VOLTARE PAGINA
I) Era una caldissima estate di qualche anno fa, quando la mia esistenza di studente appena maggiorenne e quella della mia famiglia vennero sconvolte da accadimenti il cui ricordo mi provoca tuttora sensazioni fortissime.
Abitavo in una piccola città di provincia con i miei genitori, mio padre uomo di mezza età sempre preso dal lavoro, dal calcio e dai suoi amici e mia madre la sua tranquilla e paziente moglie. Appena dopo pranzo è solito passare a casa nostra per quattro chiacchiere e un caffè Domenico, un nostro vecchio vicino di casa scapolo e ormai ultrasettantenne. Anche quel giorno appena il tempo di fare due parole e mio padre come al solito deve scappare al bar dove si ritrovano tutti i tifosi di calcio della zona, lasciando l’ospite in cucina con mia madre intenta a lavare i piatti. Io invece sono già in camera mia dove cerco di un po’ di refrigerio per alleviare la calura che ci sta ormai martellando da alcune settimane. Non appena rimango da solo ne approfitto per togliermi le scarpe da tennis e la maglietta che indossavo a pranzo per restare in calzoncini, che sono comunque di troppo considerando il caldo opprimente. Un po’ di musica in sottofondo, in cucina la voce di mia madre che parla con Domenico, le persiane quasi chiuse per attenuare la luce ed inizio a leggere qualcosa per immergermi nel relax più totale. Dalla mia stanza con la coda dell’occhio riesco a vedere, attraverso il corridoio, il lavandino della cucina sul quale mia madre ha finito di lavare i piatti. Riesco anche a vedere le gambe di Domenico che, ancora seduto, è quasi alle sue spalle. Ad un tratto qualcosa di strano attira la mia attenzione; sembra quasi che la parte posteriore del vestito di lei si muova, spostandosi dall’altezza delle ginocchia verso l’alto. Guardo meglio e vedo che Domenico le sta sollevando un po’ il vestito come per guardarle le gambe. Penso sia uno dei suoi scherzi un po’ volgari per i quali Domenico è famoso nel circondario. Il giochino continua e mia madre non sembra dare segni di insofferenza, vedo anche che tenta di girarsi, ma non riesce a farlo perché bloccata da una mano di lui che ormai è in mezzo alle sue cosce. Il tempo di mettere a fuoco quanto sta succedendo in cucina e attraverso, ancora incredulo, il corridoio per rendermi conto meglio di quanto sta succedendo, ma quello che vedo al momento di entrare nella stanza mi paralizza. Mia madre nel frattempo si è appoggiata con gli avambracci al lavandino, piegandosi quasi ad angolo retto, e offre il suo posteriore a Domenico, il quale le ha sollevato il leggero vestitino estivo fino a scoprile le mutandine e parte della schiena. Entro in cucina quasi in trance e faccio per gettarmi al collo di Domenico quando lei voltandosi dalla mia parte mi blocca afferrandomi per un braccio e, avvicinandomi a se, mi dice che è tutto a posto. Come immerso nell’atmosfera ovattata e sfocata di un sogno, con il fiato grosso per l’emozione e con le tempie che pulsano all’impazzata, mi avvicino a lei che sollevandosi un poco mi fa quasi sedere sul bordo del lavandino per poi appoggiarsi con una guancia sulle mie cosce. Domenico ripresosi dallo spavento e tranquillizzato dall’atteggiamento di mia madre, rivolge di nuovo le sue attenzioni al suo