“Invece l’altra mattina non siamo riusciti a completare la nostra conoscenza intima, oggi abbiamo più tempo e possiamo approfittarne…”
Iniziò tutto con una gita in barca. Parte seconda, gli scarichi
Qualche giorno dopo, al circolo che frequentiamo ambedue, incontro Nevio. Discutiamo del più e del meno senza fare accenno al servizio extra del lunedì mattina: lui fa lo gnorri, io sto al gioco. Mi dice soltanto che ho una bella casa, molto luminosa (abitiamo all’ultimo piano di un moderno condominio e soprattutto la cucina è servita da un ampio balcone di cui approfittiamo spesso per pendere il sole nudi) e accogliente (chissà cosa intendeva con quell’accogliente pronunciato con un sorriso indefinibile). Prima di lasciarci mi dice che forse sarebbe il caso che venisse a controllare i giunti con cui ha fissato la lavastoviglie, in quanto potrebbero essersi allentati con i primi lavaggi. Gli dico di non preoccuparsi, non ho visto spandimenti, ma se lo ritiene proprio necessario che può venire una sera da noi oppure può telefonare ad Alessandra per mettersi d’accordo sugli orari.
Più tardi, tornato a casa, riferisco dell’incontro ad Alessandra che si mostra non solo interessata ma già bene informata:
– Nevio non ha perso tempo, mi ha telefonato venti minuti fa, penso subito dopo che avete lasciato il circolo, dicendomi che aveva parlato con te e che dovevamo metterci d’accordo per il sopralluogo.
– E tu cosa gli hai detto?
– Che per me va bene, un controllo agli scarichi è sempre una cosa che si dovrebbe fare. Lui pensava di venire domani, ma domani io sono impegnata, per cui siamo rimasti d’accordo che verrà dopodomani, verso le dieci di mattina.
Due giorni dopo al mio rientro a casa trovo Alessandra ad attendermi con addosso uno spolverino leggero e semitrasparente, comperato in Versilia l’anno prima durante le vacanze: rosso e blu, sostenuto sulle spalle da due nastrini, alto una spanna sopra il ginocchio e stretto un pochino’ in vita da uno zip sul fianco destro, copriva a malapena l’abbondante petto che debordava un po’ in corrispondenza delle ascelle. Era un vestitino che non tollerava l’uso del reggipetto, adatto alle passeggiate sul lungomare versiliese, ma che imponeva l’impiego delle mutandine. Che però, a quanto vedevo, ora non c’erano. Come sempre nelle giornate felici, Alessandra aveva il volto illuminato da un sorriso che associava la bocca agli occhi, brillanti come non mai.
– Allora Sandra, come è andata oggi, si è ricordato Nevio di passare a controllare gli scarichi?
– E’ passato, è passato, ma di scarichi ne ha controllato soprattutto uno.
– Come sarebbe a dire, spiegati meglio, perché dici soprattutto uno: la lavatrice non ne ha mica due.
– E’ vero, ma gli scarichi che ha controllato non sono stati quelli della lavatrice, che non ne ha bisogno, ma i miei.
Intuendo dove si andava a parare il mio cazzo ha cominciato a svegliarsi premendo nei pantaloni che ho sfilato, seguiti dalle mutande; mezzo nudo e con il pisellone in semitiro la invito a proseguire il racconto della giornata.
Nevio è arrivato, puntale come sempre (la puntualità è uno dei suoi lati caratteristici) alle dieci di mattina portando un piccolo pacco; Alessandra gli va ad aprire indossando il vestitino descritto più sopra, senza reggiseno ma con un paio di mutandine color avana che si intravvedevano abbastanza, soprattutto sul retro. Dopo il solito bacino – anzi non il solito sulla guancia, ma in bocca con paritetico incontro di lingue – Nevio apre la lampo sul fianco del vestitino, vi infila la mano scendendo subito ad esplorare l’inguine.
– Ma Sndra, come mai oggi porti le mutandine? Mi avevi detto che a casa non le usi mai.
– In effetti in casa non le uso mai, anzi sia io che Alex d’estate giriamo per casa nudi, non abbiamo il condizionatore e con il caldo che fa – ricordati che siamo all’ultimo piano – è la cosa migliore da farsi. Sono così vestita perché ho dovuto portare giù l’immondizia, e sai come sono talvolta pettegoli i vicini. Ma tu ora lascia in pace la mia patatina e vieni in cucina a controllare gli scarichi della lavastoviglie. Vedo che hai un involto, sono gli attrezzi per il lavoro?
– Gli scarichi li vedremo dopo, se ne avremo il tempo, gli attrezzi sono una sorpresina. Lo sai Sandra che hai un bel coraggio a scendere con quel vestito, ti si intravvedono le tette e soprattutto i tuoi capezzoli che adesso stanno spingendo il tessuto in modo tale da sembrare due bottoni. Alex non dice mai niente?
– Perché Alex dovrebbe dire qualcosa? Il vestito lo abbiamo acquistato assieme, anzi lui è entusiasta di quel vedo non vedo. Sai bene che non è geloso, e poi quella domenica non eravamo tutti nudi sul tuo motoscafo? A me non dispiace essere ammirata, lui è contento di avere al suo fianco una bella donna ed è convinto che le cose belle non vadano nascoste, ma esibite, naturalmente con la dovuta forma. E adesso fammi vedere la sorpresina che hai portato.
