“”si massaggia la guancia e si avvicina…”
….Si rialza e sempre lentamente si allontana, forse voleva controllare se
stessi ancora dormendo. Con discrezione riapro gli occhi. Studio la stanza. Non c’è più,sarà tornata di là , ma non percepisco nemmeno un rumore. Il mio cazzo continua a pulsare:altro che erezione mattutina, tutta questa situazione mi sta eccitando. Chissà che reazione ha avuto vedendomi così,se il suo sguardo si è soffermato solo sul viso o se…
Poi all’improvviso riappare silenziosa, sguardo furtivo e curioso.
Ma stavolta nella mano sinistra ha un bicchiere vuoto e nella destra la bottiglia di greygoose….
Ne versa un bel po’ e la butta giù come fosse acqua fresca. Continua a guardare verso il divano, tenta di allungare il collo, si sposta ma capisco che nn mi vede. Ripete le manovre di avvicinamento. Serro gli occhi. È di nuovo vicina al divano, sento ancora il suo odore stavolta misto a vodka. Pochi instanti e poi si allontana.
Riapro un poco gli occhi e la vedo camminare avanti ed indietro per il corridoio, pensierosa. Basta, sono stufo di questa pantomima. Liberando il braccio destro da sotto al fianco, comincio a sbadigliare rumorosamente. A quel suono, Francesca sgattaiola via verso la cucina: dal rumore delle ante credo per riporre la bottiglia. Mi metto a sedere. Non ho intenzione di rivestirmi. Nella mia vita sono sempre stato buono, attento, mai fuori luogo. Con le donne sono sempre stato paziente e comprensivo. Ma ora non ne posso più. Voglio essere un fetente. A partire da oggi. E Francesca sarà l’esperimento zero.
Mi alzo, ignoro i rumori di pentolame che vengono dalla cucina e col mio coso bello arzillo entro in stanza come se indossasi una vestaglia.
“Buongiorno cara”, lei si gira e sorpresa ma non troppo da quella situazione esclama “buongiorno dottore”.
“Francè non so medico, so n’architetto chiamami Lorenzo e basta m fai senti vecchio” prendo il latte dal frigo.
Lei ritorna a darmi le spalle, tutta intenta a fingere di lavare le poche cose che giacevano nel lavabo dalla sera prima.
“Dotto… Lorenzo ma che avete combinato ieri sera, ho trovato tutto in disordine, bicchiere rotto, mica avete litigato con Rossy?”
Quanto odio i nomignoli,quei vezzeggiativi forzati. Indeciso sul da farsi mi avvicino a lei e apro le ante superiori, per prendere una tazza. Non mi degna di uno sguardo.
“Uè hai perso la lingua?”dal voi al tu in un nano secondo.
“Penso che non sono fatti tuoi”, le rispondo piccato.
Avverto una specie di sussulto. Non mi ero mai rivolto così,ma a parte un piccolo sbuffo non c’è traccia di fastidio.
“Io mi permetto perché pure io litigo parecchio con Sasá (il troglodita del centro abbronzante) ma po ci vulimm bene e facciamo subito pace”.
Faccio solo una scrollata di spalle, mentre affondo una fetta biscottata nel latte.
Lei riprende “Io e Sasá ce ne diciamo di tutti i colori, ci prendiamo a male parole, so cos normal e…”
Ad un certo punto smetto di ascoltare. Ma chi è questa cretina che mi sta dando consigli? Ed io ancora più imbecille che rischio di rovinarmi per una come lei; adesso mi alzo e la sbatto fuori così impara a lavorare bene e farsi i cazzi suoi…
“Non è così?”
Chissà cosa mi ha chiesto. Gira solo la testa e di nuovo: nn è così.
Io annuisco.
“Allò pecchè vi siete appiccicati?(xche avete litigato)”
Mi volto pronto ad esplodere, a vomitargli addosso tutta la mia rabbia. Sei capitata male oggi ragazzina, la tua supponenza nn mi sfiora adesso ti insegno a stare al mondo. Ma prima che potessi dire qualcosa mi sorprende. Toglie le mani dall’acqua, le asciuga con lo strofinaccio e si avvicina la tavolo. Poggia una mano sulla mia spalla, mi sorride.
“Non sono una capera(pettegola) ma si pozz fa quaccos per na bella coppia comm a vui, io so contenta”.
Bene. Chinati e fammi una pompa,pensai. Invece la guardo e dico solo “niente di particolare, incomprensioni”.
