“Inoltre quella posizione mi accorsi dopo era una delle mie preferite per fare i pompini a mio marito…”
UNA PROF. MOLTO PORCA
( CAPITOLO 3 )
Il
giorno dopo quella stupenda scopata, nei nostri sguardi c’era solo complicità e voglia di soddisfarci senza inibizioni. Era sabato mattina e ci stavamo preparando per uscire e recarci in un centro commerciale nelle vicinanze. Mio marito mentre mi stavo preparando si avvicinò, e con sguardo malizioso mi chiese di mettermi qualcosa di sexy, e se mi sentissi pronta a fare un po’ d’esibizionismo soft. Lo guardai incredula, anche se in fondo mi aspettavo una richiesta del genere. Ci pensai per un attimo e poi con un brivido che mi correva sulla schiena e una certa eccitazione accettai. Decisi per un look sobrio ma intrigante, indossavo una gonna appena sopra al ginocchio con uno spacco sulla coscia, dal quale si poteva intravedere il bordo in pizzo delle autoreggenti nere. La camicetta era attillata, sotto la quale un reggiseno a balconcino faceva risaltare il seno dalla scollatura. Indossai i tacchi a spillo e chiesi un giudizio spassionato a mio marito. Luca mi osservò e sentenziò: sei una gran figa ma il mio giudizio potrebbe sembrarti ti parte ti amo troppo e mi piaci troppo. Vediamo come saranno le reazioni delle persone che ti vedono per la prima volta. Uscimmo e ci avviammo verso il centro commerciale, appena saliti in macchina per potermi sedere con quella gonna attillata, dovetti sollevarla sulle cosce lasciando vedere il bordo di pizzo delle autoreggenti a rete. Mio marito no perse l’occasione per allargarmi leggermente le gambe, e infilandoci la mano in mezzo, iniziò ad accarezzarmi la figa già umida. Mi lasciai andare mollemente sul sedile, tenendo gli occhi socchiusi per gustarmi quelle coccole, non mi accorsi subito che quando ci fermavamo ai semafori il mio atteggiamento attraeva glia sguardi degli uomini delle auto vicine. Quando mi resi conto di tutti quelle occhiate di curiosità, vidi un motociclista accanto al mio finestrino, cercai di ricompormi spostando la mano di mio marito per sistemare la gonna. Lo guardai e vidi nei suoi occhi attraverso la visiera del casco, uno sguardo di compiacimento, quando scattò il verde prima di ripartire alzò la mano e fece il segno d’O.K. Mi sentivo imbarazzatissima ma anche gratificata da quel gesto. Rivolsi lo sguardo verso mio marito e colsi nei suoi occhi una luce strana, non dissi nulla ma era evidente il mio imbarazzo. Luca mi tranquillizzò, e aggiunse: “Visto che il mio non è un giudizio di parte? Sembra proprio che tu abbia un certo successo tra gli uomini, ti senti a disagio?” “Un po’” risposi diventando tutta rossa in volto. “Penso sia normale la prima volta, la cosa che più conta è che non ti senta talmente a disagio da volerti fermare” disse mio marito. “Un certo imbarazzo penso sia normale. Ma sono anche lusingata dagli sguardi degli altri uomini. Ho voglia di provare questo nuovo gioco dell’esibizione.” Arrivammo al centro commerciale e iniziammo a guardare le vetrine come tante altre volte avevamo fatto. Questa volta però era diverso, mi muovevo davanti ai negozi con passo lento sensuale, quasi volessi dare il tempo agli occhi degli uomini di posarsi sulle mie curve. Attraverso le vetrine notavo le occhiate furtive dei maschi, che scrutavano il mio corpo, mi sentivo spogliare, avevo i brividi lungo la schiena e sentivo la mia figa pulsare d’eccitazione. Mio marito stringeva il suo braccio sui miei fianchi e di tanto in tanto faceva scivolare la mano sul mio culo. Ero felicemente frastornata, stava andando tutto benissimo, mi sentivo protagonista della scena, mi divertiva questo gioco. Entrammo nel supermercato per fare la spesa e fare nuove provocazioni, ero pronta, volevo farlo, mi eccitava la cosa. Mio marito lo aveva capito subito e faceva di tutto perché fossi al centro dell’attenzione. Tra gli scaffali mi muovevo con calma contrariamente al mio solito comportamento, quel giorno sceglievo molti prodotti posti in basso sugli scaffali. Per fare ciò ero costretta prima di accovacciarmi ad alzare leggermente la gonna attillata, questo faceva sì che dallo spacco s’intravedesse il bordo in pizzo delle mia autoreggenti e inoltre per chi era in piedi era inevitabile posare lo sguardo nella scollatura. Inoltre quella posizione mi accorsi dopo era una delle mie preferite per fare i pompini a mio marito. Avevo la figa in fiamme, la sentivo completamente bagnata, alzandomi posai lo sguardo sul pavimento tra i miei piedi, avevo paura di averlo macchiato talmente mi sentivo eccitata.
