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Storia Vera 6

Ho deciso di giocare in casa la seconda partita con i tre ragazzacci. L’occasione mi viene presentata da Silvia, la mia collega di lavoro che, trasferitasi definitivamente a casa del fidanzato, abbandonerà a fine mese il suo appartamento, e mi ha lasciato, partendo per il “viaggio di nozze” (anche se non si &egrave sposata &egrave volata in Messico), le chiavi per restituirle al proprietario. D’accordo con il padrone Silvia ha lasciato le cose e il mobilio che non gli serve nella nuova casa, tra cui il letto, l’armadio, tutta la cucina, niente roba di valore si intende, ma comunque pulita e funzionale, che servirà, forse, ai prossimi inquilini.

Quale occasione migliore?

Decido di approfittare, forse &egrave un segno del destino, e telefono a Claudio.

“Ciao ragazzacci che fate giovedì?”

“Abbiamo un appuntamentino”

“Che stronzi…. Mi fate le corna?”

“Con Luciana, te ne abbiamo parlato…”

“Ah poi come &egrave andata ? E’ venuta in campagna ?”

“Non ancora, ci proviamo per queste feste, forse martedì”

“Venerdì che cosa avete da fare? E’ l’ultima possibilità che ho prima che torni il mio ragazzo per passare a casa i dieci giorni del ponte di pasqua”

“Io e Paolo siamo liberi, vuoi che sento anche Luigi ?”

“Mi sembra il minimo, sentiamoci domani per confermare”

Il giorno seguente arriva puntuale la conferma, l’appuntamento &egrave per le 8.30 in una pizzeria dove ho riservato un tavolo per quattro.

Per un’amante delle novità, quale io sono, l’essere io ad invitare loro &egrave già abbastanza, ma non molto, posso fare di più. Navigando per siti porno ho trovato un servizio fotografico su di una modella alle prese con tre stalloni, cosa di ordinaria amministrazione in rete, ma la leggera somiglianza con lei mi ha portato a sviluppare delle fantasie oscene e sono corsa in un negozio specializzato per acquistare della lingerie simile alla sua, un completo particolare stile retrò, così, tanto per eccitarmi ancora di più.

Difficilissimo da reperire il reggicalze, alto come una panciera, con elastici reggicalza molto larghi, in tessuto setificato lucido, e le calze, che per rimanere in stile anni trenta, dovevano essere color carne, senza trine ne pizzi e ad alto numero di denari, direi anche bruttine se non inserite in questo contesto. Le scarpe sono semplicemente nere, ne prendo un paio con un laccetto alla caviglia, veramente molto sexy. Nel servizio non intuisco il vestito, che non viene fotografato, ma lo immagino nero, con un lungo spacco, aperto sulle spalle e con le maniche corte, questo lo deduco dai guanti lunghi che indossa la modella, insieme a un cappellino con veletta. Andare in pizzeria con la veletta e i guanti, nonché con un vestito da sera addosso, onestamente, mi creerebbe qualche imbarazzo, allora opto per jeans e una felpa, indosserò il vestito “di scena” al ritorno a casa dopo a pizza.

Stare a cena con tre persone che sai tra un po’ saranno su di un letto insieme a te &egrave eccitante, specialmente quando sei consapevole che qualunque cosa possano dire i vicini di tavolo di quello strano quartetto, mai potranno immaginare quello che realmente succederà (almeno credo!).

Basta una semplice toccatina, che Luigi riserva al mio culetto prima che salgo in auto, che tutta la tensione e l’eccitazione accumulata in questi giorni di fantasie, inizi a salirmi al cervello, vorrei denudarli adesso, tutti, e farmi prendere nel mezzo della strada, sono a mille, stò scoppiando.

Velocemente mi dirigo a casa di Luciana seguita a distanza dall’auto degli stalloni, che so tra non molto, saranno a mia completa disposizione.

Fortunatamente Silvia ha lasciato nella vecchia casa anche un televisore, infatti le rinfrescate al bagno sono molto lunghe, in particolar modo la mia, che devo denudarmi, ed indossare tutto l’intimo e il vestito. Quando esco dal bagno, con il lungo vestito nero, dal cui spacco faccio intravedere tutta una coscia, la veletta in testa, i lunghi guanti neri, fumando una sigaretta appesa ad un lunghissimo bocchino, i miei ragazzi hanno un sussulto e , sono convinta, una erezione istantanea dei loro membri.

