In questo esatto istante nella camera c’è totale assenza di luce all’infuori del debole faretto rimasto funzionante sul comodino, per aumentare la luminosità di quei riflessi e di quelle ripercussioni accattivanti, affascinanti e pure fosche, dal momento che unicamente il muro sarà il riservato e il taciturno simbolo della nostra privata esaltazione, ovvero del nostro appassionato e incontrastato trasporto.
“Questa però è irrevocabile, è l’occasione conclusiva” – mi hai avvisato segnalandomela in maniera cauta, guardinga e maligna.
Tu essendo in amicizia frequenti un’altra donna, questo è indubbio, perché ti sei intrufolato nel letto di un’altra, attualmente noi stiamo fracassando e distruggendo dopo quattro anni il vortice d’amore, di sesso e di rancori che ci trascinava coinvolgendoci sempre più a fondo in una spirale di giochi erotici e di continue provocazioni, dato che entrambi vogliamo cambiare vita migliorandola, ma non riusciamo a spaccare né a sezionare quel cordone ombelicale dannoso, infetto e malsano che ci lega. Oggidì sennonché azzarderemo, tenteremo, perché questo sarà il nostro risolutivo avvicendamento, adesso dimentichiamoci di noi, passiamoci sopra, reprimiamo tutte le esaltazioni, proprio per questa ragione desidero sbalordirti, anelo farcirmi di te per appiccicarmi per bene sulla persona il tuo individuale effluvio della tua epidermide, della sensazione delle tue mani addosso al mio corpo e del tuo cazzo dentro di me. Io devo esorcizzarti, liberarti, sganciarti dal demonio, in tal modo ti condurrò nella sala con quella luminosità velata, sì, perché tra poco ti salterò al di sopra senza darti tregua, denudandoti rapidamente ed esponendomi appieno, offrendomi senza sosta a tal punto favorendo i tuoi istinti primordiali di maschio.
Tu mi fai piegare sennonché nella posizione della pecorina sul letto, perché senza tante lusinghe mi penetri a fondo e inizi a scoparmi selvaggiamente, guardandoti soddisfatto e rallegrato allo specchio, schiaffeggiandomi il didietro, abbrancandomi per bene così come se volessi marchiarmi in maniera permanente per sempre. I tuoi colpi m’affliggono, mi dilaniano straziandomi, io godo dimenandomi, confesso che sono talmente infervorata che strillo e farnetico, mentre il mio cuore perde un pezzo a ogni penetrazione, dopo mi stendo sul letto e t’accolgo sopra di me. A questo punto mi sevizi molestandomi i capezzoli, cominci a spremere senz’indulgenza alcuna il clitoride insinuandoti lì come meglio credi. Tu ispezioni con dovizia qualunque inespressa intimità del mio fisico, tenuto conto che non ti è per nulla difficile trascinarmi all’orgasmo per bere in ultimo i miei gustosi fluidi, tu sei soddisfatto, cosiffatto ritorni a penetrarmi con prepotenza sollevandomi. Io ti sento per bene e m’aggrappo a te, lascio però spiccatamente impressi i graffi in maniera tale che ti rimangano come una lucida testimonianza permanente sulla tua cute, la mia mente adesso girovaga verso i nostri ricordi più felici e cerco così di parlartene, tuttavia non ne ho il tempo, perché il tuo cazzo m’arriva in bocca, cosicché io riempio la mia arsura saziandomi di te, tracannando ogni goccia del tuo appassionato, candido e speziato sperma.
“Sei una mala femmina, una vera sgualdrina”.
