Nella mia Vita spericolata da Trav, sono stata purtroppo Violentata parecchie volte. Non che tutte fossero brutte esperienze chiariamolo subito, certe violenze tra virgolette son finite come scopate meravigliose, dove ho goduto ogni istante di quella presunta violenza. ma credo che ognuno di noi, debba decidere da solo o da sola con chi concedersi o meno, e non debba essere forzatamente messa al muro e malmenata per scopare. questo non significa che sto dando ragione a chi prende con violenza e contro voglia le donne… e da vigliacchi da bastardi far del male a chi alla fine non ti ha fatto nulla. ma ci sono dei casi rarissimi, in cui se la vedi nella giusta direione, la violenza puo’ essere anche una cosa assai piacevole. quella che vi vado a raccontare in questo caso, almeno per me lo è stata. anche se alla fine ero ridotta piuttosto maluccio, ed ero incazzata nera come i ragazzi che mi hanno stuprata. ripensandoci ancora oggi, a molti anni di distanza, la cosa poi non fu tanto spiacevole come la vidi al momento. ecco i fatti come sono successi. sono sempre stata un’esibizionista, il famoso detto “Se hai Qualcosa di Bello da Mostrare, Mettilo bene in Mostra” mi ha sempre portata a fare cose che alla fine una persona con un po di intelligenza, avrebbe evitato facilmente. ma io sono sempre stata una Troia che agisce d’istinto, e questo mi ha portato spesso dei Guai seri. Era una serata di primavera quando mi sono avventurata sotto la Metropolitana di Milano di Notte. L’idea era quella di farmi dei Selfie, da Poi Pubblicare in Web. un’avventura che mi eccitava non poco, scelsi un’orario quasi di chiusura, dato che nelle ore piu’ fonde c’era poca gente e sarei stata disturbata raramente dai passanti. una sfida che mi teneva eccitata ma allo stesso tempo tesa come una corda di chitarra Accordata troppo alta. per l’occasione mi ero messa addosso cose non troppo appariscenti, primo perche’ ho sempre detestato abiti troppo sfarzosi, secondo perche’ non volevo dare troppo nell’cchio. scelsi cosi’ di indossare, dei leggins neri in pelle opaca aderentissimi, una T-shirt nera scollata a V senza maniche, sotto intimo nero, con Reggiseno e Tanga in pizzo, stivaloni texani marroni a punta, cinturone marrone in tinta con gli stivali, un Body Ricamato,calze nere autoreggenti e reggicalze abbinate, dei guanti a braccioli, lunghi fino al braccio, neri di stoffa, capelli sciolti e ben truccata. uno zainetto con dentro un tre piedi pieghevole per cellulari, cellulare, preservativi, fazzoletti di carta e altre cosette per il ritocco che mi servivano, completavano il quadretto. dunque mi avviai per la Metro Rossa che mi portava in una zona scelta apposta per il mio obbiettivo. quando scesi in Metro ad aspettare il treno era circa mezzanotte. Controllai piu’ Volte l’ora per esser sicura di non sbagliare, sono sempre stata precisa nei miei spostamenti. Dopo una quindicina di minuti di attesa, finalmente arrivo’ il treno che attendevo. fui consolata nel vedere che oltre a me, bazzicavano la stazione di Lotto, poche persone, per lo piu’ i soliti extracomunitari. un gruppetto di Cinque Ragazzotti sopratutto mi preoccupava non poco. erano poco distanti da me, e continuavano a lanciarmi occhiatine poco amichevoli a tratti, mentre parlottavano tra loro nella loro lingua. li squadrai bene con la coda dell’occhio, stando bene attenta a non fissarli per evitare battibecchi. si sa che quella gente e suscettibile e cercano sempre pretese per attaccare briga. erano di pelle nera, forse africani o senegalesi,alti e magri, vestiti da straccioni, con delle magliettine consumate e sporche, e dei Jeans trucidi . li lasciai alle loro chiacchiere sottovoce, e mi infilai dentro alla Metro nell’ultimo vagone