“Ormai siamo in preda totale delle nostre voglie, coricate su un prato, praticamente nude, con due sconosciuti al nostri servizio…”
Ciao a tutti, questo è un racconto di pura fantasia, scritto un
pò di tempo fa…spero che vi piaccia…
Una splendida caldissima giornata di giugno, mi sono svegliata, nuda come tutte le mattine, e appena alzata mi sono diretta sul balcone a fare baciare la mia pelle dal sole caldo… mi piace uscire nuda, ho sempre la sensazione che qualcuno possa accorgersene e la cosa mi intriga molto.
Il tempo era veramente splendido, persino un peccato dover andare in ufficio. Dopo qualche minuto mi sono fatta coraggio e sono rientrata in casa a lavarmi e prepararmi, il caldo che ancora mi pervadeva la pelle doveva avermi un po’ condizionato, perchè qualsiasi abito guardassi mi sembrava troppo pesante, alla fine ho preferito una gonnellina corta a balze e una camiciola semitrasparente, leggerissima, ovviamente niente calze e come biancheria un micro perizoma di pizzo con reggiseno a balconcino coordinato. Nei piedi infine un paio di sandali aperti.
Così “bardata” mi sono recata in ufficio, il solito tragitto a piedi e in bus mi è parso un po’ diverso dal solito, un po’ come se mille occhi mi seguissero ovunque, sul bus ho persino sentito un paio di “mani morte” sfiorarmi le gambe scoperte e devo ammettere che mi è preso un brivido nell’accorgermene.
Arrivata in ufficio, c’era solo V. e così è stato per tutto il giorno, anche lei doveva aver risentito dell’arrivo dell’estate perchè anche la sua mise era tutt’altro che coprente, aveva una canottierina rosa shocking con due bretelline sottili e un’ampia scollatura che faceva risaltare le sue notevoli tette abbronzate, o meglio, lampadate, libere tra l’altro dall’ingombro del reggiseno e una gonna bianca non troppo corta che lasciava intravedere la sagoma del perizoma.
La mattinata è passata tranquilla tra una faccenda e l’altra e tra chiacchiere varie. Arrivata l’ora di pranzo, visto il tempo, abbiamo deciso di prenderci un panino e di andare a fare un giro al parco, non lontano dall’ufficio. Arrivate li, abbiamo cominciato a cercare un posto con non troppa confusione, dove sistemarci; alla fine ci siamo fermate in uno spazio piuttosto appartato, riparato da due collinette artificiali. Lo spiazzo non sarà stato più largo di venti metri per venti ed era ben illuminato dal sole nonostante ci fossero anche una serie di piante ad alto fusti sotto di cui ci si sarebbe potute riparare se il caldo fosse diventato insopportabile.
La prima cosa che ho fatto dopo aver sistemato il plaid per stenderci è stato togliermi i sandali e cominciare a camminare sull’erba a piedi nudi, secondo me è una cosa che da sempre delle sensazioni bellissime.. A quel punto ci siamo messe a mangiare e poi a prendere il sole. Intanto chiacchieravamo allegramente un po’ di tutto, finché non siamo arrivate a parlare di sesso come, a volte, per non dire spesso, ci capita. Abbiamo cominciato a parlare di fantasie reciproche, di amanti, di situazioni particolari e intriganti; come spesso mi capita mentre parliamo, ogni tanto lo sguardo mi cascava nella sua scollatura, è una cosa che proprio non riesco a controllare, anche se mi sforzo di non farlo, lo faccio in automatico. Per di più quel giorno non aveva il reggiseno e muovendosi gesticolando non faceva altro che esporlo ancora di più al mio sguardo, ogni tanto, tra le pieghe delle stoffe, hanno anche fatto capolino i suoi capezzoli e devo dire che, accorgendomene, mi è preso un caldo terribile, che non dipendeva assolutamente dal sole, anche perchè mi si concentrava tutto in mezzo alle gambe. Mentre lei parlava la mia fantasia si perdeva su quelle tette che mi osservavano e che, mossa da un desiderio irrefrenabile, avrei voluto toccare e baciare.
