“Non ero geloso, sapevo che era una battaglia persa, ma di certo ero nostalgico, e mi rendeva orgoglioso ancora quel “Ti amo” detto dal maschio napoletano…”
Quel “Ti amo” sussurrato da Roberto alle mie povere orecchie, in preda
all’alcol e alla cannabis, è sempre dentro di me. L’estate è passata, la nostra routine è sempre la stessa, e il sesso non manca mai. L’autunno scorre veloce, passa il compleanno di Roby a Settembre, passa il mio a Novembre, e per i rispettivi compleanni decidiamo di farci due feste, una con i colleghi e gli amici, una da soli a casa di uno dei due a base di sesso.
La più grande novità di questo periodo è che io, Roberto, il suo coinquilino, e il mio, decidiamo di prenderci una bella casa insieme. Traslochiamo, ci dividiamo “a sorte le stanze”, e guarda caso io e Roby siamo dirimpettai, con un bagno in mezzo. Insomma, il nostro sogno si avvera, ora sì che possiamo scopare tutte le notti. E così è, e quel bagno in mezzo quanto piscio ha visto dal suo cazzo alla mia bocca.
Volge al termine l’anno, arriva il Natale, e ognuno a casa sua, io nella Capitale, lui nella sua Napoli, tra le braccia della sua amata Annalisa. Non ero geloso, sapevo che era una battaglia persa, ma di certo ero nostalgico, e mi rendeva orgoglioso ancora quel “Ti amo” detto dal maschio napoletano alle mie orecchie.
Rientrati dalle vacanze di Natale, decidiamo di vederci lungo l’A1, così che il viaggio ce lo facciamo insieme, uno dietro e uno davanti in macchina, e agli autogrill ci fermiamo a mangiare in compagnia. Aspetto al casello, è una bella giornata invernale, sole, freddo lieve, chissà che tempo ci aspetta a Venezia. Penso ciò mentre dentro di me fremo dal rivedere il mio Roby. Ed ecco la sua Giulietta all’orizzonte, si avvicina, ma in macchina vedo troppe teste, sono in tre. Affianco a lui Annalisa, e dietro un ragazzetto, avrà 18/19 anni, deve essere Mario, il fratello minore di Roberto. Mi riprendo dallo shock e fingo un sorriso sorpreso, abbraccio Annalisa, mi presento a Mario, e Roby mi dà una fredda stretta di mano, con lo sguardo basso, come se si sentisse in colpa.
Inutile dirvi che viaggio di merda ho passato, a seguire la Giulietta di quello stronzo che poteva almeno avvisarmi. Arrivati a Venezia Annalisa e Mario si vanno a fare le docce nei due bagni della casa, io vado per chiudermi in camera, quando Roberto mi prende per un braccio e mi fa:
“Mario voleva venire a trovarmi, mamma non si fidava a farlo rientrare da solo, Annalisa si è offerta di venire per fare il viaggio con lui del ritorno. Che cazzo potevo fare? Dire di no a mio fratello e la mia ragazza?”
“Potevi almeno salutarmi all’autogrill con un sorriso, mi sei mancato per 20 giorni.”
“E secondo te, se non ci tengo a te, mi stavo giustificando adesso?”
Come al solito aveva ragione, lo abbraccio, gli chiedo scusa, e gli dico che sono a disposizione per qualunque cosa. E il qualunque cosa si è presentato subito. Durante la cena io cerco di farmi amico Mario. Devo dire che è proprio carino, visetto sveglio, simpatico, estroverso, gli piace prendere in giro il fratello, e io gli do man forte. Si può dire che dopo due ore, e un litro di birra, io e Mario siamo già amichetti. Roberto ci guarda contento, gli fa piacere che mi sia passata, e che io tratto bene il suo fratellino adorato. In casa abbiamo una quinta stanza adibita a studio. In cui c’è un divano letto, e dove doveva dormire Mario. Ma come apriamo il divano letto, ci rendiamo conto che è impraticabile: materasso rotto, molle di fuori, insomma Mario non può dormire lì. Annalisa è nel letto di Roby, e quindi lì il piacere che mi chiedono: Mario può dormire con te? Accetto ovviamente.
Messi a letto, Mario mi fa:
“Uè, ma fa caldo con sto piumone, posso mettermi in mutande, o ti schifi?”
“Ma fai pure, ti pare che mi fa schifo”
“E che ne sacc’, magari a avere ‘nu capitone nel letto, tieni paura”
“A Mario, ma che dici, dormi va”
“Vabbuò, buonanotte, ma quando vuoi te faccio senti io ‘o pesce napoletano”
E si gira dandomi il culo. Anche io mi volto trovandomi culo a culo, però sotto di me qualcosa si sveglia. Possibile che in famiglia gli etero assoluti, cedano tutti così facilmente?
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