Una volta tanto sono in anticipo e ne approfitto per scendere dall’auto e fare due passi. Lo spiazzo è deserto e a me piace camminare e godermi la sensazione degli stivali e del tacco alto.
In foto mi è parso carino, per eccitarlo mi sono messa la mia minigonna cortissima in pelle, di quelle che si aprono completamente e si sfilano tirando una cerniera lampo, autoreggenti a rete di quelle a maglie grandi e gli stivali in pelle alti fin sopra il ginocchio. Sotto ho un coordinato in seta nera: reggiseno perizoma e reggicalze. Il trucco è forte ma senza esagerare. Smalto, orecchini e profumo completano l’opera, la mia borsettina nera mi ciondola al fianco.
Prima di uscire ho lavato, allargato e lubrificato il mio buchino, che così è pronto per ricevere ospiti.
Passo accanto ad alcune pile di bancali ammucchiate contro il muro del capannone e intanto penso soddisfatta che dovrei piacergli e che spero mi farà stare bene. Ma la serata non andrà come credo io. Sento un rumore alle mie spalle, faccio per girarmi ma una coperta mi piomba sulla testa e prima che abbia il tempo di un pensiero sento due mani che mi bloccano le braccia ed altre che mi tengono ferma la coperta attorno al capo, una voce rauca mi dice ‘Buona, buona, non ti facciamo male, calmati, cammina e fai quello che ti diciamo, non ti succederà niente di brutto’.
Assecondando la spinta da dietro faccio alcuni passi, poi un braccio mi ferma e le mani attorno alla mia testa me la premono contro quella che potrebbe essere una pila di bancali, non so. Ho il cuore in gola, cerco di pensare a cosa fare ma sono nel caos più totale, tremo e non riesco a spiccicare una parola. Due mani mi tengono il capo ben fermo, altre mi sfilano la coperta e mi cingono una benda attorno agli occhi legandola ben stretta.
Tutto succede alle mie spalle, intravedo per un attimo solo le scarpe nere di uno di loro, poi il buio totale. Ora uno mi tiene i polsi dietro la schiena e un altro li blocca insieme con alcuni giri di scotch da pacchi. Credo stiano per legarmi anche le caviglie, e invece mi sollevano di peso e iniziano a camminare, sento il rumore di due portiere, poi mi sdraiano a pancia in giù su qualcosa di morbido, probabilmente un materassino. Devo essere nel grosso furgone che avevo notato appena arrivata, non mi sarei mai immaginata che fosse lì per me.
Mi chiedo che intenzioni abbiano, se volevano fare sesso con me bastava chiedere, provo a pensare ad altre possibilità . Intanto due mi sollevano per le spalle e mi mettono in ginocchio, sento il rumore di qualcosa appoggiato davanti me. Ripensandoci adesso credo fosse una cassa da imballaggio o qualcosa di simile, con stesa sopra la coperta già incontrata prima. Mi rispingono in giù e mi fanno appoggiare col petto alla cassa, delicatamente devo dire.
Sento il rumore di cinture slacciate e cerniere lampo che si abbassano e così sono sicura di cosa stanno per fare. Sono nel delirio più totale, è un’emozione molto diversa dalla paura quella che mi fa tremare. E’ una vita che sogno di essere violentata, ma sono sempre state solo fantasie. Ora sta succedendo davvero e non so se devo mettermi a urlare chiamare aiuto o stare al gioco.
La fantasia è una cosa la realtà un’altra, non vorrei aver sempre sognato la cosa sbagliata. Le azioni degli altri mi sottraggono al problema della scelta: mi sollevano la minigonna, delle mani mi afferrano le caviglie e mi allargano le gambe, uno di loro si inginocchia dietro di me, sento il suo corpo sfiorare i mie i glutei, mi scosta il perizoma e poi si lascia andare a un ‘Guarda che culo!’. Incomincia ad accarezzarmelo con una mano, mentre con l’altra, a giudicare dal rumore, si tira il cazzo per eccitarsi. Lo stesso rumore sento provenire da altri punti attorno a me e, per la prima volta, mi chiedo quanti sono.
Tremo in tutto il corpo, stanno per scoparmi in gruppo e senza avermelo chiesto, non so come finirà , eppure sento che in profondità dentro di me una decisione è già stata presa: ‘Accetto, voglio questa esperienza’. La mano che mi accarezzava mi preme ora la schiena, il cazzo di lui mi si appoggia fra i glutei e a tentoni inizia a cercare l’entrata. Come spesso accade cerca troppo in alto, si spazientisce e riprova qui e là con più forza. Forse dovrei finalmente parlare e dargli delle indicazioni per facilitargli la cosa, altrimenti rischia anche di farmi male, ma la parte orgogliosa di me si rifiuta di venire in aiuto di questi prepotenti.
Presto comunque capisce di aver trovato il buchino e allora preme forte e mi entra dentro di cattiveria. Mi scappa un gemito di dolore, non ho fatto alcuna resistenza e sono già allargata e lubrificata ma anche così mi ha fatto male. Prende subito a stantuffarmi, mi appoggia le mani sulle anche e si lascia andare a un rantolo di piacere. Mi fa male, provo solo dolore, lui è brutale, vuole entrarmi subito in profondità e non rallenta un attimo.
