Una moglie per bene nellÂ’abisso della completa sottomissione (26)

“Stavo accettando una situazione dannatamente perversa, Nadine giocava il ruolo di moglie mentre Mia era in quella casa usata come una puttana da chissà quali…”

Così siamo quasi alla fine. Per farci scusare della lunga attesa
il capitolo sarà particolarmente corposo, magari da leggere in più riprese. cercheremo di pubblicare presto i capitoli finali. Buona lettura.
Per i vostri commenti sempre su [email protected]

Rientravo in quello che sarebbe stato un hotel di completo relax per la nostra vacanza. Mia non era con me, l’avevo lasciata chissà dove.
“La chiave della stanza è già stata ritirata da vostra moglie che vi sta aspettando” mi disse il portiere lasciandomi sorpreso ed indicandomi il salottino. Di spalle riconobbi il tubino di Mia e la sua pettinatura ed il fresco profumo che la distingueva. Raggiunsi il salottino. “Mia?” la chiamai sorpreso ed ancor più quando si girò. “Mi chiamo Nadine e Jamaal mi ha detto che avrei dovuto accompagnarti per i prossimi giorni”.
Un viso molto carino e con lineamenti molto simili a Mia. Senza tanti giri di parole mi spiegò che era il regalo di Jamaal per sostituire mia moglie e addolcirmi gli ultimi giorni prima di tornare in Italia. Sorpreso, senza sapere cosa dire ma piacevolmente attratto da quella presenza così gentile e leggiadra da farmi dimenticare che fosse una prostituta, mi lasciai prendere sottobraccio.
Appoggiava la sua testa sulla mia spalla “tua moglie è ormai una puttana di Jamaal ed io prenderò il suo posto ….se vuoi” quasi mi sussurrò.
Mi lasciai guidare verso l’ascensore passando davanti al portiere restato professionalmente silenzioso. Le sorrisi “domani sarà tutto finito e di certo non tornerò in Italia senza di lei”
La ragazza mi gelò “ sei così sicuro? Ormai il suo destino è segnato, non credo tu non abbia capito a cosa andrà incontro tua moglie. Jamaal sa come educare una donna come la tua e trasformerà la tua signora per bene nella più squallida delle sue puttane e, credimi, ha i mezzi per essere convincente e per farle accettare qualunque cosa le chieda: la strada, i bordelli, i locali di periferia. Comunque consolati, adesso sono io tua moglie” rise e mi mostrò la mano sinistra. Sorpresa e rabbia nel vederle portare l’anello di fidanzamento e la fede di Mia e restai ancor più sorpreso nel rivedere nella nostra stanza tutta la roba di Mia.
Nadine si richiuse alle spalle la porta , io non ebbi il tempo di aggiungere nulla, mi girai e lei si era già fatta scivolare ai piedi l’abito restando completamente nuda.
Mi sorrise e mi abbracciò iniziando a spogliarmi mentre io inebetito la lasciavo fare. Si mise in ginocchio davanti a me e prese il mio sesso tra le mani accarezzandolo prima ed iniziando a leccare l’asta aumentando la mia eccitazione e la voglia di lei. La lasciai fare. Mi infilò con maestria un profilattico e poco dopo mi spinse sul letto guidandomi a penetrarla. Le sue tette mi ballavano davanti agli occhi, le strinsi senza riguardo gustandomi la vista dei suoi capezzoli inanellati da con due percing più piccoli e meno appariscenti di quelli che avevano imposto a Mia. La spinsi a cambiare posizione e senza riguardo cercai il suo buchetto che senza fastidio penetrai. Presi un immenso piacere senza preoccuparmi minimamente del suo. Non avevo mai provato niente di simile con Mia neppure la sera in cui Gaston me l’aveva offerta in quella stanza dell’albergo ad ore. Sembrava non finisse più e la sua disponibilità neppure . Entrai ancora nel suo sesso prima che una scarica di adrenalina mi scosse togliendomi il respiro svuotandomi quasi con violenza. Mi rovesciai esausto supino ma il piacere mi stava dando non era ancora finito. Lei appoggiò le labbra sul mio sesso che si stava rilasciando sfilandomi il profilattico con le labbra e e passando con la lingua sul glande recuperando le ultime gocce del mio orgasmo. Senza dire altro lei si allungò appoggiata al mio corpo . Per un momento il mio pensiero ritornò a Mia ed a ciò che in quel momento stesse facendo. Ripensai alla prima sera in quel ristorante ed ora io ero nella stanza del nostro hotel con una puttana mentre mia moglie era diventata la “prof salope” ormai votata alle peggiori depravazioni. Accarezzai il sedere di Nadine, lei mi sorrise. “E’ stato bello” le dissi .
“E’ ancora niente, ti farò impazzire e vedrai anche tua moglie come sarà cambiata quando e se Jamaal te la renderà”
Rimisi i boxer . Nadine invece restò nuda sdraiata al mio fianco. Mi addormentai con un sorriso perverso immaginando a come quelle vacanze avrebbero cambiato Mia.