Quando mi alzai non potei fare a meno di incrociare, o (forse li cercavo io) gli sguardi degli uomini. Sembrava che si fossero invertite le parti, io ero eccitata dai loro sguardi, mentre erano loro a sembrare imbarazzati.
Tanto da essere loro a guardare altrove, era una sensazione bellissima, mi sentivo bene non credevo che potesse piacermi e gratificarmi tanto. Per contro erano le donne, che con i loro sguardi inequivocabili mi giudicavano. Mi facevano sentire una poco i buono, una minaccia per i loro uomini. Non era mia intenzione rubare il maschi a nessuno, ma loro non potevano saperlo, comunque mi divertivo, nel vedere tutte quelle donne che con aria di sfida si avvicinavano ai loro mariti. Dopo averli squadrati per bene, li esortavano con fare deciso a proseguire oltre attraverso le corsie del supermercato. Ma la cosa più divertente per me era il fatto che subito altri uomini si avvicendavano a godersi lo spettacolo. Mentre mi passavano accanto era loro cura rallentare il più possibile per assistere meglio alla scena, i più audaci addirittura si fermavano, fingendo con fare indifferente di essere interessati ad un qualsiasi prodotto. Mio marito nel frattempo, leggermente in disparte si godeva divertito tutto quello che stava accadendo intorno a me. Quando finimmo di fare la spesa, ci avviammo verso l’uscita, arrivati all’altezza delle toilette mio marito mi chiese di entrare e di togliermi gli slip, in questo modo sulla via di casa poteva accarezzarmi meglio la figa bagnata. Non melo feci ripetere, entrai in bagno e mi tolsi la mutandine, ma prima di riporle nella borsetta aspettai di essere sulla porta d’uscita. Mio marito aveva uno sguardo beato vedendomi avvicinare con gli slip bagnati in mano. Penso che molti maschi che avevano assistito alla scena si eccitarono, il loro sguardo era inequivocabile. Salimmo in macchina, alzai nuovamente la gonna e questa volta non aspettai la mano di Luca per aprire le cosce. Volevo offrirgli al meglio il mio sesso bagnato. Mio marito mi fissò e senza troppi preamboli mi disse: “Sei una troia impagabile e sai essere stupendamente eccitante.“ “Lo so” risposi decisa, “non pensavo potesse piacermi tanto e adesso che ho scoperto questo stupendo modo di giocare non voglio smettere di divertirmi. Anzi voglio continuare a divertirmi e a comportarmi da troia in pubblico come mi hai chiesto” mio marito mi stava accarezzando la figa senza preoccuparsi dello spettacolo che stavamo dando all’interno del parcheggio. Durante il tragitto verso casa le sue carezzami fecero raggiungere l’orgasmo. Rientrati a casa al culmine dell’eccitazione lo ringraziai della stupenda esperienza che mi aveva vista protagonista, facendogli un bel pompino.
