L’aria è afosa, al punto che quella brezza che ti scompiglia i capelli entrando dal finestrino dell’auto, è un alito caldo sulla pelle, ti guardo mentre ci avviciniamo alla nostra meta e percepisco la tua tensione salire km dopo km.
Ogni tanto ti tocco la mano, la coscia abbronzata che emerge dai tuoi shorts cortissimi di jeans, tu mi guardi ti sorrido nella semioscurità dell’abitacolo, so che sei tesa e so che lo sarai anche di più tra breve.
Una parte di me è intimamente preoccupata di questo, non egoisticamente per l’esito della serata, preoccupato per te, al tempo stesso però sono felice, perché so quanto questo ti sta costando e so che lo stai facendo per me ma anche per te.
Lasciamo la strada costiera principale, ed imbocchiamo quella sterrata che ormai conosci a memoria, tanto che ormai potremmo farla a fari spenti evitando le buche.
La luce dei fari ogni tanto sfiora la carrozzeria lontana di un altro paio di auto perse tra i cespugli, probabilmente altre coppie in cerca di intimità , mentre ci dirigiamo verso il pianoro vicino alla caletta.
Fermo l’auto vicino ad una grossa roccia, accendo la luce dell’abitacolo e ti guardo sorridente, rispondi al sorriso anche tu anche se un po’ nervoso, mi avvicino per baciarti e per un attimo temo che tu possa ritrarti, ma non lo fai, le lingue si cercano e si incrociano non appena le labbra si dischiudono, separarsi è quasi doloroso, ma non siamo li per quello…non solo per quello.
Scendiamo dall’auto in quell’abbraccio torrido che è l’aria di questa sera, il mare è calmo sotto questa luna piena che sembra l’inquadratura di un film.
Ti guardo nelle tue ballerine, shorts e canotta i capelli mossi dalla brezza marina e non riesco a non pensare che sei parte naturale di tutta questa natura che vedo intorno a te, una creatura della notte, non potresti appartenere a nulla di diverso.
Lenti con la torcia in mano ed appoggiandoti a me scendiamo la breve cigliata di scogli sino alla spiaggetta, getto a terra la sacca contenete gli asciugamani e poco di più guardando il mare nella semioscurità , mentre tu rimani un po’ indietro rispetto a me.
Stendo i teli sulla sabbia.
Mi giro e mi avvicino a te, cingo con le mani le tue spalle prima di baciarti ancora e sussurrarti all’orecchio ‘Ora lasciami fare, ti fidi di me?’, un cenno di assenso della tua testa, non mi aspettavo che avresti parlato a questo punto.
Inizio a spogliarti completamente, mi lasci fare e dopo inizio a spogliami e tu mi aiuti, niente costume da bagno, solo la notte, il mare e la nostra imperfetta nudità .
Sei dinanzi a me ora che guardi il mare, io sono dietro e ti pongo le mani sulle spalle, il contatto con la tua pelle è un invito insinuante, tentatore, ‘Ti prego tienimi vicina a te’, so della tua paura dell’acqua alta e del tuo timore di non poter vedere dove sarai una volta dentro, per via della notte, sei qui per farmi dono di questo.
Entriamo in acqua rinfrescante ma comunque caldissima, eppure in alcuni momenti sento la pelle d’oca sulle tue braccia, un attimo di esitazione quando ti raggiunge la vita e poi quando ti sfiora i seni, stai per fermarti, ‘Avanti avevamo deciso sino alla base del collo’ scelgo le parole con attenzione, le dico con dolcezza accompagnandole ad una stretta un po’ più salda sulle spalle.
L’acqua ti cinge e poi supera le spalle, ti giri concitata, posso intravedere solo il luccichio dei tuoi occhi, ma non ho bisogno di vedere altro per capire che mi stanno implorando di fermarti qui.
Ti abbraccio orgoglioso di te, ancora baci ed ora mani che accarezzano nell’acqua la pelle dell’altro incontrandosi, sfuggendo, le gambe inserite uno nell’altra, i tuoi capezzoli schiacciati contro il mio petto.
