“Con lui non ho mai fatto mistero della mia sessualità e nel corso degli anni non c’è mai stato nulla tra di noi, nemmeno prima che mi accasassi con Luca…”
fotografie.
la stanza è tappezzata di foto che ci ritraggono insieme.
sul
comodino una cornice d’argento mi rimanda a quel primo viaggio fatto in Spagna, quando non riuscivamo a fare due passi senza tenerci per mano ed eravamo incapaci di immaginarci una vita senza stare insieme.
alle pareti ci sono i nostri baci, i nostri momenti speciali, gli scatti rubati… e altri, infiniti viaggi.
fatti insieme.
c’ho creduto, c’ho creduto davvero.
a noi. al futuro. all’amore.
“gli altri sono capaci di farci del male nella misura in cui NOI diamo loro il potere di farci male” (in altre parole siamo noi stessi a scegliere un carnefice e a fornirgli gli strumenti necessari a ferirci, ad ucciderci), non so quante volte ho ripetuto questa frase all’amico di turno che si lamentava di quel fidanzato, di quell’amico, di quel collega di lavoro che lo faceva star male.
a me certe cose non sarebbero mai successe, pensavo.
ho sempre creduto di saper valutare le persone e ho vissuto nella convinzione che Luca fosse un uomo d’altri tempi, un uomo d’onore, un uomo onesto e sincero.
ero assolutamente certo che non mi avrebbe mai mentito e si sarebbe fatto strappare un braccio piuttosto che farmi del male.
e invece…
la postina aveva portato una raccomandata e c’era da firmare… ma la sua biro non funzionava. nel portapenne accanto al computer tenevo solo pennarelli ed evidenziatori, per questo mi misi a rovistare nella valigetta 24 ore di Luca, che stava facendo la doccia prima di andare in ufficio. non sono una casalinga disperata, non sono geloso e malfidato, semplicemente mi capitò in mano quella multa, quella multa che diceva chiaramente che qualche settimana prima Luca non era assolutamente dove doveva essere.
il sospetto mi travolse e innescò un meccanismo che, già lo sapevo, mi avrebbe portato solo sofferenza.
è bastato pedinarlo qualche volta per scoprire la sua doppia vita. nel giro di pochi giorni ho capito che il mio compagno, l’uomo dolce e sincero che mi aveva promesso eterno amore, certe notti andava a sfogare i propri bollori in qualche locale, nei parcheggi, addirittura pagando qualche marchetta.
le fotografie mi sbattono in faccia il fallimento dei miei sogni, lo squallore delle mie illusioni.
non posso restare qui.
esco.
la strada è deserta e la luce dei lampioni si spalma sulla nebbia, rendendo tutto surreale, onirico.
accendo l’ennesima sigaretta meccanicamente, quasi non mi accorgo che sono salito in macchina e sto guidando.
per andare dove?
accosto e mi fermo.
un tramonto rosa e arancio mi riempie gli occhi distorto dalle lacrime, ma nel mio cuore non c’è più posto per la bellezza, per la poesia, per la meraviglia e l’incanto; nel mio cuore c’è solo un immenso dolore che ad ogni sospiro si fa più grande… e attimo dopo attimo lo vedo trasformarsi in rabbia.
una sola parola riecheggia adesso nelle mie orecchie:
VENDETTA!
il locale apre alle 22 e alle 22:11 sono pronto davanti all’ingresso, nel parcheggio ci sono già una decina di auto, bene… non sono il primo.
l’ambiente è ben riscaldato e posso subito mettere in atto il mio piano liberandomi degli abiti in eccesso.
il barman mi mangia con gli occhi e mi conferma che ho scelto il look giusto, una semplice tuta adidas blu, con la felpa quasi completamente aperta e niente sotto.
niente, tranne il mio inseparabile cockring, ma quello non può vederlo nessuno… ancora.
prendo il mio drink oltrepasso il bar e mi dirigo verso la zona più interna, quella hard.
