viso nero e lucido di trucco leggero. Occhi neri come la notte, come le pantere, occhi che si presero la scena della sala quando entrò, assieme al suo corpo, tutti si voltarono e ammutolirono di colpo.
Suvva troneggiava con la sua massa di capello neri e ricci.
Era magnifica.
Dea greca.
Fantsstica.
Tutti la fissarono rapiti. Tutti l’amarono e volevano essere ai suoi piedi ad adolarla. Donne, uomini, Miriam, ovvio io. Tutti.
Fece pochi passi e rise forte.
A suo fianco due ragazzi bianchi, più bassi di lei e meno muscolosi, ma ben piazzati, entrambi pelati, camicia bianca e pantaloni neri. Un collare di borchie sotto il colletto della camicia.
Miriam non parlava.
Io la fissavo ammirato ed in estasi.
Suvva era la quintessenza della campionessa, della donna potente, della mera dea superiore.
Desiderai essere suo servo.
Miriam mi fece segno di andarle incontro, ma nessuno di noi si mosse, eravamo come pietrificati. Nervosi. Impalati.
Suvva parlò con donne, con uomini, mentre i suoi due accompagnatori le riempivano le mani di bicchieri, li toglievano, pulivano, andavano, venivano.
Suvva parlò con tutti.
Noi imprietriti la guardammo senza muoverci.
Dopo una mezzora, lei ci fece un segno con la mano. Venite.
Lentamente, imbarazzati, nervosi, innamorati io e mia moglie ci avvicinammo a quella creatura superiore.
Ci avvicinammo e tirammo il fiato.
L’incontro che avrebbe cambiato le nostre vite.
(PER SUGGERIMENTI: dorfett@alice.it Suvva ci fissò. Sorrise. Il volto era splendente, le labbra enormi e curate luccicavano di lucidalabbra di classe. I suoi occhi profondi e neri erano mondi ordinati nel mare del mondo.
Sentivo il respiro affannato di Miriam, mia moglie era completamente soggiogata da quella bellezza nera di fronte a noi.
Io ero senza pensieri. Innamorato. Inebetito.
‘Vi ho visto nella gara. Mi piacete, come coppia intendo. Tu Miriam hai potenzialità..’
Mia moglie sbattè gli occhi, orgogliosa e sorpresa.
‘…e poi conosco tuo padre…comunque, c’è ancora da lavorare…e tu Miriam dove vuoi arrivare?’
Lei sospirò, imbarazzata, confusa.
‘…io?…io…voglio diventare professionista!’ disse infine.
‘…beh, penso che ce la puoi fare….ci vuole applicazione e studio..’
‘..sì..’
‘Però vedo che ti stai muovendo. Il costume era carino…e poi mi piace questa cosa della coppia…cioè lui ‘ e mi indicò con un dito, i muscoli delle bracia guizzarono, gli anelli puntarono a me, i braccialetti tintinnarono e le mani ben curate di Suvva dicevano tutto – …che ti assiste…è carina come cosa…non si vede spesso….un uomo normale che sta dietro ad una culturista…siete sposati?’
‘Sì.’ dissi io.
‘Bene. Meglio anzi, ancora più interessante…mi piacete…voglio mettermi in società con voi…aiutare Miriam a passare Pro..che ne dite?’
‘…sarebbe..’
‘Sarebbe bellissimo, Signora Powell. Un onore per noi…e un’occasione eccezionale..’ dissi io. ‘Vero cara?’
‘..sì…mio marito ha ragione…sarebbe ottimo per noi…’
‘Bene. Definiremo la questione domani a cena. Alle 8 da Sal’s sulla settima?’
‘..oh..certo..’
‘Bene, adesso divertiamoci, gli affari domani!’
battè le mani e due accompagnatori si materializzarono alle sue spalle. Li dominava di braccia e muscoli. Lei nera e bellissima, loro atletici, bianchi ma piccoli di fianco a lei. Li prese a braccetto e se ne andò. Fissai il suo regale culo che ondeggiava sodo e muscoloso in mezzo al party.
Io e Miriam eravamo troppo eccitati anche per parlare. Andammo al bar e tracannammo due whisky giusto per calmarci.
Suvva Powell vuole fare società con noi? Eravamo estasiati. Miriam si vedeva già professionista e suo padre orgoglioso di lei. Io mi vedevo tutto il tempo a girare attorno a quel capolavoro di corpo di Suvva powell!! pluricampionessa mondiale di bodybuilder.
Andammo a casa.
Il giorno seguente Miriam era piena di dubbi e aspettative. Parlava e parlava. Io la rassicuravo. Alla fine arrivarono le 8 e andammo da Sal’s. Un posto tex-mex molto elegante. La Signora Powell arrivò con un suv rosa confetto. Scese aiutata reginamente da due servi con una gonna bianca, camicia ocra, giacca di pelle bianca, un cappello da cowboy e tacchi vertiginosi. E quel corpo: quel trionfo di muscoli possenti neri che emanavano un potere soggiogante. Ci sorrise e ci raggiunse al tavolo. Bellissima, la Powell ci parlò per mezz’ora mentre gustammo ottime pietanze. Ci parlò delle sue idee, del fatto che Miriam doveva allenarsi alla sua palestra in G. H. e che c’era da studiare tutto a tavolino, ecc. Noi la guardavamo estasiati, la bocca lucida di rossetto rosa, i denti bianchi che masticavano dolcemente e decisamente. C’era un tocco di grandezza senza compromessi in lei. Era regina. Era donna, era padrona di sé, degli altri. Il mondo era ai suoi piedi. Io non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso. I muscoli che sprigionavano potenza, il colore nero della pelle, gli occhi neri e quella bocca fantastica.
‘Bene, ragazzi…allora intesi? Da lunedì vi trasferite da me. Tu Miriam a palestra, tu ‘ e mi indicò con quelle sue dita lunghe piene di anelli, curate, nere ‘ tu starai con me, assieme ai miei servi personali…..sarai a mio servizio!’
‘..eh..’
‘Zitto! – fece col dito e le parole e il gesto non ammettevano dinieghi ‘ tanto è lei che decide. Tu sei meno di zero nella coppia. Vero, miriam?’
‘Sì.’
‘Dunque a te sta bene lo scambio? Tu potrai lavorare con me e il mio staff fino al professionismo. Io ti garantisco il passaggio e gestisco la tua immagine e il tuo business. Per caparra mi tengo tuo marito..?’
