Noi due
Il mio nome è Christian, sono studente, di statura decisamente alta, capelli biondi un po’ lunghi, occhi azzurri. Vivo con la mia mamma in una città dell’Italia settentrionale.
La mia mamma e i miei nonni provengono dalla Norvegia; il nonno esercita un’attività industriale, la mamma quella di traduttrice ed interprete.
La mamma, assai aperta intellettualmente, è molto bella, con i capelli biondi e lunghissimi, gli occhi azzurri, una dolcezza e signorilità di modi che affascina chiunque la conosca. E’ sempre elegante, di aspetto molto curato, usa un trucco delicatissimo e pressoché invisibile ed è, naturalmente, molto desiderabile fisicamente; io ne sono molto geloso e mi arrovello quando leggo il desiderio sul volto dei miei amici, che infatti ricevo in casa il meno possibile.
Quando era studentessa al liceo conobbe mio padre, che è italiano, e se ne innamorò perdutamente; rimasta incinta, fu offesa ed abbandonata. Da allora ha vissuto soltanto con me e per me. Lasciata la casa dei nonni, da anni abitiamo in una villa circondata da un incantevole e ombroso giardino, ubicata alla periferia della città. Riceviamo pochissime visite; qualche amico di famiglia, norvegese, non più di una volta la settimana, di solito a cena, i nonni una volta al mese, la domenica, e qualche mio compagno di studi. E questo isolamento si rivelò molto utile per celare agli occhi del mondo la situazione che narro in prosieguo.
La mia infanzia è stata la materializzazione di una favola; la mamma, sempre disponibile, interrompeva spesso il suo lavoro e si metteva a cavalluccio a giocare un me; rideva, scherzava, mi narrava favole, mi suonava le canzoncine al pianoforte, faceva tutto quello che era umanamente possibile per rendermi felice anche se il papà mancava. E così è stato; la sera mi stringeva a sé, nel letto matrimoniale, mi copriva di baci e io mi addormentavo felice nelle sue braccia che mi avvolgevano e proteggevano il mio riposo e i miei sogni.
Quando cominciai a diventare un ragazzo e ad avere le prime erezioni notturne la mamma, con il massimo tatto, mi spiegò le basi dell’educazione sessuale e, ahimé, le ragioni di opportunità a trasferirmi nella mia stanza ed addormentarmi nel mio letto; tuttavia, per i primi tempi, lei si sdraiava accanto a me, fuori dalle coperte, e mi accarezzava la testa allora piena di riccioli biondi e io mi addormentavo felice, anche se conscio che la prima, impagabile stagione della vita si era conclusa per me.
Quando diventai adolescente e le polluzioni notturne erano all’ordine del giorno, come avviene in quella stagione della vita, mi resi conto che la mamma, a scadenza di circa un mese, trascorreva la notte con un uomo, sempre diverso; generalmente si trattava di un ragazzo. Questo fatto mi fece comprendere che non aveva alcun desiderio di cercarsi un legame affettivo e che di conseguenza quello instaurato verso di me non correva alcun pericolo. Si trattava, unicamente, della necessità di dare sfogo fisico ai suoi istinti sessuali, essendo giovane ed assai attraente. La mia camera era al primo piano e corrispondeva alla sua, a quello sottostante; l’uomo arrivava in casa a tarda notte e l’accoppiamento avveniva nelle prime ore del mattino. Attendevo con trepidazione quelle serate perché mi appagavano sessualmente: tendevo l’orecchio ed ascoltavo soprattutto i sospiri e i mugulii della mamma durante i preliminari d’amore; seguivano gli urli dell’orgasmo raggiunto e la prima volta mi preoccupai temendo che l’uomo le avesse fatto male. Ma mi tranquillizzai ascoltando, poco dopo, la voce della mamma, particolarmente allegra e squillante. Parecchie volte eiaculai soltanto ascoltando, senza il bisogno di toccarmi.
Trascorrendo il tempo, cominciai desiderare fisicamente la mia mamma anche nel corso della giornata, vedendola a tavola o in giardino, masturbandomi più volte al giorno. In un primo tempo ebbi terrore di questo desiderio, che però svanì quando mi accorsi che, oltre a desiderarla fisicamente quale femmina, mi ero innamorato di lei come donna. Non ebbi mai neppure la tentazione di spiarla nell’intimità; mi sembrava degradante per il mio sentimento. Ero certo che, al momento opportuno, tutto si sarebbe svolto come auspicavo.
In seguito, durante le notti d’amore, sentendone i rumori, cominciai ad immaginare la scena e mi masturbavo fino a rimanere senza forze; mi sentivo appagato perché in qualche modo ero comunque spettatore e parte attiva di un convegno sessuale. Ma, trascorso poco tempo, pur comportandomi allo stesso modo, odiavo il maschio rivale che stava possedendo la mia mamma; e infine, le ultime volte, ascoltando i suoi gemiti amorosi mi scopersi a fantasticare di essere io in quel letto, sopra e dentro la mia mamma. Il cerchio si era chiuso.
L’ultima volta, circa tre mesi fa, fu un ragazzo quasi mio coetaneo a possederla; credetti che stesse per prendere il mio posto nel suo cuore; sentii di odiarlo fino allo spasimo. Mi masturbai parecchie volte quando sentii che era in atto l’accoppiamento ma, subito dopo, piansi a dirotto per tutta la notte. Quello sconosciuto maledetto aveva preso qualcosa di mio, per un momento la mia mamma non pensava a me’
Trovai la forza di appalesare alla mamma che sapevo di questi incontri e che mi disturbavano. Fu l’unico momento di frizione tra noi. Unico, ma terribile.
“Cerca di ricordarti che sono anche una donna. Non essere egoista” “Si, ma nel va del nostro rapporto affettivo” “Quello non è in discussione” “Ma io soffro quando so che tu stai facendo l’amore con uno di quei ragazzi” “Non puoi essere geloso di me. Sei mio figlio, non mio marito” Stava per giungere fino alla mia bocca la frase “Si, ma io ti amo e soffro nel vederti posseduta da un altro uomo” ma riuscii a fermarmi in tempo. “Questo significa che dovrei andare all’albergo o in automobile come una ragazzina?” “Ma io soffro, soffro troppo”. Scoppiai a piangere; la mamma ne fu turbata e mi prese tra le sue braccia, baciandomi sui capelli. Aveva forse letto nel mio cuore?
Non credo sia necessario aggiungere altro se non che vissi in preda al desiderio fisico, dall’amore represso e dallo strazio di non poterlo appalesare.
Fino al giorno che’
2) Una mamma e il suo cucciolo, in una tiepida sera di mezza estate
Dopo cena la televisione trasmetteva “Bamby” e insieme lo guardavamo. Era una magnifica sera di primavera, tiepida e luminosa; sembrava che il sole tramontasse mal volentieri e dalle finestre aperte giungeva fino a noi, lontano ed ovattato, il rumore del traffico, che si frangeva contro la siepe di sempreverdi che garantiva la tranquillità e la riservatezza alla nostra casa. Nonostante fossi già un ragazzo, il film, che avevo visto moltissime volte, mi piaceva ed ogni volta mi commuoveva; nel momento in cui la cerbiatta leccava il suo piccolo, la mamma avvicinò la sua faccia alla mia facendo altrettanto. “Caro il mio Christian” “Mammina!”. Percepivo il suo affetto e la sua protezione e mi sentivo sicuro, appagato e felice. La mamma era così vicina, ora, tuttavia non sentivo alcun richiamo sessuale verso di lei. Ci alzammo e ci prendemmo per mano, per trascorrere un po’ di tempo nel giardino. Il cielo scuriva, le prime stelle si illuminavano debolmente, le ombre della sera erano ormai incombenti. Ci sedemmo sulla panchina di pietra, la mano nella mano. Mi apparve triste. “Mamma, qualcosa non va?” “Solo un attimo di malinconia’Stavo pensando’La sera che ho fatto l’amore con tuo padre, forse proprio quella in cui sono rimasta incinta’era una sera così, calda ma non afosa’dolce’ fu magnifico’come gli volevo bene’mi commuovevo soltanto a guardarlo’un sentimento sprecato’io ero praticamente una bambina e credevo tanto nell’amore del mio compagno di scuola, il mio principe azzurro, come lo chiamavo io ‘un classico’la mia vita è finita lì, su quella stessa panchina, quando mi lasciò dopo aver saputo che ero incinta ‘chiedermi di chi fosse il figlio che aspettavo’ raccomandarmi di porgere le sue congratulazioni al padre’avrei preferito morire’almeno non avrei sofferto tanto ‘ma aspettavo te’.dopo’.dopo sei arrivato tu…la mia vita’la mia consolazione’ non mi è importato altro, nella vita’sto bene con te perché so che da te non avrò che bene’” “Mamma, hai amato tanto mio padre?” “Da morire! Credevo di impazzire, quella sera’il nonno, soprattutto, mi è stato vicino’la nonna era tanto più rigida’aveva ragione, però’non l’avevo ascoltata….avevo ascoltato solo il mio sentimento…che sciocca sono stata’ma tutto si supera’per fortuna ho te’” “Hai mai pensato di trovare un compagno per la tua vita?” “Assolutamente, e lo sai molto bene. Le occasioni non sono mancate, anche se ho un bambino…un figlio, intendo dire’credo di essere ancora attraente’dopo l’esperienza, ho il terrore dell’amore’ovviamente gli uomini mi piacciono molto, ma mi attraggono soltanto sessualmente’sono stata sempre brutale con chi ha detto di amarmi’dopo la mia esperienza’te l’ho detto tante volte: quando avrai la tua famiglia voglio ritornare in Norvegia della quale ho tanto nostalgia ‘voglio vivere in una casa isolata, su un fiordo’è così intimo, specialmente quando nevica’voglio dimenticare’.sono partita da bambina e ci sono tornata spesso ma per pochi giorni, come una turista’io, che ho ancora la cittadinanza norvegese’come te, d’altra parte’” “Ma se avessi un ragazzo norvegese’.” “Forse’può essere che sia meno infido’da noi non ci si burla dei sentimenti’o forse avviene meno frequentemente che non qui’.chissà’magari non è nemmeno così’Tuttavia non credo che cercherò un compagno, salvo il fatto che non mi pesi la solitudine nella vecchiaia e quindi sposi un uomo soltanto per compagnia’questo però è ancora lontano, per fortuna’Ma adesso devo pensare solo a te, amore mio, al tuo avvenire, e questo basta e avanza per me’occupa pienamente la mia vita e mi appaga’Sono felice con te’” Le accarezzai a lungo la mano. ” Quando ti allattavo l’amore ci faceva essere una cosa sola: io ero indispensabile