Tutto cominciò da una semplice mail”
Ciao,
volevo farti i complimenti per i tuoi racconti. Scrivi molto bene e mi sono immedesimata tantissimo nelle protagoniste femminili.
Continuerò a leggerti.
A presto
Lara
—
Ciao Lara,
Grazie per i tuoi complimenti! Fa sempre piacere ricevere una mail da parte di una donna. Forse perché hai maggiormente la sensazione che i complimenti siano del tutto spontanei.
Comunque sono contenta che mi leggi. Spero di pubblicare ancora qualcosa che ti piaccia.
Se anche tu hai scritto qualcosa mi dai il tuo pseudonimo?
Ah! Bel nome Lara. Davvero molto carino.
Ciao
S.
—
No, non sono una scrittrice. Sono un’assidua lettrice però.
Di solito leggo i racconti durante i momenti morti al lavoro. Mi piacerebbe scrivere. Anzi, ci ho anche provato, ma poi arrivo ad un certo punto e non riesco più ad andare avanti. Costruisco la storia e poi mi accorgo che quando si arriva alla scena di sesso mi blocco. Non riesco a trascrivere quelle scene, anche se le vedo nella mia mente. Ho provato anche a scrivere un racconto con un autore, uno di quelli scritti a quattro mani; niente da fare. Ho rinunciato; forse scrivere non fa per me.
Grazie per i complimenti sul mio nome. Sì, piace anche a me. Anche se nel periodo in cui andava di moda Tomb Raider, sai che tortura! Anche perché io sono piuttosto esile, ma madre natura mi ha dato una quarta abbondante di seno con cui ho litigato tutta la vita. Le ho sempre trovate troppo ingombranti; da ragazzina non potevo correre che mi facevano male ed ora non posso mettere tutte le magliette che vorrei. Uno, perché mi stanno male e due perché lo sguardo degli uomini che inevitabilmente cade lì mi mette in imbarazzo.
Ed inoltre vorrei proprio vederle tutte quelle donne raccontate nelle storie su iomilu che con una quarta naturale sfidano la legge di gravità. Sembra che tutte le donne dei racconti ce le abbiano dritte e sode. Mah!
Ti ho raccontato un po’ di me. Dimmi un po’ di te se ti va.
Lara
—
Ciao Lara!
ma come!!! Migliaia di donne che spendono una fortuna per avere un seno come il tuo e tu invece lo rinneghi?!?
Ok’scherzo! Onguno si dove sentire bene con il proprio corpo ed è un peccato quando qualche parte ci fa sentire a disagio.
Ma dovresti farne un’arma seduttiva, anziché nasconderlo!
Che dire di me?
Nulla di così sconvolgente.
Abito in Piemonte, un lavoro normalissimo in un’azienda della zona, convivo con il mio compagno già da 7 anni e non abbiamo ancora pargoletti.
Quindi una vita normale.
Dimmi quali racconti ti piacciono di più?
A presto
Silvia
—
Mi piace ricevere le tue mail.
Anche la mia è una vita tranquilla ed un po’ noiosetta a dire il vero. Sono sposata da 4 anni; mi sono sposata a 29 anni’.e anche noi ancora non abbiamo figli, ma pensiamo che ormai sia giunto il tempo di avere un esserino che gattona per casa. Io sono del veneto ed anche io faccio un lavoro normale, impiegata.
Un po’ le nostre vite si somigliano.
Per il seno come arma seduttiva’.tu non sai quanto io sia timida!
Non riuscirei mai a mettermi in mostra, ad esibirmi in un qualsiasi modo. Sai, a volte leggo i racconti sul sito e cerco di immedesimarmi in quelle donne che si vestono in modo molto eccitante ed escono così, con l’intento di farsi notare, per sentire gli occhi degli uomini che ti squadrano al tuo passaggio. Mi piacerebbe ed ogni tanto mi sono ritrovata a comprare gonne corte che non ho mai avuto il coraggio di indossare o top che rimangono nell’armadio praticamente nuovi. Mio marito mi sprona ogni tanto ad indossarli, ma quando mi guardo allo specchio mi metto a ridere e me li tolgo. E’ come se vedessi allo specchio qualcuno che non sono io.
Però invidio le donne che ce la fanno.
Forse è anche per questo che leggo i racconti. Magari cerco lì un coraggio che non ho.
I racconti che mi piacciono di più?
Di solito sono quelli in cui c’è un crescendo di emozioni, dove c’è un percorso’non so come spiegarlo.
Escludo di solito quelli sull’incesto perchè non è il mio genere; curioso su quelli gay perché ogni tanto solo molto eccitanti e spesso vado a finire su quelli di dominazione.
E a te? Cosa ti piace?
Spero di sentirti presto.
—
Eccomi Lara!
Sono in ufficio. Nessuna voglia di lavorare. Ho letto adesso un racconto I’am a slave for you…mi è piaciuto.
Anche io giro tra i racconti in modo casuale, e spesso mi ritrovo anche io in quelli di dominazione; spesso mi ritrovo a scrivere anche dei racconti con quella atmosfera, ma mi piacciono da morire anche quelli cuckold; non c’è questa categoria sul sito. Dovremmo chiedere a Rupescissa di introdurla. Mi piace la tensione che nasce quando c’è un tradimento rivelato.
Ogni tanto lo faccio con il mio compagno. Mi invento un tradimento, che può essere davvero reale e lo stuzzico.
Lui, ogni volta, non sa se io stia scherzando o inventando o se quella volta sia vero.
Adoro stuzzicarlo così. Mi piace vederlo soffrire ed arrabbiarsi un po’; rabbia che poi scaturisce in un incontro/scontro a letto piuttosto movimentato.
Cattivella vero?
—
Sì, cattivella, ma intrigante!
Mi piacerebbe essere così intraprendente. Così sfrontata.
Io e mio marito siamo stati fidanzati 5 anni prima di sposarci. Praticamente una vita insieme. Il nostro sesso è ‘come dire’piacevole’ma non esaltante. Mi ricordo l’inizio, ricordo quella passione, la voglia di toccarmi che sentivo scaturire dai suoi gesti, i suoi occhi che sembravano affamati di me. Mi piaceva. Mi faceva sentire desiderata, bellissima. Adesso è sempre comunque bello, ma molto piatto. Non so’è ripetitivo. Di solito lo facciamo durante il fine settimana, anche perché durante la settimana’rientri dal lavoro stanca morta, prepari la cena, pulisci e poi chi ha più voglia.
Alcune volte torno a casa, dopo aver letto tutti quei racconti sul sito, che sono eccitatissima, ma la routine della casa poi mi smonta e va a finire che andiamo a letto e dormiamo.
Oddio! Non so nemmeno perché ti stia raccontando tutto questo. Scusami. Forse oggi ho solo voglia di sfogarmi.
—
Beh! Lara,
non ti devi mica scusare! Capita che nelle corrispondenze virtuali, e che sai rimarranno tali, ci si ritrovi a dire cose che altrimenti non avremmo il coraggio di dire. Questo tipo di mail sono sempre positive; ci danno modo di confrontarci con altre persone che sai non incontrerai mai e quindi essere sinceri e spontanei diventa molto più semplice.
Il rapporto che hai con tuo marito credo che sia assolutamente nella media. Quante coppie pensi si trovino nella stessa situazione? MOLTE!
Mi ci sono ritrovata anche io!
Ed un giorno ho detto basta!
Era un rapporto che non mi andava bene. Sentivo che volevo qualcosa di più o forse riprendermi quello che mi era venuto a mancare: la passione. E la causa, anzi la colpa era di entrambe. E così ho cambiato il mio modo di pormi nei suoi confronti e lui ha fatto altrettanto.
Se non sei tu in prima persona a modificare qualcosa, come pensi il tuo rapporto possa cambiare?
Le coppie spesso perdono una cosa essenziale. Non comunicano più.
Parlano certo’di questo e di quello’ma questo non significa che comunichino.
I desideri, le emozioni cambiano con il trascorrere del tempo e, se nella coppia, manca la comunicazione, come fa l’altro a capire quelli che sono i tuoi desideri, le tue aspettative’.
