Una prof molto porca 7

“Ci sedemmo a tavola e naturalmente tutti i nostri discorsi, erano incentrati su quanto era accaduto nel casolare quel giorno…”

Dopo esserci rivestite, Carla e io ci avvicinammo al gruppo di maschi,
per meglio ascoltare i loro discorsi. Gli sconosciuti scopatori si stavano complimentando con i nostri mariti, per quanto fossimo troie e disponibili. Devo ammettere che nonostante che sia Carla che io avevamo ancora un leggero fastidio ai nostri sfinteri dilatati e grondanti di sperma, la cosa ci gratificava parecchio. Ci salutammo come se fossimo improvvisamente diventati vecchi amici, i modi di quei maschi erano adesso cambiati, dopo il trasporto della passione, il loro atteggiamento era molto più educato, quasi riverente per quello che io e la mia amica avevamo saputo fare con i nostri corpi, ma soprattutto con i nostri buchi. Ci salutammo e ognuno proseguì per la propria strada, nell’aria resa ancora più frizzante da quell’improvviso temporale, si poteva quasi sentire l’odore del sesso, sentire l’odore dello sperma di tutti quei maschi, che colandoci dal buco del culo scendeva lentamente lungo le nostre gambe. Sia Carla che io decidemmo di non ripulirci, ma di lasciar colare lentamente le sborrate lungo le gambe, per mantenere vivo più a lungo il ricordo di quel pomeriggio. Devo ammettere che per entrambe il fatto di dover rimontare in sella per rientrare a casa, ci procurava un certo disagio e un lieve dolore. Lentamente ci avviammo, durante tutto il tragitto, naturalmente i nostri discorsi erano tutti incentrati su ciò che c’era accaduto quel pomeriggio. Si era quasi fatta sera e senza nemmeno accorgercene. Realizzammo che il tutto era durato circa tre ore. “Tre ore ? “dissi quasi sbalordita, tre ore in balia di quel gruppo di maschi infioiati come animali, tre ore di sesso sfrenato, di inculate, di pompini e quant’altro, devo ammettere che quando ci si diverte il tempo trascorre velocemente, pensai ad alta voce. Luca e io visto l’ora tarda, invitammo i nostri amici a cena, arrivati a casa ci facemmo tutti finalmente una doccia, prestai a Carla una delle mie vestaglie, e ci mettemmo ai fornelli, per preparare qualcosa. Mi misi a ridere, Carla mi guardò con stupore, “non ti ricorda niente questa situazione?” le dissi, anche lei rise, “ si è vero, esattamente come qualche mese fa” aggiunse. Mentre eravamo affaccendate, non potei fare a meno di confessare a Carla il mio stupore per quello che era riuscita a fare con il suo buco del culo. Quando finalmente i nostri mariti si unirono a noi, anche a Luca non sfuggì l’identica situazione che avevamo già vissuto. Marco invece ci fissava con un’espressione dubbiosa, “di cosa state parlando? Mi fate capire?” chiese rivolgendosi alla moglie. Carla senza scomporsi ricordò al marito di quella sera che al telefono si erano masturbati, mentre lei nostra ospite si esibiva nuda davanti ai fornelli. Scoppiò una fragorosa risata da parte di tutti e quattro, poi Marco rivolgendosi alla moglie le chiese se tutto il cazzo che aveva preso nel pomeriggio non le fosse bastato. Ci sedemmo a tavola e naturalmente tutti i nostri discorsi, erano incentrati su quanto era accaduto nel casolare quel giorno. Carla ad un certo punto rivolgendosi al marito disse “sai Marco la nostra amica Sonia si è meravigliata di quello che sono riuscita a fare con il mio buco del culo, facendoci entrare contemporaneamente due cazzi alla volta, non sarà che anche lei ha voglia di provare quelle sensazioni? Tu che ne pensi?”. “Penso che tu abbia ragione Carla, anche secondo me questa troia ha voglia di farsi sfondare il culo!” Mentre lo diceva Marco fissava con insistenza sia me sia mio marito. “Ero solo curiosa di sapere cosa si prova, ad avere due cazzi infilati su per il culo, solo curiosità e nient’altro” dissi, ma evidentemente non ero abbastanza convincente. Mio marito si avvicinò e dopo avermi baciata sul collo affermò che avrei provato anch’io quell’esperienza e che Carla con la sua esperienza mi avrebbe aiutata a viverla al meglio. Ci spostammo tutti in soggiorno, e dopo aver bevuto il caffè, Luca si allontanò, Carla iniziò a spompinare il marito, mi sfilai la vestaglia e cominciai ad accarazzarmi guardando Marco che si faceva succhiare il cazzo dalla moglie. Dopo pochi istanti mio marito ritornò con un cazzone nero dotato di ventosa e un tubetto di vaselina, “complimenti per l’attrezzatura!” disse Marco, poi rivolgendosi alla moglie le disse “ certo che anche Sonia quanto a essere troia non scherza, guarda che bel cazzone che usa per sollazzarsi!”. Mio marito sorridendo per l’affermazioni di Marco, fissò saldamente il cazzone con la sua ventosa al pavimento, poi prese il tubetto di vaselina e iniziò a spalmarla per bene su quell’enorme birillo.