Lei si sforza di fare un mezzo sorriso e ritorna a pulire le tazze.
Bevo di fretta il latte e meno baldanzoso di quando sono entrato, mi avvio verso il corridoio. Sono combattuto, come al solito la mia proverbiale indecisione mi logora, sento quasi il mio stomaco erodersi per tutti i bocconi amari che sto buttando giù.
Squilla il cellulare. È lei, la troia. Finalmente, adesso le dico tutto, tanto che senso ha continuare fingere che nulla é accaduto. Continua a squillare.
“Lorè il telefonoooo”, la voce stridula di Francesca mi innervosisce.
“Si, mò rispondo”. Ancora squilli a vuoto, poi premo il tasto verde.
“Cicci”eccola qui
“Si”
“Tesorooo mio,ciccino belloooo, come stai?ieri non mi hai chiamato,mi hai fatto preoccupare”quanto mi irrita sto tono finto da bimbaminkia,ti odio ti odio.
“Ero stanco e mi sono addormentato”la mia voce è fredda, meccanica.
“Piccolo mio si sente dalla voce”ma che cazzo senti, cretina ” senti riposati bene,è stata una settimana dura”no è stato un venerdì duro, anzi durissimo tutto su per il cu….
“Senti amore bello io torno lunedì, resto anche domenica da miei perché non ci raggiungi”puttana lo sai che domenica pomeriggio ho da fare, chissà con chi ti devo vedere e adesso vuoi farmi credere che mi vuoi…
“Lo sai non posso”
“Vabbe ciccino nn ti piglià collera vedrai che …” Rossella parte con uno dei suoi classici pistolotti. Smetto di sentirla anche perché la mia attenzione viene catturata da un’immagine in cucina. C’è francesca china a raccogliere la polvere, il leggins scivola leggermente sui suoi glutei sodi e lascia che l’inizio di quella dolce spaccata sia libera di prendere aria. E mi conferma il sospetto che avevo avuto sabato scorso:sotto non indossa nulla.
Sono dieci min che sono seduto sul divano, a guardare nel vuoto.
Sono un’ameba. Ho ascoltato in silenzio quella puttana che dispensava critiche a suo dire costruttive su di me, sulla mia settimana, sul mio carrettere. Con quella vocina irritante era riuscita ancora una volta a fregarmi. E adesso sono qui con un pugno di mosche in mano, nudo senza una reale motivazione. Non mi sono mai sentito così stupido come in questo momento. Francesca nel frattempo è fuori a pulire i balconi. La osservo attraverso l’unico spazio visivo lasciato libero da quelle orribili tende in mantovana acquistate il mese scorso da Rossella. Io sempre a dire si. Devo reagire, ma non so che fare. Ancora un primo piano del culo di Francesca che sistema le piantine. Maledizione, devo fare qualcosa.
Le lucine del pc ancora in stand by mi danno un’idea.
“Francesca, francescaaa” con la mano dò dei piccoli colpetti contro al vetro
“Marò Lorè, m fatt zumpà (mi hai fatto saltare dalla paura)”
“Entra ti devo far vedere una cosa”
Mentre lei fa il giro, prendo posto davanti al pc e in fretta chiudo tutte le foto, lasciando aperta solo la cartella principale. Francesca compare alle mie spalle, poggia le mani dietro lo schienale.
“Allò”
Senza voltarmi comincio a parlare “tu volevi sapere perché abbiamo litigato. Adesso ti faccio vedere, ma tu mi devi promettere che non lo dici a nessuno, chiaro?” Ho deciso di lanciarmi al contrattacco, di rischiare tutto, tanto ormai peggio di così.
“Sta senza pensier”
Apro le foto una ad una cercando di cogliere ogni sua reazione. “U Gesù” è l’unica cosa che riesce a dire. Lentamente passa da dietro allo schienale a starmi di fianco, fino a chinarsi con i gomiti sulla scrivania.
Dopo una decina di foto, mi blocco e la guardo. Lei mi fissa.
“E allò?”
“Come allora?ma hai visto che foto?”
“Embè?” Fa un mezzo sorrisino
“Ma come embè ma stai scherzando? La tua Rossy è una troia e tu non dici nulla?”
“Ahahah ja lorè nn si dicono ste cose. Avrà avuto un momento di debolezza.”si mette dritta e con le braccia conserte poggia un po di culo sulla scrivania.” Avrà pazziato (giocato)un po, ma te vuo bene, forse l’hai fatta incazzare, noi femmine siamo accussì…vogliamo attirare l’attenzione….”