Sento il rumore di un cazzo tirato dalla mano del suo proprietario avvicinarsi al mio viso e subito una cappella mi preme contro le labbra. Ormai ho deciso di non resistere, apro la bocca e mi ritrovo un cazzo fino in gola. Mi tiene ferma la testa con le mani e mi stantuffa la bocca lentamente ma a fondo. Ogni tanto rischia di soffocarmi e quando mi sente tossire per fortuna mi lascia riprendere fiato.
Di dietro le cose intanto vanno meglio, il mio buchino si è allargato ben bene e quello che provo inizia a essere piacere. Spontaneamente, senza pensarci, inarco la schiena e spingo indietro il culo per offrirlo completamente al mio quasi-violentatore, lui se ne accorge : ‘Ti piace eh vacca?!’ Sposta le sue ginocchia un po’ in avanti per avermi ancora più vicino, le mani scivolano fino sui miei fianchi e li stringono forte, inizia a sbattermi sul serio, odo il rumore ritmico del suo corpo contro il mio e le sue palle sbattere contro i miei glutei.
Sento che sto per arrendermi completamente, il piacere s’impossessa del mio corpo. La mia bocca cessa di essere passiva e si avvolge voluttuosa attorno alla cappella dell’altro quasi-violentatore: ‘Dai ciuccia! Sì, così, prendilo fino in gola ‘ Ti piace eh?! Te l’avevo detto che era una troia! Quando ho visto com’era vestita l’ho capito subito. Guarda come gode con due cazzi’.
Mi bruciano queste parole, il mio orgoglio sente che giù in fondo, dentro di me, sono vere: sì sono una troia e sto godendo immensamente, il mondo pensi pure quello che vuole.
Cedo completamente: allargo il più possibile le cosce per facilitare il lavoro al cazzo che ho dietro, rilasso completamente tutto il mio corpo e mi abbandono contro la cassa da imballaggio, completamente vinta e sottomessa dall’impeto dell’uomo dietro di me. Lui e’ al massimo dell’eccitazione, sento che il suo cazzo è cresciuto di dimensioni e mi riempie completamente. Ad ogni suo affondo lascio andare un gemito di piacere.
Quello che spompinavo ora mi tiene per le spalle per aiutarmi a reggere i colpi dell’altro. Il penetratore è ormai una furia, ad ogni botta mi pare che il suo cazzo mi arrivi fino in gola e letteralmente urlo. Perdo completamente il controllo di me stessa, mi formicolano il viso e le mani e sono nel pallone più totale. Credo stia per venire, per un attimo riesco a pensare che dovrei preoccuparmi per le malattie, ma sento invece un’emozione grande all’idea di un fiume di sperma che mi sgorga dentro.
Tutto si offusca sotto gli ultimi colpi: mentre io vengo spostata a scatti con tutta la cassa dalla sua furia lui rantola e sborra. Arrivano alcuni secondi di quiete, durante i quali non saprei neanche dire come mi chiamo, poi lo sento appoggiarsi col petto e la testa contro la mia schiena per riposarsi un attimo, bacia la mia pelle e si rialza.
Avrei bisogno di qualche minuto per riprendermi ma un altro gli dà immediatamente il cambio e mi penetra: mi pare piuttosto dotato ma ormai sono così larga e lubrificata che mi scivola dentro senza alcuna difficoltà . Quello che avevo davanti si masturba fin quasi all’orgasmo, poi all’ultimo mi infila la cappella fra le labbra e sento i suoi schizzi contro il mio palato. ‘Bevi tutto bella, dai che ti piace! Che vacca che sei!’. Non ho più remore, obbedisco e mando giù, e mi piace anche.
Un altro gli dà il cambio e ho di nuovo due cazzi dentro di me. Tutto questo va avanti per un po’, non saprei dire quanto, a turno un po’ mi montano e un po’ si fanno spompinare, in tutto riesco a contare quattro sborrate dentro il fondoschiena, una in faccia e due ingoi.
Alla fine sono spossata, esausta e preoccupata, ma il godimento che ho provato è indescrivibile.
Uno mi sfila il perizoma: ‘Me lo porto a casa come trofeo!’. Mi aiutano a rialzarmi e mi fanno scendere dal furgone, ‘Dai che ti accompagno alla macchina. Che puttana che sei, ti piaceva eh ? ‘ Insomma ti è piaciuto o no?’, un sì mi sfugge imbarazzato dalle labbra, lui mi schiaffeggia il fondoschiena divertito, taglia lo scotch che mi blocca i polsi, mi appoggia con la schiena in piedi contro la mia auto, mi bacia a forza, mi mette un pezzo di carta in mano: ‘Qui c’è un numero di telefono, chiamaci quando hai voglia di cazzo che ti facciamo contenta!’, se ne torna al furgone e partono.
Mi tolgo la benda e lo scotch, mi guardo e mi accorgo di essere anche senza minigonna. La vedo appallottolata sul cofano, la svolgo per indossarla e vedo che l’interno è bianco di sborra, qualcuno l’ha usata per masturbarsi. ‘Temo che non sia proprio il caso che tu faccia la schizzinosa’, mi dico: ‘ visto quello che ti sei lasciata fare ormai è evidente che sei proprio una troia, e per una troia è cosa comune essere bagnata di sperma, per cui infilala senza tante scene’, lo faccio e mentre tiro la lampo sento la sborra contro i miei glutei, mi pare ancora calda.
Rilasso il fondoschiena: lo sperma con cui mi hanno riempito come un bignè esce dal buchino e cola lungo le cosce.
Ho paura che li chiamerò presto.
Per fare quattro chiacchiere… evoman@libero.it
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