Finalmente riesco ad andare ad un colloquio scolastico di mia figlia, riesco a farlo di rado, i miei troppi impegni ed i miei viaggi mi tengono spesso lontano da casa.
E una bella giornata di primavera entro nel liceo di mia figlia con animo sereno, mi sento rilassato, un po’ per la bella giornata ma soprattutto perché so già che sentirò dei bei commenti da parte dei professori: mia figlia è la prima della classe e l’orgoglio di padre emerge prepotente.
Come al solito file interminabili di fronte ad ogni aula, cerco di adottare una soluzione strategica prima faccio i professori delle materie meno popolari e che interessano meno i genitori e poi mi metto in fila per la prof di Italiano. Inizio a chiacchierare con i vari genitori, anche per passare il tempo. Dopo un po’ una delle madri in fila mi chiama per nome mi parla molto amichevolmente facendo riferimento a cose personali, la guardo stupito: ‘Ma come non mi riconosci? Sono Serena!!’ La mia debole memoria vaga nei ricordi, mi si accende la luce: ‘Sì, certo! Serena! Come stai? Quanto tempo!’ Mi abbraccia e mi bacia sulle guance.
Serena era stata una delle mie prime fidanzate, devo ammettere non una delle migliori da ogni punto di vista, non bella e neanche particolarmente intelligente, ma aveva una caratteristica che a 18 anni diventa criterio di selezione fondamentale: era una gran Troia!
Ho fatto fatica a riconoscerla, il tempo ha avuto un effetto devastante su di lei, molti chili di più di allora, decisamente troppi ed aspetto poco curato. In maniera stupida ed anche con un moto di fierezza spiega a tutti gli altri che siamo stati fidanzati 30 anni prima: tutti ridono e noto un padre che mi guarda con fare ammiccante. Si lascia andare a commenti, direi, troppo privati, ricordando i tempi quando stavamo insieme: rispondo a monosillabi cercando di non dare troppa corda al suo eloquio scomposto, sono francamente a disagio.
Mi proporne di uscire per una sigaretta, il padre di prima mi guarda ancora una volta con un sorriso ammiccante, accetto volentieri anche per uscire da una situazione non di mio gradimento.
Usciamo, mi offre una sigaretta ed inizia a raccontarmi la sua vita, l’atmosfera cambia completamente, cambia anche il mio pensare: non è stata molto fortunata, 2 divorzi, un figlio perso per malattia ed il 3 marito morto anche lui da 6 anni, adesso mi fa un po’ pena, cerco di essere gentile e di stimolarla ad una visione più positiva della vita ma la capisco. Insiste 2 o 3 volte sul fatto che è vedova da 6 anni, credo che sia un chiaro segnale: ‘Sì Serena ho capito!’ La metto sul ridere, ricordandomi di come era 30 anni prima: ‘Ho capito di cosa hai bisogno!’ Ridiamo, ma lei si schernisce: ‘No, non vorrei che tu avessi frainteso!’ Continuo a metterla sul ridere: ‘Ok allora domani sera alle 21:00 sono da te poi vediamo se ho frainteso, io suonerò il campanello poi starà a te decidere se aprire o meno. Dove abiti?’ Mi dà il suo indirizzo senza esitazioni.
Rientriamo nella scuola, finisco il giro dei professori incrociando Serena a più volte, l’ho vista più sorridente. Il giorno dopo mi domando a più riprese se valga la pena o meno andare a trovare Serena, poi lo spirito cacciatore prevale e decido di andare: mi giustifico dicendo che è sola e psicologicamente provata e quindi è giusto andare, mah, molto discutibile.
Alle 21:00 arrivo a casa di Serena, suono il campanello e mi apre senza neanche domandare chi è. Entro in casa e la trovo tutta tirata chiaramente fresca di doccia con un abbigliamento non proprio da casalinga, mi viene incontro e mi bacia con impeto: ‘Ma come non avevo frainteso?’ Mi manda sonoramente a quel paese, come nel suo stile, se così si può dire. Mi spinge in camera, mi spoglia e si spoglia con frenesia, devo dire non proprio un bello spettacolo, le sue forme sono molto rilassate ma la situazione comunque mi eccita, mi trova duro, mi spinge sul letto e me lo prende subito in bocca, dopo un po’ mi guarda: ‘Mi ricordavo che avevi un arnese interessante!’ Non si smentisce, mi sale sopra, si penetra quasi famelica e con chiara soddisfazione, inizia a muoversi freneticamente, geme sonoramente e gode in pochi secondi urlando una serie infinita di ‘sì’: ‘Cazzo! Finalmente! Sono sei anni che non scopo!!’ Di nuovo molto “elegante”. Continua il suo movimento, la faccio mettere in ginocchio: non una buona idea, il panorama non è dei migliori, provo a sculacciarla e mi dice di non farlo, provo a metterle il pollice nel culo, si divincola, non vuole. A 18 anni una è troia solo perché te la dà con facilità ma evidentemente non si è evoluta e a quanto pare preferisce cose classiche, continuo a spingere e gode di nuovo gemendo rumorosamente. Non sono venuto: ‘Hai ancora lo stesso problema?’ Mi dice sorridendo: ‘Direi che si è aggravato, adesso faccio ancora più fatica a venire!’ Mi stendo, mi accarezzo e me lo riprende in bocca, sto per venire, lei si ritrae, prende dei fazzoletti e mi pulisce dallo sperma che mi si è riversato sopra di me. ‘Ti ringrazio! Mi ci voleva proprio!’ Ancora una volta usa parole inappropriate: ‘Spero ci si possa rivedere!’ Rispondo con un sì di cortesia ma poi preciso che mi sto trasferendo per lavoro e che quindi non so quanto tempo potrei avere. La vedo delusa, sono deluso anche io, non mi è piaciuto, ma soprattutto mi ha infastidito il suo modo di fare.
Ci rivestiamo senza parlare, torniamo in cucina, l’atmosfera non è piacevole: ‘Se ben ricordo non bevi caffè, ti ho comperato della Coca cola!’ Almeno in questo è stata opportuna. Non so cosa dire, trovo una scusa e me ne vado, è stupida ma ha capito: ‘Temo che non ci rivedremo’ mi dice con espressione triste. Non rispondo, la bacio velocemente ed esco. Mi ha richiamato più volte, ma con la scusa del trasferimento ho sempre declinato l’invito, poi ha smesso: non l’ho più rivista.
Visualizzazioni:
321