Sono eccitante, o perlomeno lo &egrave la situazione che ho creato, la voglia che gli ho infilato addosso di spogliarmi, di vedere dove finiscono le sorprese. Il televisore smette di gracchiare, mentre mi avvicino alla poltrona e mi ci siedo accavallando le gambe mostrando per intero lo spacco vertiginoso, continuo a fumare la sigaretta, tanto per far passare un paio di minuti ed eccitare oltre misura i tre. ” Sei un gran pezzo di fica Francesca” &egrave il primo apprezzamento che mi arriva.

“No, sono come sempre, ho solo cambiato un po’ look, oggi siamo anni trenta, vi piace?”

“Si ….sei veramente eccitante… e ancora non abbiamo visto il resto. Per cominciare posso sostituire la tua sigaretta?” dice Claudio, che si avvicina, abbassa un po’ i suoi pantaloni ed estrae l’asta, che delicatamente avvicina alle mie labbra.

Chiudo gli occhi e trovo il contatto con il suo uccello e, sempre lentamente, mentre con una mano inizio a sorreggere l’asta da sola, con l’altra inizio a carezzare le sue palle, spingendo il dito fino al contatto con il suo buchino, provocando delle simpatiche contrazioni che irrigidiscono il pene.

Nonostante sia impegnata in un pompino spettacolare, quelli che fai sorridendo, mugolando, sbavando, mentre con lo sguardo porcellino cerchi ripetutamente gli occhi dello stallone portandone al massimo l’eccitazione, non ho ancora subito l’assalto in massa degli altri due, e sono ancora vestita, visto che nessuno mi ha ancora sfiorato.

Eccoli là, gli altri due, nudi, seduti sul divano a godersi lo spettacolo in attesa del proprio turno, che ben presto arriva, quando Claudio sottrae il suo uccello alla mia bocca lasciando il posto a Paolo e andando a posizionarsi sul divano al posto dell’amico.

Anche per l’amico Paolo un bel pompino spettacolo, con abbondanti sbavate, grossi risucchi e, anche per lui, qualche piccola pressione sul buco del culo, la mia specialità.

Quando anche Paolo si siede per far posto a Luigi, neanche fossero dal barbiere, reclamo la presenza attiva degli altri “Che fate vi sembra di essere a uno spet…..” ma non finisco la frase che inginocchiato sui braccioli della poltrona il superdotato mi soffoca piantandomi il cazzo in bocca, a questo punto incazzata, prendo un dito e dopo averci sbavato sopra, lo metto nel culo di Luigi, che, come niente fosse, anzi, con più foga, riprende a muovere il suo bacino come mi stesse chiavando in bocca.

Anche Luigi adesso si siede, ma visto che nessuno deve ancora venire a dargli il cambio, torniamo nelle posizioni iniziali, con loro nudi come lombrichi sul divano e io vestita su di una poltrona.

Mi stanno osservando, mi guardano e si toccano, aspettano forse un urlo, un gestaccio, o forse che mi alzi andando io da loro, a succhiargli l’uccello.

Rimango sorpresa dalla totale inattività del gruppo, sicuramente avranno in testa qualcosa, una sorpresa, o semplicemente, come solitamente fanno, vogliono farmi eccitare a mille, per poi vedermi scatenata, fatto stà che per ora siamo come qualche minuto prima, io ho ancora i vestiti addosso e tante cosine da mostrare loro.

“Volete farmi crepare ?”

“Scommetto che non porti le mutande” Dice qualcuno lanciando la sfida e, di fatto, vincendo la scommessa.

“Vieni a scoprirlo da solo” e mentre lo dico sollevo leggermente la gonna invitando colui che aveva parlato per primo a metterci la testa sotto, ma la provocazione non ha esito.