Se non dessimo per scontate molte cose, le coppie funzionerebbero di più.
Perché dare modo ad un compagno di vita di cercare qualcosa al di fuori della coppia quando lo può benissimo avere da te?
E questo vale sia per le donne che per gli uomini.
Se sei entrata nel mondo dei racconti erotici è perché hai bisogno di nutrire la tua fantasia, di espanderla, di metterla in pratica.
Perché non ci provi?
Perché non lasci andare la tua fantasia e fai qualcosa?
—
Ciao Silvia,
le tue parole sono tutte vere ed hai perfettamente ragione!
Ma come si fa?!
Come si fa a rendere le fantasie reali?
Per stimolare il rapporto di coppia ho anche acquistato lingerie molto sexy ed una sera mi sono presentata vestita solo di autoreggenti nere ed un baby doll di pizzo molto sexy!!!
E’ stata una graditissima sorpresa e lui mi mangiava con gli occhi.
E’ stato davvero bello, ma poi abbiamo ripreso a farlo come sempre.
Come fai ad introdurre un cambiamento radicale in una coppia che si è stabilizzata con determinati ritmi e cerimoniali?
Non so’non vorrei che si trasformasse in una specie di farsa.
Ma tu come hai fatto?
—
Come ho fatto?
Penso che il primo passo sia stato decidere di cambiare.
Poi ho scritto un racconto erotico. L’ho lasciato aperto sul pc e gli ho detto: ‘Ho scritto un racconto erotico. Lo pubblico in rete’
Si è messo a ridere.
Era piuttosto incredulo.
Poi l’ho lasciato leggere e sono andata in un’altra stanza.
Lui mi ha detto solo : Bello! Sei brava a scrivere.
Ed io ho pensato: Beh! Tutto quiiiiiiiiiiiiii?!??!
Ma come? Io ho preso tutto il coraggio che avevo! ‘e ti assicuro che ci ho pensato su tante di quelle volte prima di farlo!
E sì perché comunque temevo un suo giudizio. Temevo che lui pensasse che stessi cercando qualcosa fuori dal nostro rapporto. Poteva interpretare il tutto in modo sbagliato, quindi avevo paura.
E dopo tutti i miei ripensamenti lui mi dice solo: Bello!!
Mi ero convinta di aver fatto un errore.
Poi a letto’.lui ha cominciato a chiedermi’ma davvero ti piacerebbe questo o quello? Perché non me lo hai mai detto?
E lì è iniziato il nostro cambiamento. Perché ho capito che in effetti non gli avevo mai detto veramente’.e dico proprio’dirglielo apertamente quello che mi piaceva ‘.cercavo di farglielo capire.
Quindi, come vedi Lara, è possibile. Dipende solo da te! O da lui! Ma siccome mi sembra che lui non prenda iniziative’perché non lo fai tu?
Ti va di fare una cosa per me?
Scrivi un racconto. Anche breve. Non da mostrare a tuo marito e nemmeno da pubblicare. Una cosa che rimarrà tra noi. Ti va?
—
Ciao Silvia,
scusa se non ti ho scritto prima. Ho riflettuto molto sulle tue parole e ci ho pensato su.
Sì, voglio provarci. Voglio provare a cambiare. Voglio provare a tirare fuori le mie fantasie e metterle in pratica, anche se ancora non so nemmeno esattamente quali siano.
Ho scritto, come mi hai chiesto, un piccolo racconto.
“Era la prima volta che si trovava in una grande città.
Veniva da un piccolo paese delle remote campagne umbre. Il colloquio di lavoro che doveva sostenere era una piccola fiammella di speranza per intraprendere una nuova vita. Questo significava lasciare la sua famiglia ed il suo fidanzato, ma dentro di lei sentiva che sarebbe stato come uscire da una gabbia che si stringeva con il passare degli anni. Aveva 25 anni e voleva vivere!
Trascorreva le ore in rete perché quel mondo era la cosa più vicina alla parola ‘Libertà’ che conosceva.
Leggeva notizie, partecipava a forum di discussione, aggiornava costantemente il suo blog, fatto di confessioni molto intime e ribellioni su problematiche sociali. Ma, quando spegneva il suo pc, si sentiva soffocare.
Ed ora si trovava a Roma. La grande città la sommergeva, la circondava con i suoi rumori, con i cartelloni pubblicitari e la gente che camminava veloce accanto a lei. Era stordita, ma felice. Respirava quell’aria fresca come se avesse un sapore diverso, eccitante, emozionante. I colori sembravano più nitidi ed ogni cosa le trasmetteva una emozione forte.
Aveva pernottato in una piccola ed economica pensione in periferia e, al mattino, era uscita presto per non far tardi al colloquio e godersi un po’ di quella meravigliosa città.
Si sentiva un po’ sperduta ed impaurita, ma questo non faceva che aumentare la tensione, l’emozione di essere sola in una grande metropoli.
Aveva indossato un abito leggero che le arrivava al ginocchio e sandali non troppo alti.
Non sapeva se fosse l’abbigliamento adeguato per un colloquio in una grande azienda, ma aveva cercato di essere sobria senza esagerare. Quando si guardò nello specchio vide una giovane donna che emanava energia da tutti i pori. La sua felicità era tangibile e si poteva quasi toccare.
Entrò nel grande palazzo moderno che ospitava la sede dell’azienda che l’aveva chiamata. Era in anticipo di 15 minuti. Tutto era perfetto e lei sentiva che sarebbe uscita di lì con quel lavoro.
Ma la sfortuna era in agguato.
Prese l’ascensore proprio mentre un uomo distinto stava entrando. Quando le porte si chiusero sentì l’oppressione di stare in un luogo così angusto con una persona sconosciuta. Le sembrava che lo spazio fosse troppo poco per due persone. Una sensazione strana, mai provata. Era infastidita.
L’uomo invece sembrava essere completamente a suo agio. In abito blu con la camicia chiara e la cravatta in tono, aveva il viso di quello che nella sua immaginazione doveva essere un capo.
‘Magari è con lui che devo fare il colloquio’ pensò mentre scrutava la fossetta intorno alle labbra carnose che rendevano il viso quasi sorridente. Gli occhi scuri, molto scuri erano profondi ed espressivi. I capelli leggermente brizzolati.
Guardava verso la porta e poi i numeri che s’illuminavano, scandendo la lenta salita dell’ascensore.
Si voltò solo per un attimo verso la donna, abbozzando un sorriso, quasi a dire ‘Tra poco siamo arrivati, non ti preoccupare’
Esattamente in quell’istante Chiara sentì uno scossone leggero e si guardò intorno per capire cosa fosse successo.
‘Ma no!! Di nuovo!! Accidenti a sto ascensore!! è la seconda volta in sei mesi!! Ma perché cavolo non lo fanno riparare una volta per tutte!!!’ l’uomo sospirò, visibilmente scocciato dall’imprevisto
‘Io ho un colloquio presso la ”. Tra 15 minuti! Di solito riparte subito, vero?’ lo guardò con la speranza di sentire una risposta positiva ed un nodo in gola.
‘Di solito ci vuole un po’ di più. L’ultima volta è stato bloccato per un ora. Guasto elettrico dicevano! Ma porca miseria! Io ho un appuntamento tra mezz’ora!!’ alzò leggermente la voce mentre riponeva a terra la valigetta 24 ore.
Magari stavolta ci mettono di meno ‘ pensò Chiara. Non voleva arrivare tardi al colloquio, anche se non dipendeva da lei il ritardo.
‘Non sei di Roma,vero?’ chiese l’uomo più per fare conversazione che per vero interesse
‘No, vengo dall’Umbria’ ‘ non gli dico il paese perché tanto chi lo conosce ‘ pensò tra se ‘Sono qui solo per il colloquio. Riparto questa sera’ disse sorridente mentre l’uomo la squadrò da capo a piedi.
Parlarono ancora un po’ del tempo e di Roma, di come la grande città le sarebbe piaciuta. Gli aveva mostrato la lettera di convocazione per il colloquio, orgogliosa di essere arrivata sin lì. Chiara sorrideva spesso. Era nella sua natura essere aperta e cordiale.