Alessandra va in cucina seguita da Nevio che intanto continua a palpeggiare culo e inguine cercando di entrare nelle mutandine per raggiungere la fessurina, ma queste sono un po’ strette e i peluzzi che la circondano sono d’intralcio.
– Dai Nevio, sta fermo, sei venuto qui per controllare la lavastoviglie o per fare il porcellino?
– Da quel che vedo la lavastoviglie è a posto. Invece l’altra mattina non siamo riusciti a completare la nostra conoscenza intima, oggi abbiamo più tempo e possiamo approfittarne.
– Tu pensi solo a quello, non ti è bastato quanto abbiamo fatto lunedì mattina?
– No, assolutamente no. Abbiamo ancora molte cose da sperimentare. E penso che anche per te non sono bastati i giochini di lunedì.
Parlando Nevio continua a palpeggiare Alessandra, facendole un mezzo ditalino sopra le mutandine e strizzandole le tette, per niente protette dal vestitino.
– Nevio sei impossibile, ma se mi avvertivi che venivi per questo mi sarei preparata meglio.
– Stella mia meglio di così non si può: sento oltre le mutandine che sei già bagnata e i tuoi capezzoli non dicono bugie, credi a me, sei pronta per scopare.
– Come faccio a rifiutare dopo che mi hai stuzzicata? Andiamo.
Di comune accordo si recano in camera da letto, Alessandra sposta le spalline e fa cadere il vestitino rimanendo solo con le mutandine mentre Nevio rapidamente si spoglia sino a rimanere nudo; lui ha il cazzo in semitiro mentre le mutandine di Alessandra mostrano una macchia di umido che fa capire che, grazie al suo massaggio manuale, ora anche lei è pronta. Lui gliele toglie, le mette il cazzo in mano per un inizio di sega, tanto per renderlo pronto, quindi si distendono sul letto dando il via ad un appassionato sessantanove che porta rapidamente il cazzo di Nevio all’erezione massima; lui è molto più resistente di Alessandra che ha subito un primo orgasmo e lui, prima di venire, stacca la bocca dalla fichetta, ormai tutta un lago, gira Alessandra a pancia in giù e le ficca prima uno e poi due dita della mano destra nel culo usando la sinistra per entrare nella patatina, anche qui prima con uno e poi con due e quindi tre dita.
– Nevio cosa fai, lasciami in pace il culetto.
– Cara Sandra ti avevo detto che sarei venuto a controllare lo scarico ed è proprio quello che sto facendo, vedrai che sarai contenta del servizio.
E così dicendo mette il cazzo nel culo di Alessandra che lo accoglie senza problemi (l’uso del secondo canale non è per noi una novità) e comincia a stantuffare. Dopo alcuni colpi, senza far uscire l’uccello dal culo prende il pacchetto che aveva portato, lo scarta, e ne tira fuori due cazzi di gomma, uno normale ed uno più grosso. Preso quello più grosso gira sul fianco Alessandra, sempre tenendo il suo cazzo nel culo, e ficcando quello di gomma nella patatina le dice:
– Ecco, cara la mia Sandra, la sorpresa che ti avevo annunciato: non ti pare che sia più bello con due cazzi in corpo invece che con uno solo?
Superato lo stupore del momento Alessandra gli risponde che gli fa male, è troppo grosso, allora Nevio lo sostituisce con quello normale e a questo punto Alessandra asseconda i movimenti dei due membri finendo con un orgasmo che la fa gridare di piacere.
– E’ molto bello, dai, dai, non smettere che vengo ancora, spingi, spingi.
Nevio non se lo fa dire due volte e continua a scopare nel culo, massaggiando la fica con il cazzo di gomma, fino alla sborrata liberatoria.
– Allora Sandra, che ne dici, ne è valsa la pena? Ti è piaciuto avere due cazzi in corpo contemporaneamente?
– E’ stato bellissimo, ho goduto come poche volte prima. Ma perché usare un cazzo finto? Non pensi che sarebbe stato molto meglio averne uno vero.
– Sono d’accordo con te, ma dove lo troviamo un altro uomo che ti piaccia e con cui saresti disposta a giocare?
– Non c’è problema, lo diciamo a Alex che sarà ben felice di intervenire.
– Come lo diciamo a Alex? Non credi che possa arrabbiarsi sapendo che abbiamo scopato insieme?
– Te l’ho già detto, Alex non è geloso, e sa tutto di noi. Tra di noi non ci sono segreti e ci raccontiamo sempre tutto quello che facciamo; io gli ho descritto per filo e per segno quello che abbiamo fatto quel lunedì mattina, e la cosa non lo ha stupito considerato quanto aveva visto domenica in barca, guarda che non gli erano sfuggite le tue palpatine. Il racconto anzi lo ha attizzato e alla sera è stata la scusa per un’altra bella scopata.
– Ma guarda un po’ che porcellina che sei, anzi che porcelloni che siete tutti e due. Allora lo diciamo a Alex e la prossima volta vedremo di fare un terzetto.
Il racconto di Alessandra è finito ed io ho l’uccello duro come non mai: l’idea di giocare in tre mi intriga molto e, a quel che vedo dai capezzoli che sembra vogliano bucare il vestitino e quel che sento con la mano che sfiora la sua passerina, anche Alessandra si era eccitata. Via il vestitino – meraviglioso come basta spostare le spalline per farlo cadere a terra – via l’ultimo mio indumento e di corsa in camera a scopare per suggellare il patto e concludere bene la giornata.
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