“Questa storia viene riportata integralmente così come l’ha raccontata una mia amica, con la quale ho condiviso nell’intimità del sesso alcune esperienze, tra cui i miei scritti su iomilu. Poiché questa amica non vuole entrare a far parte del gruppo autori e avendomi esplicitamente chiesto di pubblicare il suo racconto come fosse mio, ho deciso invece di farlo come se fosse lei stessa a scrivere, essendone la protagonista.”
Ciao a tutti, mi chiamo Daniela (per gli amici dani). Ho scoperto, grazie ad un intimo amico, la raccolta di storie di iomilu e devo confessare che ne sono rimasta entusiasta. Tante storie lette, mi hanno riportato alla mente le mie prime esperienze sessuali, molte delle quali avvenute in adolescenza e senza che io le avessi volute o soltanto minimamente immaginate. Devo dire che condanno aspramente gli uomini che usano violenza sulle donne, anche se molte di noi vogliono nel profondo dell’animo essere possedute con la forza. Capitemi, possedute e non violentate. La storia che voglio raccontare è avvenuta nel lontano 1987 ed ha come protagonista, oltre me, mio cugino Paolo. Paolo è figlio del fratello di mio padre, i nostri genitori sono sempre stati piĂą che fratelli e quando il mio è dovuto andar via dal paese per via della carriera in marina, hanno sempre cercato occasione di vedersi spesso. D’estate io e la mamma passavamo 2 mesi a casa di mio zio nel beneventano e mio padre tra una licenza e l’altra non tardava a raggiungerci. Con Paolo siamo coetanei e praticamente cresciuti insieme. Eravamo sempre in campagna a giocare, spesso al dottore, come fanno ingenuamente i bambini per curiositĂ dei sessi. Con la morte di mia nonna, mio padre per tre anni ha pensato fosse opportuno non farci passare le ferie a Benevento, forse ne aveva bisogno soprattutto lui. Ci sono tornata nel 1987. La cosa che mi ha molto turbato è stata ritrovare mio cugino Paolo cambiato, ora era un bel ragazzo, alto, dalle spalle possenti, capelli lunghi neri, occhi grandi e profondi. Se non fosse mio cugino (pensavo) un pensierino lo farei’hihihi. Notai però, nei giorni a seguire, un suo cambiamento di umore. Non era il Paolo di prima. Era taciturno, irascibile e cercava sempre di evitarmi. Tant’è che la sera se ne usciva con i suoi amici e mi lasciava sola, senza curarsi minimamente di portarmi con lui. Io iniziavo a rompermi. Avevo programmato di conoscere i suoi amici e chissĂ di farmi qualche storiella estiva con il piĂą carino’..ma Paolo aveva drasticamente rovinato le mie vacanze. Iniziavo quasi ad odiarlo. Una sera faceva molto caldo. Io dormivo sul divano letto, che era nell’ingresso, e la porta di casa si trovava ad 1 metro da me. Non riuscivo a dormire. Pensavo a Paolo, a come si stesse divertendo fuori al fresco con i suoi amici e come io invece ero lì sola a morire di caldo. Decido di fargliela pagare con uno scherzo. Ero giĂ mezza nuda per il caldo, ma decido di togliermi anche il reggiseno per farmi trovare da Paolo così nel letto. Era da poco passata la mezzanotte e di lì a poco sarebbe arrivato anche Paolo. Anch’io sono una bella mora alta, con una 4 di seno orgogliosamente ampio e sodo. (Commento di Gattone: confermo, pur con i suoi 35 anni è una gran figa e le tette sono sempre belle sode). Ad un tratto sento qualcuno tentare di aprire la porta. Il cuore mi batte a mille e non nascondo che tale agitazione mi aveva notevolmente eccitata. Lo vedo entrare goffo e barcollante, sicuramente straubriaco. Socchiudo gli occhi e faccio finta di dormire. Spiando vedo Paolo dapprima prendere barcollante la via della sua stanza, poi soffermarsi e, abituati gli occhi al buio, rimanere pietrificato alla mia vista, che di certo non si aspettava minimamente.