appoggiato alla parete dei camerini glory hole, davanti ai video porno, c’è un ragazzo abbastanza giovane e snello, intento ad osservare una coppia di modelli americani che scopa sul bordo di una piscina da mille e una notte. è molto lontano dal mio genere di uomo (che è più maturo e più robusto) ma la mia vendetta non può aspettare… e devo assolutamente cominciare a darmi da fare.
lo guardo, mi guarda.
abbasso gli occhi e gli fisso spudoratamente il pacco nei jeans.
il ragazzino sembra confuso (stai a vedere che ho beccato proprio un verginello senza esperienza), si volta imbarazzato verso il baluginìo dello schermo ma gli si legge in viso che non sta guardando il film. non stacco gli occhi dalla sua patta e quando si volta di nuovo verso di me lascio spuntare la lingua e mi accarezzo voluttuosamente il labbro inferiore. il bimbo sembra paralizzato, ha bisogno di una spintarella.
entro nel camerino accanto e mi inginocchio di fronte alla fessura nella parete. riesco a vederlo agitarsi nervoso sulle sue gambette magre, lo osservo guardarsi intorno per accertarsi che non lo veda nessuno, sorrido quando vedo la sua mano che istintivamente si accarezza e sistema l’erezione nei pantaloni.
non ho tempo per i tentennamenti.
la mia vendetta deve iniziare qui e adesso senza se e senza ma.
appoggio la bocca al buco ed estraggo la lingua, inarco le labbra e simulo un pompino… al vuoto.
dopo pochi secondi torno a guardare fuori.
lui è sempre li… sembra ancora più agitato e non si accorge nemmeno del modo nervoso con cui la sua mano si sfrega il rigonfiamento all’inguine. ha gli occhi puntati sul buco. tiro di nuovo fuori la lingua e la sporgo più che posso roteandola appassionatamente… ma non succede niente.
passano 10, 15 secondi così, aspettando una sua reazione, poi mi sento ridicolo e lascio perdere; mi rimetto in piedi e faccio per uscire alla ricerca di un altro maschio disponibile ma improvvisamente sento sbattere la porta del camerino accanto.
è lui, è entrato e adesso si accarezza vistosamente il pacco.
in un secondo sono di nuovo in ginocchio e lo vedo abbassarsi i pantaloni. accidenti! sarà anche un ragazzino ma ha un cazzone largo e dritto degno di un omaccione!
schiudo le labbra e tiro fuori la lingua e finalmente sento che ci appoggia sopra l’uccello. un attimo e lo sento scivolare in bocca, lento e possente.
muovo la testa e aspiro danzando sulla sua mazza… e lo sento gemere e sbattere sul divisorio. il suo cazzo pulsa e vibra e mi rendo conto che è davvero pieno e non reggerà per molto; poco importa, sono qui per far godere quanti più maschi possibili e non mi interessano le tenerezze o i tempi record.
“sborrooooo!.”
l’urlo del ragazzotto sovrasta per un attimo la musica del locale e mi ritrovo la bocca piena del suo seme caldo e denso, non smetto di pompare e lascio che i suoi spruzzi mi scendano in gola ingoiando tutto.
è furioso nella mia bocca e continua a spingermelo in gola fino a che non perde vigore. mi alzo in piedi ed esco dal cubicolo.
appena fuori noto un bell’uomo maturo, alto e robusto, intento a guardare un altro film. platealmente mi asciugo la bocca con il dorso della mano e lo fisso negli occhi.
non serve altro e si infila lesto in un camerino laterale… e io, ovviamente, in quello accanto.
il suo uccello spunta già dal buco nella parete, non è molto lungo ma ha una bella cappella rotonda già bagnata, invitante.
mi inginocchio devotamente e passo la lingua tutto intorno al glande, ripulendolo del suo stesso piacere, mi insinuo con la punta nell’uretra e lentamente prendo a sbocchinarlo.
