“Non c’è stata volta che sia uscito senza portare a casa almeno un bocchino…”
Ciao cara, se torni e trovi me e Oleva nudi sul letto
non pensare male, è solo che mi sta curando quella protuberanza che ho sul davanti. A dopo. -> Invio.
“Ecco fatto, le ho mandato il messaggio.”
“Ma sei scemo?!?!?!?!” dice Oleva con il suo accento dell’est. Non ho mai capito bene da dove viene. Una volta mi dice Russia, l’altra Moldavia, poi Ucraina. Vabbé a me m’importa che sappia fare dei pompini da favola e che si lasci scopare nel culo senza preservativo. Una pratica che quella santerellina di mia moglie non ha mai accettato.
Per lei esiste solo la posizione canonica, altrimenti dice che le fa male, che non le entra bene, che non riesce a godere. Vabbé, lasciamo perdere. Meno male che da sempre so come darmi da fare. Non c’è stata volta che sia uscito senza portare a casa almeno un bocchino.
Poi adesso è arrivata Oleva: sistema casa in maniera impeccabile e si fa scopare senza problemi durante le ore di lavoro.
“Non ti preoccupare.” le rispondo. “Quando le scrivo così lei pensa che stia scherzando e non dà peso a quello che le dico. Crede che sia in qualche bar a farmi un aperitivo oppure in una riunione di lavoro. È una vera babba di minchia.”
Oleva mi guarda perplessa. Questa espressione sfugge al suo italiano per stranieri.
Bling bling.
Un messaggio.
Sarà quel cretino di mio marito.
Infatti… sempre nei momenti peggiori. E guarda cosa scrive?!?!? E’ sempre un idiota patentato. Pensa che io non sappia che si scopa tutte le puttane sifilitiche che incontra e mi scrive queste cose perché si crede pure spiritoso. Invece è solo patetico. Lo lascio crogiolarsi nell’idea che sia bravo a prendermi per il culo, mi piace fargli credere che io sia una frescotta che non capisce nulla.
Ciao Tesoro, meno male che Oleva ha la soluzione per tutti i problemi di casa. Io sono dall’estetista. Ne avrò ancora per un paio d’ore. A dopo. Bacio. -> Invio.
Ecco fatto. Sistemato.
Ma adesso, lasciamo perdere lo stronzo e torniamo a cose più serie. Questa bella nerchia nera ha bisogno di un po’ di cure ricostituenti. Mi ha già schizzato due volte, vediamo se riesco a fargli fare anche la terza. Quando cazzi come questo ti aprono le carni non è facile tornare sui tuoi passi. Prima di provarne uno non credevo alla leggenda delle dimensioni dei negri, ma da quando mi faccio scopare da Abidjouf mi sono dovuta ricredere.
Certo, ho dovuto addestrarlo un po’, prima scopava da rozzo, solo per godere il più in fretta possibile. Con qualche bella e lunga seduta di sano sesso, gli ho insegnato come godere e far godere. E adesso è davvero una meraviglia farsi impalare.
Ecco, l’ho tirato dritto di nuovo. È ancora pronto per sfondarmi. Gli salgo sopra e mi lascio scivolare su questa meravigliosa asta di marmo. La sento allargarmi le labbra della figa, entrare, prendere possesso del mio profondo. Mmmmmmm….. che delizia. Salgo e scendo, la figa mi sbrodola e mi aiuta nella cavalcata.
Abidjouf mi strizza le tette, non saranno grosse come quelle delle sue compaesane, ma sanno essere dure e eccitanti. La lussuria si gonfia dentro di me con il ritmo del suo cazzo. Lo monto piano, profondamente. Lui mi lecca i capezzoli. Sento la sua lingua grossa e larga sui miei bottoni in fiamme. L’orgasmo esplode nel mio ventre e sgorga dal mio sesso. Ho perso il conto di quante volte sia venuta.
Oleva mi spompina con foga. Lavora con la bocca e con mani. Mi strizza le palle. Devo concentrarmi per non schizzarle in gola. Fermo il suo lavoro. Voglio di più.
“Mettiti a pecora.” le dico. Oleva obbedisce. La adoro anche per questo. Esaudisce ogni mio desiderio. Non è ritrosa come la frigidona.
Vedo il suo culo davanti a me. Pulsa di desiderio. Stringo la mia mazza con una mano mentre con l’altra apro il suo buchetto. Passo la cappella sulla sua figa fradicia e raccolgo un po’ dei suoi umori. Sputo sulla riga del culo di Oleva e guardo la goccia di saliva scendere fino all’ano. Punto l’uccello alla sua porta e spingo. Sento la sua carne rilassarsi e accogliermi.