Ad un certo punto, come un fulmine a ciel sereno, V. smette di parlare, mi guarda e come se niente fosse, mi dice: – “ma ti piacciono così tanto le mie tette?” – e mentre lo dice, istintivamente porta una mano al seno e se lo accarezza dal basso verso l’alto. Evidentemente si era accorta dei miei sguardi un po’ troppo insistenti e continui, io mi sentivo immobilizzata, non sapevo proprio cosa rispondere, avevo paura che si fosse offesa o indispettita, anche se dal tono della sua voce mi sembrava più che tutto incuriosita. Sono rimasta in silenzio per un periodo che mi è parso interminabile, continuavo a guardarla, a osservarla e intanto mi domandavo che cosa dirle, finché, fattami coraggio, ho risposto: – “si, mi piacciono molto…scusami ma non riesco proprio a non guardarle, mi viene istintivo…anche te, però, con ste scollature che porti sempre non è che mi aiuti a far finta di niente…” -.
V. a sentirmi parlare sorrideva con fare malizioso, sempre accarezzandosi il seno, e ad un certo punto aggiunge: – “se è solo per questo posso fare anche di meglio…” – e con un gesto sensuale infila una mano nella canottiera e, dopo aver fato cadere una spallina, libera un seno e comincia ad accarezzarselo e a palparlo come se niente fosse. Io ero totalmente incredula, ma allo stesso tempo emozionantissima per quello che stavo vedendo, continuavo a fissare quella mano che si muoveva, che accarezzava la pelle e che strizzava i capezzoli. Non capivo già più nulla e, dopo un po’, come attratta da una forza invisibile, ho iniziato ad avvicinarmi a lei. Eravamo una di fronte all’altro, a questo punto a non più di trenta, quaranta centimetri, da quella posizione riuscivo a sentire lo spostamento d’aria causato dalla sua mano che si muoveva lentamente. Istintivamente ho allungato la mano, avvicinandola alla sua, e così facendo l’ho appoggiata sul suo seno; era morbido e sodo allo stesso tempo e caldo, caldissimo; ho cominciato ad accarezzarlo, sfiorando con le punte delle dita i capezzoli ormai turgidi, V. intanto mi guarda, sempre sorridendo, e mi dice: – “oh si brava, che bello sentirmi le tue mani addosso…” –
B.: “non sai quante volte ho immaginato di farlo…”
V.: “beh, se è così, sono contenta che alla fine ti sia decisa…”
Mentre l’accarezzavo con la mano destra, con la sinistra ho abbassato l’altra bretellina liberando in questo modo anche l’altro seno, la canotta ormai non era altro che una cintura di stoffa appoggiata sulle gambe. V. mi lasciava fare, la testa leggermente in dietro e gli occhi socchiusi, ormai la accarezzavo con entrambi le mani, non avevo occhi per altro che non fossero le sue tette, le toccavo, le accarezzavo, le strizzavo con sempre maggiore foga e trasporto, finché non ho più resistito e chinandomi ci ho appoggiato sopra le labbra ed ho cominciato a baciarle e leccarle lentamente; V. nello stesso istante che le mie labbra l’hanno toccata ha emesso un leggero gemito di piacere e questo non ha fatto altro che aumentare la mia voglia di continuare. Ho continuato a dedicarmi a lei per un po’, a ogni bacio facevo scomparire una porzione sempre più grande del suo seno dentro la mia bocca; V. però non era più immobile, aveva cominciato ad accarezzarmi pure lei, ha iniziato dalla schiena, prima sopra la maglia e poi intrufolandocisi sotto, fino ad arrivare ai gancetti del mio reggiseno, slacciandolo. Una volta slacciato, le sue carezze si sono via via sposate fino ad arrivare al mio seno, ha cominciato a toccarmi e strizzarmi i seni sempre più insistentemente, ogni palpata mi trasmetteva una scarica elettrica lungo la schiena; in un attimo mi sono trovata a torso nudo, senza più né maglia, né reggiseno…- ”ohh, così va molto meglio” – dice V. e nel dirlo si china verso di me e comincia a ricoprirmi il petto di baci.