Ho sempre amato quel vibratore, era un regalo di mio marito per un S. Valentino e da subito lo avevo apprezzato oltre che per le dimensioni veramente notevoli, anche per la consistenza che lo rendevano veramente molto realistico. Quando ebbe finito di spalmare la vaselina, mio marito si spogliò, poi con l’aiuto di Marco mi sollevarono di peso, tenendomi uno per gamba, si avvicinarono al vibratore, mentre Carla lo teneva ben fermo i due uomini mi calavano lentamente verso quel cazzo enorme piantato per terra. Arrivarono sino a quando il mio buco del culo si appoggiò alla cappella del vibratore, poi si fermarono tenendomi sospesa a mezz’aria con la punta del birillo appoggiata al culo.Marco e Luca si guardarono per un istante poi, di colpo mi fecero cadere sopra a quel cazzo duro che Carla stava tenendo dritto e fermo, lo sentii scivolare in un attimo tutto dentro, emisi un grido di dolore, ero seduta sul pavimento con le gambe aperte e almeno 25cm di cazzo piantato nel culo, in pratica solo la ventosa era rimasta fuori, ci misi un attimo a riprendermi dallo shock di quell’inculata. “Dopo tutto il cazzo nel culo che ha preso oggi, ancora si lamenta questa troia!”, disse Marco rivolto a mio marito, ” si vede che non è ancora completamente sfondata, e bisogna proprio provvedere al più presto!” fu invece il commento di Carla che alle mie spalle mi accarezzava le tette. Poco alla volta iniziai a muovermi lentamente sopra a quella nerchia dura che mi riempiva il culo, e mi dava dopo un primo momento di dolore un piacere completo, intenso, diverso da ogni altro piacere che avevo provato sino ad ora. Mentre riflettevo su quanto stavo provando, mio marito si avvicinò e con molta dolcezza mi abbracciò e mi baciò, subito dopo mi mise il suo cazzo in bocca, facendosi spompinare per bene, con calma senza fretta. Marco invece si stava dedicando insieme alla moglie a leccarmi le tette e la figa mentre con fatica cercavo di muovermi sul cazzo di gomma piantato in culo. Poi lentamente Carla e Marco iniziarono a divaricarmi le gambe e a sollevarle da terra, mi ritrovai così con la schiena appoggiata al divano, le gambe aperte e sollevate, in sostanza stavo in equilibrio sul vibratore che avevo piantato nel culo. La posizione era alquanto scomoda e anche dolorosa, ero praticamente bloccata e avevo sia la figa sia il buco del culo ben in evidenza pronti ad accogliere dei cazzi. Mio marito fu il primo a infilarmi il suo cazzo duro nella figa, mi pompava con foga e mentre mi spingeva il cazzo nella figa, faceva muovere anche il vibratore che avevo nel culo, massaggiandomi così anche lo sfintere, era un piacere sublime quello che stavo provando. Poi all’improvviso, proprio sul più bello, intervenne Carla e disse: “ non ci siamo! Dovete sfondare il culo a questa troia.!” Mio marito tolse il suo cazzo dalla mia figa e rivolgendosi ai nostri amici dissi. ”O.K. dai sfondiamo il culo di questa gran puttana una volta per tutte! Però mi serve il vostro aiuto”. Carla mi baciava sul collo e mi accarezzava le tette per farmi rilassare, Marco continuava a tenermi divaricate e sollevate le gambe, mio marito dal canto suo mi aveva appoggiato la sua cappella contro il mio sfintere già pieno del vibratore di gomma. Un brivido mi scorreva lungo la schiena, ero paralizzata dalla paura di quello che stava accadendo, sentivo Luca che spingeva la sua cappella contro il mio buco del culo per entrare. “Fai piano tesoro! Non farmi male ti prego, se diventa troppo doloroso fermati!” Lo