Venerdì sera, Sara tornava da una delle sue serate con le amiche, nulla di particolarmente esaltante, un aperitivo nel bar più alla moda di Torino, spritz e salatini, poi una cena in un ristorante macrobiotico.
Le solite chiacchiere sulle novità amorose riempite di commenti ironici sulla vita di una o dell’altra e sull’eventualità remota di trovare l’uomo della vita ‘o il cazzo di una notte.
E’ l’una, fa freddo ed inizia a nevicare, nulla di strano a Sara piace guidare nelle neve, dopo l’ultimo rum&pera, saluta la compagnia ed a passo deciso si dirige verso la sua Audi.
Mentre canticchia l’ultimo motivetto della sua cantante preferita, immersa nei suoi pensieri viene quasi accecata da un potente faro che la illumina poi una paletta in dotazione alla Polizia di alza e le fa segno di fermarsi.
– Buonasera signorina, andiamo veloci ha fretta?
– No Agente mi scusi.
– Scusi un cazzo, tu sei ubriaca marcia bellezza spegni la macchina, posa le chiavi sul cruscotto, dammi i documenti ed esci immediatamente.
L’agente si allontana andando verso la volante e come un automa Sara stupefatta esegue l’ordine impartitogli; senza indossare il cappotto apre la portiera mette fuori una gamba”merda le chiavi’ ‘ toglie le chiavi e le appoggia sul sedile, alza gli occhi e si accorge che entrambi gli agenti con sguardo serio hanno gli occhi incollati sulla coscia che spunta dalla macchina nella quale si intravede l’orlo della calza autoreggente.
– Prego agente’. ecco la patente ed il libretto
L’uomo in divisa la guarda, spostando lentamente lo sguardo tutto il suo corpo in un modo così intenso da costringerla ad abbassare gli occhi e sentire il rossore infiammare le guance.
– Vieni a fare l’etilometro stronzetta, le disse girandosi ed iniziando a camminare verso la volante
– Agente per cortesia usi un linguaggio più consono
La risposta seccata di Sara ebbe l’effetto di far tornare il poliziotto sui suoi passi, arrivò con il viso a 10 centimetri da lei e con un tono di voce molto basso la minacciò’
– Prega di non essere positiva’ altrimenti questa serata te la faccio ricordare per tutta la vita
Si giro e raggiunse il suo collega. Sara non ebbe il coraggio di rispondere abbassò gli occhi e si diresse verso la volante, lì il secondo agente era già pronto con il boccaglio dell’etilometro
– Ecco metti questo tra le labbra e soffia forte’mi raccomando soffia non devi succhiare non è un cazzo hai capito?
– Si ‘. rispose con un filo di voce
Soffiò nel boccaglio con tutta la forza che aveva nei suoi polmoni di fumatrice e dopo pochi secondi i led dell’apparecchio iniziarono a lampeggiare e si udì un forte fischio.
– Vedi? Te l’avevo detto che questa troia era ubriaca fradicia, ammanettale e mettila in macchina andiamo in questura
– Si’vieni bellezza’che stanotte ci divertiamo.
La guida scattante faceva si che Sara venisse sballottata da una parte all’altra dei sedili posteriori, teneva gli occhi chiusi, non pensava a nulla, voleva solo uscirne fuori.
– Ciao, guarda cosa ti abbiamo portato?
– Un’altra? Ma che cazzo siamo pieni di mignotte stanotte, potevate evitare no?
– Ma non rompere il cazzo, questa sera ci divertiamo, stacca i telefoni e vieni nella sala trattazione fermati, la mettiamo nella gabbia insieme alle altre.
Le manette le serravano i polsi, veniva tirata per un braccio come una bestia al macello, con forza, che più volte fu sull’orlo di perdere l’equilibrio sull’instabilità del suo tacco 12; poi un’ampia sala’sporca..maleodorante, al cui centro vi era una specie di recinto composto da una rete metallica, una porta.
L’interno era perfettamente visibile dall’esterno e dentro c’erano altre donne in piedi tutte ammanettare e’.NUDE! La porta si aprì’.
– Che cazzo fai’.falla spogliare, controlla se ha droga addosso, queste puttane conoscono mille modi per nasconderla, controllala bene’dappertutto.
Le vennero tolte le manette, poi con un gesto repentino le fu alzata la gonna fin sopra l’ombelico.
– Guarda questa troia come sta sotto’ è proprio vestita da puttana ‘ pronta per essere montata.
– Controllala bene’.poi ci divertiremo, le faremo passare tutte le voglie a questa lurida troia.
Il loro tono freddo ed imperativo, l’aveva privata di qualsiasi reazione, aveva capito che se voleva uscirne, doveva fare tutto quello che loro avrebbero voluto.
Il poliziotto cominciò a controllarla sulla schiena, poi passo le mani sui seni:
– Questa ha il reggiseno imbottito, ora glielo tolgo’ non vorrei che ci nascondesse qualcosa la dentro. Togliti la maglia puttana!
Sara eseguì’. Poi il poliziotto le girò intorno e si posizionò dietro di lei, apri il gancetto con una velocità inaspettata per un uomo e le tolse di dosso il reggiseno.