L’uomo le si avvicinò, stese il braccio verso la parete dell’ascensore e posizionò la mano accanto alla testa delle donna.
Chiara per un attimo non capì ‘ cosa vuole questo?
Sulla sinistra vedeva il braccio dell’uomo che le impediva la fuga e si rintanò nell’angolo dell’ascensore, trovando subito la parete a bloccarle i movimenti.
L’uomo si avvicinò per baciarla e lei cercò di divincolarsi.
‘Ma sei matto?! Cosa vuoi!? Guarda che urlo!’
Immediatamente sentì la mano dell’uomo stringersi sul suo collo.
‘Dai prova ad urlare. Dalla lettera ho visto il tuo indirizzo di casa, quindi non ti conviene. Posso trovarti quando voglio’
Gli occhi dell’uomo, che un attimo prima le erano sembrati allegri e cordiali, divennero duri e pericolosi.
L’uomo la baciò, forzando la lingua nella sua bocca. Sapeva di tabacco. Il suo dopobarba le entrava nelle narici. La mano intorno al collo stringeva piano e lei si trovò a tremare di paura.
Lui la trascinò con se sino all’altro lato dell’ascensore, andandosi ad appoggiare con la schiena alla parete.
La mano si staccò dal suo collo e la guardò fissa negli occhi ‘Spogliati!’
‘Ma!’ Chiara era sconcertata, impaurita, non sapeva come reagire a quella situazione inattesa ‘Ma ‘se l’ascensore riparte?!’
‘Non ti preoccupare. Fai come ti ho detto!’
Chiara abbassò lo sguardo e slacciò la cintura del vestito.
‘Guardami!’
Le bastò alzare gli occhi per incontrare lo sguardo duro dell’uomo. Avrebbe preferito non guardarlo. Si vergognava terribilmente. Si vergognava come mai in vita sua. Lui avrebbe potuto strapparle i vestiti di dosso ed invece la costringeva a farlo di sua volontà.
Non riuscì a trattenere le lacrime che sgorgarono impietose dai suoi occhi.
‘Ti prego. Non voglio!’
‘Non mi interessa un accidente di quello che vuoi tu. Voglio vederti nuda! Sbrigati!’
Il vestito cadde leggero sul pavimento sporco dell’ascensore e lei rimase con indosso gli slip bianchi ed il reggiseno dello stesso completo.
L’uomo la guardava sempre negli occhi, quasi non facesse caso al suo corpo.
‘Il reggiseno’
Chiara aprì il gancetto del reggiseno posto sul retro e lo sfilò piano, lasciandolo cadere a terra. All’altezza dell’inguine dell’uomo, il rigonfiamento era testimone dell’eccitamento che tale spettacolo produceva.
Il seno, molto grande per la sua corporatura snella, attirò l’attenzione dell’uomo. I suoi occhi si posarono sulle grandi aureole rosa chiaro
La donna, si trovò a seno scoperto ed esitò, sperando che l’uomo avrebbe desistito o comunque cercò di prendere tempo. L’ascensore poteva ripartire da un momento all’altro.
‘Vai avanti!’
Chiara chiuse gli occhi per un attimo, testimoniando la perdita di ogni speranza di essere in qualche modo salvata.
Guardò ancora l’uomo negli occhi, questa volta con una durezza che credeva di non avere, quasi con atteggiamento di sfida e si sfilò gli slip.
Rimase così ferma, attenta ad ogni suo sguardo.
‘Sei molto bella!’
‘Inginocchiati!’
Chiara non rispose. Continuava a fissarlo con odio. Con la testa fece cenno di no.
La mano dell’uomo fu fulminea. Non l’aveva nemmeno vista muoversi. Sentì solo il bruciore ed il dolore sulla guancia. Portò le mani sulla parte dolorante ed il suo sguardo da dura se ne andò con il dolore provato.
‘Ti ho detto di inginocchiarti!’ ordinò l’uomo.
Chiara, sempre con una mano sulla guancia quasi servisse a lenire il dolore, chiuse gli occhi e piegò le gambe sino a raggiungere il duro pavimento dell’ascensore.
‘Sbottonami i pantaloni!’
Con la mano si asciugò le lacrime ed iniziò ad armeggiare con la cintura dell’uomo, con i bottoni e poi con la cerniera.
Poteva vedere la tela dei pantaloni tesa dal membro dell’uomo che spingeva.
‘Avanti! Non sei una stupida! Sai cosa fare!’
Chiara rimase lì immobile, in ginocchio sul pavimento, di fronte a quello sconosciuto che ora aveva i pantaloni abbassati sino al ginocchio e di cui poteva vedere la forma del membro duro sotto gli slip bianchi.
Si ricordò quando da bambina si inginocchiava davanti al prete che le posava una mano sulla testa e le diceva le preghiere da recitare per espiare i suoi peccati.
Le sembrò una similitudine così sciocca che quasi scoppiò a ridere, al pensiero che quell’uomo ora le avrebbe messo una mano sul capo dicendole: Due Ave Maria ed un Padre Nostro figliola!
Ma quell’uomo aveva ben altre intenzioni e lei lo sapeva bene.
Abbassò gli slip dell’uomo, facendo uscire quel membro duro.
Rimase immobile davanti all’uomo. La sua volontà si rifiutava di fare quello che sapeva.
L’uomo la prese per i capelli e la tirò verso di lui.
‘Dai troia! Prendilo in bocca! Voglio sentirti succhiare come una vera puttana!’
‘Apri la bocca!’
La donna ubbidì. Si avvicinò a quell’asta dura e l’annusò come fanno i cani con qualcosa che non conoscono. Il profumo era di bagnoschiuma’alla mandorla pensò.
‘Apri la bocca!’ l’ordine venne sottolineato da una tirata di capelli che la fece urlare
‘Ahi!! Ho capito!! Ho capito!! Lasciami andare!!’
Chiara vide quella scena dall’esterno, come se fosse una spettatrice. Vide una donna nuda, inginocchiata sul pavimento di un ascensore, mentre un uomo con la mano infilata tra i suoi capelli le intimava di aprire la bocca per fargli un pompino.
Improvvisamente sentì, percepì che quella scena, era eccitante.
Aprì la bocca ed appoggiò le labbra sulla cappella dell’uomo quasi per assaggiarla. Vi fece scorrere la lingua morbidamente per gustare la durezza di quel cazzo. Lo prese in una mano e ne saggiò la consistenza, iniziando ad accarezzarlo piano.
‘Mhhhh! Sìììì! Continua così’
L’uomo aveva cominciato a rispondere al suo tocco morbido.
Usò la saliva per lubrificarlo bene per far scorrere meglio le labbra e la mano.
L’uomo aveva poggiato entrambe le mani sulla sua testa, dandole il ritmo. Quando tirava la testa verso di se lo faceva con una rabbia tale che Chiara più volte si trovò a provare un conato di vomito. Glielo spingeva in fondo alla gola e lei non riusciva a sottrarsi.
Non c’era più bisogno di forzarla. Sentiva il clitoride pulsare e gonfiarsi di desiderio. Sentiva la vagina bagnarsi e contrarsi.
‘Hai una bocca stupenda! Continua troia!’
Nessuno l’aveva mai chiamata così e lei si accorse che le piaceva. Le piaceva da morire. Succhiava quell’asta cercando di fare godere quell’uomo. Voleva sentirlo ansimare, voleva sentirsi una troia che fa un pompino ad uno sconosciuto.
‘Sììì. Succhiamelo! Brava! Adesso ti riempio la bocca!’
Quando Chiara lo sentì ansimare più profondamente capì che stava per venire.
‘Ohhhh sìììì vengo! Prendilo tutto!’
Chiara si ritrasse. Non gli piaceva proprio il sapore, ma l’uomo l’afferrò saldamente e le impedì di staccarsi dal suo cazzo duro.
‘Bevi! Troia!! Ingoia tutto!’
Chiara quasi soffocò quando gli schizzi di sperma raggiunsero la gola. Ne ingoiò una parte e cercò di sottrarsi.