Miriam mi fissò un poco. Aveva già deciso. ‘…ma ancora…ecco…’ provai a dire. Miriam mi mollò un ceffone. Sonante. Duro. Sprezzante. ‘Zitto tu! – mi colpì ancora più piano però, quindi guardò Msr. Powell ‘ certo che accettiamo.’
‘Lo sapevo! Festeggiamo. La firma dei contratti domani da me, in ufficio!’
(per commenti o critiche: dorfett@alice.it) Io e Miriam eravamo al settimo cielo! In estasi! Lei sarebbe stata a contatto con MsPowell ne avrebbe carpito i segreti, grazie al suo aiuto e ai buoni appoggi di una ex campionessa sarebbe passata professionista. Io sarei stato alle dipendenze di lei. Suo servo. Quale futuro mi attendeva? Di sicuro ero preso dal fisico di MsPowell da quel suo corpo perfetto, da quelle due tette gigantesce, da quei muscoli, da quelle labbra.
Il giorno dopo firmammo i contratti. Miriam affidò la sua persona a MsPowell ed io ero la sua caparra.
‘Si inizia fra 3 giorni. Venite a casa mia!’ ci disse mentre ci accompagnava alla porta seguita da uno dei segretari personali. Un neretto basso e muscoloso.
Miriam fu chiara con me:
‘Fai tutto quello che ordina MsPowell. Non sgarrare, non fare casini. Fila dritto!’ e mi dette uno schiaffo per farsi capire meglio. ‘..sì, Miriam…filerò dritto…vedrai…’
Ci presentammo alla casa di MsPowell. Un elegante villino fuori A. a fianco della casa una costruzione bassa e lunga. Forse la palestra. MsPowell ci accolse. Era in tuta. Rosa e bianca. Le tette gigantesche esplodevano sotto la maglietta, portava una fascia rosa ai capelli, leggero trucco, labbra lucide rosa anch’esse. Sorrise. ‘…bene… accomodatevi… – e fece segno ad uno schiavo, nudo a parte un collare di prendere le nostre cose, poche borse come ordinato per telefono da un segretario di lei – ‘.iniziamo subito Cara…lezione con me e Mr.Smill che conoscerai….tu.. – e mi indicò con uno dei suoi magnfici segni decisi e intransigenti della mano ‘ segui J. Di sopra…spogliati e fatti spiegare il meccanismo del collare…poi fai quello che ti dirà K. Intesi?’
annuii.
Mia moglie e MsPowell sparirono. J mi fece strada di sopra. Lascai i miei vestiti su un letto e J. Mi legò con uno strano collare. Fissato al collo era fatto di vari fili sottili di oro, con piccole catenelle e ninnoli e si estendeva per qualche metro. J mi mostrò come funzionava il gioco dei tiranti e quanto potevamo allontarci l’uno dall’altro una volta fissato ai nostri collari. ‘Hai capito tutto?’ ‘..ehm…insomma…ma cosa devo fare?’ ‘…quello che ordina K. Per adesso. è lui il caposchiavo qua dentro. Per il momento pensa a filare dritto e basta. Zitto e pedala, c’è da lavorare sodo qua dentro, le pause sono poche. Ma viene anche il divertimento…puoi giurarci….ti piace MSPowell non è vero?’ annuii. ‘…a chi non piace è uno schianto di donna! Ma è lei la padrona qui. Ti userà e ti prenderà brutalmente…ma non potrai fare a meno di lei…vedrai…’ e sorrise malizioso. Ci alzammo. Le campanelle si mossero. j. Avanzò tirandomi e scendemmo le scale. j. Era un ragazzo spagnolo, bianco, biondo(ma i capelli erano rasati), corporatura media. Depilato ovunque. Tatuaggi sul corpo, le natiche,il culo. Sembrava simpatico e lo aveva incoraggiato. Mi sentii più tranquillo. Andammo in camera da letto di lei. ‘Rifacciamo il letto e puliamo un po’. Qui dorme Ms.’
guardai la stanza. Grande. Il letto a 3 piazze era nero con segni rossi.pochi cuscini. Un odore leggero di figa. Di donna nera atletica. Ci mettemmo a lavoro. Era difficile andare a tempo con J. Con i fili che si muovevano e facevano rumore. Ma lui era carino, non si innervosiva e faceva le cose per bene. Dopo un’ora era tutto splendente e lindo. Arrivò K. Un ragazzone alto, muscoloso, biondo anche lui. Occhi chiari. ‘Ciao, io sono…’ feci. ‘Zitto. In cucina J. Preparate il pranzo, passerà G. a ritirarlo. Tu! Rivolgiti a me con Sir e non in altro modo.’ mi mollò uno scapaccione e spinse di lato J. Con un calcio. ‘MUOVETEVI STRONZI!!’ e mi colpì ancora. ‘Ok, K. Non ti incazzare…’ fece J.
K. lo fissò. Gli mollò uno schaffo e sbraitò ingiurie in tedesco. ‘TU, allora!?? ti muovi?’ mi gridò contro. ‘…sì..subito…’ ‘Subito cosa?! Stronzetto??’
‘Sì, Sir!’
‘Bene. Andate!’
Quando restammo soli J. Disse: ‘Non preoccuparti troppo a K. Piace fare lo stronzo che comanda, ma alla lunga non è male. L’importante è che fai quello che ordinano lui e naturalmente MsPowell!’
ci mettemmo a cucinare. Pollo alla griglia con carote per MsPowell e per mia moglie. Formaggio magro e una mela. Ogni porzione era controllata e pesata. 200 gr. di cioccolata senza zuccheri e 1 yogurt magro con kiwi. 2 barrette energetiche da 150 gr. a testa. k. Controllò tutto. Aveva l’aria a stronzo ma non disse niente. Venne a ritirare le 2 confezioni G. un nero sulla sessantina vestito da autista con tanto di cappello. Mangiammo anche noi 3. io e J. Legati assieme seduti al tavolo. k. Seduto di fronte alla tv. Volle che gli servissi da bere ma non fece commenti o disse niente.
Dopo pranzo avevamo 2 ore libere. ‘Oggi tu non puoi certo uscire. La Signora non ha ordinato nulla di ciò, ma vedrai che ti concederà le 2 ore di riposo ogni giorno. Puoi uscire, basta che tu lo dica a K. Io ogni tanto lo faccio, ma di solito rimango qui…a casa non ho nessuno che mi aspetta e si sta bene, non manca nulla. C’è una palestra piccola, una sauna e una piscina coperta e una scoperta ma adesso è in manutenzione.’