Lunghi minuti passati a coccolare i nostri corpi, cullati dallo sciabordio delle onde quasi assenti, accarezzo il tuo sesso con studiata lentezza, insinuandomi e ritraendomi, il tuo culo sodo mi riempie la mano libera ogni tanto stringo appena tra i polpastrelli, ogni volta che tu diventi più decisa nell’impugnare il mio.
Potremmo continuare ancora così ma, sono li con te per te…
Ti appoggio le mani intorno alle spalle e non sopra, volutamente, non voglio neppure per un secondo che l’idea che potrei trattenerti sotto ti sfiori, mi guardi nel buio e poi prendi un respiro e scendi sotto.
Un attimo prima si percepire le tue labbra cingermi e inglobarmi dentro te in un movimento di risacca… a volte interrotto quando ti dedichi all’asta, sento le tue mani sulle mie gambe, il mio culo.
Le mie mani mi trasmettono la tua intenzione di risalire che sorreggo e accompagno , prendi fiato, due tre respiri e poi di nuovo giù.
Vorrei poterti vedere così, ma la notte mi lascia solo in superficie e le tue mani che mi accarezzano il solco del culo mi fanno trasalire mentre scivolano al sacco dello scroto.
Riemergi ancora poco prima di portarmi al limite, riprendi fiato ma ti blocco incollo la mia bocca alla tua e alle tue labbra così meravigliosamente turgide per il pompino, lunghi minuti mentre ti blocco i polsi dietro la schiena e riprendo le carezze profonde tra le tue gambe.
Cerchi di riprendere ma ti fermo di nuovo, ‘usciamo ora tocca a te’, torniamo verso la riva questa volta l’uno di fianco all’altra mano nella mano sino al bagnasciuga, li ti fermo e ti faccio prima inginocchiare e poi piegare cola testa sulle braccia sull’asciugamano e il bacino proteso in alto, sei stupenda.
Prendo dallo zaino la catenella con le pinze per i capezzoli e le metto risoluto facendo passare la catenella sulla tua schiena, come delle redini, sussulti quando le chiudo.
Alzo la mano e la calo sul tuo culo, lo schiocco è sonoro abbozzi un gemito, poi carico ancora ed ancora, la tua carne bagnata è invitante , ora ad ogni sculacciata le dita si serrano attorno a quella carne.
Non sto contando i colpi e non ho chiesto a te di farlo, ma continuerò fintanto che non ti sentirò gemere più forte, solo allora smetterò, quel momento arriva.
Ti scosto le gambe e mi metto tra esse, inizio a sfregare la mia asta contro le tue grandi labbra, prima di penetrarti nella fica, ti sento mugolare e riesce difficile distinguere quale della tua umidità sia da attribuire al mare.
Affondo dentro di te con la fame che ho di te, ma non è ancora quello che voglio davvero, mentre faccio questo due dita iniziano a farsi strada nel tuo culo, lascio colare la saliva.
Il mare , la brezza, la risacca, gemiti, sospiri, respiri pesanti nulla è fuordiposto.
Esco da te per entrare nel tuo culo ora aperto, sento le pareti cedere mentre la cappella si fa strada sino a toccare con il mio plesso la tua pelle, inizio a muovermi e tu mi accompagni, tiro la catenella, le redini sui tuoi capezzoli, ti contrai, gemi, sei stupenda.
Sei dolce ed invitante così esposta, inebriante e sentirti gemere è musica, l’appetito di te mi divora a sua volta e spingo con forza mentre strattono e tiro la catenella, te tue gambe al fine cedono e io ti seguo giù ora hai il mio peso addosso e dentro di te mentre i tuoi seni costretti a terra spingono contro le mollette.
Vengo dentro di te….e mi adagio sul tuo corpo petto sulla tua schiena sostenendomi con le ginocchia e i gomiti per non schiacciarti ti bacio sulle spalle e il collo.
Nella semioscurità guardo il tuo viso di lato, giurerei di aver visto scivolare una lacrima, ma non stai piangendo.
Lunghi minuti così prima di uscire da te, altri lunghi minuti prima che tu ti alzi ed io ti liberi i capezzoli, poi fai qualcosa di inaspettato, in piedi mi tendi una mano.
La prendo e mi rialzo mentre tu ci riporti in acqua.
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