in modo da essere piu’ lontana e isolata possibile da altri eventuali passeggeri, infatti ero l’unica occupante, mi sedetti sulla lunga panca e attesi che le porte si richiudessero per partire poco dopo. il breve viaggio che feci prima di arrivare alla mia fermata non fu di nota, fortunatamente a quell’orario alle varie fermate non sali’ nessuno, e potei arrivare tranquillamente al mio posto senza problemi. scesi in un tunnel di passaggio e li mi fermai, posai a terra lo zainetto estraendo le varie cose che mi servivano per le foto, cellulare e tre piedi che sistemai per l’autoscatto. mi guardai intorno, ma tutto era silenzio e non vi era anima viva. mi decisi, mi tolsi la T-Shirt, Mi Sfilai i Leggins rimanendo in intimo, feci qualche posa e avviai i Selfie del cellulare. finiti gli scatti, estrassi il lungo spolverino in pelle che avevo nello zaino, me lo infilai senza rivestirmi. era lungo e chiudendolo con i bottoni mi avrebbe nascosta. dato non c’era nessuno perche’ perder tempo a vestirsi e svestirsi continuamente? riposi il cellulare e il tre piedi nello zaino, e mi avviai alla fermata per farmi altre foto in un tunnel diverso. all’arrivo del treno, salii nello stesso vagone infondo come avevo fatto precedentemente. mi sedetti nella lunga panca e attesi di arrivare alla fermata che volevo. era quella prima del capolinea, e dovevo attendere qualche minuto di viaggio. mi stavo quasi appisolando, era tardi e il sonno mi stava prendendo. credo di aver chiuso gli occhi solo per pochi minuti, ma non ne sono certa. quando ti appisoli perdi la concezione del tempo che passa. mi destai del tutto solo quando il silenzio del treno fu rotto dall’entrata di gente nel mio vagone. aprendo gli occhi di scatto, notai lo stesso gruppetto di ragazzi neri che avevo visto qualche mezz’oretta prima. mi avevano seguita? entrarono facendo baccano e ridendo tra di loro, ovviamente non mancarono le solite occhiatine verso di me. Credo Avessero notato che sotto il lungo impermeabile nero, non avevo quasi nulla,perche’ iniziarono a ridere verso di me. li lasciai perdere, e cercai di capire invece dove mi trovavo,poche fermate mi separavano dal posto da raggiungere. stavo per alzarmi e andare vicino alle porte per attendere l’arrivo sulla banchina. quando uno di quelli si alzo’ dal suo posto avvicinandomi per la prima volta. mi chiesi che volesse, e quando quello con un italiano assai poco chiaro mi disse ‘Ciao Bela’, gli risposi seccata un ‘Ciao’ a denti stretti. il ragazzo non perse tempo in parole inutili, e mi fece subito capire le sue intenzioni allungando una mano sotto il mio Spolverino, tastandomi le chiappe nude. mi scostai subito dicendogli di tenere le mani apposto. Forse non mi aveva capito bene, dato che ci riprovo’ tastandomi una coscia . questa volta a muso duro lo affrontai dicendogli chiaramente di andarsene. forse lo affrontai troppo duramente, ma mi stava davvero infastidendo, e quando tento’ di baciarmi, lo respinsi senza problemi. il ragazzo cambio’ subito atteggiamento, e mi mollo’ un sonoro ceffone che mi fece barcollare fino al mio posto. adesso anche gli altri si alzarono avvicinandosi a me, mi alzai, ma fui spinta da un’altro a sedere Nuovamente. ‘Che Volete’ risposi quasi in lacrime dalla rabbia… quell’imprevisto mi stava facendo saltare i nervi. quello che mi aveva schiaffeggiata parlo’ per primo, ‘Adeso tu sta buona, e scopa’ ha detto il porco. mi son rifiutata e ho risposto a tono, ero davvero incazzata, ‘Se Non Lo Faccio?’ un’altro ha risposto al posto dell’amico con un pugno alzato in aria…. sempre quello dello Schiaffo, ha detto ‘Tu Scopa e noi no Botte’. sembrava non avessi scelta, cosi’ abbassai le difese e li lasciai fare controvoglia. che situazione di Merda, dovevo aspettarmelo che sarei finita con incontrare qualcuno di questi mi son detta tra me. ormai il guaio era fatto, non mi restava che cercare di uscirne meglio che potevo senza esser massacrata. loro erano Quattro, io sola e pure stanca dal sonno, loro sembravano ben messi, Alti e non certo ben disposti nei miei confronti, io esile e minuta non certo una bella situazione. meglio assecondarli tutto sommato, e sperare che mi lasciassero andare in fretta. magari nel frattempo entrava qualcuno e mi avrebbe salvata. intanto che facevo di questi pensieri, lo spolverino mi fu aperto con uno strappo e fui scoperta in tutto il mio splendore in intimo. mi fecero levare lo spolverino, che fini’ li a terra vicino lo zainetto. due si sederono a fianco a me, iniziando a mettermi le mani addosso toccandomi ,baciandomi da ogni lato, mentre gli altri tre restanti con i cazzi gia’ fuori dai pantaloni belli grossi, me li misero davanti la faccia. erano belli lunghi e grossi devo ammetterlo, cio’ che si dice dei Negri e pura verita’. presi in mano due di quelli, e iniziai a succhiarli infilandomeli in gola, quasi soffocavo tanto erano grossi e dei conati di vomito mi salivano di tanto in tanto. sapevano di piscio, forse avevano pisciato da poco. ero seduta li a succhiare, mentre la metro ora rallentava, mi sembrava una scena assurda ma era cio’ che stava accadendo. il treno ad un tratto si fermo’ del tutto, sperai fossimo arrivati al capolinea, le porte si sarebbero aperte, e magari i Quattro sarebbero scappati fuori. invece le cose andarono assai diversamente. la luce dentro il vagone si spense, restammo al buio e le porte non si aprirono. non capivo che succedesse… i negri non sembravano sorpresi e continuavano a tenermi occupata a succhiare i loro grossi cazzi neri. eravamo arrivati al capolinea saltando una fermata? mi chiedevo, che succedeva? perche’ si eran spente le luci interne? perche’ nessuno apriva le porte? nel frattempo venni presa al buio per un braccio da uno dei due che avevo seduti ai miei fianchi, e cerco’ di trascinarmi sulle sue gambe nude, feci resistenza passiva, ma temetti di esser presa a pugni e mi lasciai trascinare verso di lui. due di loro mi sollevarono proprio di peso per le braccia, facendomi anche male devo dire, i modi gentili non sono certo per quella gente. mi ritrovai in piedi a gambe larghe, e fui spinta a forza giu’ sulle gambe del negro seduto con il cazzo duro. balbettai che avevo dei preservativi nello zaino, almeno che li usasero… nessuno mi diede ascolto, in un lasso brevissimo di tempo, mi son trovata le chiappe profanate da quel lungo e duro cazzo nero. ho cercato di non urlare, ma il dolore fu troppo, e non trattenni un grido di dolore. le lacrime mi scesero dalle guance spontaneamente, anche se non volevo. piu’ che per il dolore erano lacrime di Rabbia e frustrazione. ero gia’ stata violentata troppe volte da dei negri, e ne avevo abbastanza di prendere sberle e farmi trattare come una merda da quella gentaccia senza scrupoli. il dolore era tanto, ma l’umiliazione era assai peggiore. cercai di zittirmi, il negro mi prese per i fianchi e inizio’ a farmi saltellare su e giu’ dalle sue gambe, aprendomi in due il culetto. mentre gli altri mi tenevano occupata la bocca con i loro cazzi. dopo qualche minuto, mi son trovata da vittima a partecipante, mi trovai a sospirare ad ogni colpo che il bastardo negro mi dava nel culo, e iniziai a succhiare con voglia dimenticando il dolore e il resto. adesso me la godevo anchio di brutto, e visto partecipavo con piacere,non mi arrivarono altre sberle fortunatamente. adesso mi sentivo bene, ansimavo nel silenzio. ce da dire che nessuno parlo’ piu’ per tutta la durata. le parole che