Infoiata mi alzo in piedi, velocemente faccio sfilare via il vestito, avendo cura di lasciarmi addosso tutto il resto, dalla veletta ai guanti, mostrandomi con questa rara lingerie addosso, ma ancora non c’&egrave nessuna reazione apparente. Mi avvicino alla poltrona, li guardo negli occhi e dico sorridendo

“Volete farmi esplodere?….o siete diventati improvvisamente omosessuali ?”

E’ la frase magica, forse aspettavano solo che dicessi questo, i tre si alzano e io vengo circondata e avvolta da sei mani e tre bocche si impadroniscono del mio corpo, io intanto cerco di afferrare un paio di uccelli con le mani e inizio a masturbali lentamente. Quando vado a sedermi sul divano, al centro, lascio un po’ stupefatti i miei ragazzotti, ma non appena allargo le gambe distendendone una sul tavolino da fumo e lasciando la mia fica, totalmente rasata per l’occasione come piace a loro, in bella vista, Luigi intuisce che &egrave giunto il momento di darci su qualche colpo di lingua.

Non hanno intenzione di farmi condurre le danze e ancora una volta si avvicinano alla mia micetta a turno, mentre chi attende il suo si limita a guardare, elevando sempre più la mia eccitazione.

Afferrati dalla mia mano guantata che letteralmente affoga le loro teste tra le mie cosce, iniziano ad esplorare la mia fessura, sia con la bocca, sia con l’ausilio di qualche dito, non rinunciando a scandagliare il resto del mio corpo, sempre, maledettamente, uno alla volta.

Ma quando anche questo giro &egrave finito e ritorna il turno di Luigi che decide di penetrarmi, esigo allora il coinvolgimento totale del gruppo, scendo dalla poltrona mi volto, imponendo di farmi prendere alla pecorina, e gattonando sulle ginocchia mi avvicino a Paolo e Claudio, che ho fatto accomodare sul divano, e offro loro la mia bocca per tenere in forma le loro aste.

Colo talmente tanti di quegli umori che, nonostante le ormai decantate misure di Luigi, il suo cazzo scivola dentro la mia fica con una estrema facilità, la stessa facilità con la quale io, scaricando tutta la voglia accumulata, raggiungo il mio primo orgasmo della serata.

Luigi come sempre dosa con saggezza, ascoltando ogni mio gemito, ogni mia contrazione, i suoi colpi, mentre gli amici sono completamente in estasi e mi toccano, mi baciano e mi incitano.

Più volte il cazzo esce completamente dalla mia micetta, poi lentamente lo sento strusciare sulle mie parti esterne, umidissime, infine, magari dopo qualche colpetto sopra le natiche, rientra a fondo nella fessura.I tre parlano tra loro, apprezzando come sono vestita, come gemo, come mi muovo, e io, che apprezzo questo clima spensierato e naturale, mi dedico con sempre più passione alla sublime arte della fellazio. Inginocchiata a terra, tengo stretti tra le mani gli uccelli dei miei due amanti ‘storici’, offrendo la mia bocca ora ad un cazzo ora all’altro, quando improvvisamente avviene quello che, francamente, non mi sarei mai aspettata. Senza un cenno o un grido, un caldissimo e abbondante, fiotto di sborra, mi invade la bocca, poi altri spruzzi arrivano a sbattere contro il mio palato, alzo gli occhi mi accorgo che &egrave stato Paolo a non reggere all’emozione, ma per toglierlo dall’imbarazzo con gli amici, continuo a succhiare tutto, restituendogli un uccello pulito e asciugato, anche se un po’ meno consistente, poi come niente fosse, ritorno ad offrire le mie prestazioni orali a Claudio.

Irriconoscente della mia discrezione, forse per rivalsa sul sesso ‘debole’, forse alla ricerca di una emozione più forte al fine di recuperare quanto prima un’adeguata rigidità, Paolo si mette a dettare le regole, fa uscire Luigi da dietro e lo fa distendere a terra, poi, rudemente, mi spinge sopra di lui a 69 e, lasciando a Claudio la facoltà di prendermi da dietro, viene a posizionarsi in piedi davanti ai miei occhi offrendomi un’alternativa orale al cazzo di Luigi.