supplicai, mentre il cazzo di mio marito cercava di inoltrarsi nel mio culo. Lo sentivo premere, il mio sfintere sembrava che si stesse dilatando oltre ogni aspettativa, poi all’improvviso Luca tolse il cazzo e prese la vaselina per meglio lubrificarmi il culo. Dopo avermi spalmato per bene il culo puntò nuovamente il suo cazzo contro il mio culo, spinse nuovamente per entrare, adesso sembrava più agevole il suo ingresso nel mio culo. Dopo qualche spinta iniziavo a sentire dentro di me anche il cazzo di mio marito, poi senza preavviso un colpo deciso, brutale m’infilò il cazzo nel culo senza pietà. ”Bastardo, bastardo, cornuto figlio di puttana! Mi hai rotto il culo, ti avevo chiesto di non farmi male, sei uno stronzo”. Urlai, ma quelle parole sembravano avere l’effetto esattamente opposto, Luca preso da un raptus improvviso, continuava a picchiarmi il suo cazzo nel culo senza pietà, senza un bricciolo di pietà nei miei confronti. Marco dal canto suo si mise ad incitare mio marito a incularmi senza fermarsi, poi poco dopo Luca si fermò, tolse il suo cazzo dal mio culo e insieme a Marco mi aiuto ad alzarmi. Mi alzai in piedi a fatica, avevo il buco del culo completamente aperto e dolorante, le gambe mi reggevano a fatica, era stata un’esperienza scioccante e dolorosa, mi sentivo completamente sfondata, non avevo più la forza di fare nulla e mi lasciai scivolare mollemente sul divano, Carla mi rimase vicina e continuò ad accarezzarmi, complimentandosi per quello che avevo fatto.
Poi Carla si alzò in piedi e a gambe divaricate si posizionò sopra al vibratore ancora piantato sul pavimento, lentamente si accovacciò e lo fece scivolare nella figa umida ed enormemente dilatata, rimase per qualche instante in quella posizione, gustandosi il vibratore che la riempiva.
Marco le si avvicinò e con il suo cazzo gonfio dall’eccitazione le riempì la bocca, dopo poche succhiate raggiunse l’orgasmo e svuotò tutto il suo sperma nella bocca della moglie che ingoiò avidamente tutto, mio marito intanto si stava masturbando e quando raggiunse l’orgasmo sborrò sulla faccia di Carla, spalmandola poi per bene tutto il suo sperma con la sua cappella. Alla fine eravamo tutti esausti, non riuscimmo a dirci nulla, accompagnammo i nostri amici alla porta, ci salutammo e ci ripromettemmo di rivederci quanto prima. Tornando in salotto mi accorsi che la finestra e le tende erano aperte, un dubbio mi assalì, qualcuno nella palazzina di fronte potava aver assistito a tutto quello che era successo? Guardai fuori, sembrava che non ci fosse nessuno ad assistere allo spettacolo, tirai un sospiro di sollievo, poi non so se per suggestione o altro mi parve di vedere un’ombra dietro alle imposte dell’appartamento di fronte, cercai di guardare meglio, senza rendermi conto che adesso stavo dando nuovamente spettacolo, rimanendo nuda davanti alla finestra. Il dubbio di aver visto quell’ombra mi rimase, chiusi le tende e andai a dormire, non ci pensai più anche perché fondamentalmente non c’era nulla di cui vergognarsi, in fondo mi ero solo fatto una gran bella scopata e l’idea di essermi involontariamente esibita per qualche sconosciuto non mi dispiaceva per nulla. Il giorno dopo al risveglio, l’idea di essermi esibita per un pubblico inatteso mi tormentava di nuovo, cercai di fare mente locale sugli abitanti dell’appartamento di fronte al mio, ma niente avevo proprio un vuoto di memoria. Pensai ad altro confidando che prima o poi mi sarei ricordata chi avesse fatto da spettatore a quello