“Inizio a baciarloe lui inizia a toccarmi dicendomi: ” dimmi che mi vuoi succhiare il cazzo” ” voglio succhiarti il cazzo” “eccotelo” mi inginocchio e inizo a…”
Ultimamente viaggio tantissimo. Per lavoro e, spesso, per piacere. Roma Ciampino. Arrivo
frastornato all’aeroporto in largo anticipo per l’imbarco per Cagliari. Sono reduce da un weekend le amiche dove mi sono lasciata andare al massimo. Oltre al girovagare per locali vestita rigorosamente en-femme, ho anche fatto tanto shopping. Giarrettiere, mini, tacchi a spillo, décolleté , parrucche e giochini vari. Probabilmente ancora cammino come una cagna in calore e sculetto, senza rendermi conto di stare all’imbarco dell’aeroporto. Ho anche manicure e sopracciglia impeccabili. Tutto questo deve aver attirato l’attenzione dell’addetto alla sicurezza. Appena vedo che mi squadra dalla testa ai piedi, io ricambio con un sorrisino innocente. Lui è brizzolato, occhi celesti, barbetta incolta. Un bel maschio. Appena mi avvicino al banco per depositare il bagaglio a mano fa un gesto al collega come a dire: ” ci penso io”. Sembra chiaro l’interesse. Io inizio a sorridere come una adolescente. “Buongiorno!” “Buongiorno”, rispondo timidamente. “Mi fa vedere per cortesia la carta di imbarco” “ecco prego” “Luca…Ha dei liquidi nella borsa? Dispositivi elettronici?”
“Si ecco, si ho già depositato i liquidi nel contenitore e il cellulare nell’altro scompartimento. “Quindi questo beauty case è suo?” “Si” “Bravo, e dove va di bello?” “Cagliari” “ahh bello ci vado spesso in vacanza, bene, diamo uno sguardo al contenuto del suo trolley” Introduce il bagaglio nello scanner e ne scruta il contenuto. Io seguo il suo sguardo. Lui scruta sul display dello scanner il contenuto del bagaglio e, alla vista di alcune forme sospette (dildo), blocca il sistema e prende il bagaglio con se. Richiamando la mia atrenzione con la mano mi dice: “Le dispiace seguirmi nello stanzino? Grazie”
Io ero a disagio. Per fortuna ero li in anticipo ma in ero in imbarazzo. Lo seguo a capo chino. Apre la porta e, da gentiluomo, mi fa entrare per primo. Chiude la porta con la serratura e si toglie la giacca.
“Allora Luca. Sai quanti giochini vedo al giorno facendo questo lavoro? Molti”. Io sto zitto ma in un sussulto di coraggio dico: ” non è certo reato”
“Certo ma scherzi? Vuoi uscire subito? Prego, vai nessuno ti trattiene. Ma figurati. Io voglio solo chiederti un’altra cosa. Vuoi stare? Posso continuare? Io rispondo si con la testa e lui continua. “Vedo spesso anche dei bei ragazzotti, depilati e ben curati, trasportare nei bagagli biancheria intima femminile, parrucche e scarpe. Vuoi sapere come va a finire? Che me li scopo tutti e dopo mi ringraziano. I miei colleghi non sospettano nulla. Ma da qui escono tutti con il sederino rosso. Ora tu apri la tua valigia e mi fai vedere come indossi i tuoi nuovo acquisti. Stai tranquillo che il volo non lo ha mai perso nessuno”. Mentre parla si avvicina e mi accarezza le mani. Gia il mio cazzetto si indurisce nelle mutande. Respiro affannosamente e poi mi decido. “Va bene…” “brava” mi dice sorridente. Appena mi alzo mi stampa un bacio sulle labbra. “Sei molto bella. Truccati per bene. Vai nel bagnetto. ” Mi doce dandomi una pacca sul sedere.
Prendo il bagaglio ed entro nel bagnetto. Rossetto, fondotinta, mascara e, nel giro di pochi minuti la troietta Mara prende forma. Mi denudo e mi rivesto. Perizoma, autoreggenti, tacco 12, parrucca bionda. Lui è fuori che aspetta seduto sul scrivania. Esco fuori e, appena mi vede batte le mani: ” wow che schianto. Ci avevo visto bene. Io riconosco al volo le giumente. Vieni qui, sbrigati. “Obbedisco e, con un sorrisino ringrazio. Inizio a baciarloe lui inizia a toccarmi dicendomi: ” dimmi che mi vuoi succhiare il cazzo” ” voglio succhiarti il cazzo” “eccotelo” mi inginocchio e inizo a sbottonarlo. Lo prendo in bicca iniziando dalla cappella. È abbastanza grande. Lui preme la mia nuca verso di lui. Io sono brava con la bocc e gli stimolo le palle. Lui geme e mi dice: “Lo sai che non abbiamo molto tempo”. Non fa in tempo a finire che io mi distendo sulla scrivania. Senza neanche sfilarmi le mutandine mi infila due dita piene di saliva nel culo. Attendo la penetrazione con pazienza. Inforca il preservativo e poggia la sua cappella sullo sfintere. E poi inizia. È delicato ma deciso. Mi tiene la bocca tappata ma io riesco a trattenere il gemito. Lo guardo mentre mi scopa sempre più forte. Inizia a sculacciarmi le natiche. Sono molto eccitata. Dopo alcuni minuti mi gira come un sacco di patate e si mette le mie gambe sulle spalle. In questo modo può penetrarmi più in profondità. Accenno ad un gemito ma vengo schiaffeggiata. Sto zitta e lui mi guarda con sguardo autoritario. Continua, di tanto in tanto a schiaffeggiarmi con decisione. Mi infila la linguanin gola e viene. Inzia a segarmi e smette solo quando il mio seme spruzza fuori. “Ora struccati rivestiti e vai” io posso solo ringraziarlo.
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