Non &egrave cambiato molto per me salvo le dimensioni dell’organo penetrante, ma sicuramente la posizione, o solo l’idea di averla imposta a tutti, sta riportando la rigidità di Paolo a buon livello.

Quando Claudio inizia a penetrarmi, anche lui molto lentamente, dosando le forze, Luigi sta già assaporando i miei umori a colpi di lingua, mentre il suo mega uccello giace reclino sulla pancia, in quanto Paolo pretende per se le mie attenzioni.

Magari al posto di Luigi ci fosse stata una donna non so quanto saremmo potuti andare avanti in quella posizione, fatto sta che Luigi non gradendo molto il contatto ravvicinato che il suo naso ha con l’uccello e le palle dell’amico, ben presto sbotta all’indirizzo di Claudio.

“Sei troppo vicino, il tuo cazzo non mi piace, spostati nel culo”

Oggi Paolo deve sentirsi in possesso del bastone del comando e sentite le richieste dell’amico impone a tutti una nuova posizione.

“Si..adesso ti rompiamo il culo, così c’&egrave divertimento per tutti” parole un po’ acide che non gradisco, ma poco importa, tanto Paolo si sta già occupando della lubrificazione del mio culetto, e a già intrufolato un dito dentro al buco per spandere meglio l’umettante.

Aveva ragione Paolo dicendo che ci sarebbe stato posto per tutti, infatti, contrariamente a quanto pensavo, leccare la mia fica ha già stancato Luigi, che mi afferra, mi ruota e mi fa calare sul suo tostissimo cazzo, poi mi afferra stretta per le spalle e baciandomi con foga si mette in attesa che Claudio si intrufoli nel mio culo. Sento distintamente l’organo di Claudio che si poggia tra le mie natiche, poi inizia a strusciarsi nella fessura che le congiunge per impiastricciarsi di lubrificante, infine, supportato dalle mani di Paolo che mi dilatano le mele, si ferma in corrispondenza del buco e inizia a premere. L’intrusione &egrave lenta e profonda, poi inizia a ritirarsi e poi di nuovo a fondo, con lentezza, dando modo al mio buchino si adeguarsi .

Lubrificata come sono ben presto il leggero dolorino che sempre provo quando vengo inculata, scompare, il cazzo di Claudio, sempre più a suo agio in quella stretta fessura, aumenta di ritmo, il mio corpo si rilassa, abbandonandosi alla goduria e anche Luigi da sotto inizia a muoversi.

Stretta come sono in questa morsa non ho molti movimenti a disposizione, tranne uno, quello di alzare la testa e permettere a Paolo di scoparmi nella bocca.

Stavolta la presa a sandwich, una pratica alla quale dopo averla provata si rinuncia malvolentieri, dura a lungo, condita da frasi oscene, mugolii e rumore di colpi assestati sul mio fondoschiena, dove, oltre al bacino di Claudio, vengono a infrangersi anche degli sculaccioni leggeri ma rumorosi offerti dalle mani di Luigi.

Mentre porgo la mia bocca sul cazzo di Paolo, Luigi si affoga tra le mie tette, succhiando e stringendo, quando il collo diventa pesante abbasso la testa e bacio Luigi mentre Paolo si limita a carezzarmi la schiena, nulla distrae invece Claudio, che mi fotte dietro con regolarità impressionante.

Si potesse fermare il tempo in questo momento sarebbe fantastico, e cerco di spiegarlo anche a loro, quando, contrariamente alla mia volontà, vogliono di nuovo cambiare posizione.

Il grande concerto si ferma, tutte le mie aperture sono sgombre da uccelli, ma non appena Claudio, forse anche un po’ stanco, si posiziona a terra, comprendo che i miei buchi saranno nuovamente riempiti. Sbavo un po’ sopra la mia mano e porto la saliva a contatto con il mio culetto, mi posiziono in piedi sopra Claudio e tra gli sguardi ammiccanti dei degli altri, senza che nessuno proferisca parola, inizio ad accovacciarmi, e appena sento l’uccello di nuovo a contatto, mi lascio andare facendolo scomparire dentro il culo, decidendo il ritmo che più mi aggrada, mentre con una mano mi stuzzico il clitoride e con l’altra esploro il mio corpo, ora la bocca, ora il seno.

