Avevamo già avuto esperienze ma non di quel tipo. Io volevo proseguire il nostro viaggio, nel vederla in situazioni sempre più estreme, nel vederla godere e al tempo stesso darmi quel misto di male e di piacere.
Fu così che una sera tornando dal cinema, dopo una serata al ristorante , lei era arrapantissima ed elegantissima allo stesso tempo. Aveva delle scarpe rosse aperte con tacco alto ed era fantastica. Ondeggiava un po’ camminando con quelle, era estremamente sexy.
Le avevo già parlato di quel parcheggio dove pare si andava a ‘far scopare la moglie’ ma onestamente non avevo mai avuto il coraggio di portarcela per paura di incontrare delle persone sin troppo rudi anche per i miei gusti in certi momenti controversi.
Eppure quella sera svoltai in quella direzione verso la periferia, lentamente, non senza timore.
Lei stupita mi chiese se non andavamo a casa e le dissi di no. Le dissi ‘vedrai’
Notai nel buio che deglutiva preoccupata. Il non sapere cosa avessi in mente forse la spaventava più che un incontro di chat programmato col superdotato stronzo di turno.
Arrivammo al parcheggio e parcheggiai in un lato, su di un angolo del parcheggio.
Aspettammo un po’ in silenzio, c’erano alcune macchine e dei camion sparsi qui e la ma ‘ non succedeva nulla.
Lei si voltò verso di me e mi prese la mano sospirando.
Mi guardo meravigliosamente e io notai quanto era bella e dolce.
Poi quasi timorosa ,mi sembrava dispiaciuta per me mi disse ‘forse siamo troppo lontani ‘ ?’
Aveva paura a dirmi cosa fare ma effettivamente aveva ragione. Ovviamente non voleva fraintendessi.
Le dissi che aveva ragione.
Accesi la macchina e mi portai a fianco ai camion, tra i camion e i pini che facevano da confine su di un lato tra il parcheggio e il cimitero.
Eravamo letteralmente incastrati tra due camion e gli alberi.
La abbracciai
Il cuore le batteva forte.
Cominciai a baciarla.
Notai che da un camion ci osservavano. Le scopri i seni e continuai a baciarla.
Lei sembrava essersi estraniata. Forse era il modo miglior per lei per sopportare.
Uno scese dal camion e rimase ad aspettare.
Abbassai e feci un cenno di saluto
Lui rispose. Scesi dalla macchina e mi avvicina. Salutai. Mi chiese che facevo. Dissi ‘una passeggiata con la mia signora’. Chiesi se voleva accomodarsi in macchina. Lo feci salire dietro.
Linda davanti non lo guardava neanche. E natuarlamente si era richiusa la camicetta completamente.
Parlammo del più e del meno poi dissi che notavo che osservava la mia signora, se gli piaceva. Era imbarazzato’ Gli dissi di non preoccuparsi e che non ero geloso. Anzi se voleva la facevo passare dietro.
Mi guardò e sorrise.
Le dissi ‘scendi e vai dietro’
Lei eseguì immediatamente, aveva già capito che stavo per chiederlo e lo fece sul comando e non dopo anche se pur con una certa agitazione e ansia percettibile dai suo movimenti.
Quando salì dietro quello emise un suono di chiara approvazione, non si era ancora accorto quanto lei fosse bella, era chiaramente al di la delle sue aspettative di una vita e soprattutto datagli in quel modo.
Non gli sembrava vero semplicemente.
Per cui rimase a guardarla senza toccarla. Mi resi conto che era chiaramente intimorito dalla bellezza di lei.
Al di là dell’emozione iniziale la cosa si faceva però preoccupante.
Non è questo che io voglio per il mio dolce amore’
Allora gli chiesi se la mia signora gli piaceva, disse di si. Gli dissi che mi stava simpatico e che se voleva gliela facevo vedere meglio, e le alzai la gonna e spostai le mutandine. Lui nel vedere la fica ando in escandescenza, ci mise la mano sopra e cominciò ad arruffarle il pelo, poi cominciò a toccarla tutta come se non toccasse una donna da anni. La succhio è palpo con foga, poi prese coraggio e se lo tirò fuori, lei appena sospinta cominciò a succhiarlo con devozione e impegno.
