Avevo smesso di esercitare come fotografo di nudo, già da un pezzo. Troppo difficile rimanere impassibili davanti ad una donna nuda, l’erezione in un modo o nell’altro veniva sempre fuori e se riuscivi a “contenerla”, tornavi a casa con le palle talmente gonfie e doloranti, alle quali potevi porre rimedio solo con una sega immediata.
Ma questa volta dovevo fare un’eccezione, Roberta era un’amica e non potevo dirgli di no. Tutto é iniziato un pomeriggio di qualche anno fa.
Erano passati diversi mesi dall’ultima volta che l’avevo sentita e quando il cellulare iniziò a squillare, ne rimasi Felice.
«Questa si che é telepatia… stavo pensando giusto a te Roberta in questo momento…» gli dico dopo aver premuto il tasto “rispondi”.
«Spero non con il tuo pisello in mano chiuso in bagno!» mi risponde diretta mentre la sento ridere.
«No, no… non con il mio pisello in mano, ma potrebbe essere un’idea ora che sei al telefono» gli rispondo per nulla scandalizzato.
Ormai era cosí tra noi, da quella volta che feci sesso con lei e le sue tre amiche la nostra amicizia diventó più intima, anzi, se non avete ancora letto “quella” storia, vi consiglio di farlo, la trovate sempre qui su Amaporn nel mio profilo con il titolo “Quattro ragazze ed una grande scopata”. Ma torniamo a quel giorno.
«Ascolta Chase, ho un favore da chiederti e solo tu puoi aiutarmi» continua poi Roberta.
«No, non accetto. Non só cosa vuoi chiedermi, ma l’ultima volta che ti ho fatto un favore sono stato a cazzo dritto per un pomeriggio intero, con le palle piene che mi hanno fatto male poi fino a tarda sera e la cappella gonfia per tutto il giorno successivo. No… rifiuto categorigamente qualunque cosa tu abbia in mente» gli rispondo.
«Andiamo Chase… a parte che quella volta hai fatto una bella sborrata grazie a me, sicuramente non pensavi fosse possibile che tutto quello sperma potesse stare nelle tue palle e poi… stavolta sarai tu a condurre il gioco» conclude lei.
Decido quindi di ascoltare la sua richiesta. In poche parole voleva che l’aiutassi a fare un servizio fotografico solo per lei, un servizio fotografico con lei come protagonista ma… ma nuda! Inizialmente ci penso qualche secondo, chiedo anche il perché di questa strana richiesta e la risposta non poteva essere meno cristallina.
«Perché Chase? Perché a tutti piace essere guardati, ammirati, ricevere complimenti. E credo che solo con l’anonimato le persone saranno libere di esprimere il proprio giudizio. Tu non hai mai fatto con i tuoi amici, con i tuoi colleghi, apprezzamenti sessuali su una qualche ragazza attraente che ti é passata davanti? Qualcosa tipo, “cosa gli farei a quel culetto?” o “io quelle tette le riempirei di sborra” e cosí via? Bene, voglio vedere, leggere con i miei occhi quello che pensano gli altri del mio fisico, delle mie tette… delle mia fica».
Non aveva tutti i torti, anche io in fondo avevo fatto lo stesso (e continuo a farlo anche qui su Amaporn) prima ancora di conoscerle. Scattarmi foto o girare video, ovviamente nudo, appena se ne presentava l’occasione. Qualche volta aiutato da qualche ragazza particolarmente “aperta” di vedute e non solo, altre volte da solo. Le facevo al mare, mi allontanavo con la scusa di fare una passeggiata e alla prima spiaggia nascosta, via il costume, uccello all’aria e foto. In albergo per qualche trasferta lavorativa, come quella volta che me le feci in corridoio con il rischio di essere scoperto, l’eccitazione era anche quella. Ovunque e comunque, nudo per divertimento e svago (ma di questo ne parleremo piú avanti).
Per farla breve quindi, assolutamente non aveva tutti i torti, io per primo mettevo on line le mie foto o i miei video per divertirmi, perché non doveva valere la stessa cosa per Roberta? Come ragionamento non faceva una una piega, a tutti piace essere guardati e con l’anonimato i giudizi sarebbero stati sinceri. Io ne sapevo, ne so, appunto qualcosa. In fondo i Social Network servono a questo, sia quelli “normali”, sia quelli per adulti: a mostrarci!
Insomma, leggere sotto le mie foto frasi come “che bel cazzo che hai, saprei io dove mettere quel grosso giocattolo o svuota le tue palle e riempi di sborra la mia fica” unito a richieste di alcuni utenti di avere altre foto in privato, magari non ancora pubblicate, era una bella sensazione! Ma al di là dei giudizi, sapere che qualcuna si eccita e masturba con le tue foto (anche se molte non lo ammettono) é una bella sensazione.