per la tua vita, tu lo eri perché davi uno scopo ad essa, quello supremo’dopo la religione, s’intende’Questo era ed è stato il senso della mia esistenza, da quando ho saputo di essere incinta”prolungavamo il piacere di essere una cosa sola, come quando mangiavi da me’ed io ero felice ‘ quello è un amore che non tradisce’.Christian, tesoro mio’per fortuna ho avuto te, dopo quell’esperienza’Come ti voglio bene’.” “Anch’io mamma! Vorrei cancellare certi spiacevoli ricordi’” “Lo fai ogni istante con la tua presenza ‘.” “Cara” “Pur di averti sarei disposto a ricominciare da capo, ti basti questo” “Mamma!” “Bene, bando alle malinconie. Si è fatto buio. Stasera voglio ascoltare un po’ di musica di Grieg, prima di dormire’” “Mamma, stiamo ancora un po’ vicini” . Ritornammo in casa, la mano nella mano e ci sedemmo in sala, sul sofà. La mamma mi abbracciò a lungo; io mi abbandonai con la testa sul suo seno e lei cominciò ad accarezzarmi i capelli ed un piede con il suo; nell’atto mi sfiorò involontariamente il pene con la gamba provocandomi un’immediata erezione; la maledii perché in quel momento volevo proprio la mia mamma, non la femmina, ma tant’é’ Lei sicuramente se ne accorse perché, senza sembrare, si era subito scostata un poco da me e aveva rimesso il piede nello zoccolo. Ma soprattutto dovette accorgersi che la accarezzavo sempre più vicino al seno, toccandoglielo due volte’non ero riuscito a resistere alla tentazione’purtroppo eravamo un maschio e una femmina vicini’.Per un attimo mi era persino sembrato che avesse gradito la mia avance’ma era certamente soltanto una speranza, visto che si ritrasse immediatamente
“Bene, è ora di dormire’” “Mamma, ti raccomando di dipingerti le unghie dei piedi con quel colore madreperla quasi neutro che mi piace tanto’.” “Si, tesoro’Vedi, avere in casa un bel ragazzo cui devi piacere aiuta a mantenersi giovani e in forma’così farai invidia ai tuoi compagni di scuola’” “Certamente si! ‘E’mi raccomando’mutandine e reggiseno rigorosamente bianchi’” “Come il signore comanda’” “La Rolls arriva alle cinque’” ” Bene. Per cena ostriche e champagne, da Maxim” “Poi serata al Lido!” Ridemmo a crepapelle, buttandoci nelle braccia l’uno dell’altra “Come siamo matti!” “Più che mia madre, mi sembri talvolta una sorella maggiore!” “E tu un fratellino folle’un Troll! Bello, però, ma sempre matto come i nostri folletti’” Quasi istantaneamente la mamma sembrò cambiare di umore. “Ahimé, Christian, sei già un ragazzo maturo, ormai, e presto ti perderò’.non avrò più il mio bambino’ ‘è giusto che sia così’però, accidenti, il tempo è passato in un soffio’.” “Mamma, cosa dici? Io ti sarò sempre vicino” “Sono cose che si dicono. D’altra parte non sarebbe giusto, ognuno deve vivere la propria esistenza, in libertà. Presto comincerai a pensare seriamente di sposare la tua ragazzina, insieme farete amore e progetti ed entrerai a tutti gli effetti nella vita.” Si era intristita nuovamente “Come sei dolce, mamma’” “Anche tu, tesoro.” “Buon riposo, mammina” “Anche a te, Christian. A domani”
3) Ti amo, mamma!
Talvolta il caso ci toglie dalle situazioni più imbarazzanti; fu precisamente grazie ad esso se trovai finalmente il coraggio, sulla scia di un banale episodio, di appalesare alla mamma il desiderio di fare l’amore con lei. Mi svegliai improvvisamente, verso le otto, destato da un raggio di sole che filtrava dalle persiane; il risveglio mi portò una subitanea sensazione sgradevole che non riuscii subito a focalizzare per lo stato di torpore in cui mi trovavo. Ah, ecco. Avevo avuto una copiosa polluzione ed avevo i boxer fradici di sperma, che aveva macchiato anche il lenzuolo cambiato la mattina precedente. Ora ricordavo anche il sogno; la mamma aveva il latte ed io glielo succhiavo dalle mammelle che ne erano gonfie; poi abbiamo avuto ripetuti rapporti completi, proprio sul mio letto Sembrava tutto così vero’. Mi cambiai la biancheria, constatando come il pene fosse ancora in erezione; lungi dall’avermi soddisfatto, quel sogno mi aveva ulteriormente eccitato. Sentivo il bisogno di masturbarmi, ma riuscii a contenermi. Dopo la doccia, avevo indossato i jeans beige leggeri sui sandali che mi aveva regalato la mamma e che calzavo sempre a piedi nudi. Sapevo che questo abbigliamento le era gradito ed ero rimasto a torso nudo soprattutto per questa ragione e non soltanto perché la giornata promettesse afa fin dal mattino. In quel mentre entrò la mamma; portava una leggera camicetta bianca che lasciava trasparire il reggiseno, la gonna bleu che mi piaceva e calzava come sempre gli zoccoli. Notai subito che aveva dipinto le unghie dei piedi con il mio smalto preferito, color madreperla, come le avevo chiesto la sera precedente. “Ciao tesoro!” “Mammina!” “Fa caldo anche oggi! Ed è una fortuna così posso vedere vicino a me un bel giovanotto a torso nudo per tutto il giorno” “Posso avere anch’io lo stesso piacere?” “Impertinente!” E rise, con una risata argentina, accarezzandomi una guancia “Però potresti almeno toglierti il reggiseno sotto la camicetta’” “Ma senti, senti ‘.Ho i capezzoli troppo grossi e scuri, sarebbe come fossi nuda! Questo lo potrebbe fare la tua Raffaella, non io’” e nuovamente rise, probabilmente non rendendosi conto che quell’affermazione mi provocò una subitanea e imbarazzante erezione. “Hai già notato che ho dipinto le unghie dei piedi come piacciono a te?” “Si mammina, sei magnifica! E vedo che indossi anche il mio abbinamento preferito..” “Bene. Anche per oggi ha fatto colpo su un bel ragazzo! Eh, cosa non si fa per compiacerli, specialmente se sono belli e dolci come il mio Christian!”. “E… ti sei messa anche le mutandine bianche’” “Naturalmente, quelle che ti piacciono’come il reggiseno’” “Si, ma quelle non le vedo’” “Ma il reggiseno si! Accontentati, maschiaccio insidioso’”. Rise di gusto e mi stampò un bacio in fronte.
Si avvicinò al letto per rassettarlo e vide il disastro. “Christian, so che è imbarazzante muoverti questo rilievo, ma dovresti cercare di farle realmente queste cose con la tua ragazzina e non soltanto di sognarle! Magari non tutto, per carità’Ho cambiato le lenzuola tre volte, questa settimana, per questa ragione. Non vorrei che soffrissi e cadessi in depressione’Parlane con lei, con il dovuto tatto, s’intende’ Può bastare poco, all’inizio’Non sarò certo io a dirti cosa e come’Però qualcosa devi fare, ormai sei un maschio maturo e non puoi continuare così”. Trovai il coraggio di dirle tutto. “Sai, stanotte ho sognato di fare l’amore ‘.completamente’ proprio su questo letto” “Si, ne vedo il risultato! Ma non limitarti a sognarla solamente la tua ragazzina’dico anche per Raffaella, povera cara’fai il tuo dovere di maschio ‘non completamente, intendo’” “Mamma, il soggetto del sogno non era lei” “No? Non mi dire’poverina’e’. sono indiscreta se ti chiedo chi è la fortunata creatura oggetto del tuo desiderio?” “Non so come dirtelo, mamma’.” “Mi guardò con aria interrogativa “Ebbene, la donna con cui facevo l’amore eri tu” Avvampò, ma intuii che non era né offesa né più di tanto stupita; addirittura mi parve lusingata, ma forse era soltanto la speranza a indurmi a crederlo. “Io? La tua mamma?” “Si. Ora lo sai, purtroppo. Non potevo più mantenere questo terribile segreto.” Ero sconvolto e mi tremava la voce e lei se ne avvide e provò a calmarmi, accarezzandomi le mani “Christian, ma cosa dici? Terribile segreto? Che sciocchezza! Non è il caso che ne faccia una tragedia. E’ una cosa del tutto naturale se pensi che trascorri più ore con me che con la tua ragazzina e io sono una donna matura e quindi molto più desiderabile di lei da parte di un ragazzo ormai sessualmente maturo e che, naturalmente, ha le sue esigenze; è normale che in sogno, quando vengono a mancare i freni inibitori, si compiano azioni che da svegli nemmeno si pensano’” “Non è così, mamma. Io devo trovare il coraggio di dirti tutto, ma ho il terrore di perderti” “Perdermi? Che idea! “Si, di offenderti’magari di sentirti tradita nella fiducia…magari ferita nei sentimenti che nutri per me, il cielo non lo voglia’proprio dal tuo Christian’” “La corte di un ragazzo non mi offende mai, anche se è mio figlio’coraggio, dimmi il resto, ti ascolto e vediamo di trovare insieme la soluzione ideale del problema’sono o no la tua mamma?” “Non so come iniziare’è tutto così imbarazzante’” “Noi norvegesi diciamo che la via diretta è quella semplice e giusta, anche moralmente. E’ tu, anche se purtroppo solo per metà, sei norvegese e dunque’” “Ebbene, io ti desidero fisicamente da due anni e mi sono innamorato di te almeno da uno. Sogno di averti come donna perché sei magnifica e voglio averti mia, per sempre. Mi masturbo più volte al giorno sognando di fare l’amore con te ma soprattutto perché ti immagino incinta, incinta di me’vorrei fare un figlio con te ‘ stare per sempre con te’tu sei l’unica donna che io abbia desiderato e che desideri’Con Raffaella è diverso: ho qualche bacio in bocca da lei’ però ‘ è sempre e solo la tua immagine che si sovrappone alla sua ‘lei non mi interessa’non mi piace’non la amo’sei tu la persona che amo’tu sola’sono disperato’ora sai tutto’”. “Beh, per ogni problema esiste la soluzione adeguata. Il fatto che mi desideri tanto intensamente mi lusinga, perché mi dimostra che sono ancora una donna desiderabile. E’ una gradevole conferma. L’unico punto è che sono tua madre. Dopo una simile dichiarazione, che sento perfettamente essere sincera, se non fossi mio figlio ti chiederei io stessa, in questo preciso istante, di venire a letto con te’quindi stai tranquillo che non mi hai offesa, anzi’mi sento una vera femmina attraente e desiderata’debbo ringraziarti per questo’ma il problema sarebbe’é’l’incesto’ Tuttavia mi angoscia maggiormente l’idea che tu sia innamorato di me. Questo mi atterrisce, mentre mi lusinga il fatto che mi desideri fisicamente e che mi preferisca perfino alla tua ragazzina, che pure è tanto attraente. Allora ti suggerisco di…come