dovevano dirmi, me le avevan dette all’inizio del resto, si sono limitati a fare il resto. dopo alcuni minuti, con uno scatto improvviso che mi fece bruciare il buchetto del culo, fui messa di nuovo in piedi, mi fecero mettere non proprio in modo gentile a novanta, appoggiata a gambe larghe con la faccia contro le porte della metro, mentre un’altro mi prendeva per i fianchi e senza tanti complimenti mi ha infilato il suo cazzo dentro con un solo colpo che mi ha fata sussultare. ma stavolta non ho urlato, ho solo cercato di rilassare il culetto piu’ possibile, e resistere al dolore della penetrazione. dopo l’entrata del secondo cazzo, il mio culo si abituo’ alla situazione, e potei prendere anche gli altri senza dolori ulteriori. mi pomparono e stantuffarono a turno in quella posizione in piedi a gambe larghe. sembravano non venire mai, e il tempo passava, il dolore si era riacutizzato, e mi chiesi con le lacrime che mi riscendevano sulle guance, per quanto tempo avrei dovuto ancora sottostare a quei bastardi. Continuavo a chiedermi come mai non venisse nessuno e perche’ avevano spento le luci, eravamo finiti in rimessa? e se cosi’ fosse, l’autista del treno, non deve sempre controllare che a bordo non ci siano passeggeri prima di mettere in rimessa il treno? intanto che mi facevo tutte queste domande senza risposte, i bastardi continuavano a farmi male sfondandomi il culo a turno, fino a che finalmente, quando pensavo di svenire dallo sfinimento (Mai Svenuta una sola volta in Vita Mia), finalmente si sono svuotati le palle dentro e addosso a me. ora inginocchiata al centro del vagone con loro intorno che mi riempivano da ogni lato di calda sperma. Come succede sempre nei film, ad un tratto le luci si riaccesero cosi’ come per molti minuti se ne erano andate, il motore del treno riprese a scaldarsi, e ai miei occhi che nel frattempo si erano abituati al buio, mi colpi’ la scena in cui mi trovavo. i maledetti con i calzoni ancora abbassati, si sono all’istante ricomposti come ladri in fuga, e appena le porte si sono spalancate sono usciti veloci come fulmini. uno nell’uscire ha tentato di arraffarmi lo zainetto e rubarmelo, ma sono stata piu’ veloce io, d’istinto l’ho tirato a me, togliendolo di mano al ladro che correva gia’ insieme agli altri quattro stronzi su per le scale all’uscita della Metro. Esausta gocciolante di sperma e malconcia, non ebbi nemmeno la forza di chiedere aiuto,e prima che qualcuno mi vedesse conciata a quel modo, sgattaiolai anchio fuori dalle porte con le ultime forze rimaste. giusto in tempo prima che si richiudessero e il treno ripartisse. adesso che fare? prima di tutto risistemarmi, non potevo rincasare conciata a quel modo, ero lontanissima da casa, e non so chi avrei incontrato per la strada, quindi meglio darsi un contegno. trovai un’agolo dove ripulirmi da tutta la sperma che mi stava Ancora Gocciolando, le calze erano state strappate, me le tolsi e le gettai, gli slip erano spariti, forse erano rimasti sul vagone appena partito. mi infilai Leggins e T-shirt, e una volta ripulita a dovere e legata i capelli a coda, son salita uscendo dalla Metro. inutile denuciare l’accaduto mi son detta, avrei complicato ulteriormente le cose, alla fine poco alla volta prendendo i mezzi pubblici sono riuscita a rincasare che era ormai mattino. a mente fredda sorrisi pensando alle lacrime versate, alla fine mi era anche piaciuto, se non avessero usato la violenza forse sarebbe stato anche piu’ bello. per il futuro avrei evitato di rifare certi errori che mi avrebbero portatata certe esperienze. come ho detto all’inizio, la mia Troiaggine mi ha portato Molti Piaceri, ma Inevitabilmente anche dolori. 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