Prima giornata senza Mia

Ho un sonno profondo per questo il risveglio fu piacevole sentendole mani di Nadine scorrere sul mio sesso, ed ancora più piacevole sentire le sue labbra scorrere sulla mia erezione che lentamente si rinvigoriva. Non avevo mai avuto un risveglio tanto piacevole. La lasciai fare accarezzandole la testa guidando i movimenti del suo capo alla ricerca del mio piacere.
Sembrò che non finisse mai e la mia eccitazione la raccolse interamente in bocca senza alcuna esitazione . Ancora più eccitante il seguito quando si attardò sulla mia erezione lentamente evanescente facendo scivolare la lingua per ogni centimetro raccogliendo le tardive gocce del mio piacere. Difficile descrivere l’intera sensazione che provai e che nessuna altra donna mia aveva dato tantomeno Mia. Mia , io ero con una prostituta e lei …. mia moglie era nelle mani di qualcuno a fare probabilmente le stesse cose se non qualcosa di ancor più vergognoso che nella sua vita non aveva mai fatto. Non riuscii a mantenere l’attenzione su mia moglie perché Nadine accarezzandomi il petto mi sorrise con un radioso “buongiorno”.
Giocava il ruolo della moglie premurosa finendo con organizzare la giornata. La vidi indossare l’intimo di Mia, quel suo abito tanto pudico che avrei volentieri gettato ma che su di Nadine mi creava una piacevole e stimolante sensazione. Le scarpe con un accenno di tacco, i gioielli ed un minimo di trucco. Spruzzandosi il profumo mi chiese se non mi sarebbe dispiaciuto accompagnarla ad acquistarne uno di suo gradimento .
Stavo accettando una situazione dannatamente perversa, Nadine giocava il ruolo di moglie mentre Mia era in quella casa usata come una puttana da chissà quali altri occupanti di quello stabile. Solo un piccolo pensiero perché mi piaceva avere Nadine con me.
Uscimmo dal nostro hotel e lasciai che mi prendesse sottobraccio. Comportandosi come se fosse veramente mia moglie, senza alcun atteggiamento che mettesse in rilievo quello che era realmente.
Così mi trovai a camminare mano nella mano come due innamoratini di Peynet. Inutile descrivere altri dettagli della giornata che si concluse in una cena a lume di candela in un ristorante panoramico sulla Senna con un ambiente molto ricercato stile anni 30 ed un ritorno in hotel con un’ora di sesso di fuoco.

Seconda giornata senza Mia

Il mattino successivo Nadine mi offrì l’inizio della giornata come il giorno precedente. Il mio abbandono a quella sua fellatio era completo quasi a fare di Mia un fantasma del passato a cui non rendere conto, anzi pensando a Mia trasformata in una puttana quasi mi aumentava il piacere che Nadine mi stava dando. Una sorta di legge del contrappasso come se fosse il prezzo che Mia doveva pagare per tutto quello che non mi aveva offerto per il tempo passato insieme. Con Nadine era completamente differente e mi rendevo sempre più conto che non dovevo neppure chiedere visto che lei metteva in pratica quello che poteva essere il desiderio di un momento. Ancora tutta una giornata in cui Nadine sembrava la perfetta compagna di una coppia in vacanza. Ogni occasione divenne propizia per abbandonarsi ad effusioni con lei che cercava di provocare la mia voglia di possederla in ogni momento.

Terza giornata senza Mia

Non mi era mai capitato di stare giorni con una donna che non fosse Mia ed ormai era diventata una piacevole abitudine sentirmi risvegliare dalla labbra di Nadine che iniziavano a succhiare il mio sesso e quella mattina più del solito. Era dolcissima, sulle sue labbra ancora un filo del mio sperma che con malizia asciugò facendovi passare sopra la lingua e mordendosi le labbra.
“Mi piaci Nadine” le sussurrai consapevole di quanto nella sua lingua, mi piace avesse un doppio significato e quel “je t’aime Nadine” sembrò tuonare in quella che era stata la stanza che con Mia avevamo scelto per la nostra vacanza.
“Sei un tesoro , anche a me piace essere la tua donna mentre la tua prof salope si starà prostituendo per Jamaal ed è quello che vuoi anche tu”. Il sorriso e la risposta di Nadine finirono per ottenere però l’effetto opposto.
Mia era mia moglie come potevo essere così stupido da accettare una situazione così degenerata.
“Non avrei dovuto abbandonarla” dissi ad alta voce “ non voglio che Jamaal ne faccia la sua puttana e la tenga con lui per un mese come mi ha detto. Fra qualche giorno quando termina la nostra vacanza me la riporto a casa”.
“Jamaal non la lascerà di certo tornare con te. Per lui è solo un divertimento spingere alla depravazione completa una signora per bene come la tua e troverà il modo più perverso per farle capire la sua condizione e quello che sta diventando ”.
Paura, pentimento mi scossero.
“Non vorrei essere al posto di tua moglie ora,ma, se hai accettato di lasciarla questi giorni da Bet, sai cosa le aspetta. Jamaal ne farà una puttana completamente sottomessa ed educata ad accettare qualunque richiesta.” Nadine mi raccontò tutto. Era una casa delle banlieu a nord della città , case dormitorio che , così mi raccontava Nadine, Jamaal usava per punire le sue ragazze ribelli offrendole per giorni interi a pochi euri agli inquilini in genere disoccupati immigrati o poco di buono e senza fissa dimora che bazzicavano da quelle parti.
“credo che se tu la vedessi ora te ne faresti una ragione cambieresti idea e non vorresti più averla al tuo fianco” Come poteva pensare una cosa del genere? La supplicai di portarmi da lei.
Per risposta Nadine ridivenne la “gattina” dei giorni precedenti, mi accarezzò e strusciandosi col corpo sul mio mi chiese se avessi voglia di fare sesso con lei. Ripensavo a quello che mi aveva detto alla sorte di Mia ,ma la mia voglia di Nadine mi stava divorando o forse mi eccitava allo stesso modo sapere il trattamento a cui Mia sarebbe stata sottoposta in quei sordidi palazzi. Nadine distesa tra lenzuola abbracciata a me mentre Mia, meglio la prof salope passava le notti su un pagliericcio dopo che era passata tra le mani di decine di individui a cui aveva offerto il proprio corpo