‘Pulisci tutto con la lingua!’ ordinò di nuovo l’uomo afferrandola per i capelli.
Chiara ubbidì, frastornata da un miscuglio di emozioni. Eccitamento e repulsione. Desiderio e odio verso quell’uomo.
‘Rivestiti! Muoviti!’
Fece quanto gli veniva ordinato, quasi contenta di aver scampato un pericolo maggiore. L’uomo, dopo che si ricompose, le prese dolcemente il mento con la mano e le diede un candido bacio sulle labbra.
‘Dimmi! E voglio che tu sia completamente sincera. Cosa hai provato?!’
‘Odio. Perché mi ha costretta a farlo?’
‘Guardami negli occhi! Non hai provato nient’altro?!
Non ti è piaciuto nemmeno un po’?’
‘No! Sei un bastardo figlio di puttana!’
‘Verissimo! Eppure per un istante, nei tuoi occhi, ho visto qualcosa. Facciamo così. Questo è il mio biglietto da visita. A te la scelta. Puoi prendere il mio nome e denunciarmi, oppure, se avrai il lavoro, quando torni a Roma puoi chiamarmi. A te la scelta. Non facevo sul serio quando dicevo che vengo a casa tua’.forse’
Chiara non ebbe mai il coraggio di richiamare quell’uomo, ma si accorse che cercava negli uomini che incontrava i suoi occhi; quegli occhi che potevano trasformarsi in terribili quando volevano qualcosa.”
Dai!! Dimmi cosa ne pensi’ma non essere impietosa!
‘continua
Ho recentemente pubblicato un sito.
Se avete voglia di partecipare…..siete i benvenuti
Lara!
Mi è piaciuto il tuo racconto! se ti sei bloccata nello scriverlo’beh! Non si nota. Anche se potevi insistere un po’ di più sulla parte ‘calda’ del racconto.
Che dici? Lo pubblichiamo sul sito? Daiiii!!! Vediamo se ti scrive qualcuno!!
—
No! Per favore! Non mi sento pronta a ricevere le mail delle persone, leggere le loro critiche e commenti. Il racconto è nato di getto, sapendo proprio che non l’avrebbe letto nessuno se non tu. E già mi vergogno abbastanza con te!
Questa era una mia fantasia. Un giorno, mentre ero in ascensore con un tipo, mi sono trovata a fantasticare su di lui. Lo guardavo e pensavo a come sarebbe stato se l’ascensore si fosse fermato. Io e lui soli per un po’ di tempo. Magari poi non sarebbe comunque successo nulla, dato che la realtà è ben diversa dai racconti.
Però un pensierino ce l’avevo fatto. Forse ho calcato un po’ la mano nel racconto.
—
Vaaaaaaaaaaabeeneeeeeeeeeee!!
Non lo pubblichiamo! Però è un peccato! Lasciatelo dire!
La figura snella con il seno grande’beh! Ti sei descritta nel racconto, vero?
Mi mandi una tua foto?!
Dai! Così posso vedere con chi corrispondo!
Intanto, ti allego la mia.
—
Uhauu corpicino mica male che ti ritrovi. Sembri piuttosto alta’e quella linea? Frutto di ore in palestra?!? Sono un po’ invidiosa, però ti mando la mia. Lui’è Luca’il mio dolce maritino’e qui siamo in vacanza sul mar rosso’infatti si vede il color aragosta della mia pelle!
Ora scappo a preparare la cena. A presto!
—
Urka!! Complimenti davvero! Un gran bel seno! Sono io ad invidarti un po’! E poi comunque ti sta bene’daiiii!! Mi sa che mi hai presa in giro! Carino anche il tuo Lui!
Ma forse stavi meglio in topless!
Non ne hai una?
Ma non è che per caso hai MSN o ICQ così chiacchieriamo un po’ in diretta?
—
Ciao Silvia,
Sì, anche io ho MSN e posso installare di nuovo ICQ. A dire il vero è un po’ che non li uso. Di solito torno a casa tra le 6 e le 6,30 e poi preparo la cena. Luca torna verso le 8. Se ti va ci sentiamo verso le 7’se riesco ancora a farli funzionare.
A domani allora! Il mio nome è Gazzellanera
—
La chat’.
Lara?
Sììì ciaooo!! Ce l’hai fatta a trovarmi!
E’ stato facile! Come va?!
Bene! Che strano sentirti così in diretta! E poi avendo visto la tua foto! Mi sembra proprio di poterti vedere al pc’.mentre parliamo
Sì’fa sempre un po’ effetto! Così almeno è un po’ più diretto rispetto alle mail
Sì..sì! posso chiederti una cosa
Spara!
Perché mi hai chiesto una mia foto in topless. Mi ha stupita la richiesta.
Mhhhh’.
Mhhh cosa?
Non so come spiegarlo. Sì effettivamente è una richiesta un po’ strana! Scusa se ti ho messa in imbarazzo.
No..no’niente imbarazzo. Solo curiosità di sapere il motivo.
Beh! Non so’quando ho visto la tua foto ho avuto il desiderio di vedere il tuo seno nudo. Ti sembra stupido vero?
Mmmm non direi stupido’direi strano.
Sì capisco..è strano anche per me! Non so bene il perché. E’ solo che ho avuto questo pensiero e te l’ho detto.
Non ho foto in topless mi spiace.
Perché’me l’avresti mandata altrimenti?
Penso di sì! Perché no.
Beh! Sai ‘.ma non so se posso osare’.
Cosa?
Mi è successa una cosa strana. Ho visto il tuo seno ed ho desiderato baciarlo.
‘.Lara? Ci sei ancora? Sei caduta?!
Sì’sì’..cioè no! stavo riflettendo su quello che mi hai detto.
Lo so che è strano. Considera che io non ho mai avuto pulsioni saffiche. Non mi sono mai piaciute le donne. Aihmè! Dato che credo che i bisex hanno lo stupendo vantaggio di poter godere dei due sessi. Però..no ‘non mi era mai successo.
Strano’ora però devo andare ‘ci sentiamo domani magari!
Ok! Ciao!
Ciao!
—
Lara,
E’ da qualche giorno che non ci sentiamo .Ti scrivo questa mail perchè non voglio assolutamente pensare che tu ti sia offesa in qualche modo. Se non vuoi scrivermi più posso anche capirlo, ma almeno dimmi qualcosa.
—
Ciao Silvia,
no’non sono offesa. E’ che sono un po’ confusa. Sai quando ci siamo sentite in chat e tu mi hai detto che avevi desiderato baciare il mio seno ho sentito un fremito correre lungo la spina dorsale. Una sensazione di piacere improvviso che un po’ mi ha spaventata e così sono fuggita.
E poi non avevo più il coraggio di parlarti. Ma non per quello che mi avevi detto, ma per quello che avevo provato io.
Scusami non volevo.
E ci ho pensato e ripensato ed ho immaginato te che, stesa accanto a me, nuda mi baciavi un seno. Poi sabato scorso, mentre ero a letto con mio marito, gli ho preso la testa e l’ho avvicinata al mio capezzolo. Ho chiuso gli occhi immaginando che fossi tu, che ci fosse la tua bocca a succhiare il mio capezzolo e mi sono eccitata da morire.
Scusa per la mia assenza. Ma mi sono spaventata per queste nuove emozioni ed ancora mi sento strana. Mi sento un po’ sperduta.
Sentirsi desiderare da una donna e fantasticarci anche sopra ‘beh! è tutto dannatamente strano.
—
Ciao Lara
Ciao bella!
E’ bello ritrovarti qui. Pensavo che, dopo quello che ti avevo detto, non ti avrei + sentita
Hai letto la mia mail?
Sì..e mi ha fatto uno strano effetto. Non posso negare che mi abbia fatto piacere. Sapere che mi hai immaginata così e che ti sei eccitata nel farlo. Sono anche io un po’ stordita dalla situazione. Non so cosa pensare. Ma quello che sento mi piace.
Anche a me.
Faresti una cosa per me?
Sì
Ti fai una foto? Mi fai vedere il tuo seno?