Questa volta i gemiti di piacere che si sentono sono i miei, in un attimo sento tutto girare, non capisco nemmeno più dove sono, a ogni bacio, a ogni leccata, mi abbandono sempre di più fino a trovarmi distesa per terra con V. sopra di me con un capezzolo nella sua bocca e l’altro stretto tra le dita della sua mano. Stavo letteralmente impazzendo, avrei voluto che tutto questo non finisse mai, il mio corpo si contorceva sotto le mani e le labbra di V., non riuscivo a stare ferma, ho cominciato a stringerla, ad accarezzarla, a frugarla, le accarezzavo i seni scoperti, la pancia, la schiena, le infilavo le mani nei capelli e persino le unghie nella pelle e lo stesso faceva lei con me; ero persa nella mia eccitazione, ho cominciato a toccarle il culo, a palparglielo prima sopra e poi sotto la gonna, avevo voglia di sentire la sua pelle a contatto con la mia. Intanto V. continuava a leccarmi, prevalentemente le tette, ma anche il collo, le braccia e la pancia, soffermandosi sull’ombelico; le sue mani nel frattempo vagavano sul mio corpo, spalle, schiena, testa, gambe, culo… erano ovunque, con una mano si era intrufolata sotto la mia gonnellina e, lentamente, mi stava accarezzando la clitoride da sopra il perizoma; mi sentivo un lago, eccitatissima e, quasi senza accorgermene, ho cominciato a muovere il bacino per assecondare i movimenti della sua mano sul mio bottoncino…
V.: “mmm, vedo che ti piacciono le mie carezze…”
B.: “oh si, sto impazzendo, ti prego non smettere…”
V.: “smettere, non ne ho nessuna intenzione, anzi…” e così dicendo, con fare delicato, ma deciso, infila entrambe le mani sotto la gonna e mi sfila il perizoma, liberando la mia fighetta quasi completamente depilata…
V.: “oh bene, vediamo se ora riesco a farti gemere ancora di più…” Con un sorriso beffardo V. ricomincia ad accarezzarmi e baciarmi, le sue labbra si appoggiano nuovamente sul mio seno mentre con le mani continua a dedicarsi al mio sedere ed alla mia fighetta, i movimenti sul clitoride si fanno sempre più rapidi e profondi, così come il mio respiro, ed ogni tanto le dita scendono a solleticare le mie labbra decisamente bagnate. Non resisto più, ho bisogno di sentire anche io il suo corpo, la cerco con le mani, mi infilo sotto la sua gonna, cercando anche io di arrivare a toccare la sua figa, sento la stoffa del suo perizoma, ma praticamente la ignoro, la sposto e arrivo a sentire il calore delle labbra, anche le sue decisamente umide. Con uno sforza quasi sovraumano, nel senso che il fisico non aveva voglia di rispondere agli imput inviati dal cervello, prendo V. e la faccio coricare su un fianco vicino a me, in un istante mi ributto a ciucciarle le tette, mentre con le mani la tocco tutta, fino ad arrivare dove volevo e cioè al suo clitoride, in un attimo sfilo io il suo perizoma e comincio a massaggiare il clitoride libero da peli che si ritrova. Mentre l’accarezzo, la sento muoversi e dopo un attimo sento la sua lingua appoggiarsi sul mio sesso; per un attimo mi immobilizzo e girandomi verso di lei vedo la sua testa comparire e scomparire da sotto le pieghe della mia gonnellina.
Che situazione incredibile, siamo entrambe coricate su un fianco in una inaspettata quanto assolutamente fantastica 69, V. con la testa tra le mie gambe intenta a leccarmi la figa, con la lingua che passa senza soluzione di continuità dal mio clitoride alle mie labbra, intrufolandocisi dentro sempre di più, mentre con la mano sinistra mi solletica il forellino del culetto inumidendolo con la saliva abbondantemente presente grazie al suo sapiente lavoretto; io intanto mi dedico a lei alternando alla masturbazione del suo clitoride, delle lunghe palpate che partono dal buco del suo culo fino ad arrivare all’attaccatura della gonna ormai arrotolata in vita. La sua lingua mi penetra sempre di più, le scosse elettriche nel mio corpo si fanno sempre più intense e ravvicinate, sento l’orgasmo che si avvicina e che esplode nel medesimo istante in cui V. mi infila un dito tutto dentro il culo e comincia a muoverlo, emetto un gemito lunghissimo e comincio a tremare in modo forsennato, finchè, in preda a questo orgasmo che non finisce mai, mi avvento sulla sua figa e comincio a leccarla e mangiarla voracemente, mentre con le mani la tiro verso la mia bocca tenendola per le chiappe. Continuo a divorarla, mentre lei geme sempre più velocemente e rumorosamente, comincia a fremere e a scattare, anche lei in preda a un orgasmo sconquassante, comincia ad urlare e a contorcersi, noncurante che qualcuno possa sentirla. Dopo un attimo, che sembra un’eternità, si divincola dalla mia presa e si siede davanti a me, con le gambe piegate e appoggiata sulle mani messe dietro la schiena, mi guarda e sorride e mi dice – “vieni qui” -, nel dirlo, si avvicina col sedere a me, che ero seduta nella sua stessa posizione, fino a portare la sua figa, intrecciando le sue gambe con le mie, a toccare la mia, per poi cominciare a muovere il bacino e a strusciare le sue labbra sulle mie; a quel punto, comincio a muovermi anche io, assecondando i suoi movimenti. La sensazione che mi sale da in mezzo alle cosce è veramente intensa, le due fighe a contatto si stuzzicano a vicenda, anche grazie ai copiosi umori di cui sono piene, man mano che passano gli attimi, i movimenti si fanno sempre più rapidi, è un po’ come se ci stessimo penetrando a vicenda; e, mentre ci scopiamo in questo modo, davanti agli occhi ho i suoi capezzoli dritti come due chiodi, che mi guardano.
