(introduzione: il seguente racconto è al centro di forti fantasie contorte, piene di volgarità e situazioni che potrebbero danneggiare la psiche di ognuno di voi. Se siete minorenni abbandonate questa pagina e se l’incesto con sodomizzazione vi angoscia, siete liberi di NON continuare il racconto.
Per gli altri’benvenuti nel mio nuovo torbido racconto di incesto violento, scritto cercando di tener conto dei vostri consigli!)
TRA MAMMA E PAPA’
La mia mamma è una splendida vigilessa tutta lavoro, casa e famiglia mentre mio padre è il classico impiegato di banca, messosi dietro ad una scrivania per rendersi la vita comoda e avere uno stipendio solido alle spalle.
L’altra sera, tornato da una cena di classe, mi recai prima del solito a casa, poiché un disturbo alla pancia mi aveva causato diversi problemi già durante i pasti.
Aprii la porta e corsi direttamente in bagno, lasciandomi cadere in terra i pantaloni e non chiudendo la porta a chiave. Mi abbandonai alla dissenteria senza più porre resistenza con i miei addominali già stanchi dall’eccessiva dose di crampi avuti durante il ritorno a casa.
Lasciai svuotare tutto ma rimasi sulla tazza per sicurezza di non ritornare di corsa. Presi un giornale che c’era per terra e inizia a sfogliarlo quando qualcosa mi tolse l’attenzione da quel settimanale scandalistico.
Sentivo delle urla soffocate e poi dei rumori. Mio padre che incitava qualcuno ma non capivo cosa dicesse e a chi. La prima cosa che pensai fu che mia madre stesse male ma, poco dopo, capii che quei rumori altro non erano che una scopata furiosa!
Lo capii dopo pochi istanti di silenzio in cui mia madre era nel corridoio a parlare con mio padre. La cosa mi suscitò stupore per le cose insensate che sentii dire dalla mia mamma.
‘Sai caro che non mi piace quel posto! Tutte le volte insisti ma l’idea di essere scopata da sconosciuti mi mette ansia’e poi non ti fa schifo vedere che mi spaccano davanti e dietro?’
Sentivo la voce di mio padre flebile poiché, molto probabilmente si stava rivestendo in camera sua mentre mia madre si stava avviando nel bagno.
‘Lo so che ti eccita, amore mio, eccita anche me avere gli sguardi di quegli uomini sul mio corpo ma non mi piace aprirmi a loro. Sono solo tua’la tua puttana’la tua serva d’amore e di sesso, tesoro!’
E, con una risata aprii la porta.
Mai avrebbe immaginato che io fossi seduto lì come un pirla a far finta di non aver sentito nulla ma, mai, io avrei immaginato come si potesse conciare mia madre.
Aveva dei tacchi alti che slanciavano il suo corpo alto di un metro e sessantacinque in una stangona da copertina, calze autoreggenti color fuxia, senza mutande e un reggiseno con le coppe bucate da dove fuoriuscivano i capezzoli del suo bel seno pieno ma, come se non bastasse, appena capì ciò che aveva di fronte, cercò di coprirsi invano e notai che ai polsi indossava le manette d’ordinanza. Divenne viola e io anche. Riuscì solo a gridare ‘Ma che ci fai qui?’ e poi richiuse la porta.
L’attacco di panico e l’eccitazione che, tutto sommato, nacque da quell’insolita visione del corpo di mia madre, mi portò, pochi minuti dopo a riderci su al pensiero di come i miei fossero ben infoiati nel fottere mentre io ero via.
Mi ripromisi di star fuori sino a tardi nei futuri sabati sera e, mentre ormai avevo finito di scacazzare nel cesso, tirai l’acqua, diedi attenzione se fuori c’era qualcuno e poi aprii la porta piano piano, per ritirarmi in cucina a farmi una spremuta di limone.
Ci trovai una bottiglia di vodka completamente vuota e non ci misi molto a capire di chi fosse.
Ero proprio contento che l’attività dei miei fosse ancora a questi livelli’non pensavo che sopra i 45 anni le persone scopassero con tanta fantasia!
Mentre ripensavo a mia madre e al suo pelo nero ben curato, entrò da dietro mio padre che mi spaventò anche un po’.
‘Ciao campione, come te la passi?’
‘Bene pà’senti, non volevo rientrare prima, avevo solo un gran mal di pancia!’