Quarto giorno senza Mia

Quella mattina il mio risveglio fu diverso dal solito. Nadine era al telefono ed appendendo il ricevitore mi sorrise “ho un regalo per te, tesoro. Jamaal ti permette di rivedere la sua puttana”. Confusione stupore e curiosità. Ci preparammo ed uscimmo.
Così ritornai accompagnato da Nadine in quel quartiere periferico, dormitorio di emarginati ed extracomunitari.
“Sono curiosa di vedere la faccia che farai dopo aver visto quello che è diventata tua moglie”.
Sentii il mio cuore sfarfallare. Ritornammo alla casa di Bet. Ci accolse il nano che subito fece cenno di parlare a bassa voce “Tua moglie ha fatto la nostra serva – parlò a mezza voce – ma anche la svuota coglioni di tutto il palazzo, anche se per convincerla abbiamo dovuto punirla” aggiunse e, mettendosi le dita sulle labbra come se ci chiedesse di non fare altro rumore, ci guidò verso l’altra stanza. Prese visione per primo poi, scostandosi, mi sorrise e mi disse di guardare. Credetti di svenire. Pochi secondi ed il flash della vita passata con Mia passò velocemente davanti ai miei occhi. Mia era distesa completamente nuda. Fosse stato solo quello. Anche se ormai credevo di averla vista sottomessa a quanto di più vergognoso si potesse abbassare, la vedevo per quello che volevano da lei, la loro schiava-puttana. Bet era disteso nudo sul letto e Mia completamente accovacciata tra le sue gambe con la testa appoggiata sulla sua coscia con il volto proteso verso un sesso flaccido ma appariscente. Intorno alle caviglie ed ai polsi bracciali di metallo da cui pendevano degli anelli chiaramente necessari per imprigionarla. Con il suo collare, segno della sua sottomissione, ed a cui era agganciato un guinzaglio, dipendeva dalle voglie di Bet che, aperti gli occhi e per niente turbato dalla nostra presenza, senza neppure coprirsi per decenza ci sorrise e strattonò Mia per il guinzaglio. Lei aprì gli occhi. Io arretrai per non essere visto, ma Mia neppure si accorse che sulla porta della stanza c’erano altre persone oltre a quell’uomo che la possedeva come una cagna. Senza chiedere nulla iniziò a leccare quell’arnese davanti alle sue labbra, come se quello fosse il suo compito. La verga del bestione prese consistenza. La lingua di Mia correva su quell’asta vergognosamente, le sue labbra sfioravano i testicoli baciandoglieli, la sua saliva impregnava quel sesso fino a che spalancò la bocca e lo accolse iniziando a succhiarlo. Non potevo resistere nel vederla ridotta in quello stato. Mi tirai in disparte.

Nadine mi prese sottobraccio “Cosa ti aspettavi di vedere? Se tua moglie è arrivata a questo punto è perché tu hai deciso di cederla a Jamaal come schiava. Così per farne la sua puttana mentre tu passavi il tuo tempo con me lei ha imparato ad accettare tutto ciò che le veniva chiesto”
Il clochard fu più diretto “Ormai quasi tutti in questi palazzi hanno apprezzato le sue prestazioni ed ancora di più erano attratti sapendo che fino a pochi giorni fa era una seria signora per bene ..e a quei prezzi poi…”
“cosa vuol dire?” mi rivolsi interrogativo a Nadine.
“Che la tua signora si vendeva per pochi euri, come voleva Jamaal, a tutte quelli a cui è stata offerta …- precisò dietro di me il clochard che era sopraggiunto – ha fatto del suo corpo uno strumento di piacere, presa come una cagna dominata ed umiliata si è adattata a godere nella sottomissione totale di chi disponeva di lei a loro piacimento almeno una ventina di uomini al giorno o qualcuno di più. Erano le indicazioni di Jamaal per il suo abbattage di apprendimento”.
Utilizzata da tutti senza alcuna limitazione lei che era una seria professoressa abituata al lusso ora deve sprofondare in questo inferno