Non so se posso. Non sono sicura di poterlo fare.
Vorrei davvero che tu lo facessi. Vorrei vederti nuda.
Vorrei vedere il tuo bellissimo corpo e sapere che quella foto l’hai fatta per me
Ci provo, ma non te lo prometto.
Sono sicura che puoi farlo. Adesso vado’..a domani!
Ciao’.buona serata!
—
Ho ricevuto oggi la tua foto! Grazie!! Sei davvero molto bella!
Grazie. Ma tu sei troppo gentile!
Macché gentile!’pura verità. Hai un seno magnifico e quel tanga ti stava benissimo! Però io ti avevo chiesto una foto nuda!
Sì’lo so..pensavo bastasse così. Però mi è piaciuto. Spogliarmi sapendo di fare una foto per te’solo per te. Mettermi davanti alla macchina fotografica, impostando l’autoscatto e mettermi in posa per te! Se lo sapesse Luca!!
Mi sono ritrovata a fantasticare su di te’di nuovo’immergermi tra i tuoi seni, sentirne la morbidezza sotto la mia mano, succhiare i tuoi capezzoli duri. Mhhhhh
Mi sto eccitando.
Chissà perché mi fai questo effetto.
Mi piace sentirti parlare così. Mi piace che mi desideri. Non ho mai provato questo tipo di emozione. Mi sento ‘come dire’lusingata dalle tue parole. E nello stesso tempo mi eccita sapere che mi pensi così.
Luca torna da mezz’ora vero?
Sì
Come sei vestita?
Ho una tuta da ginnastica blu
Spogliati!
Nuda?
Sì
Ma!
Avanti! Spogliati per me!
Ma tanto non mi vedi!
Non importa! Mi basta sapere che lo stai facendo. E che lo fai per me!
Va bene. Aspetta
Fatto
Sei completamente nuda?
Sì
E dimmi cosa senti
Sento il freddo della pelle della poltrona. Mi sento strana. A parlare con te mentre sono qui nuda.
Voglio che da oggi, ogni sera, quando ci incontriamo in chat tu, prima di sederti, ti spogli.
Lo farai?
Sì, se tu lo vuoi. Lo farò.
Bene! Mi piace saperti lì, seduta, nuda, posso quasi vedere il tuo seno dietro alle mani che digitano sulla tastiera. Mhhh mi piace da morire! Posso sentire la sensazione del tuo sesso nudo a contatto con la pelle della poltrona.
Mi eccita sapere che ti piace. E mi eccita vedermi qui così. Tutte sensazioni così nuove’così tremendamente forti.
Mhhh’bello!
—
Ciao Silvia,
Ti scrivo qui’una mail. Sono al lavoro e non ho fatto altro che pensare a quello che è successo ieri sera. Un’emozione che mi stravolge, che mi ha accompagnata per tutta la mattina. Cosa mi sta accadendo? Non ho mai pensato di potermi sentire così con una donna. Eppure mi piace da morire. E’ tutto il giorno che penso al fatto che stasera ti incontrerò di nuovo in chat. Mi spoglierò per te e ti troverò lì.
Non vedo l’ora. E’ da ieri che, ogni volta che ci penso, mi eccito. Non avrei nemmeno pensato di poter parlare così liberamente.
—
Silvia!! Che fine hai fatto!? E’ da più di mezz’ora che ti aspetto!
Sei nuda?
Sì!
Bene!
Ma perché mi hai fatto aspettare così tanto?!
Avevo da fare.
Uffa!!!
Uffa cosa?! Non fare così! Ora sono qui per te! Ho letto la tua mail. Mi piace che mi pensi. Mi piace sapere che desideri incontrarmi in chat di nuovo. Sei davvero magnifica! E sono contenta che tu mi dica cosa provi.
Cosa provi ora?
Sono arrabbiata con te perché mi hai lasciata qui ad aspettare tutto questo tempo! Però adesso sono felice di sentirti.
Vorrei che tu stasera facessi una cosa per me
Cosa? Tutto quello che vuoi.
Quando torna a casa tuo marito di solito cosa fa?
Si fa la doccia e poi mangiamo.
Va bene. Allora quando si siede a tavola voglio che tu ti inginocchi vicino a lui e gli fai un pompino.
Ma come? Ma’.ma sei matta! Così!’mi avvicino e’.
Sì’così!
Ma mi prenderà per matta! è una cosa che non ho mai fatto!
E allora! Lo farai o no!?
Non lo so! Non è come farsi una foto! Lui non capirà’sono sicura!
Non mi importa! Fallo e basta! Se non lo fai’domani fai pure a meno di venire in chat. Ora devo andare’ciao!
—
Perché d’improvviso fai così?!
Non capisco! Sei carina e dolce con me e poi diventi terribile!
Semplicemente non so se riesco a fare quello che mi hai chiesto perché fuori dai nostri schemi, dalle nostre abitudini! Mio marito penserà che sono impazzita completamente! E’ comunque la mia famiglia! Non posso fare qualcosa che temo la rovini! Scusa ma non posso!
—
Ciao Silvia’rieccomi da te’.sempre dal lavoro.
Hai vinto tu. Ci ho pensato e ripensato’e a dire il vero non sapevo proprio come fare. Poi mi sono detto: Ma porcaccia la miseria! E’ mio marito! Ed è solo uno stupido pompino!
E così quando si è seduto a tavola, gli sono andata dietro, gli ho accarezzato il collo, poi il torace. Lui mi ha detto: Che fai?!
Ho continuato facendo finta di niente. Mi sono inginocchiata accanto a lui e gliel’ho tirato fuori.Appena l’ho messo in bocca gli è diventato duro come il marmo e lo sentivo dire ‘.Ma! Ma! Ho leccato il suo cazzo duro, l’ho succhiato tutto accompagnando il movimento con la mano. Quando ho sentito che cominciava a gemere mi sono sciolta. Mi sono eccitata pensando a te. Ho pensato che sei una grande stronza a farmi fare questo pompino’.così contro la mia volontà. Ma sentire mio marito gemere e pensare a te nello stesso tempo. Era come se ci fossi anche tu lì. Ho sentito che mi bagnavo proprio mentre mio marito veniva.
—
Brava mia dolce Lara! Sei stata brava!
E’ questo che volevi, no?!
Cosa ti ha detto tuo marito?!
Mi ha chiesto cosa avesse fatto per meritarsi un trattamento del genere’.e se per caso avessi visto un film porno o qualcosa di simile al lavoro.
Cosa gli hai risposto?
Gli ho detto che avevo solo voglia di cazzo.
Urka e lui!
Si è messo a ridere e mi ha detto che spera che mi vengano spesso queste voglie.
Ehehehh! Ci credo! E tu dimmi!
Io sono sempre + eccitata.
Sei nuda?
No
Perché?!
Perché ce l’ho con te per come mi tratti!
Va bene, capisco! Ciao allora!
No! Aspetta!
—
Cazzo! Silvia! Perché fai così!!?? Mi fai rimanere d’un male che non hai idea!
Scusa! Non volevo! Dai’.sono passati 15 giorni senza che ti sei fatta più sentire!
—
Ogni sera io ti aspetto, nuda, davanti alla chat’sperando di vedere il tuo nome!
—
Scrivimi almeno!
Stasera vieni in chat? Per favore!!!
—
Ciao
Eccoti!!! Finalmente! Dio ..quanto mi sei mancata!
Sei nuda?
Sì’certo! Te l’ho anche scritto!
Non mi piace quando non fai quello che ti chiedo. Mi piace sapere che se ti chiedo una cosa, tu la fai. Non posso vederti e quindi mi devo fidare ciecamente di te. Vorrei che questa fiducia fosse totale, nonché reciproca. Non ti farei mai fare qualcosa contro la tua volontà o che ti possa nuocere in qualche modo, né a te né al tuo matrimonio. Ti fidi di me?
Sì.
Bene. Hai in frigo della zucchine?
Sì’oddio!! So già cosa mi vuoi far fare! Tu sei fuorissima
Vero. Allora vai in cucina e prendine una. Vai
Ok. Presa.
