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La collega di università

“”Dai Laura facciamo pausa!”, dissi io alzandomi dalla sedia e andando dietro di lei ancora seduta…”

I protagonisti del racconto sono Federico e Laura, due colleghi di corso.
Il racconto, così come nomi e ambientazione, è di fantasia sebbene ho (ahimè) solo sfiorato una situazione simile.

Sono Federico e sono uno studente di legge come tanti di una università come tante. Tra una lezione e l’altra, un esame e l’altro, ho avuto modo di conoscere tante nuove persone, soprattutto ragazze. Purtroppo per me sono sempre stato abbastanza sfortunato dal momento che al di là delle solite situazioni di rito tra colleghi universitari, non sono mai riuscito a spingermi oltre, magari cercando di instaurare un rapporto più stabile che magari prevedesse un ”dai su, prendiamoci un caffè” oltre ai soliti ”ma la lezione di diritto privato in che aula è?”. A dir la verità con qualche collega di corso mi sono fatto avanti, ricevendo però solo dei sonori rifiuti, il più delle volte perchè già impegnate.
Nelle ultime settimane ho però conosciuto una nuova fanciulla, Laura, una studentessa meridionale fuori-sede con cui sempre più spesso mi ritrovo a condividere lezioni e sessioni di studio in biblioteca. Laura è la classica ragazza solare acqua e sapone, sempre sorridente con cui è facilissimo prendere confidenza. Bassina, magra, poco seno ma gran culo, capello castano chiaro così come gli occhi e leggere lentigini.
”Ehi Fede, ma a che punto sei con lo studio?”
”Guarda Laura, direi che l’esame lo provo, ma se prendo 18 è grasso che cola!”
”Ahahahah perfetto, allora siamo sullo stesso livello!”
La giornata era iniziata con questa normalissima discussione, ma avrebbe presto preso una direzione inaspettata.
Erano circa le 10 del mattina ed io e Laura eravamo appena entrati in biblioteca alla ricerca di un tavolo libero dove poter studiare.
”Lo sapevo, sempre tutto pieno!”, si lamentò Laura.
”Scontato Laura, d’altronde manca una settimana all’inizio della sessione d’esami e quindi sono tutti rintanati in biblioteca a studiare”, risposi io.
”E adesso dove andiamo?”, chiese Laura.
”Ah boh, non lo chiedere a me!”, risposi io.
Laura prese in mano il telefono e chiamò qualcuno. Si allontanò 2 minuti per poi tornare da me sorridente come al suo solito.
”Andiamo a casa mia Fede! Ho chiamato la mia coinquilina per sapere se potevamo studiare a casa e se gli davamo fastidio e mi ha risposto che non c’erano problemi perchè è a casa del suo ragazzo e prima di stasera non ritorna!”
”Sicura che non sia un problema? Non vorrei disturbare!”, dissi io.
”Ma che disturbo, dai! Almeno lì non rompe le palle nessuno!”, mi tranquillizzò Laura.
Circa 10 minuti dopo entrammo a casa di Laura. Era la classica casina da studente, molto piccola ma accogliente, con cucinotto/salotto all’ingresso e due stanze singole oltre al bagno.
”Ti offro qualcosa Fede?”, chiese Laura.
”No grazie, ho fatto colazione prima che ci vedevamo e poi tanto alle 12:30 andiamo a mensa!”
”Ma quale mensa! Oggi sei ospite a pranzo da me!”, mi risposte Laura con il suo stupendo sorriso.
”No dai, non voglio approfittarmene!’
”Ma smettila scemo! Non mi rovini mica le finanze per un piatto di pasta!”
Iniziammo a studiare, ma a dir la verità la concentrazione era assente. Realizzai soltanto dopo la situazione in cui ero. Mi trovavo a casa di Laura, eravamo soli e soli saremmo rimasti per tutto il giorno, avremmo mangiato insieme e niente e nessuno ci avrebbe disturbato. Il pensiero andò inevitabilemente ad una sola cosa. Dovevo sfruttare la situazione e cercare di combinare qualcosa. E così iniziai a tramare tra me e me il da farsi…
”Dai Laura facciamo pausa!”, dissi io alzandomi dalla sedia e andando dietro di lei ancora seduta.
”Ahahahah ma se abbiamo iniziato mezz’ora fa? Sei già stufo!”
”Si in effetti si!” dissi io mentre con le mani le toccavo le spalle accennando un massaggio.
”Aspetta allora, facciamo pausa!”
Laura si alzo e si indirizzò verso il frigo.
”Parliamo di cose serie: come la vuoi la pasta?”
”Boh Laura, sei tu la cuoca! Fai te!”
”Aglio, olio e peperoncino ti va?”, domandò lei.
”Ma si dai, semplice e buono!”, risposi io.
”Bene, e questa è sistemata. Ora possiamo tornare a studiare? Poi verso le 11 e mezzo stacchiamo e iniziamo a preparare pranzo”
”E va bene, studiamo un altro pochino”, dissi io.
Ci rimettemmo a studiare, ma a dir la verità alternavamo 5 minuti di studio con 15 minuti di allegro cazzeggio tra una battuta e un sorriso di lei.
”Mi sa che oggi studiamo bene poco, Fede” disse lei.
”Mi sa anche a me!”
