Una storia sfasata
Episodio 1 ā IL PRIMO INCONTRO
Il caldo dellāestate che avanza spietata, un filo di sudore, lāorologio lento, quasi immobile.
Alle dieci, ha detto. Ancora manca mezzora. Maledetta abitudine che ho di anticipare sempre.
E dire che non ci volevo venire, che questa storia volevo chiuderla prima che cominciasse. Siamo sposati tutti e due, cazzoā Come si fa, come si faā
Ieri nellāultima mail glielo avevo pure scritto: lasciamo perdereā
Ma poi lei ha insistito perentoria, ha mandato un messaggio che era un comando, quando vuole una cosa la ottieneā
Ha ottenuto infatti che venissi qui, in questa specie di parcheggio assolato e desertoā verrĆ alle dieci ha dettoā
Cammino sotto il sole, guardo lāentrata, nessuno.
Sono al bivio, sono allāentrata del paradiso e dellāinferno.
Entra una macchina rossa fuoco, il rosso della passione.
Che sia lei? Deve essere lei.
Affianca la mia macchina, vedo i suoi capelli neri che un soffio provvidenziale di vento accarezza impertinente.
Scende, sorride.
Eā piccola, magra, esile.
Eā bellissima.
Ha un vestito sul marroneā strano colore, lāho sempre associato a pensieri scatologici ed escretoriā da quel giorno per me è il colore dellāeros.
La guardo negli occhi. Sorride, salta sulla mia macchina.
Ci diciamo poche scontate ovvie cose su come ci siamo conosciuti venti giorni prima in chat, su come ci siamo piaciuti subito, sulle nostre mail incredibilmente innamorate subitoā
E improvvisamente, non so chi comincia per primo fra i due, ci avviciniamo, ci guardiamo negli occhi e ci baciamo.
Le labbra calde, umide, il profumo del paradiso dal suo corpo, la lingua che entra fra i denti ed esplora ogni anfratto del palato, le mani avide e trattenute dal timore di sbagliare, di offendere, di esagerare.
Attimi.
Corpi che iniziano a bruciare, a cercarsi, a scoprirsi; e nella carne scoprono lāanima, carne della carne e spirito dello spirito.
Poi dopo un bacio lunghissimo più degli altri, gli occhi che si guardano smarriti e felici.
āBenvenuta, Flyā. āBenvenuto, Hunterā.
Ci chiamiamo con i nick che ci hanno fatti conoscere, ridiamo di questo.
Ora nel terzo millennio ci si conosce cosƬ, alla tastiera di un pc, davanti a un gelido schermo: batti un dito, fai un clic e voli nellāinfinito in cerca di stelle e pianeti da esplorare. Noi fra mille asteroidi sperduti, fra comete sfilacciate e satelliti vaganti ci siamo trovati.
Ci stringiamo le mani ora, forte, dito su dito, ogni dito a palpare il dito dellāaltro, come a riconoscere lāimpronta digitale o a prenderla, a stamparla in sĆ©. Pollice e pollice, indice e indice, medio e medio, anulare e anulare, persino il mignolo che non vuole essere meno erotico dei fratelli più grandi.
Lei mi porge i polsi da baciare: è la sua eccitazione maggiore, me lo ha pure scritto. E io imprimo le labbra e la lingua su quel polso esile: è la manetta con cui la voglio incatenare a me.
Sono gonfio di desiderio ormai. Lei lo capisce e sorride, orgogliosa ed eccitata.
Improvviso squilla il cellulare di lei.
āScusaā dice, ricomponendosi. Avvicina il telefonino allāorecchio (le guardo lāorecchio, fine, bellissimo): poche parole a voce bassa, ancora rossa in viso. āEra luiā, dice, ādevo andare oraā Ma primaā.
Un nuovo bacio infinito, oceano di passione, tormenta di sensi alla scoperta di se stessi e dellāaltro.
āCi vediamo presto, è stato bello conoscertiā āCi scriviamo oggi stesso, devo dirti cosa ho provatoā.
Salta leggera sulla macchina rossa. Mette in moto, sorride ancora, mi saluta con la sinistra alzata dal volante, corre via come corre via il sogno più bello che hai fatto prima del risveglio, quello ā dicono gli antichi ā più profetico e reale di tutti.
Resto solo. Sento nelle labbra, nel corpo, nelle mani, il profumo forte della pelle di lei. Sono eccitato come non mi era forse mai capitato.
Anche io guardo il cellulare: dieci messaggi. Il mondo, la famiglia, la routine reclamano i loro diritti. Me ne vado anchāio, a casa.
Appena arrivato corro in bagno come se si scappasse, per togliermi lāodore di lei che mi pervade la pelle. Sorrido.
Eā stato solo lāinizio. Cāè tanto da dire, tanto da dare, tanto da fare.
āIo sono qui. Quello che deve essere, sia pureā.
EPISODIO 2 ā FLY A CASA
Rientrata a casa sento lāeuforia annebbiarmi i sensi: aleggia nellāaria un sogno che è realtĆ finalmente.