dire’. insomma, mi hai capito’di fare l’amore con Raffaella, ecco. Vedrai che il problema si risolverà da solo’” “Mamma, non è questa la soluzione’ è con te che voglio fare l’amore, solo con te, non con Raffaella né alcuna altra donna’sei tu la mia femmina ideale, perché sei la mia mamma’” “Ma santo cielo! Ci sei proprio dentro fino al collo! Ma Christian, perché hai lasciato andare le cose fino a questo punto? Io l’avevo intuito ma credevo fosse soltanto un’attrazione fisica’viviamo insieme, soli’io sono una donna indubbiamente piacente, tu sei un ragazzo sessualmente maturo’era fatale che succedesse’ma innamorarti di me’e poi come potrei accontentarti anche solo sessualmente’l’incesto…non me la sento’non ho il coraggio’mi vergogno solo a pensare di mostrarmi nuda a te’magari poi scopri che ero più bella nella tua immaginazione’e poi fare l’amore con te … credo proprio che nemmeno riuscirei, anche se sei un magnifico ragazzo e se non fossi mio figlio farei follie per farlo’sarei io stessa a chiedertelo, te lo ripeto…” “Mamma, l’incesto tra madre e figlio è una convenzione sociale per proteggere la famiglia, soprattutto la figura del padre. Ma qui essa non c’è, non c’è mai stata, purtroppo’inoltre non vi è pubblico scandalo’siamo solo noi due” “Oh Christian, Christian… tu parli come un avvocato’questa è la definizione legale dell’incesto, ed è esatta’ma non si tratta di legge’la moralità’le convenzioni’la vergogna’che situazione imbarazzante’un fulmine a ciel sereno’.” “Trovi imbarazzante il fatto che desideri fare l’amore con te?” “Ma no, naturalmente no, anzi…é il fatto in sé’sospettavo ma non sapevo, non capivo’forse non volevo capire’forse ti ho fatto soffrire’forse ti ho involontariamente indotto a credere che mi fossi indifferente sul piano sessuale’mi sento tanto confusa, ora’ ho dei rimorsi’.sono stordita’ho lasciato ieri sera il mio bambino, o almeno quello che credevo ‘quello che avrei voluto fosse ancora tale e trovo un ragazzo pronto a fare l’amore con la sua mamma’ E’ stato tutto così fulmineo’sono disorientata, ecco’ma non devi crucciarti o peggio ancora pensare di avermi offeso’tutto questo è naturale’fino a un certo punto, intendo dire’bisogna che mi abitui all’idea’a questo punto non si può fare altro’” “Mamma, mi hai mai desiderato sessualmente, almeno una volta? Ti piacerebbe fare l’amore con me?” “Ma Christian, certo che si’certo che mi piacerebbe’e tanto’sei un ragazzo magnifico’nella mia situazione di solitudine’.sul piano sessuale, intendo dire’avere in casa un bel ragazzo ‘ giovane’ spesso poco vestito’un bel maschio robusto e dolcissimo’.Christian, non mettermi in imbarazzo’la risposta è si, ovviamente, ti ho desiderato tante volte, e molto intensamente’ben più di quanto tu non immagini’ ma ho sempre scacciato il pensiero’ comunque non lo farei ‘non vorrei farlo’è solo perché ho paura dell’incesto’.” Mi prese per mano e ci avviammo verso la cucina; la mamma appariva strana, non offesa, non triste, non sconvolta: turbata, ecco. Con il senno di poi, capisco che entrambi volevamo la stessa cosa che però lei, in quel momento, nemmeno a sé stessa aveva il coraggio di confessare. Evitavamo di guardarci in faccia; ma ormai il più era stato fatto e speravo che avrei raggiunto quel giorno l’obiettivo sognato per tanto tempo. Parlò lei per prima. “Sai, soffro molto nel vederti così agitato. Sono giorni che ci penso. Ieri sera, prima di andare a dormire, ho avuto ben chiara la situazione quando ti ho accarezzato con il piede’.ho percepito’ la tua eccitazione sessuale’e quando mi hai accarezzata’la tua mano ha indugiato a lungo vicino al seno’me l’hai toccato due volte’per questo mi ero allontanata’è stato in quel preciso momento che ho dovuto ammettere, con lo strazio nel cuore, che non sei più il mio bambino ma mio figlio, un bel maschio sessualmente maturo’ ” “Ti eri accorta quando ti ho accarezzato il seno?” “Pensa se no’ ti confesso che mi è piaciuto’ molto, purtroppo’tanto che poco dopo, a letto’per tre volte di seguito’temevo mi sentissi quando ho raggiunto il piacere per la prima volta’” “Io mi sono masturbato subito dopo esserci lasciati, in camera, pensando al tuo seno che avevo soltanto sfiorato quelle due volte’lo immaginavo mentre usciva il latte’è iniziato così il sogno di stamattina’.” “Davvero? Raccontamelo!” “Beh’ti eri seduta sul mio letto, vicino a me ‘eri vestita esattamente come adesso’hai scoperto il seno’ha cominciato ad uscirti spontaneamente il latte ‘ ed io a succhiartelo’era tanto’ tiepido’dolce’tu mi accarezzavi la testa e mi chiedevi di farti fare un figlio’ hai spremuto le mammelle e mi hai inondato di latte’credevo di impazzire’. mi sono attaccato al seno e ti ho succhiato ancora il latte’ ti sei tolta gli zoccoli e ti sei sdraiata sul letto, vicina a me’ci adoravamo, con lo sguardo’ci siamo baciati a lungo, in bocca, stando abbracciati’ti sei spogliata completamente’anch’io’e dopo…” “‘e dopo?..” “beh’.io ..io’insomma, ti sono venuto sopra e abbiamo fatto l’amore’.anche tu eri felice’.come me’.” “Ci siamo accoppiati?’mi eri dentro’?” Si, naturalmente’” e’hai fatto tutto’?” “Si, più volte’la prima mi eri sotto’” “Ma davvero? E le altre’?” “Beh, la seconda volta eri a pecorina, poi ti sei messa ancora sotto’ti ho posseduta per tre o quattro volte, forse più, credo, in rapida successione’” “e’ti piacevo tanto? “‘eri straordinaria’sembrava tutto così vero’tu mi chiedevi continuamente di farti fare un bambino’.e continuava ad uscirti il latte’” Mi sei venuto dentro tutte le volte?” “Si, certo’ l’ultima volta non finivo più’che bello’mi chiedevi di non uscire perché così era più facile che rimanessi incinta’hai visto come ho ridotto il lenzuolo’e avessi visto i boxer’erano da strizzare, tanta ne era’” La mamma sembrava affatto turbata dal mio racconto. “Ma guarda un po’ il mio Christian ‘vuole ancora mangiare dalla sua mamma come un cucciolo’ però sogna di farci l’amore’e di accoppiarsi’più e più volte, anche’ e di metterla incinta’però’però ‘in effetti nessuno lo saprebbe mai se anche fosse vero’all’esterno non sarebbe diverso’.rispetto al sogno’chi potrebbe anche solo immaginare che l’abbiamo fatto’che abbiamo fatto l’amore, intendo’in fondo non faremmo del male a nessuno’ma le conseguenze’pensa se rimanessi veramente incinta di te’” “Mamma, se proprio hai questa paura, all’inizio puoi prendere la pillola’solo all’inizio però’” “Vero’.però ho paura’così’in generale’ sono smarrita’.Christian, ho la sensazione che ci stiamo mettendo in un terribile guaio’.un guaio irreparabile’magari la tragedia é dietro l’angolo’Vedi, se fosse solo il desiderio fisico a non darti pace’potrei concedere qualcosa’non tutto’non posso immaginarmi di averti sopra’forse con il tempo mi abituerei all’idea di avere rapporti sessuali con mio figlio’almeno parziali’all’inizio’in fondo posso vederlo in quei momenti soltanto come un bel maschio giovane e desiderabile ‘ma tu mi ami’questo non può essere, non deve essere’e il tragico è che ciò è certamente vero” “Mamma, perché pensi a questo? Prova a ridurre il tutto a questo, almeno all’inizio, per abituarti all’idea: siamo innamorati reciprocamente e abbiamo voglia di fare l’amore, com’è naturale tra maschio e femmina. Che importa se siamo madre e figlio? Sono fatti nostri, un segreto impenetrabile dall’esterno’Siamo prima di tutto maschio e femmina, l’hai detto anche tu’” “Si, questo potrebbe anche essere ma bisognerebbe che non ci fosse il sentimento. Confesso di averti desiderato moltissimo’ tante volte’mentre mi accoppiavo con un ragazzo spesso vedevo te in lui’.avevo intuito il tuo desiderio sessuale al punto che ieri sera, dopo che mi hai toccata stavo per togliermi il reggiseno e mi sarei lasciata accarezzare da te …sopra la maglietta, naturalmente’ sono riuscita a non farlo e con un grande sforzo mi sono allontanata’ti ho quasi respinto, povero Christian’poi, a letto’tre volte, te l’ho detto ‘credevo di impazzire dal desiderio’ho sofferto anch’io’Ma per me era ed è un solo fatto fisico’superabile ‘ desideravo il bel maschio giovane che avevo a portata di mano’in un modo o nell’altro… niente di più’ma non possiamo, non dobbiamo amarci. Sarebbe la fine; cosa faresti quando io invecchio? E io stessa come finirei, quando fatalmente la mia attrazione fisica su di te si ridurrà e com’è giusto tu desidererai percorrere la tua strada al fianco di una donna che potrai mostrare agli occhi del mondo come tua moglie?” “Mamma’” “Christian, pensa bene a queste cose prima di parlare d’amore’tu sai quale trauma è stato per me l’unico amore della mia vita’per fortuna da esso sei scaturito tu’” “Che ora é un cruccio’” Ma Christian, cosa dici? Che sciocchezza!’No, no’.anzi, ti ho già detto che sono lusingata’molto lusingata dal tuo desiderio sessuale verso di me’.ma ho paura’ho tanta paura’se, e dico se, la superassi e ti concedessi ‘qualcosa.. non tutto’ s’intende ‘ cosa succederebbe? ‘Tutto rientrerebbe sul piano fisico e il tuo sentimento svanirebbe, ed è quello che vorrei sopra ogni cosa o, cielo non voglia, crescerebbe ancora, provocando una tragedia, che tu non vedi solo perché sei giovane ed è il tuo primo innamoramento vero’E se capitasse a me di innamorarmi di te’pensa che disastro’e se rimanessi incinta di te’” Concludemmo la colazione assorti nei nostri pensieri; versandomi il caffè la mamma mi fissò a lungo negli occhi “Tesoro’avevo capito che il mio Christian desiderava fisicamente la sua mamma’.il guaio è che mi desideri soprattutto perché sei innamorato della tua mamma mentre io ho paura di farlo soltanto per questo, non tanto perché sei mio figlio…quello si può superare’chi lo saprebbe mai”un po’ di disagio iniziale’sei tanto bello e desiderabile’varrebbe il sacrificio ‘anche un sacrificio ben più grande’ma temo che se ti concedo qualcosa precipitiamo entrambi ‘.anch’io, credilo’fors’anche più di te’e chissà dove ‘” “Mamma, all’amore completo, dove se no’.” Mi accarezzò a lungo la faccia e mi baciò sui capelli.