A un certo punto, senza motivo, se non per il piacere di farlo, e sempre continuando a strusciarmi con V., comincio a guardarmi attorno, ammirando il verde che ci circonda e il sole che ci bacia; se non che, tutto d’un tratto, dietro un arbusto, mi sembra di notare un movimento, incuriosita e forse anche un po’ preoccupata mi soffermo a guardare più attentamente e mi accorgo che effettivamente ci sono due figure che ci osservano. Chissà da quanto tempo sono li che ci guardano, il primo istinto che mi viene è quello di coprirmi, ma, inspiegabilmente, non lo faccio, senza accorgermene, però, rallento il movimento di bacino e V., rendendosene conto, mi chiede – “tutto bene?” – “ma, non saprei, ci sono due che ci guardano da dietro quella siepe…” – V., con il suo solito tatto e la sua solita discrezione, si gira immediatamente per guardare nella direzione che le ho detto e poi mi dice – “hai ragione, chissà da quanto sono li, avranno visto tutto?” – “boh, tutto è possibile, che facciamo, andiamo via?” – “forse sarebbe il caso, tu che dici?” – Io so che dovrei dire di si, ma totalmente stordita dalla situazione e dalle emozioni provate invece le dico: – “e se invece li stuzzicassimo ancora un po’? che ne dici? In questo momento credo che farei qualunque cosa…”- V. mi sorride e mi dice – “ok, allora continuiamo…” –
Così dicendo, ricomincia a strusciare la sua figa sulla mia e io, di tutta risposta, ricomincio a muovermi insieme a lei, abbandonando la testa in dietro, con lo sguardo però rivolto nella direzione dei guardoni. I due, accortisi, a sto punto, che li avevamo visti e, visto che, nonostante questo, non ci siamo né coperte e né siamo scappate, prendono coraggio e cominciano ad avvicinarsi, consentendomi in questo modo di vederli meglio… Sono due ragazzi mulatti, a prima vista abbastanza giovani , non avranno avuto più di trent’anni, e carini, vestiti in modo elegante, con giacca e camicia e ognuno con una ventiquattrore (abbiamo poi saputo che lavorano entrambi per una assicurazione..); dopo essersi decisamente avvicinati, ma pur restando sempre a distanza di sicurezza, si appoggiano ad un tronco di un albero e posano a terra le valigette; i pantaloni morbidi lasciano intravedere il gonfiore del loro pacco, evidentemente il nostro spettacolo non gli era stato del tutto indifferente; uno dei due comincia anche ad accarezzarselo lentamente. V., nel frattempo, da vera provocatrice, si gira e mettendosi a carponi con il culo ben in mostra verso i nostri nuovi “compagni”, si china e ricomincia a leccarmi la figa. Io ricomincio a gemere, sempre guardando verso l’albero li vicino, mentre V., leccandomi, comincia ad ondeggiare con il culo, in chiaro segno di invito verso i due. Li vedo guardarsi e, dopo essersi scambiati un cenno, li vedo avvicinarsi a noi; – “stanno venendo qui” – dico immediatamente a V. e lei mi risponde – “è proprio quello che volevo e che speravo che facessero…”. Arrivati da noi, si siedono al nostro fianco, uno per parte, io li osservo un attimo e poi uno dei due esordisce dicendo – “non vorremmo disturbarvi, ma era davvero difficile starvi lontano, possiamo farvi compagnia?” – io, senza un attimo di esitazione e senza un briciolo di cognizione, rispondo: – “ma certo che potete…” e mentre lo dico, stacco una mano dal terreno e la appoggio sulla coscia del ragazzo che ha parlato e comincio a massaggiarlo, spostando piano piano la mano verso il suo inguine. V., nel frattempo, dopo aver smesso di leccarmi, si gira, e rimettendosi seduta, comincia ad accarezzare l’altro ragazzo. I due non stanno certo li con le mani in mano e cominciano a loro volta ad accarezzarci, baciarci e leccarci su tutto il corpo. Le mani possenti del mio nuovo amico mi stringono forte il seno e il culo, la mia clitoride viene sfiorata sempre più frequentemente dalle sue dita, mentre le sue labbra e la sua lingua si perdono tra il mio collo ed i miei capezzoli; mentre “subisco” questo trattamento, sento V. gemere vicino a me, aprendo gli occhi mi accorgo che anche lei è completamente sopraffatta dalle sensazioni che le trasmette il suo compagno gioco, ma, allo stesso tempo, mi accorgo che tra le sue dita stringe un cazzo di notevoli dimensioni che fuoriesce dalla patta dei pantaloni del tipo, segandolo con un ritmo piuttosto sostenuto.