– Hai le tette piccole troia, ma sono ben fatte, disse prendendole tra le dita entrambi i capezzoli successivamente stringendoli li strattonava verso l’alto.
Mentre un poliziotto le stringeva i capezzoli, un altro le mise nuovamente le manette poi, con solo le autoreggenti, le scarpe ed uno slip rosso venne spinta dentro la gabbia; raggiunse le altre e si mise all’estremità sinistra della fila di donne, nessuna parlava tutte guardavano in basso’ed aspettavano l’evolversi della situazione.
– Allora con chi ci divertiamo stanotte?
– Ce ne sono diverse interessanti, che ne dici della terza, quella con i capelli rossi?
– No’.prendiamo l’ultima, quell’ubriacona con le autoreggenti, sembra abbastanza troia da farci divertire tutti.
La porta si aprì e sentì dei passi pesanti andare nella sua direzione’una mano si posò sulla catena delle sue manette’ Sara capì’ERA LEI LA PRESCELTA!
La strattonò fuori e le disse:
– Troia adesso ti inculiamo, se farai la brava dimenticheremo il tuo reato, ma dovrai eseguire tutto quel che vogliamo, niente no, niente scatti ne resistenze.
Una volta uscita la portò in un’altra stanza dove l’unica cosa presente era un letto in ferro.
– Ferma, non muoverti, non farmi incazzare hai capito troia?
– Si agente
Le venne infilato un cappuccio di un tessuto elastico sulla testa, aveva un’apertura sulla bocca e due buchi nel naso. Rimase li in piedi, in attesa per un tempo indefinito, sentiva solo il rumore del suo respiro affannato
– Guarda questa puttana, ma cazzo guardala in mezzo le cosce!
– Che zoccola’..
Gli occhi dei presenti si posarono sul suo inguine’..il segno evidente della sua eccitazione era una macchia scura proprio al centro dello slip’..Sara era un lago.
– Che ti avevo detto? Questa ci farà divertire tutti’inizio io!
Le tagliò lo slip con un coltello ed un filo di bava argentata colò dalla sua fica’Due dita le allargarono le grandi labbra e le esplorarono l’apertura, palparono il clitoride turgido, poi si infilarono per metà nella sua fica facendole emettere un sospiro. Il lavoro che le dita facevano dentro e fuori la sua fica stava dando i frutti sperati dal poliziotto’..
– troia che non sei altro’ mi stai bagnando tutta la mano, sei proprio una puttana in calore, inginocchiati e prendimelo in bocca..aprila!
Un attimo dopo aveva la cappella gonfia in bocca e la stava leccando tutta intorno, l’uomo teneva la sua testa con entrambe le mani e muovendosi con il bacino in modo ondulatorio le scopava la bocca.
– Se la tieni in ginocchio noi che facciamo? Mettila sul letto così mentre te lo fai succhiare io me la inculo.
– Alzati troia e mettiti a pecora.
La guidarono fino al bordo del letto e Sara si piegò lentamente, poggiò le mani sul letto, poi salì con le gambe e si sistemò come le era stato ordinato; le cosce allargate permettevano alla sua sborra di gocciolare, ne sentiva l’odore ed alcune gocce le andarono a sbattere nell’interno delle cosce. Si sentiva esposta, inerme, umiliata’ma’
– Facciamo un gioco, io glielo metto in bocca le tengo ferma la testa, tu prendila a schiaffi sul culo, il movimento la farà scopare dal cazzo in bocca.
– Si qualche pacca sul culo ho proprio voglia di dargliela a questa troia.
I colpi iniziarono ad arrivare erano cadenzati, non fortissimi e le provocavano un leggero bruciore nello stesso tempo il cazzo le si era infilato in bocca, succhiava la cappella infilando la lingua nella fessura e rivoli di saliva colavano lungo l’asta venosa fino ad arrivare alle palle dure e gonfie.
– Senti come succhia questa troia le piace proprio il servizio, prendi il vibratore che abbiamo sequestrato a quel trans e piantaglielo in fica
Sentì il ronzio del vibratore partire ed un cazzo di gomma che si faceva strada nella fica mentre il bruciore provocatole dagli schiaffi sul culo aumentava.
– Brava cagna succhia, aspira bene che sto per sborrarti in bocca’.
Sfilò il cazzo’
– Tira fuori la lingua!
Eseguì e sentì il cazzo che guidato dalla mano dell’uomo le schiaffeggiava la lingua rimase così per un po’, non sapeva quantificare quanto, mentre il bagnato della sua saliva le colava sul collo. Poi gli schizzi caldi di sborra iniziarono a colpirla, il primo si infilò in bocca era denso e la costrinse ad ingoiare, gli altri di minore intensità, sbatterono sulla lingua e colarono sul letto. Il vibratore la riempiva e il tremolio le provocava delle sensazioni migliori di quelle di un cazzo.
– Voglio incularti!
..la voce era del poliziotto che le aveva preso a schiaffi il culo’si preparò a ricevere il cazzo, non ne conosceva la dimensione e cercò di rilassare i muscoli contratti per via del vibratore.