‘Grazie. j. Sei uno in gamba…’
‘Oh, sto bene qui. Amo MsPowell. è la donna più bella e potente del mondo per me.’
‘…sono d’accordo amico…’
‘Sono qui da 2 anni e sto bene, mi trattano per quello che sono. Mi paice qui. Non cambierei per nulla al mondo. Potevo essere al college, ma non sarei mai stato felice come qui.’
Lo capivo. Dominato da una donna come Ms Powell era il massimo. Lei era troppo. Troppo forte, troppo muscolosa, troppo donna. Troppo domina.
Giocammo alla playstatione poi J. Dormì. Io feci un giro per la casa.
Quando J. Si svegliò scendemmo di sotto a prepare la cena.
Carne di tacchino 280 gr., insalata, pane biologico, 2 rotoli di sushi fatti venire dal ristorante in fondo alla strada(MsPowell va matta per il sushi mi confidò J.),frutta ananas 150gr.
K. controllò e ci spedì al supermato a comprare dei prodotti per la casa e del caffè. G. ci guidò fino al Rmall e facemmo spese per circa 100 dollari. ‘MsPowell ha un sacco di grana: sponsor, concorsi organizzati, il sito internet e la gestione delle atlete. Ha più grana di quanto non faccia sapere in giro. è una che ha senso per affari!’
a casa MsPowell e Miriam era già rientrate. Docciate e prepotenti dominavano la stanza. k. Era in ginocchio da una parte. Mia moglie mi fulminò con lo sguardo. ‘Ti sei comportato bene, stronzetto?’
‘Sì, Signora..’ mi affrettai a rispondere.
‘Andate a spogliarvi e serviteci la cena, stronzetti!’ ordinò MsPowell. Quindi afferrò K per il collare e lo trascinò di sopra.
Spogliati, nudi e legati dal fantasioso collare di casa Powell, servimmo la cena facendo attenzione, i campanellini che producevano una musica leggera, Miriam che mangiava sfinita, MsPowell che chiacchierava con K.
Dopo il thè che fu servito in soggiorno e l’ampia schiena nuda di K. Fece da tavolino, mia moglie si ritirò. Ms Powell volle sentire come mi ero trovato il primo giorno. Seduta sul sofà e le gambe nere lucide e possenti piantate sulla schiena bianca e atletica di K.,indossava una tuta rosa, le tette gigantesche e tonde come due piatti gonfi di carne umana scoppiavano sotto la tuta, mi puntò uno dei suoi fantastici diti contro e mi chiese: ‘Come è andata oggi, stronzetto?’
‘…oh, signora…bene direi…’
‘Hai obbedito a J.eK.?’
‘Certo Signora!’
‘Bene.. quindi dette un colpo sulla schiena di K., forte, violento: ‘…confermi K.?’
quello urlò di dolore, quindi respirando a fatica, disse: ‘…confermo,signora..’
altro colpo. Duro ancora. ‘Più Forte!!’ ‘….confermoSIGNORA!’ gridò K.
‘Bene. Adesso, prima di ritirarci due cose. La prima, TU ‘ e mi indicò ancora ‘ QUANTO é APERTO IL TUO CULO?’
‘…oh..io…cioè…’
‘J. portamelo qui e mostrami il suo culo!’
J. mi trascinò di fronte a MsPowell, mi fece sedere e poi stendere con la shiena a terra, mi fece alzare la gambe e le tenne su, quindi mi ordinò: ‘APRIti il culo con le mani e mostralo alla Padrona!’
lentamente feci quanto J. Mi aveva ordinato. Aprii il culo e lo mostrai alla padrona. Lei lo fissò, quindi lo toccò con le sue mani. Lo tastò. Era la prima volta che le mani di quella creatura eccezionale mi toccavano. Sussulatai di piacere e di gioia. Lei rise. Mi toccò l’ano. Entrò con un dito e scavò. Forte. Donna, padrona. Scavò col suo fantasioso dito ingioiellato, mi penetrò col suo favoloso dito. La prima volta che mi toccava mi aveva già fatto suo. Un dito ed ero legato a vita. Un dito che mi prendeva il culo e mi scopava forte come MsPowell poteva fare. Padrona! Bellissima! Sentivo il suo profumo di donna, di figa, di bodybuilder!
Mi fece suo con quel dito. Poi sentenziò: ‘Dobbiamo allargarlo di più questo buco. Ho calibri grossi di sopra e ogni mio servo li deve contenere almeno una volta nel suo culo! Anche tu! J.- e tirò il collare di quello e tirò anche me. Gridammo per lo strattone, lei ci prese con rabbia e ci fissò ‘ J! Voglio che il culo del tuo fratellino qui sia più aperto, intesi?plug e falli di gomma!intesi?’
‘Sarà fatto Signora, me ne occupo io!’
‘Bene, andate! Tu inevece resta!’ ed indicò K.
‘Stasera voglio camminare sulla tua schiena!’ e rise.
Noi salimmo di sopra. Mentre J. Con cura, grazie a creme e gel, mi infilava un plug nel culo – ‘Lo terrai tutta la notte, vedrai ti aiuterà..’ mi disse ‘ sentivamo le urla di K.calpestato da MsPowell.
Quella fu la mia prima giornata a casa di MsPowell.
(PER COMMENTI SUGGERIMENTI ED ALTRO: dorfett@alice.it) Ci vollero dei giorni per abituarmi ai ritmi di vita della casa di MsPowell, ma era eccitante farlo e J. Mi dava una mano. Ero un bravo ragazzo, semplice. K invece era una testa di cazzo. Il fatto che fosse il favorito di MsPowell e che potesse dormire con lei o essere al centro delle sue attenzioni, gli dava un potere molto forte. Ma per fortuna non lo vedevamo spesso. La routine a casa Powell era ferrea. Le ore erano scandite da eventi e cose da fare. Ma lei, la padrona di casa, era sempre in palestra. Così K. Ci dava ordini e poi spariva a fare le sue cose, io e J. Eravamo piuttosto liberi. Non uscivo quasi mai(e né mia moglie né MsPowell mi avevano ancora concesso di farlo)e passavo in camera gran parte del mio tempo libero. Con J.