Girandomi nuovamente verso il mio amico, porto le mani verso la cintura dei suoi pantaloni cominciando ad allentarla; in pochi attimi, gli sfilo i pantaloni e i boxer e mi trovo davanti ad un cazzo color caffelatte che sarà lungo almeno 22 cm; che bella visione, senza dire nulla comincio a massaggiarglielo, mentre lui, dopo avermi infilato due dita in bocca, le porta verso il mio ventre e le infila dentro la mia figa bagnata e vogliosa. La sensazione che mi trasmette è molto intensa, tanto da cominciare a gemere piuttosto rumorosamente, dopo un po’ di questo trattamento, abbassa la testa e comincia a leccarmi dappertutto, clitoride, figa e culo; sembra che abbia una lingua enorme da quanto lo sento, mi abbandono alle sue attenzioni, mentre, di fianco a me, V. inginocchiata tra le gambe del tipo, si sta applicando in un pompino colossale; mi da le spalle, il suo culo si muove seguendo il ritmo della sua bocca, istintivamente allungo una mano ed incomincio ad accarezzarle il culo, fino ad arrivare ad infilarle un dito dentro. Ormai siamo in preda totale delle nostre voglie, coricate su un prato, praticamente nude, con due sconosciuti al nostri servizio. Ad un certo punto, mi giro, ho voglia di ciucciare anche io un cazzo e, infilandomi sotto il corpo del mio compagno, mi porto fino ad avere la faccia all’altezza del suo pene e comincio a leccarlo tutto, prima la cappella, poi allungo le leccate per tutta la sua lunghezza fino ad arrivare a leccargli le palle, lui nel frattempo continua a leccarmi la figa, mentre con un dito mi penetra il culo. Di fianco a me, intanto, V. è seduta sulla faccia del tipo a farsela leccare; così facendo, ha lasciato libero il cazzo del tipo, allungo quindi la mano e lo afferro, cominciando a segarlo, sempre senza smettere di ciucciare quello che ho sopra di me. Dopo un po’, V., lubrificata bene dalle leccate del ragazzo, ridiscende verso il cazzo e, mentre io glielo tengo sempre con la mano, se lo infila tutto dentro, lasciandosi contemporaneamente andare ad un lunghissimo gemito di piacere. Anche il tipo sopra di me ha deciso che è ora di prendermi, alzandosi, si riporta in mezzo alle mie gambe, mi afferra per le ginocchia, sollevandomi le gambe e, dopo averlo sfregato un po’ sul mio pube, me lo infila dentro, facendomi mugolare di piacere. Il tipo disteso vicino a me, nel frattempo, mentre viene cavalcato da V., tiene una mano sul suo culo, assecondando il ritmo della cavalcata, mentre l’altra la porta verso il mio seno e comincia a stuzzicarmi i capezzoli. Che situazione incredibile, non capisco più nulla, vorrei urlare per quanto sto godendo. Il ritmo dei colpi del tipo che mi monta aumentano sempre di più, fino a portarmi ad avere un orgasmo intensissimo, che mi porta a contorcermi, ma sempre bloccata dalle sue braccia attorno al mio culo e dal suo cazzo dentro la mia figa. Anche i gemiti di V. si fanno sempre più intensi e, dopo poco, sento venire anche lei per poi abbandonarsi sul petto del ragazzo coricato, sempre impalata sul suo arnese.