Sono fuori di me, questa cretina si sta prendendo gioco della mia bontà d’animo, forse vuole una piccola vendetta non so, ma comincio a pensare di aver sbagliato tutto. Tutto.
“Vabbuo sei una cretina non puoi capire”ed invece di ridurre ad icona mando ancora un’altra foto. Un primo piano, lei intenta a succhiare il cazzo di quello sconosciuto, ma dal suo sguardo si capisce come sta godendo, come le piace essere usata da quegli uomini, come le piace scopare con altri…
“Guarda là , si capisce che le piace,… lei mi diceva che…., vabbuo doveva fare sempre tutto lei…jaaa qua chist fa l’omm “
” ma come ti permetti ” con lo sguardo cerco di fulminarla.
“Iamm lorè che t piac pur a te, guard tien o cazz tuost(il cazzo duro), secondo me t piace a essere cornuto…ahahaha”e scoppia a ridere.
Ora basta, non ne posso più di angherie, soprusi,prese in giro. La misura è colma e questa impertinente ha superato il limite. Mi alzo di scatto e le mollo uno schiaffo. Nel silenzio della casa, quel rumore acuto sembra risuonare per qualche secondo.
È finita.
È la prima cosa che penso. Ho buttato a mare una reputazione,una relazione e tutto quello che ho faticosamente costruito. Questa bimbetta mi rovinerà , ne sono sicuro. Sono solo con lei, nudo, le ho mollato un ceffone e… Non ci vorrà molto a costruire una storia di povera vittima. Senza contare le mazzate che prenderò da quell’energumeno del ragazzo.
Cerco di avvicinarmi e sussurrare qualcosa, lei è immobile con una mano sulla guancia.
Alzo la testa ed incrocio il suo sguardo e…
Mi sta sorridendo. Resto basito.
“E brav a Lorenzo, e cacciat e pall.”si massaggia la guancia e si avvicina. Non so che dire. Viene a pochi cm dalla mia faccia.
“Mi dispiace…”
“Vì(vedi?)stai sbagliann ancor”
Sento il suo profumo, l’alito di vodka, i suoi occhi penetranti e boom… Mi manca il respiro, devo piegarmi per evitare di vomitare. Sta stronza mi ha tirato un cazzotto in pieno stomaco. Barcollo, mentre la sua risata riempe la casa.
“Ahahahah n’zi omm Lorè, ti sei meritato le cornicelle…. Ahahah” la vedo allontanarsi lentamente, continua a ridere.
Ho gli occhi iniettati da un misto di rabbia ed eccitazione. Riacquisto velocemente le forze, le vado alle spalle e la spingo sul divano.
“Uhhhhh ahahahah” continua a ridere come una cretina.
“Mo ti faccio vedere io…”
Salgo a cavalcioni su di lei, prendo la sua testa e la porto verso la mia. Mi accorgo che non c’è resistenza, la sua bocca si apre subito a contatto con la mia lingua. Ci stiamo baciando con una foga inaudita. Le nostre lingue sembrano fare spadaccino tanto l’irruenza delle nostre azioni. Con le mani frugo subito nel top alla ricerca dei suoi seni. Sento i suoi capezzoli piccoli ma già turgidi.
Si stacca leggermente e si sfila il top. Posso vedere per intero quell’orribile push up maculato. Per fortuna ha l’apertura sul davanti e in un attimo va via anche quell’improbabile capo. Mi fiondo sui capezzoli. Li mordo, li succhio vorace. Lei apprezza mugolando e reclinando la testa all’indietro. Mi stacca dalla suzione e torna a baciarmi. I nostri volti sono umidi di bava. La mia mano scivola veloce dentro ai leggins, “non indossi nulla vero?troietta…”lei sorride e mi infila la lingua nell’orecchio. Sono in estasi. Medio ed indice affondano tra le sue grandi labbra carnose:è eccitata, lo sento dagli umori che lascia sulle mie dita. Non ci sono peli, è la prima fica completamente rasata che tocco. Gioco con il clitoride strofinandolo per bene;la guardo contorcersi. Adesso quegli iniziali mugolii sono diventati piccoli acuti di piacere.