4) In cucina, in un luminosa mattina d’estate
Più guardavo la mamma e più il desiderio sessuale cresceva; stamani era davvero impossibile contenerlo e decisi di soddisfarlo: la strada era ormai aperta e la salita sembrava superata. “Mamma, non resisto più. Ho troppo desiderio di fare l’amore con te’lascia almeno che ti baci’” “E’ cominciato così il sogno di stamattina? Mi hai baciata prima di attaccarti al seno e poi venirmi sopra?” “Si’a lungo’in bocca’non finivamo più’” Fu lei a prendere l’iniziativa: si alzò, mi venne dappresso, avvicinò la faccia alla mia e lasciò che la mia lingua penetrasse nella sua bocca; fu un bacio appassionato, lunghissimo, che mi fece perdere la nozione del tempo. Mentre le nostre lingue si toccavano mi sentivo leggero, appagato’”Sei dolcissima, mamma! Più del solito, se fosse possibile’Che bello’è terribilmente bello’mi è piaciuto da morire’altro che sogno’è questo il sogno’” “Anche a me sei piaciuto’ moltissimo’sei comunque sempre il mio Christian’ma anche un bravo maschio’dai molta sicurezza’sei forte ma dolcissimo’”. Era il momento adatto, ora. “Mamma, mi lasci vedere il tuo seno?” ” Oh, Christian’non posso lasciarti soffrire così’vincerò l’imbarazzo … In fondo speravo che me lo chiedessi’però ho vergogna’ho tanta vergogna’Solo quello però, e solo per stamattina… poi vai dalla tua ragazzina e fai il tuo dovere ‘ solo perché ho capito che non ti posso togliere di torno, oggi’ solo per questa volta e in fretta’ poi non se ne parli mai più e dimenticheremo questa terribile sciocchezza. Speriamo che la tua Raffaella ti soddisfi, visto che sei così bollente’”. Rimanendo in piedi vicino a me, si sfilò con evidente imbarazzo la maglietta che posò sul tavolo della cucina e rimase con il solo reggiseno. Si avvicinò e fu lei ad introdurre la sua lingua nella mia bocca; mentre la baciavo, stringendola a me, attendevo il magico momento in cui le avrei visto finalmente le mammelle. Durante il bacio la mamma portò la mano destra alla schiena, slacciò il reggiseno e lo tolse sfilandolo nello spazio tra i nostri corpi, lasciandolo cadere a terra: per qualche strano motivo non voleva mostrarsi mentre scopriva il seno e continuava quindi a stringersi a me. Dopo almeno un paio di minuti e forse più sospirò e volse la faccia altrove allontanandosi un poco da me, mostrandomi finalmente il torace nudo. “Ecco, Christian ‘ guardami pure’se possibile fai presto ‘sono imbarazzata e vorrei rivestirmi prima possibile’per questa prima volta’spero di piacerti e che sia attraente come ‘come nel tuo sogno’”; che si avverava: ero sulla strada per possederla. Era evidentemente a disagio, e la cosa mi spiacque: finalmente vedevo le mammelle della mia mamma, come sempre avevo sognato. Per un po’ persino l’eccitazione sessuale rimase sospesa, come la mia respirazione. Probabilmente avevo sgranato gli occhi; era veramente una donna, anzi una femmina magnifica, superba. Le mammelle, indubbiamente voluminose, erano molto sode e non presentavano il minimo cenno di cedimento, pur dopo un anno di allattamento. “‘.che capezzoli’grandi’scuri’non ne ho mai visti tanto grandi’che belli’mamma’ hai i capezzoli veramente grossi ‘magnifici’” “Prezioso complimento! Li hai sognati così?” “Ma no, in realtà sono molto più grossi e soprattutto sembrano incredibilmente duri! Sono splendidi. Ne ho visti così grossi soltanto una volta, l’anno scorso, su una ragazza mulatta’credo avesse il latte’ mi aveva fatto impazzire per una settimana’su un giornale, ovviamente’ma i tuoi sono straordinari’.non avrei mai immaginato che li avessi così grossi e scuri’” “Ti piacciono così tanto?” “Immaginalo’oh, mamma’mamma’” Il pene sembrava esplodermi e, mentre guardavo i capezzoli di mia mamma, immaginandomi il latte che ne era uscito, cominciai ad eiaculare, senza riuscire in alcun modo ad impedirmelo. “Christian!’.cosa ti succede’?’ma’.stai sborrando’amore’vieni per me’soltanto guardandomi’.solo vedendo i capezzoli della tua mamma’” “Disastro!’Mi piaci troppo’.scusami, mamma’.che figura’è la prima volta che ti vedo nuda, e non in sogno’mi piaci da impazzire’che disastro’accidenti, ne ho buttata fuori più di questa notte’mi sono riempito’proprio adesso, maledizione’.” Avevo ancora una volta i boxer intrisi di sperma. La mamma sorrise e sembrava avere superato il grande imbarazzo dimostrato mentre si scopriva il seno davanti a me. “Lascia vedere alla mamma che disastro ha combinato il suo bambino…” Slacciai l’apertura dei jeans e guardammo insieme i boxer: il pene era afflosciato dietro ad una vistosa macchia cremosa. “Miseria’hai fatto un lago’e solo guardandomi’devo proprio piacerti tanto’” e così dicendo mi accarezzò il pene con la mano, dolcemente ma con atto deciso, sorridendo forse con intenzione’Purtroppo era ammosciato. Ero imbarazzato per l’incidente e mi sentivo avvampare mentre richiudevo l’apertura dei jeans; poiché avevo ancora voglia di baciarla avvicinai la mia bocca e per lenire il mio imbarazzo per l’inopportuno orgasmo fu lei ad entrare nella mia; anche questo bacio fu dolce ma, stavolta, molto appassionato e lungo rispetto al precedente e mentre eravamo stretti l’uno all’altra avvertivo la sue mammelle premute contro il mio torace. Dopo il bacio si allontanò un poco e notai che i capezzoli si erano considerevolmente estroflessi. “Christian, ti piaccio così tanto? “Come vedi, mamma’.non esageravo quando ti ho detto che mi piaci da impazzire’” “Sono commossa’.piacere così tanto ad un ragazzo al punto di farlo venire solo a guardarmi’.non mi era mai successo’ ora vai a lavarti ‘.sono qui per te’.fin che vuoi’ti aspetto’sono contenta di piacerti tanto’.” “Mammina, sono tutto incollato’”. La sua risata argentina accompagnò i primi passi verso il bagno. Dopo la toilette, indossai un paio di slip bianchi molto leggeri e aderenti. Speravo, abbracciando la mamma, di farle sentire il pene duro con il ventre per indurla ad accoppiarsi’non avevo dubbio che ci sarei riuscito, oggi o nell’arco di pochi giorni. D’altra parte me lo aveva accarezzato, sia pure dentro nei boxer e purtroppo quando era afflosciato’forse era un segnale’Tornai in cucina; la mamma era seduta al tavolo, ancora con il seno scoperto e notai che muoveva velocemente una mano sotto la gonna; la tolse subito, appena mi vide e si alzò. “Amore’tutto bene?” Ansimava; l’avevo involontariamente sorpresa mentre si masturbava. “Mamma, tesoro’come sei bella’ho tanta voglia di baciarti’amore’” “Anch’io!”. Trascorse un tempo certamente molto lungo in questa intimità; la mamma mi stringeva e capivo che provava piacere nel farmi sentire i suoi capezzoli duri contro il mio torace. Mi allontanai un poco, per guardarla. “Come sei bella, mamma’posso accarezzarti i capezzoli?” “Ma naturalmente, Christian. Puoi anche succhiarmeli, se vuoi’mi fai piacere’tanto’”. La baciai ancora molto a lungo in bocca, mentre li accarezzavo con il palmo della mano e li schiacciavo dolcemente tra le dita. Lasciai il suo abbraccio e fu lei, sorridendo, a porgere alle mie labbra una mammella. Cominciai a leccarne il capezzolo, dolcemente: aveva la consistenza di una gomma da matita. Mi fermai per guardarlo; aveva il calibro come il mio dito indice, di colore marrone molto scuro, sporgente per almeno tre centimetri su un’aureola di marrone più chiaro, dove ora anche i punti erano ben rilevati e percepibili dalla lingua. Bene: la mamma provava un piacere sessuale certamente intenso. Lo leccai ancora un po’, constatando che andava aumentando la sua consistenza e il suo volume nella mia bocca e, successivamente, mi attaccai alla mammella, succhiandola come se la mamma mi stesse allattando. Dopo un poco me ne staccai, presi il capezzolo tra le dita per osservarlo da vicino, con calma e attenzione; mi sembrò, per un istante, che il desiderio dell’accoppiamento si fosse attenuato per lasciare spazio a questa prima e, finalmente, autentica esplorazione del corpo femminile. “Cosa stai guardando, Christian? ” “Sai, mamma, è la prima volta che vedo così da vicino un capezzolo; il fatto che sia il tuo mi riempie di gioia e mi commuove’” “Toglimi una curiosità; non hai mai vista nuda la tua ragazzina? Lei’ non si lascia succhiare da te?” “No, mamma. Raffaella mi ha lasciato vedere, soltanto una volta e non da vicino, un capezzolo’era rosa, piccolo quasi come il mio’questa per me è la prima volta che vedo una donna nuda’quasi nuda’ per fortuna sei tu, la più bella che si possa desiderare’sei unica’altro che Raffaella’non c’è paragone! Eppoi’io amo te, non lei’ ” “Ah, bene. La tua Raffaella, poverina, è vergine, timida e inesperta e quindi non ti piace troppo e per questa ragione insidi tua madre’Bel rispetto per entrambe’” “Ma non ti insidio, ti desidero soprattutto perché sei mia mamma e perché ti amo! Voglio che sia mia, per sempre. Con il corpo e con l’amore.. “Taci, incosciente! E io folle a darti corda in questa pazzia’Il fatto che provi un desiderio sessuale per me non mi sgomenta più’siamo maschio e femmina…ma l’amore’ questo no, non puoi, Christian, non devi’Non dobbiamo’Ti supplico’sei il mio bambino’mio figlio, voglio dire’”. Seguì un lungo silenzio durante il quale io continuavo ad osservare il capezzolo che tenevo tra le dita: aveva un aspetto rugoso come il tronco di un albero. “Mamma, da dove usciva il latte?” Sorrise, finalmente distesa, con