Sai cosa devi farci, vero?
Me la devo mettere dentro?
Sì. Voglio che te la infili tutta dentro e poi ritorni a sederti sulla poltrona.
Oddio! è un po’ grande! Però solo al pensiero mi sto già bagnando.
Brava. Allora fallo e poi torna da me.
Mhhhh’fatttooooo
Dimmi
E’ freddissima! L’ho sentita entrare tutta! E’ talmente fredda! Ora mi sento completamente riempita. Mi sono seduta ed è entrata di più! Mhhhh come la sento! Ho voglia di muovermi’.di masturbarmi. Dio che bello! Sento il clitoride che quasi scoppia.
Sììì’mi piace sentire come godi. Mi eccito a leggerti e mi tocco mentre ti leggo.
Posso muovermi?’vorrei toccarmi’so che appena mi tocco vengo. Sono troppo eccitata!
No! Tieni le mani sulla tastiera. Muovi solo il bacino avanti ed indietro. Il clitoride sfrega sulla poltrona?
Sììì’bellissimo!! Sento che tra poco vengo.
Fermati.
Fermata
Bene. Tra un po’ dovrebbe rientrare Luca, vero?
Sì 10 o 15 minuti
Allora adesso di rivesti. Indossi gli slip ed i collant’e poi la solita tuta.
E la zucchina?
Lasciala dentro. Voglio che finisci di preparare da mangiare e ti siedi accanto a lui a tavola sempre con il tuo morbido buco riempito dalla zucchina.
Sarà una tortura!
Sì’lo so! Lo farai?
Sì
Tuo marito non sa ancora che piccola troietta ha accanto a lui.
Daiiii!!! Non dire così
Vai ora’rivestiti’e pensami.
Sicuramente!
—
Allora!?!? Com’è andata ieri sera?
Davvero una tortura’meno male che oggi è venerdì e domani mi rifaccio con Luca! Avevo sta zucchina che si muoveva e poi quando mi sedevo saliva sino a toccare il collo dell’utero. A momenti vengo a tavola. La situazione era così assurda ed eccitante!
Pensa che poi sono andata a letto. Volevo toglierla, ma mi piaceva sentirmi così riempita e così lo lasciata dentro! Tutta la notte! Ho pensato che tu, sapendolo’beh! Ti avrebbe fatto piacere! Ho fatto un sogno erotico’molto erotico e sono venuta nel sonno!
Brava! Mi piaci sempre di più’sì’sempre di più. Ieri sera, prima di dormire, mi sono masturbata pensando a te’a te con la zucchina infilata dentro.
Però domani voglio che inventi una scusa a tuo marito’.non voglio che ci vai a letto. Capito?
Sì’ma perché?
Perché no!
Va bene!
Da oggi e per tutta la settimana voglio che ti masturbi ogni giorno alle 7di ogni sera’.con le dita’con qualsiasi altro oggetto ti capita..non importa’ma in nessun caso ti è concesso venire. Mi hai capita? Ogni giorno ti devi masturbare e quando senti che stai per venire ti fermi.
Ma io sono già così eccitata ora che mi basta pochissimo per venire.
Appunto!! E non devi farlo! Me lo prometti?
Promesso.
Non ci sarò in chat in questa settimana. Scrivimi una mail, ok?
Va bene! Come vuoi Padrona!
Come mi hai chiamata?
Scherzavo!
No’anzi’.da ora in poi è così che mi chiamerai! Va bene?
Sì”Padrona.
—
Buongiorno Padrona,
le scrivo questa mail per farle sapere che ogni giorno di questa settimana le ho ubbidito. Ogni sera dopo il lavoro, alle 7, mi sono masturbata come lei mi ha chiesto. Ho usato ancora la zucchina, e le mani, e poi una spazzola ed una bottiglietta di olio. Ogni volta ho sentito il brivido di piacere sentendo quell’oggetto duro che entrava in me, che mi apriva la carne, che si stringeva pulsante attorno a quel corpo estraneo. Ed ogni volta, giunta ormai quasi agli spasimi, mi sono sottratta al piacere, lasciandomi stremata, con la voglia di godere e di venire.
E’ trascorsa una settimana ed oggi al lavoro, ho letto alcuni racconti erotici. La voglia cresce ed io non riesco più a trattenermi. Ho fatto quanto mi ha chiesto. Cosa devo fare ora?
—
Ci vediamo stasera in chat mia bella e sensuale schiava.
—
Sei stata molto brava.
Grazie Padrona. Ma ho davvero voglia di godere. Ogni sera è stata una tortura. Fermarsi proprio quando senti l’orgasmo arrivare. E’ difficile’molto difficile. Ma ce l’ho fatta’perché mi era stato ordinato.
Bene! Ho pensato a te tutta la settimana. Ogni sera alle 7 ho iniziato a masturbarmi’io con te’lontane, ma vicine. Pensavo che anche. se non ero lì con te’.sapevo che l’avresti fatto. La mia fiducia in te cresce ogni momento. E venivo pensando al piacere negato della mia schiava. Venivo pensando a te che non potevi venire.
Mi fa piacere darle piacere mia Signora.
Prendi qualcosa per masturbarti ed infilatelo dentro. Vai!
Eccomi! Ho preso un pestello di marmo di un mortaio da cucina. Adesso ce l’ho tutto infilato dentro. Posso venire’adesso’posso farlo? La prego!
No! Voglio che quando tuo marito torna, ti fai scopare da lui’in cucina. Allora potrai godere’.mentre ti prende da dietro. Lo farai?
Sì ‘.Padrona’non so come’.ma lo farò.
Rimani lì seduta sino all’ultimo. Voglio una mail questa sera, va bene?
Sì
—
Eccomi da lei Padrona,
Quando mio marito è tornato a casa’quando l’ho sentito parcheggiare la macchina, mi sono alzata dalla sedia, ho tolto il pestello e mi sono rivestita in fretta. Senza slip’ormai non li metto più in casa.
Quando è entrato l’ho baciato ed abbracciato, portandolo verso la cucina con la scusa di assaggiare il sugo. L’ho accarezzato. Lui ha intuito’voleva andare a cambiarsi’Gli ho abbassato la zip dei pantaloni e mi sono messa il suo cazzo in bocca facendolo diventare duro. Non gli ho dato nemmeno il tempo di svestirsi. Mi sono tolta i pantaloni della tuta e posizionata con il culo in aria sul tavolo semi apparecchiato della cucina.
‘Scopami così!’ Lui mi ha preso per i fianchi ed ho sentito il suo cazzo entrare in un colpo solo.
‘Come sei bagnata! Come sei larga! Sembra quasi tu abbia preso una valanga di cazzi! Come mai hai la figa così dilatata?’
‘Non so! Ero particolarmente eccitata mentre ti aspettavo e mi sono masturbata’
‘mhhhh sìììì’.avrei voluto vederti!! Dio com’è eccitante!!’ i suoi colpi sono diventati molto forti e decisi.
‘Sììì! Scopami così’sbattimi!!’
Solo pochi minuti dopo io sono venuta mentre lui mi riempiva con i suoi schizzi.
E’ stato bello Padrona; molto selvaggio’.molto diverso dai rapporti a letto’teneri e romantici.
Mi è piaciuto. La quantità di piacere negato mi ha resa molto sensibile e l’orgasmo è stato tra i più forti mai provati.
—
Eccoti! Ieri notte sono venuta mentre il mio compagno mi scopava e ripensavo a te che ti facevi sbattere sul tavolo della cucina’gridando ‘! Ho rivisto la scena ed era molto eccitante.
Sì ..Padrona lo è stato davvero. Luca poi mi ha detto che gli piace quando prendo queste iniziative. Dice che non pensava di avere una moglie che potesse arrivare a tanto.
Bene! Mi fa solo piacere. Ora devo andare. Ci sentiamo domani ok?!
Sì Padrona! Vorrei parlare ancora un po’ con lei se posso?
No. A domani
—
Padrona’.perché non ti trovo più chat? E perché non mi scrivi più?
E’ successo qualcosa?