spettacolo, mi vestii e mi apprestai ad uscire da casa per recarmi a scuola, quando passando nuovamente davanti alla finestra, sorseggiando una tazza di tè, rimasi per qualche secondo a scrutare quelle finestre ormai misteriose. All’improvviso un’imposta dell’appartamento si aprì, il cuore mi saltò in gola, “ci siamo” pensai, indecisa se nascondermi mentre spiavo il dirimpettaio, oppure rimanere in bella vista per cercare di capire la reazione dello sconosciuto. Niente da fare anche questa volta non avevo visto nessuno, non sapevo se ero sollevata o delusa dalla cosa, me ne feci una ragione e uscii da casa. Una volta arrivata in strada, mentre mi avvicinavo alla mia macchina, notai che anche dal portone di fronte, stava uscendo qualcuno, rallentai un attimo per vedere chi fosse, apparve un ragazzo sui vent’anni, il quale appena mi vide, mi fece un sorriso che lasciava poco all’immaginazione, poteva quasi sembrare irriguardoso, salendo in macchina, mi sentivo quello sguardo ancora addosso, era solo una mia impressione o c’era dell’altro? Con questo dubbio mi recai al lavoro, sforzandomi di non pensarci più, ma più mi sforzavo, più mi sentivo strana, penso che ebbi un’eccitazione che mi durò per l’intera mattinata, anche le colleghe si accorsero del mio strano atteggiamento, le rassicurai sul fatto che non c’era nulla di cui preoccuparsi e raccontai l’oro la banale scusa del dubbio della dimenticanza del gas aperto per giustificare il mio strano stato comportamento. Alla fine delle lezioni mi precipitai a casa, non potevo più resistere tanta era l’eccitazione accumulata, avevo bisogno di sfogare quella tensione, volevo capire se quella del mattino era solo una coincidenza male interpretata da parte mia o se vi fosse dell’altro. Salita in casa tutta trafelata mi spogliai, cominciando ad accarezzarmi, dovevo scaricare tutta la tensione e l’eccitazione accumulata in quella strana mattinata, ero in cucina, questa volta facendo ben attenzione che nessuno potesse vedermi, mi stavo accarezzando la figa ormai completamente bagnata, quando suonò il telefono, il cuore ebbe un sussulto, scattai in piedi come una molla, mi sentivo come una bambina scoperta con le dita nella marmellata, andai a rispondere con una certa apprensione, fortunatamente avevano solo sbagliato numero. Riposi il telefono e continuai a masturbarmi in piedi appoggiata alla parete del soggiorno, driiiin, driiiin, di nuovo quel maledetto telefono, non c’era pace e io avevo una voglia di godere esagerata, “pronto signora, complimenti per ieri, mi sono proprio divertito “ disse la voce dall’atra parte, non potevo crederci, allora mi avevano vista, adesso avevo la conferma, “ma lei chi è? Cosa vuole? Di cosa sta parlando” riposi con la voce rotta dall’emozione e dall’eccitazione, mentre parlavo con il mio interlocutore avevo sempre la mano che frugava tra le gambe. “ lo sa benissimo di cosa sto parlando, non faccia la santerella, ieri sera mi sono masturbato, guardando le sue performance, anzi visto che è in casa perché non si affaccia nuovamente alla finestra.
Cosi potrò riprendere la visione di tanta grazia”. Non potevo crederci allora avevo proprio dato spettacolo, ed era stato apprezzato a quanto pare, la cosa mi turbava e mi gratificava allo stesso tempo. Lentamente sempre rimanendo quasi ipnotizzata al telefono, mi avvicinai alla finestra e aprii lentamente le tende per osservare il mio interlocutore, la curiosità mi divorava, finalmente avrei avuto una risposta a tutte le mie domande.