‘Non preoccuparti’non stavamo facendo niente di male, sai? Tua’tua madre stava solo facendomi vedere dei completi intimi nuovi che aveva acquistato con una sua amica e”
‘Babbo, non sono più un ragazzino’ho 20 anni ormai’ho visto come era conciata la mamma e come parlava!’
‘Mi spiace figliolo che tu l’abbia vista così ma ti assicuro che non è una donna di cattivo gusto o”
‘Babbo, te l’ho detto, non preoccuparti’in fondo sono felice che voi scopiate ancora bene e tra voi’dopo venti anni di matrimonio solitamente uno pensa che non si faccia più nulla e invece”
‘Oh beh’grazie figliolo io’beh, è stupido negare. Sì, io e tua madre abbiamo un’ottima intesa sessuale e ne andiamo fieri!’
‘Certo che la mamma è proprio una cavallona vestita in quel modo, sai? Non me la sarei mai immaginata che fosse così’uhm’sexy!’
‘Sì, è proprio una bomba sexy tua madre’tutti se la vogliono fare e’oh cazzo, scusa, è che sono ubriaco e non so più che cazzo sto dicendo’ero venuto di qui per parlarti e mi ritrovo a dirti delle cose su tua mamma’che fallito che sono”
‘No babbo, continua’sono il secondo uomo di casa, no? Ma dimmi, di che accennava la mamma prima?’
‘Ma no, a nulla d’importante caro’è che’mi eccita molto scopare con lei ma alle volte’ecco’mi piacerebbe vederla fotterla con altri’non lo so’è una perversione strana e inconcepibile, lo so”
‘No, non è inconcepibile! La mia fidanzata l’ho costretta a camminare a quattro zampe davanti a me e ai miei due amici!’
Mio padre alzò la testa come se avesse avuto un’allucinazione e mi guardò lanciando un sorriso da 32 denti.
‘Ma dici sul serio, figlio mio?’
‘Sì babbo. Eravamo alla festa del Giulio no e, sai com’è, un bicchierino qua, un bicchierino là’alla fine le ho fatto fare la cagna e ce la siamo scopati tutti e quattro’ha goduto come una vacca la signorina! Prima diceva di non essere una troia poi ci incitava di venirle in bocca uno per volta! Che puttanella!’
‘Haa haa, non ci credo! Ma allora hai proprio il dna di tuo padre! Sono orgoglioso di te, figliolo ma, a proposito, quella che ti sei scopata con gli amici era Cristina?’
‘Sì papà, quella gran vaccona di Cristina, con quel culo da favola’aveva indosso il solito vestito nero attillato’dio che zoccoletta’quelle tette ciucciami e quella figa bella umida’sapessi che bocchinara! Se vuoi un giorno la invito qui, la facciamo bere e poi ce la scopiamo io e te, ti va?’
‘Alla grande e che ti do in cambio?’
‘Perché non mi fai assistere a qualche vostro spettacolino?’
Mio padre si fece più serio.
‘In che senso? Di quale spettacolino vai dicendo?’
‘Di quando ammanetti la mamma e la sevizi di brutto’come faccio con Cristina, la mia puttana personale!’
‘No, non così veloce’non parlar così di tua madre’è, è sbagliato, dovresti saperlo figliolo’beh, io vado a dormire. Buona notte piccolo bastardo.’
Dopo la limonata, presi e andai in stanzetta, sintonizzando la tv su un canale satellitare dove, guarda caso stavano trasmettendo un bel film porno, dal titolo, ‘Mamma, guarda come ti scopo!’. Mi feci una sborrata secolare e mi addormentai per risvegliarmi nudo, grondante di sperma con la tv che dava altre immagini pornografiche. Spensi, ripulii il cazzo e mi diressi in bagno. Nel corridoio incontrai mia madre in vestaglia rossa con le sua ciabattine di pelo dello stesso colore che, cercando di nascondersi tra i suoi capelli mossi castano scuri, mi salutò e si diresse in cucina molto freddamente.
La capii, tutto sommato sarei rimasto freddo anche io se mi avessero cuccato sul fatto.
Mi lavai il membro, gettai i fazzoletti nel wc e, dopo una rapida sciacquata me ne andai in cucina a fare colazione.
Mia madre era già fuori sul balcone a mangiarsi alcune fette biscottate con la marmellata sopra. Presi la mia tazza di thè e la raggiunsi mettendomi dietro di lei.
‘Che stai mangiando, mamma?’
‘La solita abbuffata di marmellata, perché?’
‘è quella alla fragola?’
‘Sì, perché?’
