“Questo non fu che il primo di molti complimenti che ricevetti quella sera…”
Verso le sei tornammo in camera. Il pomeriggio era stato speciale, ma
la cena lo sarebbe stato ancora di più. Feci la doccia. Dopo fu il turno di Andrea che quando finì mi raggiunse sul letto dove stavo riposando. Mi fece appoggiare la testa sulla sua spalla e mi guidò la mano al suo cazzo già semieretto. Cominciai ad accarezzarlo mentre mi parlava: stasera ti ho preparato una sorpresa. Quale chiesi? Un giochino di ruolo a tre. Un fremito percorse la mai schiena. Ti ricordi il vestitino da cameriera? Certo! Ecco lo indosserai per la cena, e farai la cameriera per me e Piero. Poi mi sorrise e disse: con tutti i piaceri del caso! Ora girati. Io ubbidiente mi misi pancia sotto e attesi: cominciò un lento e prolungato lavoro di dito. Andrea mi penetrava e usciva, per entrare ancora col dito, come la prima volta. Era bellissimo ed io godevo come un matto. Mugolavo di piacere e lo pregavo di continuare, cosa che lui faceva con impegno: accelerò il ritmo mente mi dimenavo nel cercare di sentirlo di più. Ad un tratto gli dissi che lo volevo, che volevo che mi montasse subito. Non si fece pregare: si mise in ginocchio dietro di me e lentissimamente mi penetrò. Quando il suo cazzo arrivò al fondo ed io sentii le sue palle sbattere sulle mie chiappe, il mio pisellino fece un salto all’insù. Oh si dai fottimi, montami. Ok troiettina mia eccotelo. E cominciò una cavalcata infernale, le sue mani sui miei fianchi che mi tiravano per entrare di più. Dopo poco sborrai come al solito senza nemmeno toccarmi. Subito dopo fu il turno di Andrea di riempirmi il retto di sperma. Succhialo ora dai, puliscimi bene, mi incitò Andrea, cosa che io feci con la solita passione, facendolo eccitare e sborrare di nuovo nel giro di pochi minuti. A quel punto ci voleva un’altra doccia cosa che io feci subito. Quando uscii Andrea mi fece trovare il vestitino nero sul letto. Vestiti, mi disse, mentre io mi sciacquo. Indossai il perizoma nero e le autoreggenti, poi il miniabito cortissimo nero e sopra il grembiulino bianco di pizzo. C’erano anche delle scarpe col tacco. Indossai il tutto con una certa eccitazione: così vestito sarei stato e mi sarei comportato da vera troia. E mi sarebbe piaciuto di certo. Aspetta Andrea in piedi e quando lui usci dal bagno, bellissimo coi suo jeans e la lacoste che gli evidenziava i pettorali, mi girai e alzai la gonnellina a mostargli il meglio di me: ti piace? gli chiesi. Sei una porcellina ragazzino! esclamò lui. Questo non fu che il primo di molti complimenti che ricevetti quella sera.