TOC TOC
Colpi sul finestrino
In due
Abbassai ‘ i due tipi mi dissero ‘siamo con lui’ e aggiunsero che se volevamo potevamo andare sul camion che c’era il lettino visto che gli sembrava che forse volevamo stare comodi.
Dissi di si. Linda si richiuse la camicetta alla bene meglio e salimmo sul camion a fianco.
I due educatamente ma con un misto di arroganza e di chi pretende risposta positiva dissero se potevano venire pure loro, dissi di si.
Ci ritrovavamo in una cuccetta di camion in 5. Io linda e tre camionisti.
Scoprii che per quanto insicuro era il primo, che era il più giovane, erano strafottenti e sicuri di se gli altri due, lui era semplicemente stato mandato in avanscoperta perché gli altri due non si volevano prendere il disturbo, ma adesso che il fatto era chiaro pretendevano di avere il loro ruolo.
Cominciarono a palparla quasi subito e non erano per nulla intimoriti da Linda e dalla sua bellezza. Mi dissero più di una volta che si volevano svuotare per bene i coglioni e di non temere che avrebbero fatto a mia moglie un bel servizio. Precisai di non venirle mai dentro, sempre in faccia. Accettarono.
La palpavano pesantemente, e lei era in difficoltà , chiesi di fare più piano e loro dicevano ‘si si’ ma con sufficienza, continuando a fare il loro comodi con notevole arroganza.
Linda era messa di lato, su un fianco con loro tre intorno da tutti i lati.
Un cazzo in bocca e dita in figa e nel culo, gemeva, le strizzavano forte i seni, la tiravano per i capelli, stavano andando chiaramente oltre quanto lei e io ci aspettassimo. Era stata spogliata completamente, l’unica cosa al suo posto erano quelle fantastiche scarpe rosse aperte. Ad un certo punto uno disse agli altri di girarla, a pancia in su. La girarono e le sollevarono le gambe. Lui le stava sopra e praticamente a gambe larghe si sedette sul suo culo penetrandola nella fighetta prepotentemente.
Vedevo il suo culo peloso e le due palle sbattere sulla fighetta di Linda. Grugniva come un porco ogni volta che affondava dentro di Linda e Linda rispondeva al suo grugnire con un gridolino, che nasceva ovviamente dall’affondo di cazzo dentro il suo pancino. C’era un contrasto incredibile tra il grugnire del porco e la meravigliosa voce di mia moglie, affranta e sopraffatta da quel porco che che le affondava quel palo dentro la sua intimità . Andò avanti per un bel po’, continuando a grugnire come un porco, anzi non è che grugnisse come un porco, era semplicemente e veramente un porco. Gli ricordai ‘fuori per favore’, ‘si si’ fu la risposta ed al momento di sborrare si sollevo e le annaffio il viso da circa mezzo metro chiamandola troia forse un migliaio di volte.
Era il turno dell’altro che riprese la posizione dell’altro ma pompando meno da sopra.
Poi non contento la sollevò e si sedette, e le disse di sedersi su di lui voltandogli la schiena.
Linda esegui e me la ritrovai di fronte. Io ero inginocchiato sul pavimento e avevo il cazzo di quello che le entrava all’altezza della mia faccia. Aveva l’uccello del ragazzo in mano e l’altro che era appena venuto si era spostato.
Il ragazzo la prese per i capelli e la tirò a pomparlo di bocca. Lei esegui diligentemente.
Mi alzai e andai a fianco a chi la pompava sotto e gli dissi ‘vienile in faccia per favore’
Fui accontentato, fu messa in ginocchio sul pavimento a pompare di bocca entrambi, vennero consecutivamente allagandola.
Con la faccia completamente allagata era bellissima. Era umiliata e stordita. So che aveva voglia di piangere ma capiva che ci sarebbe stato dell’altro.