corpo, come se io non ci fossi, accarezzandole e baciandole le cosce, il sedere e la schiena. Poi con movimenti lentissimi inizia ad abbassarle le mutandine di cotone bianco fino a farle cadere in terra. Il respiro di mia madre comincia a farsi più pesante mentre Domenico, che ormai ha raggiunto il suo scopo, le allarga le natiche per mettere meglio in mostra la vagina e l’ano. Il vecchio comincia a leccarla e affonda le sue dita dentro di lei prima con movimenti lenti, poi sempre più velocemente provocandole gemiti di piacere quasi strozzati. Sento lei che mi stringe i fianchi con le braccia come per assaporare meglio il piacere che sta provando, rassicurata dalla mia presenza. Domenico, in preda quasi ad una frenesia incontrollabile, con una mano risale di lato il suo fianco cercando di raggiungerle i seni. Lei sentendolo prova a sollevarsi per togliersi il vestito, ormai quasi completamente ammucchiato sulle sue spalle. Non riuscendoci cerca con lo sguardo la mia collaborazione e io la aiuto a spogliarsi mentre lei ormai rapita del tutto dall’eccitazione si slaccia il reggiseno restando completamente nuda. Domenico vista la scena si alza dalla sedia e si spoglia anche lui completamente. Non avevo mai visto mia madre nuda; è sempre stata fin troppo pudica in casa. Non avevo mai neanche immaginato come potesse essere sotto i normali vestiti di una quasi cinquantenne. Mia madre non è una di quelle donne che attira l’attenzione, certo è stata sempre ritenuta una bella donna, ma niente di più. Nuda invece è un’altra cosa, non dimostra nemmeno quaranta anni; anche il viso sembra più bello e il mio sguardo è incantato dallo splendido corpo morbido di una donna di carnagione chiara con un seno sodo e bianchissimo, con i capezzoli scuri e turgidi e dal pube castano, non molto folto, perfettamente incastonato in una appena pronunciata morbida carnosità . Il contrasto con il corpo magro e grinzoso di lui rende l’atmosfera, se possibile, ancora più irreale ed eccitante per tutti. Domenico, sedutosi di nuovo, ha penetrato questa volta l’ano di mia madre con due dita, dopo averle rese lucide e lubrificate con i suoi umori vaginali; lei è appoggiata a me con le gambe divaricate e io le accarezzo teneramente la testa e le spalle. Lui si alza dietro di lei per cercare di nuovo i seni che, liberi ora da ogni costrizione, ondeggiano maestosi al ritmo dei fremiti che le penetrazioni provocano; le sue mani non riescono a contenerli ma sono comunque in grado di palparli, soppesarli e di tanto in tanto strizzare i capezzoli, cosa che le provoca gemiti ancora più forti. L’alzarsi in piedi del vecchio mi ha permesso di vedere il suo pene, non piccolo, ma quasi avvizzito e che non evidenzia il minimo segno di erezione, appena contornato da pochi peli bianchi. Nella calura afosa e assolata di quel primo pomeriggio estivo nei dintorni di casa mia si sente soltanto il frinire delle cicale che fa da sottofondo ai gemiti lamentosi di piacere di mia madre, ormai in preda all’eccitazione e al godimento più assoluti. Le uniche, poche, parole proferite nella cucina, carica dei nostri odori, sono di Domenico che, nella foga di toccarla ed esplorarla, le dice che finalmente è riuscito a farla sua e che sono anni che fantasticava sul suo corpo.