Ovviamente alla fine accetto, ma ad alcune condizioni. Dovevamo farlo in almeno due giornate libere, magari in un fine settimana in qualche agriturismo. Serviva tempo per cercare posti e situazioni particolari.
Cosí in poco tempo ci organizziamo, prenduamo entrambi le ferie e prenotiamo una piccola casetta vicino al mare. Roba economica, in fondo é pur sempre la costa Laziale e non la Sicilia o la Sardegna. Tempo tre settimane e tutto é organizzato. Passo a prenderla un Venerdi nel tardo pomeriggio, in modo tale che avessimo due giorni pieni per noi.
Sono sotto casa sua, arriva lei con una piccola valigia, il minimo sindacale per avere un cambio, gliela metto nel portabagagli. Non posso non notare i vestiti (pochi) che indossa: micro gonnellina (se la poteva permettere) e canottiera aderente (si poteva permettere pure quella). Poi saliamo in auto, prima io e successivamente lei. Nel sedersi gli si ritira la gonna, giá di per sé corta. Noto che non porta le mutandine e la sua fica pelosa mi blocca qualche secondo, non riesco a non fissarla: che ci posso fare? La fica é fica, ed anche se l’hai vista miliardi di volte, non smetterá mai di avere il suo fascino, specialmente se piena di peli!
Dobbiamo ancora partire e giá mi si gonfia il cazzo, iniziamo bene, ed ovviamente lei se ne accorge.
«Chase… non solo ne hai viste tante di fiche pelose, ma questa in particolare l’hai giá avuta ed ancora ti fa quell’effetto?» mi dice allungando lo sguardo sul mio bozzo sotto i pantaloni e prendendomi il polso «…e poi lo sai che questa la puoi avere quando vuoi, anche ora» conclude posizionando la mia mano in mezzo alle sue gambe. Mi faccio quindi strada tra i suoi peli ed arrivo a toccare la parte sua piú intima. Il Week End prometteva bene. Tolgo la mano quasi subito, il mio aperitivo di sesso lo avevo avuto, ed il cazzo mi stava esplodendo, poi d’istinto odoro la mia mano, ha un profumo di fresco. Si era sicuramente fatta la doccia in previsione di qualcosa, poi metto in moto l’auto e partiamo. Poco piú di un’ora e suamo giá a destinazione. Parcheggio, Reception, documenti e le chiavi. Siamo nella nostra stanza. Ci rinfreschiamo un pó. Roberta mi chiede che facciamo, gli rispondo quello per cui eravamo venuti e di iniziare subito.
Cosí inizio a dargli istruzioni, gli dico di togliersi il reggiseno e di rimanere solo con la canottiera. Le tette, ma soprattutto quei gran bei capezzoli che aveva, sarebbero risaltate di piú in foto. Quindi si cambia e mentre si toglie tutto per poi rimettersi solo la sua canottiera, in quei secondi in cui rimane con le sue grandi bocce di fuori, l’inquilino del piano di sotto non puó che alzarsi, nuovamente, per rispetto. In altre parole stavo giá a cazzo dritto seppur soffocato dai boxer. Roberta capisce la situazione e mi chiede perché non mi spoglio anche io, sarei stato piú libero ed anche lei si sarebbe eccitata nel vedere il mio pisello duro solo nel guardarla. Proposta accettata. Inizio a scattare le prime foto. La faccio mettere sul letto, a faccia in su, con le gambe leggermente divaricate e la gonna che copriva in parte la sua fica. Risultato: vedo non vedo. Sai quante seghe gli ammiratori si sarebbero fatte, io per primo volevo metterglielo in mano e dare alle mie palle una prima svuotata. Ma c’era tempo e poi per il mio pisello avevo in mente altre cose, mantenere l’erezione tra poco mi sarebbe servito. Foto, foto ed ancora foto. Le scatto dai suoi piedi in su. Si vedoni le sue lunghe gambe, un pó di pelo ed in lontananza un promontorio, le sue grosse tette. Dopo qualche scatto, le faccio togliere tutto. Stesse foto, ma stavolta a gambe completamente divaricate. Gli chiedi di masturbarsi cercando di non venire e non eccitarsi troppo, le foto con la fica bagnata le avrei fatte dopo. Lo scopo di eccitarla non troppo toccandosi, era di far venire fuori le grandi labbra per delle foto con primi piani della sua fica. Poi continuiamo in bagno. Gli dico di prendere il soffione della doccia, di aprire l’acqua e di dirigere il getto in mezzo alla sua fica. Altre foto con lei a gambe aperte nella vasca. Intanto il sangue continua a gonfiare le vene del mio pisello. Mi domandavo come facevano i fotografi a lavorare con certe ragazze nude, senza poi svuotarsi. O forse lo facevano dopo a casa, da soli nel bagno. Poi passiamo alle foto all’aperto, sul balcone. Ma qui dovevamo fare attenzione, qualcuno poteva