La serata passò tranquilla, mia madre ordinò due pizza da asporto e mangiammo guardando la televisione.
Andai a dormire sul divano verso mezzanotte, dato che in quel piccolo appartamento non c’erano due stanze, non riuscii a prendere sonno, forse perché avevo già riposato o più probabilmente per la scomodità del giaciglio.
Verso le due del mattino, non riuscendo proprio ad addormentarmi mi alzai per fumare una sigaretta, ma appena misi piede in corridoio udii provenire dalla stanza di mia madre un lieve e sommesso mugolio, mi accostai alla porta attento a non far rumore e udii mia madre respirare profondamente e emettere lievi gemiti, provai a guardare dal buco della serratura, la stanza era scusa ma nella penombra riuscivo a riconoscere la sagoma di mia madre distesa sul letto con le gambe divaricate, rimasi li con l’occhi puntato nel buco della serratura e con l’orecchio teso, costantemente in ascolto, sentendo quei gemiti e quel respiro pesante e affannato comincia a eccitarmi.
Ancora incollato alla porta, misi una mano nei pantaloncini che indossavo e cominciai a masturbarmi, ancora una volta ero in preda all’eccitazione, ma questa volta non riuscivo a fermarmi, la mano continuava a muoversi su e giù lungo il mio pene e senza neanche accorgermi in un impeto di lussuria venni nelle mutande ascoltando mia madre masturbarsi.
L’eccitazione pian piano lasciò il posto alla stanchezza, mi ripulii velocemente e andai a fumare quella sigaretta che mi aveva condotto alla “visione” di quel erotico concerto.
Ritornato in salotto e stramazzai sul divano, rilassato e soddisfatto mi addormentai.
Il mattino ci alzammo presto, verso le 7:30, ci misi un po’ a alzarmi forse a causa dello spettacolo che mi aveva tenuto sveglio la sera prima, ma il viaggio era lungo e dovevamo muoverci.
Caricammo l’ultimo scatolone sul furgone chiudemmo l’appartamento e partimmo, ci mettemmo circa cinque ore per raggiungere Lucca, ma per fortuna trovammo subito il posto.
Il nuovo appartamento di mamma era carino, si trovava in un piccolo condominio a quattro piani e noi eravamo sull’attico. La cucina salotto era molto spaziosa e provvista di due grandi porte finestre che la illuminavano, al di fuori delle quali vi era una piccola veranda con un tavolino e un paio di sedie, la cucina era collegata al bagno principale e all’unica camera da un piccolo corridoio in cui vi era anche un grande armadio. La stanza di mamma era spaziosa, appena si entrava si vedeva una grande letto matrimoniale con due comodini opposti, sul lato vicino alla finestra rettangolare che correva quasi da una parte all’altra della parete vi era una piccola scrivania molto carina, inoltre era presente anche un bagnetto personale.
Passammo il resto della giornata pulendo e sistemando tutto, gli scatoloni erano molti ma essendo in due ci mettemmo giusto quel giorno a sistemare quasi tutto, la cosa ci sorprese dato che avevamo prenotato il furgone per una settimana e già il primo giorno avevamo quasi finito il trasloco.
-Mamma, questo è l’ultimo- dissi entrando in casa con l’ennesimo scatolone.
-Perfetto tesoro, finiamo domani di sistemare che sono molto stanca- disse
-Va bene preparo qualcosa da mangiare, tu intanto fatti una doccia e cambiati dai-
-Va bene amore, arrivo subito-
Si diresse verso il bagno togliendosi la maglietta a metà corridoio e subito notai che per tutto questo tempo non aveva indossato il reggiseno, una smorfia mi si disegnò in volto.
-Avrei potuto sbirciare- dissi tra me e me, mi rassegnai e proseguii le mie faccende.
La serata passò veloce, mangiammo una pasta e andammo a dormire quasi subito tanto eravamo stanchi.
Come la sera precedente non riuscii ad addormentarmi subito e non so perché mi venne la pulsione di andare a controllare cosa stesse combinando mia madre, avvicinandomi sempre di più alla sua porta cominciai a udire gli stessi gemiti della notte precedente.
Mi accostai alla porta semi socchiusa, questa volta non potei vedere neanche una sagoma ma rimasi in ascolto.
“allora è un abitudine eheheh” pensai tra me e me, mentre la mia mano si muoveva nei boxer.
“che porca, verrei essere li con lei, la farei gridare d’avvero, fino a farla supplicare di scoparla ancora” i miei pensieri stavano prendendo il sopravvento sul mio corpo, un qualcosa si stava rompendo dentro di me, come un animale che sta per fuggire dalla sua gabbia. La persona che pensava quelle cose non ero totalmente io ma un entità assetata di sesso il cui unico pensiero era quello di possedere sua madre.
Venni molto copiosamente e appena l’ultimo spruzzo abbandonò il mio corpo tornai in me, era ancora attratto da mia madre ma almeno avevo soffocato l’impulso di piombarle nella stanza e saltarle addosso, non tutto però era tornato al suo posto, una sorta di curiosità era rimasta, un qualcosa che non è facile spiegare me che spingeva il mio subconscio nel andare affondo e lo avrei fatto sicuramente, ormai sapevo che non sarei riuscito a controllarmi per sempre.
Il giorno seguente mia madre uscì di casa presto per andare a un colloqui di lavoro e io rimasi a sistemare le ultime cose in giro per casa.
Spinto da quella curiosità che mi permeava il corpo dalla sera prima, entrai nella sua camera e appena varcata la soglia, vidi buttate sull’uscio del bagno un paio di mutandine nere, di impulso mi avvicinai e non so per quale ragione le annusai, non so come successe ma tra una cosa e l’altra mi eccitai talmente tanto sentendo l’odore di mia madre che comincia a masturbarmi li, sulla soglia del bagno e venni sulle mutande che tanto mi facevano impazzire.
Ripreso da questo momento di eccitazione improvvisa comincia a guardare nei cassetti ammirando la lingerie e sbirciando tra i suoi vestiti più succinti. Mentre ispezionavo il comodino di destra tirai l’ultimo cassetto e vidi due vibratori accostati uno accanto all’altro, li guardai bene, uno era piccolo e verde di circa 14 / 16 cm, l’altro era molto grande e scuro circa 26 / 28 cm.
-Guarda guarda che grande zozza- dissi ad alta voce, sicuro che nessuno mi potesse sentire.
Decisi quindi sul momento in un impulso di sadismo e perversione, di attuare un piccolo piano, non ci avevo mai pensato ma in quel momento mi risultò molto interessante.
Presi una scatola da scarpe e vi misi i due vibratori e poi nascosi la scatola sopra l’armadio del corridoio, non so perché lo feci, ma in quel momento mi sembrò un’idea molto buona, ma soprattutto molto eccitante.
Quella sera dopo che mia madre andò a coricarsi, mi posizionai fuori dalla sua stanza e ascoltai; la sentii rovistare con forza nel cassetto e imprecare pesantemente, dopo circa trenta minuti di forsennate ricerche udii le molle del letto cigolare e la luce nella stanza, che filtrava da sotto la porta , spegnersi.
Quella sera non ci fu nessun concerto erotico ad attendermi, solo qualche sospiro nulla di che, anche l’odore delle sue mutandine (che continuavo a ricercare ormai drogato da quell’inebriante profumo) era quasi completamente sparito, come se non riuscisse più ad eccitarsi.
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Aggiunto: 3 anni fa
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