Erano circa le tredici quando il mio cellulare suonò. Guardai chi mi stava telefonando e sullo schermo del mio 3310 comparve il suo nome. Si chiamava M.D., questo il suo vero nome, ma preferiva lo pseudonimo di Greg. ‘Abbiamo tutti un alias’, amava ripetere, ‘in questo ‘mondo”. In effetti conveniva. Lo avevo anch’io: Rabbit, e mi aveva battezzato lui in quel modo ‘per via di quell’aria furba, da coniglio’.
Greg lo avevo conosciuto durante un suo ricevimento per personaggi di classe, come noi. Io ero PR presso una famosa discoteca lombarda, lui un affermato ristoratore molto conosciuto negli alti ambienti della moda e dello spettacolo. E non solo’ Ebbene quella sera ci ritrovammo nel suo ristorante e alla fine della festicciola (tra l’altro ben riuscita) ci fermammo a parlare seduti su un divano dell’ingresso sorseggiando l’ennesima birra della serata. Eravamo entrambi molto brilli anche se Greg riusciva a mantenere quello stato di calma che ti mette a tuo agio in quei momenti ‘alterati’. Tra lavoro e gossip i nostri discorsi finirono inevitabilmente sull’argomento che tutti gli uomini amano: sesso. Greg con sorprendente padronanza del linguaggio mi confidò che da alcuni mesi svolgeva segretamente e per passione, la professione di regista pornografico. All’inizio, mi disse, registrava filmini con sua moglie che poi rivedeva assieme a lei pomiciando e toccandosi l’un con l’altra. Ma poi prese gusto alla cosa e cominciò a farsi pubblicità dietro alle quinte delle passerelle e nei corridoi delle discoteche. Offriva alle ragazze la possibilità di arrotondare il loro stipendio in cambio di una prestazione erotica che andava dallo semplice spogliarello fino al rapporto a tre con altre persone. Inoltre si era creato attorno a sé una specie di circolo di veri pervertiti del porno e riusciva a vendere decine di cassette di ogni tipo. A volte gli venivano commissionati dei film speciali in cambio di molto denaro, in pratica capitava che lavorasse privatamente. Insomma, quella professione che all’inizio sembrava solo una passione divenne la vera ragione della propria fama e un pass influente per le conoscenze. Prendeva più dalla vendita pirata delle cassette che non dai profitti del ristorante.
Lì per lì rimasi sorpreso di come quell’uomo fosse riuscito a far soldi in una maniera così semplice ma al contempo rischiosa, visto che era tutto illegale e soprattutto, sotto certi punti di vista, immorale. Ci salutammo e mi rimase impressa l’ultima frase che mi disse stringendomi la mano:’Se hai bisogno di qualcosa, chiamami’. E me ne andai.
Da oggi a quell’incontro sono passati circa due anni. La mia discoteca ha chiuso definitivamente i battenti da tre mesi per problemi di droga: molti pusher la frequentavano per spacciarvi sostanze stupefacenti. E così mi ritrovo disoccupato, senza alternative di lavoro e soprattutto con una fidanzata da mantenere. Accidenti, è vero devo ancora presentarvela. Si chiama Kelly, è di Napoli e da quattro anni stiamo insieme. Ha 24 anni mentre io 26 e studia dams all’università della mia città. Quindi anche lei non lavora. E questo è un problema. D’altro canto Kelly è bellissima: lunghi capelli neri lisci su cui perdere gli occhi, sguardo da cerbiatta, classiche misure 90-60-90 e una camminata ammiccante’ forse troppo!!! Comunque sia io la amo e con lei ho potuto soddisfare le mie più profonde fantasie di coppia (anche perché desidero solo quelle). A letto è una vera esperta e spesso prende lei in mano le ‘redini del gioco’ soddisfacendo appieno la mia sana voglia di lei. Siamo una bella coppia, insomma, appagata affettivamente e sessualmente.
Dunque sono le 13. E’ una brutta giornata oggi e per essere settembre fa un po’ freddo. Rispondo alla chiamata di Greg:
‘Pronto?’ rispondo con voce esitante.
‘Ciao Rabbit. Allora sei pronto per oggi?’ saluta dall’altra parte della cornetta Greg. Segue una sua risata soddisfatta.
