“Emetterebbe un gemito ma non ci riesce, quasi soffocata dall’amica…”
Eppure nel mondo attorno è lei nulla è mutato.
Come ogni giorno
esce di casa nella frizzante aria di primavera, la strada che percorre risuona come sempre sotto i suoi tacchi e sono usuali anche i negozi che aprono, il vocio e i rumori nei bar, la gente per strada, gli studenti con gli zaini e la sua scuola.
Il giorno prima l’ha chiamata il suo ragazzo dal paese. Sta bene, gli ha detto, ma molto impegnata e che no, meglio che non venga su questa settimana perché deve prepararsi per quell’esame di fine corso per l’abilitazione all’insegnamento e lui si capisco, ha risposto, e c’è stata qualche pausa di troppo fra una frase e l’altra, da parte di entrambi.
Ma la verità è che in quel fine settimana tornerà Giulia a trovarla e, benché stia davvero studiando in quei giorni, fa grande fatica a concentrarsi.
Spesso, a casa o in classe, le capita di avere lo sguardo fisso nel vuoto e di fare dei pensieri. «Sono stata proprio io ad accettare il suo invito in quelle sette sere? E poi l’altra volta, con i due suoi amici? E con Giulia, nel mio letto?», e parlando fra se stringe ancora più le gambe accavallate e sente un sapore sulle labbra, nella bocca …
Giulia le aveva detto:«Ti ha trattato come un oggetto, devi vendicarti! Invitalo nel tuo appartamento sabato sera per un aperitivo e spiegagli come vogliamo giocare …».
Aurora gli aveva scritto un breve messaggio e lui, dopo qualche minuto dalla lettura, le aveva risposto che si, sarebbe andato con piacere a casa sua e, di poche parole come sempre, non aveva aggiunto altro.
La sera dell’appuntamento, mentre attende che Giulia arrivi, Aurora guarda le vetrine sotto i portici del centro. Si sofferma dapprima di fronte ad un negozio di lingerie ma con un interesse diverso rispetto al passato, quando considerava quei capi non strumenti di seduzione ma una semplice decorazione del suo corpo.
«Quelle scarpe sarebbero perfette», pensa poi, immaginandosi su quei tacchi vertiginosi e con quei nastri di pelle lucida avvolti attorno alla caviglia. Il suo profilo longilineo ma dai fianchi generosi si staglia contro la vetrina illuminata e attrae più di uno sguardo, maschile e femminile.
«Ah, se fossi un uomo!», le dice all’improvviso alle sue spalle Giulia, che appena giunta abbraccia l’amica assorta nelle sue fantasie.
Poco dopo a casa sembrano due ragazzine che giocano a truccarsi da donne davanti allo specchio: Giulia più provocante, col trucco carico e i seni in evidenza, Aurora di un’elegante semplicità, su quei tacchi che le fanno le gambe ancora più lunghe sotto la gonna corta di pelle nera.
Quando lui suona alla porta comincia il gioco. Come da accordi, appena entrato si volta e si lascia bendare da Aurora che poi lo prende per mano e lo conduce con sé.
«Anche se non puoi vederla ti presento la mia amica, Giulia» gli dice in soggiorno e quella gli si rivolge con un «Ciao, piacere!» che accende in lui un sorriso.
Aurora vive tutta la situazione con un senso di eccitazione e turbamento e resta sorpresa nell’osservare l’amica così a suo agio. Non conosceva questa parte di lei, a volte le sembra un’altra persona specie ora che la vede condurre l’uomo verso la camera.
Lì Aurora si distende sul letto, poggiandosi su un gomito e sorseggiando un rosato fresco e fruttato.
Osserva l’amica che avvicinatasi a lui con decisione gli porta le mani dietro la schiena e poi, con un gesto rapido, gli applica le manette nascoste nella sua borsa. Quindi accosta una sedia alla finestra di fronte al letto, lo fa sedere e con una corda lega le manette al termosifone.
Così gli gira attorno, felina, e gli sussurra all’orecchio:«Ora ti faccio sentire come si tratta una donna …», stringendogli sul collo le lunghe unghie smaltate di rosso.
