Erano le sei e mezza del mattino quando Giampiero si risvegliò, ripensò alla serata, forse era stato solo un sogno, ma l’acre odore dei residui della pisciata di Elena lo riportò alla realtà, si alzò dal letto, era nudo, il cazzo in tiro, represse la voglia di pisciare, infilò le mutande e si affacciò alla porta: quella di Elena era socchiusa, il corridoio deserto, lo attraversò e si affacciò nella stanza della donna: Elena era distesa bocconi sul letto, col culo prosperoso in bella esposizione, le cosce aperte e la mano sulla fica: era veramente un bello spettacolo, uno spettacolo arrapante ed il cazzo di Giampiero apprezzo quello che gli occhi vedevano, roba da saltarle addosso, ma Giampiero si contenne, stava per ritirarsi quando udì una voce che sembrava venire dall’ oltretomba
‘Un caffè, portami un caffè!!!’
Giampiero rientrò rapidamente nella sua stanza, si rivestì alla meglio e scese rapidamente al bar, dopo pochi minuti risaliva portando una tazzina di caffè, entrò nella stanza di Elena e trovò il letto vuoto, si guardò intorno e vide accesa la luce nel bagno, entrò: Elena era seduta sulle tazza del water, nuda, a cosce aperte, pisciava lentamente riversando un rivolo, sottile, ma costante che cadeva tintinnando nel vaso, Giampiero le porse il caffè ed Elena lo prese e lo trangugiò
‘Grazie, ci voleva proprio’
Poi restituì la tazza e si concentrò, Giampiero rimase un po’ inebetito, con la tazzina in mano, guardava tra le cosce di Elena e vide qualcosa pencolare, ma sentì poi il classico ploff dello stronzo che cadeva, seguito da una piccola, ma sonora scorreggia, amplificata dalla camera di risonanza del vaso
‘Ci voleva proprio, ora sto meglio, ‘ beh che fai li impalato, spogliati, facciamo una doccia assieme ..’
Giampiero, quasi come un automa si spogliò
‘Bel cazzo, ben messo, in tiro, mi piace proprio, ma ora dobbiamo sbrigarci ”
Elena prese Giampiero per il cazzo e lo trascinò nel box doccia poi aprì l’ acqua, il getto stimolò Giampiero che, nonostante l’ erezione, iniziò a pisciare spruzzando Elena
‘Ma è proprio un vizio quello di pisciarmi addosso, dai, inondami la fica, è bella calda, mi piace proprio ”
Poi si lavarono reciprocamente, indugiando sui genitali e sul culetto
‘Dai, si è fatto tardi, te la darei subito, ho la fica che mi tira, ma mi voglio riservare,vedrai, recupera le forze che ti devo spremere, ora vai, ci vediamo in sala colazione’
Giampiero raccolse i suoi indumenti, si affacciò dalla porta, il corridoio era ancora deserto, e, nudo come un vermiciattolo si fiondò nella sua stanza.
Si vestì rapidamente: dei boxer chiusi con un bottoncino, dei pantaloni ampi di lino grigio, una polo nera, poi scese in sala dove trovò Elena, questa indossava una gonna nera a pieghe appena sopra il ginocchio, una camicetta di seta bianca da cui traspariva un push-up che valorizzava le mammelle, ed un sottile cardigan nero.
Fecero rapidamente colazione, poi presero la navetta per la sede del corso.
Quando arrivarono era già iniziata la prima relazione, entrarono nella sala buia e si sistemarono in alto, in posizione defilata, la mattinata era dedicata alla biologia dei tumori epatici ed a loro, clinici operativi, l’argomento interessava poco, il relatore accennò ad un certo punto alla fibrosi ed all’aumento della consistenza epatica ed Elena ne approfittò, allungò una mano a tastare il cazzo di Giampiero e susurrò
‘Sentiamo come è la consistenza del pisello’. Beh, direi che è discreta, ma si può avere di meglio”
Giampiero sussultò, non era abituato a certe palpate, Teresa era restia a manifestazioni pubbliche e, in realtà, anche in privato le manifestazioni erano un po’ freddine.
Si erano fatte oramai le dieci e si erano alternati alcuni relatori, si parlava adesso di genesi virale dei tumori, per i due una palla’ un nuovo sussurro
‘Giampy, che palle, non li sopporto, se non fosse che per avere i crediti devi badgeare”
‘Che vuoi, i biologi e gli oncologi in queste cose ci sguazzano”
‘Io sto sguazzando da un’altra parte’senti’
Gli prese una mano e se la mise tra le cosce: era tutta bagnata
‘Ehi, ti sei pisciata sotto??’