‘Perché noto che le fragole ti piacciono molto. Anche la vodka che hai bevuto ieri con papà era alla fragola.’
‘Non sono affari tuoi e poi sono abbastanza grande per bermi ciò che ho voglia, ti pare?’
‘Certo mamma, sei abbastanza grande anche per fare certi giochetti!’
Sapevo di averla toccata nel suo orgoglio.
‘no, non andare via, brutto maleducato! Cosa volevi dire, eh, insolente!’
‘Che c’è? Vuoi ammanettarmi?’
‘Guarda che’non sai cosa dici’io”
‘Ok, ok, vado di là, fatti sbollire la rabbia e poi vieni di là’vorrei proporti una cosa.’
Mia madre non colse l’invito ma sapevo che, dopo il pranzo a casa della zia, saremmo ritornati tutti a tavola la sera e non potevo farmi sfuggire un’occasione come quella.
Erano ormai giunte le 20.15. Mi ero rinfrescato con una doccia e l’idea di provocare mamma e papà mi faceva scorrere un brivido lungo la schiena, un brivido all’insegna dell’orgoglio più totale di poter avere in mano una situazione tanto morbosa quanto eccitante. I miei genitori erano in mano mia, almeno, nei pensieri ma sapevo che sarebbe bastato poco a farli’come dire’aprire di più.
Mio padre aprì la porta di casa; rientrava da una bevuta con gli amici e si vedeva chiaramente dal modo di camminare che aveva.
Mi salutò dandomi un ‘cinque’ e poi ridendo come un’idiota si sedette a capotavola mentre mia madre, con indosso la solita vestaglia rossa e le sue solite infradito, lasciava apparire un’accuratezza dei particolari. Non sono mai stato feticista ma vedere quello smalto rosso sui piedi e quelle unghie lunghe ben curate e smaltate di rosa shocking, mi presero di sorpresa’cazzo che madre avevo’bella, bona e, molto fetish!
‘Cazzo Franco, ma possibile che torni ubriaco ogni domenica sera? Hai una faccia da stravolto che la metà basta’.toh, eccoti un piatto di pasta!’
Mentre appoggiava il piatto mio padre le tirò su parte della vestaglia e le diede una pacca sulle chiappe che fece trasalire sorridente mia madre.
‘Dai, Franco, smettila’c’è nostro figlio, non vedi?’
‘Seee, già’come se non sapesse che donnona sei!’
‘Smettila di fare lo stupido e mangia che poi diventa freddo e ti lamenti!’
‘Mamma, ma sai che quello smalto ti dona molto?’
‘Trovi tesoro? Me lo ha regalato tua zia’ma di quale smalto parli?’
‘Dei tuoi piedi’ti fanno apparire molto’hard!’
La risata di mio padre, calmò lo sguardo gelido di mia madre che si rimise a sorridere e ingoiò una forchettata di pasta.
‘Ha ragione tuo figlio’quello smalto rosso ti dà della puttana, amore mio!’
‘Ma Franco, ma che dici, dai!? Mi metti in imbarazzo davanti a lui!’
‘Mamma, non ti preoccupare’sono grandicello ormai’certe parole le conosco anche io”
‘Vedi tesoro’ne sa più lui di noi, stanne certa’a proposito, fai vedere cosa c’è sotto qui?’
Dicendolo allungò il braccio e sfilò la sottile cintura di stoffa della vestaglia aprendogliela e lasciandogliela semi aperta da dove si potevano ammirare i suoi indumenti intimi, rossi come il fuoco.
‘Gesù, cocca’ma che hai messo sotto? Sei caliente stasera, eh?’
‘Può darsi ma non fare così qui’ora’non siamo soli, lo sai”
‘Come se non sapessi che gli sguardi altrui non ti piacciano’smettila di fare la bambina e apriti la vestaglia’fai vedere a tuo figlio che bell’indumentino hai sotto”
‘Franco, no’non puoi farmi questo, lo sai che poi sono”
‘Un’esibizionista mamma? Che problema hai? Ti fai problemi a farti vedere e toccare dagli altri e poi hai problemi a farti guardare da me’sei proprio fantastica”
‘Già’anche qui sotto sei fantastica, Luisa’spostati le mutande porcellina mia”
‘Franco no, non fare così’dai no’sì’no’sì’spostamele tu le mutande’spostamele e toccami ma fai in fretta, ti prego!’