Il cuore mi si blocca per un attimo.
‘Certo’ proseguo schiarendomi la gola per darmi più coraggio ‘Come d’accordo in quell’edificio fuori città, l’ex condominio frequentato dagli extracomunitari.’
‘Vedo che hai capito. Ah, mi raccomando, non ti dimenticare di lei, altrimenti come facciamo a divertirci?’ e seguì un’altra risata.
Ebbi un sussulto e gli intimai con voce veemente: ‘Ricordati che mi hai promesso di fare tutto secondo i piani. Mantieni ancora la promessa?’
Ci fu un breve silenzio e poi Greg rispose: ‘Ma come, Rabbit, non ti fidi di me? Del tuo vecchio amico? E poi ricorda che stai parlando con quello che ti sta levando la merda dai piedi in questo momento! Dovresti avere più rispetto e fiducia’.
Ha ragione, così cerco di assecondarlo.
‘Scusa, sono un po’ agitato, sai è la prima volta’ comunque è tutto apposto il set?’
‘Certo. Ti aspetto per le 15. Troverai all’entrata due giovanotti. Non preoccuparti, stanno con me. Ti accompagneranno loro da me. Se ti domandano se sei un poliziotto sai già cosa rispondere’.
Certo, brutto porco penso tra me e me.
‘Alle 15 allora’
‘Alle 15′ risponde lui e riattacca.
Riattacco anch’io e tiro una boccata d’aria a pieni polmoni.
Questa giornata non la dimenticherò mai.
Arriviamo presso il condomino alle 14.45. Parcheggio la macchina vicino e scendo tenendo Kelly per mano. E’ bellissima e indossa il vestito regalatole da Greg per l’appuntamento: minigonna bianca, top dello stesso colore, stivali rossi con tacco alto, acconciatura con treccine da bambina e truccata all’impossibile. Come mi aveva avvisato Greg troviamo due tipi alla porta d’ingresso dell’edificio e uno di loro mi ferma.
‘Chi sei?’
‘Greg mi sta aspettando. Sono Rabbit’
‘Sei un poliziotto, eh, vuoi prendermi per il culo?’ si surriscalda il ragazzo spingendomi.
Lo guardò fisso negli occhi a denti stretti.
‘Schiavi del nostro desiderio’ gli rispondo.
Il ragazzo si tranquillizza e ci apre la vecchia porta cigolante.
‘Prego, signori, Greg vi aspetta di sopra’
Schiavi del nostro desiderio. Era questa la frase per farci riconoscere. A Greg piaceva molto e la utilizzava spesso nei suoi discorsi. L’aveva tirata fuori da un film erotico-sentimentale, Intimacy.
Salimmo le scale; notai come quell’edificio fosse completamente spoglio e misero. Si incrociavano per terra stracci, rifiuti, vecchi materassi usati dagli extracomunitari. Quel posto dava il vomito e metteva addosso paura perché sembrava fosse dimenticato da Dio.
Arrivammo all’ultima rampa di scale quando fermai Kelly per baciarla; la strinsi forte a me e mossi la lingua dentro di lei con foga come se quello fosse l’ultimo bacio della nostra vita. Poi la guardai negli occhi stringendole il suo dolce visino innocente.
‘Hai paura?’ le chiesi con un sorriso sforzato.
Sorrise anche lei. ‘No, non preoccuparti, amore, è solo un film e non mi succederà niente. Non sono per niente preoccupata’.
Le sue parole mi sembravano sincere e così mi sentii più tranquillo. Mai avrei immaginato che, per soldi, per riparare una disastrosa situazione economica, avrei ricorso a certi sporchi affari. Ma queste sono le prove difficili della vita, e oramai era troppo tardi per tornare indietro.
Avevamo deciso entrambi quella soluzione ed entrambi ne avremo pagate le conseguenze morali e sentimentali.
Aprì la porta che dava sulla stanza descritta da Greg. Non c’era nessuno. La camera era vuota a parte la presenza di alcuni blocchi di cemento e teli di nylon che sostituivano le finestre. C’era abbastanza luce ed entrammo sempre tenendoci per mano. Ad un tratto sentii dei passi dietro a noi e mi ritrovai di fronte due tipi alti e grassi a petto nudo con la maschera. Fissai lo sguardo di Kelly, i suoi occhi così profondi trasmettevano una sensazione di insicurezza mista a paura.