Aurora comincia a comprendere la situazione e pensa di non essere sicura di essere pronta per tutto questo. Ciò che era accaduto con l’amica alcune sere prima era stato l’inatteso frutto del momento, ma ora doveva volontariamente accostarsi a lei e non ha mai pensato di poterlo fare realmente, se non nelle sue fantasie.
Decide di finire d’un sorso il vino rimasto nel bicchiere, le servirà.
Giulia ora è sul letto, dietro di sé e le accarezza i seni, e intanto descrive all’uomo cosa sta accadendo.
Adesso la sta spogliando, la tocca come le ha già mostrato di sapere fare e Aurora pensa di potersi lasciare andare perché lui ormai non è uno sconosciuto ma quello che si era impadronito della sua mente, che le aveva fatto fare quelle cose senza quasi che la sua volontà riuscisse ad opporsi, che aveva fatto emergere in lei una femminilità condita di perversione, ma che l’aveva anche usata per le sue voglie senza mai toccarla come invece, oh si, ora stava facendo Giulia, facendola ansimare e fremere sempre più forte.
L’uomo ha capito qual è il suo ruolo e resta imperturbabile, anche quando Giulia gli dice che dopo avere ascoltato ancora un po’ se ne può andare a casa a masturbarsi perché di Aurora si prenderà cura lei.
Di fronte a quell’atteggiamento sicuro e quasi beffardo Giulia ha uno scatto.
Come per provocarlo ancora di più gli si avvicina e mentre gli scioglie la benda dagli occhi gli sussurra: «Ora potrai anche vedere cosa ti perdi stasera …», ma appena incrocia il suo sguardo Giulia tentenna.
Quell’ombra profonda negli occhi, ne è certa, l’ha già penetrata.
Lui le sorride muovendo un sopracciglio, come d’intesa. Era lui quella sera nella villa!
Lei era rimasta ad osservare fuori dalla porta di una stanza mentre lui, su quel grande letto, scopava e dominava un’altra donna ma facendolo guardava lei. Dalle altre stanze arrivavano gemiti ed un bellissimo ragazzo che passava nel corridoio le si era accostato accarezzandola, ma lei l’aveva scostato. Erano stati così diversi minuti, poi era andata via.
Si, era lui.
Aurora osserva in silenzio l’amica indietreggiare verso il letto, con gli occhi fissi sull’uomo.
Poi la vede fermarsi e quindi riavvicinarglisi come attratta da una forza magnetica. Quindi i due si sussurrano qualcosa e Giulia gli apre le manette.
«Cosa vuole fare? Non si era stabilito così», pensa Aurora percorsa da una forte tensione.
Adesso la guardano con lo stesso sorriso e capisce di essere completamente indifesa: ora è in loro balia.
Giulia le si avvicina ma non ricomincia ad accarezzarla dolcemente come stava facendo prima.
La prende per i capelli e la spinge sul letto, poi le si siede sulla faccia e le ordina di leccarle la fica, strusciandosi a lei voluttuosamente e bloccandole le braccia con le gambe.
Poco dopo Aurora sente lui che le allarga le gambe e, già duro e pronto, la prende con forza.
Emetterebbe un gemito ma non ci riesce, quasi soffocata dall’amica. Lui continua così a scoparla e facendolo bacia Giulia con passione, il bacio rimasto in sospeso da quella sera.
I due corpi, sopra e dentro di lei, si muovono sempre più freneticamente fino ad avere a un orgasmo simultaneo che giunge assieme a quello di Aurora, la quale raccoglie i loro umori muovendo anche lei convulsamente i fianchi.
Il silenzio che segue attraversa la stanza come la brezza che pulisce il cielo dopo una tempesta.
Ma Aurora non è mai stata così bene con se stessa.
Mentre i due sono ancora distesi e confusi sul letto lei, in piedi e nuda, accende lo smartphone.
Accetta così la richiesta d’amicizia lasciata in sospeso di quel suo bel collega e gli scrive: «Ma oltre al caffè a scuola … mi offriresti anche una cena?»
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