Mi sedetti attorno al tavolo svuotato di ogni forza, disperato, mentre Mia era ancora nell’altra stanza ad offrirsi a Bet. Il nano restava sulla porta a guardarsi la scena. Le reti cigolavano, il respiro del bestione nella stanza si faceva pesante e contemporaneamente crescevano i gemiti di Mia, gemiti di piacere, posseduta da un bestione peloso dall’aspetto ripugnante. Abbassai la testa sul tavolo. Non potevo credere che in quei pochi giorni si fosse offerta a tutti quegli uomini. La sentivo ansimare e mugulare dal piacere. Poi silenzio, rialzai il capo , la vidi sfilare il profilattico di Bet e una volta tra le mani riversò il contenuto in una ciotola ai piedi del letto mentre il bestione usciva dalla stanza
Fui però subito distratto da nuovi gemiti di Mia e la rete che cigolava di nuovo. Il clochard non c’era più, Nadine , seria , quasi comprensiva mi chiese se volessi andarmene.
“come posso lasciarla qua a continuare a prostituirsi, io l’amo , abbiamo fatto un gioco e siamo stati complici insieme”.
Nadine mi riportò bruscamente alla realtà “ Forse all’inizio ma ora le cose sono cambiate lei è solo una delle puttane di Jamaal, come lo sono io, fattene una ragione”. Anche il clochard si stava scopando Mia e lei, senza ritegno, stava godendo. La scopata fu più lunga della precedente e per questo ancor più deprimente.
Anche il clochard uscì dalla stanza si mise a parlare con Bet così che senza che me ne accorgessi il nano era entrato nell’altra stanza con Mia. Non sapevo più cosa provare per lei; ero ancora innamorato, mi pentivo di averla iniziata a quel gioco ma, sottomessa in quel modo, la trovavo perversamente eccitante. Mi ricordai quando non metteva le calze perché , diceva,”fanno tanto puttana” ed ora cos’era diventata? Per tre giorni era stata la troia di quei loschi individui. Sentii il nano dire qualcosa, ma capii solo “.. cagna….”

I due mi sorrisero indicandomi di seguirli e spiare ancora in quella camera.
Mi alzai di scatto avvicinandomi alla porta in preda ad una crisi di rabbia, Bet mi fermò ma mi bloccai io stesso sulla porta.
Mia ripetè la stessa sceneggiata tenendosi tra le mani il profilattico abbondantemente disteso ne versò il contenuto nella ciotola ed inginocchiandosi subito dopo davanti al nano iniziò a leccare la verga tesa . Avrei voluto entrare, strapparla a quel suo destino. Il nano le porse un nuovo profilattico e lei lo scartò mentre continuava a leccargli la verga eretta . Smise solo per infilare il profilattico sulla verga del nano che poi le sussurrò qualcosa all’orecchio e quasi per un cerimoniale a cui era stata abituata, si mise a quattro zampe e gli girò il culo divaricando le chiappe e lasciando che lui le infilasse un dito nel suo buchetto.
“ti piace porca” Mia non parlava, sculettava volgarmente sotto la spinta di quel dito.
Il nano si girò verso di noi compiaciuto, le tirò una manata violenta sulle chiappe “sul letto puttana come ti ho insegnato.”.
Mia a gattoni raggiunse il letto e vi si stese sopra.
Iniziò a carezzarsi le tette mostrando la sua sporca eccitazione .
“brava la mia cagnetta – disse lui – sei veramente una vacca”
Mia allargò le gambe mostrandogli il suo sesso pronto per essere nuovamente usato lasciandosi montare sopra. Mia lo abbracciò e lui penetrandola interamente le si incollò sulla bocca senza che lei opponesse resistenza.
Non resistetti e nuovamente mi ritirai . Quella sua completa disponibilità mi trapassò il cuore.
Altro che obbligata, era veramente quello che dicevano di lei, una porca che godeva della sua sottomissione. E pensare che con me, per anni, aveva fatto la santarellina centellinando il sesso come un obbligo.

Bet chiamò il clochard che seguendo le indicazioni iniziò a filmare Mia .
“Il film serve per il mercato amatoriale del porno. Il suo padrone vuole che si faccia tutto quello che serve per educarla e trasformarla in una puttana sottomessa per questo le abbiamo imposto tutto quello che serve per spingerla sempre più in basso e proprio perché è una signora per bene la sua educazione doveva essere più dura rispetto a qualunque altra ragazza di Jamaal”
Il rapporto durò meno degli altri. Lei si sollevò dal letto mentre il nano si rivestiva. Sempre spiandola senza che potesse vedermi, scomparve nella stanza vicina . Tornò poco dopo tenendo tra le mani un vassoio con una tazza di caffè ed inginocchiandosi di fronte al nano gliela porse.