la dolcezza di sempre “Guarda il centro, vedi che c’è una fessura?’premi il capezzolo’non così forte, Christian, mi fai male così’. Spremi la mammella verso il basso e vedrai aprirsi il foro da dove usciva il latte’no, così mi fai male’ lascia che faccia io’”; sotto le mani della mamma il capezzolo, che era complemente estroflesso, mostrava aperto l’orifizio dal quale fluiva il latte. “Ecco, Christian. Il mio latte usciva da qui”. Rimasi incantato a immaginare l’uscita di quel latte che mi aveva nutrito, insieme al suo amore, per i primi mesi della mia vita. Divaricai dolcemente con il dito quel pertugio tanto piccolo: per un attimo rimasi commosso e posai un bacio leggerissimo su quel capezzolo che ora mi sembrava non la parte di un corpo da desiderare ma qualcosa di ben più prezioso. Si era certamente accorta della dolcezza del mio sentimento perché mi accarezzò dolcemente la testa.. “Quando ti allattavo metà del latte finiva sul tuo bavaglino perché non riuscivi a tenere bene in bocca i miei capezzoli; allora erano molto più grossi e l’aureola più larga, ovviamente, ed io avevo tanto latte’Oltre che dal centro me ne usciva parecchio anche da quelle piccole protuberanze laterali. Quando mangiavi da me eri insaziabile! ‘avevi sempre fame’eri un birbante ‘Ricordo che una volta con la manina mi hai compresso la mammella libera ed io ho schizzato il latte fino in mezzo alla cucina’” “Ti piaceva allattarmi, mamma?” “Si moltissimo, era un piacere profondo, intimo. Mentre succhiavi e ti nutrivi da me ti sentivo mio come quando eri in me…. . Sono stati i momenti più belli e dolci della mia vita, dopo la gravidanza e la tua infanzia’Ho raggiunto l’orgasmo tante volte mentre ti avevo attaccato al seno ‘ti racconterò’hai fatto venire la tua mamma mentre mangiavi da lei, birbante maschiaccio’” “Mamma, io ti amo. Ti amo, capisci?” “Per carità, non dirlo, certamente è soltanto la tua impressione perché sei tanto eccitato e vuoi possedermi. Almeno, spero sia così, più per te che per me. Se fosse vero, scaccia questo pensiero. Mi sconvolgi quando dici questo, non quando mi hai narrato di avermi montata in sogno … quello mi aveva lusingata’anche un po’ incoraggiata a concedere qualcosa’ma l’amore’Christian, cerca di vedermi per quella che sono, la tua mamma che ti piace sessualmente e che vuoi possedere perché sei un maschio e lei una femmina’ma non andare oltre’”. Offerse nuovamente una mammella alle mie labbra; seguì un bacio che pareva non avesse termine. Ripresi a succhiarle una mammella, mentre con la mano accarezzavo il capezzolo rimasto libero, con leggeri movimenti circolari e tirandolo dolcemente verso l’esterno; la mamma aveva la testa girata e accarezzava la mia con molta dolcezza: evidentemente gradiva sentirsi leccare le mammelle. Cercavo di scacciare il desiderio, in quel momento acutissimo, di montarla, per evitare una nuova eiaculazione e la probabile fine del nostro primo incontro amoroso. Raggiunsi la certezza che non soltanto volevo accoppiarmi con mia mamma, ma che anche e soprattutto la volevo mettere incinta. Incinta di me, di suo figlio! Volevo far fare un figlio a mia madre; era solo il bisogno fisico del possesso totale della femmina ormai mia e della conseguente riproduzione a muovermi oppure era veramente sbocciato un amore completo, maturo?
Portai la testa sull’altra mammella e mentre mi accingevo a succhiarla incrociai lo sguardo di mia madre, dolcissimo e molto sereno; probabilmente le sembrava ancora di allattarmi come quando ero un bambino ed era lusingata dal fatto che la desideravo tanto e la preferivo alla mia ragazzina, ma al tempo stesso non intendeva darmelo troppo a vedere per timore che fossi irremovibile anche nel chiederle di accoppiarsi subito con me. Mi avvicinai ulteriormente a mia madre e la strinsi forte a me; le sue mammelle premute contro il mio torace mi eccitarono ulteriormente e ripresi a baciarla in bocca. Un nuovo, lunghissimo bacio’non una parola, prima e dopo’ una lunghissima carezza sui miei capelli’ ripresi a succhiarle dolcemente i capezzoli, mentre spinsi forte il pube contro di lei, per farle percepire la mia erezione; mi chiedevo se ciò fosse possibile, pur essendo i miei jeans e la sua gonna molto leggeri. In quel preciso momento, leggero ma percettibile, rilevai un aumento della frequenza respiratoria di mia madre; aveva certamente sentito il membro duro e, in chissà quale segreta parte della sua psiche, certamente lo desiderava dentro di sé. Nel frattempo il bisogno di eiaculare era divenuto insopportabile; lasciai il capezzolo e avvicinai la bocca alla sua; aveva le labbra serrate e dovetti compiere qualche sforzo perché le due lingue si trovassero. Stavolta lei era passiva, ma sono certo che le piaceva e, probabilmente, la vagina le si stava inumidendo. La girai di schiena, e leccandola ripetutamente, cominciai a morderla dolcemente sul collo, tipica azione involontaria del maschio sul punto di possedere la sua femmina. Anche lei dovette pensare la stessa cosa e probabilmente ebbe paura di cedermi. “Adesso basta, Christian, stai andando troppo in là. Rivestiamoci prima che avvenga qualche sciocchezza irreparabile’sto perdendo la testa anch’io’per fortuna ho il ciclo’continueremo un’altra volta, quando saremo più calmi’”. Si chinò per raccogliere il reggiseno da terra. “Mamma, lasciarmi così a metà’non ne posso più’devo venire’fammi venire tu’.” ” No, Christian, non chiedermi questo’vai in bagno e fai da solo quello che devi’ho vergogna’.” “Da solo, in bagno, come sempre quando ti penso nuda, sciupando questa esperienza?” “Allora fallo qui, mentre mi succhi i capezzoli’ti piacerà’e io ti vedrò volentieri venire’” “No, mamma, ti prego. Fammi venire tu! E’ troppo tempo che lo desidero, che lo sogno’sarebbe’sarebbe così intimo” “Ma dove trovo il coraggio di far venire mio figlio eccitato perché vuole venirmi sopra?’.”Mamma, fallo per il tuo Christian..’” “Christian’mi fai perdere la testa’prendertelo in mano…adesso che è duro’.lo sento sai?’ho vergogna’. Anzi, ho paura’chissà dove andiamo a finire’basta, vediamo se ho il coraggio’..e se poi riesco più a fermarmi’.”. Prese la sedia, la girò in modo da sedere di fronte a me e mi abbassò la cerniera dei jeans. Toccandole mentre era chinata verso il basso, notai che oltre ai capezzoli anche le mammelle sembravano più turgide, quasi gonfie; la mamma introdusse la sua mano nell’apertura, scostò l’orlo degli slip ed estrasse la verga: la guardò a lungo, prima di toccarla, certamente stupita dalle dimensioni e dalla consistenza, poi cominciò ad accarezzarla ed infine a masturbarmi. “Va bene così? Ti piace Christian?” “E a te mamma?” Si fermò ancora a guardarla “Tesoro’rischio di fare come te prima’sono senza fiato’non ti immaginavo così bello’e così maschio’che grosso’molto più di stamattina, in camera tua’e com’é duro’” Riprese a masturbarmi con grande dolcezza “Scusami se non sono brava’non ho pratica ‘impareremo insieme’.sono emozionata’mi piaci da morire’mi sento una ragazzina alla prima volta’.com’è grosso’.che bel maschio sei’sei un toro’.”. La sua mano si fermò. “Christian, abbassa i jeans. Come faccio, così?” Le parole furono pronunciate con voce alterata: era evidente che ansimava. Strano, pensai; tutte le ragazze masturbano così loro ragazzi, specialmente al cinema e in discoteca dove non ci si può spogliare. Ma capii subito: la mamma voleva vedere bene e da vicino quello che stava toccando. La mamma voleva vedermi nudo: le piacevo, evidentemente, e ne era testimonianza l’estroflessione dei capezzoli Senza alcun problema mi sfilai i sandali seguiti da jeans e mutandine, che spinsi lontano da me; ero felicissimo di denudarmi di fronte a mia mamma, per lei. Continuava a fissarmi come ipnotizzata dalle dimensioni e, in quell’attimo, le afferrai con dolce fermezza la testa fino a portarla all’altezza del pene. “Ma Christian, cosa mi fai?” “Mamma’.succhiamelo ‘. fammi venire con la bocca’” “No, ti prego, Christian, non chiedermelo. Una sega passi, ma questo no’ non l’ho mai fatto’cioè’ l’ho fatto una volta sola, qualche mese fa, a un ragazzo’mi era piaciuto ‘però mi vergogno troppo farlo a te’lascia che ti faccia venire con la mano’” “Lo fanno tutte le femmine innamorate prima di accoppiarsi” “Ma io non sono innamorata di te’ “Nemmeno di quel ragazzo, immagino!” “No, naturalmente’Christian’te lo assicuro’è stata una cosa passeggera’ma di te mi vergogno’forse non riesco a farlo a mio figlio…magari faccio una brutta figura’proprio con te’.” “Non ti piace?” “Certo che si’bello come sei’ma ho vergogna’.” Avvampò; era nervosa: me ne avvidi anche perché agitava le dita dei piedi negli zoccoli. “Va bene, ti concedo anche questo, ma poi non ti voglio più vicino per un bel po”sessualmente, intendo dire’..maschiaccio’”. Non avrei mai immaginato una scena simile che rivedevo, mentre ancora parzialmente si svolgeva, come in un film proiettato al rallentatore: in cucina, mia madre in gonna e zoccoli, a seno scoperto, seduta sulla sedia, che mi abbassava la cerniera dei jeans, infilava la mano nell’apertura per trarne la mia verga, cominciava a masturbarmi fissandomi negli occhi per vedere la mia reazione, mi faceva togliere gli indumenti lasciandomi nudo e infine, ulteriormente indurita, la prendeva in bocca: un rapporto orale con la mia mamma!