vederci. Cerchiamo di essere cauti. Butto un occhio nel balcone adiacente, c’era un’altra stanza, ma era sfitta. Dico a Roberta di scavalcare, senza invadere l’altro balcone, doveva semplicemente mettersi a cavallo della ringhiera e poggiarci la su fica. Il sole era alle mie spalle. Perfetto. Illuminava completamente la fica di Roberta, i raggi solari attraversavano i peli facendo vedere anche il suo spacco, si vedevano le grandi labbra aperte in due. Sembravano delle ventose. Sei, sette… 8 scatti per essere sicuro di avere un buon primo piano. Poi mi viene in mente un’altra idea. Senza muoversi da quella posizione, gli chiedo se poteva pisciare. Risposta affermativa. Allora gli dico di farlo, ma lentamente. Imposto la mia Reflex su “scatti continui” e dò il via allo show. Dopo qualche minuto Roberta inizia a pisciare, ma da quella posizione, con la fica poggiata sulla ringhiera, il suo buco era in parte bloccato e l’urina non avendo sfogo, inizia a schizzare da tutte le parti. Anche se la maggior parte la vedo colare tra le sue gambe. Svuotata la sua vescica, gli chiedo di tornare dalla nostra parte di balcone e di inginocchiarsi a gambe aperte sul suo stesso piscio. La foto di quel lago, piú lei a gambe aperte e con la fica che ancora gocciolava, avrebbero fatto sborrare un bel pó di uomini su internet. Dopo gli chiedo di tornare dall’altra parte e di poggiare le sue grosse tette sul divisorio del balcone. Ancora foto e zoom. Una volta in Rete, chiunque avesse uno schermo da almeno 20 pollici, avrebbe avuto la sensazione che gliele sbattesse in faccia. Poi gli dico di toccarsele, di massaggiarle, come se si stesse masturbando e se ci riusciva di farle “sborrare”, di far uscire quel liquido bianco. Tempo tre minuti e schizza fuori quel latte che eccita tanti uomini. Spruzzi da ogni parte, un po’ finisce per terra mescolandosi alla pipí, altro mi arriva addosso per poi colpire anche il mirino della Reflex. Smetto di fare foto e lei di toccarsi. Cerco di pulirla, mentre penso che sarebbe stata una grandissima foto una volta riversata sul PC, quello schizzo fotografato in diretta non era previsto, ma sarebbe stato molto, molto eccitante. Intanto Roberta torna dal nostro lato del balcone. Per poco non cadde poggiando il piede su quel lago, scivolando sulla sua stessa pipi ed il latte delle sue tette, ci mancava solo che sborrassi e poi lí per terra potevi trovare ogni tipo di liquidi che il corpo umano poteva espellere.
Mi chiede scusa per non aver controllato gli schizzi, ma gli rispondo come poteva farlo, sarebbe come chiedere ad un uomo che sborra “no, non venire qui, ma di lá”. Certo, come no, perché mentre io mi stó svuotando le palle penso a dove sputare il mio sperma!
Comunque lei mi bacia, quasi per farsi perdonare e mentre lo fa, afferra il mio cazzo che era diventato sempre piú duro.
«Dai Chase… diamogli una prima svuotata… é viola per quanto é gonfio» mi dice mentre lo prende in mano.
Cosí lo stringe tra le sue mani con forza e nel farlo, come accade con una spugna imbevuta d’acqua, tira fuori la sborra accumulata lungo l’asta del mio pisello. Un lungo schizzo di sperma viene fuori, non stavo venendo, era solo lo sperma incanalato nel corridoio che esce fuori di riflesso come quando strozzi un tubo dell’acqua. Lo sperma finisce quindi sulla sua fica, dando al nero del suo pelo, un’innevata bianca. Colgo l’occasione per ulteriori scatti. Gli chiedo di mollare il mio cazzo anche se volevo svuotarmi e la faccio sdraiare a terra per fare nuove foto a gambe aperte. Stava venendo fuori un gran album fotografico anche se ora cominciava a fare buio.
Decido quindi di smettere, ma non prima di sfruttare la mia erezione, ormai al limite, per fare le ultime foto in camera da letto. Anzi, scelgo di fare un video, poi da lí avrei estratto i migliori fotogrammi. Metto la reflex su un mobile e faccio partire la registrazione, ci mettiami quindi sul letto e diamo inizio allo spettacolo per i futuri spettatori. All’inizio facciamo sesso lentamente, per il puro piacere di chi ci avrebbe visto. Ma dovevamo anche sbrigarci, io ero al culmine ed a breve avrei sborrato. Quindi lei mi lecca la cappella, io la masturbo con le mani in mezzo alla sua fica e poi di nuovo lei sopra di me che si mette piano piano il mio pisello dentro di sé che scivola senza problemi nelle sue profondità.
Tutto ad uso e consumo del futuro spettatore segaiolo.