‘..ti si sta allargando bene…’ disse J. Indicando il mio culo mentre mi metteva l’ennesimo plug dentro il buco. Plug di dimensioni sempre più grandi. Perché come diceva lui, la Padrona quando fotteva i suoi schiavi lo faceva con strap-on enormi.
‘E quando accadrà?’ chiesi.
‘Oh…che ti prenderà? Presto, credo. K vorrà vederti prima e riferirà a lei…poi ti farà sapere il giorno…o chissà..stasera stessa…MsP. è una che ha anche colpi di testa…ogni tanto..’
‘E tu? Quando è stato?’
J. sospirò e gli occhi gli brillarono. Eravamo nudi, legati col collare. ‘Dopo un paio di settimane che ero qui, come te. C’era una ragazza, E., legata al tuo posto…poi è dovuta tornare in Inghilterra…insomma…K. Viene qui, mi fa aprire il culo(E. Aveva impartito lo stesso trattamento che io impartisco a te adesso di cazzi finti nel culo), mi scruta e poi mi dice di farmi trovare in camera della Padrona verso le otto di sera. Ero al settimo cielo! Farmi inculare da quel masso di muscoli sexy e vigorosi di MsP.era il mio sogno da mesi! Andai in camera e mi misi sul letto. Arrivò verso le 8 e mezza, con K. Prima mi sculacciò un poco mentre K.mi riempiva il culo di gel, quindi MsP.mi ha chiesto di scegliere fra 1 2 e 3 senza che potessi vedere..’
‘E cos’era?’
‘Ecco. Erano le dimensioni del suo strap-on. Scelsi 1 e mi ritrovai trapanato da un cazzone rosso di 20 cm buoni, i fece un male bestia, spaccandomi in due, MsP.capirai, ha una forza incredibile, mi è salita sopra e mi ha montato come una vacca. Mi ha aperto in due. Spingeva con violenza. Mi faceva male, ma poi ha preso ritmo, ci sa fare a scopare i culi, amico…sa il fatto suo, mi ha preso da dietro con ritmo e il dolore è passato, ha prevalso il godere, mi scopava, amico, mi trombava con rabbia. Mi ha squarciato il culo in due amico e poi mi ha sbattuto a terra, mi preso le gambe con un braccio solo eeee e mi ha scopato ancora. Favoloso. Ho goduto come un pazzo, nonostante avessi il culo devastato. k. Ci ha guardati tutto il tempo. Poi mentre mi cacciava via ho visto i 2 strap-on rimasti: erano molto più grossi del mio!’
‘….e..e…capita spesso che MsP. Ti scopi?’
‘..beh…non quanto vorrei io… – e sorrise – …ma capita…eccome…Lei vuole tenere i suoi servi sulla corda….ma sa farti godere…vedrai…’
‘Beh..’
‘Guarda qui! – e prese il portatile ‘ ci sono dei video mentre mi scopa con uno dei suoi strap-on!’ e mi mostrò qualche minuto di video ripreso in camera da letto della Padrona mentre lei scopava J. Erano eccitanti quei video. Volevo che capitasse anche a me!
‘..e poi…non è finita!..no! Quando, a marzo, ci sarà il Competitor in città, qui da MsP.vengono le sue amiche! Culturiste! Donne incredibili! Alte, grosse, belle, muscolose…’
‘..e?’
‘…e loro possono abusare di te come vogliono! Guarda queste foto!’ e mi mostrò delle foto di bodybuilder nere, bianche, asiatiche, giovani, vecchie. Tutte foto in casa dove ci trovavamo adesso.
‘Pensa che queste donne vivono qui, dormono qui, mangiano qui, ecc. e tu sei il loro servo per settimane! Ti sculacciano, ti colpiscono, ti stringono, ti soffocano e poi ti scopano senza pietà! Fenomenale!’
ero senza parole. Un sogno che si avverava! Guardai le foto. Alcune le conoscevo, altre no. Erano tutte bellissime, grosse, sexy.
‘Ti afferrano e ti sollevano di peso. Ti portano in camera loro o dove vogliono, in bagno e ti scopano. Oppure devi leccare loro la figa, farle venire e il che è difficile perché piene di ormoni sono secche e poco vogliose, ma qualche sculaccione pesante e due schiaffi ti faranno correre bello mio!!’
cazzo che storia!
j. sorrise e mi disse di mostrargli il culo. Mi girai. Lui estrasse lo plug e fece: ‘Ci siamo, amico mio…presto asseggerai anche tu la mazza della Padrona!’
Non vedevo l’ora.
*
Qualche volta eravamo legati assieme: io, J e K. Servivamo a tavola correndo di qua e di là, nudi, con le catenine che si muovevano e riempivano la sala di musica involontaria. Miriam mi rivolgeva solo ordini e non voleva quasi mai parlare con me. Era stanca. Si allenava sempre.
Al primo concorso con MsPowell come sponsor, Miriam arrivò seconda ma di pochi punti, era felice. Sarebbe passata professionista a breve.
*
una mattina la UPS consegnò un grosso pacco bianco. Era rettangolare, ben chiuso, sembrava contenesse una chitarra o qualcosa del genere. Lo prese ovviamente K. Lesse il mittente e si innervosì. j. Rise invece. Chiesi cosa fosse: ‘Se è quello che penso io ne vedremo delle belle stasera!’ ma K. Gli fu addosso. Lo colpì in faccia e sulle gambe con rabbia. Poi mollò due calci anche a me.
‘..scusi Sir..’
‘ZITTTO stronzo!’
e se ne andò di sopra. A cena K. Avvertì del pacco e MsP. Sembrò curiosa: ‘E’ quello che aspettavamo da Berlino, amore?’
‘..credo di sì, signora..’
‘Wuww…stasera ci divertiamo allora! Verò culo d’oro?’
‘…sì, Signora!’
‘Vedrai Miriam che sorpresa! è un vero gioello! L’ho comprato su internet…lo hanno solo in Germania! Una cosa pazzesca! Non ci crederai! Ehhh ehhh K. Lo proverà per me! Sarà uno sballo!’
dopo cena la Padrona eccitata preparò la scena. Ci fece togliere poltrone e sofà, facemmo spazio per un panchetto di legno e il pacco misterioso. K. Accese la telecamera e si mise in ginocchio di fronte alla Dea.
Lei sorrise, altera. Era bellissima. Vestita di verde a strisce bianche. Stivali bianchi. Occhi di fuoco. Il seno enorme che strabordava sotto il vestito a righe, dava impressione di potenza e eleganza. Fierezza e dominio. Donna e puttana.