‘Hoo Hoo in fretta? E che cambia se ti masturbo piano o veloce’tanto ormai stai facendo vedere al tuo bambino le grazie della tua fica già bagnata’anzi, Teo, vieni qui a toccare la passera di tua madre!’
Mi alzai, allungai la mano verso la figa calda della mamma e mi venne spontaneo prenderla per i capelli e baciarla sulla bocca, infilandole la lingua in gola.
‘Che bastardi che siete’un po’ di rispetto per una signora”
‘Mamma, hai dei bei piedi, lo sai? Perché non fai una sega al babbo?’
‘Giusto puttana, segami coi piedi, forza! Haa Haa!’
Si tolse i pantaloni e mia madre, prima di inziaire, si tolse completamente gli slip mettendosi comoda sulla sedia per inziare il suo lavoretto.
Iniziò a segarlo lentamente e poi sempre più forte mentre mio padre era sbragato sulla sedia col cazzone enorme e in tiro.
Che bello. Vedere tanto amore e perversione dai propri genitori sembrava un miracolo.
Poi, mia madre, scoprii che, non solo era assolutamente schiva della sua debolezza nel mostrarsi ma anche nel fasri sodomizzare e sottomettere da me e dal marito.
‘Ti piace Teo come sego il tuo papà?’
‘Sì mamma, sei brava ma ho visto fare di meglio’inginocchiati ora e prendiglielo in bocca guardando me’puoi farlo?’
‘Che famiglia di merda che siamo’ma sono eccitata come una troia e mi piace farmi comandare da voi due’avete nel dna la perversione, dannati figli di puttana!’
E, ridendo, si mise in ginocchio prendendo il cazzo di mio padre in bocca mentre, con quegli occhi da puttana continuava a guardarmi e sorridere.
‘Perché non succhi anche il mio di cazzo?’
Mi alzai e glielo misi vicino alla bocca. Si staccò da quello di mio padre e iniziò ad assaporare la mia cappella.
‘Che puttana che sei Luisa’ora lecchi anche il cazzo di Teo? Allora meriti un castigo’te lo metto nel culo, troia!’
Il babbo prese la bottiglia dell’olio e se lo spalmò velocemente sul pene, ungendolo meglio per penetrarla. Lo fece subito senza neanche attendere la preparazione psicologica di mamma.
Era una donna sottomessa ai nostri cazzi e quello che ancora più mi shoccava era la mia tranquillità nel vivere la situazione e capovolgerla a mio piacimento senza venire subito.
‘Papà, andiamo in salotto’godremo meglio e intanto, vai a prendere le manette’la puttana la facciamo pentire di essere nata troia!’
‘Che esagerato che sei Teo’parlare così alla propria mamma’non ti vergogni? Ha Ha Ha Ha che zoccola che sono’farmi sottomettere da mio figlio!’
La trascinai in salotto e la misi sopra di me col culo rivolto verso la porta d’ingresso. Mio padre sopraggiunse da dietro e la inculò nuovamente tirandole indietro le braccia ed ammanettandole.
Lei godeva, urlava, rideva, piangeva’un insieme di emozioni che non davano comunque alito alla sua spregiudicata voglia di continuare in quella direzione’
‘Oh figlio mio’ormai hai fatto tutto’mettimelo in culo e sborrami dentro, dai!’
Mi alzai e la tirai per i capelli mettendola contro il muro con la sua faccia schiacciata contro. Mio padre rimase seduto a terra e continuò a spararsi la sega mentre io affondavo l’arnese nel culo di mamma. Iniziai a stringerle le tette, il collo, tirarle i capelli e a urlarle dietro di tutto, come se mi dovessi sfogare delle sue torture inflitte da bambino’torture semplici, come il non viziarmi come volevo io’ero malato e me ne accorsi proprio lì.
La scopai fin quando mi resi conto che lei non ce la faceva più.
La portammo nella vasca, la liberammo dalle manette e aspettammo che con le sue mani e la sua bocca ci fece venire.
Le sborramo sui capelli, sugli occhi, sulle labbra’dove capitava poi lei si mise a pisciare dentro la vasca e ci pregava di fare altrettanto con lei.
Iniziammo a pisciarle in faccia e, una volta finite le nostre sconcerie, ci facemmo tutti un bagno, abbracciati sino a tarda mattinata, facendoci le coccole e scoprendo che il dito nel culo che avevo non era di mia madre ma di mio padre che con occhi sarcastici disse:
‘Che credevi, che solo la mamma lo prendesse in culo? Ora tocca a te’Luisa, ammanettalo!’
‘NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO’
FINE.
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