Dalla finestra dell’appartamento di fronte al mio si aprirono le tende e apparve il ragazzo che avevo visto quella mattina, tirai un sospiro di sollievo, allora non ero una visionaria, poi tutto sommato era anche un bel ragazzo, e non il solito guardone vizioso. “Apra meglio le tende, voglio ammirarti alla luce del giorno” disse il ragazzo dall’altro capo del telefono, obbedii e allargando meglio le gambe continuai a masturbarmi, poi con voce ansimante chiesi ” va bene così? Riesci a vedermi? “ “Certo è tutto O.K. sei bellissima, continua a masturbarti, sei uno spettacolo veramente grandioso. Adesso guarda tu e dimmi se ti piace il mio cazzo “. Fissai quel cazzo con molta attenzione, era veramente notevole come dimensioni ed era già duro, mi stava venendo voglia di provarlo. In preda all’eccitazione che ormai era fuori controllo chiesi al ragazzo di raggiungermi al più presto e riattaccai il telefono. Ci vollero solo pochi minuti prima che il campanello suonasse, andai ad aprire e davanti a me si trovava un ragazzone di circa vent’anni, alto quasi due metri e con un fisico da atleta. Lo feci accomodare e subito notai il pacco gonfio sotto ai suoi pantaloni, subito mi avvicinai per avere al più presto un contatto fisico con il suo corpo, le sue mani forti si posarono immediatamente sui miei fianchi, lo sentivo forte e vigoroso, io nonostante i tacchi mi sentivo minuscola e completamente alla sua mercé. Le sue mani poco alla volta cominciarono ad accarazzarmi ovunque, io cercavo di arrivare al suo cazzo duro, facendolo uscire dai pantaloni, le dimensioni erano veramente notevoli, sentirlo pulsare tra le mie mani m’inebriava, desideravo succhiarlo, gustarmi quella giovane nerchia vogliosa. M’inginocchiai spalancando la bocca per ricevere più cazzo possibile, ma il diametro di quell’arnese mi costrinsero a concentrarmi solo sulla sua cappella turgida, sentii il sospiro del ragazzo mentre con la mia lingua esploravo ogni angolo di quel bastone nodoso, le sue mani erano appoggiate sulla mia testa e accompagnavano il movimento della mia testa, senza forzarmi dimostrando estrema gentilezza. Poi m’invitò ad alzarmi, sentii le sue mani nuovamente su di me, lo sentivo frugare tra le mie gambe, cercare la mia figa ormai allagata, le sue dita mi accarezzavano sapienti, era veramente molto bravo. Mi stava mandando in estasi, ci sapeva proprio fare, poi come se niente fosse mi afferro per i fianchi e mi sollevo da terra, sentivo il suo cazzo che mi puntava contro la figa pronta ad accoglierlo, mi fece scendere lentamente, facendo scivolare il suo cazzo dentro di me, era enorme, duro sembrava non finire mai, poi cominciò a pomparmi con estrema dolcezza ma allo stesso tempo con vigore. Mi appoggio sul divano mettendomi a pecorina, sentivo nuovamente la sua cappella contro la mia figa, un colpo ed entro completamente, ero piena di cazzo che spingeva, un cazzo giovane, vigoroso che spingeva senza sosta, facendomi arrivare all’orgasmo, poi anche il ragazzo cominciò ad ansimare sempre di più e le sue spinte diventavano più frenetiche, sino a godermi dentro. Mi aveva allagato la figa, si vedeva che aveva tanta voglia di scopare, ero fortunata per il fatto che fosse toccato a me. Quando tolse il cazzo mi girai per ripulire la sua cappella dallo sperma, rimasi impressionata da fatto che nonostante l’orgasmo fosse ancora duro, lo leccai avidamente, dalla cappella alla base per ripulirlo ben bene. Quando ebbi finito ci rilassammo sul divano, continuando ad accarezzarci, il cazzo del ragazzo faceva fatica ad ammosciarsi (beata gioventù), chiacchierammo per un po’ e poi prima di salutarci Dario, questo era il suo nome disse che sarebbe stato a mia disposizione in qualunque momento e che avrebbe anche potuto farsi accompagnare da qualche altro suo amico, la cosa mi gratificava molto ma avevo qualche perplessità nel coinvolgimento dei ragazzi senza che mio marito ne fosse al corrente. Dario mi salutò in modo molto cordiale e educato, la cosa mi colpì molto vista la giovane età del ragazzo e comunque ci tenne a sottolineare che non c’era nessun problema se volevo coinvolgere amici e marito per divertirsi tutti insieme, avendo me al centro delle loro attenzioni.

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