Dura tutto non piú di dieci minuti e decidiamo quindi di concludere, lei sudata da morire ed io con le palle gonfie e doloranti che chiedevano pietá. Un’ultima cavalcata e tutto sarebbe finito. Bastano pochi suoi movimenti su e giú per portarmi al punto di non ritorno. Qualche secondo ancora e l’avrei innaffiata di sperma. Ma non dimenticavo lo scopo primario di quel Week End, il suo album. Cosí in quei pochissimi secondi di controllo che ancora avevo sul mio pisello, la sfilo velocemente dal mio cazzo e la metto spalle al letto, sdraiata. Poggio il mio cazzo su quel suo morbido e soffice pelo, strusciandolo lentamente e lasciando che la Reflex riprenda l’imminentea sborrata che non tarda ad arrivare… sento lo sperma salire lungo il mio uccello… parte un primo lungo schizzo, poi un secondo, ed un terzo… quindi dirigo il mio cazzo verso le sue tette ed altre spruzzate inondano il suo corpo… quattro, cinque, sei intense sborrate che la bagnano ovunque… alla fine ne conto undici… undici schizzi di crema bianca sopra di lei. Poi pulendomi il cazzo su quei pochi spazi di pelo vergine di sperma, prendo la Reflex scattando le ultime foto della mia sborra su di lei con il cazzo ancora pulsante ma ormai esausto.
Prima giornata terminata.
Il giorno dopo e quello successivo, le facciamo tutte fuori. Ci furono gli scatti al Centro Commerciale, lei sulla panchina di turno a gambe divaricate ed io di fronte a pronto ad immortalare la sua fica. Era eccitante vedere la gente imbarazzata per quelle pose hard, se avessero saputo che lei non portava nemmeno le mutandine sotto, sarebbero scappati via ancora più imbarazzati.
Le foto rubate nei luoghi pubblici, andavano alla grande nei siti per adulti. Così continuo in quella direzione andando al Supermercato, dove simulando di prendere un prodotto dagli scaffali bassi, lei si piega alzando la gonna e lasciando scoperto quel gran bel culo abbronzato. Oppure quella dove insieme su un mezzo pubblico, ci mettiamo nella parte posteriore destra vicino ai vetri e gli faccio prendere il mio pisello in mano mentre scattavo foto. In quell’occasione pensai anche di farmi fare una sega, ma era troppo rischioso ed ho rinunciato quasi subito: primo per le schizzate che potevano andare ovunque, secondo rischiavo di sporcarmi.
Finiamo di concludere quindi il servizio fotografico al mare, dove decido di mettermi in libertá anche io. Gli scatto foto in acqua e sulla spiaggia, con la fica asciutta e bagnata, con le tette pulite o piene di sabbia. Una in particolare mi piaceva piú di tutte: la faccio mettere a gambe divaricate vicino al mare, aspettando che le onde sbattessero sulla sua fica. Inizio a scattare e vedere quell’acqua sbattere in mezzo alle sue gambe, mi fa stare a cazzo dritto per tutto il tempo. Poi viene un’idea a Roberta, pretendeva che anche io me ne facessi un paio. Prende la mia Reflex e mi dice di rimanere in acqua perché voleva farmi una foto di profilo con il mio pisello in erezione con lo sfondo del mare. Me ne scatta qualcuna, ma dopo un po’ si avvicina per dirmi di mettermi in una posizione piuttosto che nell’altra. Voleva che mi sdraiassi a terra, vicino al mare, in modo tale che il mio cazzo dritto stesse leggermente fuori dall’acqua come il periscopio di un sottomarino.
Riesce a farmene diverse, ed alcune anche niente male, ma poi quelle onde che sbattono sulla mia cappella e sulle mie palle, la visione di lei nuda che scattava foto, l’occhio che cadeva sulla sua fica bagnata che colava, non facevano altro che provocarmi una masturbazione lenta e continua. E come tutte le lunghe masturbazioni, non poteva che finire in un solo modo: delle lunghe ed interminabili sborrate!
Parte un primo fiotto di sperma che disegna una curva ampia nell’aria, poi una seconda, una terza… sono talmente carico che non serve nemmeno toccarmi l’uccello per aiutare lo sperma ad usicere….
«No, Chase… non ora, aspetta… ti volevo dentro…» mi dice Roberta mentre il mio cazzo continua a spruzzare.
Era facile per lei, non era stata due giorni a vedere uno spettacolo erotico con il pisello che esplodeva. Cosí con le onde che continuano a colpire la mia cappella, non riesco a fare altro se non svuotarmi… sborro ancora diverse volte, sembro un vulcano sotto il mare che eruttava. Si vedevano questi zampilli di sperma andare in aria e poi ricadere in acqua.
Fino a quando, svuotate le palle completamente, il mio cazzo si ritira sotto il mare dopo aver compiuto la sua missione.
Torniamo quindi in albergo, la giornate e le ferie ormai sono terminate. Prepariamo i bagagli e prendiami la direzione di casa.
Un mese dopo le foto di Roberta erano in Rete su un paio di siti per adulti maggiormente conosciuti.