Ogni inibizione, ogni tabù, ogni remora morale sono ormai scomparsi; in quella stanza ci sono solo una bella donna, un vecchio e un ragazzo. La mia eccitazione è evidentissima attraverso i pantaloncini che ormai sono vicini allo scoppiare, ulteriormente compressi dal viso di mia madre che, quasi a volermi liberare da quella sofferenza, sollevandosi un po’ dalla sua posizione me li abbassa fino a farli cadere in terra. Il sollievo per me è immediato anche se mi accorgo che lei sta di nuovo appoggiandosi a me, con il viso voltato di lato sul mio inguine e la bocca che delicatamente tocca la base del mio pene eretto, durissimo e pulsante. Le mani di Domenico passano rapidamente dai seni alla vagina, all’ano, mentre io, non resistendo più, con una mano inizio ad accarezzare il mio pene ormai libero. Mia madre tolta la sua mano dal mio fianco, la sostituisce alla mia ed inizia ad accarezzarmi il pene in tutta la sua lunghezza dandomi dei baci delicatissimi sui testicoli, gemendo questa volta più dolcemente, nonostante le dita di lui che entrano ed escono, ora quasi con violenza. Il sudore che ci bagna, seguendo i movimenti delle mani, passa ormai da un corpo all’altro mischiandosi e confondendosi con i nostri odori di sesso come se fossimo una sola persona. All’improvviso il vecchio mi fa cenno di fargli posto e si piazza al mio fianco; le sposta indietro il corpo facendola sedere sulla sedia, con la testa fra i nostri due membri. Lei con gli occhi chiusi e con dolcezza inizia a massaggiare il pene di Domenico cercando di farlo diventare duro, mentre inizia a leccare il mio dopo aver scoperto il glande quasi violaceo per l’eccitazione. La sua bocca passa delicatamente al pene di Domenico, lo bacia, lo lecca, lo succhia, lo ingoia tutto cercando di dargli la vita, ma non c’è niente da fare. Passa nuovamente al mio e, mentre continua a masturbare Domenico, questa volta lo prende in bocca. Quasi non riesce a farlo entrare tanto è gonfio; lo sento scendere fino nella sua gola per poi tornare fuori, più e più volte, mentre la lingua lo tortura e le labbra gli si stringono intorno. Vedo da sopra la sua testa che si muove avanti e indietro, vedo i suoi seni che dondolano e, fra le gambe divaricate, il suo pube. Quando sento che sto per venire cerco disperatamente di togliermi, ma lei, che ha a capito, non mi lascia andare ed accoglie in bocca tutto il mio sperma, inghiottendo i fiotti bollenti che copiosi escono ad ogni mia contrazione. Mi piego sulla sua testa stravolto e sento che sta pulendo con la lingua ogni residuo di sperma dal mio pene. Il vecchio con fare brusco mi sposta e mi fa capire che ha voglia di scambiare le posizioni: io seduto sulla sedia e lui appoggiato al lavandino in modo da avere tutte per sé le attenzioni della bocca e delle mani di mia madre. Obbedisco a quell’ordine non pronunciato e prendendola per i fianchi la faccio sollevare di nuovo a novanta gradi per potermi sedere al suo posto. Lei, come un giocattolo nelle mani di due bambini, si alza divaricando le gambe non smettendo di masturbare Domenico. Non riesco a togliere lo sguardo dalla magnifica visione che mi si presenta: il suo sedere bianco e rotondo si spalanca lasciando esposti l’ano e le grandi labbra aperte, rosse e gonfie per l’eccitazione e per le penetrazioni di Domenico. Come incantato inizio ad accarezzarle le natiche e bacio la vagina bagnata. Poi le passo delicatamente le dita lungo il solco fino ad arrivare al pube; così, avanti e indietro più volte, facendole penetrare di più ad ogni passaggio. Il suo respiro si fa di nuovo affannoso e il bacino comincia a muoversi al ritmo delle mie mani sempre più audaci; nuovamente gemiti di piacere riempiono la stanza aumentando fino a diventare quasi una cantilena ossessiva, rotta ogni tanto da sussulti che scuotono mia madre come brividi fortissimi. Le mie dita la penetrano e la sensazione di caldo e di bagnato che le avvolge, unita all’eccitazione fortissima, mandano a mille i battiti del mio cuore che sembra quasi scoppiare quando comincio istintivamente a muoverle avanti e indietro, prima con movimenti lenti poi sempre più forti, veloci e profondi. Cerco i suoi seni, che ondeggiano seguendo le mie spinte, e li faccio miei iniziando a tormentarli come aveva fatto prima il vecchio in quella stessa posizione. A quella vista Domenico ha un sussulto e finalmente il suo pene comincia ad indurirsi in bocca a mia madre che continua a pomparlo anche con le mani. La sua erezione è appena accennata ma la dedizione di lei lo porta comunque ad eiaculare un piccolo fiotto di sperma che viene anch’esso prontamente inghiottito. Non so quanti orgasmi abbia avuto quel giorno mia madre, ma quello che raggiunge grazie alle mie dita è sicuramente il più forte. Un ultimo, fortissimo brivido la fa quasi gridare e finisce poi in terra stremata ai nostri piedi.