Prese la verga tra le mani e cominciò a leccarla, scostò il prepuzio e insalivò il glande, continuando a lungo la sua azione; poi leccò lo scroto e si portò con la testa tra le mie gambe’. Da parte mia le accarezzavo la testa e le mammelle.” Adesso mettilo in bocca, mamma’.vedrai, ti piacerà’” . Lo fece, con un profondo sospiro, e iniziò a succhiarlo; da parte mia diedi un paio di colpi di reni, come durante l’accoppiamento, ma mi fermai subito per evitare di eiaculare troppo presto ed interrompere il piacere. “Continua a succhiare, continua così, mamma, senti come è grosso e come ti riempie bene la bocca’.”. Probabilmente era imbarazzata non tanto perché aveva un rapporto orale con suo figlio quanto perché non ne aveva l’abitudine, come da sua implicita ammissione, e non voleva mostrarsi a me come una ragazzina inesperta, cosa che aumentava il fascino della situazione contingente. “Mamma, sei stupenda! Stai andando benissimo. Come succhi bene!” La scena era eccitante, vista dall’alto; vedevo la testa di mia mamma premuta contro il mio ventre; la verga era completamente nella sua bocca e le sue mani mi accarezzavano lo scroto con infinita dolcezza.. Al tatto i capezzoli erano ottimamente consistenti e percepivo un ulteriore aumento dell’affanno nella sua respirazione, indizio sicuro di desiderio sessuale. Rimasi sorpreso che, dall’iniziale ed evidente tentennamento, ora il movimento della lingua era costante sul glande; adesso percepivo anche l’azione di risucchio e quindi capii che la mamma era sempre meno passiva. Ricordo di aver dato un paio di strattoni violenti, che contrastò chiudendo ulteriormente la bocca e succhiando con più forza, smorzando il mio movimento accompagnandolo con la testa; aveva ancora gli occhi rivolti verso la mia faccia per controllare le mie reazioni e goderne. “Mamma, non ho mai provato un piacere così intenso. Mi fai godere da impazzire. Tu sei una vera femmina’come ti sento’.mi fai impazzire, mammina…come lo lecchi bene’” Lei continuava a succhiarmi guardandomi in faccia e mi sorrise, finalmente distesa, accarezzandomi i testicoli, accennando a spremerli e morsicando con ogni delicatezza lo scroto. “Ti piace? Sei contento di fare l’amore con la tua mamma, come desideravi? Sono brava?” “Mammina!” “Allora sono una brava femmina? Mi piace quando me lo dici’..é una conferma’”‘Tesoro’sei una femmina straordinaria’mi fa impazzire ‘come lo succhi bene’.” “‘Christian, l’hai tanto grosso che veramente mi riempie la bocca’com’è duro’come sei bello’Christian, che bel maschio sei’” Per un attimo si era staccata ma riprese subito a leccarmelo con indicibile dolcezza e io mi avvidi che la situazione era completamente a mio favore “Mamma, perché non ti masturbi mentre mi succhi?” “No, davanti a te no’ho vergogna’non adesso’dopo’o forse la prossima volta’” “Ma lo faresti volentieri, in questo momento?” Avvampò e mi rispose con un eloquente silenzio “Mamma, non hai voglia di venire’.” “Oh, Christian’”. Riprese a succhiare, con maggiore vigore, quasi con impegno. “Mamma, sento il calore della tua bocca; é come se ti stessi montando. E’ troppo bello, troppo. Sei straordinaria. Me sembra di essere nella tua vagina’In questo momento vorrei montarti proprio per metterti incinta’vorrei farti fare un bambino’il nostro bambino’”. Si fermò, fissandomi negli occhi. “Christian, ti piaccio dunque così tanto?” “Si, da impazzire, mamma. Non avrei mai creduto che fosse così bello. E solo perché sei tu, perché sei la mia mamma, la donna più desiderabile che esista. Ti amo, mamma, da morire’” “Christian, Christian’Ho fatto male a cederti’Quando siamo partiti volevi solo guardarmi il seno e guarda dove siamo già arrivati’Andremo alla rovina, entrambi’e io che non so fermarti’e non so più fermarmi nemmeno io’” “E io ti piaccio, mamma?” “Sei un bel ragazzo’un bellissimo e desiderabile ragazzo’uno splendido maschio’un toro’forte’maschio’eppure così dolce’però sei mio figlio…non mi devi piacere sessualmente’non dovresti’almeno non troppo’ho il terrore di innamorarmi di te’” “Voglio baciarti ancora in bocca, mamma”. Si alzò e fu lei a porgermi le labbra socchiuse: la baciai a lungo, le morsicai dolcemente le labbra e non oppose alcuna resistenza. Con la mano provai a sfiorarle le mutandine ma lei la scostò delicatamente e la spostò su una mammella. “Mamma, posso farti venire?” “Non oggi, Christian, purtroppo ho il ciclo…” La girai di schiena, che leccai con movimenti ampi e regolari e le morsicai dolcemente e ripetutamente il collo, mentre le accarezzavo con leggero movimento circolare entrambi i capezzoli, diventati durissimi. Mi lasciò fare, a lungo, chiuse gli occhi mentre ansimava sempre più profondamente “Ti piace, mamma?” “Da morire, Christian’.sei un maschio fantastico’mi fai sognare’.mi fai sentire sicura tra le tue braccia’”. Intuii che sarei riuscito a provocarle l’orgasmo anche così e mi misi d’impegno: la volevo felice ed appagata. “Christian’” “‘ mamma’.” “‘Christian’mi stai facendo venire ‘” Si, mammina’sto provandoci’.spero di riuscirci’ti voglio appagata ‘.” “‘tesoro, vuoi fare venire la tua mamma’vuoi soddisfarla’sei un tesoro, Christian’certo che ci riesci’mi sto bagnando, adesso’ sto per venire’.’.vengo’vengo’non riesco a fermarmi’Christian’.che bel maschio sei’amore mio’tesoro mio’.amore’”All’improvviso si irrigidì per un attimo, si morse profondamente il labbro inferiore, emettendo un prolungato ed inequivocabile gemito, sfilò i piedi dagli zoccoli stringendo ripetutamente le gambe e spingendo ritmicamente e con forza il ventre verso l’esterno. Stava per perdere il controllo; mi prese una mano, succhiò a lungo il dito indice, lo morsicò, mentre sfregava la schiena verso il mio pube; ebbi la sensazione che stesse per cadere e fui rapidissimo a sostenerla, mentre le mammelle si erano afflosciate sotto le mie mani e i capezzoli retratti.
Dopo, un sospiro profondo’ “Christian…Christian’.”‘ reclinò la testa , riaperse gli occhi, togliendo con dolcezza la mia testa dal suo collo e le mani dalle mammelle. “Basta così, per ora, tesoro!” “Oh mamma, amore mio’sei venuta’tesoro mio’mamma’.ti ho fatta venire’ tra le mie braccia’che bello’come ti amo, mamma’.sei la mia vita’.”
