Era arrivato il momento di spingere nuovamente sull’acceleratore. L’estate è la stagione che amo di più. Andiamo in vacanza al mare con altre due coppie. Fittiamo un appartamento di un residence. Al mare lei mostra le sue tettine al vento. Tettine da adolescente, che io amo. La convinco ad indossare dei tanga davvero indecenti. Passa la giornata in spiaggia praticamente nuda. Solo un microscopico lembo di stoffa sul pelo la divide dallo sguardo del mondo. Lembo che ad ogni tuffo diviene assolutamente trasparente. Più volte ho notato le attenzioni degli uomini. Tutti si voltano a guardarla. Le ragazze la guardano con un misto di invidia ed odio. Qualcuno addirittura l’ha filmata senza alcun tipo di pudore. Avrà sicuramente capito che a lei piaceva mostrarsi. Io immaginavo la scena (che ovviamente le ho raccontato mentre scopavamo) di lei che si avvicinava alla telecamera per protestare e lo smaliziato uomo che le rispondeva che se voleva poteva appartarsi con lui ovunque volesse per farselo infilare in bocca. Al che lei ammutolita, senza più rispondere si faceva trascinare in una cabina e scopare dall’uomo, con la telecamera puntata addosso.
La storia aveva degli sviluppi. L’uomo mi avrebbe poi ricattato mostrandomi il filmato della mia donna scatenata sul cazzo del primo venuto e mi avrebbe costretto a convincere la mia donna a partecipare ad incontri in cui si praticasse il bukkake.
Non so se conoscete questa pratica di origine giapponese. Si tratta di una donna al centro di un gruppo di uomini con il solo scopo di essere ricoperta di sperma dalla testa ai piedi.
La mia donna avrebbe dovuto cercare di ingurgitare litri e litri di sborra dai cazzi di tutti gli invitati. Chi voleva poteva schizzarle in faccia, addosso, nei capelli, ovunque. Altri si masturbavano per farsi trovare pronti allo schizzo su di lei, ma non riuscendo a farlo tutti venivano in contenitori che dopo le erano consegnati per poter assaggiare lo sperma di tutti.
Il racconto ormai procedeva senza più limiti. Lei voleva sentirsi umiliata, posseduto e poi ho scoperto anche percossa lievemente. Mentre raggiungeva l’orgasmo, portatavi ascoltando i miei racconti con lei oggetto delle mie fantasie perverse, le piaceva farsi mordicchiare sul collo.
Ormai al mare lei aveva perso le inibizioni. Avrebbe potuto togliersi anche il pezzo di sotto, ma avrebbe rischiato l’arresto. Quindi lo faceva solo in acqua. Dove puntualmente me la scopavo. Le altre due coppie forse trascinate dalla mia scatenata donna, si lasciarono un po’ trascinare. Le due lei si convinsero a sfoderare il topless per la prima volta in vita loro. I loro uomini erano chiaramente in balia degli eventi.
Uno dei due racconto (pensando che sarebbe rimasto un segreto) alla mia lei che lo faceva letteralmente impazzire.
Quella sera, mi presi una bella soddisfazione. Il clima era talmente surriscaldato che io convinsi i due compagni a fare lo spogliarello in stanza (tipo Full Monthy) per le nostre donne. Ci mettemmo al centro della stanza ed eseguimmo restando in mutande. Il mio amico, spinto dall’eccitazione, abbassò gli slip mostrando alle ragazze il cazzo in tiro e provocando il panico. La sua lei si incazzò come mai prima e la serata si concluse con un furibondo litigio tra i due.
L’appartamento in affitto aveva una stanza da letto appartata, un soggiorno con un letto matrimoniale ed un ingresso con due letti a castello. Per andare in bagno bisognava entrare per forza in salotto. Io e la mia lei ci impossessammo del salotto per essere sempre al centro dell’attenzione. Scopavamo come i ricci otto le coperte, ma quella sera avevo altri piani.
La portai all’apice dell’eccitazione ed a quel punto mi scatenai: le tolsi di dosso le coperte e le ordinai di mettersi, nuda, a 90′ col culo rivolto verso la porta del mio amico che le aveva mostrato il cazzo dopo averle fatto velate avances.
Il suo compito era spompinarmi pensando al mio amico. Mentre me lo leccava doveva sospirare il suo nome, sottovoce, implorandolo di entrare in salotto e di scoparsela. Mentre faceva questo doveva sditalinarsi con furia.
Il compito era semplice. Il risultato fu che lei sembrava venire ogni 30 secondi. Me ne accorgevo perché la mano fra le sue cosce accelerava e la bocca sul mio cazzo si fermava, labbra poggiate sulla mia pancia e cappella poggiata sulle tonsille. Quei gemiti strozzati erano qualcosa di indescrivibile.
Al termine di amplessi come questi, raffreddati gli umori, lei mi chiedeva teneramente se non si stesse comportando da troia. Se non corresse il rischio di perdere il mio rispetto.
Io le rispondevo di non preoccuparsi. Le dicevo: in amore ed in guerra
tutto è permesso! E lei rassicurata si abbandonava tra le mie braccia
per dormire in attesa di una nuova eccitante umiliazione
Continua…
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