Aprì il pacco e un mega cazzone nero di almeno 30 centimetri uscì fuori. In relatà assomigliava più a un braccio che a un cazzo. Era privo di cappella. O meglio dove doveva esserci la cappella, c’era un’apertura più grande, come un cratere di un vulcano. Pensai che se provava a scoparlo con quello gli avrebbe distrutto il culo senza dubbio. Ma quello era solo un’apertura! MsP.premette un tasto dietro e uscì un altro cazzo di altri 25 cm. ERA IL CAZZO DI UN CAVALLO!!!!
INVREDIBILE!
Lei urlò di gioia. Miriam urlò. J. Sorrise,io ero senza parole. Un cazzo di un cavallo! Era una riproduzione perfetta! K.impallidì all’istante, avrebbe dovuto prendersi quel cazzo equino nel culo!
La padrona era eccitata, provò e riporovò quel coso enorme. Giocava, rideva, urlava e Miriam era contenta per lei ed eccitata. Mi chiamò a sé, mi mollò due schiaffi e mi disse: ‘Qui siamo in Paradiso, baby! Godiamoci lo spettacolo!’
La padrona alla fine indossò il mega cazzo equino. Ritta nella stanza, troneggiante, le gambe di marmo, nere, sexy, stordente ebano di bellezza, e in mezzo a loro quel cazzo di cavallo!
k. fu messo a pecora e riempito di gel da J. Che poi lo passò anche su cazzo mentre MsP.scalpitava. Voleva provare subito quel giocattolo.
k. si allargò il culo per bene. Era oliato e anche il cazzo gigante lo era: lucido e animale, nero di gomma spessa, ma entrò male, lentamente, puegandolo, distruggendolo e quando 15cm di cazzo furono dentro, Lei, con un colpo di reni affondò tutto la prima parte del cazzo equino. k. Urlò come una bestia. Ma era dentro. Lei spinse subito e con forza lo penetrò e uscì., lo prese ed uscì. Rientro urlando di gioa e spaccandogli il culo ancora, K.urlò di dolore, ma il cazzo di gomma nera lucido nella sua prima parte era dentro!
Lei gridò di lussuria e spinse. Spinse con forza con quelle gambe enormi. Il seno, due ruote gonfie di carne, si spingevano in su con la spinta delle gambe possenti. Quel cazzo di cavallo entrò con forza mentre il povero K.urlava di dolore. j. Riprendeva tutto e godeva, bastardello!miriam era allegra e mi ordinò di andare a prendere il suo strap-on: ‘Voglio scopartia nche io..amore bello…voglio ficcarti in culo il mio cazzo…e sei fortunato a non prendere quello di K!’
corsi via mentre K era squarciato vivo dai colpi esagerati di MsPowell.
Tornai di là con lo strap-on di mia moglie in mano. La scena era immutata: MsP.troneggiava in mezzo alla stanza con il suo fisico mozzafiato, le sue gambe possenti e le sue braccia da bodybuilder professista che scopava con una riproduzione di un cazzo di cavallo il suo slave K.in ginocchio che si prendeva 30 cm.di cazzo equino nel culo mentre J.riprendeva tutto con la telecamera. ‘Avanti, muoviti! – fece Miriam vedendomi arrivare e rifilandomi due schiaffoni in piena faccia ‘ spicciati stronzetto!dammi il mio cazzo e apri il tuo culo, troia!voglio imitare la mia maestra MsP!’ e mi dette modo di sistemarle lo strap-on giusto alla vita, mi fece segno di sedermi su di lei voltato di spalle in modo che vedessi K.devastato dal cazzo di cavallo. Ero aperto dal lavoro di J.ed entrai con facilità. ‘…ehi!!!come sei rotto, maritino mio…’ fece lei e subito mi ficcò il fallo finto su per il culo e dette via alla cavalcata. Mi tenne per le spalle, mi faceva sentire prigioniero nella morsa matrimoniale mentre pompava il suo cazzo finto nel culo. In breve prese un ritmo da cavalcata e in effetti mi cavalcò come una troia mentre MsP.scopava K.con fallo equino. Lo sconquassava, lo devastava, lo penetrava con quel cazzo mostruoso. Lo prese con rabbia, con forza, K.era dilaniato dai colpi della Padrona, in ginocchio, paonazzo, il dolore era sicuramente fortissimo, ma si vedeva che godeva anche, in fondo, sotto le lacrime, sotto i colpi della stupenda creatura nera che usava quel cazzo su di lui, K.godeva come un porco trapanato dal cazzo di cavallo arrivato in una scatola bianca anonima dalla Germania.
Intanto Miriam mi possedeva tenendomi le spalle e spaccandomi il culo a ritmo serrato, era eccitata e aveva una forza tale da meravigliare. Era forte e minacciosa, mi scopava con rabbia e lussuria e J.ci notò e prese a filmarci e nel video c’era una coppia di moglie e marito con lei che scopava il maritino a smozzacandela, lo fotteva col suo strap-on dandogli una lezione di scopate mentre una meravigliosa Dea Nera con un fisico scolpito si faceva il suo slave con un cazzo equino.
La serata proseguì con Miriam che mi fotteva, io che venni sulle mie gambe per il piacere di quella inculata, MsP.che continuò a martellare il culo di K.con il cazzo gigantesco, fino a quando K.cadde sfinito a terra. Msp tolse il fallo gigante, era coperto di umori di schiavo, di gel, di foga e lussuria. MsP.si mise seduta sul divano, fece un cenno a J.che ficcò rapido la sua lingua nella figa bagnata di MsP.ed iniziò un lavoro di bocca-lingua-bocca-lingua molto profesionale che MsP.apprezzò venendo in faccia al suo schiavetto. Miriam intanto si era messa sul divano anche lei e volle che le leccassi il clitoride gigante ed io, memore delle notti in casa nostra, l’accontentai e succhiai e baciai e leccai, sperando che MsP. Mi vedesse e volesse anche lei i servizi della mia lingua, ma Lei godeva di J.e abbracciò mia moglie e le ficco la lingua in bocca e la baciò a lungo mentre la figa di lei gettava umori e piscio su di me in un turbinio di donne e sesso e muscoli e piacere e lussuria ed io leccavo la figa di mia moglie e il suo enorme clitoride, lo prendevo in bocca e lo succhiavo come un cazzo, poi passavo sotto e leccavo la figa immergendo la mia lingua e vedevo quella pomiciata fra la Dea Nera e mia moglie e questa che godeva del servizio mio e della bocca della Padrona. J.leccava la figa padronale e MsP.venne e anche mia moglie fece lo stesso sputando umori e piscia sulla mia faccia soddisfatta di quella prima orgia in casa Powell.