Ho forse fatto qualcosa che non dovevo?
—
Silvia? Non ci sei più? Rispondimi! Mi manchi.
—
Sono passati 20 giorni e non scrivi più!! Non so cosa pensare.
—
Mia dolce schiava,
Ieri ero in chat, ma non ti ho trovata! Dove sei finita?
—
Buongiorno Padrona!
Perché non eri in chat ieri?
Ormai non scriveva più’pensavo mi avesse
dimenticata! E’ passato quasi un mese!
Non importa quanto tempo! Ogni sera voglio che mi aspetti in chat! Se decido di non esserci sono fatti miei’ma voglio che tu sia lì ad aspettarmi!
Non è giusto questo!
Lo so! Ma è così che voglio! Non si ripeterà più vero?
No Padrona
Ti sono mancata?!
Tantissimo!
Cosa hai fatto di bello?
Niente che meriti menzione. Il solito tran tran quotidiano.
E con tuo marito?
Tutto come al solito
Sai che dovrei punirti per non avermi obbedito?
Sì
Allora avrai due tipi di punizione. Hai delle corde in casa?
Sì, mi pare che in cantina ci sia qualcosa.
Bene’dovrebbe essere spessa circa 7 mm e lunga 2 mt. Puoi andare a vedere ora?
Sì’vado
Trovato qualcosa del genere. Non so se è lunga due metri’forse.
In allegato ti ho mandato una serie di foto’.Guardale.
La doppia corda viene legata in vita; vi si fa scorrere dentro l’altro capo come un cappio. Poi passato tra le gambe e stretto sul retro, giusto?
Sì, giusto…si chiama Sukaranbo. In giapponese vuol dire ciliegia.
Ma fa male? Le corde che sfregano sulla vagina?
Non molto. Hai qualcosa per fare ginnastica in casa?
Sì..ho lo step ed una cyclette.
Stasera, prima di andare a letto voglio che ti depili completamente. Domani mattina ti svegli mezz’ora prima del solito. Voglio che fai il Sukaranbo su di te e che fai mezz’ora di cyclette prima di andare al lavoro. Capito?
Sì..penso di sì. E la seconda punizione?
Aspetta non ho finito. Devi tenere il Sukaranbo sotto i vestiti per tutto il giorno. Non voglio che lo togli mai. MAI! Hai capito?
E per andare in bagno?
Te la caverai tranquilla.
Ogni giorno così per 5 giorni. Ed alla sera’.ogni sera’.sempre con il Sukaranbo addosso voglio che, al ritorno dal lavoro, prendi in bocca il cazzo di tuo marito e lo fai venire’ingoiando tutto. Ovviamente se non vuoi farti scoprire con il Sukarando addosso è meglio che non ti fai toccare da lui.
Padrona. Questo compito sarà difficile! Come faccio a non farmi scoprire!
So che puoi farlo. Non ci sentiremo in chat. Voglio che tieni una specie di diario e me lo mandi ogni sera. Va bene?
Va bene, Padrona.
—
1′ Giorno: questa mattina mi sono alzata; quasi non ho dormito sapendo cosa mi aspettava. Ero titubante, preoccupata, ma ansiosa di fare quanto mi era stato richiesto. Il pube completamente depilato. La pelle liscia scorre sotto le mie mani. Mi tocco durane la notte. Mio marito dorme ignaro. Non sa in cosa mi sto trasformando. Mi sento come chiusa in una crisalide. Non so se ne uscirà una farfalla, ma tutto questo mi piace’mi eccita.
Al mattino mi sveglio con un sonno terribile. Ho dormito poco. L’ultima cosa che ho voglia di fare è faticare mezz’ora sopra la cyclette. Ma mi è stato ordinato. Non posso tradire la fiducia della mia Padrona. Faccio colazione e poi passo le corde intorno al mio corpo come ho visto nella foto. Mi sento strana. Mi piace il contatto ruvido della corda su di me. Mi guardo allo specchio’.depilata’stretta in una corda marrone scuro. Non mi riconosco.
Indosso la tuta. Se mio marito si svegliasse e mi vedesse così non so cosa penserebbe. Mi posiziono sulla cyclette ed immediatamente sento le corde che scorrono tra le gambe’.le sento graffiare la pelle, stringere le grandi labbra. Fa un po’ male, ma è un dolore leggero. Per cinque giorni questo strano coso sarà il mio compagno fedele. Il più sarà nasconderlo. Al termine della mezz’ora di ginnastica sono sudata e stanca. Le labbra della vagina sono indolenzite ed i segni rossi sulla mia pelle testimoniano il dolore.
Ho un problema; anzi due.
Andare in bagno e lavarmi.
Il primo lo risolvo quando riesco a dividere le due corde che scorrono tra le cosce, quindi riesco a fare i miei bisogni. Il secondo è un po’ più complicato. Come faccio a lavarmi senza bagnarlo? E non posso di certo andare al lavoro con la corda bagnata sotto i vestiti!
Sono costretta a lavarmi a pezzi. La corda si bagna in alcuni punti’e sotto è proprio bagnatissima’.ma non solo per l’acqua.
Mi vesto e mi accorgo che posso indossare solo jeans molto larghi.
Per tutto il giorno non ho pensato che a quella maledetta corda. Mi stringe, mi punge, mi dà fastidio!
Penso a lei ‘a quella donna che ho per caso incontrato in internet e che mi costringe a fare tutto questo! La odio quasi! Eppure mi accorgo che è quello che voleva. Voleva che pensassi sempre a quella corda! Che pensassi sempre a lei.
E ci è riuscita!
Quando Luca è tornato a casa’ho fatto quello che lei voleva. In bagno’dopo che si è fatto la doccia’sono entrata’mi sono inginocchiata davanti a lui e ho succhiato il suo cazzo sino a farlo venire. ‘Mhhh! Hai una bocca stupenda! Mi piace quando me lo succhi!’
Ma mentre lui veniva io pensavo ancora a quella corda. Mi sentivo prigioniera.
2′ Giorno: oggi è andata meglio. Più o meno il rituale si è ripetuto come ieri, ma la corda fa meno male di prima. Tra una settimana, dopo mezz’ora al giorno di cyclette sarò in forma. Almeno questo!
Al lavoro avevo una gran voglia di togliermela. Non era esattamente per il fastidio. Era per l’imposizione mentale. Ma alla fine l’ho tenuta. Il rossore c’è ancora nella zona genitale’colpa della cyclette. Ma va meglio.
Questa sera, Luca è rimasto sorpreso quando mi sono avvicinata per tirargli fuori il cazzo. Temo che questa sia una parte un po’ difficile. Come spiegare questa mia improvvisa mania per i pompini? Comunque mi ha lasciata fare. Anche oggi è finita
3′ Giorno: la cyclette va meglio. Faccio meno fatica di prima e quando ho finito mi sento bene. Ripulita. Il Sukaranbo è diventato quasi famigliare. Lo noto appena, come se fosse diventato un capo d’abbigliamento molto strano. Riesco quasi a lavarmi senza bagnarlo, tranne sotto dove l’operazione è più difficile.
Al lavoro sento il piacevole sfregamento delle corde e molte volte mi sono trovata a muovere il bacino per aumentare la sensazione delle corde sul clitoride. C’è stato un momento, in cui ero sola, ed ho aumentato il movimento. Se fosse entrato qualcuno di certo avrebbe capito. Ero ad occhi chiusi e sentivo il clitoride pulsare contro le corde. Avrei voluto prendere un qualsiasi oggetto ed infilarmelo dentro per masturbarmi.
Sono dovuta ritornare a malincuore con la testa al lavoro.
Tornata a casa la voglia di masturbarmi era diventata dolorosa. Avevo voglia di godere. Non potevo nemmeno scopare con Luca. Di certo non avrebbe capito. E poi c’era ancora la fase del pompino.
Mi sono trovata ad immaginare come sedurlo senza dare nell’occhio’senza esagerare.
Quando gli ho messo una mano sulla stoffa della tuta mentre guardava la televisione mi ha detto :’Cosa ti prende in questi giorni? Non che non mi faccia piacere, anzi! Ma mi sembri affamata di sesso! Hai per caso un amante!?’