Dopo qualche minuto di irreale silenzio ci puliamo e ci rivestiamo e, come non fosse successo nulla, ricominciamo tutti a parlare. Domenico, cordiale ed ossequioso come sempre, saluta e ci dà appuntamento al prossimo caffè mia madre sorridente lo saluta altrettanto gentile. Io mando un ciao al vecchio vicino e la aiuto a mettere a posto la cucina. L’atmosfera torrida, carica di sesso sfrenato, senza alcuna inibizione, era di colpo scomparsa come se non fosse mai esistita se non nella mia mente. In casa tutto andò avanti come sempre e con mia madre di quanto successo non ne parlammo mai.
II) La vita di tutti i giorni riprese normale con la sua monotonia e per diverso tempo di Domenico non si ebbe più notizia. Inevitabilmente ripensai più volte a quanto era successo quel giorno ma non riuscivo a capacitarmi come quel vecchio avesse potuto far perdere ogni controllo a mia madre e a me. Purtroppo ho conferma del suo potere assoluto su di noi qualche giorno dopo quando, un po’ prima del solito, Domenico si ripresenta a casa nostra. Mio padre lo accoglie come sempre calorosamente facendolo accomodare in cucina dove da poco abbiamo finito di pranzare. Il caffè sul fuoco, i soliti discorsi, la televisione accesa e le risate a condire la normale conversazione tra amici e vicini di casa. Il venticello fresco di quella giornata ci spinge a prendere il caffè sul terrazzo dove ci spostiamo tutti, tranne mio padre che rimane dentro a vedere ancora un po’ la televisione. Mia madre serve prima il caffè a lui, poi si unisce nuovamente a noi in terrazzo.
All’improvviso Domenico restando seduto, chiama vicino a se mia madre dicendomi: ‘Vogliamo vedere se le sono mancato?’. Io, che non capisco il senso della domanda, rimango con una espressione interrogativa sul volto, espressione che subito scompare quando Domenico inizia a sollevarle il vestito. In un attimo piombo in uno stato di appannato stordimento con il cuore che batte all’impazzata. Il vestito sale lentamente fin sopra all’ombelico e vedo il pube di mia madre che, incredibilmente ai miei occhi, non indossa le mutandine. In quel momento mi è tutto chiaro: lei desiderava ancora le sue attenzioni e appena Domenico è entrato in casa si è tolta, non vista, la biancheria intima per essere pronta in ogni momento a soddisfare le morbose fantasie erotiche del vecchio qualora se ne fosse presentata l’occasione. Reggendole il vestito da dietro, con la mano libera Domenico le accarezza il pube mentre lei gli si appoggia sulla spalla sollevando e divaricando appena una gamba per farsi accarezzare tra le cosce. La mano si sposta per raggiungere la vagina iniziando a massaggiarla lentamente. Il vecchio con aria di soddisfazione, ben consapevole di averci completamente in pugno, si rivolge a me con il viso di chi passa a riscuotere una scommessa vinta. Con un barlume di lucidità mi rendo conto che mio padre è ancora in cucina a pochi metri da noi e soltanto la televisione accesa gli impedisce di sentire i mugolii di lei che con gli occhi chiusi si morde il labbro inferiore per non lasciarsi andare completamente. Fortunatamente il terrazzo non può essere visto dai vicini essendo la nostra casa è un po’ isolata, ma la scena non sfugge a quanti passano sulla statale poco lontana, i quali dimostrano di apprezzare