Dopo essermi ripresa, decido che è il mio turno di cavalcare, faccio quindi coricare il tipo davanti a me e portatami sopra di lui, gli afferro il cazzo e me lo infilo dentro la figa, cominciando a fare dei movimenti circolari col bacino, per rendere la posizione più confortevole. Una volta sistematami, comincio a cavalcarlo, a ritmo lento, V. e il suo amico intanto, in un attimo di pausa, ci stanno osservando; sento il cazzo che mi entra fino in fondo, mi sento piena di lui ed è bellissimo. Ad un certo punto, sento due mani accarezzarmi il culo, mi giro e vedo l’altro ragazzo avvicinarsi a me, mi guarda e poi abbassa la testa all’altezza delle mie natiche e comincia a leccarmi il buco del culo; in un attimo mi sono chiare le sue intenzioni, per un istante mi prende paura, ma poi mi rendo conto che è una cosa che è un sacco che vorrei provare; quindi non mi muovo da dove sono, anzi, sporgo il culo verso di lui per facilitare il suo lavoro di lingua. V., nel frattempo, si è portata davanti a me e, dopo avermi sorriso, si inginocchia li di fronte, portando la sua figa all’altezza della bocca del tipo che sto cavalcando, il quale, senza farsi pregare, comincia a leccargliela. Intanto, il ragazzo dietro di me, finito di leccarmi ,sempre tenendomi per le chiappe, comincia ad avvicinarsi e a sfregare il suo cazzo tra le due natiche, fino a portare la punta della cappella all’altezza del buco del mio culo; per facilitarlo, io smetto di muovermi e, sempre senza sfilare il cazzo che ho dentro la figa, aspetto l’evolversi degli eventi; la cappella comincia a spingere sul mio buco, il quale, decisamente ben lubrificato, non oppone molta resistenza, anzi, dopo poco la sento entrare dentro il mio culo, un brivido mi percorre immediatamente la schiena, con dei movimenti lenti ma decisi, il ragazzo infila una porzione sempre maggiore del suo cazzo dentro al mio culo, fino a che, mi rendo conto, di averlo tutto dentro di me. Dopo essersi fermato un attimo in quella posizione, lo sento cominciare a muoversi e pompare dentro di me; io emetto un gemito e ricomincio a muovermi assecondando i suoi colpi e ricominciando a cavalcare allo stesso tempo il ragazzo sotto di me. Che sensazione indescrivibile, mi sento presa totalmente, senza più nessun freno, comincio a godere in un modo forsennato e a gemere in modo incredibile – “oh si, prendetemi tutta, sfondatemi ,sono tutta vostra..” – mi viene da dire e i due non si fanno sicuramente pregare, aumentando contemporaneamente i colpi. Sento montare l’orgasmo, ma è diverso dal solito, di una potenza incredibile, comincio ad urlare come una pazza mentre i due mi scopano e mentre le scosse mi precorrono ogni millimetro del corpo. Dopo aver preso fiato per un attimo, decido che è ora di cambiare posizione, non ce la faccio più a stare accovacciata in questo modo, ho bisogno di appoggiare le gambe, mi sfilo i due cazzi, mi giro verso il ragazzo dietro di me e lo faccio coricare, inginocchiandomi in mezzo alle sue gambe, comincio a spompinarlo con voracità, l’altro ragazzo, quello che stavo cavalcando, decide che è il suo turno di piantarmelo nel culo, approfittando della mia posizione a pecorina, appoggia il cazzo al buco del mio culo e in un attimo me lo infila tutto dentro, incominciando a pomparmi con foga. Quasi all’unisono, mi accorgo che entrambi stanno per venire, e mi sento pronta a ricevere il loro sperma in ogni dove, lo voglio in ogni dove; continuo a spompinare il ragazzo davanti a me, comincia a gemere sempre più forte, sento il suo cazzo pulsare nella mia bocca, finchè sento esplodere il suo orgasmo, il primo schizzo lo prendo in bocca e lo ingoio, quelli successivi, tirando fuori il cazzo dalla bocca, li ricevo in faccia e sul seno, il suo seme caldo mi eccita ancora di più; nel frattempo il ragazzo che mi sta inculando comincia anche lui a gemere e viene sfilando il cazzo ricoprendomi il culo e la schiena di sperma, accasciandosi poi a terra al mio fianco. Io mi sento sfinita, ma terribilmente goduta, mi siedo anch’io per terra e, girandomi, osservo V. che si stava gustando la scena sditalinandosi con tre dita. – “ok, vi do cinque minuti per riprendervi e poi esigo anche io lo stesso trattamento, chiaro?” – esordisce; i due, guardandola, sorridono ed annuiscono.