Scendemmo di sotto nella grande sala da pranzo. Piero sedeva su un divano sorseggiando un cocktail. Si girò a guardarmi, e strizzando l’occhiolino commentò: sarà un piacere farsi servire da te stasera! La cena era già pronta ovviamente. Piero ed Andrea sedettero agli estremi del grande tavolo. Io cominciai a servire il cibo: avevo già fatto il cameriere sul serio e dunque non fu difficile. Mentre loro mangiavano io, su invito di Andrea passeggiavo sculettando avanti ed indietro. Poi ad un certo punto Piero mi chiese di raccogliergli qualcosa che era caduto sotto il tavolo. Io mi abbassai e vidi che aveva estratto il suo grosso arnese e se lo menava lentamente. Era chiaramente un invito: mi sistemai tra le sue ginocchia e con misurata lentezza cominciai a ciucciare quello splendido cazzo. Prima presi tra le labbra la cappella, poi un po’ alla volta cercai di affondare aumentando il ritmo. Sentivo che Piero parlava con Andrea e non sembrava neanche accorgersi del mio impegno. Io sapevo che stava funzionando dall’aumentare della durezza del suo bastone. Piero mi mise anche una mano sulla testa per accompagnare il mio movimento. Frattanto Andrea si era avvicinato ed accomodato nella sedia accanto, sicché ad un tratto mi trovai lì vicino anche il suo di pisello. Non mi restò che alternare la mia attenzione ai due membri. Loro intanto continuavano a mangiare e chiacchierare. Ok, basta così, disse Piero, esci pure da lì sotto e servici i secondi. Così per qualche minuto feci la cameriera sul serio. Serviti i piatti, Andrea mi chiese di salire sul tavolo e di mettermi alla pecorina mostrando loro il mio culetto e titillandolo con due dita. Io lo feci: cominciai a sditalinarmi il buco con due dita. Era eccitante sapere che loro due mi stavano guardando mentre lo facevo, e così me la godevo un po’, quando all’improvviso un forte schiaffo mi colpì alla natica destra. Mi girai stupito e Piero mi intimò: non girarti troietta e continua a masturbarti il buco. Io ubbidii. Ecco un altro schiaffo. E un altro. Ti piacciono le sculacciate eh? Disse Piero, ora il gioco lo conduceva lui. In effetti avevo già sperimentato le sculacciate con Andrea, ed in genere essere sculacciato mentre mi inculava mi faceva godere molto. Ma così, a freddo…sei una troietta dì che ti piace se non le vuoi più forte! Si mi piace, mugolai per stare al gioco. Andrea nel frattempo osservava e se lo menava piano. Poi: scendi ora ed inginocchiati qui tra le mie gambe. Così feci e ricominciai a succhiare quel lungo cazzo. Lo prendevo tutto in bocca e uscivo e poi di nuovo tutto dentro. Piero stava per venire, mi teneva per i capelli e mi diceva di tutto, poi lo tirò fuori e mi sborrò in faccia. Andrea non mi aveva mai trattato con tanta durezza. Ma confesso che mi piaceva e durante il pompino non avevo smesso un solo minuto di sditalinarmi. Così, pulitami la faccia mi alzai e feci per rassettarmi, ma Piero mi abbrancò per i fianchi e mi sbattè di brutto a faccia in giù sul tavolo. Ehi piano! Dissi. Oh senti la signorina! Insolente, ora ti aggiusto io! aggiunse. Si piegò mi allargò le chiappe e cominciò la più fantastica leccata di buco che mai avevo ricevuto. Piero mi penetrava con la lingua, mi leccava, mi titillava lo sfintere, e ogni tanto spac! Una sculacciata. E io godevo, senza ritegno, mugolavo lo pregavo di non smettere. E lui ti piace eh vacca? Poi di colpo smise. Io gli chiesi di continuare e lui stai li appoggiata e non ti muovere sai! e spac! Ora vedrai. Ero lì a culo scoperto e gambe larghe in attesa di qualcosa che speravo fosse il cazzo di Piero. Invece arrivò quello di Andrea: lo riconobbi subito nonostante me lo avesse schiaffato dentro senza tanti complimenti. Oh si , ma lui usci subito e dopo un secondo ecco il cazzo di Piero: più grosso ma così piacevole! Il gioco continuò per lungo tempo: Due o tre colpi e cambio! Con contorno di sculacciate e coccole del tipo: ti piace troia eh? Godi scrofa! Ecc. E io? Io godevo a mille. Era la cosa più forte che avessi mai provato. Dopo poco all’ennesimo cambio sborrai sul tavolo. Sentii Piero commentare: ah sei venuta e pisellina? Ora girati e inginocchiati. Si menarono i cazzi sulla mia lingua sborrandomi in faccia ed in bocca dopo poco. Ero estasiato. Era la cosa più porca che avessi mai fatto. Ma mai avevo goduto tanto. Mai ero stato così dominato, posseduto.
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