il sedere e il corpo di mia madre nudo a metà , con lunghi colpi di clacson. Ancora una volta, come ipnotizzata, quella normalissima donna è completamente rapita dalla presenza e dalle mani di Domenico, tanto da non rendersi conto di essere esposta ai miei sguardi, a quelli dei passanti, al pericolo di mio padre nella stanza vicina, il quale in un attimo può uscire fuori soltanto attraversando un porta già aperta. Il vecchio è evidentemente consapevole anche del suo potere su di me, e come la volta precedente mi tratta come un suo complice, come un amico, un commilitone con cui dividere una conquista; ed io sto al gioco, completamente annullato da quella tempesta di emozioni, di piacere, di tabù infranti e di vincoli si sangue ormai totalmente ignorati. Sono proprio io infatti che prontamente segnalo l’arrivo in terrazzo di mio padre che, prima di uscire per andare al solito bar, passa a salutarci. Il vestito di mia madre fa appena in tempo a ricadere lungo le sue belle gambe, che lui è già lì. Mentre lo salutiamo come se niente fosse, mi accorgo che Domenico che ha ancora accanto mia madre, approfittando della posizione laterale in cui si trovano e dimostrando un sangue freddo non inferiore alla sua perversione, con la mano con cui reggeva il vestito le accarezza sotto la stoffa il sedere nudo. Durante i saluti e le ultime battute, l’espressione estasiata di lei mi fa intuire che le dita del vecchio si sono spostate e questa volta le stanno penetrando la vagina da dietro; il tutto sotto lo sguardo ignaro e distratto di mio padre che non si accorge nemmeno che il seno turgido e nudo di lei, preme indecorosamente sotto il cotone leggerissimo. Il mio cuore e i miei pantaloncini stanno per scoppiare e giusto il tempo di chiudere il portone di casa e mentre lui sta ancora attraversando il giardino sotto di noi, il vecchio le sfila il vestito. Il vento fresco e leggero, che porta i profumi dolciastri degli alberi vicini, smuove i suoi capelli castani e le passa sul corpo nudo e indecentemente esposto al sole di quel pomeriggio e, ancora una volta, ai nostri sguardi e a quelli di quanti passano sulla statale. Domenico comincia ad accarezzarla ed anche io come un automa sono su di lei che in preda all’eccitazione più assoluta si abbandona, gemendo e contorcendosi, alle nostre bocche ed alle nostre mani che, quasi facendo a gara, la esplorano e la toccano ovunque. Come ulteriore gesto di complicità Domenico mi dice di togliermi i pantaloncini e, non appena rimango con addosso solo la maglietta, delicatamente prende tra le dita il mio pene durissimo e lo introduce tra le grandi labbra bagnate di lei, spingendomi con una mano sulla schiena e rimanendo lì a guardare con il viso ad un palmo dai nostri sessi congestionati e bagnati, mentre con l’altra mano le palpa i seni che ondeggiano nella frescura del pomeriggio. La penetro sempre più profondamente con movimenti lenti ma decisi che la fanno gemere di piacere per lunghi minuti fino a quando, non resistendo più, vengo dentro di lei quasi gridando inondandole la vagina di sperma. Il sole comincia a calare e ci vede ancora tutti e tre nudi e distesi sul terrazzo a godere e ad assaporare in modo quasi animalesco le sensazioni e i piaceri del sesso, come vittime di un incredibile sortilegio.