Si dovette sedere; era senza forze dopo essere venuta in piedi, tra le mie braccia. Ci guardammo negli occhi, senza parlare. Il suo volto disteso esprimeva un’indicibile gioia di vivere. “Maschiaccio! Guarda cosa hai fatto alla tua mamma!” e si illuminò in volto. “Aspettami qui, torno subito. Vado a farmi bella’”. Si rimise gli zoccoli , mi diede un rapido ma intenso bacio in bocca che ebbe su di me l’effetto di una scossa elettrica sorridendomi e dicendo un inaspettato “Grazie, Christian! Sono felice di piacerti tanto!”; la seguii con lo sguardo entrare in camera da letto e poi in bagno. Avevo fatto venire mia mamma senza montarla, senza neppure averle leccato o almeno accarezzato la vagina, solo mordendola sul collo e accarezzandole i capezzoli: una cosa incredibile, per me; ora era andata a cambiarsi le mutandine, fradice dopo l’orgasmo, a lavarsi e forse a masturbarsi. Quando tornò in cucina sembrava una visione: era rimasta in zoccoli e mutandine bianche ridottissime, praticamente nuda. Era stupenda, divina e rimasi senza fiato; “Ti piaccio di più così?” “Oh, mamma!”. “So che ti piacciono le mutandine bianche’” Si avvicinò con un sorriso smagliante e notai subito che i capezzoli erano nuovamente estroflessi e le mammelle tese, quasi gonfie: la mamma aveva voglia di me, ne ero certo. “..mamma ti sei fatta?’” “No, tesoro’sei qui vicino alla tua mamma’.però ho una voglia terribile, ora’”Era certamente pronta per l’accoppiamento, se non fosse stato per il ciclo’. Accarezzandole significativamente l’addome le leccai a lungo l’ombelico, mentre il suo respiro aumentava di intensità. “Stai ancora pensando di mettermi incinta?” Mi alzai, guardandola negli occhi “Si mamma. Lasciati montare adesso, facciamo il nostro bambino’”. Lei reagì sfilando un piede dallo zoccolo e accarezzandomi con quello il pene, sorridendo felice. “Oh Christian bambino mio! Come mi piacerebbe fare un bambino con il mio Christian’.” “Mamma, ti amo, ti amo da morire’lasciati montare’lascia che ti sborri dentro’facciamo il bambino’lo vogliamo entrambi, lo so’” “Christian, ti ho detto che ho avuto il ciclo, stanotte. Eppoi voglio aspettare un momento, devo essere sicura’.raccogliere le idee’ho paura di essere montata da te.’perché ho paura di innamorarmi di te ‘ sei tanto bello’un gran bel toro’comunque niente bambino’.questo mai’semmai ti lascerò venirmi sopra prenderò’prenderò la pillola’ “Mamma, dimmi la verità: ti piaccio tanto come maschio?” “Se mi hai fatto venire solo mordendomi il collo e accarezzandomi i capezzoli’” “Da quando hai desiderato accoppiarti con me?” “Da almeno due anni. Ho perfino sognato, più e più volte, che lo facevamo’” “Anche tu! Quando ti sei fatta l’ultima volta, pensandoci?” “Due ore fa, dopo essere stata in camera tua; dormivi sulla schiena, il lenzuolo era scostato e l’avevi duro sotto le mutandine sollevate’era un palo’quanto avrei voluto toccartelo’ho fatto uno sforzo terribile per non farlo’lo vedevo … l’ho guardato per almeno cinque minuti’speravo che scostassi gli slip e ti uscisse’ho immaginato quando sborravi’che bello se ti avessi visto in quel momento’e chissà quanta ne hai buttata fuori durante il sogno ‘stavo impazzendo’.per un momento ho pensato di denudarmi, entrare nel tuo letto, mettermi vicino a te e di farmi venire sopra’.Ho pensato’ho sperato che stessi sognando di fare l’amore con me ‘non ne potevo più’ guardandoti seminudo vivevo la scena che tu hai sognato ‘.ho rischiato di venire lì, in piedi, vicino al tuo letto’mi sono toccata a lungo guardandoti’ quando ho sentito che venivo sono corsa a letto .. ‘avessi visto la pozzanghera che ho lasciato sul lenzuolo’ho dovuto soffocare gli urli nel cuscino’forse tu sei venuto poco dopo di me, sognando la stessa scena’” “Mamma, come sono eccitato da questo! Raccontami cosa provavi’.quando è stata la prima volta che ti sei fatta per me’”Dopo, amore, dopo’. Avremo tanto tempo’Anche tu mi devi raccontare cosa provavi quando desideravi fare l’amore con la tua mamma’ adesso giochiamo ancora un po”ti piacciono le gambe della tua mamma?’morsicami i capezzoli come hai fatto prima’non ne posso più’” Era evidente che avrebbe voluto essere montata, sul momento; quel primo orgasmo l’aveva rinfrancata ed ora tutti i tabù sembravano superati. Non mancai di rilevare, pur nell’eccitazione del momento, che ciò avveniva sicuramente perché aveva rimosso la parola e il concetto di amore; esattamente l’opposto di quanto invece capitava a me: sentivo di amare la mia mamma ogni attimo di più e l’amore si sovrapponeva al desiderio fisico, in certo momenti lo cancellava. “Succhiami i capezzoli Christian, come se stessi prendendo il latte da me’” “Mamma, perché non ci sdraiamo sul letto?” “No, stiamo qui, per questa prima volta’ E’ tanto bello in piedi, ogni tanto’.Christian, bambino mio’sto perdendo la testa per te’lo sapevo’mi piaci troppo’non riesco a impedirmelo’sei troppo bello e dolce’come sei bello nudo’com’e grosso’é magnifico’morsicami’.morsicami forte i capezzoli ‘Christian”vorrei tanto avere ancora il mio latte da darti ‘vorrei allattarti’ecco, mordimi così’ora ti sento totalmente mio come quando mangiavi da me’il mio Christian’.Christian’voglio venire ancora’..come l’hai duro’.per la tua mamma’mettimelo in bocca adesso’spingi forte’ come se mi fossi sopra’”. Si sedette nuovamente, aperse la bocca ed io glielo infilai. La mamma riprese a succhiare e ad accarezzarmi i testicoli, mentre il suo respiro era sempre più affannoso e l’occhio vitreo. Ancora due poderosi colpi di reni, che non poté parare; era davvero come se la stessi montando con il preciso scopo di metterla incinta. “Spremimi i capezzoli, Christian’” La sua bocca mi pareva bollente; la lingua premeva sul glande; ora l’aspirazione era divenuta ritmica e potente. Sentivo prepotente il bisogno di liberarmi; provai a spremerle con forza le mammelle e per un trasfert , la vidi incinta, con il pancione dell’ultimo mese, e vidi sprizzare dai capezzoli un getto di latte. Mi sentii avvampare la schiena, mentre la profonda aspirazione sul glande stava per liberarmi. Strinsi, anzi mi aggrappai ai suoi capezzoli “Adagio tesoro, mi fai male cosi”. La mamma si era nuovamente sfilata gli zoccoli, si sfregava le coscie, l’una contro l’altra, poi le divaricò; nonostante la mia presenza, si infilò la mano nelle mutandine e cominciò a masturbarsi con violenza. Evidentemente anche per lei il bisogno dell’accoppiamento era diventato insopportabile. Riprese il pene in bocca e cominciò ad aspirare quasi con furia, mentre la sua mano correva sempre più veloce nelle mutandine. “Christian…scusami Christian se lo faccio davanti a te’ non ne posso più’devo venire subito altrimenti muoio’mi scoppia ‘sto godendo da morire’mi piaci tanto’sei tanto bello…che grosso’chissà dentro’non ne posso più’era troppo tempo’come vorrei averlo dentro, adesso’sei un toro’.chissà come spingi forte mentre monti’come prima in bocca’” Ora leccava lo scroto ed io mi sentivo impazzire “Chissà quanta ne hai dentro’.dammela, amore’dalla alla tua mamma’”; riprese in bocca la verga, aspirando. Le diedi ancora un paio di colpi di schiena in bocca “Così, Christian! Spingi così.. forte’fai come se mi stessi montando’” “Mamma sto per venire!” “No Christian, tienila, non venirmi in bocca! Voglio vederti mentre sborri’”. Ebbe appena il tempo di staccarsi dal pene e di dirigerlo verso la faccia, con la bocca spalancata. Rivedo ancora la scena: mia madre intenta a masturbarsi davanti a me, che mi fissa con gli occhi dilatati, con le sue mammelle strette nelle mie mani, mentre dalla verga schizza uno spruzzo di sperma con una forza ed un volume inauditi e imprevedibili, che stupirono per primo me stesso. Fu colpita in piena faccia e in bocca; in rapida e fulminea successione partirono altri tre o quattro schizzi, se possibile perfino più violenti, densi e voluminosi che, stavolta, la colpirono sulle mammelle, che percepii afflosciarsi quasi istantaneamente mentre lei chiuse gli occhi e portò la testa all’indietro. “Christian come sborri’ vengo’vengo anch’io..’quanta ne hai buttata fuori…Christian, amore’che sborrata’.sei magnifico quando sei eccitato’sei un toro’come sei forte’quanta sborra per la tua mamma ‘ dopo tutta quella che hai buttato fuori mentre mi guardavi le tette’ ti piace la tua mamma’è la tua mamma che ti ha fatto sborrare così tanto…Christian vengo, vengo’.Christian è magnifico’sei un maschio magnifico’godo’ come se ti avessi dentro’Christian, sono tua’sto sborrando anch’io ‘amore mio’veniamo insieme’.”; probabilmente aveva introdotto un dito in vagina e raggiunse così l’orgasmo. Prima fu un mugulio, poi un terribile e prolungato urlo che sfociò in un profondo sospiro. Era la prima volta che vedevo una femmina colta da un orgasmo così travolgente, quasi spaventoso: nemmeno nelle cassette pornografiche, dove gli orgasmi sono finti e quindi esagerati, avevo mai visto nulla di paragonabile. Mi chiedevo se la mamma non si fosse sentita male e soprattutto cosa sarebbe successo nel momento dell’accoppiamento. Circa l’eiaculazione, ero più stupefatto di lei perché tutto era avvenuto al di là della mia volontà: come era diverso da quando mi masturbavo, pur eccitato pensando di accoppiarmi con lei! Uscivano poche gocce di sperma molto liquida sul palmo della mia mano; quella che avevo emesso ora avrebbe riempito almeno un cucchiaio da tavola ed era densa, cremosa, bianca. Probabilmente era avvenuto perché lo stimolo era incomparabilmente più intenso. La mano della mamma si era fermata nelle mutandine, tra le gambe, le braccia erano penzoloni, il respiro affannoso, gli occhi chiusi, le mammelle flosce; la mamma aveva avuto il secondo orgasmo in mezz’ora.
“Christian! Ma guarda che disastro! Ma guarda che sborrata’.sembravi un cavallo! Non ti fermavi più ‘mai visto niente di simile … ma dove l’hai trovata tutta, brutto maschiaccio! E la tua mamma che ti fa sborrare così tanto!” “Ovvio! E tu come stai mamma? Come sono le tue mutandine?” “Come le tue, prima! Fradice, da strizzare!”, rispose ridendo.
Temevo che si fosse offesa per averle spruzzato la faccia con lo sperma; per fortuna non era così.. “Ti ho bagnata per dimostrarti il possesso perché da adesso sono io il tuo maschio e tu sei e sarai per sempre la mia femmina” “Ti piaccio ancora come prima, adesso che mi hai quasi avuta?” “Mamma, ogni istante di più”. Con il dito raccolse quanto sperma poteva e la mise in bocca “Mamma, ti piace?” “Amore! E la tua, il tuo dono alla tua mamma’quella che farà fare il tuo bambino alla tua donna ‘” “Tu sei la mia femmina. Tu farai il bambino con me” “Questo no, Christian’”. Mi era presa la voglia incontenibile di leccarle la vagina e glielo dissi; lei sorrise, lusingata. Maledetto ciclo! Avevo la verga afflosciata e gocciolante e la mamma la leccò, fino a ripulirla completamente, provocandomi una nuova, immediata erezione. “Che buona! Ma Christian, sei ancora pronto?” “La mia mamma è una femmina straordinaria’Sarei pronto a montarla all’istante’” “Allora proprio ti piaccio, vedo’” “E io?” “Mi hai fatto impazzire solo leccandomi e accarezzandomi’chissà il resto’”.