l’omaccione ha un odore forte di sudore e di selvatico e allunga le dita attraverso la fessura. la delicatezza del suo tocco contrasta con l’afrore animale della sua pelle. mi accarezza le palpebre, poi scende a sfiorarmi le guance. esita qualche secondo mentre percorre il profilo delle mie labbra, poi spinge l’indice e il medio e mi offre i suoi polpastrelli callosi da succhiare insieme al suo uccello, che ormai è duro e teso.
la sborra che ho ancora sul palato lubrifica il pompino e lascio mulinellare la lingua intorno alla sua verga rigida che mi scopa la bocca in un lungo susseguirsi di affondi.
toglie le dita e si stringe la base del cazzo offrendomi un minchione completamente scappellato e sempre più tosto. è pronto… sento il suo corpo attraversato da una miriade di spasmi di piacere, percepisco l’intensificarsi delle spinte e dei gemiti, avverto il rompersi degli argini nei sui coglioni e mi preparo a una nuova bevuta… alla faccia di Luca.
il mio bel maturo prorompe in un gemito animale e primitivo che nasce e muore nella sua trachea, sento il suo corpo massiccio che sbatte e scuote la parete di legno, per un istante visualizzo l’immagine di una bestia feroce rinchiusa in una gabbia troppo stretta. inspiro profondamente e lascio che il suo odore mi travolga e sedimenti in ogni mio nervo, spalanco la bocca e abbasso la lingua… lui si ferma con il cazzo completamente dentro.
il primo schizzo traccia un arco perfetto nella mia bocca e raggiunge l’ugola grondando direttamente in gola, uno schizzo potente e abbondante che da il via a una pioggia di fiotti caldi e dolci che mi riempiono la bocca e si aggiungono al sapore del giovincello; lui resta immobile mentre spruzza tanto latte nutriente ed io ingoio cercando di evitare ogni frizione su quella mazza in eruzione.
la mia lingua è un tappeto di velluto e bevo tutto quasi senza muovermi.
sfila il cazzo e se ne va… senza dire niente, ed io torno al bar e mi scolo il secondo drink per darmi la carica e per ripulire un po’ il cavo orale dai residui dei maschi che ho succhiato.
in pochi minuti ho fatto due pompini ma non è ancora niente rispetto a quello che voglio, quello di cui ho bisogno.
faccio un giro nella zona meno illuminata e mi sistemo in un camerino abbastanza grand,e con una specie di materassino imbottito. lascio la porta aperta
mi sfilo la tuta e resto completamente nudo, poi mi sistemo prono sul materassino e con la felpa improvviso una specie di cappello che mi benda gli occhi lasciandomi la bocca libera.
inarco la schiena e aspetto.
è ancora presto e la musica, che più tardi diverrà martellante, mi permette di sentire il rumore dei passi nel corridoio. sento qualcuno che rallenta, qualcuno che passa svelto, qualcuno che si ferma… indugia e poi riparte.
l’attesa è eccitantissima, non mi importa chi sarà, quanti anni avrà… voglio farmi sbattere e perdermi in un mare si sperma. la mia pelle è tesa, i neurotrasmettitori sono pronti ad ogni stimolo… attendo.
qualche rumore… uno scalpiccio confuso… poi due mani che mi prendono e mi alzano i fianchi.
mani forti. mani grandi. potenti.
una lingua umida si insinua dritta nel mio buchino e si fa strada nel mio corpo.
la sua presa è salda e non oppongo resistenza.
a chi appartiene questa lingua? quali segreti nasconde il corpo dell’uomo che mi tiene? fantastico e mi interrogo lasciando che mi esplori e mi lubrifichi per qualche minuto.
nella mia cecità sento il rumore dei suoi abiti che cadono a terra e mi abbandono completamente sul materassino.