III) La notizia che ci porta mio padre è di quelle importanti. Il tanto preannunciato trasferimento è arrivato ed entro due mesi saremmo andati ad abitare in un’altra regione. La notizia arriva anche alle orecchie di Domenico. Ormai la sua presenza in casa è quasi quotidiana e la voglia che ha di mia madre è diventata incontrollabile e sempre più sfacciata, assecondato da lei e da me. Circa un mese prima della partenza, mio padre si trasferisce definitivamente nella città di destinazione per organizzare il trasloco e la sua nuova sede di lavoro, e dalla sera stessa della partenza Domenico si stabilisce a casa nostra. Da quel momento la sua occupazione principale è quella di soddisfare tutte le voglie e tutte le fantasie più morbose avendoci entrambi come suoi complici. In casa come per un tacito accordo siamo sempre completamente nudi e dormiamo tutti nel letto matrimoniale dei miei genitori. Trascorriamo i giorni e le notti facendo sesso e inventando sempre nuovi giochi erotici che coinvolgono anche altre ignare persone. Mia madre partecipa attivamente a questa fase anzi alcune delle idee più eccitanti sono proprio le sue; la nostra fame di emozioni forti cresce sempre di più e sembra calmarsi solo coinvolgendo in questo assurdo gioco, che presto finirà , altra gente. Come quella volta che siamo stati a fare spese in un centro commerciale di una città vicina dopo aver fatto indossare a mia madre solo tre cose: dei sandali con tacco alto, una gonna cortissima con lo spacco e una camicia di seta bianca quasi trasparente volutamente sbottonata per lasciare vedere il seno. Al casello autostradale l’addetto alla riscossione ha gli occhi fuori dalle orbite nel vedere lei che, noncurante e seduta al posto di guida, mette in mostra le cosce fino a scoprire il pube e sorridendo si accarezza un seno fatto quasi uscire dalla camicetta. Domenico raggiante, seduto dietro, si gode la scena come un regista che osserva una grande interpretazione dei suoi attori. Una volta dentro al supermercato il vecchio la fa entrare in un camerino di prova del reparto abbigliamento facendola spogliare completamente, come per farle provare un vestito, per poi lasciare la tenda quasi del tutto aperta in modo da esporla agli sguardi increduli e vogliosi degli altri clienti che strabuzzano gli occhi compiaciuti. Io da poco lontano osservo la scena: Domenico è radioso mentre la espone agli occhi degli altri uomini e con indifferenza parla con lei come fosse suo marito. Mia madre, pur nell’assurdità della situazione, si comporta normalmente, come una donna qualsiasi che fa acquisti con il suo uomo. Il ritorno a casa è ancora più perverso. Lei sempre al posto di guida indossa solo i sandali e la camicetta completamente sbottonata, mentre lui da dietro le palpa i seni, anche al momento di pagare nuovamente il pedaggio. Solo l’ingresso con l’auto dentro il giardino ci evita il rischio di essere visti dai nostri vicini.
Decidiamo che il postino deve diventare un altro bersaglio dei nostri ‘scherzi’ e una mattina viene accolto al cancello del giardino da mia madre che indossa solo una camicia da notte cortissima e trasparente. Dal terrazzo ci godiamo la scena di lei che, come se niente fosse, conversa normalmente; lui invece è sull’orlo di svenire davanti a quel corpo quasi nudo. La scena si ripete per qualche giorno e visto che la situazione ci piace cambiamo il copione spingendoci ancora più avanti. La mattina dopo lei lo invita all’interno del giardino con la scusa di offrirgli il caffè e chinandosi trova il modo di fargli vedere il magnifico panorama del suo sedere che si apre e delle sue grandi labbra già bagnatissime. Finalmente lui gli salta addosso mettendole le mani dappertutto e dopo averla fatta stendere sull’erba ancora umida del prato se la scopa con calma. Il giochino finisce con mia madre che gli fa un lunghissimo pompino prima che lui si risistemi i pantaloni e gli slip. Poi tocca all’idraulico, accolto in casa da lei che indossa solo una corta vestaglia di raso color albicocca, scelta dopo lunghe prove per la sua incapacità di tenere nascoste le grazie di chi la indossa, stretta in vita da una sottile cinta dello stesso colore. L’artigiano si dimostra meno timido del postino e non appena si accorge che non c’è niente da riparare, comincia ad accarezzarla dopo averle aperto la vestaglia. Poi la porta in camera da letto. Nascosti nella stanza accanto sentiamo mia madre che geme e grida mentre l’uomo le scopa con violenza ogni orifizio in tutte le posizioni, fino a quando stremato se ne va lasciandola sul letto quasi svenuta e bagnata di sperma e di saliva.