PER DOMANDE O CRITICHE: dorfett@alice.it La quotidianità nella villa-palestra di MsP.non era poi male per me. Certo ero quello arrivato per ultimo e quindi non contavo un cazzo, ma stare a contatto con quella Regina nera dal corpo perfetto e sensuale come Miss Powell era un’eccitazione continua.
Io e J.stavamo sempre assieme sia quando eravamo legati col collare e ci muovevamo per casa eseguendo gli ordini trasmessi da K.o dalla Padrona o da Miriam, ballando con i campanelli che annunciavano ogni nostra mossa, che fosse servire da mangiare o da bere alle donne, massaggiare loro i piedi o pulire la casa. Sia quando eravamo in camera nostra, liberi e lui mi parlava delle orge a cui aveva partecipato, a come era stato umiliato e sodomizzato da bodybuilder professioniste che visitavano la casa di MisP.ero sempre ad immaginare come doveva essere scopato da una di quelle atlete tutte muscoli. k. Era il solito stronzo che giocava a fare il duro con noi, ma dato che era il preferito della Padrona ne aveva le mani pieni tutto il giorno e non lo vedevamo per ore. j. Da amico continuava ad allargarmi il culo con plug per quando la Padrona avrebbe chiesto i miei servigi.
Un sabato sarebbe arrivata una troupe per un servizio fotografico per una rivista di biker molto nota. I preparativi si fecero seri e pressanti. k. Impazziva con gli ordini, gli schiaffi e le urla, isterico e preoccupato. Fu portata una bike tutta cromata con il sellino coperto di frange di pelle marrone chiara. MisP.avrebbe fatto degli scatti sopra di quella bestia rombante. k. Fu chiamato a depilare la Padrona per il servizio. L’operazione ci fu mostrata in diretta, io e J.legati a terra, gli occhi rivolti alla padrona e K.che con rasoio si apprestava ad operare, Miriam che si vestiva con una nuova tuta regalata da MisP. K. Fu attento e preciso, pulì, depilò, asciugò, baciò, strofinò ogni centimetro di pelle attorno alla real vagina di MisP. Lei disse che andava bene e K.tirò un sospiro di sollievo. Noi fummo slegati e mandati a prendere i costumi di scena. La Padrona avrebbe indossato un microcostume viola acceso, con bordi dorati, scarponi da moto di famosa marca tedesca, una bandana da bikers. Poi i soui muscoli il suo sorriso, la sua dirompente bellezza di culturista avrebbe fatto il resto. Quei fotturi bikers si sarebbero masturbati nei bagni di brutte stazioni lungo higway di mezza America, rifacendosi gli occhi sulle forme conturbanti, perfette e muscolose di MisP., forme che io e J.vedevamo spesso da legati a terra.
Vennero quelli della rivista. Fotografi e il capo troupe. La Padrona salì sulla moto e si mise in posa. Bicipiti scolpiti, muscoli che guizzavano, masse nere di pelle vellutata e sincera, forte e prepotente. I capezzoli esplodevano sotto il pezzo di sopra del costume. La figa ben depilata da K.era sotto quella striscia di costume viola, la bocca bellissima e sexy velata di rosso acceso sorrideva sotto i flash. Il servizio andò avanti per circa un paio di ore con pause caffè e per cambiare le luci.
Dopo una breve cena che noi servimmo in giardino seminudi(solo in mutande e canottiera a righe)agli allibiti presenti, quelli sloggiarono. Trovai Miriam che parlava con un tipo della moto del servizio. Un omone grosso con due spalle che erano solo quelle grosse quanto tutto me stesso. Un collo taurino, pochi capelli grigi, sguardo da lupo di mare. Mia moglie se ne stava allegra sulle sue ginocchia. ‘^^Oh, tò, guarda…il mio maritino..”^^ fece notandomi. ^^Questo sarebbe tuo marito? Questo moscerino vestito da checca??^^ sbottò il biker. Lei rise di gusto, abbracciandolo. ^^…non ci credi, vero?giuro che lo è!ma non è vestito da checca…è solo uno schiavetto…lo schiavetto mio e di MisP.!^^
^^Diavolo!Ne conosco di gente fuori di testa…ma voi….^^
^^Puoi andare….maritino…sloggia adesso….non lo vedi che ho da fare?…^^disse mia Miriam.
^^E lo cacci così?^^
^^E come?^^
^^Neppure uno schiaffetto?^^ e lui mi mollò un calcio.
Così Miriam si alzò dalle ginocchia di lui, mi si parò davanti mi mollò uno schiaffo che mi girò la faccia dall’altra parte e mi ordinò di smammare.
Andai via e raggiunsi MisP.che si apprestava a fare una doccia seguita da K.che le avrebbe insaponato la schiena e passato gli asciugamani dopo aver preparato la doccia(J.sapeva tutto). Lei mi scrutò. Notò sicuramente lo stampo delle cinque dita sulla mia faccia. I suoi occhi neri penetranti e misteriosamente forti mi trpassarono. Ero nervoso. Sudavo. Ero eccitato e pieno di vuoto. Pensai che secontinuava a fissarmi sarei caduto a terra svenuto. Quanto era bella e potente!!
^^Dopo la doccia, prepara la culla per questa troietta, voglio scoparmelo..^^annunciò a K.ed io per poco non mi sentii mancare. Scopato da MisP.finalmente!!io!!dovevo stare calmo….K.mi fissò arrabbiato e pieno di risentimento(sapevo che lui avrebbe voluto che MisP.avesse un solo schiavo, lui, ma lei era troppo grande per avere un solo schiavo ai suoi servizi)e mi disse sprezzante:^^Aspettami qui. Stronzo. Non muoverti vengo a prenderti fra 5 minuti..^^ e sparì di sopra con la Padrona.
Scopato dalla Padrona!?? le gambe mi mollarono e caddi sul pavimento dall’emozione. Vi rimasi a prendere fiato e lì mi trovò K.
^^Cazzo fai stupido?Alzati subito e suiguimi!!^^
mi alzai di botto e gli corsi dietro. Scopato dalla Padrona!!adesso!!ora!!J??J???dove sei,amico mio??