pochi secondi e sale sopra di me facendo scivolare il suo membro fra le mie natiche… avanti e indietro… avanti e indietro… avanti e indietro… ogni tanto una lieve curvatura del corpo in movimento porta la sua cappella a solleticarmi l’orifizio per mezzo secondo, fa una piccola pressione e poi prosegue il suo ondeggiamento… avanti e indietro… avanti e indietro… ancora una pressione leggera e di nuovo in movimento… e a tradimento lo spinge dentro e lo pianta profondamente fra le mie natiche. abbozzo un gemito ma il mio respiro viene interrotto da un altro affondo barbaro e rozzo… e inizia a scoparmi senza delicatezza.
la mia schiena è bloccata dalle sue mani, non l’ho visto ma sono sicuro che è abbastanza robusto e pesante da non permettermi resistenza… e io non voglio farne.
è meccanico nella sua scopata, il suo uccello sembra scorrere su di un unico binario e mi trivella percorrendo incessantemente lo stesso sentiero e spingendosi più avanti ad ogni colpo. un metronomo a forma di fallo che scandisce il tempo rintoccando nel mio retto e propagandosi in tutti i miei muscoli.
non ho sentito chiudere la porta, ne sono certo, sono sicuro che sulla soglia e nel corridoio ci sia qualcuno che sta guardando e ammirando la nostra scopata. l’esibizionismo esalta la mia eccitazione e con le dita mi allargo il buco per farmi aprire ancora di più… stiamo dando spettacolo e voglio che tutti vedano che razza di troia sono.
“siiiiiiiiiiiiiiii!”
lo sento contrarsi e contoncersi dentro di me
“sìììììììììììììììììììììììììììììì!”
non si può spiegare quella sensazione calda e umida, non si può descrivere cosa si prova quando un maschio ti esplode dentro e ti farcisce con il suo brodo, non ci sono parole per comunicare quella pienezza morbida che giunge dopo ever accolto un verro rovente e brutale.
ha estratto il cazzo e se n’è andato… così, rapidamente, ma dopo nemmeno 10 secondi ho sentito nuovamente qualcuno salire sul materassino e sistemarsi dietro di me.
qualcuno (un nuovo mistero! chi è? com’è?) appoggia la cappella sul mio culino ancora umido e spinge piano il suo uccello dentro.
solo l’affondo è lento, quasi delicato, perché appena sento le sue palle sbattermi sulle chiappe inizia a fottermi velocemente come il suo predecessore.
il ritmo è lo stesso ma lo stile è diverso.
dal tatto capisco che quest’uomo non si è spogliato, ha solo tirato fuori l’uccello e sento la tela grezza sei suoi pantaloni che mi sfrega le cosce seguendo i movimenti del suo bacino. infila il cazzo dentro di me e muove il corpo in orbite ellittiche che mi dilatano e mi regalano intensi spasmi di soddisfazione. rapido e dinamico mi fotte con insistenza… quasi con disperazione.
il rumore della sua fava che pistona la sborra che ho dentro renderebbe tutto quasi ridicolo… ma i suoi sospiri si fondono ai miei e al mormorio che c’è nel corridoio.
sborra… sborra… voglio ancora sborra, stringo le natiche scatto all’indietro con i fianchi assecondando i suoi assalti.
“aaaaaaaah!”
ancora una volta è un gemito a testimoniare il suo orgasmo… e ancora una volta la sua esplosione mi riempie il culo e la testa allo stesso modo.
il porco continua a fottermi mentre spruzza litri e litri… sento la crema debordarmi dal culo e grondarmi lungo le cosce.
“togliti”
una voce roca e scura arriva da un lato, non faccio in tempo a voltare la testa e vengo trafitto da un nuovo cazzone massiccio e curvo, largo e durissimo.
dopo due scopate così vigorose il mio buchetto accoglie senza problemi questo nuovo batacchio e lo sento approdare al centro esatto di tutti i miei sensi.
le sue mani mi prendono per i capelli… ma non è la violenza a motivare il suo gesto.
mentre lo sento assestarsi nel mio intestino un odore pungente raggiunge le mie narici, odore di piscio e di sudore, odore di sesso, e una cappella mi sfiora le labbra.
apro la bocca e lo lascio entrare, inarco il collo e accompagno l’ingresso di questo nuovo uccello nella mia gola.
uno davanti e uno dietro… i due maschi si muovono ritmicamente in un meccanismo perfetto in cui io vibro ed oscillo come un pendolo accogliendo i loro cazzi infoiati.