‘Benvenuti Rabbit e Barbie. Siete voi oggi le nostre deliziose comparse’
Era la voce di Greg trasmessa attraverso un megafono. Non riuscivo a vederlo, però, probabilmente era nascosto dietro a un muro.
‘Bene, possiamo cominciare’ proseguì.
I due tipi mascherati si avvicinarono Kelly e la presero sotto braccio portandola via da me. Lei li lasciò fare, era tranquilla. Sapeva bene come doveva andare a finire quella cosa e sapeva come doveva comportarsi. La portarono vicino a una colonna e le presero polsi alzandole le braccia sopra al capo. Con una corda strinsero un laccio attorno alle braccia mentre un tipo la bendava con una fascia. Poi qualcuno mise su i Napalm Death, puro grind-core americano. Sarebbe stata quella la colonna sonora del film. Impotente guardai la scena dei tre e a un tratto entrò una ragazza, avrò avuto sì e no vent’anni, vestita da CatWoman, tutta in vinile e borchie.
‘Ho pensato anche a te, Rabbit’ disse Greg dietro le quinte.
La ragazza mi baciò in bocca passandomi qualcosa, probabilmente una piccola compressa e dopo alcuni secondi un tratto più rilassato. Probabilmente mi stava drogando. Le inibizioni sparirono di colpo e cominciai a baciarla con impeto stringendo il suo sedere a me. Lei ansimava e mi leccava il collo e le orecchie sospirandomi qualcosa di incomprensibile. Guardavo Kelly che veniva spogliata con violenza e accarezzata dalle grosse mani dei due attori mentre la ragazza mi sbottonava la patta per cominciare un’intensa masturbazione per poi abbassarsi e leccarlo voracemente su e giù, su e giù, su e giù’ Le stringevo la folta testa rossa guardando Kelly che veniva slinguazzata nelle parti intime da uno dei due mentre l’altro si menava l’uccello guardando la scena grugnendo come un porco.
In altre occasioni una tale visione avrebbe creato ribrezzo e senso di nausea, sia a me che a Kelly ma ora eravamo entrambi sotto l’effetto di qualche influsso artificiale, tant’è che la situazione eccitava entrambi. Vedere la mia ragazza che veniva oscenamente posseduta da due omoni affamati di sesso mentre venivo spompinato con maestria e sensualità da una giovane ninfomane, provocava al mio interno un enorme piacere sessuale e mi sentivo in pace con me stesso. Stavo godendo senza peccato, perché dopotutto era un gioco, la folle realizzazione di una fantasia di un uomo che ormai consideravo depravato e immondo in tutti i sensi. Ma non m’importava: era anche grazie a lui che ora vivevo quella situazione.
Kelly venne slegata e messa a pecorina mentre i due uomini si posizionarono uno davanti e uno dietro. Quello davanti le prese la testa e lei cominciò a fargli un delizioso bocchino, con tutta l’esperienza che possedeva. I lineamenti dell’uomo dimostravano di fronte ai miei occhi la sua immensa goduria e approvazione massima di quell’atto. L’altro invece aveva cominciato a sfottere la mia ragazza con colpi violenti offendendola, dandole della troia e ogni tanto si abbassava per stringerle il seno e mordicchiarle il collo.