‘No! è che in questi giorni mi sono trovata a leggere dei racconti erotici al rientro dal lavoro ed alcuni sono così eccitanti’
La scusa mi era uscita d’istinto e sembrava proprio una buona scusa.
‘Allora perché non andiamo in camera! Non mi va di essere il solo a godere’
‘Ma io godo anche a vederti godere! Mi lasci fare? Per favore?’
‘Se è questo che vuoi’
E’ stato difficile evitare che mi toccasse. Ho dovuto afferrargli i polsi e farlo stare fermo. Come faccio? Ci sono ancora due giorni davanti! Temo di esagerare.
Ma Luca mi ha guardata in maniera diversa. Direi famelica.
4′ Giorno: mi sono svegliata con la voglia di godere. Solita cyclette e poi in macchina per andare al lavoro.
Mi sono seduta in macchina. In garage. Le mani strette attorno al volante. Il bacino che si muoveva avanti ed indietro. Sentivo la corda sollecitare il clitoride. Ho cominciato ad ansimare’a respirare più profondamente. E sono venuta così. Da sola. Senza nemmeno toccarmi. Un orgasmo pieno, liberatorio. Una sensazione forte.
Subito dopo mi sono accorta che la corda mi dava fastidio. Il clitoride era troppo sensibile e ogni volta che la corda lo sfiorava sentivo una sensazione di disagio. Mi sono pentita di essere venuta. Sentire il Sukaranbo addosso dopo essere soddisfatta era una pena.
Oggi è stata una specie di tortura. Volevo toglierlo, ma ho resistito. Voglio impormi alla mia volontà. Voglio obbedire senza dubitare.
Al ritorno dal lavoro ho fatto un po’ di cyclette, quasi a volermi punire di aver pensato di togliere il Sukaranbo.
Quando Luca è tornato mi ha facilitato il compito. Gli leggevo negli occhi la voglia di godere. Mi guardava in modo diverso. La buttato sul divano la sua roba.
‘Vieni qui, tesoro!’ e si è slacciato i pantaloni’mi ha preso la testa e mi ha fatta inginocchiare davanti a lui.
‘Succhia! Dai! Prendilo in bocca come sai fare e fammi venire!’
Mi sembrava così strano sentirlo parlare così. Mi piacevano le sue parole. Mi piaceva sapere che forse durante quella giornata non aveva pensato ad altro che tornare a casa per sentire la mia bocca!
‘Dai lecca piano! Fammi sentire la lingua! Adesso ti vengo in bocca e poi ti scopo!’
Sapevo che non potevo permetterglielo, ma avrei gestito dopo la situazione. Ero sono contenta che mi avesse facilitato il compito.
5 ‘ Giorno: ormai mi sembra di avere il Sukaranbo da sempre. Mi sembra parte di me. Mi piace sentirlo addosso. Mi piace sapere che ce l’ho addosso in mezzo alla gente, ignara di cosa posso arrivare a fare. Ieri al lavoro ero mi è passata in mente l’idea di presentarmi così a mio marito per vedere la sua faccia. Oggi è l’ultimo giorno. Tra poco vado al lavoro e stasera lo toglierò.
Ho pensato molto alla mia Padrona, a tutto questo. Mi sento orgogliosa di essere riuscita a fare quello che lei mi ha chiesto. Sarà di certo orgogliosa di me. E poi ho avuto un altro successo. Mio marito. Mi piace com’è tornato a guardami.
—
Ciao!
Buonasera Padrona!
Ho letto il tuo diario ogni sera. Sei stata molto molto brava. Sono fiera di te! Sei una schiava perfetta. Ho goduto quando ti sei masturbata in macchina.
Grazie.
Puoi togliere il Sukaranbo
Adesso?
Sì
Fatto.
Come ti senti?!
Nuda. E come se avessi perso una parte di me. Non so’qualcosa che mi dava coraggio. Era come sentire la vostra presenza Padrona, qualcosa di lei addosso a me. Una sottile catena mentale direi.
Ora vai in bagno e depilati di nuovo. Quando arriva tuo marito voglio che gli prendi la mano e la infili nella tuta per fagli sentire che ti sei depilata.
Non l’ho mai fatto!!
C’è sempre un prima volta! Su niente storie!
Va bene!
E domani mi racconti, ok?
Ok!
—
Padrona, eccomi a raccontare, come mi ha richiesto, cos’è accaduto ieri sera.
Mi sono depilata completamente. Ho scoperto che in fondo mi piace sentirmi così.
Mio marito è tornato dal lavoro e mi ha guardata sorridendomi in modo sornione, quasi a voler capire se gli avrei riservato il trattamento delle sere precedenti.
‘La cena è quasi in tavola’
Sembrava leggermente deluso, quasi che ormai fosse diventata una pratica molto usuale.
Quando è tornato in cucina, dopo la doccia, ho fatto quanto mi era stato ordinato. Ho preso la sua mano e l’ho infilata nella tuta. Il suo sguardo è difficile da descrivere. Stupore non è la parola giusta. Era qualcosa che andava oltre.
‘Ma!! Che hai fatto? Mi avevi sempre detto che non ti piaceva!’
‘In realtà non avevo mai provato!’
‘E come mai oggi?’
‘Volevo vedere come avresti reagito’
‘mhhh! Mi piace! E cos’ volevi vedere la mia reazione?’
Mi ha sollevata di peso e mi ha fatta sedere sdraiare sul tavolo; mi ha tolto i pantaloni della tuta e la maglia. Mi ha aperto così tanto le gambe che quasi mi facevano male ed è rimasto ad osservarmi per qualche secondo. La mia figa doveva essere oscenamente aperta; così depilata’scoperta.
Mi ha dato un piccolo morso sul clitoride e poi ho sentito la sua lingua nella fessura tra le grandi labbra. La sentivo spingere come a volermi penetrare e poi ha cominciato a succhiare e lambire il clitoride che pulsava tra le sue labbra.
Ero lì, con le gambe aperte, su tavolo a gustarmi le labbra del mio uomo.
‘Mi piaci così depilata! Mi fai impazzire!’
Mi ha stretto i seni nella sue mani e mi ha trascinata verso il bordo del tavolo.
‘Ed ora cosa vuoi? Vuoi essere scopata?’
‘Sì!!! Sbattimelo dentro!’
Non riuscivo quasi a credere alle mie orecchie. Cominciavo a parlare come le donne dei racconti. E mi stava piacendo.
‘Scopami come una vera troia!’
Mio marito si è fermato un attimo a quelle mie parole; sembrava dubbioso o incredulo, ma non si è fatto ripetere l’invito due volte. Ho sentito tutto il suo membro entrare veloce dentro di me. Mi ha scopata con una forza piacevolmente nuova.
Alla fine mi ha detto ‘Non so cosa ti stia accadendo, ma la cosa non mi dispiace affatto. Solo non vorrei che fosse opera di un amante. Hai un amante Lara?’
Ho risposto di no ovviamente. In realtà non ce l’ho davvero. Ma mi sono chiesta che tipo di rapporto c’è tra noi due? Tra me e te? Lara e Silvia? Schiava e Padrona.
Quello che mi chiedi di fare di volta in volta mi sembra assurdo, fuori dal mondo. Ma poi mi scopro a trarre piacere da quello che faccio. Ma mi piace perché piace a me o solo per far piacere a te? E non ti comporti come leggo nei racconti. I Padroni lì sono duri e umiliano le proprie schiave. Tu sei gentile. Ordini, ma poi sono io che eseguo.
—
Mia dolce Lara, capisco i tuoi dubbi’.ma non preoccupartene. Il nostro rapporto. Hai davvero la necessità di catalogarlo in qualche modo? E’ davvero così necessario.
Consideralo un percorso. Un percorso per entrambe.
Non arriveremo a farci male.
Fidati di me.
Se fosse solo per compiacermi e se non ne traessi tu stessa un piacere di qualche sorta, non funzionerebbe.
Considerami più come una guida.
Continua a fidarti di me, ti prego.
‘continua
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