^^Ti sei aperto il culo, stupido?^^
^^Sì.Ci ha pensato J….^^
^^Lo spero per te!MisP.ti sfonderà a sangue stasera. La prima volta vuole che i suoi schiavi siano devastati dal suo strap-on. Vuole che se lo ricordino per tutta la vita!! Che se lo ricordino per SEMPRE!!!^^sentenziò K.
Era quello che speravo. Ricordarmelo per tutta la vita. Ricordarmelo per sempre! Era quello che speravo. Ricordarmelo per tutta la vita. Ricordarmelo per sempre!
Appena salii sul trapezio di pelle la mia eccitazione, già alta, schizzò a mille. Le corde di acciaio lo fissavano al soffitto, c’erano due grosse fasce di pelle robusta , calde e morbide, sulle quali mi adagiai di spalle. K.mi fece sollevare le gambe e le infilò in degli anelli di metallo. Poi mi prese la braccia e fece altrettanto con le mani. Mi legò al trapezio e così rimasi con sedere esposto. Giusto all’altezza del ventre di MissPowell. L’idea che dopo poco lei sarebbe stata al posto di K.col suo grosso strap-on per sodomizzarmi la prima volta mi dette una scarica di adrenalina ed eccitazione. ^^Ti metto del gel dilatatore nel culo, ti servirà!^^ disse. ^^Grazie…^^
K.prese una cannuccia trasparente, la rimpì di un gel e me la ficcò nel culo. Quindi premette il fondo della cannuccia e mi riempì il buco del culo di una sostanza fredda. Contrassi l’ano. ^^Stai ferma, troia!ho quasi finito. Vedrai ne avrai bisogno….la Padrona ti sfonderà il culo…^^ il gel fece effetto subito. Sentii la mia carne dilatarsi e il buco del culo freddo ma rilassato. ^^Ti ficco un plug nel culo mentre aspetti?Ti sarà utile, credimi…^^
Volevo che se ne andasse. ^^No. Grazie. Vattene per favore..^^ dissi sperando che non incazzasse. K.rise e mi fissò. Ero disteso su quelle fasce di pelle, incatenato al soffitto, il culo pieno di gel dilatante, fremente di attesa e lussuria. ^^..la troietta vuole tutta la scena per sé…vedrai come ti ridurrà stasera la Padrona….^^ Quindi mi dette uno schiaffetto sulle palle esposte e lasciò la cannuccia infilata nel mio culo, per spregiarmi, per umiliarmi..che la Padrona mi trovasse a quel modo….
rimasto solo dondolai nel vuoto pregustando l’arrivo della bodybuilder più volte campione del mondo, bella, virile, perfetta e padrona del mio culo. Mi avrebbe scopato per la prima volta. Non vedevo l’ora di raccontarlo a J.che di sotto, ora, era certo contento per me, ma avrebbe voluto essere al mio posto.
Rimasi dei lunghi minuti ad ondeggiare nel vuoto.
Lei si faceva attendere. Ovvio. Regina e Signora, non aveva orari, doveri, solo voglie.
I minuti passavano. Avevo ancora la cannuccia nel culo, il cazzo in tiro.
Quindi, improvvisi, sentii dei tacchi sulle scale. Tacchi forti, di gambe ferme, possenti, nere e muscolose. Tacchi di Donna che salivano le scale. Tacchi eccitanti. Il cazzo mi era duro. I ticchettio si fermò. Una mano forte aprì la porta e il dolce e sensuale rumore dei tacchi della Padrona riprese. In breve fu davanti al mio corpo offerto a lei legato al soffitto, su un trapezio. Un corpo e un culo dedicati a lei, pronti a riceverla. Sorrise, era bellissima. Indossava un corpetto rosso di pelle, le tette giganti al vento, i capezzoli, perfetti chiodi di carne nera si ergevano eccitati, turgidi. Le bracca muscolose erano in primo piano, le mani curate e grosse, le unghie rosse. ^^Vedo che si pronto…coglioncello…e questa?^^ e tirò la cannuccia di colpo, fecendomi urlare di dolore. ^^Sei dilatato?^^
^^..sì..^^ balbettai senza voce, la bocca impastata. Impazzivo di eccitazione e di attesa.
^^…vedo…che sei in tiro….culobianco….ti eccita??^^
^^…oh…oh…sì..Padrona…io….^^
^^Bene troeitta. Avrai quanto ti spetta…giochiamo adesso….^^
mi passò le mani sulle cosce depilate, un brivido fortissimo mi percorse tutto. Le sue mani sul mio corpo. Il cazzo era durissimo.
^^Sceglierai lo strap-on col quale ti sverginerò stasera….Avanti…scegli…il numero 1, il numero 2 o il numero 3?^^
Ci pensai. Non volevo incappare in un bestione e non riuscire a contenerlo e fare una brutta figura col la Padrona la prima volta!
Passarono dei secondi lunghissimi. Le sue mani sulle mie gambe erano la cosa più bella da anni. Amavo quella donna, era perfetta. Forte, un corpo massiccio e muscoloso, nera, bella.
^^Ehi! Troietta! Non passerò qui la notte ad aspettare te!Dimmi il numero…o sceglierò io!^^
^^…2…Padrona…2^^ dissi senza voce, chiudendo gli occhi e sperando nella fortuna.
^^OH, bene! Uno dei miei preferiti!^^ disse e si voltò. Non riuscivo a vedere bene cosa facesse, ma dai rumori immaginai che stesse indossando lo strap-on. Ci mise qualche minuto. La mia eccitazione era a palla.
^^Ecco..ti presento il mio Big Dick Name!!^^ disse e si voltò rivelando un bel cazzo fissato al ventre. Era grosso, ma non enorme. La peculiarità era una cappella piuttosto tonda con una scritta in rilievo: MISS POWELL COCK in nero su sfondo giallo. Me la sbattè sul culo. Due volte, con una forza estrema. Urlai di dolore, ma lei continuò. Mi fece dondolare nell’aria, quindi venne dalla mia parte. Mi prese la testa e la tirò giù all’altezza del suo sesso. All’incontro potevo vedere il suo corpetto rosso e le sue gloriose tette gonfie e nere. Quindi il suo cazzo posticcio. Una ventina e passa di centimetri buoni. Forse 23/24. e quella cappella. Gialla. Gonfia e la scritta nera. MiSS POWELL COCK. Me la sbattè in bocca e mi ordinò di succhiare. Il diametro della cappella era grosso ed ebbi difficoltà ad accoglierlo tutto, mi sforzai. Lei vide che perdevo tempo e me lo spinse in gola. Ebbi un piccolo soffocamento e mi scesero della lacrime per lo sforzo. Ma alla fine presi quel cazzo in bocca, o meglio la cappella gialla col ascritta nera e la presi a succhiare. Cercai di spompinare quella cappella ma lei voleva ficcarmi quel cazzo in gola e spinse, mi prese con forza le testa con le sue mani possenti e mi ficcò il bastone di plastica in gola! Tutto dentro!in gola!sostenuto da quelle mani di acciaio, mi ritrovai a contenere a stento quel pezzo di plastica dura. Sforzandomi allargai la bocca e succhiai.