In meno di 48 ore raggiunse quasi ventimila visualizzazioni e decine e decine di commenti…
che alla fine era quello che voleva Lei!
Ma questa volta dovevo fare un’eccezione, Roberta era un’amica e non potevo dirgli di no. Tutto é iniziato un pomeriggio di qualche anno fa.
Erano passati diversi mesi dall’ultima volta che l’avevo sentita e quando il cellulare iniziò a squillare, ne rimasi Felice.
«Questa si che é telepatia… stavo pensando giusto a te Roberta in questo momento…» gli dico dopo aver premuto il tasto “rispondi”.
«Spero non con il tuo pisello in mano chiuso in bagno!» mi risponde diretta mentre la sento ridere.
«No, no… non con il mio pisello in mano, ma potrebbe essere un’idea ora che sei al telefono» gli rispondo per nulla scandalizzato.
Ormai era cosí tra noi, da quella volta che feci sesso con lei e le sue tre amiche la nostra amicizia diventó più intima, anzi, se non avete ancora letto “quella” storia, vi consiglio di farlo, la trovate sempre qui su Amaporn nel mio profilo con il titolo “Quattro ragazze ed una grande scopata”. Ma torniamo a quel giorno.
«Ascolta Chase, ho un favore da chiederti e solo tu puoi aiutarmi» continua poi Roberta.
«No, non accetto. Non só cosa vuoi chiedermi, ma l’ultima volta che ti ho fatto un favore sono stato a cazzo dritto per un pomeriggio intero, con le palle piene che mi hanno fatto male poi fino a tarda sera e la cappella gonfia per tutto il giorno successivo. No… rifiuto categorigamente qualunque cosa tu abbia in mente» gli rispondo.
«Andiamo Chase… a parte che quella volta hai fatto una bella sborrata grazie a me, sicuramente non pensavi fosse possibile che tutto quello sperma potesse stare nelle tue palle e poi… stavolta sarai tu a condurre il gioco» conclude lei.
Decido quindi di ascoltare la sua richiesta. In poche parole voleva che l’aiutassi a fare un servizio fotografico solo per lei, un servizio fotografico con lei come protagonista ma… ma nuda! Inizialmente ci penso qualche secondo, chiedo anche il perché di questa strana richiesta e la risposta non poteva essere meno cristallina.
«Perché Chase? Perché a tutti piace essere guardati, ammirati, ricevere complimenti. E credo che solo con l’anonimato le persone saranno libere di esprimere il proprio giudizio. Tu non hai mai fatto con i tuoi amici, con i tuoi colleghi, apprezzamenti sessuali su una qualche ragazza attraente che ti é passata davanti? Qualcosa tipo, “cosa gli farei a quel culetto?” o “io quelle tette le riempirei di sborra” e cosí via? Bene, voglio vedere, leggere con i miei occhi quello che pensano gli altri del mio fisico, delle mie tette… delle mia fica».
Non aveva tutti i torti, anche io in fondo avevo fatto lo stesso (e continuo a farlo anche qui su Amaporn) prima ancora di conoscerle. Scattarmi foto o girare video, ovviamente nudo, appena se ne presentava l’occasione. Qualche volta aiutato da qualche ragazza particolarmente “aperta” di vedute e non solo, altre volte da solo. Le facevo al mare, mi allontanavo con la scusa di fare una passeggiata e alla prima spiaggia nascosta, via il costume, uccello all’aria e foto. In albergo per qualche trasferta lavorativa, come quella volta che me le feci in corridoio con il rischio di essere scoperto, l’eccitazione era anche quella. Ovunque e comunque, nudo per divertimento e svago (ma di questo ne parleremo piú avanti).
Per farla breve quindi, assolutamente non aveva tutti i torti, io per primo mettevo on line le mie foto o i miei video per divertirmi, perché non doveva valere la stessa cosa per Roberta? Come ragionamento non faceva una una piega, a tutti piace essere guardati e con l’anonimato i giudizi sarebbero stati sinceri. Io ne sapevo, ne so, appunto qualcosa. In fondo i Social Network servono a questo, sia quelli “normali”, sia quelli per adulti: a mostrarci!
Insomma, leggere sotto le mie foto frasi come “che bel cazzo che hai, saprei io dove mettere quel grosso giocattolo o svuota le tue palle e riempi di sborra la mia fica” unito a richieste di alcuni utenti di avere altre foto in privato, magari non ancora pubblicate, era una bella sensazione! Ma al di là dei giudizi, sapere che qualcuna si eccita e masturba con le tue foto (anche se molte non lo ammettono) é una bella sensazione.
Ovviamente alla fine accetto, ma ad alcune condizioni. Dovevamo farlo in almeno due giornate libere, magari in un fine settimana in qualche agriturismo. Serviva tempo per cercare posti e situazioni particolari.