Arrivò il porco e la fece mettere di nuovo sul lettino, in ginocchio e disse che aveva un bel culetto.
Cominciò a schiaffeggiarlo, pensavo fosse solo una cosa sporadica ma pareva il tipo avesse cognizione di quello che faceva.
Mi meravigliai di come un tamarro di quelli sapesse quanto poteva essere piacevole su una cagna dolce e delicata come Linda una sessione di spanking. Ando avanti parecchio tra le risa degli altri, alternando pacche leggere a pacche di una notevole violenza che lasciavano segni evidenti sulle natiche di mia moglie. Continuava e lei chiedeva di smettere. Tutti la invitavano a fare silenzio con una certa autorità . Lui continuava. Lei tentava di ribellarsi.
La tenevano.
I tre la tenevano e il porco sculacciava.
Linda piangeva e chiedeva di smettere.
Lui continuava.
A volte piano. A volte pacche violente. Piangeva e chiedeva implorava di smettere.
Il porco disse che smetteva ma, avrebbe dovuto fare la brava. Lei disse di si implorante e totalmente ai loro voleri. Le disse di allargare bene le gambe cosi come era, in ginocchio. Lei allargò più che poteva e lui le sbatacchiò il cazzo sul culo, gli altri continuavano a tenerla, per i capelli e le braccia. Ogni tanto il porco le dava uno schiaffetto sulla figa e sul buchetto del culo. La voglia di menare non gli era passata. Lei urlava ad ogni schiaffetto.
Poi da dietro comincio a spingerle il cazzone di nuovo dentro la fica.
Piano piano la penetro e poi cominciò a pomparla alternando, un po’ piano, in po’ forte, lei aveva le gambe molto allargate e sotto le spinte il bacino era costretto ad andare ancora più giù. Il porco da dietro ne gustava la figa col cazzo, sembrava assaporarla, glielo faceva scorrere dentro lentamente, estraendolo quasi tutto lentamente e poi piantandoglielo dentro con decisione, al preciso scopo di farla gemere ed urlare, andava avanti per parecchio e Linda era chiaramente stanca, gli altri due ridevano nel vedere quanto quell’effetto combinato di schiaffi e pistonate di cazzo dentro la sua figa l’avessero ridotta praticamente ad un essere privo di volontà , che reagiva solamente alle sensazioni che le venivano dal suo fiore in mezzo alle gambe. Linda godeva moltissimo, era in preda completamente a quel cazzone che la penetrava, dopo avere subito una abbondantissima dose di sculacciate sul cu! lo che l’avevano stancata parecchio. Lei ha una soglia del dolore abbastanza bassa, loro non lo sapevano, ma in realtà lei aveva sentito molto più dolore di quello che loro potevano supporre. Ed era completamente stremata da questo, la sua delicata pelle delle natiche era arrossata e lo sarebbe stata per giorni.
Lui continuava, pompava incessantemente nella figa di lei, poi usci e le spruzzò sul buchetto del culo.
Finì strofinandogli lo sperma col pisellone sul culo.
Poi venne il turno degli altri due. La misero finalmente sdraiata, pure io pilotai per farla mettere sdraiata in maniera che si riposasse. Uno le sollevò le gambe e la montò un altro le montò sulla faccia e si faceva succhiare. Si alternarono e le sborrarono entrambi in bocca copiosamente.
Capii che non avevano intenzione di continuare allora dissi che se non avevano intenzione di continuare Linda andava in macchina. La rimandai in macchina e le dissi di aspettare.
Coi tre ci salutammo, loro mi diedero il cellulare e mi dissero che erano a Milano sempre li al giovedì, quasi tutti i giovedì.
Li salutai e raggiunsi Linda in macchina.
Puzzava di sperma il mio amore. Si pulì con un fazzolettino
La guardai e le dissi ‘andiamo a casa’
Stava appoggiata al finestrino, mi venne da ridere perché si scostò quando si accorse che lo stava bagnando. Non so se sperma o lacrime
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