^^Okay…troietta…non siamo qui per questo…^^ fece poi togliendomi quell’affare di bocca e tacchettando verso la parte opposta del mio corpo, al culo esposto e all’altezza giusta del suo fallo, sul quale erano impresse le sue iniziali.
^^….Siamo qui, puttanella bianca…perchè voglio sfondarti il culo stasera…^^ e sbattè il suo fallo sul mio culo. Mi fece oscillare, sentivo la sua forza femminile, padrona del mio destino, io appeso al soffitto e adagiato in umile posizione su un trapezio, legato braccia e gambe, il culo esposto al piacere di lei. Miss Powell sbattè il suo grosso fallo sul mio culo e poi mi afferrò il cazzo duro. Un piacere enorme mi colpì e chiusi gli occhi dal godere. Mi tenne il cazzo duro e lo mosse avanti e indietro. Intanto prendeva le misure al mio buco del culo. La cappella di plastica gialla si insinuava nel mio solco. Mi segò per un po’, mentre la cappella si apriva la strada nel culo. Si protese su di me. Potevo sentire il corpo trionfante di muscoli femminili che mi premeva sul mio. Sentivo l’odore penetrante di profumo fresco, di olio da culturista, da pelle nera e dolce, speziata e forte. Godetti dentro di me, un lungo orgasmo senza venire(per fortuna!)mentre lei entrava dentro di me. La punta tutta, la cappella intera(J.aveva fatto un buon lavoro…),mi premette il cazzo pulsante, mi tirò a sé con un gesto barbaro, secco, forte e mi penetrò a fondo. Urlai di dolore, un dolore fortissimo. Lei rise, si sentì padrona totale, un culo bianco offerto a lei, un culo maschile da trombare, da fottere con forza. E infatti mentre il mio dolore mi faceva urlare come un pazzo, lei prese le misure a affondò. Gridai ancora di dolore lancinante, ma il cazzo entrò a fondo. Poi sentiti un paio di colpi di assestamento e poi una botta micidiale.
^^WUUUUUU dolcezza,,,troietta bianca…ti sfondo…sentimiiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!!!!!!!^^ e prese a scoparmi con brutalità
era una furia. I suoi addominali, non una tartaruga, ma una vera corazza nera di muscoli scolpiti, un ombelico grande quanto un mio pollice troneggiava sopra quello scudo di pelle umana, nera, sensuale, forte, erano all’opera spingevano con forza il cazzo dentro di me. Io urlavo, urlavo di dolore e lei si sentiva più legittimata, più forte, più padrona. Mi assestò ancora qualche colpi di quelli che mi tolsero il fiato, quindi si fermò un attimo. Io respirai, piangevo dal dolore, il culo aperto in due, impalato dal quel cazzo con le iniziali della mia nuova Padrona. Lei mi afferrò le gambe, si puntellò e mi spinse quell’affare ancora più dentro. Sentii un dolore devastante. Pensai di essere stato strappato in due. Pensai che sarebbe uscito sangue, che sarei svenuto dal dolore. Ma non accadde. Lei mi tenne le gambe e riprese a fottermi. Una violenta cavalcata di una donna di 90 kg di muscoli, atletica, forte, dominante. Mi sventrò col suo cazzo, marcato a fuoco dalla cappella con su scritto il suo nome. Mi cavalcò, mi scopò con forza e maestria. Il dolore era fortissimo, ma quando prese il suo ritmo di scopata si spense piano piano.
^^TROIAAAAAAAAA TROIA BIANCAAAAAAAA PRENDI IL MIO CAZZZZZZZZZZZZONEEEEEEE NEROOOOOOOOOOOOOO PRENDI TROIA!!!!!!!!!!!!!!^^ urlava mentre mi sodomizzava. Mi teneva le gambe in alto e mi scopava come una dea.
Il dolore lasciò il posto al piacere.
Un piacere orgiastico.
Un piacere forte, intenso.
Un piacere bestiale. Mentre quella Dea nera mi scopava con forza ingiuriandomi e offendendomi, sentivo il mio cazzo, che durante i primi spaventosi colpi si era naturalmente rattrappito, tornare a sollevarsi.
Il piacere che il cazzo della padrona provocava al mio corpo mi fece tornare virile. In pochi minuti mentre quel corpo nero troneggiava su di me e gli addominali scolpiti di nero scudo battevano il mio culo sul trapezio di pelle, il mio cazzo tornò durissimo. Miss Powell mi fotteva, scopandomi alla grande ed io godevo come un pazzo. Pensai a come doveva essersi sentito J.in tutto quel tempo a casa di lei, pensai a K.che si faceva scopare spesso dalla Padrona, pensai che una donna bella come lei che si scopava un uomo insignificante come me era un fortuna enorme. Il mio cazzo era di marmo, mentre quella pantera nera mi scopava.
^^PRENDI TROIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA PRENDI IL MIO GROSSSSSSSSSSSSSSSO CAZZZZZZZZONE NEROOOOOOOOOOOOO…..PRENDI TROIA BIANCAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!PRENDIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!^^
continuava a pompare ma io stavo godendo troppo. Il mio culo era squassato dall’anderivieni di quel fallo di più di venti centimetri che mi era dentro da molti minuti. Mi sentii l’eccitazione venire e con lei il mio cazzo esplose. Il mio sperma volò verso il mio corpo mantido di sudore. La padrona rise ma non cessò di violentarmi. Continuò a pompare mentre io godevo senza toccarmi. Continuò a scoparmi nel culo col suo cazzo dalla cappella gialla sulla quale era scritto io suo nome.
(per commenti, suggerimenti ed altro: dorfett@alice.it
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