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Ti amo Marco

“Vado verso la sua auto ed anche lui esce e vedo la sua faccia con un gran sorriso stampato, sembra timido…”

Dato che non lo incontro da troppo tempo, ne voglio scrivere
sperando che Marco mi legga (stavolta è il suo vero nome) perché so che ogni tanto cambia nick e profilo.
Un incontro come tanti, qui su Annunci 69, qualche scambio di informazioni poi la decisione di incontrarci. Nessuno dei due ospita perciò, scelta quasi obbligata, decidiamo per l’incontro in un parcheggio e fare car sex.
Io arrivo puntuale (dopo aver completato la “trasformazione” poco distante dal luogo dell’incontro) e dopo neanche cinque minuti arriva la macchina che lui mi ha descritto e parcheggia a pochi metri da me.
Esco dalla macchina con la solita insicurezza di piacere o meno al maschio di turno, benché l’effetto non dovrebbe essere male: parrucca bianca, occhiali vezzosi, trucco non troppo pesante, t-shirt nera, microgonna jeans, calze microrete e tacchi a spillo. Di lui ancora conosco solo ciò che va dalle cosce al torace (con quello che c’è in mezzo ovviamente).
Vado verso la sua auto ed anche lui esce e vedo la sua faccia con un gran sorriso stampato, sembra timido. Appena è fuori dall’auto, però, capisco che non sarà come le altre volte. Ho davanti un ragazzo di circa 26/27 anni, bello, alto quanto basta per essere più alto di me con i tacchi, in tuta da ginnastica, un maschio che a prima vista mi fa scombussolare quello che ho dentro, nel “rione” delle emozioni.
Appena siamo vicini, non faccio in tempo a dirgli “ciao Marco” che mi infila la lingua in bocca, e questa è una cosa che fa svanire subito le mie insicurezze. Mentre mi bacia sento le sue mani corrermi per tutto il corpo, mi afferra le chiappe e mi stringe contro di sé facendomi sentire che il suo membro è già duro. Poi mi scosta la bretellina della t-shirt e la sua lingua passa dalla mia bocca ai capezzoli. E con questo è proprio finita ogni resistenza (semmai ce ne fosse stata), perché questo mi fa arrivare al settimo cielo. Gli dico “Marco, ti prego, non resisto, farò quello che vuoi ma non qui, conosco un posto tranquillissimo qua vicino. Così, eccitatissimi tutti e due, saliamo sulla mia auto e partiamo.
Sono solo cinque minuti di strada ma non riesco a trattenermi dal toccargli il membro mentre guido, e lui ricambia accarezzandomi le cosce e cercando di intrufolarsi con la mano sotto il mio culo. Io mi alzo un po’ per assecondarlo mentre, con la voce più languida che trovo, gli dico “Marco, così rischiamo di andare a sbattere”, ma comunque non riusciamo a trattenerci. Appena arrivati nella stradina buia che conosco gli dico di passare sul sedile posteriore per stare più comodi, e così facciamo.
E’ un momento di frenesia, le sue mani sul mio corpo dappertutto, le lingue che si incrociano, i miei capezzoli urlano succhiati e mordicchiati da lui, la mia mano cerca il suo cazzo, gli tiro giù i pantaloni e poi i boxer e finalmente mi compare davanti il suo stupendo membro. Lo prendo in bocca senza un attimo di respiro, è già durissimo, non so quanto sia durato il pompino ma credo di averlo fatto nel modo migliore della mia vita.
Poi lui mi dice le parole magiche che ognuna di noi aspetta: “voltati troia, ti voglio inculare”. Sapessi quanto lo voglio io, penso.
Prendo il preservativo lo apro e glie lo calzo con la bocca, poi il lubrificante nel mio culo e sul suo cazzo e mi volto, in ginocchio verso il finestrino. “Marco ti prego fai piano all’inizio, ho il buchino stretto”. E lui, devo dire, ci sa fare anche in questo, non dà “bordate” a caso come fanno certi, aspetta che io mi rilassi e lentamente il suo cazzo durissimo e lubrificato forza l’anellino ed entra. Dolore come al solito ma mi guardo bene dal dirglielo, anzi quando lo sento tutto dentro comincio ad incitarlo a fare più forte, a sbattermi con brutalità, a violentarmi come una troia e lui lo fa ma ogni tanto rallenta e mi fotte dolcemente per un po’, poi ricomincia a stantuffare sempre più forte e continua così alternando questi due meravigliosi stadi del mio piacere per una decina di minuti.
Ed ecco alla fine che sento il “suo” piacere esplodere (purtroppo nel preservativo). Rimaniamo abbandonati e soddisfatti per un po’. Io continuo ad accarezzarlo e penso che mai uomo mi è piaciuto di più, penso di essere veramente persa per questo ragazzo ma non oso dirglielo, mi sembrerebbe ridicolo.