Nel frattempo io stavo godendo incontrollato quello spettacolo e mi eccitavo sempre più sotto i colpi di lingua della ragazza abbassata di fronte a me. Poi anch’essa si mise a pecorina ed eccitata mi invitò a ‘fotterla come una troia, a impalarla da vero uomo che ero’. Non capivo più niente, l’eccitazione si mischiava al desiderio, l’amore ai ricordi del passato con Kelly. Era sublime, magnifico e sentivo di poter durare per molto tempo in quello stato. Kelly intanto ci dava dentro come una forsennata e ninfomane alternando i due uomini nel suo caldo sesso al ritmo dei colpi di batteria dei Napalm Death. I due alla fine decisero di farle il sandwich. La fecero alzare in piedi mentre la prendevano sia davanti che da dietro. Sembrava in estasi, fuori controllo e dopo un paio di minuti i due vennero dentro di lei gridando come pazzi. Poi la costrinsero a leccare il proprio sperma mentre finalmente la liberarono della benda che fino ad allora aveva indossato. Era tutta sudata e scapigliata. La ragazza (che stavo ancora scopando a pecorina) girò il suo volto estasiato e mi guardò negli occhi
‘Guardala, guardala come ha goduto quella troia, sei soddisfatto, eh?’ guardai Kelly continuando a muovermi dentro alla ragazza. Vidi i suoi occhi da cerbiatto, vidi il suo respiro affannato, il nostro primo incontro, la gioia del suo sorriso, il primo bacio, la prima volta insieme. In questi viaggi mentali venni dentro alla ragazza trattenendo un grido e stendendomi a terra esausto.
La ragazza si ripulì e andò a baciare sulla bocca Kelly. Un bacio innocente, d’intesa. Gli attori sparirono dal set. Quando mi ripresi mi avvicinai a Kelly e la abbracciai e piangemmo silenziosamente insieme. Era una brutta situazione ora, dopo tutto il piacere provato, un piacere bello e intenso, ma purtroppo mi resi conto che era artificiale, non riempitivo. Come solo il vero amore sa dare.
Stavo aspettando che Kelly si rivestisse mentre fuori dall’edificio fumavo una Benson & Hedges. Uscì a un tratto Greg. Dio, come era cambiato da quando avevamo parlato al suo ristorante, due anni prima. Ora si era dato completamente al cinema porno clandestino, produzioni da lui realizzate e vendute sottobanco a potenti uomini d’affari, per soddisfare le loro fantasie più intime, ad altri registi amatoriali come lui. E a chissà chi altro’ D’altronde questo giro gli stava fornendo ottime entrate economiche, tant’è che ora gestiva anche un piccolo giro di droghe.
Si avvicinò a me prendendo una Marlboro dal proprio pacchetto.
‘Allora, ti sei divertito?’ mi chiese accendendosi la cicca.
Non gli risposi e continuai ad aspirare. Poi lo presi in contropiede.
‘A chi andrà quel film? Spero a nessuno che ci conosca. Kelly aveva la benda, ma io ero facilmente riconoscibile’.
Greg rise sotto i baffi e mi appoggiò amichevolmente una mano sulla spalla.
‘Non preoccuparti, mio piccolo Rabbit. La cassetta è in buone mani’
Non ne ero convinto. ‘Dimmi a chi andrà la cassetta!’. Cominciavo a innervosirmi.
‘Credici o no, ma questo film l’ho fatto solo per soddisfare una mia personale fantasia. Il film resta a me e nessuno lo vedrà. L’ho fatto per me perché Kelly è una bella ragazza e la libidine, il desiderio (scandiva le parole una ad una), il piacere, l’orgasmo espressi nel film voglio godermeli solo per me ‘. E alzando la mano destra disse: ‘Lo giuro’.
Rimasi impietrito. Quel verme aveva il girato il film per sé. Quello era un film per soddisfare le proprie fantasie, solo le sue fantasie e per giunta con la mia ragazza. Mi immaginai di vederlo su una poltrona mentre se lo menava guardando la mia Kelly posseduta da quegli omoni senza ritegno e io che assistevo servito a dovere da una giovane ragazza. ‘E’ questo che lo eccita?’ pensai.
Avrei voluto picchiarlo senza perdere un secondo di più, ma proprio in quel mentre uscì Kelly avvolta in una coperta di lana. Era ancora stravolta e molto stanca. Greg la fermò e la baciò sulla guancia consegnandole i 5000 euro dell’accordo. L’incubo era finito. Kelly salutò Greg e assieme ci dirigemmo verso la macchina, in silenzio.
Durante il tragitto di ritorno nessuno di noi due parlò. Eravamo sconquassati dall’esperienza, ancora troppo incasinati per l’accaduto. Sapevo dentro di me che da allora il nostro rapporto sarebbe cambiato per sempre. Avevamo messo apposto il nostro conto in banca con quei soldi ma nessun denaro ci avrebbe riconsegnato la nostra serena vita di coppia.
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