Mia moglie nuda in una stanza dopo essere stata il giocattolo sessuale di quell’uomo si prestava a fargli da cameriera, era una scena assurda impensabile per quello che Mia era nella vita quotidiana ,lei da sempre servita e riverita. Con la mano tremante Mia fece traboccare dalla tazzina qualche goccia di caffè. Con una flebile voce si scusò. L’uomo sorseggiò il caffè ed indicò la ciotola sul pavimento piena del liquido riversato dai profilattici, le ordinò “la tua colazione”. Penosamente raggiunse la ciotola a gattoni ed iniziò a leccarla. Era disgustosamente eccitante vederla ridotta a quel servilismo degradante. Sulla spalla il tatuaggio definiva in pieno la sua condizione “Salope de Jamaal”.Piegata verso la ciotola restava con il culo sollevato in vista a tutti continuò il suo ingrato compito fino a svuotare tutto il contenuto.
Come se la volesse ulteriormente umiliare il nano rovesciò qualche goccia di caffè sul pavimento. “per te puttana”.
Restai annichilito “ Grazie mio signore” fu la sua risposta e si chinò leccando ignobilmente quello che era stato versato. Ma non finì li.
“Guardami – le gridò Bet entrando nella stanza – questi giorni ti sono serviti dillo al tuo padrone Jamaal a cui invieremo il filmato”
“Padrone Jamaal spero che siate soddisfatto per come la vostra puttana si è offerta a tutti”
“e se ti chiedesse di più?” ringhiò Bet.
“Padrone potrete chiedermi qualunque cosa sono a vostra disposizione, ho fatto e farò tutto quello che vorrete”
“sei un’incapace, hai rovesciato il mio caffè meriti di essere punita nuovamente”
“no vi prego ,non voglio tornare nel pozzo, punitemi come volete, ma non nel pozzo” Rispose intimorita quasi piangendo. Già ilpozzo e chi se lo ricordava, quindi Mia era stata sottoposta anche a quella perversa prova. Non riuscii a pensare ad altro anche perché la mia attenzione fu distolta da passata da Bet che le indicava uno scudiscio per terra “come quella cagna che sei diventata a quattro zampe raccoglilo con la bocca e portamelo” . Mia si girò e gattonando arrivò allo scudiscio e raccogliendolo con la bocca lo portò all’uomo.
Cosa stava facendo, si offriva spontaneamente per essere frustata.

Bet prese tra le mani lo scudiscio e la guardò severamente.
“farò tutto quello che mi chiederete tornerò nel palazzo, offritemi a tutti mostratemi a tutti per quella puttana che sono” la voce di Mia mi fece inorridire.
“per educarti hai bisogno di essere punita con la frusta”
“si è vero, avete ragione, punitemi” Bet fece vibrare lo scudiscio che colpì le natiche di Mia che sussultò senza emettere un gemito.
“grazie signore sono pronto a soddisfare chiunque vorrete fatemi scopare inculare la mia bocca accoglierà tutti i sessi che volete .Sono fatta per essere trattata senza pietà perché sono l’ultima delle puttane come vuole il mio padrone Jamaal ed essere trattata in questo modo, mi vergogno, ma mi eccita enormemente”
“quindi ?” le chiese sollevando di nuovo lo scudiscio.
“frustate la vostra puttana perché si è ribellata”. Incredibile sentirla pronunciare quelle parole, mentre Bet fece sibilare altri colpi.

Intanto uno sconosciuto era entrato nella stanza
Nadine mi prese per mano trascinandomi verso l’uscita “Capisci perché dovrai tornartene in Italia senza di lei? Jamaal ti vuole lontano da lei quasi mille chilometri senza poter far nulla, devi lasciarla nelle sue mani a subire ogni tipo di perversione e continuare la sua strada verso il più infimo degrado sessuale?”
Il nuovo arrivato entrò nella stanza
Bet tirò due altre scudisciate. Mia non solo non supplicò di fermarsi ma con voce flebile “la vostra puttana vi ringrazia della punizione che si è meritata”.
“Jamaal deve capire che i miei metodi sono all’altezza di quello che mi ha chiesto” e fece partire un’altra scudisciata sulle natiche e poi passò lo scudiscio al nuovo arrivato che a sua volta impresse due altre nerbate.
Questa volta Mia supplicò il nuovo venuto “pietà, farò tutto quello che volete “
“Taci puttana devi aprire la tua bocca solo per succhiare – fu la secca risposta di Bet – adesso striscia ai suoi piedi e leccali e dopo succhiagli il cazzo.
Il nuovo venuto tolse le scarpe mostrando a Mia i piedi non certo un esempio di massima igiene. Mia ubbidì e si prostrò davanti al nuovo venuto mostrando a che livello di sottomissione fosse arrivata. Una volta soddisfatta quella infame richiesta l’uomo la fece mettere in ginocchio davanti a lui e le esibì il suo sesso già in erezione. Ancora una volta non si sottrasse a quella pratica che ormai aveva acquisito come una vera professionista.
Non durò molto ma quello come per disprezzo le tenne il viso e schizzò sulla faccia di Mia asciugandosi poi tra i suoi capelli.

Bet le agganciò il guinzaglio al collare e la affidò al nuovo venuto “ andiamo troia è ora di mettersi al lavoro “ e la trascinò verso la porta.
Mia ora mi avrebbe scoperto. Se non fosse che Nadine, abbracciandomi, mi spinse verso un angolo buio del pianerottolo. Mia uscì completamente nuda camminando a piedi scalzi. Scese le scale lasciando che il suo accompagnatore le palpasse il culo. Ci affacciammo alla finestra e la vedemmo attraversare il cortile sculettando come se non avesse fatto altro in vita sua. Entrò nel condominio dinnanzi.