“che troia”
altre voci si uniscono al concerto di sussurri e di gemiti, sento altri passi entrare nel camerino, altri odori, altre vibrazioni.
quante mani mi stanno accarezzando la testa?
chi è che mi sta segando?
i due maschi proseguono imperterriti nei loro scavi e vengo sorpreso da uno schizzo bollente che mi raggiunge la schiena. qualcuno si è masturbato guardandoci scopare e mi ha omaggiato del suo godimento innaffiandomi.
lo schizzo scatena una reazione a catena: prima gode quello che ho in bocca che mi spinge la testa con le mani e prorompe in un “vengooo” un attimo prima di inondarmi il palato con una serie rapida e convulsa di schizzi, poi qualcun altro mi sborra in faccia mentre ancora sto deglutendo lo sperma… infine il mio trombatore assesta un paio di colpi particolarmente selvaggi e mi rovescia dentro tutto il suo vigore.
il mento umido e impiastricciato, la schiena, le natiche… sono uno sborratoio grondante… e ne voglio ancora.
sono stanco di questo buio forzato, mi libero della felpa sugli occhi e mi guardo intorno.
due uomini mi guardano preoccupati
“vai via?” domanda il primo
non rispondo e allungo una mano per accarezzargli l’inguine, l’altro si sbottona la camicia.
fuori dalla porta scorgo un gruppetto di guardoni, qualcuno spudoratamente con il cazzo in mano, ma i più si limitano ad osservarci e ad ansimare.
faccio sedere i due maschi ormai nudi, uno di fianco all’altro, e mi inginocchio fra le loro gambe.
quello a destra è più rotondetto, molto peloso, ha il cazzo lungo e appuntito e mi guarda malizioso mentre si accarezza il pizzetto, l’altro è più smilzo e più giovane, piuttosto fisicato, ha un grosso tatuaggio tribale sulla coscia e sembra depilato. e ha un bel cazzo affusolato come un missile.
simmetricamente allargo le braccia e prendo ad accarezzare le loro palle, alternando lunghi sguardi provocanti ora ad uno, ora all’altro.
ho scelto: il missile.
mi curvo sul cazzo depilato e lo ingollo con un solo boccone, lo sento riempirmi tutta la bocca nella sua virile maestosità mentre scappello l’uccello dell’orsetto.
immediatamente sento un sapore estraneo.
annuso profondamente e percepisco un profumo artificiale, appiccicoso, esageratamente dolce e fruttato. con ogni probabilità il fisicato si è impomatato il corpo (e quindi anche l’uccello) con una crema idratante profumata.
vomitevole.
dopo un paio di pompate alzo la testa, curvo la schiena e affondo il naso sui testicoli pelosissimi dell’altro.
questo si che è odore di maschio!
l’intimità di quella miscela di feromoni e traspirazione mi accende di libidine e concupiscenza e mi rassicura dopo il deludente assaggio precedente.
avvolgo i suoi enormi coglioni con la lingua umida, inspiro di nuovo e gli lucido l’asta del cazzo risalendo verso il glande. amo il suo odore, amo il suo ventre peloso, amo il suo sorriso imperfetto e il suo pizzetto scuro, amo la voglia che risplende nei suoi occhi.
la cappella è giù umida, decorata da qualche traccia gelatinosa e lucida… avidamente lecco via quella prelibatezza e mi godo il suo primo sussulto.
schiudo le labbra e risucchio tutto l’uccello.
mi alzo e mi abbasso lentamente sulla sua verga d’acciaio e con una mano gli accarezzo il vello incredibilmente morbido e riccio che gli impreziosisce la pancia, con l’altra mano stringo e scappello l’asta dell’altro che è durissima e pulsa all’impazzata reclamando soddisfazione.