Ridevo dentro di me e pensavo ora vatti a fare una bella sega stronzo! Invece lo stronzo, cosa che non avevo minimamente messo in preventivo, altrimenti non avrei mai fatto una cosa del genere, dopo il primo stupore lascia tranquillo le chiavi sul tavolo ed inizia in silenzio a spogliarsi. Il terrore mi assale. La prima cosa che penso è quella di restare immobile a far finta di dormire, sperando che alla fine si fermi. Lui imperterrito si toglie prima la maglietta, poi i pantaloni ed infine il boxer. Quest’ultima operazione la tengo fotografata nel cervello. Li vedo calare e contemporaneamente sgusciare fuori un cazzo incredibilmente lungo e giĂ pronto all’uso, con 2 palle grosse come quelle da tennis. La mia micetta ha un fremito e mi bagno. Senza volerlo ammettere ero eccitatissima. Lui in silenzio mi si avvicina, iniziando a masturbarsi lentamente. Vedo una grossa cappella sparire e ricomparire ogni volta piĂą rossa tra le sue mani. Si ferma ad osservarmi. Si piega avvicinando il cazzo al mio seno e con la punta sfiora i capezzoli giĂ durissimi. Io resto immobile, piĂą per paura che potesse andare oltre. Risale, sempre mantenendo il contatto con la mia pelle, arrivando a sfiorarmi le labbra ed inizia a premere facendomi entrare la punta in bocca. A questo punto la mia reazione è stata naturale, sono saltata sul letto ed ho detto ma che cazz’.lui immediatamente si è seduto sul mio stomaco bloccandomi. Con una mano mi ha letteralmente tappato la bocca e con l’altra ha iniziato a tirarsi una sega in direzione del mio viso. Io ero terrorizzata, ma nel contempo vedere quella cappella a 5 centimetri dal mio viso che stava per esplodere mi eccitava da matti. Improvvisamente ha aumentato il ritmo della sega e da come si è arrossata ho capito che stava per venire. Fino a quel momento le mie esperienze con i ragazzi si erano limitate a piccole seghe, senza farli venire. Solo una volta per curiositĂ dissi ad un mio ragazzo di farsela davanti a me e quindi ne conoscevo bene il finale. Intuisco che voleva venirmi addosso, ma in realtĂ mai avrei immaginato che non si sarebbe limitato a quello. Lo vedo aprire la bocca ed emettere un sibilo, portando indietro la testa. La cappella inizia a pulsare. Istintivamente chiudo gli occhi. Questa cosa mi ha impedito per un istante di osservare la sua reazione, quanto basta per non impedirgli di togliere improvvisamente la mano dalla bocca e allo stesso tempo bloccarmi le mascelle x impedirmi di chiuderla. Non capendo subito le sue intenzioni, riesco appena ad aprire gli occhi, giusto in tempo per vedere un primo lungo denso fiotto attraversare potente la mia bocca per andare ad addensarsi dritto in gola. E’ caldo viscoso e mi sento soffocare. Cerco di divincolarmi dalla presa, mentre 1 altro spruzzo mi rimbalza dal palato anch’esso in gola. A questo punto Paolo,con un ghigno satanico, mi chiude con forza la bocca obbligandomi a deglutire e si diverte a spruzzarmi gli altri getti sui capelli e sulle tette mentre ingoio. Quel liquido dall’odore intenso e dal sapore denso e acre mi dĂ la nausea. Eppure lo ingoio. Lo avrei fatto anche senza essere violentata, si’.lo avrei comunque ingoiato, era l’occasione per farlo’era il momento di farlo. Paolo a quel punto si solleva dal mio corpo e presi velocemente i vestiti si chiuse in camera sua. Resto sola nel silenzio della notte. Inizio a distinguere nuovamente i rumori provenienti dall’esterno, i grilli, ilpassare delle macchine lontane. Penso a come sono stata violentata, umiliata. Deglutisco la saliva x assaporare con piĂą calma i resti dello sperma nella mia bocca. L’odore di sesso su di me è forte. Mi ricordo che mi è venuto anche altrove. Con la mano vado a cercare quei rivoli di seme maschile, tra tette e capelli, ormai scioli e ridotti ad un liquido appiccicoso. Lo porto alla bocca. Mi succhio le dita per assaporarlo meglio. E’ proprio acido, puzzolente e anche salato’ma mi eccita da morire leccarlo! Me lo spalmo sui seni, fino a sentirlo seccare e con l’altra mano mi masturbo fino a raggiungere un violento orgasmo.
Resto lì immobile per ore, pensando a quello che era accaduto, a come sarebbe stato se invece di usare la violenza mi avesse lasciato l’iniziativa e a cosa sarebbe accaduto in seguito. L’indomani, dopo avermi evitato per ore, Paolo viene a chiedermi scusa, dicendomi che era ubriaco e non sapeva come fosse successo. Abbiamo una lunga discussione, dove mi confessa che gli piaccio da morire, che mi ha evitato nei giorni passati, proprio perchĂ© sono quasi sua sorella e voleva reprimere quegli strani pensieri che gli frullano nella mente, che si è masturbato molte volte pensando al mio seno, alla mia bocca da pompinara e alla mia stupenda micia. Che a volte mi ha spiato mentre ero nuda in bagno. Io resto sbalordita. In fondo ho pensato le stesse cose io di lui. Decido di terminare il chiarimento dicendogli, chissĂ se forse mi avessi presa con dolcezza’..se mi avessi lasciato conoscere da sola e senza coercizioni il tuo sesso’..chissĂ , le cose sarebbero potute andate diversamente”.già ’.chissĂ .
“Questo è stato il primo approccio sessuale tra Daniela e Paolo. Molte altre cose sono successe in quella strana estate 87. Non temete’..ve ne farò partecipi.”
GATTONE
Visualizzazioni:
358