Una “buca” finita bene

“Sentirsi addosso quegli indumenti, il perizoma che sfiorava l’interno delle natiche, i tacchi a spillo, scomodissimi per guidare, ma così sexy, quelle…”

Sandro sembrava affidabile in internet. Dopo alcuni messaggi aveva acconsentito subito a
dare il suo numero di cellulare, così Edoardo (Veronica quando era en femme) lo chiamò il giorno dopo e si accordarono per un incontro in auto la sera stessa, nessuno dei due, purtroppo, poteva ospitare. Sandro disse di non avere auto ma di abitare dalle parti di Saxa Rubra, perfetto per Edoardo/Veronica, perché in quella zona aveva avuto incontri “penetranti” e molto piacevoli in un parcheggio molto tranquillo. L’appuntamento era per le 21 ad una stazione di servizio ENI sulla Flaminia.

Edoardo uscì di casa con una scusa, come tante altre che trovava in quelle occasioni, e salutò la moglie. Non era più giovane ma il suo corpo era ancora tonico, bellissime gambe, un culetto sodo e rotondo ed anche due tettine deliziose, i maschi apprezzavano molto la sua “femminilità”.

Nel box auto indossò calze a rete, giarrettiere, perizoma, tacchi a spillo, reggiseno trasparente e sopra un tubino cortissimo. Purtroppo nei suoi incontri di car-sex non poteva truccarsi né indossare parrucca, ma i suoi capelli ricci e brizzolati eccitavano molti maschi. Indossò sopra gli indumenti da femmina una giacca lunga, perché guidando non si vedesse com’era sotto ed uscì dal parcheggio ormai come Veronica.

Sentirsi addosso quegli indumenti, il perizoma che sfiorava l’interno delle natiche, i tacchi a spillo, scomodissimi per guidare, ma così sexy, quelle stupende gambe lisce e inguainate da calze a rete, tutte sensazioni che l’inebriavano mentre guidava verso il suo incontro di sesso con un perfetto sconosciuto, sentito soltanto per telefono.

Arrivata sulla Flaminia però non riuscì a trovare la stazione di servizio indicatgli da Sandro. Si fermò e lo chiamò. “Siccome ritardavi mi stavo allontanando” – rispose Sandro – “Guarda, io sono qui ad un distributore ma è della Total e non dell’ENI come mi avevi detto” – disse Veronica un po’ delusa – “Allora aspettami che vengo io lì” – disse Sandro. Veronica era un po’ seccata ma decise di fidarsi di Sandro e si fermò poco prima del benzinaio ad aspettare. Era comunque molto eccitata dall’essere in macchina, quasi completamente en femme, ad aspettare un maschio che probabilmente l’avrebbe scopata nel buio di un parcheggio come avevano fatto altri. Dopo circa 15 minuti riprese il cellulare e chiamò ancora Sandro trovando il suo cellulare spento, a quel punto capì che Sandro era uno dei tanti stronzi che girano in chat e che si divertono con queste “buche” da imbecilli.

Cazzo, ormai però era eccitatissima, decise di fare un tentativo in una stazione di servizio sul raccordo anulare con una certa “fama”. Quando aveva incontrato all’aperto lo aveva sempre fatto su appuntamento, mai così, rimorchiare chi capita, come una vera troia. Era perciò un po’ impaurita ma anche molto eccitata.

Arrivò presto all’area di servizio e fece un primo giro per vedere chi ci fosse e se ci fosse movimento. Nell’area più buia qualche camion parcheggiato, nessuna auto. Si fermò in un punto a pochi metri dai camion e TIR parcheggiati ed aspettò. La “situazione” la faceva sentire una vera puttana.. Ad un certo punto vide un’auto avvicinarsi e rallentare vicino a lei, indossò occhiali scuri e quando l’auto le puntò i fari contro fece un gesto con la lingua inconfondibile, ma l’auto passò oltre e se ne andò.