non me la sento di leccare di nuovo quell’odore di profumeria, senza smettere di pompare il cazzo dell’orsetto mi alzo in piedi e mi ficco in bocca anche due dita dell’altro che capisce al volo, si sposta dietro di me e inizia a sditalinarmi.
sincronizzo subito le pompate con il movimento delle dita dentro di me in un’immagine speculare e perversa, quello davanti mi afferra la testa saldamente e mi spinge il cazzo in gola simulando un coito, dietro le dita sono diventate 3 e non si fermano nemmeno per un secondo.
“sei pieno di sborra” dice il depilato.
alzo gli occhi e vedo sulla porta un signore sulla 50ina che si mena vigorosamente l’uccello senza staccarmi gli occhi di dosso.
volto indietro la testa e sussurro imperativo: “scopami”
rilasso completamente le labbra umide e le appoggio sulla cima della cappella dell’orsetto e mi predispongo ad assecondare la penetrazione.
il siluro fende le mie carni e mi sventra facendo schizzare e colare un po’ di sperma ormai freddo, entra per metà poi retrocede, si ferma… e di nuovo dentro ma più a fondo… ancora indietro pochi centimetri… e via a sfondarmi ancora. come un limone spremuto non smetto di grondare sborra dal sedere.
godo in culo e godo in bocca in un asse unico di piacere e di estasi che mi fa inarcare la schiena come un cavallo imbizzarrito.
l’orsetto è al culmine “non fermarti, non fermarti” rantola.
pompo vigorosamente fino a che non lo sento sbrodare e mi blocca la testa in una morsa d’acciaio mentre continua ad ondeggiare il bacino, fottendomi e schizzandomi tutto in bocca. tanta, tantissima sborra salata e dal sapore ferino, selvaggio. il fisicato non è ancora venuto e cambia posizione appoggiandosi al bordo del lettino ed invitandomi a sedermi su di lui; gli volto le spalle e faccio cenno al 50enne di avvicinarsi “ti piace?” domando.
rispondono entrambi con un grugnito.
bloccato in un fermo immagine liquido e mielato mi trovo fra due uomini arrapati e fradici di sudore. il loro desiderio è tangibile: lo sento sul palato appiccicoso, sulla pelle madida e brillante, nelle narici soffocate dai nostri odori e nelle orecchie incantate dall’ipnotico fruscio dei nostri movimenti… ma soprattutto… mi riempie gli occhi.
mi desiderano e risplendono del mio stesso desiderio… mi sento seducente, provocante, bellissimo, sono un prodigio della natura.
mi siedo sul cazzone affusolato in un movimento fluido ma deciso e mi impalo fino alla sua radice, protendo le braccia in avanti e faccio avvicinare l’altro che non ha mai smesso di masturbarsi. allungo il collo ed estraggo la lingua… morbidamente avvolgo la sua grossa cappella in una sorta di bacio bagnato e aggraziato, rotondo, setoso e arrendevole, ingoio tutto il cazzo in una lunga scena al rallentatore in cui anche le gocce di sudore scivolano via più lentamente e sembrano disegnarci intorno magnifici arabeschi scintillanti.
per quanto tutti i pompini si possano ridurre, alla fine, alla medesima azione, trovo misteriosa e affascinante l’infinita serie di variabili che rendono UNICO ogni uccello che accolgo in bocca.
mi alzo e mi abbasso flettendo le ginocchia lentamente e lentamente mi penetro con questo grosso dildo di carne calda ma il 50enne è già fin troppo carico e dalle espressioni del suo viso sembra che abbia vinto alla lotteria… probabilmente è la prima volta che prende parte ad un sogno erotico e porco come questo; mi scopa in gola tumultuoso e irrequieto, mormora parole sconnesse che vibrano e fendono l’aria come un rosario, trema come un indemoniato, rotea gli occhi
“aaaaaaaah aaaaaaaaaaaaaaaaah!”