Il giorno della nostra partenza è quasi arrivato e Domenico ha già organizzato il gran finale; questa volta si deve fare tutto alla luce del sole e soprattutto alla presenza dei suoi amici. Andiamo al mare e sotto il sole di una bellissima giornata estiva ci rechiamo in una spiaggia libera frequentata quel giorno solo da alcune coppie piuttosto distanti da noi. Stendiamo gli asciugamani al limite della sabbia che si addentra tra gli alberi del vicino bosco; lui, che si comporta come un marito affettuoso, contempla mia madre che indossa un ridottissimo bikini rosso di quelli che si chiudono facendo un fiocco sui laccetti di cui sono provvisti. Dopo circa un’ora trascorsa in tranquillità arrivano vicino a noi tre amici di Domenico e nostri conoscenti, tutti e tre di mezza età , ai quali lui stesso aveva dato appuntamento. Ci salutano cordialmente e dai loro sguardi mi rendo conto che non si aspettavano la presenza di lei che ha già attirato le loro occhiate compiaciute con le curve morbide del suo corpo racchiuse dal costume che mette bene in risalto i seni sodi e le natiche rotonde. Anche loro sistemano i teli da mare vicino ai nostri e dopo essere rimasti in costume si stendono tranquilli. Il sole comincia a scottare e Domenico, ormai in preda all’eccitazione per quello che sta per accadere, invita mia madre a lasciarsi spalmare la crema solare sulle spalle e sulla schiena. Domenico comincia a passare la crema solare con naturalezza mentre conversa con i suoi amici sempre più meravigliati. Le mani scivolano sulla pelle calda delle spalle poi sempre più giù fino alle gambe e ai piedi. I movimenti sono lenti e continui fino a quando tutte le zone esposte sono ben protette. A quel punto il vecchio sempre con naturalezza scioglie i lacci che chiudono il reggiseno sul collo e sulla schiena di mia madre che continua anche lei normalmente la conversazione con i tre che cercano di fare gli indifferenti. Le mani ricominciano ad andare avanti e indietro passando anche sopra al sedere contenuto a stento dal costume; gli amici non credono ai loro occhi quando lo slip abilmente spostato da Domenico mostra sempre di più il solco dei glutei. Dopo un primo imbarazzo, dovuto soprattutto alla mia presenza e alle deboli e scherzose proteste di lei, i tre si sentono rassicurati dal nostro comportamento e la loro attenzione ritorna sullo slip. Il costume lentamente viene abbassato e mia madre, che sa quello che la aspetta, appoggia il viso sul telo da mare nascondendolo tra braccia. Noi ci disponiamo tutti intorno coprendola alla visuale degli altri lontani bagnanti e iniziamo un lento massaggio sul suo corpo. Dieci mani vogliose la palpano e la accarezzano costringendola ad allargare le gambe sempre di più così da mettere in mostra le sue parti più intime. A turno le dita seguono il solco delle natiche fino a scomparire tra le cosce; altre percorrono il dietro e l’interno delle gambe per finire anche loro tra i peli del pube che si intravedono. Ogni passaggio provoca in lei dei mugolii sempre più forti; il lento movimento dei suoi fianchi sopra il telo da mare diventa frenetico quando le dita iniziano ad esplorarla. Il buchino posteriore, ben lubrificato dalla crema solare, viene dilatato con dolcezza da Domenico mentre altre mani allargano le natiche per favorire la visione di tutti. Ognuno vuole la sua parte e, come in una gara, le dita che penetrano diventano sempre di più fino a quando tre dita forti inserite con violenza fanno quasi gridare mia madre. Come per dare un po’ di tregua al sedere, viene invitata a girarsi e lei con gli occhi chiusi ma con un espressione beata, prontamente