Ho il cazzo di marmo. Sono eccitato come una scimmia. Affondo senza pietà l’uccello nel corpo di Oleva. Lei grida di andare piano, ma io sto lavorando per me. Il suo piacere arriverà. Prima il mio.
Quando sono dentro fino al pelo mi fermo. Sotto la mia asta lei si lavora la figa per far crescere il suo godimento. Io inizio a stantuffarla. Prima piano, uscendo quasi dal suo culo che piano piano si allarga permettendomi di aumentare il ritmo.
Anche Oleva inizia a godere. Mi spinge a scoparla senza tregua, a farla godere. Dice qualcosa nella sua lingua. Spero che sia un complimento e non qualcosa come “figlio di puttana, un giorno o l’altro ti taglio le palle”.
Le rifilo uno schiaffo sulla chiappa destra. Lei inarca la schiena come una fiera, la bocca spalancata e le dita nella passera. La monto con foga pensando a quella secca di mia moglie. Non sa cosa si perde a non prenderlo in culo. Non sa quanto io sia bravo in quest’arte.
Vedo il nostro riflesso nello specchio sul muro e l’eccitazione aumenta a dismisura. Mi pare di guardare un film porno. Quasi quasi un giorno mi faccio un filmino e lo pubblico su internet. E se lo scopre Vanessa? No, ma riprendo solo il cazzo che trapana Oleva. Non mi riconoscerà nessuno.
Oh sìììììì, vedo già la mia cappella gonfia che getta il suo nettare sulle bianche natiche della russa. Oddioooo…. non resisto più. Affondo il cazzo nel profondo di Oleva e con un grido di vittoria le sborro nel culo.
Mi ha ripassato la figa e anche il culo. Dal didietro è sempre un po’ faticoso, le dimensioni non sono proprio compatibili, ma con la perseveranza e la dedizione siamo riusciti a scopare bene anche da quella parte.
Mi piace prenderlo dietro guardando in faccia Abidjouf, sento che mi entra meglio e poi quando schizza mi si toglie e mi copre la pancia del suo caldo seme. Adoro spalmarmelo sul petto. Adesso però lo voglio in bocca. Voglio berne quanto più possibile.
Lascio che si sfoghi tra le mie chiappe e poi me lo porto alle labbra. Lo pulisco con una salviettina, non si sa mai che sia sporco della mia merda, e poi mi getto con voluttà su quella lunga e dura asta. Il pompino mi regala delle grandi sensazioni. Non dico di godere, quello l’ho già fatto a sufficienza oggi, ma mi piace sentire la cappella che si gonfia e l’asta che vibra nell’istante precedente all’orgasmo. Mi dà un senso di potere, sono io che provoco l’eiaculazione non il mio compagno che mi scopa e si diverte.
Mmmmmmm…. ne tengo in bocca solo una parte della lunghezza e per stringerlo con le labbra devo aprire la bocca fin quasi alla fine, ma la mia lingua lavora alla grande accompagnata dalle mani che masturbano l’asta.
“Forza, mio Mandigo” dico a Abidjouf, “riempimi di sborra.”
Lui mi accarezza la testa, le spalle. “Certo, Tesoro.” Sa che non voglio che si muova mentre lo sbocchino. Sa che sono io a dirigere il gioco. Con una mano raggiunge un mio seno, lo massaggia con quelle lunghe dita che adesso vorrei nella figa.
In mancanza d’altro ci porto le mie. Voglio venire mentre lui mi sborra in bocca. Quando sono con lui ho sempre la passera bagnata. Mi piacerebbe averlo per me ogni giorno e ogni momento della mia vita, per scopare con lui ad ogni istante, ma so anche che non farebbe per me. Abidjouf è un bel passatempo, un ottimo passatempo tra le coperte, però non riesco ad immaginarmi con lui nella quotidianità. Sento che sono troppo lontana dalla sua cultura, dalla sua visione della vita. Preferisco averlo come amante, e che amante!!!
Dalle vibrazioni del suo gran cazzo capisco che sta per venire, lascio scorrere la mia mano tra le gambe e il nostro piacere esplode contemporaneamente. Il caldo avvampa sulle mie cosce e gli schizzi colpiscono il mio palato prima di scendere nella gola. Ha un sapore divino!
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