Cosí in poco tempo ci organizziamo, prenduamo entrambi le ferie e prenotiamo una piccola casetta vicino al mare. Roba economica, in fondo é pur sempre la costa Laziale e non la Sicilia o la Sardegna. Tempo tre settimane e tutto é organizzato. Passo a prenderla un Venerdi nel tardo pomeriggio, in modo tale che avessimo due giorni pieni per noi.
Sono sotto casa sua, arriva lei con una piccola valigia, il minimo sindacale per avere un cambio, gliela metto nel portabagagli. Non posso non notare i vestiti (pochi) che indossa: micro gonnellina (se la poteva permettere) e canottiera aderente (si poteva permettere pure quella). Poi saliamo in auto, prima io e successivamente lei. Nel sedersi gli si ritira la gonna, giá di per sé corta. Noto che non porta le mutandine e la sua fica pelosa mi blocca qualche secondo, non riesco a non fissarla: che ci posso fare? La fica é fica, ed anche se l’hai vista miliardi di volte, non smetterá mai di avere il suo fascino, specialmente se piena di peli!
Dobbiamo ancora partire e giá mi si gonfia il cazzo, iniziamo bene, ed ovviamente lei se ne accorge.
«Chase… non solo ne hai viste tante di fiche pelose, ma questa in particolare l’hai giá avuta ed ancora ti fa quell’effetto?» mi dice allungando lo sguardo sul mio bozzo sotto i pantaloni e prendendomi il polso «…e poi lo sai che questa la puoi avere quando vuoi, anche ora» conclude posizionando la mia mano in mezzo alle sue gambe. Mi faccio quindi strada tra i suoi peli ed arrivo a toccare la parte sua piú intima. Il Week End prometteva bene. Tolgo la mano quasi subito, il mio aperitivo di sesso lo avevo avuto, ed il cazzo mi stava esplodendo, poi d’istinto odoro la mia mano, ha un profumo di fresco. Si era sicuramente fatta la doccia in previsione di qualcosa, poi metto in moto l’auto e partiamo. Poco piú di un’ora e suamo giá a destinazione. Parcheggio, Reception, documenti e le chiavi. Siamo nella nostra stanza. Ci rinfreschiamo un pó. Roberta mi chiede che facciamo, gli rispondo quello per cui eravamo venuti e di iniziare subito.
Cosí inizio a dargli istruzioni, gli dico di togliersi il reggiseno e di rimanere solo con la canottiera. Le tette, ma soprattutto quei gran bei capezzoli che aveva, sarebbero risaltate di piú in foto. Quindi si cambia e mentre si toglie tutto per poi rimettersi solo la sua canottiera, in quei secondi in cui rimane con le sue grandi bocce di fuori, l’inquilino del piano di sotto non puó che alzarsi, nuovamente, per rispetto. In altre parole stavo giá a cazzo dritto seppur soffocato dai boxer. Roberta capisce la situazione e mi chiede perché non mi spoglio anche io, sarei stato piú libero ed anche lei si sarebbe eccitata nel vedere il mio pisello duro solo nel guardarla. Proposta accettata. Inizio a scattare le prime foto. La faccio mettere sul letto, a faccia in su, con le gambe leggermente divaricate e la gonna che copriva in parte la sua fica. Risultato: vedo non vedo. Sai quante seghe gli ammiratori si sarebbero fatte, io per primo volevo metterglielo in mano e dare alle mie palle una prima svuotata. Ma c’era tempo e poi per il mio pisello avevo in mente altre cose, mantenere l’erezione tra poco mi sarebbe servito. Foto, foto ed ancora foto. Le scatto dai suoi piedi in su. Si vedoni le sue lunghe gambe, un pó di pelo ed in lontananza un promontorio, le sue grosse tette. Dopo qualche scatto, le faccio togliere tutto. Stesse foto, ma stavolta a gambe completamente divaricate. Gli chiedi di masturbarsi cercando di non venire e non eccitarsi troppo, le foto con la fica bagnata le avrei fatte dopo. Lo scopo di eccitarla non troppo toccandosi, era di far venire fuori le grandi labbra per delle foto con primi piani della sua fica. Poi continuiamo in bagno. Gli dico di prendere il soffione della doccia, di aprire l’acqua e di dirigere il getto in mezzo alla sua fica. Altre foto con lei a gambe aperte nella vasca. Intanto il sangue continua a gonfiare le vene del mio pisello. Mi domandavo come facevano i fotografi a lavorare con certe ragazze nude, senza poi svuotarsi. O forse lo facevano dopo a casa, da soli nel bagno. Poi passiamo alle foto all’aperto, sul balcone. Ma qui dovevamo fare attenzione, qualcuno poteva vederci. Cerchiamo di essere cauti. Butto un occhio nel balcone adiacente, c’era un’altra stanza, ma era