Mi girai e questa volta fui io a scendere dalle scale prendendo Nadine per la mano. Lei seppe cogliere i miei sentimenti contrastanti “ Ti aspettavi qualcosa di diverso? Hai deciso con lei di lasciarla nelle mani di Jamaal ed ormai quello è il suo mondo e ti garantisco che sarà disposta a tutto pur di evitare di essere punita e ripetere la penitenza del pozzo; io ho provato il pozzo qua sotto e ti garantisco che per evitarlo sei disposta a qualunque cosa”
Finii col confessarle che il degrado in cui avevo visto cadere Mia mi aveva anche eccitato anche se comunque avrei voluto porre fine a quella sua depravazione. Avevo verificato direttamente quanto in modo ormai senza ritorno la sua discesa agli inferi della prostituzione era iniziata ma anche quanto la sua naturale propensione alla sottomissione l’aveva invasa in modo irreversibile
Completamente avvilito seguii Nadine nel cortile per uscire da quel complesso di edifici senza chiedere altro sulla sorte di Mia. Come un fantasma comparve Jamaal . Nadine lo salutò tirandosi da parte e lui le ordinò di ritornare al nostro hotel senza di me.

“Allora hai apprezzato il modo con cui stiamo educando tua moglie o dovrei dire la mia nuova puttana?”
Non riuscii a dare alcuna risposa che lui continuò “Le punizioni a cui è stata sottoposta l’hanno trasformata in una delle mie puttane più disponibili, docile e sottomessa e credo che ormai anche lei abbia accettato la sua nuova vita e abbia capito che sarà impossibile per lei riprendere la sua vita di saggia professoressa.
Ora il suo piacere sarà solo quello di essere presa in tutti i modi e pagata per le sue prestazioni provando piacere nel lavorare per me e sentirsi umiliata ma godere nella vergogna di di questa sua nuova vita.”

Pensai a quello che Mia in pochi giorni era diventata, una puttana e che lo sarebbe stata se l’avessi lasciata sola a Parigi nelle mani di quell’uomo Mia non aveva altre scelte se no quella di offrirsi a tutti quei sessi che avrebbe accettato di ricevere ogni giorno senza conoscere sosta. Ma pensai anche a quel mondo di sesso che incoscientemente avevamo cercato senza che non ci fosse stato imposto e da cui ora era impossibile uscirne. Mia era diventata realmente quello che il gioco di una sera avevamo provato insieme.
Ero incredulo completamente disorientato.

Il mio volto disegnava sdegno, paura incertezza sulla sorte di Mia.
“Tua moglie ha scelto volontariamente e se non mi credi seguimi e giudicherai tu stesso” .
Mi fece cenno di seguirlo
Entrammo nel palazzo in cui Mia era entrata accompagnata dallo sconosciuto.
Salita una prima rampa di scale ci trovammo in un lungo corridoio che finiva con una porta. Una fila di venti trenta uomini rumoreggianti in lingue che non conoscevo. Volti equivoci, per lo più gente di colore, vestita in modo sciatto sporco che non aveva nulla a che vedere con le persone comunque più eleganti che avevo visto nel sexy shop gioire delle grazie di Mia. Un odore misto di tabacco e sudore e sesso.
Jamaal mi battè una mano sulla spalla “ Quando si sparge la voce che c’è la prof salope accorrono tutti e questa fila è solo da un’ora”.
“voglio che tu assista ad un altro passaggio della sua degradazione”
Mi fece cenno di seguirlo e passammo in una stanza contigua in una stanza con una vetrata ,capii dopo che ea un finto specchio, dall’altra parte Mia, ovviamente non poteva vederci, insieme ad un’altra donna che la stava truccando. Mia non era più nuda, aveva indosso delle calze autoreggenti ed un reggiseno carioca che lasciava i capezzoli liberi con il percing in evidenza. Calzava dei sandali e tacchi altissimi che la obbligavano quasi a stare sulla punta dei piedi.
La donna finì di truccarla e lei alzandosi si specchiò. Il suo sguardo era fisso davanti a me, irriconoscibile: le sopracciglia tatuate, un ombretto nero le circondava gli occhi allungandosi a coda, il rossetto rosso vermiglio sulle sue labbra siliconate.
Jamaal mi lasciò ed entrò nella stanza.
Alla sua vista Mia gli si inginocchiò davanti prostrandosi ai suoi piedi baciandoli. Jamaal le accarezzò la testa.
“ i tuoi capelli sono molto belli e ci tieni molto, vero?”
Mia fece un cenno di assenso con la testa.
“la tua nudità deve essere totale ,e dimostrare la tua estrema sottomissione.”
La donna fece sedere Mia e le si avvicinò con delle forbici in mano.
Mia ebbe un sussulto. “Vi prego è orribile, risparmiatemi anche questa umiliazione”
“ti voglio vedere con la testa completamente rasata ma voglio che sia tu a supplicarmi di farlo”
Un attimo di silenzio e restai sbalordito della sua sottomissione.
La sentii singhiozzare “Vi appartengo padrone ,sono la vostra schiava e puttana , vi prego di rasarmi i capelli”
La donna impassibile iniziò a tagliarle delle ciocche di capelli ed in breve la vidi con una sola massa informe di capelli . Mia era restata impassibile anche se i suoi occhi si riempirono di lacrime. Ero senza fiato di fronte a quello spettacolo umiliante e nella sua perversione eccitante nel vedere quello che stava subendo. La donna prese poi un rasoio elettrico e lo passò sulla testa di Mia fino a lasciare solo un piccolo strato di capelli per poi spargere uno strato di schiuma saponaria e completare quell’operazione con una lametta per rendere la sua pelle liscia e lucida.
Non era più mia moglie, ma la schiava di Jamaal umiliata davanti a me. La donna che l’aveva ridotta in quello stato su indicazione di Jamaal prese uno specchio. Mia vide la sua immagine riflessa e solo questa volta vidi una lacrima colarle sul viso e sbavarle il trucco.