Dopo quell’esperienza, il gioco dell’esibizionismo mi prendeva sempre di più. Casualmente un sabato incontrai nel centro commerciale Carla, l’amica di una vita. Carla ed Io ci conosciamo da sempre, siamo coetanee e quando la vidi provai l’imbarazzo della prima volta. Luca ed Io ci avvicinammo, sul volto della mia amica comparvero immediatamente un sorriso e uno sguardo malizioso. Con Carla era così non le si poteva nascondere nulla, ha la capacità di cogliere ogni più piccolo particolare. Dopo qualche giorno invitai Carla a casa per un caffè, iniziammo a parlare del più e del meno, delle ferie e altre cose del genere. Poi ad un certo punto non potevo più aspettare, avevo la necessità di condividere le mie esperienze vissute quell’estate con qualcuno. Carla mi sembrava la persona più adatta, per chiedere dei consigli in merito alle mie esperienze. Carla è una persona molto equilibrata, sicuramente i suoi consigli mi avrebbero fatto bene. Le raccontai tutti i particolari delle mie esperienze esibizioniste. Sentivo il suo respiro farsi affannoso, poi mi chiese di poter visionare il sito dove c’erano la mie immagini, era curiosa e ansiosa di vedermi su quel sito. Il suo respiro affannoso le faceva gonfiare i seni, non avevo mai visto la mia amica Carla con quello sguardo, era un misto di curiosità e d’eccitazione. Ci sedemmo e mentre aspettavamo che il PC partisse notai che Carla aveva le gambe leggermente aperte, e si muovevano nervosamente nell’attesa, non potei fare a meno di guardare le sue cosce, cosi tornite e abbronzate, le trovavo bellissime, ai piedi portava un paio di sandali con tacco a spillo, era tipico di Carla, il suo look era sempre perfetto, impeccabile. Mi sentivo strana era la prima volta che guardavo una donna in quel modo, Cala poi, la mia migliore amica non l’avevo mai vista sotto quell’aspetto, era molto carina e molto attraente. Lei penso che abbia intuito qualcosa, mi guardò quasi distrattamente con occhi maliziosi e oserei dire eccitati, e mentre lo faceva allargo ancora un poco le gambe.
Mentre sfogliavamo le immagini in internet con disinvoltura si sollevò leggermente la gonna, poi prese la mia mano e la appoggiò sulle sue gambe. Ero imbarazzatissima, non avevo mai accarezzato una donna prima di allora, la mia mano scivolò tra le cosce di Carla e la accarezzai gli slip bagnati. Carla fermò la mia mano che si muoveva quasi automaticamente e mi chiese se la cosa m’imbarazzava. Non saprei di preciso risposi, ero confusa strana ed eccitata allo stesso tempo. Anch’io mi disse la prima volta mi sono sentita come te adesso. La guardai spalancando gli occhi. Ma Carla, dissi con aria sbalordita, pensavo che tu…… Lei mi diede il tempo di dire altro, mi mise un dito sulle labbra per farmi tacere, poi si alzò in piedi e in un istante alzando la gonna sui fianchi si sfilò gli slip. Adesso lei era lì in piedi, con quelle bellissime gambe aperte e la sua figa bagnata ad un palmo dal mio volto. Allungai le mani e le appoggiai al suo culo tornito accarezzandolo, poi con un leggero colpetto la tirai verso di me, volevo sentire il profumo della sua figa eccitata. Carla apri ancora di più le gambe, la sentivo tremare in equilibrio precario su quei tacci a spillo, la sua figa rasata nella zona delle grandi labbra era uno spettacolo meraviglioso. Carla mise le sue mani sulla mia testa e mi chiese di leccarle la figa era molto tempo che una donna non lo faceva mi disse, non melo feci ripetere e con la mia lingua iniziai ad insinuarmi tra quelle labbra calde e umide di piacere. Non riuscivo più a staccarmi, ero inebriata da quell’esperienza. Ci pensò Carla a staccarmi dalla sua figa, face due passi indietro, la guardai con aria delusa, aspetta mi disse cogliendo il mio disappunto per la figa che mi aveva tolto mentre la stavo assaporando così bene. “Aspetta solo un attimo e non te ne pentirai” mi disse, intanto si stava slacciando la camicetta, non potei fare a meno guardandola dal basso verso l’alto di notare i suoi capezzoli talmente duri che sembrava potessero bucare quel leggero tessuto, era proprio un gran bello spettacolo quello che Carla mi stava offrendo. Dopo essersi sfilata anche la gonna Carla rimase in piedi con addosso solo i sandali, allungò una mano e m’invitò ad avvicinarmi. Mi alzai e subito Carla si avvicinò, sentivo il suo seno e i suoi capezzoli duri come spilli contro il mio. Ero confusa, stordita, ma mi piaceva, era la prima volta che ero così in intimità con un’altra donna. Sentivo il suo respiro ansimante di Carla sul mio collo mentre mi spogliava, mi piaceva farmi accarezzare con tanta tenerezza dalla mia amica. Sentivo la sua mano appoggiarsi delicatamente tra le mie gambe alla ricerca del mio sesso bagnato di desiderio. Sentivo le sue dita che poco alla volta entravano nella mia figa.