Credevo volessero limitarsi ancora a guardare, invece Paolo, deciso a dare sistemazione più consona al suo cazzo, si avvicina districandosi tra le gambe del compare, e dopo che, comprese le sue intenzioni, sono andata letteralmente a sedermi sopra Claudio, sposta le mie gambe e, fiero dell’erezione ritrovata, intrufola l’asta tra mie cosce.

Questi due sono malati per scoparmi in questa posizione, ma ancora una volta non riescono a soddisfarmi appieno, e Luigi, che assiste cercando di aiutarci come può sostenendomi da sotto le ascelle, non può fare a meno di esprimere la sua disapprovazione e, dopo poco, sollevandomi con forza, mi sottrae alla penetrazione dei due, che dire rimangono esterrefatti &egrave poco.

“Adesso la riprendiamo come prima…….vieni Francesca” e così dicendo Luigi si rimette a terra,

mi fa inginocchiare cavalcioni a lui, poi impugna l’asta e me infila ancora nella fica.

Sento di nuovo il freddo gel impiastricciarmi le mele, poi di nuovo un cazzo si fa posto nel mio culo, sempre quello di Claudio, contrariamente a quanto avevo ipotizzato.

Riprende così una furiosa doppia cavalcata, con il povero Paolo, ancora un po’ in disparte a godersi la scena, ma già pronto a sostituire il primo dei due che darà forfait.

Eccitati dal vedermi felice per essermi rimessa in quella posizione, nella quale riesco ad avere degli orgasmi travolgenti, i ragazzi danno il meglio di se, quando all’improvviso una sensazione nuovissima, e per questo forse non del tutto apprezzata, invade il mio corpo.

Contrariamente a quanto era sempre avvenuto, Claudio stava penetrando il mio culo “a pelle” e quando raggiunge l’orgasmo il suo seme, invece di rimanere intrappolato in un serbatoio, mi inonda le viscere con tutto il suo calore.

Non faccio a tempo a voltarmi per protestare, i patti erano che dovevano usare il profilattico per farmi il culo, che Paolo, anch’esso a pelle e noncurante del seme dell’amico che allaga il mio intestino, appoggia il cazzo allo sfintere già dilatato e senza darmi il tempo di aprire bocca inizia a incularmi, mentre Luigi, che aveva smesso di pompare per favorire lo scambio, e che ora sta riprendendo la sua azione, mi bacia in bocca con forza per tenermi zitta, poi, sopraffatta dalla lussuria, permetto che tutto riprenda come prima.

Claudio va a lavarsi al bagno, non prima di essersi fermato a baciarmi e ad esprimermi la sua soddisfazione, con un “sei fantastica” che mi riempie di gioia.

Non &egrave una delle migliori serate per Paolo, poverino, pochi colpi, comunque ben assestati, e anche lui rovescia sulla mia schiena il peso del suo corpo esausto e con le mani mi afferra i seni, mentre il mio culo viene invaso da una nuova ondata di sborra calda.

Abbozzo un nuovo timido tentativo di protesta, ma Luigi mi sottrae alla presa del suo ragguardevole uccello e senza neanche considerare le mie parole esclama:

“Adesso tocca a me”. Vista la scorrettezza perpetrata dai due compari mi sembra ingiusto insistere troppo perché infili un profilattico, poi credo sarebbe inutile, così anche lui mi prenderà senza protezione. Adesso arriva la chicca, quel grande uccello al quale riservo per ultimo il mio secondo canale, al fine di fargli trovare un’apertura degna delle sue dimensioni.

Faccio appena in tempo a spostarmi e posizionarmi alla pecorina, con la testa che tocca terra e il culo ben dilatato a puntare il soffitto, che sento entrare quel cazzone dentro di me, e quando la sua mano ha finito di guidarlo, mi sento afferrare sulle spalle, e quasi fossero delle redini inizia a incularmi con una foga spaventosa.

Nonostante che da sia dilatata al massimo, dopo un po’ inizio a provare di nuovo un dolorino, e siccome il sesso deve essere solo piacere, imploro Luigi di uscire da quella posizione.