Lo spettacolo era eccitante e pauroso allo stesso tempo vedere quella che era sino a qualche giorno prima una seria professionista trasformata in quel modo. Cos’era diventata?
Jamaal le sorrise. “ti piaci il tuo nuovo look , schiava?”
Meccanicamente gli rispose scuotendo il capo.
“ora sei la mia schiava , la testa rasata rappresenta la tua completa sottomissione. Una puttana, la mia puttana , solo da usare,”
La donna le diede uno scossone . “ringrazia il tuo padrone di essere diventata quello che sei”
Mia chinò il capo e mentre Jamaal le girava le spalle sospirò “grazie padrone”
Ne aveva fatto anche fisicamente un’altra donna ancora bella, eccitante e ormai trasformata in un oggetto solo un oggetto a disposizione dei suoi clienti un corpo completamente imberbe, completamente spogliato di dignità imbellito solo dai tatuaggi e dal percing segni della sua schiavitù.
Jamaal ritornò da me ed insieme a lui entrò Cosimo “Ora sono soddisfatto , vedere quella stronza di tua moglie, la professoressa dai toni perfetti umiliata trasformata in quel modo mentre tu osservavi la sua caduta all’inferno non ha prezzo. Oltretutto l’abbiamo anche filmata. Credo che quando tornerà in Italia sarà impossibile che mi possa negare qualunque mia richiesta.”
Era la fine di una vita di signora per bene , forse del nostro matrimonio. Non riuscì a ribattere nulla.
Vidi la donna indossando dei guanti versò sul cranio raso di mia moglie un liquido biancastro iniziando a massaggiarle la testa. Jamaal intanto spiegava a Cosimo l’utilità di quel prodotto necessario a a bruciare i bulbi piliferi impedendo la ricrescita dei capelli almeno per un anno. Se poi l’avessero voluto una seconda applicazione l’avrebbe resa definitivamente calva.
Ero senza parole.
Finito quel trattamento le corresse il trucco. Poi le mostrò dei braccialetti colorati su di un tavolo.
Non capivo il senso. Vidi la donna parlare con Mia. Jamaal mi precisò “Oggi e domani la mia schiava deve passare in questo casa a prostituirsi giorno e notte ed è molto gettonata ,come hai potuto vedere dalla fila qua fuori . Le lascio la possibilità di scegliere per che prestazioni rendersi disponibile. E’ stato così anche per gli altri giorni, di solito tua moglie sceglie il braccialetto bianco che significa che lavora solo di bocca”
Lo guardai perplesso . “il braccialetto giallo offre solo la sua fighetta il verde si lascia solo sodomizzare e il rosso qualunque rapporto anche con più partner”.

Guardavo Mia nella sua squallida immagine nuda in quelle calze nere su quei sandali trampoli , completamente calva muovere i braccialetti distesi sul tavolo. La sua sottomissione a Jamaal non aveva più regole, voleva sentirsi trattata come la sua schiava ed era diventa la puttana di un macro francese. Cos’altro avrei potuto aspettarmi? La vidi raccogliere un braccialetto senza che riuscissi a vedere quale avesse scelto. La donna prese il guinzaglio tra le mani e la trascinò verso un’uscita.
Jamaal mi fece uscire e vidi Mia trascinata al guinzaglio dalla donna passare lungo la coda degli uomini assetati di sesso gridarle di ogni.
Era uno spettacolo indecente, la professoressa, meglio la prof salope schiava del suo destino e delle sue scelte perché squadrandola da capo a piedi in quella sua andatura sculettante vidi il braccialetto al polso. l braccialetto scelto era il rosso e capii che la sua depravazione era ormai totale e volontaria anche se mi chiesi se avrebbe mai potuto scegliere diversamente. Se l’aveva fatto aveva scelto il peggio, offriva completamente la sua completa disponibilità passando tra quegli uomini infoiati tra le loro grida dimostrando la conoscenza del significato del braccialetto. Mia scomparve dentro una soglia separata da una tenda . Jamaal con fare autoritario si fece largo mi permise di spiare la dentro.
Mia si stese sul letto. Spontaneamente divaricò le gambe come se sapesse cosa fare. Una posa postribolare e con le mani divaricò ulteriormente il suo sesso ormai slabbrato.
Un primo uomo entrò e dopo essersi infilato un profilattico senza alcuna gentilezza la penetrò. Con le mani giocava con gli anelli del percing di Mia emettendo grugniti e parole di cui capii solo chienne. Il suo sesso per quanto ben dotato si spingeva fino a sbattere i suoi testicoli contro il corpo di Mia. Mi girai per non assistere oltre. Passai nel corridoio e vidi in pochi minuti alternarsi altre due o tre uomini.
Restai sulla porta e la voce di Mia mi fece comprendere il degrado a cui era ormai votata “… il tuo cazzo mi piace…. Si vieni, riempimi tutta….mi piace mettimelo tutto nel mio culo ……spingilo dentro fammi sentire i tuoi coglioni contro”
Anziché essere disgustato ero preso da un desiderio perverso poter godere anch’io di mia moglie trasformata in una puttana.
Tre uomini entrarono insieme nella stanza.
“La vorresti scopare” mi chiese Jamaal “non puoi tutte queste persone aspettano il loro turno da ore ed oggi per te non c’è posto”. Restai a guardare quella fila che non si interrompeva, gente nuova si accodava e altri uscivano soddisfatti. Persi il conto restando per un’ora ad assistere a quello scempio di sesso.
Jamaal mi accompagnò direttamente in hotel e senza dirci altro ritornai nella mia camera dove c’era Nadine ad attendermi. Sfogai su di lei quel sesso che avrei voluto consumare con Mia.