A quel punto Carla si stacco dal mio corpo eccitato e s’inginocchiò per potermi leccate al meglio la figa ormai grondante di voglia di godere, le accarezzavo i lunghi capelli castani leggermente mossi, mentre le spingevo la faccia contro il mio pube. La sua lingua calda e umida sapeva proprio come dare piacere ad una donna e non impiagai molto a raggiungere l’orgasmo. La feci rialzare, mentre io ero lì in piedi, con le gambe aperte e tremanti di piacere in precario equilibrio sui tacchi la abbracciai con forza, volevo nuovamente sentire il suo seno turgido contro il mio. Feci accomodare Carla sul divano, ora volevo essere io a darle piacere. La allargai per bene la cosce mentre la accarezzavo i capezzoli gonfi di voglia, poi presi i piedi di Carla e li appoggiai alla seduta del divano, adesso la mia cara amica era uno spettacolo meraviglioso, in quella posizione la sua figa rasata era completamente aperta, pronta ad accogliere la mia lingua. Non riuscivo a smettere di alternare delle vogliose laccate di figa con delle penetrazioni con le mia dita. Sentivo il corpo morbido e profumato di Carla muoversi allo stesso ritmo della mia lingua, sentivo le spinte delle sue reni che spingevano la sua figa verso la mia bocca. Mi staccai per un attimo, Carla evidentemente vicina all’orgasmo mi guardò perplessa, aveva paura che la lasciassi sul più bello. Avvicinai le mie dita bagnate dell’umore della sua figa alle sue labbra e le chiesi di aspettarmi in quella posizione per pochi secondi. Andai a prendere il vibratore nero in camera, tornata dalla mia amica, con quell’enorme cazzo tra le mani, vidi il suo sguardo illuminarsi di libidine, mi accovacciai nuovamente tra le sue gambe e cominciai a sfregare quell’enorme cappella contro quella figa ormai eccitata e dilatata oltre misura. Poco alla volta spinsi il vibratore sempre più in profondità dentro a Carla, che a quel punto si lasciò andare senza più freni inibitori al suo orgasmo. Non avevo mai visto la mia amica in quel modo, spalancò in ancora di più le gambe, per accogliere al meglio quel grosso cazzo di gomma.
Poi guardandomi fissa negli occhi mi disse “non smettere troia continua a pomparmi, voglio godere come una puttana”, rimasi allibita, non avrei mai pensato di sentire uscire quelle parole dalla bocca di Carla. Dopo aver raggiunto il secondo orgasmo, Carla tolse il vibratore dalla sua figa e lo portò alla bocca e appoggiando le sue labbra carnose su quella cappella di gomma iniziò a succhiarlo e leccarlo avidamente. Dopo esserci ricomposte e preparate un buon caffè ci riproponemmo di rivederci di nuovo per scambiarci meglio le nostre esperienze. Ci salutammo con un profondo e appassionato bacio. Quando chiusi la porta mi sono sentita turbata da quell’esperienza, ma allo stesso tempo eccitata non vedevo l’ora di rivedere di nuovo Carla.
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