Ci ricomponiamo e torniamo con la mia auto verso la sua macchina (sempre con le mani uno sul corpo dell’altra e viceversa) ma in quei cinque minuti non faccio altro che pensare a quanto sia stato bello fare l’amore con questo ragazzo, quindi, arrivati al parcheggio stiamo per salutarci quando, senza neanche pensarci un attimo gli dico “no, non posso lasciarti andare via così”, gli tiro giù di nuovo i pantaloni e i boxer, quasi glie li strappo di dosso, e con tutta la mia troiaggine mi ributto con la bocca sul suo cazzo che in pochissimi secondi ridiventa di marmo, mentre faccio “il mio dovere” penso che devo dargli una prova di quanto mi piaccia e decido di ingoiare tutto completamente. Quando finalmente arrivano gli schizzi del suo sperma me lo spingo in gola per non sprecarne neanche un po’ e alla fine la lingua fa pulizia del tutto.
“Guarda Marco che questo non lo faccio a tutti, anzi veramente a nessuno” mi sento di dirgli. Speriamo che capisca!
Nei giorni seguenti non faccio che pensare a questo maschio stupendo che con la sua “quasi timidezza” mi ha lasciato una voglia pazzesca di rivederlo ma non voglio assillarlo perciò decido di mandargli solo un messaggio su A69, purtroppo però la sorpresa amara è che il suo profilo non c’è più. Fortunatamente ho il suo cell. Gli spedisco un sms dicendo che ho voglia di rivederlo. Passano giorni e non dà segni di vita.
Dopo circa un mese mi arriva un suo sms “Vorrei incontrarti ancora”. L’espressione “tuffo al cuore” credo sia molto riduttiva per descrivere cosa ho sentito dentro. Subito gli rispondo che ne ho voglia anch’io e in pochi sms prendiamo accordi per rivederci una sera al solito posto.
La sera dell’incontro so già cosa farò. Appena esco dalla macchina gli vado incontro e stavolta sono io ad infilargli la lingua in bocca, ci strusciamo così per alcuni meravigliosi minuti, gli dico sfrontatamente che non ho fatto altro che pensare a lui e al suo cazzo e di corsa rientriamo nella machina e via, verso il nostro posto segreto.
Arrivati là metto in atto quello che ho a lungo meditato. “Cazzo, ho dimenticato i preservativi” gli dico. Resto un secondo a guardarlo negli occhi per vedere la reazione ma mi sembra che non ne sia sconvolto. “Ti va di farlo senza? Altrimenti ti faccio godere solo con la bocca, come vuoi tu”. “Ma no, non c’è problema” mi fa. In un attimo siamo sul sedile posteriore, i preliminari con la bocca sono più focosi che mai poi io dico “stavolta te lo chiedo io Marco, scopami a pelle ti prego, ne ho troppa voglia”, e lui “magari usciamo dalla macchina che fa troppo caldo”
Apriamo lo sportello ed io mi metto a 90 gradi appoggiata al sedile con le cosiddette “farfalle nello stomaco” e lui mi viene dietro e sento il suo cazzo lubrificato (e nudo stavolta) spingere come la volta precedente, con maestria, dolcezza e fermezza e, come desideravo, mi entra tutto dentro, un urletto e comincia l’amplesso, più focoso della volta precedente, ma ora so che alla fine il suo sperma mi inonderà e la cosa mi manda in visibilio. So che sto facendo qualcosa da troia, che non dovrei fare, che solo a chi mi ha mostrato il certificato di sieronegatività ho permesso, ma la voglia di sentire “mio” questo ragazzo è troppo forte. Lui mi sembra più violento dell’altra volta ma ecco che sento il suo ansimare più eccitato ed il fiotto di sborra schizzarmi dentro, poi un altro ed un altro ancora fino a che mi sento piena di lui,
“Non uscire Marco ti prego restami sopra, restami dentro” e mi abbandono sul sedile con lui sopra. Stiamo un po’ così mentre io con le mani cerco di accarezzare le sue cosce quando mi accorgo che lui non si sta propriamente “abbandonando” sopra di me ma sta ricominciando a muoversi con il cazzo che sta riprendendo vita. “Oddio, due senza toglierlo? Non posso crederci. Ma questo è il paradiso”.
Ed infatti lui ricomincia a scoparmi con foga ed io lo incito sempre di più a fottermi con forza, brutalmente e ad “ingravidarmi” ancora una volta, ed è precisamente quello che accade. Mi piace da morire ma non posso dirgli che l’amo, sarei ridicola, eppure è esattamente quello che provo.
Da quella volta ci siamo rivisti solo altre due volte, poi più niente ed ora vorrei tanto che lui leggesse questa “confessione” e si facesse vivo di nuovo.

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Trans

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