“Si così brava si…” Si dimena come un serpe,lo sollecito ancora di più, un dito in fica ed uno sul clitoride, sempre più forte. Gli umori quasi schizzano fino a bagnare i leggins. “Si si ahhhh” sul più bello mi spinge via, io rotolo sul tappeto. La guardo sornione, lei riprende fiato e poi come una pantera che ha catturato la sua preda, scivola dal divano fino in mezzo alle mie gambe. Senza staccarmi gli occhi di dosso, afferra con la destra il mio cazzo mentre con la sinistra mi solletica l’inguine. Come cazzo fa a sapere tutti i miei punti sensibili? Adesso sono io a dimenarmi sotto quella piacevole tortura. Avvicina lentamente il suo viso al cazzo. Non mi stacca gli occhi di dosso. Il suo sguardo sprizza porcaggine. Tira fuori la lingua e comincia a lucidarmi l’asta. Su e giù,giù e su. La sinistra intanto massaggia delicatamente il mio scroto.
Non diciamo una parola, sono i nostri respiri a dettare i tempi. Adesso la lingua sale, e aiutata dalla mano destra che scappella completamente la mia capocchia, comincia a leccarla da quel solco che divide il glande dall’asta fino al buchetto
” ti piace?”e ci sputa sopra,continuando a massaggiarlo.
“Da impazzire…”riesco a dire solo quello, perché perdo fiato quando vedo le sue labbra dapprima poggiarsi sulla mia cappella lucida, poi schiudersi fino ad ospitare il mio cazzo. Il movimento in un primo momento lento, diventa più deciso, intenso e i miei sedici cm di cazzo cominciano pian piano a sparire nella sua bocca fino ad essere completamente divorato.”ohhhh….”
Lei lo trattiene tutto, fino a perdere il fiato e proprio quando sembra che gli occhi le schizzino fuori dalle orbite, lo libera per riprendere aria , lasciando rivoli di bava. Ripete più volte quest’operazione, ogni volta aumentano il ritmo dei colpi. Sono già al punto di non ritorno, vorrei sborrarle in gola ma ancora devo piantare la mia bandiera. Mi sollevo e la stacco dal cazzo ,la trascinò verso di me e ricomincio a baciarla. Poi le ordino di alzarsi in piedi mentre io mi metto in ginocchio. Le sfilo il leggins e Libero le sue meravigliose grazie. È tutto come immaginavo. Una fica carnosa completamente glabra, un culo durissimo e nessun pezzo di intimo . Le faccio allargare le gambe e da seduto mi infilo tra di esse. Lei capisce ed allarga ancora di più , così che la mia lingua possa raggiungere agevolmente il clitoride. Se c’è una cosa che mi è sempre piaciuto è leccare la fica, mi fa uscire pazzo. Affondo con gioia, e mi aiuto con indice e medio.
“Si, da bravo continua si si…” Francesca comincia a non contenersi più. Gli acuti diventano dapprima gridolini, e poi vere e propria grida di piacere. È un’assatanata, con le mani allarga ancora di piu le sue labbra così che possa leccare con più facilità . Aggiungo anche l’anulare ma lei continua fino a mettere anche il mignolo. Ho la mano a tavoletta nella sua fica bagnatissima, gli umori fuoriesco lungo le dita fino al mio avambraccio.
” siii siiiiii” la vedo contorcersi, quasi piegarsi in due ma non stacco la mia faccia da lì e vengo premiato da una scarica di umori tutta dritta nella mia bocca . Mi sento sporco e perverso come non mai. La prendo e la spingo nuovamente sul divano. Lei sorride da troia e si porta un dito in bocca.
“Vien ccà ” allarga le gambe e mi mostra la sua fica in fiamme. Ecco il mio nirvana. Mi muovo rapido e senza difficoltà infilo il mio cazzo tutto dentro e puntando le mani sul divano comincio a spingere senza ritegno. Le nostre grida di piacere si fondono all’unisono, è un concerto che mi fa perdere il controllo, non capisco più niente. Vedo solo Francesca che continua a spingere la mia testa verso di lei, alternando baci a leccate di orecchio. Quando mi dice “vieni vieni…”, io eseguo ma non mi rendo conto di quello che sto facendo. Il mio buchetto si apre alla pressione del seme che fin a quel momento avevo trattenuto a stento, ed inonda completamente la fica di Francesca. Le vengo dentro,e presi dalla foga,nessuno dei due sembra farci caso, mentre continuo a spingere fino all’ultimissimo fiotto.
Con il cazzo ancora nella fica mi accascio su di lei.
…a breve la quarta ed ultima parte…
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