come un licantropo lo sento gridare e immediatamente la mia bocca si riempie di seme incandescente e particolarmente liquido… una piena travolgente che mi costringe a deglutire più volte mentre la sua cappella continua a spruzzare il suo brodo fumante innaffiandomi la gola quasi fino a soffocarmi.
tira fuori il cazzo e me lo sbatte sulle guance, sulla fronte, la sua sborra disegna sul mio viso una maschera tribale involontaria.
non smetto di impalarmi nemmeno per un istante… non rallento e non accelero… neanche l’impalatore interferisce nella mia particolare danza del ventre, nemmeno quando si avvicinano 3 bei ragazzotti sulla 30ina.
sembrano fotocopie dello stesso soggetto: massicci, rasati, camicia senza maniche a quadrettoni e jeans stretti. hanno tutti il cazzo in mano e lo puntano verso di me
“apri bene la bocca” dice il più basso mentre gli altri due annuiscono. fletto il busto in avanti e spalanco le labbra e sento qualche goccia di sperma scivolarmi lungo il mento.
è proprio quello più basso ad esplodermi addosso per primo. i suoi primi schizzi si spargono sul mio torace e sul collo, poi aggiusta la mira e qualche fiotto mi colpisce la lingua; non ho ancora finito di ingoiarlo che vedo quello di fianco contrarre gli addominali e irrigidire i muscoli delle cosce. gli offro il mio volto e chiudo gli occhi, i suoi spruzzi mi piovono addosso caldi e abbondanti, mi arrivano in bocca e si mischiano alle tante sborrate che ho già assaporato… prima di deglutire faccio roteare la lingua dentro alle guance ed assaporo per qualche istante questa nuova essenza, puro distillato di maschio.
sono eccitatissimo e stringo il culo in rapide frizioni concentriche che imprigionano e rilasciano l’uccellone del fisicato che adesso muove i lombi penetrandomi con forza rinnovata “ti spacco il culo troia” bisbiglia
l’ultimo del trio eiacula senza preavviso, senza rumore, ma dimostra subito di possedere il getto più potente.
il primo fiotto mi arriva sui capelli e raggiunge la spalla del mio scopatore, gli altri si spargono sulle mie labbra e sulla mia lingua che ormai gronda sborra da ogni angolo.
tutti e tre si avvicinano e mi offrono le loro verghe ancora gocciolanti da leccare, come impazzito mi muovo sulle loro cappelle e sulle aste ancora rigide e sento che anche l’uomo dentro di me sta per raggiungere l’orgasmo.
sono certo che a questo punto quello sgradevole odore di crema profumata sia svanito e lo vorrei tanto succhiare… ma non posso interrompere la sua cavalcata proprio adesso che sembra sul punto di esplodere.
“siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii”
mentre ancora slinguo i 3 cazzi sporchi di crema deliziosa avverto chiaramente il mio retto riempirsi di nuovo di sborra e mi abbandono completamente al doppio piacere di essere una gran troia e di mettere delle mastodontiche corna in testa a quel bastardo di Luca.
i 3 ragazzotti si riabbottonano i pantaloni e se ne vanno… io devo completare l’opera, faccio uscire l’uccello che ho dentro e mi chino a leccarlo sotto gli occhi allibiti di altri spettatori ancora assiepati davanti alla porta del bugigattolo. come prevedevo non c’è più la benché minima traccia di profumo, anzi, l’afrore congiunto delle mie profondità e delle tante schizzate subite è quanto di più umano e naturale si possa immaginare… e lo lecco carico di bramosia e di gratitudine per l’eccellente servizio svolto.
resto solo nel camerino, mi offro arrogante allo sguardo lascivo di tutti i guardoni e di tutti i segaioli, non tento nemmeno di ripulirmi la faccia, li guardo e basta.