Così non andava, pensò di dover uscire e far finta di armeggiare con il portabagagli in modo che si vedessero le sue gambe su tacchi a spillo sporgere dalla minigonna, in modo che fosse inequivocabile cosa ci faceva lì. Aprì lo sportello divaricò le gambe ed uscì sculettando, andò dietro l’auto ed aprì il portabagagli chinandosi e mostrando il culo in maniera sfacciata. Sperava immensamente che qualcuno di quei camionisti fosse sveglio e stesse guardando verso di lei. Rientrò in auto. Nulla!

Dopo un po’ ritentò. Uscì di nuovo ma ebbe l’impressione che niente si muovesse. Stava per rientrare in auto quando con la coda dell’occhio, poco distante, vide una figura venire a piedi verso di lei. Non riusciva neanche a capire da dove fosse sbucato. Era un tumulto dentro di lei, si accostò all’auto e quando il tizio le fu vicino, senza tanti preamboli, le disse “stai lavorando” – “no, tesoro, non lo faccio mica per soldi”. Lui si avvicinò le mise una mano sulle cosce, provocandole brividi d’orgasmo, e le alzò la minigonna arrivando alle sue chiappe a piena mano. Lei era in deliquio, lo sconosciuto non era molto alto né molto giovane ma non era affatto sgradevole. Lui le si appoggò dietro e la strinse per farle sentire il suo membro, già eccitato dentro i pantaloni, premerle sul culo “che bell’arnese duro che mi sento dietro, perché non sali in auto con me?”. Lui non se lo fece ripetere ed entrò in auto. Veronica salì al posto di guida e subito si affrettò ad aprirgli i pantaloni. Scoprì un cazzo niente male ma, soprattutto, già molto duro. Con la coda dell’occhio vide che a fianco della macchina c’era ora un TIR con i fari accesi dal quale era sceso un maschio bassino e tozzo che sbirciava per vedere quello che succedeva nell’auto. Veronica prese in bocca la verga del suo maschio e cominciò a pomparlo come sapeva fare. Dopo poco lui le disse “ti fai inculare?”. Certo non si poteva dire che non fosse esplicito! “Sì” – rispose lei – “ma non qui, è scomodissimo non credi?”. Ne aveva una voglia pazza ma sperava che lui fosse sceso da uno di quei camion e che avesse una comoda cuccetta per farlo. Lui però non disse altro quindi Veronica continuò a spompinarlo eccitatissima. Fortunatamente era molto pulito ed aveva un sapore gradevole. Intanto pensava al camionista che si stava godendo lo spettacolo e pensava anche che, finito quel servizio, avrebbe accontentato anche lui se voleva, la serata prometteva proprio bene.

Il pompino durò a lungo, il tizio era molto resistente, e alla fine sentì schizzare nella sua bocca una quantità incredibile di sborra. Ma successe anche una cosa che non si aspettava: anche lei, con il suo cazzetto insignificante, era venuta, senza neanche toccarsi, inondando il perizoma. Quando il maschio finì di sborrare Veronica tolse la bocca, aprì lo sportello e sputò lo sperma fuori dell’auto. Notò così che il camionista era tornato sul TIR. Intanto il maschio, dopo essersi svuotato, si era ricomposto in fretta e se n’era andato senza neanche salutare, il porco.

Veronica si pulì il proprio sperma con dei fazzolettini ma ora però la cosa sgradevole era che, dopo essere venuta, la libido le calava di colpo, quindi neanche parlare di farsi scopare dal camionista. Accese l’auto e si spostò in un posto più tranquillo del parcheggio per togliere i vestiti da femmina e tornare Edoardo ma si accorse che il TIR l’aveva seguita e le puntava i fari contro. Che peccato non potersi far scopare da questo camionista così infoiato, eppure era una delle sue fantasie più perverse. Peccato veramente! Ripartì veloce ma con l’idea di ritornare certamente in quel parcheggio quanto prima.

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Trans

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