esegue stendendo le braccia lungo il corpo e allargando appena le gambe. Lo spettacolo sotto gli occhi di tutti è ancora migliore e gli sguardi divorano il suo corpo morbido. Altra crema solare cade su di lei e le mani ricominciano ad ungerla lentamente. La pelle lucida le fa scivolare senza resistenza dai piedi al collo in un massaggio lento ed eccitante. I seni spariscono per un attimo sotto le nostre mani mentre i capezzoli diventano sempre più duri ad ogni passaggio. Un amico di Domenico, quello più vicino alla testa, si abbassa il costume ed inizia ad accarezzarsi il pene quasi completamente eretto, poi con una mano gira con delicatezza il volto di lei e glielo avvicina alla bocca. Non appena toccano la cappella rossastra le labbra si schiudono mentre la lingua comincia ad assaporarla ed a bagnarla con la saliva. Come fosse un segnale prestabilito anche noi ci togliamo i costumi approfittando del luogo abbastanza appartato, mentre lei accoglie in bocca quel primo pene e spalanca le cosce lanciando un chiaro ed inequivocabile messaggio. Nonostante la masturbazione che si sta praticando, Domenico non riesce a dare la vita al suo pene a differenza di tutti noi altri che invece siamo al massimo dell’eccitazione e dell’erezione. Uno dopo l’altro ci stendiamo sopra di lei possedendola a fondo, dando inizio a quello che sembra un rito sacrificale in onore di Domenico che come il sacerdote di un dio pagano osserva compiaciuto la scena senza smettere di masturbarsi. Sessi duri e gocciolanti le escono dalla vagina per entrarle in bocca. Rivoli di sperma le escono dalla bocca, le rigano il corpo e gli colano dalle grandi labbra tumefatte e gonfie. Viene girata, messa a quattro gambe e gli stessi sessi instancabili le penetrano di nuovo la vagina, l’ano e le entrano in bocca, mentre innumerevoli frenetiche mani toccano, palpano, strizzano, esplorano ogni centimetro di pelle, ogni grammo di carne, ogni orifizio del corpo di lei che contorcendosi e gemendo risponde colpo su colpo. Sta godendo, sta godendo come non aveva mai neanche immaginato, ed è contenta. Si vede dal suo volto che mentre succhia, lecca, ingoia, geme è sereno, felice, quasi beato. Non è una vittima, non è un oggetto in mano a cinque uomini e Domenico è stato solo la scintilla, l’iniziatore inconsapevole della trasformazione di mia madre, trasformazione che probabilmente sarebbe comunque avvenuta. I suoi gesti sono quelli di una donna che si è riappropriata delle sensazioni del suo corpo e dei piaceri del sesso repressi dalla routine quotidiana di un matrimonio fatto quasi per dovere sociale con un uomo distratto che la considera come un romanzo letto da riporre in libreria. Ora è lei che conduce il gioco, è lei che dice quello che vuole dai nostri corpi come una ninfomane insaziabile. E sono felice di vederla così, finalmente liberata dal quel ruolo che ha accettato e che l’ha mortificata nel corpo ma soprattutto nell’anima.
Due giorni dopo ci trasferimmo. Il taglio col passato fu definitivo e assoluto tanto che qualche tempo dopo mia madre iniziò le pratiche per la separazione. Cominciò davvero una nuova vita per tutti. Io andai a vivere da solo e lei trovò un altro uomo e un altro lavoro, realizzandosi finalmente anche in questo campo della sua vita. Tuttavia la tempesta che si scatenò durante quei giorni d’estate non si è mai più placata in noi che insieme al suo compagno siamo tuttora intenti a sperimentare gioiosamente ogni tipo di esperienza sessuale.
Mi farebbe molto piacere ricevere commenti e critiche al seguente indirizzo e-mail: paul.153@virgilio.it
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