lo vedo aprirsi un varco fra quella piccola folla di mammiferi sudati e arrapati quasi senza toccarli. emana un’energia vitale che va ben oltre la possenza del suo torace e al gonfiore dei suoi muscoli e i suoi occhi scuri mi fissano intensamente trascinandomi in un abisso, sospeso fra stupore, vergogna ed ardore; prima di entrare e chiudersi la porta alle spalle lancia a tutti uno sguardo che dissolve in un soffio l’assiepamento.
non so davvero cosa aspettarmi… ma devo dirgli qualcosa “Tommy… io…” tento di iniziare ma lui mi azzittisce con un gesto brusco della mano “zitto”.
conosco Tommaso da tanti anni, ci siamo incontrati al matrimonio di Irene, sua cugina e mia grande amica d’infanzia, e ci siamo rimasti simpatici da subito. da allora siamo sempre stati in contatto e ci vediamo ogni tanto per una cena, una bevuta, una partita a calcetto o cose del genere… non un vero amico ma di certo un conoscente piuttosto piacevole ed affettuoso. con lui non ho mai fatto mistero della mia sessualità e nel corso degli anni non c’è mai stato nulla tra di noi, nemmeno prima che mi accasassi con Luca. di lui so che che gioca male in difesa, che è fissato con la palestra e con i cavalli, che non mangia il maiale e i crostacei e che ogni tanto lavora come buttafuori in qualche locale notturno.
e che è etero.
Tommy si avvicina senza quasi battere le ciglia
“sono anni che sogno questo momento” dice mentre con le mani mi spinge le spalle verso il basso obbligandomi a mettermi in ginocchio.
una nuova vampata di desiderio e di turbamento ormonale risveglia tutte le mie cellule e questa svolta inaspettata si trasforma in piccoli brividi che guizzano lungo la mia schiena.
rapidamente si abbassa i pantaloni e i boxer ed estrae un bel cazzo lungo e circonciso, ancora barzotto.
prima di offrirlo alla mia lingua me lo passa sulle palpebre, sulle gote, sotto al naso… ovunque ci siano ancora tracce di sborra fresca. lecco e ripulisco quell’uccello dai mille sapori… ad ogni leccata lo sento gonfiare e irrigidirsi, quando passo sotto al glande freme.
lo spinge fra le mie labbra e abbasso la lingua per facilitarne l’ingresso.
Tommy mi prende per i capelli e mi affonda in cazzo in gola, schiacciandomi il viso sul suo pube.
“puliscilo bene” mi intima gemendo.
aspiro e risucchio il suo uccello che ormai è duro e massiccio e tiro via tutta la sborra che ha raccolto.
la mia testa segue l’imposizione delle sue mani e lascio che mi scopi in bocca come cazzo vuole, rilascio i muscoli del collo e assecondo ogni spinta ed ogni affondo, senza mai smettere di aspirare e di mulinare la lingua.
“ho sempre saputo che Luca ti tradiva, era l’ora che ti dessi un po’ da fare anche tu” fra un gemito e l’altro Tommaso mi fa capire che sa quello che sto facendo… e ne vuole approfittare “bevi tutto… bevi” senza smettere di pomparmi il suo bel minchione fra le labbra inizia a rovesciarmi in gola tutto il suo succo amabile e denso.
lecco e ingoio ubriacato dalla quantità di sperma che ho ingerito in poche ore e dalla quantità di limiti che ho superato e infranto in una sola serata.
Tommy non ha fretta e mi lascia tutto il tempo per accertarmi di aver leccato via anche l’ultimissima goccia e di avergli pulito e lucidato di saliva tutta l’asta; continua a gemere ruotando il collo fino a che mi porge delle salviette e mi indica di pulirmi la faccia.
“vieni, andiamo a bere qualcosa…”
mi rivesto e mi sistemo come posso, tento in qualche modo di sistemarmi i capelli appiccicati di sperma.
“andiamo” rispondo “ma dopo voglio fare un altro giro, fino ad ora l’ho fatto per vendetta, adesso voglio rifarlo perché mi piace”
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