Accidenti per quelle parole: io ho cercato di dimenticarti con le persone sbagliate e tu non me lo puoi perdonare né risparmiare, perché io so molto bene che in questo momento me la farai pagare, giacché io attendo la mia punizione con timore e con penosa voglia. Tu trascini il mio corpo verso il bordo della camera nuziale, m’indichi il tavolato e senza preavviso alcuno t’insinui infilandomelo nel didietro provocandomi un dolore consistente, lasciandomi incredula e spaesata in lacrime con le mani strette alla coperta, con la bocca tappata dalla tua mano che mi stringe impassibile e incurante dei miei gemiti e dei miei lamenti. Tu non l’avevi mai fatto prima d’ora, giacché me lo avevi riferito, attualmente mi stai scopando da dietro, per il fatto che tu hai sempre prediletto il mio fondo schiena, lo hai sempre cercato e desiderato, al momento lo stai totalmente possedendo, in quanto lo hai violato soltanto oggi. Ti ecciti maggiormente, cosicché incrementi l’efficacia delle spinte, successivamente m’imponi con fermezza di voltarmi. I nostri sguardi in quell’istante s’incrociano, si studiano, in tal modo interpretiamo leggendo in noi la forza della passione insieme alla sofferenza, causato dal vigoroso tormento che stiamo perseguendo di dissipare, per trarne beneficio sino all’ultimo respiro ciò che ci sarà permesso.
Io non riesco a immaginarti nel letto di un’altra donna, tenuto conto che adesso si stiano facendo di me ciò che più t’aggrada, tu che mi dicevi di continuo quanto fosse conturbante, eccitante e irrinunciabile scopare con me, però adesso voglio essere io a dominarti e a possederti per bene in modo incondizionato e senza riserve. In quell’occasione io reagisco contrattaccando, mi ribello alle tue strette e alle tue spinte, ti getto sopra il letto e inizio a cavalcarti con rabbia mentre tu mi stringi le tette. In quel momento io vedo il tuo sguardo quasi avvilito, demoralizzato e malinconico per il saluto accanito e brutale che ci stiamo dando.
In quel momento sguscio via dal tuo pene rigonfio e imbrattato di fluidi e te lo prendo tutto in bocca per regalarti uno dei miei pompini più esclusivi e raffinati. Io suppongo che non li dimenticherai facilmente, perché io so giocare con il tuo cazzo, so svagarmi so avvolgerlo con le labbra e so sfregarmi con tutta la faccia lungo l’asta, mentre lecco la cappella e gioco con i testicoli facendoti sragionare per il godimento che ti procuro. Dopo ti stuzzico il frenulo insistendo lì, sì, con la lingua e con i denti, ti guardo in modo furbo e scaltro, mi riempio di nuovo la bocca di te spostandomi in modo armonico con la testa, mentre sto distintamente accogliendo captando in visibilio la melodia dei tuoi continui lamenti e avvertendo sopra le guance il palpito del cazzo vicinissimo allo sfogo per la sborrata finale. Io sfuggo gradualmente spalancando la cavità orale e squadrandoti attentamente in viso, nel tempo in cui conduco affiancando il tuo acme del piacere con veloci colpi di mano attorno al cazzo, in breve tu mi sborri sulla lingua urlando il tuo piacere per lungo tempo trattenuto, in seguito m’imbratti anche le guance guardandomi mentre io mi lecco le labbra prima di risalire verso di te per baciarti. Al momento siamo realmente compromessi e interamente esposti perché qui c’è tutto: il sesso, l’erotismo, la passione pura e l’attrazione magnetica. In questo momento siamo come due belve selvagge guidati dai nostri istinti animaleschi e istintivi, ai quali ci siamo abbandonati per l’ultima volta, prima con il rammarico, in seguito con il rimpianto di ritrovarci un giorno per appagarci deliziandoci di nuovo.
“SarĂ davvero felice e fortunato il prossimo che ci sostituirĂ . Non trovi?” – mi riferisci tu in modo allusivo, crudele e perverso.
Io rimango accasciata sul letto sfatto, ti guardo rivestirti mentre tu mi baci i capezzoli delicatamente, dopo mi lasci in questo modo, appagata e sazia di te, perché io t’ho offerto in dono ancora tutta me stessa.
Tu andrai certamente con un’altra, io indubbiamente andrò con degli altri, malgrado ciò il nostro cordone schiacciato e spezzato continuerà a spandere e a versare sangue. Di garantito e di sicuro è, che assaggeremo e che in conclusione leccheremo ancora le nostre afflizioni, i nostri dispiaceri e le nostre ferite.
{Idraulico anno 1999}