– Eccolo troia’sto per mettertelo dentro’.stai ferma non voglio farti male
Sentì una mano che le premeva sulla schiena facendole inarcare il culo in modo tale che il buco si dilatò oscenamente; la cappella forzava l’apertura ma vibratore rendeva difficile l’inculata, l’uomo se ne accorse e lo sfilò nello stesso momento le diede un gran colpo penetrandola fino ai coglioni che sbatterono sulla fica grondante di umori. Iniziò una inculata veloce incurante del fatto che il culo non si era ancora totalmente aperto; i colpi poderosi le facevano contrarre la fica e ad ogni affondo un filo di sborra le usciva dalle grandi labbra andando a bagnarle le cosce. La velocità dei colpi era tale da toglierle il fiato e da lasciarla a bocca aperta’
– Bravo, la stai inculando per bene, guarda come sborra questa troia’dai spaccala, dalle quello di cui ha bisogno la stai facendo rimanere a bocca aperta, adesso gli ci infilo il cazzo dentro.
– Si fatti spompinare che lo succhia bene il cazzo.
Entrò in gioco un terzo uomo e mentre uno la inculava e l’altro le piantava il cazzo in bocca iniziò a darle degli schiaffetti veloci sul clitoride che era turgido come non mai provocandole delle leggere fitte per l’estensione raggiunta.
– Voglio vederla in faccia questa troia, togli un attimo il cazzo che le levo il cappuccio.
– Si, ma tu aiutami a girarla voglio metterla a pancia in su così posso farmi leccare le palle
La girarono tirandola soltanto per le manette e venne adagiata sulla schiena nel punto dove era colata la sborra del primo uomo, in quella posizione senti i suoi umori fuoriuscire e raggiungere culo che al contatto della bava si contrasse un paio di volte come se stesse invitando un cazzo ad entrarci.
– Succhiami le palle troia, lavora bene di lingua che non siamo ancora sazi e non ti sei guadagnata nulla.
– Passami quel cuscino glielo metto sotto al culo così posso entrare meglio.
L’uomo iniziò a strusciarle le palle sul viso schiacciandola con il peso del proprio corpo e lei capì che doveva leccarlo’fece uscire la lingua ed inizio a dare dei colpetti prima sul coglione destro poi su quello sinistro in modo alternato, dando ogni tanto delle piccole succhiate. Aveva capito che questo lavoro stava portando l’uomo velocemente alla sborrata’.intanto il cazzo aveva ripreso ad entrarle nel culo ma questa volta lentamente, il poliziotto lo faceva uscire totalmente, aspettava che il buco iniziasse a richiudersi per poi infilarlo nuovamente fino in fondo. L’altro le premeva le palle sempre più forte spostandosi lentamente con il bacino e facendole arrivare sulle labbra il buco del culo che ogni volta che era colpito dalla lingua di Sara si contraeva.
– Io tra poco le sborro addosso, tu come sei messo?
– Sono vicino anch’io, dai inondiamola di sborra insieme’spruzziamole addosso.
Dai colpi che si erano via via velocizzati nel culo e dalla consistenza delle palle che stava succhiando, capì che entrambi gli uomini stavano per sborrare si abbandonò completamente e dopo pochi istanti degli schizzi che partivano da sopra la sua testa atterrarono sulle sue tette dure e gonfie mentre altri che partiva dal cazzo che la inculava arrivarono sull’ombelico.
Era piena di sborra’.
– Ma cazzo fate una festa e non ci chiamate? E’ tutta sporca di sborra questa troia’ ma che schifo che fa’dobbiamo lavarla.
– Siete gli ultimi arrivati’. Accontentatevi
– Dai laviamola e poi facciamole la festa
Del liquido caldo iniziò a fiottare sul suo corpo, pancia, tette e collo lavarono la sborra appiccicosa’l’odore di ammoniaca le fece capire che le stavano pisciando addosso’e la sua fica si contrasse prepotentemente per l’ennesima volta.
– Ahahahahaha’adesso si che sei pulita troia
– Io voglio il culo ‘ma un cuscino solo non basta’tiratela su tenendola per le gambe che il cazzo avrà l’angolazione giusta.
Due paia di mani la afferrarono per le caviglie e le sollevarono, costringendola ad allargarsi e ad elevare ulteriormente il culo. Il cazzo dell’uomo inizio a violentarle il buco già allargato dalle precedenti penetrazioni, tanto che questo si lamentò per averla trovata così larga, mentre l’altro le appoggiò il cazzo moscio in bocca.
– Succhia troia fammelo diventare duro quando sarà al massimo te lo metterò nel culo
– Fammelo godere un po’ a me poi te lo lascio’
Si occupò del cazzo dell’uomo e lo portò alla massima durezza in pochi istanti, lui lo tolse..
– Dai fammela inculare e goditi la sua bocca
I due uomini si cambiarono di posto e ripresero l’uno ad incularla e l’altro a scoparle la bocca’.vennero poco dopo inondandole la gola ed il culo..continuando fino a che i cazzi non diventarono mosci.
La fecero rivestire senza darle la possibilità di pulirsi le restituirono i documenti e la liberarono.
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