‘Coglione, ho solo una voglia pazza di scopare, beh per la verità mi scappa un po’, vieni accompagnami al cesso’
Uscirono silenziosamente dall’aula e si diressero verso i servizi igienici, Elena entrò di soppiatto nel bagno degli uomini
‘Ehi, dove vai hai sbagliato bagno”
‘Non ho sbagliato niente, vieni, piscerei volentieri in un orinatoio maschile, ma ora ho altri progetti, sarà per un’altra volta’
Elena entrò in uno degli stalli, seguita da Giampiero un po’ sbigottito,si pose davanti alla tazza, arrotolò la gonna ai fianchi e calò le mutande alle caviglie, scostò i piedi per quanto potevano concedere le mutande, e divaricando le ginocchia aprì le cosce, poi si sporse all’ indietro e mollò una energica pisciata che cadde rumorosamente nell’acqua
‘Devi pisciare anche tu? Vediamo se riesci a centrare la tazza attraverso le mie cosce e cerca di non schizzarmi’
Giampiero estrasse l’ uccello eretto dai calzoni
‘Eh, così mi pisci sulle tette!!’
‘Ma no, lo dirigo in basso’
Giampiero forzò il cazzo in basso e, nonostante l’ erezione, riuscì a pisciare, il getto passò attraverso le cosce aperte di Elena e finì rumorosamente nell’ acqua della tazza, solo che alla fine perse vigore e sgocciolò bagnando le mutande di Elena
‘In un modo o nell’ altro mi devi bagnare qualcosa, pure prostatico stai diventando, eh vecchietto mio!!’
Giampiero incassò, il cazzo era ancora duro, ancora più duro di prima, stava per riporlo con qualche difficoltà, quando Elena lo fermò
‘Che fai? Te la vuoi cavare così?’
Si girò, abbassò il coperchio del water per appoggiarvi i gomiti, piegandosi e mettendo in bella esposizione il culo e la fica
‘Mettimelo dentro, in fica, non in culo, ti voglio dentro, scopami, chiavami, fai quello che vuoi, ma voglio sentirti venire dentro di me’
Giampiero non se lo fece ripetere, accostò la punta del pisello alla fica e quello entrò agevolmente nella vagina lubrificata dall’ umore vischioso, poi iniziò un va e vieni sempre più veloce e deciso, mentre con una mano massaggiava il clitoride e con l’altra le tette; Elena era in trance e sentiva le sensazioni salirle dalla fica al cervello e, quando Giampiero si contrasse e spruzzò il seme contro l’utero, fece fatica soffocare un grido, si agitò un pochino stringendo le cosce, quasi a voler evitare che il cazzo le sfuggisse, poi si chinò a sollevare le mutande
‘Aspetta ad uscire, tienimi tappata ancora un secondo, tiro su le mutande per tenermi tutto dentro’
Giampiero aspettò che le mutande risalissero lungo le cosce, poi sfilò il cazzo ormai semifloscio ed Elena sistemò le mutande bagnate di piscio a chiudere la fica bagnandone ulteriormente il cavallo con lo sperma, poi si affacciò cauta alla porta, non c’era nessuno e rapidamente riguadagnarono l’aula, sedendosi in fondo defilati.
Gli argomenti non li interessavano, erano ancora biologici, per cui approfittarono del buio e dell’isolamento in cui si trovavano per parlare con voce sommessa
‘Ti è piaciuto? Che dici profumo di sborra?’
‘Lontano un miglio, ma è stata una cosa bellissima’
‘Con Teresa mica le fai queste cose, eh!!’
‘Perché tu con Filippo?…’
‘Beh, Filippo è fantasioso, mica come te, pirletto; lo sapevi che Teresa e Filippo, prima di incontrare noi filavano insieme?’
‘Veramente no, Teresa non era più vergine quando ci siamo messi insieme, ma non pensavo con Filippo, li ho visti sempre distaccati quando si incontravano’
‘Sei proprio un pirla, purtroppo un pirla che mi piace, fanno la finta, non hanno avuto più rapporti da allora, ma so che si piacciono ancora, me lo ha detto Elvira, la psichiatra, Teresa era vergine e gliel’ha data, forse anche il culo, poi hanno litigato per cazzate, come succede tra ragazzi, e si sono lasciati, io avevo mollato te , che eri così freddino e ho data la mia verginità a Filippo, ma il culo no’
‘Pensi che se capitasse scoperebbero?’
‘E perché no, noi che stiamo facendo, ci siamo rivisti, abbiamo avuto l’ occasione e stiamo scopando, che c’è di male?’
L’ accensione delle luci interruppe la loro conversazione
Giampiero guardò Elena, la gonna era risalita e lei era con le cosce aperte ed il cavallo delle mutande esposto che mostrava evidenti le tracce della scopata; Elena guardò Giampiero, il bozzo del cazzo nuovamente eretto era evidente, poi si guardarono in faccia, Elena chiuse le cosce e tirò giù la gonna
‘Per fortuna siamo un po’ defilati, se ci vedono facciamo una figura di merda, fatti passare i bollenti spiriti ed andiamo alla colazione di lavoro’
Giampiero spostò il cazzo in modo che fosse meno evidente, poi quello si ammosciò
‘Beh, ora possiamo andare, poi però mi dici cosa sai di Teresa e Filippo’
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