sfitta. Dico a Roberta di scavalcare, senza invadere l’altro balcone, doveva semplicemente mettersi a cavallo della ringhiera e poggiarci la su fica. Il sole era alle mie spalle. Perfetto. Illuminava completamente la fica di Roberta, i raggi solari attraversavano i peli facendo vedere anche il suo spacco, si vedevano le grandi labbra aperte in due. Sembravano delle ventose. Sei, sette… 8 scatti per essere sicuro di avere un buon primo piano. Poi mi viene in mente un’altra idea. Senza muoversi da quella posizione, gli chiedo se poteva pisciare. Risposta affermativa. Allora gli dico di farlo, ma lentamente. Imposto la mia Reflex su “scatti continui” e dò il via allo show. Dopo qualche minuto Roberta inizia a pisciare, ma da quella posizione, con la fica poggiata sulla ringhiera, il suo buco era in parte bloccato e l’urina non avendo sfogo, inizia a schizzare da tutte le parti. Anche se la maggior parte la vedo colare tra le sue gambe. Svuotata la sua vescica, gli chiedo di tornare dalla nostra parte di balcone e di inginocchiarsi a gambe aperte sul suo stesso piscio. La foto di quel lago, piú lei a gambe aperte e con la fica che ancora gocciolava, avrebbero fatto sborrare un bel pó di uomini su internet. Dopo gli chiedo di tornare dall’altra parte e di poggiare le sue grosse tette sul divisorio del balcone. Ancora foto e zoom. Una volta in Rete, chiunque avesse uno schermo da almeno 20 pollici, avrebbe avuto la sensazione che gliele sbattesse in faccia. Poi gli dico di toccarsele, di massaggiarle, come se si stesse masturbando e se ci riusciva di farle “sborrare”, di far uscire quel liquido bianco. Tempo tre minuti e schizza fuori quel latte che eccita tanti uomini. Spruzzi da ogni parte, un po’ finisce per terra mescolandosi alla pipí, altro mi arriva addosso per poi colpire anche il mirino della Reflex. Smetto di fare foto e lei di toccarsi. Cerco di pulirla, mentre penso che sarebbe stata una grandissima foto una volta riversata sul PC, quello schizzo fotografato in diretta non era previsto, ma sarebbe stato molto, molto eccitante. Intanto Roberta torna dal nostro lato del balcone. Per poco non cadde poggiando il piede su quel lago, scivolando sulla sua stessa pipi ed il latte delle sue tette, ci mancava solo che sborrassi e poi lí per terra potevi trovare ogni tipo di liquidi che il corpo umano poteva espellere.
Mi chiede scusa per non aver controllato gli schizzi, ma gli rispondo come poteva farlo, sarebbe come chiedere ad un uomo che sborra “no, non venire qui, ma di lá”. Certo, come no, perché mentre io mi stó svuotando le palle penso a dove sputare il mio sperma!
Comunque lei mi bacia, quasi per farsi perdonare e mentre lo fa, afferra il mio cazzo che era diventato sempre piú duro.
«Dai Chase… diamogli una prima svuotata… é viola per quanto é gonfio» mi dice mentre lo prende in mano.
Cosí lo stringe tra le sue mani con forza e nel farlo, come accade con una spugna imbevuta d’acqua, tira fuori la sborra accumulata lungo l’asta del mio pisello. Un lungo schizzo di sperma viene fuori, non stavo venendo, era solo lo sperma incanalato nel corridoio che esce fuori di riflesso come quando strozzi un tubo dell’acqua. Lo sperma finisce quindi sulla sua fica, dando al nero del suo pelo, un’innevata bianca. Colgo l’occasione per ulteriori scatti. Gli chiedo di mollare il mio cazzo anche se volevo svuotarmi e la faccio sdraiare a terra per fare nuove foto a gambe aperte. Stava venendo fuori un gran album fotografico anche se ora cominciava a fare buio.
Decido quindi di smettere, ma non prima di sfruttare la mia erezione, ormai al limite, per fare le ultime foto in camera da letto. Anzi, scelgo di fare un video, poi da lí avrei estratto i migliori fotogrammi. Metto la reflex su un mobile e faccio partire la registrazione, ci mettiami quindi sul letto e diamo inizio allo spettacolo per i futuri spettatori. All’inizio facciamo sesso lentamente, per il puro piacere di chi ci avrebbe visto. Ma dovevamo anche sbrigarci, io ero al culmine ed a breve avrei sborrato. Quindi lei mi lecca la cappella, io la masturbo con le mani in mezzo alla sua fica e poi di nuovo lei sopra di me che si mette piano piano il mio pisello dentro di sé che scivola senza problemi nelle sue profondità.
Tutto ad uso e consumo del futuro spettatore segaiolo.
