Josephine frequentava il terzo anno alla Saint Patrick importante istituzione cattolica molto rigida, che con difficoltà aveva consentito negli anni la costituzione di classi miste.
Jo com’era soprannominata dalle sue compagne, era una ragazza minuta con grandi occhi espressivi e liquidi, capelli lunghi fin sopra le spalle pettinati semplicemente, soffriva per il suo piccolo seno ma la natura aveva compensato a questa mancanza donandole due cosce tornite e ben fatte e un culetto sodo e leggermente a mandolino che di tanto in tanto attirava le attenzioni di qualche suo compagno più attento. Non aveva storie sentimentali, anzi passava per una vergine impenitente.
Divideva la camera con Stacy, ragazza disinibita e appariscente che al suo contrario aveva fama di troia, ma tutto questo non sembrava preoccupare Jo, intenta a portare a termine i suoi studi per potersi iscrivere all’Università. L’attenzione che Stacy dedicava ai ragazzi, l’avevano costretta spesso a rientrare in ritardo in camera, proprio per permettere alla compagna di dare libero sfogo ai propri sensi.
Jo aveva una sola confidente, l’introversa Sophie, una studentessa francese con la quale divideva il banco, entrambe cercavano di sopravvivere a quell’universo che sentivano non appartenerle facendosi coraggio fra loro ma se Jo ci riusciva piuttosto bene ignorando quasi del tutto ciò che la circondava Sophie soffriva di questa situazione, avrebbe voluto scatenarsi, reggere il confronto con le altre compagne anche perché fisicamente non aveva nulla da invidiarle, era alta circa 1,70 un corpo flessuoso come un giunco, seni piccoli ma sodi e due gambe tornite in aggiunta ad un culo modellato dal nuoto, sport nella quale primeggiava.
Seguendo questo suo impulso Sophie iniziò a fare conoscenza con qualche altra compagna conosciuta durante gli allenamenti e iniziò ad essere invitata a qualche riunione che si teneva segretamente nelle stanze degli allievi dopo il coprifuoco imposto dal regolamento, un’atmosfera fatta di candele profumate, birra, whisky e sesso, ma lei continuò a rifiutare finchè dopo molte insistenze da parte di Susan una sua compagna di squadra, accettò.
Fu così che una sera la piccola francese si presentò nella stanza della sua amica Jo, lei non c’era ma trovò ad accoglierla Stacy, Carrie, Susan e Stewart l’unico maschio della comitiva, i cinque liceali cominciarono a scambiarsi opinioni e racconti sul sesso mentre consumavano l’alcool che avevano precedentemente comprato e nascosto per evitare che il controllo settimanale lo scoprisse, la temperatura salì presto, così cominciarono a spogliarsi lanciando i vestiti per terra, iniziando un gioco nel quale Sophie non credeva di potersi mai trovare.
Susan che l’aveva invitata le si avvicinò bisbigliandole ‘Non sei mai stata con una ragazza?’ Sophie imbarazzata ma resa più docile dall’alcool rispose ‘No’non ho mai” ma si vedeva che aveva bevuto molto e le sue inibizioni stavano cedendo, lentamente Susan fece scivolare la mano sotto la gonna a kilt verde e nera della divisa, sentì gli slip della francese umidi, così scostò l’elastico e lasciò che il suo dito medio carezzasse la fichetta bagnata della compagna, poi si avvicinò alle sue labbra e le lasciò scivolare la lingua in bocca, mentre con le mani le tastava i seni piccoli ma turgidi, Sophie rimase sorpresa da questa situazione ma sentiva d’averla desiderata e sfruttando anche l’effetto del whisky si lasciò andare completamente, allargò le cosce alla mano sapiente di Susan e prese a mugolare di piacere.
L’amica finì di spogliarla e scivolò fra le gambe spalancate della francesina leccandola con ingordigia, i succhi vaginali le inalavano le nari e inondavano la bocca, Sophie si trovò a succhiare il cazzo di Stewart che dopo avere leccato la fica di Stacy e fattosi fare un pompino da Carrie aveva intenzione di farselo tornare duro infilandolo nella bocca della nuova leva, Sophie rimasta sorpresa da questo rotolo di carne infilato nella bocca cominciò a succhiarlo come meglio credeva, riuscendo in breve a portarlo ad uno stato di eccitazione sufficiente per essere chiavata, allora Stewart la mise carponi e afferrandola per i fianchi stretti glielo infilò nella fichetta umida di saliva e umori lasciandola con un grido di piacere strozzato nella gola, il ragazzo stantuffava come un pistone nella stretta trincea francese poi lo sfilò e lo fece scivolare senza difficoltà nel culo vergine di Sophie che emise un gemito soffocato di godimento, ancora pochi colpì ed esplosero insieme, lui con un fiotto di sborra calda che colò fra le cosce della ragazza e lei con una vampata di calore che arrivò al volto un attimo prima di svenire.
Le altre ragazze terminarono il loro incontro, proprio mentre la porta bussò’era Jo che tornava’ [03/03]
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