Era raggiante. Si alzò. “Mi sento le gambe tremare’ non ho più forza’Christian, non mi avrai messo incinta con il pensiero, spero?” Sembrava l’incarnazione della felicità; raccolse il reggiseno e la maglietta bianca; “Adesso una bella doccia’..sono tutta incollata, come te prima’..ma quanto sborri, maschiaccio’” “Possiamo fare la doccia insieme? ‘” “Non oggi amore’sai che non posso’” “Già, è vero’ avrei dovuto chiedertelo prima’.” “Ma il tempo non ci manca’” “Già la vita intera’”
Ero trascorso poco tempo, in cucina, ed ero nuovamente eccitato, con il pene duro e lungo quanto mai; sentivo l’acqua scorrere e la immaginavo nuda sotto la doccia. Ma non era la solita immaginazione; ora la mamma era mia anche fisicamente… La rivedevo quando mi mostrò per la prima volta il seno nudo, vergognandosi ed arrossendo come una ragazzina alla sua prima volta’ ‘.quando accarezzavo i capezzoli’ quando glieli succhiavo’pensavo alla mattina, in camera mia, quando si era masturbata vedendomelo eretto ‘alla sua faccia felice quando me l’aveva preso per la prima volta in mano’la faccia raggiante mentre la spruzzavo’.e quando si accasciava dopo il primo orgasmo’.quando leccava il mio sperma’il secondo potentissimo orgasmo’sentivo di amarla, ogni istante di più’era la femmina della mia vita’.e questo era un film’un magnifico film. Dovevo masturbarmi, non ne potevo più, ma decisi di raggiungerla in doccia e di farlo fare a lei. “Mamma!…””Sì , Christian’” “Puoi uscire un attimo da lì’” Aveva certamente capito le me intenzioni’” “Non posso, sono nuda’mi vergogno..” e rise. Fermò l’afflusso dell’acqua; mi apparve con le sole mutandine, grondante d’acqua; naturalmente notò subito il pene duro.. “Scommetto che hai bisogno di qualcosa da me’” “Mamma, non ne posso più’ho pensato a prima’ a tutto’mi è tornato duro e mi scoppia’è ancora pieno’ho pensato’” “Hai fatto bene. Lascia fare alla tua mamma” Uscì dalla cabina; mi accarezzò la testa e porgendo una mammella alle mie labbra lo prese in mano, cominciando a masturbarmi. “Ma guarda che bel tarello duro ha il mio bambino! Ha ancora voglia della sua mamma il mio cucciolo’. Ti ha lasciato solo cinque minuti fa e l’ha già duro e adesso la mamma deve succhiarglielo ancora per fare uscire la sborra e sgonfiarlo’..”Sto impazzendo’mamma mi fai godere da morire già parlandomi così’.che voglia’.” “..adesso di’ alla tua mamma cosa le regali ‘.” Cominciava ad eccitarsi e a perdere la testa ” Mamma sto per sborrare’” “Christian’ bambino mio’ dai tanta sborra alla tua mamma’.” Ora ansimava e parlava a fatica. “Cosa farai alla tua mamma quando la monterai?” “Voglio sborrarle dentro e farle fare un figlio’”e come farai a metterla incinta?..” “la riempirò di sborra e le starò dentro fin che rimane duro perché sarà più facile che resti incinta’” “Amore’.mi sembra di sentirti venire dentro’adesso dammelo in bocca ‘ voglio che me la riempia’ sto venendo un’altra volta ‘sborra, amore’sborra in bocca alla tua mamma’.spingi forte’vieni, Christian’”; si mise in ginocchio e trascorse poco tempo dal momento in cui si attaccò alla verga cominciando a succhiare a quando ricevette in bocca un considerevole getto di sperma che ingoiò avidamente. Leccò a lungo il pene, contrastando il mio desiderio di divincolarmi; in un attimo si era indurito di nuovo. Era visibilmente eccitata “Quanta! ..anche stavolta’che buona’fino che non mi hai fatto la festa non ti vuoterai più, maschiaccio bollente’Adesso lasciami finire la doccia, poi la fai tu” “E dopo’” Andiamo a pranzo e parliamo’Abbiamo tante cose da dirci’” “E poi?” “Staremo ancor a vicini, a giocare come ora’sul letto, stavolta’magari proprio sul tuo’” Era sempre più eccitata e stava per godere “Christian, ho bisogno ‘ho bisogno di venire ancora una volta’subito’mentre ti succhiavo ho pensato al tuo sogno’ quando mi hai montata più volte’a quando mi hai sborrato sulla faccia e sulle tette’quanta sborra’.mordimi ancora sul collo come prima’sto per venire’fammelo sentire contro le mutandine’.sfregalo bene contro’.così, Christian’mordimi forte il collo’mordimi’spremi i capezzoli ‘ che meraviglia’mordimi la schiena adesso’ più forte’com’é duro’stringimi forte’.sei un toro’.Christian’come sei forte’che bel maschio’godo da morire’sto venendo’vengo, vengo’.strizzami i capezzoli’.adesso lasciamelo prendere in mano’Christian, sto venendo’voglio essere tua ‘sto venendo per te’per il mio maschio’Christian, come vorrei averti dentro ‘sei un vero maschio’non mi importa più che sia mio figlio’quanto sborri con la tua mamma’.un mare di sborra’che meraviglia’.vengo .. vengo, amore mio’amore mio’.Christian’”. La mamma era venuta ancora una volta, senza nemmeno toccarsi e ancora tra le mie braccia; si sdraiò raggomitolata, ai miei piedi, stringendomi forte le gambe: continuava a mugulare, con gli occhi chiusi e stavolta impiegò più tempo a riprendersi. “Fino a che non ci saremo accoppiati staremo male tutti e due…per fortuna tra un paio di giorni’.. scegli tu le mutandine con cui vuoi vedermi, dopo’.Però smettila di farmi venire ogni quarto d’ora altrimenti il guardaroba non basta’.mettimelo sopra alla faccia…in bocca, amore’.” Era ancora sdraiata con gli occhi chiusi; mi misi in ginocchio e mi posizionai proprio sopra la faccia; la mamma prese avidamente in bocca la verga e la succhiò a lungo, anche se era ormai afflosciata” ” ‘che voglia’lasciatelo leccare bene, magari ne é rimasta un po””. Ci rialzammo, non senza fatica, e ci baciammo in bocca, a lungo “Portami per favore gli zoccoli, che sono rimasti in cucina’”Tornai in cucina, stordito; raccolsi gli zoccoli e li accarezzai pensando ai suoi piedi, tanto belli e tanto curati, che si posavano su quel legno. Raggiunsi il bagno per consegnarglieli , e fu una nuova sorpresa. “Mamma, ti ho portato gli zoccoli”. “Aspetta che mi asciughi del tutto e me li passi” Vedevo la sua figura attraverso il vetro smerigliato; ero ancora pronto’
La porta della cabina si aperse inquadrò la mamma finalmente senza le mutandine, nuda. “Eccomi! Finalmente vedi per la prima volta una donna completamente nuda’ed è la tua mamma, che tanto desideravi’” “Oh mamma, come sei bella’” “Davvero, Christian? Allora ti piaccio proprio’oppure ero più bella nella tua fantasia, quando mi desideravi’dimmi la verità’” “Affatto! Non avrei mai immaginato che fossi tanto bella: Sembri una statua, un’apparizione’che meraviglia’una femmina terribilmente invitante’” Ed era vero, pienamente “Mi verresti sopra, adesso?” “Pensa se no…” “Oh Christian!’Non lo crederai ma proprio perché ero certa di ascoltare queste parole sono riuscita a superare l’imbarazzo di mostrarmi a mio figlio completamente nuda’ho fatto una fatica, prima, a scoprirmi il seno ‘ma soprattutto a mostrartelo’avevo tanta vergogna’temevo non ti piacessero i miei capezzoli, così grossi’e così duri, quando ho voglia’magari sembro una balia’.ma ho visto che ti sono piaciuta tanto’ne valeva proprio la pena’ sono felice di esserci riuscita’d’altra parte anche tu sei stato generoso con la tua mamma’.tu non avevi vergogna a spogliarti davanti alla tua mamma, maschiaccio’ti sei denudato in un amen’sai di essere magnifico e desiderabile’che bel maschio’lo so, penserai che sia una civetta’è vero’tutte lo siamo’se poi la corte viene da un bel maschio giovane’ come sono fortunata ad averti’scusami se non mi avvicino ma sai il perché’” Era avvenuta il miracolo; la mamma era nuda davanti a me senza alcun imbarazzo, anzi era felice di mostrarsi e di piacermi come e ben più di quando la immaginavo e si sentiva pienamente realizzata. Io ero al settimo cielo per la gioia; notai i capezzoli estroflessi e sicuramente molto duri.. “Pensa, Christian! In poche ore dall’imbarazzo a una felicità completa’beh, quasi completa…per ora’” Calzò gli zoccoli e uscì dalla cabina. “Christian, ragazzaccio, l’hai ancora duro’ e in piedi’.ma come fai’ sei incontentabile’è grosso come quello di un toro’” “Con una femmina così, il maschio non può che impazzire’” “Christian, anch’io ho ancora voglia’tantissima’mi piacerebbe averti sopra’dentro di me”ma non si può, oggi’”. Si avvicinò mi leccò lungamente il pene ormai sgonfio e un po’ dolorante. “Potessi fare io la stessa cosa con te, mamma’” ” ‘amore’solo un paio di giorni di pazienza’poi il mio Christian avrà la sua mamma, come desiderava, completamente sua’”. La mamma aveva lasciato sulle piastrelle del pavimento una vistosa traccia del suo ultimo orgasmo, che finsi di ignorare, ovviamente. “Bene, finisco di prepararmi e sono da te. Adesso vai anche tu in doccia’.credo che per un po’ sia soddisfatto’” “Solo se non ti penso, mamma’altrimenti è di nuovo gonfio.. ” “Stallone incontentabile! Ehi! Non vestirti troppo..! Anch’io sarò generosa’”. Mentre la mamma si sfilava gli zoccoli e rientrava in doccia, mi allontanai verso il mio bagno: mi sembrava che il suo sorriso raggiante mi illuminasse più del sole i cui raggi filtravano in modo discreto dalle tende creando arabeschi Liberty sul soffitto.
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