Consapevole del mio charme, di aver lasciato un solco nella sua anima, mi dirigo fiera verso il bagno. Devo coccolarmi ancora, bagnare ancora di piacere il mio corpo caldo di eccitazione
Il pensiero di lui mi invade completamente. Accendo diverse candele profumate, le sistemoa sul bordo della vasca, spengo le luci ed ogni contatto con il mondo reale.
Ci siamo io ed Hunter in quella vasca celeste: il ricordo delle sue mani, il suo profumo, la sua lingua.
Mi spoglio, Fly si spoglia davanti allo specchio. Vanitosa, narcisista, mi compiaccio del mio corpo esile, delle mie curve accennate, dei seni piccoli ma sodi, dei glutei ancora degni di sguardi compiacenti.
Mi lascio scivolare nellāacqua appena tiepida. E le mani lentamente si adagiano tra le gambe per riaccendere quel piacere appena lasciato. Inizio ad esplorare il mio intimo, delicatamente, lasciando giungere un orgasmo desiderato da tempo. Una sensazione di libertĆ , di felicitĆ . Le mani umide del mio piacere dentro di me.
Faccio fatica ad uscire da me stessa. Hunter è il mio cacciatore, è lāuomo che aspettao da sempre.
Esco dalla vasca, mi dirigo verso il PC .
Apro la posta elettronica in attesa di un suo messaggio. Cāè. Brevi, intense parole. Sono felice.
Voglio, devo rivederlo.
EPISODIO 3 ā LA TELEFONATA
Oggi non ci possiamo vedere, sono in crisi dāastinenza. Lei fra i piedi ogni istante, mia figlia che gioca davanti a me, non ho privacy. Ma ecco, escono! Vanno a spasso, a fare commissioni, in giro, via!
Afferro il telefonino, compongo il numero, ansia enormeā ho sempre paura che non sia il momento giusto, che non possa rispondere, peggio che risponda suo maritoā e che direi allora? Potrei fare un buffo accento del nord per fingere di aver sbagliato numeroā
Basta, chiamo. Uno, due, tre squilli. Niente. Cazzo, cazzo dāun cazzoā e ora? Meno male che ho messo la chiamata anonima, se lui vedesse la chiamata non risalirebbe a meā Mi sento Ulisse che nega la sua identitĆ , mi sento Nessuno, sono Nessuno forseā
Il telefonino squilla imperioso. Eā lei.
āCiao, scusa non avevo sentitoā
āCiaoā ho voluto provareā mi mancaviā.
āAnche tu mi manchiā Hai fatto beneā
Un attimo di silenzio. Pensiamo tutti e due, ci annusiamo a distanza.
āSei vestita?ā
āCertoā beh non troppo veramente, fa caldoā maglietta e pantsā
āIo parlo al telefono solo con le donne nudeā, dico ridendo.
Lei ridacchiaā āAspettaā, dice.
Sento fruscii di abiti che volano via. Mi spoglio anche io, frenetico, mi butto sul lettoā il membro torreggia, Torre senza un gemelloā
āSono nudaā
āCosƬ devi essere sempre per meā nuda dentro e fuoriā toccatiā
āDove?ā
āI seniā prendili in mano, pesali, strizza i capezzoli lentamente, girali, attorciglialiā
Sento che lei lo fa davvero, sento il suo ansare che cresceā
āCazzo, mi fai eccitareā sono giĆ bagnataā e tu che dovresti fare? Ti smanetti per me?ā
Giusto, ci sta. Impugno la torre non gemella, la scappello più che posso, pianto un dito nelle palleā
āCi sto lavorandoā tu intanto scendi nella ztlā
Zona a traffico limitato, lāabbiamo chiamata scherzandoā A casa scopiamo poco e nienteā cāè tanto da recuperare, tante auto da fare entrare, scooter, biciclette, tuttoā
āSono alla ficaā, dice senza giri di parole.
āEsplorala per me, dentro dentro dentroā, dico eccitato.
Siamo allo spasmo, entrambi. Non è solo il toccarsi, è il farlo cosƬ, lāuno per volontĆ dellāaltra, lāuna pensando che lāaltro lo sta facendo pureā Due corpi che si infiammano a distanza e che pensano frementi a quando questa cosa la faranno insiemeā
Io non resisto, sto durando troppo poco, ma lei è irresistibileā
Lei ansima sempre più, gridolini di piacereā
Lo sperma caldo esplode come un vulcano quiescenteā riesco a impedire che macchi tuttoā non posso permetterloā la mano biancaā
Lei ridacchia di nuovo: āFuoco alle polveri?ā.
āPulvis et umbra sumusā, ripeto scherzandoā āE tu? Sei venuta?ā
āSono venuta e non me ne vado piùā
āMi fai impazzireā
āSono giĆ pazzaā
āVediamoci prestoā ma dove?ā
āSƬ, prestoāti mando una mailā ora devo chiudere, i miei figli tornano dal campus fra pocoā scusaā
āGrazie di tuttoā
āGrazie a teāesperienza da ripetereā
Chiude.
E io penso: da ripetere eccome, ma dal vivoā
Ci penseremo tutta la notte, lo soā Destino, quello di dormire pocoā di chiudere gli occhi e vederla nudaā Voglio chiudere gli occhi e sognarla fino allāultimo istante del mio respiro.
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