Quinto giorno senza Mia

“se tornassi in quel palazzo potrei rivederla?” chiesi a Nadine che era piegata su di me offrendomi il suo servizio di bocca che ormai d’abitudine mi regalava ogni mattina.
“non essere sciocco il fatto che tu non sia la con lei le servirà per aumentare il suo sentirsi abbandonata da te e servirà a Jamaal per facilitare l’educazione di tua moglie o dovrei dire della sua nuova puttana perché ormai non c’è più una via di ritorno devi fartene una ragione come del resto hai visto ieri : avrebbe potuto scegliere qualunque braccialetto ma ha scelto di essere usata in tutti i modi ammettendo così di essere solo un corpo da vendere senza alcuna volontà di tornare indietro e confermare al suo padrone che gli appartiene completamente”
Nadine aveva ragione e per un attimo non provai nessun rimorso, di fatto aveva scelto lei di diventare la più laida delle troie di Jamaal in quei palazzi di periferia.
Tuttavia pensai al nostro ritorno in Italia, alla nostra vita alle nostre amicizie.
Nadine mi rispose che Jamaal aveva conoscenze ovunque. Probabilmente avrebbe lasciato che Mia continuasse a vivere la sua quotidianità …e quando la vedrai uscire la sera saprai che continuerà a battere per uno dei suoi nuovi padroni come quel vostro conoscente italiano, quel Cosimo”
“ma è una follia, non posso pensare che questo sarà il destino di mia moglie”.Uscii dalla stanza senza sapere cosa fare o dove andare. Avrei potuto denunciare i fatti alla polizia, ma con che prove e soprattutto con la certezza che Mia aveva accettato volontariamente la sua nuova vita.

Vagai senza una meta tutto il giorno.
Al rientro Nadine mi stava aspettando . Mi accolse calorosamente come al solito e dopo una cena in hotel mi preannunciò un regalo per il giorno seguente.

Ultimi giorni a Parigi

Eravamo entrambi distesi nel letto. Nadine rispose al trillo del telefono. Poco dopo bussarono alla porta.
Pensai alla sorpresa di Nadine come colazione in camera, ma restai di sasso vedendo comparire nella nostra stanza Mia.
Della seria prof non era restato più nulla. Indecorosamente e vergognosamente vestita anche se mattino ben identificabile per quello che era, una puttana. Mi ricordai le parole di Alfred tua moglie sarà sempre vestita , così era la mia dolce e tenera compagna alle 10 del mattino in una stanza di un hotel senza nessun ritegno. Indossava un corsetto in tulle semitrasparente che si allacciava davanti lasciando in bella mostra le pieghe del seno e una minigonna in vinile che le fasciava i fianchi e arrivava a filo dei glutei lasciando apparire il bordo delle calze . Restava in un perfetto equilibrio su dei sandali con un rialzo e dei tacchi di almeno 15 centimetri, avrei detto, rossi come la gonna in contrasto con e calze grigio antracite.
Alla caviglia una catenina con due campanellini che vibravano ad ogni passo attraendo se ancora ce ne fosse bisogno l’attenzione dei passanti che l’avevano vista passare per strada entrare nell’albergo.
Il cranio rasato e il trucco volgare segnato da un mascara pesante e da ombretti così scuri che le cerchiavano gli occhi. Gli orecchini che conoscevo a forma di fallo in erezione. Intorno al collo un collare di metallo chiuso da un grossolano lucchetto con una medaglietta.
Nadine la apostrofò. “vieni avanti puttana e spogliati, sei il regalo per il mio uomo”

Disclaimer! Tutti i diritti riservati all’autore del racconto – Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell’autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
BDSM

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Promoted Brunette Cosplayer OnlyFans Model Luna
Promoted Blonde MILF OnlyFans Model Amy