Dura tutto non piú di dieci minuti e decidiamo quindi di concludere, lei sudata da morire ed io con le palle gonfie e doloranti che chiedevano pietá. Un’ultima cavalcata e tutto sarebbe finito. Bastano pochi suoi movimenti su e giú per portarmi al punto di non ritorno. Qualche secondo ancora e l’avrei innaffiata di sperma. Ma non dimenticavo lo scopo primario di quel Week End, il suo album. Cosí in quei pochissimi secondi di controllo che ancora avevo sul mio pisello, la sfilo velocemente dal mio cazzo e la metto spalle al letto, sdraiata. Poggio il mio cazzo su quel suo morbido e soffice pelo, strusciandolo lentamente e lasciando che la Reflex riprenda l’imminentea sborrata che non tarda ad arrivare… sento lo sperma salire lungo il mio uccello… parte un primo lungo schizzo, poi un secondo, ed un terzo… quindi dirigo il mio cazzo verso le sue tette ed altre spruzzate inondano il suo corpo… quattro, cinque, sei intense sborrate che la bagnano ovunque… alla fine ne conto undici… undici schizzi di crema bianca sopra di lei. Poi pulendomi il cazzo su quei pochi spazi di pelo vergine di sperma, prendo la Reflex scattando le ultime foto della mia sborra su di lei con il cazzo ancora pulsante ma ormai esausto.
Prima giornata terminata.
Il giorno dopo e quello successivo, le facciamo tutte fuori. Ci furono gli scatti al Centro Commerciale, lei sulla panchina di turno a gambe divaricate ed io di fronte a pronto ad immortalare la sua fica. Era eccitante vedere la gente imbarazzata per quelle pose hard, se avessero saputo che lei non portava nemmeno le mutandine sotto, sarebbero scappati via ancora più imbarazzati.
Le foto rubate nei luoghi pubblici, andavano alla grande nei siti per adulti. Così continuo in quella direzione andando al Supermercato, dove simulando di prendere un prodotto dagli scaffali bassi, lei si piega alzando la gonna e lasciando scoperto quel gran bel culo abbronzato. Oppure quella dove insieme su un mezzo pubblico, ci mettiamo nella parte posteriore destra vicino ai vetri e gli faccio prendere il mio pisello in mano mentre scattavo foto. In quell’occasione pensai anche di farmi fare una sega, ma era troppo rischioso ed ho rinunciato quasi subito: primo per le schizzate che potevano andare ovunque, secondo rischiavo di sporcarmi.
Finiamo di concludere quindi il servizio fotografico al mare, dove decido di mettermi in libertá anche io. Gli scatto foto in acqua e sulla spiaggia, con la fica asciutta e bagnata, con le tette pulite o piene di sabbia. Una in particolare mi piaceva piú di tutte: la faccio mettere a gambe divaricate vicino al mare, aspettando che le onde sbattessero sulla sua fica. Inizio a scattare e vedere quell’acqua sbattere in mezzo alle sue gambe, mi fa stare a cazzo dritto per tutto il tempo. Poi viene un’idea a Roberta, pretendeva che anche io me ne facessi un paio. Prende la mia Reflex e mi dice di rimanere in acqua perché voleva farmi una foto di profilo con il mio pisello in erezione con lo sfondo del mare. Me ne scatta qualcuna, ma dopo un po’ si avvicina per dirmi di mettermi in una posizione piuttosto che nell’altra. Voleva che mi sdraiassi a terra, vicino al mare, in modo tale che il mio cazzo dritto stesse leggermente fuori dall’acqua come il periscopio di un sottomarino.
Riesce a farmene diverse, ed alcune anche niente male, ma poi quelle onde che sbattono sulla mia cappella e sulle mie palle, la visione di lei nuda che scattava foto, l’occhio che cadeva sulla sua fica bagnata che colava, non facevano altro che provocarmi una masturbazione lenta e continua. E come tutte le lunghe masturbazioni, non poteva che finire in un solo modo: delle lunghe ed interminabili sborrate!
Parte un primo fiotto di sperma che disegna una curva ampia nell’aria, poi una seconda, una terza… sono talmente carico che non serve nemmeno toccarmi l’uccello per aiutare lo sperma ad usicere….
«No, Chase… non ora, aspetta… ti volevo dentro…» mi dice Roberta mentre il mio cazzo continua a spruzzare.
Era facile per lei, non era stata due giorni a vedere uno spettacolo erotico con il pisello che esplodeva. Cosí con le onde che continuano a colpire la mia cappella, non riesco a fare altro se non svuotarmi… sborro ancora diverse volte, sembro un vulcano sotto il mare che eruttava. Si vedevano questi zampilli di sperma andare in aria e poi ricadere in acqua.
Fino a quando, svuotate le palle completamente, il mio cazzo si ritira sotto il mare dopo aver compiuto la sua missione.
Torniamo quindi in albergo, la giornate e le ferie ormai sono terminate. Prepariamo i bagagli e prendiami la direzione di casa.
Un mese dopo le foto di Roberta erano in Rete su un paio di siti per adulti maggiormente conosciuti.
In meno di 48 ore raggiunse quasi ventimila visualizzazioni e decine e decine di commenti…
che alla fine era quello che voleva Lei!