Dopo qualche minuto, durante i quali V. continua a dedicarsi alla sua fighetta, sotto lo sguardo attento di tutti, la vedo alzarsi ed avvicinarsi ad uno dei due ragazzi dicendo – “è ora di riportare sull’attenti questi due amichetti…” – così dicendo si china sul suo cazzo e comincia a leccarglielo e ciucciarglielo. Nel frattempo, l’amico si avvicina a me e mi porta il cazzo vicino alla bocca, glielo afferro e comincio a ciucciarglielo, non posso non aiutare V. a soddisfare le sue voglie..
Il ragazzo che sto spompinando, evidentemente, è di più veloce recupero rispetto all’amico, con poche leccate, infatti, il suo cazzo torna duro come il marmo, riempiendomi la bocca; decido che è quindi giunto il tempo di portarlo da V.; mi alzo e mi porto dietro di lei, messa a pecorina, e dopo essermi abbassata ed averle leccato un po’ la figa ed il culo, prendo il cazzo del tipo e lo appoggio alle sue labbra. In un attimo è dentro di lei e comincia a cavalcarla, V. geme sempre ciucciando contemporaneamente l’altro cazzo, io mi porto al suo fianco e con una mano le tocco le tette, mentre con l’altra mi accarezzo le mie.
Dopo qualche minuto anche il cazzo del tipo sotto V. è finalmente di nuovo duro come il marmo e V., senza nemmeno quasi chiedere il permesso, si alza, ci si mette sopra e se lo infila nella figa. Il ragazzo dietro di lei, comincia a massaggiarle quindi il culo, preparandosi a penetrarla, le infila prima un dito e poi due e le muove avanti e indietro. Io, intanto, seduta vicino a V., con una mano mi tocco il seno e con l’altra mi accarezzo la clitoride…la fighetta al momento è piuttosto stanca…godendomi lo spettacolo. Dopo poco il ragazzo dietro V. sfila le dita e si avvicina con il cazzo duro al suo culo; lei, appena se ne accorge, non aspetta nemmeno l’evolversi della situazione, ma spinge indietro col culo infilandoselo, da sola, per metà dentro, emettendo allo stesso tempo un urlo di piacere. I due ragazzi cominciano a pomparla con foga, V. si abbandona sul petto del ragazzo coricato, continuando a urlare e gemere di piacere, finche la sento dire – “siiiiii, che bello, continuate… vengoooooooo…” – anche i due sembrano essere arrivati al limite, il loro respiro si fa affannoso ed aumentano il ritmo dei colpi, finche, mentre cominciano a gemere in modo sempre più rumoroso, V. dice – “dai su, riempitemi tutta…..” –. Dopo quelle sue parole, i due, cominciano ad urlare in preda ai loro rispettivi orgasmi, e aumentando, se possibile, ancora di più il ritmo colpi, la riempiono di sborra, mentre V. ricomincia ad urlare in preda ad un secondo orgasmo e mentre io comincio a gemere sempre più in preda all’orgasmo provocatomi, da sola, masturbandomi la clitoride, mentre osservo quello spettacolo incredibile.
Siamo rimasti tutti e quattro coricati su quel prato per almeno ancora un quarto d’ora, provando a riprenderci un attimo, dopo di che, i due ragazzi, una volta ricompostisi un pò e dopo averci salutato, sono andati via; ci hanno chiesto i numeri di telefono con l’intento di rivederci, ma noi abbiamo rifiutato, non era quello che ci interessava. Dopo essere rimaste sole, abbiamo cominciato a rivestirci anche noi, le mutande non le ha rimesse nessuna delle due, sono finite dritte nella borsa, così come ci è finito il mio reggiseno; una volta pronte, ci siamo guardate e sorrise e ci siamo incamminate verso l’ufficio. Erano ormai le quattro passate, la pausa pranzo, quel giorno, era risultata alla fine piuttosto lunga….ma decisamente soddisfacente…
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