Era quasi mezzogiorno e i libri erano già stati chiusi da un pezzo. Aiutai Laura ad apparecchiare e a cucinare. Pranzammo in un clima molto disteso e complice, durante il quale parlammo del più e del meno. Più la guardavo e più la mia voglia di sesso saliva. Non potevo non sfruttare quella situazione d’oro.
Mentre lavava i piatti, io mi misi dietro di lei abbracciandola con fare amichevole. Lei non si scostò e così io con le mani iniziai un dolce e rilassante massaggio.
”Ahahahah Fede! Cos’è questo? Il tuo metodo per aiutarmi a lavare i piatti?”
”Si esatto! Così non ti affatichi!”
”Che scemo che sei…” mi rispose lei voltandosi verso di me ridendo.
Ero ormai perso. Il suo sorriso mi scioglieva, il suo sguardo innocente mi eccitava. Dovevo averla!
”Ora che facciamo Laura?” chiesi io appoggiandomi al divanetto del salotto.
”Beh, direi di riaprire i libri!”, rispose lei.
”Ma no! Ora subito dopo pranzo? Guardiamo un po’ di TV prima!”, dissi io sedendomi sul divano e facendogli gesto di sedersi.
”Va bene, va bene! Poi però si studia!”.
Laura si sedette accanto a me. Era il momento di agire. Cercavo il contatto fisico, prima timidamente, poi sempre di più. La abbracciai. Lei non si mosse. Sorrise e basta.
La baciai.
Un bacio lento e bellissimo.
”Fede dovevamo studiare…” disse lei con un timido sorriso.
”No” risposi seccamente io.
Ci baciammo per circa 10 minuti finche Laura non si alzò prendedomi per mano, direzione il suo letto. Spostò dal letto i peluches e si sedette. Io la baciai nuovamente sdraiandomi su di lei.
”Oh Laura…”
”Ssshhh, baciami e basta!”
Con le mani le tolsi il golfino e poi la canottiera. Lei fece altrattanto con me. Iniziai a palparle il seno, una seconda scarsa ma ben fatta. Le succhiai i capezzoli turgidi, mentre le sue gote si facevano sempre più rosse.
”Mmmhhh…”
Laura non disse altro. Ansimava e sorrideva, con quel suo viso d’angelo di una sensualità incredibile.
Le sganciai i pantaloni e con le mani inizia ad esplorare dentro le sue mutandine. Il pube presentava dei peli castani corti e curati, mentre più in basso gli umori iniziavano a bagnarla.
Intanto anche lei aveva iniziato a frugare dentro i miei pantaloni, accarezzando il mio cazzo gonfio da sopra le mutande. Decisi di dare una accellerata alla situazione e con un gesto rapido decisi di liberare il cazzo dalla sua gabbia.
”Oh…” bisbigliò Laura, avvicinandosi a me ed iniziando una lentissima e meravigliosa sega.
Mi guardava fisso negli occhi mentre con la mano andava su e giù. Sorrideva Laura, sorrideva come una bambina innocente, e la cosa mi faceva impazzire. Lentamente prese in bocca la cappella, mordicchiandola leggermente. I brividi mi scuotevano la schiena. Fu un pompino lento, tranquillo, silenzioso, bellissimo. Non accellerò mai il ritmo. Le piaceva gustare, assaporare lentamente il mio cazzo per tutta la sua lunghezza, staccandosi solo per guardarmi e sorridermi.
La presi per le spalle e la sollevai in piedi. Ci baciammo nudi, mentre col mio cazzo le impattavo sui peli del pube, per poi indirizzarlo in mezzo alle sue gambe.
La feci distendere con le gambe aperte.
”Ora tocca me” dissi io.
Come aveva fatto lei, anche io iniziai una lenta ma appassionata leccata di figa.
”Mmmhhh, aaahhh”
Laura stava godendo, ma sempre in maniera composta e sottovoce, senza mai scomporsi.
Aumentai il ritmo con il preciso intento di farla venire.
”Fede…mmmhhh..”
Mi guardava e sorrideva. Ancora quei sorrisi che mi facevano perdere la testa. Il viso ormai rosso.
Laura rivolse lo sguardo al soffitto ed iniziò a contorcesi dal piacere. Stava venendo.
”Aaahhhh siii..”
”Laura..” dissi io sottovoce avvicinandomi alla sua bocca.
Laura mi abbracciò, mentre io mi apprestavo ad entrare dentro di lei.
”Oh”
Un sospiro secco di lei fu il segnale che ero dentro.
La scopai lentamente, con movimenti dolci e ritmati, aumentando di tanto in tanto il ritmo.
Laura sospirava guardandomi dritto negli occhi. Il suo sorriso non si scompose. Era magnifica.
Sentivo di stare per venire. Laura lo capii dal ritmo più veloce.
”Fede, dentro no!”
”Ok…”
Sfilai il cazzo da dentro Laura e restando sopra di lei, me lo afferrò iniziando a segarmi.
Venni in maniera liberatoria imbrattando completamente i suoi peli pubici ed il suo bacino.
Mi sdrai di nuovo sopra di lei e la baciai appassionatamente.
Passamo il resto del pomeriggio a letto abbracciati.
Lo studio poteva attendere.

Disclaimer! Tutti i diritti riservati all’autore del racconto – Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell’autore.
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Lui & Lei

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