Quando mi alzo e mi avvio alla poltrona Luigi mi segue come un micetto, con l’intenzione di farmi sedere e schizzarmi addosso il suo seme, uno spettacolino che adesso anche gli altri due richiedono, ma rimane sorpreso quando prendo il tubetto del gel e mi inumidisco ancora di umettante.

“Mettiti a terra, che ancora non ho finito” Appena l’ordine &egrave eseguito, mi accovaccio, rivolta verso gli spettatori e non verso l’amante di turno, e piano inizio di nuovo a far sparire l’asta nel secondo canale. Paolo e Claudio assistono inermi allo spettacolo che sto offrendo loro muovendomi alla velocità che più mi aggrada sul quel cazzone, mentre con le mani mi tocco e ammicco senza lesinare gridolini di piacere e qualche frase oscena. Quando le mani di Luigi posizionate sotto al mio sedere a sospingermi mi bloccano la discesa e lo stallone inizia a muoversi inculandomi a ritmo vertiginoso intuisco che anche lui &egrave alla fine delle forze e al culmine del piacere.

Decido di tradire le loro aspettative, e quando Luigi toglie una mano dal mio sedere andando a posizionarla sul cazzo per estrarlo e venire ad annaffiarmi, con una mossa fulminea mi lascio cadere sopra il suo corpo, prendendo dentro anche quell’ultimo centimetrino di uccello che di solito non partecipa all’azione, ed evitando che anche una piccolissima goccia di seme esca dal mio culo, ascoltando le pulsazioni che quell’organo emette per schizzare il tutto dentro le mie viscere e togliendo ai traditori la soddisfazione di vedermi inondare la faccia di liquido seminale.

Sfinita mi adagio completamente sul suo corpo e quando lui, dopo un minutino, mi fa ruotare, posizionandomi sotto ed estrae l’uccello, questi ha già perso buona parte dell’erezione.

“Non ho deciso io” si giustifica Luigi rispondendo agli amici che volevano vedermi inondata.

“Posso provare io a rimediare” sono le parole di Claudio, forse l’unico che può ritrovare adesso un’erezione che mi invita a sedermi in poltrona. Per far loro un regalo, io mi fermerei anche qui, acconsento di sedermi, seguendo le loro istruzioni.

Dando prova di grande controllo, aiutandosi con le mani, toccandomi, toccandosi, porgendomi il suo uccello da baciare o da masturbare, fantasticando o semplicemente ripensando a quanto avvenuto prima Claudio, che aveva già ritrovato l’erezione, mi inonda con una nuova sborrata, sicuramente meno copiosa della prima, andata dispersa nell’intestino, ma sufficiente ad impiastricciarmi, come piace a me, il seno e il viso. Mi sento un po’ oggetto, giocattolo nelle loro mani, ma adesso, intontita e appiccicosa, mi godo i loro sguardi soddisfatti, felici come un bambino al quale hai appena regalato un gelato enorme. Completo il servizio con le mani che iniziano a portare alla bocca tutto quel liquido seminale, biancastro, dal sapore strano, mostrando eterna gratitudine al trio che sembra gradire lo spettacolo.

Come avessi vinto una competizione, tutti mi vogliono baciare un’ultima volta, poi si ricompongono e quando escono di casa per andarsene sono ancora nuda sulla poltrona, con un senso di spossatezza addosso che ha dell’incredibile.

I tre sono già rivestiti e pronti ad andare via, che Luigi si avvicina e, sorprendendomi, inizia a sganciare gli elastici reggicalza, poi mi sfila via le calze.

“Posso prendere un ricordino?”

Acconsento e nuda come sono mi avvicino alla porta e mi congedo da loro, poi esausta vado a buttarmi sul letto.

E’ molto presto quando, la mattina seguente, il campanello di casa suona.

Apro, dopo essermi un po’ alla meno peggio ricomposta, e davanti a me si para la figura del padrone di casa di Luciana che abita al piano superiore.

“Bene, cosa &egrave successo ieri sera non mi riguarda, ma se vuole consegnarmi le chiavi e sloggiare..”

Che figura di merda…. ………. O forse no !


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Orge

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